MADE IN …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Luglio, 2014 @ 8:29 am

Detto altrimenti: “made in ….” ma dove, se l’etichetta è stata tagliata via … (post 1582)

E’ la seconda volta in pochi giorni che mi accade.  Località turistica del Trentino. Due negozi di abbigliamento e accessori. Nel primo: giacche da uomo ad €95,00. Nel secondo: cinture in cuoio, tre per €20,00. In entrambi i casi senza etichette di fabbricazione e provenienza. Senza perchè “tagliate” via. Nelle cinture è rimasto un pezzetto dell’etichetta originaria: vi si legge “Made in”. La parola seguente (China?)  è stata tagliata via.

Mi chiedo: è legale tutto ciò?

Appendice, aggiunta in data 11.07.2014: acquisto ad €12,00 pantofole marcate “DeFonseca Italia”. All’interno, piccola piccola, una etichettina, questa volta integra: “Made in China”.

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DEBITO PUBBLICO IRREDIMIBILE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Luglio, 2014 @ 6:57 am

Detto altrimenti: perché non ci riflettiamo un poco? (post 1581)

In ambito finanziario sostituire un debito/credito di capitale e interessi con un flusso di soli interessi si chiama swap, scambio. 70 anni fa lo Stato ricorse all’emissione di titoli di debito pubblico “irredimibili”, cioè che impegnavano lo Stato a pagare solo interessi e mai il rimborso del capitale.  Le emissioni furono due e andarono a ruba da parte dei sottoscrittori.

Ma noi oggi converrebbe? Proviamo a fare due conti.

Ipotesi con titoli tradizionali

Capitale 1.000, tasso di rendimento al 1,5 %, scadenza cinque anni. In cinque anni lo stato esborsa 1000 in linea capitale e 75 di interessi, in totale, 1.075

Ipotesi con titoli irredimibili

Capitale 1000, tasso di rendimento al 2,5%, senza scadenza. In cinque anni lo Stato esborsa, in totale, 125.

Conclusione

I titoli irredimibili sono attrattivi per i sottoscrittori in quanto offrono un tasso più elevato; non rappresentano un debito dello Stato in linea capitale; il sottoscrittore li può vendere in borsa e rientrare del suo capitale.

E allora, perché non parlarne?

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FIAB TRENTO A BASSANO DEL GRAPPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Luglio, 2014 @ 6:16 am

Detto altrimenti: una pedalata sociale    (post 1580)

Non è facile. In questa estate ancora troppo “pazza”, non è facile “centrare” una bella giornata. Fino alla era prima, acqua e vento, un tempo capriccioso. Ma il computer diceva che il giorno dopo (ieri per chi scrive) ci sarebbe stato il sole, e allora, gita confermata! Le previsioni? Sì, esiste ben Meteotrentino, ma per una visione d’insieme suggerisco anche  www.wetterzentrale.de … i tedeschi, sapete, sono così precisi …

FIAB Trento, 150 iscritti, non male, non vi pare? Si, dice … ma che vuol dire FIAB? Vuol dire Federazione Amici della Bicicletta. Noi non facciamo solo bici. Facciamo anche cultura del non inquinamento, rispetto e valorizzazione dell’ambiente, turismo culturale, socializzazione.

Si parte. In treno da Trento fino a Borgo Valsugana (stazione FS Borgo centro), in modo da ridurre il percorso a 60 km: non tutti infatti sono in grado di percorrere tappe più lunghe. Alcuni fra cui il sottoscritto (da Riva del Garda) , raggiungono Borgo in auto. E …. via, si pedala!

La sorpresa: l’intera parte trentina della pista ciclabile è stata riasfaltata, ma non basta: buona parte del tragitto è stato letteralmente spostato dal versante nord (cioè che guarda a nord) al versante sud (che guarda a sud). Infatti in primavera e in autunno quel tratto di pista risultava all’ombra e per di più comprendeva una serie di salitelle un po’ fastidiose per famigliole con bimbi non allenati. Un lusso! Ora la pista è molto più scorrevole, calda ed agevole (attenzione: sono stati inseriti alcuni paletti al centro della pista per impedire l’accesso alle auto: prestare attenzione!).

