GRUPPI DI LETTURA DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2013 @ 5:52 pm

Detto altrimenti: 700 anni dalla nascita del Boccaccio, progetto di lettura sul racconto

(le foto della riunione saranno inserite al più presto)

La Biblioteca Comunale di Trento continua nell’organizzazione dei Gruppi di Lettura. Dopo l’Iliade e l’Odissea, le tragedie e le commedie greche e latine, eccoci alla favole ed alle novelle. L’occasione è fornita dal settimo centenario della nascita del Boccaccio. Altri gruppi leggono e commentano Boccaccio, Verga, e favolisti e novellieri inglesi e tedeschi. Il “nostro” gruppo, guidato dalla Professoressa Maria Lia Guardini, si immergerà nella lettura di Esopo, Fedro, Erodoto e Apuleio.

Oggi, martedì 19 febbraio 2013, si è tenuta la prima delle quattro letture. Le tre letture successive saranno i martedì 5 e 19 marzo e 2 aprile, sempre ad ore 10.00 nella sala al primo piano adiacente alla sala degli affreschi, presso la Biblioteca Civica di Trento. Il materiale didattico sarà a disposizione da giovedì 21 marzo presso la Sala Manzoni, e quindi ogni successivo martedì nella citata sala delle riunioni.

Ed ecco cosa abbiamo imparato (e gustato, è proprio il caso di dirlo!) dalla professoressa Maria Lia Guardini

Il titolo che Lia (così chiede di essere chiamata dai “suoi” amici) vorrebbe dare al ciclo di letture è “La favola (e la novella, cioè il romanzo breve) come finto sotto-genere letterario”, favole che hanno come protagonisti gli animali; destinate ad un pubblico popolare; con una loro morale; e che al popolo si rapporta come il mito si rapportava alle classi aristocratiche e guerriere dell’antichità greco – romana.

Esòpo o Aìsopos al pari di Omero  difficile stabilirne data e luogo di nascita e come Omero opera grazie alla tradizione orale. La forma scritta è successiva, dell’età ellenistica allorquando si utilizza la diàlektos koinè (lingua comune) depurata di ogni particolarità dialettale. Testi semplici anche dal punto di vista linguistico, molto utilizzati quindi nelle scuole d’oggi per esercitarsi nella traduzione.

I testi di Esopo rappresentano il passaggio dalla tradizione orale alla forma scritta. Nel periodo “orale” (come in Omero) prevalgono le caratteristiche tipiche di ciascun individuo, descritto a secondo della propria qualità dominante. Successivamente si assiste, di favola in favola, al formarsi della società (possiamo ricordare “La fattoria degli animali” di Orwell?).

Per comprendere l’iter dei racconti di Esopo, possiamo rifarci a quanto è esposto nel “Protagora” di Platone (“Il mito e il progresso” ovvero “La storia della creazione”) là dove si narra come all’inizio il mondo fosse composto solo dagli Dei, i quali, in un secondo momento, mescolando terra e fuoco, crearono gli uomini, affidando a Prométeo e a suo fratello Epiméteo il compito di fornire agli uomini  la dùnamis, la “potenzialità”. Ora, Prométeo assegna a ciascun uomo una qualità positiva ed una negativa, per “par condicio” diremmo oggi; se sei forte, sarai lento e viceversa, tanto per capirsi. Il fratello Epiméteo, nel cui nome la particella “epì” indica una caratteristica di intensività estetica ed infantile, è portato a pensare solo al presente e per di più “consuma” tutta la sua scorta di “qualità” nella attribuzione delle stesse agli animali, nulla avanzandone per gli uomini. Caratteristica della sua distribuzione è la “disuguaglianza”, la “assoluta diversità” come caratteristica naturale (ancora oggi è così, se le banche impostano il riconoscimento esclusivo del titolare di una tessera bancomat attraverso la lettura delle impronte digitali di ognuno. L’uguaglianza sarà un valore successivo, “politico”, non naturale).

