COSA SUCCEDE AI POCHI STALLI AUTO BIANCHI DI VIALE TRIESTE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Giugno, 2014 @ 4:55 am

Detto altrimenti: improvvisamente la sera scorsa … (post 1566)

WP_20140619_001Sono un residente in Viale Trieste 13, Trento. Ho due auto, un box, un abbonamento con due targhe per gli stalli blu di superficie. Personalmente sono soddisfatto. Tuttavia ieri sera ho notato che i pochi stalli bianchi della sosta libera nella parte alta del viale, la cosiddetta “busa”, improvvisamente sono diventati, insieme al relativo tratto di strada, proprietà privata (sic) di tale “Hydro Dolomiti Enel”.

Ora mi aspetto che urgentemente – nel rispetto della legge che regola la materia – un analogo numero di stalli oggi blu adiacenti a tale zona siano trasformati in bianchi senza disco orario a compensare questo che a mio avviso appare un intervento quanto meno “strano”: infatti da sempre su quel tratto di strada si affacciano case private e fino a ieri la strada quanto meno “appariva” pubblica, o quanto meno – anche se era privata – il Comune la “trattava” da strada pubblica, almeno per quanto appariva agli occhi di tuti noi. Detto intervento, inoltre, appare come una violenza alla possibilità di ognuno d potersi avvalere di una percentuale minima ma garantita di spazi liberamente usufruibili.

A meno che … a meno che la strada non sia stata in effetti “privata” e che il proprietario privato, pur permettendone un uso pubblico, abbia voluto – con l’apposizione dei cartelli – interrompere l’eventuale usucapione da parte dell’uso pubblico.

Ancora, mi domando: e se invece fosse stato fatto per agevolare i dipendenti di detta società? Ma in tal caso non sarebbe stato meglio dotare i dipendenti della citata società di abbonamenti per le aree blu, piuttosto che “ingessare” riservandoli a loro, stalli ex bianchi, stalli che ora rischiano di essere inutilizzati dal pubblico anche durante l’assenza del personale della citata società come risulta dalla foto allegata? Infatti le gestioni “rigide” degli stalli di superficie sono una gestione non professionale, un non-servizio-pubblico, un inutile spreco di spazio, effettuato pur di garantire alla “casta” di turno ogni comodità a danno della collettività.

In ogni caso, la popolazione avrebbe dovuto essere informata.

APPENDICE POST SCRIPTUM

Questo post è stato pubblicato il 20 giugno. Il 21 giugno anche come mia lettera al quotidiano l’Adige.

Il 24 giugno la Hydro Dolomiti Enel risponde sulla stampa affermando che strada e stalli erano da sempre di proprietà loro quindi non si è trattato di privatizzazione.

Il 24 giugno io scrivo altra lettera al giornale, una lettera aperta all’assessore competente: eccola qui:

Pregiatissimo Signor Assessore Michelangelo Marchesi, non Le saranno sfuggite la mia lettera all’Adige del 21 c.m. e quella in risposta del 24 giungo in merito alla “privatizzazione di fatto” degli (unici) stalli di sosta bianchi in cima a Viale Trieste nel senso che qualche giorno fa abbiamo appreso da cartelli stradali che strada e stalli che da anni e decenni tutti noi utilizzavamo liberamente come bene pubblico sono invece strada e stalli privati e quindi improvvisamente sottratti all’uso pubblico. Al riguardo mi permetto di sottoporLe alcune sottolineature.

Non credo che la proprietà Hydro Dolomiti Enel abbia agito senza un previo accordo con il Comune. In ogni caso Le domando:

a)    quale può essere a suo avviso la motivazione di tale decisione: riservare posti auto ai propri dipendenti? Interrompere la maturazione di una usucapione? Altro?

b)    Come ci si regolerà nei confronti degli abitanti frontalieri?

c)    Il divieto di sosta che la proprietà si appresta a mettere, significa che posteggiare lì sarà “veramente vietato” o solo “un poco vietato”? Detto altrimenti: i trasgressori saranno perseguiti dalla Polizia Locale o come diversamente?