Cliccate sulla foto, ingranditela! (Foto E. Pellegrini)

Cliccate sulla foto, ingranditela! (Foto E. Pellegrini)

Solo che – purtroppo – il nuovo tracciato taglia fuori il passaggio attraverso un interessante biotopo. Si può rimediare risalendo brevemente il vecchio tacciato una volta che siete arrivati al bel bicigrill in località Tezze di Grigno (Borgo-Bicigrill, circa 20 km). Altri 15 km e la pista finisce in località Cornale (Bar, Ristoranti, riparazione bici). Altri 25 km su strada poco frequentata, articolata su lievi saliscendi, e siete al famoso Ponte degli Alpini a di Bassano del Grappa.

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Unica nota negativa: al confine ieri fra il Regno d’Italia e l’Impero d’Austria, oggi confine fra la provincia di Trento e quella di Vicenza, in un punto in cui la pista ciclabile passa sotto la strada carrozzabile sopraelevata, la ciclabile è interrotta per frana (da oltre un anno) e costringe i ciclisti a percorrere un tratta di strada carrozzabile, sia pure poco frequentata dalle auto. Io che ho percorso quel tratto prima dell’interruzione, osservo che il “danno” peggiore che subiamo è soprattutto essere privati della “poesia” che quel tratto ti avrebbe regalato, in quanto, nella parte che costeggia il Brenta, spesso nidificano aironi cinerini! L’esclusione della visita al cippo di confine poi …. Il cippo: con la lettera “N” della parola REGNO incisa dallo scalpellino in modo errato, con il tratto obliquo che va dal basso a sinistra in alto a destra anziché il contrario!

In internet trovate ben altri dettagli che queste mie poche note. Aggiungo solo che eravamo una trentina; che a Bassano non abbiamo avuto difficoltà a essere imbarcati sul treno per il ritorno (attenzione: questa estate per un certo periodo il treno – causa lavori – sarà sostituito dai bus); che alcuni di noi sono rientrati a Bordo “a pedali”, che … che … evviva la bici, evviva lo stare insieme! Good bike a tutti!

 

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MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Luglio, 2014 @ 8:25 pm

Detto altrimenti: multa paucis, molte grandi cose per pochi intenditori, molte grandi cose realizzate da poche persone …   (post 1579)

Associazione Amici della Musica. Una piccola great Associazione Quella presieduta per oltre 50 anni dall’indimenticabile, insostituibile  compianto Ruggero Polito. Oggi gestita dal Vice Presidente Professor Franco Ballardini, con la collaborazione della Sezione Rivana del Conservatorio Bonporti di Trento.

Concerto di chiusura della stagione estiva (riprenderemo a settembre, parola del vostro blogger che di quella Associazione  è il tesoriere): abbiamo invitato un giovane pianista di 32 anni, professore all’Università di Monaco di Baviera, vincitore di moltissimi concorsi internazionali (da ultimo quello di Verona).

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Mamikon Nakhapetov è nato in Georgia, da nove anni vive in Germania. La sua presenza a Riva fa seguito a quella della vincitrice dell’anno scorso della stessa gara internazionale veronese: Elizaveta Ivanova, la quale tornerà in autunno a suonare per noi.

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Mamikon ha eseguito

  1. Danze dei seguaci di David, Op. 6 di Robert Schumann
  2. Tre nuovi studi di Fryderyk Chopin
  3. Rapsodia spagnola di Franz Liszt

Indi due bis fuori programma:

  1. Tristezza, uno studio di Chopin
  2. Parafrasi su Rigoletto, di Liszt.

Tutto a memoria, naturalmente!

La sua esecuzione è stata applauditissima. Mirabile la tecnica pianistica, la carica di sentimento che ha saputo infondere nelle opere romantiche con le quali si è misurato attraverso un’esecuzione che per certi versi è apparsa quasi una moderna riscrittura. Molti gli si rivolgevano con il titolo che gli compete: “Herr Professor”. Io, che volete, data la differenza d’età … dopo il concerto, l’ho abbracciato e l’ho ringraziato dandogli del tu, in tedesco, inglese e in italiano (in russo so solo dirgli “bolscioi”, “spassiba”, cioè sei grande, grazie). Già, perché “il ragazzo” parla anche la nostra lingua!