Al che il fratello Prométeo cerca di rimediare: si reca in casa di Atena che gli dà una scorta di sapere tecnico e fuoco che Prométeo utilizza per dare agli uomini la capacità di vivere insieme, cioè di acquisire l’arte politica. Infatti, prima di quel momento, gli uomini vivevano “sparpagliati” cioè non “vincoli” (come direbbe Pappagone!): ognuno pensava e si preoccupava di se stesso. Solo che spesso era preda degli animali feroci, per cui, grazie all’arte politica, l’uomo si associa, diventa più simile agli Dei e si colloca su un piano superiore rispetto a quello degli animali. Associandosi, si specializza. In tal modo si viene a creare un reciproco bisogno di ognuno rispetto ai propri simili: il guerriero ha bisogno del fabbro, il fabbro del panettiere, il panettiere del sarto, etc.. Nascono i “bisogni” e la “concorrenza” nel loro soddisfacimento.

Al che Zeus si preoccupa, chiama Ermes e lo manda presso gli uomini a distribuire loro il “rispetto reciproco” (aidòs) e la “giustizia” (dike, dikaiòs èinai tàuta pràtton, essere nel giusto nel fare ciò), cioè i vincoli che rendono possibile la convivenza civile. Ermes chiede istruzioni: devo distribuire queste qualità a caso? No, risponde Zeus, devi distribuirle a tutti, non come succede nelle altre arti, delle quali ognuno ne ha in dose diversa dall’altro. C’è una bella differenza, prosegue Zeus, se uno affermasse di essere un bravo suonatore di flauto e poi ciò risultasse non vero, viene deriso e preso per pazzo. Al contrario, nel caso di un politico, si è creduti pazzi quando, essendo politici, si dichiara di non possedere quell’arte!

Rispetto ad Omero si è compiuta una rivoluzione. In Omero l’essere (ad esempio di Achille) è uguale a ciò che (di Achille) appare. In Esopo l’essere (descritto) è diverso da ciò che appare (dalla descrizione).

Nel primo gruppo di favole ci troviamo ancora in un mondo che precede la distribuzione delle qualità. Ogni “personaggio” animale sta e vive per conto suo, le proprie caratteristiche non rispondono a bisogni, sono “estetiche”, non sono finalizzate a scopi precisi, e comunque sono un dono divino, immutabili ed incancellabili. Ne è testimonianza la favola della gatta che, innamorata di un giovanotto, riesce a farsi trasformare dagli dei in una splendida fanciulla e poi, mentre sta per godersi un momento di intimità con il giovanotto, vede passare un topo nella stanza e si lancia al suo inseguimento.

L’evoluzione seguente è il passaggio dalla diversità (positiva) alla disuguaglianza intesa come caratteristica negativa. Disuguaglianza che è generata dalla convivenza e che a sua volta genera la convivenza. Ora, alcune qualità prima molto valutate, vengono svalutare come le corna del cervo che prima erano osannate e poi rappresentano la causa della sua cattura da parte dei cacciatori e dei cani. Si passa dalla valutazione della funzione estetica alla valutazione della funzione funzionale (le gambe del cervo, sottili, poco belle ma molto funzionali nella fuga).

Si inizia a capire, da parte degli animali e degli uomini, che più di una sola qualità molto sviluppata, vale una somma di molte qualità anche meno sviluppate. Inoltre le qualità distribuite dagli Dei diventano virtù acquisibili dall’uomo, per volontà, intelligenza ed esperienza.

Passiamo a Fedro, molti anni dopo, a Roma. Schiavo liberato, alla ricerca di un mecenate che gli consentisse di vivere scrivendo e non lavorando. Con Fedro è la prima volta che la favola viene scritta. Egli aveva una altissima coscienza di sé, del proprio essere poeta (poiéo: creo, faccio), cioè creativo: consapevolmente continuatore di Esopo, consapevolmente vi aggiunge elementi nuovi, mosso da un forte spirito emulativo. Egli intende la letteratura come “universo letterario” e come “sistema di generi” (natura – e letteratura- non facit saltus, potremmo parafrasare oggi). Ridendo castigat mores, attraverso le favole è un rigoroso castigatore del costume politico romano. Sopravvive e scrive grazie alla distrazione della censura politica, peraltro molto severa verso tutti, censura che non si interessò di uno che considerava alla stregua di innocuo cantastorie.

Mentre il pensiero filosofico aristotelico si fondava sul principio della razionalità (“A” è uguale ad “A”) il pensiero e la letteratura simbolica nella quale anche le piante, gli animali e gli dei parlano, non si sviluppa sulla base della percezione del distacco del mondo reale ad quello immaginario. Vi è quindi uno “scivolamento” da un piano all’altro, che consente di dire e scrivere ciò che altrimenti sarebbe censurato dal potere.