Detto ciò, mi parrebbe corretto che il Comune intervenga in due direzioni:

a)    con una corretta informativa che vada ben oltre la semplicistica, banale e scontata lettera dell’addetta dell’Ufficio Stampa della citata società, di cui alla sua lettera all’Adige del 24 c.m.;

b)    riservando nuovi stalli bianchi senza limite di orario adiacenti agli stalli in corso di “privatizzazione”, come prescrive del resto la legge stessa che regola la materia.

Infine, parlavo di privatizzazione. Specifico meglio: “privatizzazione all’italiana” cioè con sottrazione di fatto di un bene alla collettività in favore di un singolo soggetto. Infatti esiste un’altra privatizzazione, quella del mondo anglosassone, nel quale il termine “privatizzare” si traduce con l’espressione “to go public”, cioè “aprire, riservare, destinare al pubblico dei risparmiatori, dei cittadini”. Ecco, questa seconda è la privatizzazione che io mi auguro possa avvenire, e non solo riguardo a pochi stalli di sosta.

Le sarò grato se vorrà rispondermi e intervenire. Distinti saluti

ALTRA APPENDICE

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Prima della “novità” questi stalli erano spazi utilizzati. Ora sono spazi sprecati.

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Io ho parlato con la Presidente della Circoscrizione, tramite la quale l’Assessore mi fa sapere che fisserà una riunione con noi due e l’architetto comunale responsabile, per esaminare come meglio procedere. Se son rose fioriranno … Nel frattempo oggi 25 giugno 2014 a pag. 25 l’Adige pubblica come articolo e non come semplice lettera uno stralcio della mia lettera, con la mia foto (qui a lato) allegata.

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P.S.: se non ricordo male, la legge prevede che vi sia un numero di stalli bianchi almeno uguale al numero di stalli blu a meno che non ricorrano casi particolari: adiacenza al centro pedonale e storico, etc.. condizioni che qui non ricorrono di certo, visto che al di là del fiume Fersina vi sono …  boschi! Ah, dimenticavo: la bicicletta parcheggiata “ai confini dell’illegalità“ che si intravede nella foto,  è la mia, una bici storica:  di 32 anni fa ma still going strong!

Stalli della sosta ..."disoccupati"!

26 giugno 2014 mattina: stalli bianchi della sosta …”disoccupati”!

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“Disoccupazione” del 27 giugno 2014 mattina

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27.06.2014: mi telefona la Presidente della Circoscrizione: l’assessore sta facendo verificare l’esistenza di eventuali accordi fra la SpA interessata e  il Comune per poi provvedere al ripristino di stalli bianchi.

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1 luglio 2014: ora gli stalli sono gialli, ma continua l’elevato livello di disoccupazione. Inoltre mi domando: di chi sono le auto parcheggiate? Mi si dice che i dipendenti della società proprietaria dell’area hanno abbondanti spazi di sosta all’interno del loro cortile. E allora? Aspetterò ancora qualche giorno poi scriverò all’Assessore.

 

 

 

 

 

 

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TRENTINO, DAI CENTRALITÀ AI PROBLEMI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Giugno, 2014 @ 3:00 pm

Detto altrimenti: Trentino, attribuisci pari dignità, attenzione, importanza a ciascun problema, come se fosse l’unico da affrontare …  (post 1565)

TRENTINO, ANDIAMO E’ ORA DI MIGRARE … verso un Nuovo Modo di individuare, affrontare, risolvere i problemi.

Valutiamo ed affrontiamo i problemi da un diverso angolo visuale!

Valutiamo ed affrontiamo i problemi da un diverso angolo visuale!

“Aus der neuen Welt”, Sinfonia dal Nuovo Mondo di Dvorak, sinfonia di matrice classica europea, ma contaminata dalla musica autoctona, come gli spirituals afro americani. Dal Nuovo Mondo, al Nuovo Modo … mi piace questo gioco di parole: procedere secondo lo spirito e il modo europeo ma “contaminando” – o meglio, “arricchendo” la nostra azione, il nostro modo di operare e il mondo nel quale viviamo, con “iniziative autoctone”, cioè trentine.