Io sono solo un musicofilo cioè uno che ama la musica. Mi aspetto che i musicologi presenti in sala, quelli cioè che “si intendono di musica” commentino la sua esecuzione con note e analisi critiche ben più profonde delle mie poche parole di intensa ammirazione.

Viele Danke,  Mamikon! Next year, come back to Riva del Garda! We will be waiting for your magic music!

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LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Luglio, 2014 @ 7:50 pm

Detto altrimenti: la politica si stabilisce i propri emolumenti, ben oltre le regole che valgono per gli altri    (post 1578)

Peccato: pareva troppo bello per essere vero. Sembrava che facessero sul serio a ridursi inammissibili privilegi (retributivi e pensionistici) medievali e invece no. I Consiglieri regionali (biprovinciali) della nostra regione, hanno partorito quasi all’unanimità  il “topolino”, una riformina piccina piccina che scalfisce poco, troppo poco quei privilegi. Il colmo della presa in giro di noi tutti? Quella regoletta che se uno i soldi in più li ha già incassati deve restituirli a meno che non dichiari che per particolari motivi … Ma che, ci siamo bevuti il cervello?

Un consigliere dell’opposizione (consigliere A) aveva presentato migliaia di emendamenti. Un altro (consigliere B) ne aveva chiesto la traduzione in lingua tedesca. Il Presidente si arrende e afferma che “per evitare l’ostruzionismo cede alla forza”. Il consigliere A, soddisfatto,  prima ritira gli emendamenti, poi dichiara che il Presidente avrebbe avuto la possibilità, a termini di regolamento, di superare in altro modo l’ostacolo del proprio ostruzionismo.

Negli stessi giorni il Comune capoluogo aumenta dell80% il costo livello della tariffa oraria per la sosta nelle zone centrali della città. Denaro che esce, denaro che entra …

La morale? Ve ne sono alcune:

1)    che a pagare e ad incassare sono sempre gli stessi, appartenenti rispettivamente alla categoria dei pagatori ed alla casta degli incassatori;

2) che “è ora di finiamola” che uno si stabilisce il proprio stipendio da solo;

3)    che la legge deve tornare ad essere uguale per tutti. A cominciare dai livelli e dall’età della pensione;

4)    che un politico che ha proposto tagli veri e non li ha ottenuti, si deve dimettere. Altrimenti è chiaro che non stava facendo sul serio …

P.S.: ma no, dai … cosa dico … che la casta qualche risparmio lo fa! L’altro giorno rientravo a Trento in treno dopo essere sceso verso sud in bicicletta sino a Borghetto, l’ex confine Regno d’Italia – Impero d’Austria, 55 km.  A Rovereto – udite udite! – vedo salire sul treno regionale, tutto di seconda classe, uno dei direttori generali della Provincia, vestito da lavoro, cioè giacca e cravatta, con borsa da lavoro, aspetto da lavoro! Insomma, in missione, in trasferta. Ma in treno e senza auto blu! I miracoli della spending review! Che dire? Che la “seconda classe”, almeno quella, è uguale per tutti!

 

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ANTIEUROPEISTI E BORGHEZIO IN EUROPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Luglio, 2014 @ 3:46 pm

Detto altrimenti: quando la barbara violenza prevale sulla civile convivenza  (post 1577)

Barbari: persone che conoscono l’odierna civiltà ma la vogliono distruggere. Selvaggi: persone che vivono nella loro “civiltà” originaria, distante secoli e millenni dalla nostra, ma non per questo peggiore.

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thIXB5YASZBarbarie a Strasburgo: al momento dell’ “Inno alla gioia” , i parlamentari anti europeisti voltano la schiena alla Presidenza. Matteo Renzi parla. Borghezio gli grida “Lei è un pagliaccio!” Borghezio … cosa devono pensare gli Europei di noi Italiani nel sentire le tue parole? Che ci facciamo male da soli! Tu “fai male” all’Italia, alla mia Italia, quindi anche a me. Altro che immunità parlamentare! Io vorrei che fossero previste aggravi per chi, ricoprendo posizioni pubbliche, si comporta in modo dannoso alla dignità, all’immagine, alla politica all’economia del Paese. Borghezio, non sei a Strasburgo per fare una barbara campagna elettorale … sei lì per contribuire a gestire l’Europa, strapagato con in denari dell’UE, cioè dei singoli Stati, cioè anche miei! Cioè anche con i denari di chi non ti ha mai votato …

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Si tratta di due fatti gravissimi: comportamenti e parole che sono pietre contro la civile e democratica convivenza, “prime pietre” di ogni peggiore dittatura, espressioni esteriori di una violenza interiore.