Le conclusioni di Fedro sono pessimisticamente moraleggianti: spesso si giunge all’oppressione del debole, vittima di fictis causis, cioè di calunnie ad opera di falsi delatori. Ed ancora: impossibile è l’alleanza o il dialogo con il potente; la legge che vige è quella del più forte.

La sua morale ed il suo insegnamento vengono ripresi secoli dopo da molti, fra i quali tale Trilussa, con qualche arrangiamento: il lupo, superior, dice all’agnello che stava più in basso: “Non bere lì, non vedi che c’è un maiale che si fa il bidè? Vieni qui sopra da me, l’acqua è pulita!” E l’agnello risponde. “Grazie dell’invito. Verrò quando io avrò sete e tu non avrai fame”.

(Che altro dire se non riflettere sulle parti in neretto, rispetto alla situazione politica, antipolitica, civile, incivile e amorale di oggi?)

COMPLIMENTI, PROFESSORESSA GUARDINI … E … GRAZIE LIA, DA PARTE DI TUTTI NOI!

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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UN LIBRO DEL 1912 …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2013 @ 7:42 am

Detto altrimenti: … forse potrebbe risolvere il problema degli insulti fra i nostri politici durante l’attuale campagna elettorale …

Fa impressione … sono passati solo cent’anni, eppure quante cose sono cambiate! Cent’anni fa Sua Maestà Vittorio Emanuele III° per Grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia, trovava il tempo, prima di non firmare il decreto dello stato d’assedio ad impedire la “marcia su Roma” e prima di firmare le leggi raziali, trovava il tempo, dicevo, in data 4 ottobre 1908, di firmare il Regio Decreto “relativo alla costituzione del giurì d’onore per le vertenze cavalleresche fra militari del regio esercito dell’armata”, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del regno il 3 novembre 1908 n. 257.

Il decreto è pubblicato come premessa al manuale “Codice Cavalleresco” del Comm. J. Gelli (nonno di Licio) Undicesima Edizione Riveduta, Ulrico Hoepli Editore – Libraio della Real Casa, Milano 1912, prezzo non indicato, manuale consultabile presso di me, previa richiesta.

Ma veniamo …”a noi”! Fra le tante regole, la più significativa ed attuale rispetto alla campagna elettorale in corso si trova al’art. 11 (pagg. 9 e 10), relativamente ai gradi dell’offesa.

 1) Offesa semplice o di primo grado, quando è diretta contro il prestigio della persona ingiuriata. L’offensore, avendo ferito con l’offesa il valentuomo, deve rispondere di “affronto”. Ad esempio, sono affronti espressioni contro la cultura del valentuomo del tipo “sei un professorino, non conosci l’economia”. L’offeso ha diritto alla scelta dell’arma, ad esempio un dibattito televisivo a tre.

2) Offesa grave o di secondo grado, quando intacca l’onorabilità del gentiluomo. Chi se ne rende colpevole deve rispondere di ”insulto”. Costituisce insulto dire al valentuomo “Sei un bugiardo”. L’offeso ha diritto alla scelta dell’arma e delle condizioni dello scontro. Ad esempio, un dibattito televisivo a due.

Amici amici non andate via …. ‘sta sera parlo io, ‘sta sera parlo io …

3) Offesa gravissima o di terzo grado, se diretta contro l’onore del galantuomo o se accompagnata da vie di fatto (ad esempio, dal lancio sul viso di una riproduzione del duomo di Milano, con ferita lacero contusa). Altro esempio non cruento: “Non hai mantenuto le promesse fatte”. L’offensore risponde di “oltraggio”. L’oltraggiato ha diritto alla scelta dell’arma, a stabilire le condizioni dello scontro, a imporre la natura del combattimento, a determinare le distanza nei duelli alla pistola. Ad esempio, un dibattito televisivo sulle proprie reti nel quale parla solo lui.

4) Offesa di sommo o di quarto grado, atroce, quando si tocca la famiglia. Chi offende il padre di famiglia risponde di un’ “onta”. Ad esempio: “Sei un cornuto”. (A questo punto, stranamente, il Codice Cavalleresco non aggiunge come ci si deve comportare … forse – suggerisco io – abolendo il finanziamento pubblico ai partiti così a fare politica saranno solo i ricchi? N.d.r.).