 Il Nuovo Modo potrebbe essere quello di non limitarsi alla individuazione della problematica, ma di:

  1. stabilire un Nuovo Ordine di priorità;
  2. analizzare ogni problema secondo la tecnica dello zero base budget;
  3. trasformare ogni problema in una opportunità;
  4. attribuire centralità alla soluzione di ogni problema.

Un esempio: vi accorgete di un particolare problema o di una possibile opportunità, e voi

– vi occupate “anche” di quel singolo aspetto (non date centralità al problema);

– non affrontate tempestivamente quel problema (avete altre priorità);

– non affrontate il problema con soluzioni nuove (non riesaminate tutto ripartendo da zero);

– non cercate di trasformare una negatività in una opportunità;

– non affrontate il problema come “categoria di problemi” né quella singola opportunità vi suggerisce l’idea di sfruttare l’intera “categoria di opportunità simili”. In altre parole, non fate vostra la responsabilità di risolvere tutti i problemi simili a quello che state affrontando. né di impedire l’insorgenza di problemi analoghi, né vi sentite responsabilizzati a sfruttare l’intera gamma di opportunità che quella singola occasione potrebbe e dovrebbe suggerirvi.

Non sono stato ancora abbastanza chiaro? Sarò più concreto con alcuni esempi:

 1)    vi sollecitano la realizzazione di un singolo collegamento fra due sistemi di piste ciclabili, quello della Valle dell’Adige con quello della Valsugana. Vi data da fare, risolvete “quel” singolo problema, ma non vi sentire responsabilizzati di fronte alla soluzione di tutti gli altri simili problemi né vi sentire responsabili del fatto che esista un vero e proprio sistema delle piste ciclabili e che – come tale – possa e debba essere attivato come strumento di incremento dei flussi turistici nella provincia e nella regione;

2)    vi segnalano il successo di un Festival/Expo provinciale (dell’Economia, della Montagna, delle scarpe), voi cercate di sostenere “quelle” specifiche iniziative, ma non vi ponete il problema di vedere se e come possano e debbano esserne varate altre simili, quale potrebbe essere la realizzazione del Film Festival Internazionale della Navigazione a Vela o la Mostra Mercato in acqua delle imbarcazioni minori;

3)    vi sollecitano la soluzione di un singolo problema di sosta delle auto, e vi date da fare per la progettazione ed il finanziamento di quel singolo problema di mobilità, e non vi ponete un analogo problema per tutti i potenziali simili casi nella Provincia, anche attraverso la realizzazione di una tessera unica per la sosta in tutte le aree e le strutture della provincia;

4)    vi chiedono il contributo finanziario ed economico pubblico per i pareggio dei conti di una società di impianti di risalita dedicati agli sport invernali, e voi accettate di risolvere quel singolo problema, ma non vi ponete i problema della soluzione di tutti i problemi similari, magari trovando soluzioni che – sotto il profilo dell’utilizzo degli impianti – facciano sì che essi siamo utilizzati dall’utenza pagante anche in estate, magari attraverso la realizzazione, reclamizzazione e vendita di un sistema di risalite per un sistema di piste di discesa per ciclo escursionismi;

5)    vi chiedono per finanziare o impedire la realizzazione di un nuovo “marina” lungo la sponda dell’Altogarda Trentino (Porto Arco) e voi rispondete si o no, senza pensare che l’occasione potrebbe sollecitare la fondazione di una Scuola Vela di Perfezionamento Velico Classe Crociera di rilevanza internazionale a metà fra quelle di Caprera e i Glenans francesi.