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Non ci dobbiamo “abituare” a certe esternazioni senza scandalizzarci, senza denunciarle, senza condannarle, senza combatterle.

 

 

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APOLOGIA DEL FASCISMO E IMMIGRAZIONE (DUE)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Luglio, 2014 @ 3:26 pm

Detto altrimenti: sarebbe un commento al post precedente, ma preferisco pubblicarlo come post autonomo …  (post 1576)

Inizia

Caro Riccardo,

ho letto della tua indignazione al discorso di quell’anziano signore che rimpiangeva “l’ordine del regime fascista di quando c’era lui”.

Sandro Schmid (foto d'archivio)

Sandro Schmid (foto d’archivio)

La cosa avvilente è che, specie in tempi di crisi, si strumentalizzi il dramma di chi fugge dalle coste della sponda africana del Mediteraneo per trovare rifugio su quella europea. A costoro non importa nulla del perchè delle guerre fanatiche etniche-religiose-economiche e di potere che sono in corso. Delle tremende conseguenze di queste guerre sulla popolazione e in particolare su quella civile più debole come le donne e i bambini. Costoro sono incapaci di provare, almeno per un attimo e anche solo col pensiero, a mettersi nei “panni dell’ Altro” e capire che di fronte alla violenza delle armi, degli stupri, della fame, delle malattie, dell’odio si farebbe di tutto per salvare la propria famiglia, i propri bambini, il proprio futuro. Sui barconi che traversano l’avventura del mare a rischio della vita, ogni Persona ha un proprio dramma personale. Persone che lasciano tutto e che cercano solo uno spazio di libertà per poter vivere e lavorare.

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Si dice che il problema vada affrontato in Africa, nei Paesi d’origine. Giustissimo. Il tema è enorme. L’Italia, ma anche la Spagna e la Grecia non possono essere lasciate sole ad affrontare questa emergenza. Il problema non è solo la diretta responsabilità dell’ Unione Europea nel suo insieme, ma dell’ ONU,  di tutti i Paesi democratici del mondo;  degli USA in particolare; da chi ha scatenato nel Nord Africa una sequenza di guerre guardando più agli interessi del petrolio e del mercato delle armi  che non a quelli delle popolazioni da chi in nome della giusta aspirazione della “Primavera Araba” ha lasciato prevalere e avanzare il predominio dei fanatismi politici e religiosi più spietati.

Ma intanto cosa si deve fare? Respingere a cannonate, come qualcuno ha già proposto, la gente stipata sui barconi della speranza? Oppure lasciare che anneghino peggio delle bestie? No di certo. Il nostro primo dovere umano è comunque di evitare altri morti innocenti e della solidarietà.

E’ avvilente che il razzismo arrivi da un anziano. Evidentemente un ex fascista che dalle leggi razziali, i lager, la guerra coloniale (dove sono stati usati  sulle popolazioni anche i gas sprigionati dall’iprite e si sono consumate orrende nefandezze) e la tragedia di una guerra devastatrice con 60 milioni di morti fino all’ultimo a fianco di Hitler, non hanno insegnato nulla!

 La cosa grave è che questi discorsi nostalgici facciano presa in significativi ambiti della popolazione. I risultati delle elezioni europee hanno fatto emergere consistenti movimenti di forze che “girano le spalle all’Europa” , con ideologie di nazionalpopulismo, razzismo, xenofobia, antisemitismo, omofobismo o che si richiamano apertamente a quelle nefaste del passato del nazifascismo, fino a negare l’esistenza stessa dei lager di sterminio e dell’Olocausto.

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Le stelle le ha già: mettiamole presto anche le strisce!