Insomma, ve lo siete perso questo manuale! Si tratta di ben 307 pagine, per 518 articoli, su sei libri (Dall’offesa alla sfida; Dalla sfida alla trattazione; Dalla trattazione della vertenza a verbale di scontro; Dalla trattazione alla soluzione della vertenza; Duello alla pistola; Verbali). Il tutto corredato da una prefazione dell’Autore; da un ampio “Repertorio ragionato per facilmente rintracciare le disposizioni ecc. di questo Codice cavalleresco”; e corredato dall’elencazione delle altre opere “dello stesso autore” fra le quali, per la profondità dell’indagine introspettiva, filosofica e morale , spiccano:
• Manuale del bigliardo
• Come devo scrivere le mie lettere
• Come posso divertirmi
• Come devo parlare in pubblico
• Il raccoglitore di oggetti minuti e curiosi

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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E DOPO DUE POST DI FINANZA, UNO DI “MORALE POLITICA”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Febbraio, 2013 @ 12:57 pm

Detto altrimenti; gutta cavat lapidem …. forse, almeno me lo auguro

Scrive Ronald Dworkin (filosofo del diritto) nel suo libro “Giustizia per ricci” (ricci”, sic, non “ricchi”), Feltrinelli Ed.:

• Il neoliberismo del mercato (presunto) efficiente che ha preteso di autoregolarsi ha generato enormi disuguaglianze. Da cui a cascata sono derivate
• predominanza del capitalismo finanziario su quello industriale
• proliferazione dei centri di potere (partiti politici)
• deficit di democrazia
• ingovernabilità
• declino morale
• società punitiva delle classi più deboli
• trascuratezza dei diritti umani

Conclude: nello scegliere per chi votare, preferire chi pone al primo, posto la difesa dei diritti fondamentali della Costituzione.

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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PAGARE LE TASSE DOVE VANNO PAGATE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Febbraio, 2013 @ 12:33 pm

Detto altrimenti: non dove ti fanno sconti …

Ero Direttore Finanziario, Amministrativo e Controller di una SpA italiana il cui capitale azionario era posseduto al 51% da una multinazionale estera ed il 49% dal maggiore cliente italiano della stessa. Entra un mio dirigente “estero” e  dice a me, suo Direttore “italiano”: “Dottore, disastro!”. “Perché, dico io?” E lui: “Abbiamo due miliardi (di lire, n.d.r.) di utile”. Io replico: “Ma se a budget avevamo il pareggio, abbiamo molto migliorato”. “Eh, no dice lui, l’azionista estero non sarà d’accordo …”

Perché? Ve lo spiego. Se noi avessimo dato quella previsione di utile (e non di pareggio) all’azionista estero, probabilmente ci avrebbero maggiorato i prezzi di trasferimento dei semilavorati che ci vendeva o altre condizioni contrattali, in modo da mantenere l’utile in capo alla casa madre estera, la quale, giostrando sulla diversità del fisco nei vari paesi, avrebbe risparmiato il 25% di quei due miliardi, nel senso che 500 milioni di lire sarebbero stati sottratti al fisco italiano e accreditati sul conto economico della casa madre estera. Il fenomeno nel suo complesso è valutato in 15 miliardi di euro in meno ogni anno per il nostro fisco.

Infatti, mediamente, la differenza fra l’incidenza fiscale italiana e quella di più favorevoli sistemi fiscali esteri è dell’ordine del 25% (“vantaggio” di cui non “godono” le PMI, Piccole Medie Imprese, a meno che non abbiano una “filiale” a S. Marino).

Quanto sopra è un esempio di vita vissuta. Dal sole 24 ore di ieri si apprende che il G20 e l’OCSE stanno avviando una serie di accordi per fare in modo che le imprese multinazionali paghino le imposte nello stato in cui operano.

Quando si parla di cedere una azienda pubblica (Ansaldo Energia) ad un’azionista multinazionale estero, occorre tenere presente anche questo aspetto.