6)    vi chiedono di modificare la legge sugli “agritur” al fine di consentire ad un maggior/minor numero di agritur di operare sul mercato e voi non andate a vedere quale (migliore) livello di qualità sia quello dell’analoga offerta del vicino Sud Tirolo;

7)    non tutti i giovani trovano lavoro? Voi intervenite con singole leggi e provvedimenti ma non andate a studiare se e come gli altri paesi dell’UE /ad esempio l’Olanda) stanno affrontando e risolvendo il problema;

8) esiste il problema di persone anziane e di esperienza che vogliono restare al loro posto di lavoro e di giovani che vorrebbero che ciò non accadesse, per potere entrare a loro volta nel mondo del lavoro. Voi difendete questa o quella categoria (anziani/giovani) ma non vi ponete il problema di affiancare alle giovani leve gli “anziani” fuorusciti per evitare che il loro patrimonio di esperienze vada disperso;

9)    vi chiedono di cofinanziare questo o quel concerto, voi aderite, ma non vi preoccupate di organizzare la reclamizzazione e la vendita dell’intero sistema dei concerti della provincia;

10)    in certi settori vi segnalano la “concorrenza” delle provincie confinanti (italiane ed estere)? In altre parole, vi segnalano un problema? E voi cercate di migliorare la “vostra” provincia ma non cercate di trasformare il problema in opportunità, attraverso la realizzazione di una comune politica di area, anche transfrontaliera, trasformando i concorrenti in alleati;

11)  etc….

Inoltre, di fronte a ciascuno dei problemi/opportunità sopra elencati, voi non nominate un Capo Progetto che abbia il compito di analizzare ogni aspetto di ogni singolo problema/opportunità. Perché non procedete a queste nomine?

Perché non salite in piedi sui banchi di scuola per cercare di vedere il problema sotto un diverso angolo visuale (v. il film “L’attimo fuggente”)?

La discussione è aperta.

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BICI IN SUD TIROL

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Giugno, 2014 @ 1:03 pm

Detto altrimenti: Da Bolzano a Trento in bicicletta   (post 1564)

Era un po’ che Giovanni mi chiedeva di accompagnarlo nella pedalata BZ-TN. Detto, fatto. Oggi abbiamo preso il treno a Trento alle ore 06,59 ed alle 07,43 eravamo a Bolzano. Qualche centinaio di metri verso sud e dalla stazione FS raggiungiamo la pista ciclabile: 6 km di ciclabile “urbana”, molto bella, tutta fiorita, molto frequentata, la quale ci conduce sotto Castel Firmiano, al bivio ciclabile per Appiano (in salita)  e Merano (in pianura). Noi, verso sud. Dopo circa altri 20 km siamo ad Egna, e lì incontriamo un amico, Otto.

Otto und Giovanni

Otto und Giovanni

Otto ha “anche” un chiosco di frutta eccezionale e di succo di mela fresco (Chiosco Castelfeder). Dico “anche” perché Otto fa tante altre cose: ha un figlio che studia a Berlino, cura la sua campagna, è un grande sportivo, gran camminatore in montagna e ottimo ciclista. Abbiamo fatto amicizia anni fa, quando mi sono fermato per un piccolo acquisto e lui ha scoperto che io parlo anche tedesco! Non bene, ma quanto basta. “Ecco, mi disse, tu che non abiti qui lo parli: pensa che qui al mio paese ci sono italiani che vi abitano da 30 anni e non hanno imparato nemmeno una parola di tedesco”. Come dargli torto? Poi è saltato fuori che io ero stato consigliere di amministrazione del Credito Fondiario Trentino Alto Adige e quindi ecco nuove conoscenze in comune, i consiglieri di lingua tedesca, miei (ex) colleghi e suoi concittadini.

Otto. Lo vedo io per primo, arrivando in bicicletta, io, bardato di occhiali e casco. Lo chiamo. Sulle prime, ovviamente, non mi riconosce, ma poi … “Ah Riccardo bist du! Komm, bitte … che piacere, dai che vi offro un bel succo di mela fresco!”

Ecco, ragazzi, la spontaneità di un saluto, di un gesto, che grande valore ha! Però io l’ho rimproverato, perchè lo avevo invitato a venire ospite mio a pedalare nella Busa del Garda e non mi ha ancora fatto questo piacere … Comunque Otto si informa sul nostro viaggio, ci illustra le nuove piste ciclabili della zona, ci regala un prezioso stampato “In sella alla bici alla scoperta del territorio” edito dalla Unione Turistica Castelfeder di Ora e dai Comuni di Ora, Montagna, Egna e Salorno, oltre ad un opuscolo “non ciclabile”, cioè relativo all’altro turismo.