Le stelle le ha già: mettiamole presto anche le strisce!

ai fatto bene, caro Riccardo, a non stare zitto. La tua è stata una risposta civile. Quella che ogni cittadino democratico che vuole bene alla Costituzione nata dalla Resistenza dovrebbe essere pronto a sostenere. Non è tempo di “stare zitti”. E’ tempo di mobilitarsi con ogni energia per trasmettere alle nuove generazioni “la memoria della tragedia del passato” perchè sia un antidoto di democrazia e di libertà per il presente e perchè a trionfare sia il segno della pace e della solidarietà fra i popoli. Mobilitarsi perchè le nuove generazioni non “girino le spalle all’Europa”. Al contrario perchè siano protagonisti di quel grande sogno di libertà, democrazia e solidarietà realizzando davvero gli Stati Uniti d’Europa: il vecchio Continente come faro di pace e di convivenza  esempio per tutta l’Umanità.

Sandro Schmid

Finisce

Caro Sandro, grazie del tuo prezioso intervento. L’Europa? Io 38 anni fa mi iscrissi al MFE-Movimento Federalista Europeo (Altiero Spinelli), e sono ancor oggi un europeista più che convinto! Con l’Europa – fra l’altro – possiamo superare anche questi rigurgiti di barbarie. Se clicchi su mio blog troverai tante volte il tema Stati Uniti d’Europa!

 

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APOLOGIA DEL FASCISMO E IMMIGRAZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Luglio, 2014 @ 5:43 pm

Detto altrimenti: l’apologia del fascismo è un reato. L’immigrazione no. (post 1575)

th4EBRXUB2Oggi mi trovavo in un locale pubblico. Accanto a me, a mezzo metro di distanza, un anziano signore, avrà avuto 85 – 90 anni, ricurvo, così si rivolgeva ad un gruppetto di giovani signore: “Io sono vecchio ma mi ricordo benissimo: quando c’era lui, durante il fascismo, se per le nostre strade si aggirava uno straniero, entro tre giorni veniva individuato e fermato. Doveva dimostrare di cosa viveva, il perché della sua presenza, altrimenti veniva spedito a casa. Allora c’era ordine (sic), altro che oggi che accogliamo migliaia di stranieri. Dobbiamo rispedirli a casa e dare loro i soldi per crearsi il futuro a casa loro”.

Mai in vita mia mi sono sentito così profondamente indignato, offeso, coinvolto e obbligato a intervenire.

L’immigrazione. Ho guardato in faccia quel tale: all’inizio pareva che mi sorridesse, forse aveva creduto di trovare un supporter alla sua tesi. Io l’ho raggelato: “Non ho potuto fare a meno di sentire e le dico che sono assolutamente in disaccordo con tutto quello che lei sta dicendo. Gli africani che arrivano da noi? I suoi fascisti sono stati gli ultimi colonizzatori imperialisti dopo il Portogallo, la Spagna, l’Olanda, il Belgio, la Francia, l’Inghilterra, la Germania, ma sono stati i primi ad usare l’aviazione per bombardare con bombe incendiarie i villaggi delle popolazioni africane. Davvero un bel primato! Dopo le bombe, abbiamo mandato loro le multinazionali, per spremerli ben bene. Quello che lei dice andava fatto con qualche secolo di anticipo. Oggi è semplicistico affermare che devono essere aiutati in loco. Tanto meno concordo con il suo “odine fascista”. Non potrò mai essere d’accordo con le sue affermazioni”.

La persona si è ritirata.

I fascisti mettono in "ordine" la libertà di stampa

I fascisti mettono in “ordine” la libertà di stampa

Il fascismo. Ecco, raga, io sono nato nel 1944. Non ho vissuto direttamente il fascismo, ma l’ho studiato a fondo; ho parlato con tante persone che lo hanno vissuto; sono figlio di un carabiniere che si è fatto anni di prigionia in Germania. Il fascismo: quello della non libertà di pensiero, associazione e stampa; quello del delitto Matteotti e di tanti altri simili; quello dei giornali e delle sedi degli altri partiti incendiate; quello delle leggi raziali; quello delle guerre (perse) di milioni di morti; quello dei nostri ragazzi mandati a morire in Grecia, in Africa, in Russia. No grazie: il fascismo? Se lo conosci lo eviti. Ma poi …. l’apologia del fascismo non è un reato?