Io compero ciliegie. Giovanni mele. Ci ripromettiamo di tornare in auto per fare acquisti più consistenti, ne vale la pena! Ripartiamo. Sosta al bicigrill di Salorno ed alle 12.15 sono in casa a Trento. In totale 72 km, con due soste per circa 45 minuti. Io in bici da corsa, Giovanni con un biciclettone da pianura che pesa il doppio della mia: quindi, Giovanni, sei stato doppiamente meritevole! E … Otto, grazie per l’ottimo succo di mele! Ti aspetto in Trentino per una pedalata …

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F 35 NEWS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Giugno, 2014 @ 5:27 am

Detto altrimenti: se li conosci non li acquisti    (post 1563)

Copio la notizia da internet:

New York, 16 giu. (TMNews) – Gli USA hanno temporaneamente messo a terra l’intera flotta di Joint Strike Fighter-F35 nel corso del fine settimana per un’apparente perdita di olio, solo l’ultimo dei problemi evidenziati dal nuovo jet. La decisione è stata presa per “prudenza”, hanno reso noto le autorità, e dopo i controlli tecnici la maggior parte dei 97 F-35 è tornata operativa.

L’allarme era stato lanciato da un pilota, che martedì aveva notato un problema all’olio motore mentre era in volo con un aereo della variante F-35B – in grado di decollare su pista corta e atterrare in verticale – atterrando poi senza problemi alla base aerea di Yuma, in Arizona. Da lì i controlli su tutta la flotta: solo tre aerei non li hanno superati. I controlli tecnici sono stati effettuati a meno di un mese dal debutto internazionale degli F-35B. Il Pentagono spenderà circa 391 miliardi di dollari per 2.443 aerei, con un costo singolo di circa 160 milioni.(fonte Afp).

E a noi, quanto vengono a costare: A) l’acquisto e B) l’uso e la manutenzione di un F35? E se in luogo degli F 35 acquistassimo dei Canadair anti incendio o investissimo quei denari sempre nella difesa, ma in quella idrogeologica del territorio?

P.S.: ma è vero che i ponti delle nostre navi portaerei non sono in grado di sopportare la spinta di decollo e/o atterraggio verticale degli F 35?

 

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OLIMPIADI DELLE GIOVANI MAMME (CON PASSEGGINI E CARROZZELLE)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Giugno, 2014 @ 12:59 pm

Detto altrimenti: questa proprio non avrei potuto perdermela!    (post 1562)

La testa della corsa

La testa della corsa

Sono a Riva del Garda. Devo rientrare a Trento. Come? In bici o in auto?  Quei nuvoloni … ma no, dai, che forse sarà solo qualche goccia e poi solo nel pomeriggio! Vabbè, andiamo. In bici. Ma … per dove salire? la Maza? Ok, 5% ma quei camion … La vecchia Torbole? No, quel 15% è ancora troppo. Lo sterrato? No, ho i pneumatici lisci, da asfalto. E allora non resta che la strada “normale”, al 10%. Vado. Vado ma però (“ma però”) le auto, le auto! Alcune sono guidate da persone intelligenti ed educate, rallentano si scansano, ti lasciano spazio. Altre, guidate da persone “diverse” dalle prime, ti sfrecciano accanto sfiorandoti  a pochi centimetri. Uno stress. Arrivo al bar, poco prima di Nago. Ho deciso: l’ultimo strappo lo faccio sul sentiero, ho troppa paura …

Il gruppo si è molto "allungato"

Il gruppo si è molto “allungato”

Ok, l’è nada, è andata. Arrivo in cima al Passo S. Giovanni e controllo la frequenza cardiaca. 92 battiti al minuto. Va bene. Procedo. Vi risparmio il dettaglio del percorso, se non per segnalare la insufficienza della segnaletica: non certo per me che su questi percorsi ci sono di casa, ma per i turisti soprattutto esteri, che vedi spesso fermi con aria perplessa a consultare carte e cartine là dove un semplice cartello indicatore risolverebbe  tutto. Io stesso spesso mi offro per un aiuto: “Brauchen Sie hilfe? May I help you?”. Signori Sindaci dei Comuni attraversati, provvedete per favore! Grazie.

Uno spettatore di è unito alle atlete e corre con loro

Un giovane spettatore si è unito alle atlete e corre con loro

Sorpasso Mori. Al traverso di Rovereto, sotto la guida di una istruttrice,  una fila di giovani mamme spingono, correndo, i loro carrozzini con tanto di “cuccioli” a bordo. L’istruttrice ogni tanto le fa fermare, fa fare loro esercizi respiratori, e poi, via, di nuovo di corsa. Un ciclista che le incrocia grida loro, sorridendo: “Che sono, le olimpiadi?” La scena è bellissima. Io cerco di fotografare l’intera teoria, ma la bicicletta mi impedisce i movimenti e così le mie foto non sono rappresentative dell’intero gruppo. Le avverto che sarebbero “finite” sul mio blog. Ne sono contente. Brave, giovani mamme! Brava, istruttrice! E dai, commentate questo post del nonno Riccardo!

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Proseguo. Sosta al Bicigrill di Nomi e poi a casa. 50 km alla media di 15 kmh, salitacce e soste idro-alimentari e fotografiche comprese. Bici usata: mtb Wilier “18 carati” da 15 kg. + i miei 78 kg e i miei 70 anni!

 

 

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TRENTINO & SUD TIROLO, TERRE E ACQUE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Giugno, 2014 @ 6:32 am

Detto altrimenti: da sport di terra e di acqua a cultura di terra e di acqua   (post 1561)

Sono di questi giorni: in terra, una impegnativa gara di mountain bike in Sud Tirolo e, in acqua, la polemica se aprire o meno un terzo porto velico nell’Alto Garda Trentino, nel Comune di Arco, fra Riva del Garda e Torbole.

Al (doppio) riguardo mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori le mie considerazioni.

Biciclette. Si sta prendendo atto della potenzialità turistica di una rete di piste ciclabili. Tuttavia ancora non è stata varata una politica che dia centralità e unitarietà allo sviluppo del cicloturismo e del ciclo escursionismo come nuovo ed ulteriore prodotto turistico per lo sviluppo dell’economia locale. Infatti, le pur apprettate e rilevanti iniziative in corso in ambito di “sport ciclistico” dovrebbero essere affiancate da analoghe iniziative in ambito di ciclo escursionismo e ciclo turismo.

Vela. Si continua a pensare alla vela in senso agonistico, il che non guasta. Tuttavia, parlando dell’ipotesi del terzo porto nell’Alto Garda Trentino, alla mia obiezione che non di strutture si ha bisogno, bensì di progetti, nel senso che bene vedrei non un porto ma una scuola vela di portata internazionale di perfezionamento velico classe crociera, si replica: “Ma noi le scuole le abbiamo già … e poi c’è troppo vento per i beccaccini” (alias “snipe”, barche da 140 kg, dimenticando le regate che già si organizzano per gli Optimist, barchette da 50 kg, n.d.r.), e  non si comprende che il “perfezionamento velico classe crociera” riguarda l’arte del navigare e non necessariamente quella del regatare, e che una nuova scuola di tal tipo attrarrebbe turismo in via continuativa anche nei mesi “morti” della stagione altogardesana, e cioè da novembre a febbraio.

Si tratta di non sviluppare  solo iniziative che esigono vele super al carbonio e super biciclette da 8-10 mila euro destinate a super sportivi, ma attività diffuse alla portata di tutti, di una cultura diffusa.

La discussione è aperta.

 

 

 

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I DIRIGENTI PUBBLICI DELLA NOSTRA PAT – PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Giugno, 2014 @ 7:39 pm

Detto altrimenti: il governo provinciale sta cercando di mettere ordine … Bene!   (post 1560)

Dal quotidiano l’Adige odierno (pagg. 1 e 15) apprendiamo che la nostra PAT ha 12 dirigenti generali + 54 dirigenti (come chiamarli, normali?) + 25 dirigenti (senza incarico).