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P.S.: ho consegnato un mio biglietto da vista al personale del locale, perché possano venire a leggere questo mio post.

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I CONTI CON LA STORIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Luglio, 2014 @ 7:42 am

Detto altrimenti: “dovremo fare i conti con …”, “dovrai fare i conti con me …” (post 1574)

thPOR6EISDEspressioni figurate, metafore molto significative. “I conti con la Storia”:  Paolo Mieli ne ha fatto il titolo del suo ultimo (bellissimo) libro. Io mi approprio di questa sua idea e la “applico” ad un altro (bellissimo) libro, “Il predominio dell’occidente – Tecnologia, ambiente, imperialismo” (Ed. Il Mulino, 2011), di Daniel R. Headrick, Professore Emerito di Storia e Scienza Sociale nella Roosvelt Univerity di Chicago. Ho definito “bellissimi” i due libri. Il primo un po’ più difficile, lo ammetto, per le tante citazioni le quali non sono tutte alla portate di ognuno di noi, a cominciare da me. Tuttavia in ciascuno dei capitoli, di argomenti “separati”, non molto lunghi e quindi facilmente “isolabili” e assimilabili attraverso una lettura “a tappe”. In ciascuno dei capitoli troverete una preziosa perla di esperienza e di saggezza testimoniata, come quella che afferma che i compromessi possono essere scellerati ma anche leciti, possibili e doverosi.

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T6YPveB7JJP8_s4-mb[1]“Il predominio dell’Occidente”: questo secondo libro si divora. Quasi un romanzo storico, quasi una cronaca avventurosa di guerre e di esplorazioni. Solo che – purtroppo – non sono romanzi le “storie” che vi si espongono, ma Storie vere, cioè Storia: quella della colonizzazione occidentale – tecnologicamente organizzata – degli ultimi cinque secoli. Come sintetizzare questa Storia? Se dovessi scegliere una foto, prenderei quella in cui di vedono governatori e importanti personaggi inglesi in bella posa sopra le carcasse di alcune splendide tigri del bengala uccise (nobile uccisione questa, nobile secondo i canoni della nobiltà made in GB) in una delle tante battute di caccia di cui l’imperialismo inglese era solito dilettarsi nella sua colonia indiana. Già … perché come gli Albionici facevano strage delle tigri, gloriandosene, così i nostri pro-pro genitori europei hanno fatto strage della libertà, della democrazia, della ricchezza, della civiltà, della cultura dei popoli colonizzati. Gloriandosene … naturalmente!

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Il Nord Ovest del mondo, il cosiddetto Occidente, alias noi Europei, da secoli abbiamo schiavizzato l’Oriente, in sud del mondo e l’Occidente transoceanico (le Americhe) e … chi semina vento, raccoglie tempesta. Oggi più che mai ce ne stiamo accorgendo.

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Il terzo libro di oggi, qui a fianco. E poi se la prendono con la nostra ‘ndrangheta che avrebbe inventato il commercio della droga … ma quando mai!? (Una curiosità: la bandiera inglese deriva da quella della Repubblica di Genova, croce rossa in campo bianco. Infatti spesso gli inglesi preferivano affidare i loro velieri a  comandanti genovesi-camoglini, i quali issavano la bandiera d’origine. E i pirati, sapendo la perizia dei nostri, si astenevano dall’attaccare quei velieri).

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"Indian coolies"

“Indian coolies”

Tempesta armata jihadista, iraniana, irachena, libica, palestinese, africana, etc.. Tempesta commerciale cinese e indiana, solo per citare alcuni casi. La Cina? Le abbiamo fatto ben due guerre, le guerre dell’oppio, perché (udite, udite!) si era rifiutata (ma come si permette!?) di importare l’oppio che gli inglesi facevano coltivare ai propri schiavi (schiavi? No, anzi, coolies, fa più fine …  del resto facevano loro dei coolies così …) indiani. La Cina, aggredita e dilaniata dal nostro alleato Giappone: non ci dimentichiamo, una per tutte, la strage di Nanchino. L’India? Ci sta facendo pagare il prezzo delle sue tigri sterminate dai nostri fucili. Lo so, amici, sto procedendo per immagini e semplificazioni, ma che volete … spero solo che il senso delle mie parole vi sia chiaro: d’altra parte questo mio non può essere un testo di storia.