Al riguardo mi domando:

  • ma se i generali sono 12, come fa ciascuno di essi ad essere “generale”?
  • esiste e come si chiama il “generalissimo” che gestiste i tanti generali?
  • a quanto ammonta l’indennità di carica dei “generali” e del generalissimo?
  • tale indennità, è pensionabile?
  • quando viene comunicato urbi et orbi  il livello dello stipendio dei generali, si tiene conto anche dell’indennità di carica pensionabile?
  • cosa fa il dirigente senza incarico?

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PLURALITA’ DEI PENSIERI, UNICITA’ DELL’AZIONE POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Giugno, 2014 @ 7:45 am

Detto altrimenti: tot capita, tot sententiae … ma facendo così dove andiamo a finire?  (post 1559)

Noi Italiani poi siamo i campioni di questo sport: l’individualismo. Mondiali di calcio? E noi siamo 60 milioni di CT della Nazionale! Lo stesso nei partiti, in ogni partito. Un continuo distinguo: ma io la penso diversamente, criticare è lecito, ma lui chi si crede di essere, etc.. Ok raga, ok: guai al pensiero unico, sarebbe dittatura. Ma la virtù sta “nel mezzo”. I nostri antichi padri latini dicevano: “in medio stat virtus”.

Al bar ho sentito citare il motto latino in modo approssimativo: “In mediaset virus” … ma questa è un’altra storia.

Ma allora, come se ne esce? Se ne esce con la pre-discussione di ogni argomento nelle giuste sedi e – in ogni caso – con il predominio dell’idea dominante, quella della maggioranza. Altrimenti non se ne esce. Il mio pensiero? Se devo scegliere fra una esasperata eterna discussione ed una possibile forzatura da parte della maggioranza, cioè se io dovessi scegliere fra due mali, sceglierei il minore e cioè io voterei per la forzatura, perché altrimenti diverremmo tutti cunctatores, temporeggiatori, come il nostro benemerito avo Quinto Fabio Massimo, con la differenza che a noi che siamo nella sala della chirurgia d’urgenza il temporeggiare non  è concesso.

La discussione è aperta.

 

 

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AUTOSOSPENSIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Giugno, 2014 @ 7:25 am

Detto altrimenti: autosospensioni, queste sconosciute … (post 1558)

L’istituto della “autosospensione”, questo sconosciuto. Chi l’ha creato? dove e come è regolamentato? In che rapporto sta con l’istituto delle dimissioni? E poi … uno si autosospende, cioè applica a se stesso i sospensori, conseguentemente viene sostituito e poi … e poi protesta per la propria sostituzione? Ma io mi chiedo: ma allora  perché invece di autosospendersi, uno non ha dato le dimissioni? Forse perchè perderebbe lo “stipendio”? Non ci potrei credere …

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MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Giugno, 2014 @ 12:06 am

 

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Detto altrimenti: all’interno della Chiesa dell’Inviolata, in Riva del Garda, l’Associazione Amici della Musica accoglie l’Ensemble “Degli Affetti”  usualmente operanti all’interno della Associazione Musicale Lucilla May di Trento,  nel concerto “… il bel paese là dove ‘l sì suona”(post 1557)

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Riva del Garda. Chiesa dell’Inviolata, splendido gioiello seicentesco, realizzato da Alfonsina Gonzaga in Madruzzo, chiesa le cui origini sono state riscoperte e celebrate per la prima volta in assoluto per il Trentino dal libro di Luisa Gretter Adamoli “Tre punti di rosso”. v. mio post del 4 marzo scorso, del quale copio qui la parte interessata:

IMG_2068-225x300[1]“Luisa Gretter Adamoli, scrittrice e poetessa, avvalendosi dell’opera del valente “tecnico” il marito architetto Antonello (fra l’altro artefice e coordinatore del restauro della splendida chiesa barocca dell’Inviolata di Riva del Garda), ci proietta una serie di immagini relative al suo ultimo libro, il romanzo “Tre punti di rosso” (Curcu & Genovese) e quindi ci illustra il suo lavoro. Siamo nella seconda metà del ‘500 – prima metà del ‘600. Epoca della Controriforma, della peste del 1630, della Guerra dei Trent’anni con i suoi risvolti nell’Italia settentrionale (fra i quali il saccheggio di Mantova). Il romanzo è incentrato sulla figura di Alfonsina Gonzaga di Novellara, parente di Vincenzo I° dei Gonzaga di Mantova, seconda moglie di Gianangelo Gaudenzio Madruzzo, Capitano della Rocca di Riva del Garda, ultimo discendente del casato Madruzzo che diede ben quattro Principi Vescovi alla Chiesa trentina, persona molto vicino agli Asburgo ed ai Savoia. Delegata dal marito – spesso assente – ad amministrare l’intero suo patrimonio, fu l’artefice della meravigliosa Chiesa Barocca dell’Inviolata di Riva del Garda”.

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Il compianto Presidente Ruggero Polito

Il compianto Presidente Ruggero Polito

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Associazione Amici della Musica, retta per oltre 50 anni dal compianto Ruggero Polito ed oggi magistralmente proseguita da Franco Ballardini.

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Complesso Ensemble “Degli Affetti”: violini, Andrea Marmolejo, Sergio La Vaccara; violoncello, Barbara Bertoldi; liuto, Maurizio Piantelli; clavicembalo, Vittorio Zanon.

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L’ensamble è nato grazie all’intento di approfondire il repertorio musicale del XVII e XVII secolo insieme alla prassi esecutiva dell’epoca con gli strumenti originali. Musica e strumenti che hanno la capacità “retorica” di ricreare situazioni e ambienti dell’epoca.  Infatti va detto che nel periodo tra il ‘500 ed il ‘600 la “teoria musicale” identificava ogni affetto umano (ed ecco il nome dell’ensamble), ogni diverso stato d’animo (gioia, dolore, angoscia) con specifiche figure musicali definite “figurae” o “licentiae”. Tali configurazioni si caratterizzavano da anomalie nel contrappunto, negli intervalli e nell’andamento armonico, anomalie appositamente inserite per suscitare particolari e intense suggestioni. Questa musica aveva ed ha infatti il potere di ricreare vere e proprie figure retoriche, volte a suscitare nell’ascoltatore emozioni di svariata natura. In questa occasione in particolare il concerto è stato tenuto in un “ambiente della stessa epoca”.

Eseguite musiche del ‘600 di A. Falconiero, G. Frescobaldi, M. Uccellini, D. Gabrielli, A. Bomporti, J.J. Kapsberger, A. Corelli. Molto apprezzata, di D. Gabrielli, la Sonata à violoncello solo con il basso continuo in sol, eseguita da Vittorio Zanon.

Strumenti utilizzati: d’epoca con corde di budella di bovino, non di acciaio. che quindi necessitano di continue accordature.

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Avvenimento unico. All’interno, musica da “pelle d’oca”. All’esterno si scatena un temporale estivo.  All’interno il folto e selezionatissimo pubblico scatena una tempesta di appalusi e la richiesta di  svariati bis. Io mi trovo in imbarazzo a evidenziare la particolarità dell’esecuzione, in quanto non sono né un musicofilo né un critico musicale, ma solo uno che “ama la musica”. Aggiungo soltanto che la commozione è stata fortissima. L’ideale però – lo confesso – sarebbe stato poter assistere al concerto da sdraiati, per potere ammirare le splendide volte e le affascinanti volute barocche della chiesa.

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Dopo concerto: tutti alla Pizzoteca di Via Baruffaldi, allietati da altra splendida musica, seppure molto diversa, diffusa dai proprietari per allietare i clienti: quella di Fabrizio De Andrè. Finale di serata molto apprezzato anche dai Musicisti … e poi, che dire, particolarmente da me che mi pregio di essere concittadino del suo autore …

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PROSSIMO CONCRERTO ORGANIZZATO DAGLI AMICI DELLA MUSICA DI RIVA DEL GARDA: 4 LUGLIO 2014 ORE 20,45, AUDITORIUM DEL CONSERVATORIO, CONCERTO DEL VINCITORE DEL CONCORSO PIANISTICO CITTA’ DI VERONA.

 

 

 

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