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Dramma palestinese. Tre ragazzi israeliani rapiti ed uccisi. Condanno fermamente (e ci mancherebbe altro!) e in assoluto questo atroce crimine. Tuttavia se sei malato, non basta affidarsi ad una antidolorifica indignazione: occorre risalire alla causa del male ed eliminarlo alla fonte. E qual è la fonte del cancro che tormenta quella regione? Leggete un altro libro, il quarto ed ultimo che mi permetto di sottoporre oggi alla Vostra attenzione: “Con il vento nei capelli. Una palestinese racconta” di Salwa Salem, una Donna palestinese che ha tenuto anni fa una conferenza anche qui da noi, a Riva del Garda … (Salwa Salem, trasferitasi da ultimo in Italia dove muore nel 1992). Poi ne riparliamo.

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I FICHI DEL FERSINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Giugno, 2014 @ 6:00 pm

Detto altrimenti: la forza che è dentro la natura, anche dentro la natura umana   (post 1573)

Devo andare in officina a ritirare la mia auto. Si è scaricata la batteria. Io abito più a monte, l’officina dell’amico Marco è più a valle. Cosa di meglio che fare quattro passi? E così mi trovo a passeggiare lungo il Fersina, anzi, scusate, lungo la Fersena,  in dialetto locale, è più corretto. Camminare. Io non cammino spesso. Mi trovate piuttosto in sella alle mie biciclette (questa stagione ho già macinato 1885 km, meta stagionale, non sotto i 4000), oppure sugli sci. Più raramente in barca a vela: già, ne ho fatto tanti anni di vela, sul Garda, con il mio FUN, al quale ho anche dedicato una poesia (mia moglie Maria Teresa è gelosa!). Bellissimo, non c’è che dire, ma “varietas delectat” e con la bici faccio turismo per le nostre valli ed anche fuori regione, spesso insieme agli amici di FIAB Trento. Ma torniamo alla passeggiata, che, come tutti sanno, si fa pedibus calcantibus.

WP_20140627_003Rilassato. Solo che guardo, vedo, ammiro la forza di certe piante di fico che hanno il coraggio di nascere, crescere e fruttificare partendo dagli … interstizi del muraglione dell’argine della Fersena! Non ho con me la macchina fotografica … ma già … le macchine fotografiche sono in declino dopo che ci siamo abituati a fotografare con i cellulari. Ecco, il cellulare! Lo estraggo di tasca e lo riempio di alcuni scatti. Dal punto di vista tecnico, niente di che, ma dal punto di vista della loro spontaneità, be’ spero che un qualche valore vogliate riconoscerlo loro. La forza, la forza delle piante che nascono fra i macigni dell’argine,  che crescono “malgrado”, che non si arrendono, che producono frutti.

RAI 5, Domenica pomeriggio. Piove. Accendo la TV: si replica. Non arrendersi, estrarre da dentro se stessi la forza per andare avanti, come i ragazzi detenuti del carcere di Nisida i quali Mercoledì 29 dicembre alle ore 21,00 presso il teatro Mediterraneo della mostra d’Oltremare di Napoli, hanno messo in scena l’opera teatrale “Maria Luna, una vita tutta in salita”, scritta e diretta da Pino De Maio.

Riabilitazione? In queste condizioni?

Spazio “riabilitativo” ….

Lo spettacolo si articola in quattro segmenti. Nel primo, si narra la vicenda di un tossicodipendente che preferisce il carcere di Poggioreale ad un centro per recupero di giovani drogati. Nel secondo, si racconta una giornata tipo con i ragazzi del carcere di Nisida che, attraverso l’incontro con il maestro di laboratorio musicale, vivono forti emozioni e maturano grandi esperienze. Nel terzo, forte è la voce delle vittime innocenti della camorra che chiedono di non essere dimenticate. Infine, nel quarto segmento, si racconta di un immigrato disprezzato e maltrattato da alcuni e poi accolto e difeso da altri.

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Ecco, in due giorni, i due “eventi” che mi hanno coinvolto per puro caso ma che mi è piaciuto raccontarvi in parallelo. Per la stessa forza che esprimono. Oltre i macigni dell’argine, oltre i macigni della vita.

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