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FINANZA D’ITALIA, L’ITALIA S’E’ DESTA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Febbraio, 2013 @ 12:17 pm

Detto altrimenti: (alcune) cifre ( e priorità) alla mano

Problema

Premesso che:

A) Il Sole XXIV Ore odierno valuta a 140 miliardi di euro il debito delle Pubbliche Amministrazioni verso il sistema delle imprese, le quali, a causa di questi (enormemente) ritardati pagamenti, sono costrette a ricorrere al fido bancario (sempre che lo trovino!) o a chiudere i battenti.
B) Lo Stato sarebbe “creditore” di oltre 140 miliardi di euro l’anno nei confronti dei corrotti e degli evasori fiscali.
C) Debito pubblico rappresentato da titoli di stato = 2.000 miliardi di euro
D) Debito pubblico di cui alla lettera A) = 140 miliardi di euro
E) Debito delle Spa di Regioni, Province, Comuni =……….. miliardi di euro

Totale (C+D+E) = ……….. miliardi di euro

(Al momento di andare in stampa non ci è pervenuto il totale di cui alla lettera E). Ce ne scusiamo con i lettori)

Tutto quanto sopra premesso ,  alla luce dei dati sopra esposti dica l’alunno

1) considerando il “giro” dei 140 miliardi di cui alle lettere A) e B), “chi” finanzia “chi”;
2) se non sarebbe preferibile modificare l’ordine delle priorità di spesa del prossimo governo, ad esempio trasferendo le risorse destinate all’acquisto dei cacciabombardieri F35 ed alla realizzazione del TAV, al pagamento di quanto dovuto dalle Pubbliche Amministrazioni al sistema delle imprese. Nel formulare la risposta, l’alunno non tenga conto dell’incidenza del debito di cui alla lettera E).

Tempo a disposizione per rispondere alle due domande: due minuti.

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DALL’UNIVERSITA’ DI GENOVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2013 @ 7:33 am

Detto altrimenti: …. che dire? Che ricevere questa attestazione dalla mia città di origine e dalla “mia” Università non mi fa piacere? Sarebbe una bugia!

Il Dr. Fausto Lammoglia, iscritto a Filosofia a Genova dell’Anno Accademico 2007/2008, già laureato triennale, tra poco laureato magistrale specialistico scrive:

 “Riccardo Lucatti propone alcune riflessioni interessanti e stimolanti riguardanti la politica e la cultura italiana. Pungente e provocante al punto giusto, Lucatti si dedica ad argomenti di rilievo dello scenario italiano da un punto di vista alternativo: argomenti di cronaca, figure politiche e situazioni sociali, vengono riproposte in ottiche nuove, interessanti e mai banali. Si citino ad esempio la rilettura di uno scritto di Elsa Morante del 1945, che propone una riattualizzazione di problemi che ritornano ciclicamente nella nostra penisola, piuttosto che il post riguardante la famiglia. In quest’ultimo, Lucatti confronta le parole con i fatti di uno Stato che si proclama garante del nucleo base della nostra società, ma non si preoccupa di separarlo per scopi lavorativi. Il Blog è un pungolo che sprona il lettore ad approfondire, ad interessarsi, finanche ad agire in relazione a argomenti che lo riguardano molto da vicino”.

Grazie, Fausto! Ti aspetto volentoero con altri commenti e soprattutto con post tutti tuoi! Mandameli che te li pubblico volentieri …

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LA QUESTIONE MORALE E VARIE ED EVENTUALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2013 @ 7:18 am

Detto altrimenti: varietas delectat … (si fa per dire!)

 

Tesorieri dei partiti, Rizzoli, MPS, ENI, Saipem, Finmeccanica, Cellino, Rizzoli, Proto, Formigoni, etc. etc.. Ma che sia un sistema? Noooo, non ci posso credere …

Meno credibilità, meno equilibrio finanziario ed economico, più tasse a mio carico. Voglio promuovere una class action. Contro chi? Vedete un po’ voi …

Il Presidente Obama, il Ministro delle Finanze Tedesco, l’Economist, etc., dubitano della capacità di un nostro politico a governare il Paese e ne esaltano altri.

Il Papa rassegna le dimissioni, ma prima pone a capo dello IOR un banchiere tedesco, Ernst von Freyberg. Potremmo “copiarlo” e ricercare anche per posizioni “laiche” il tedesco di turno.

Putin vieta ai Russi di intrattenere conti all’estero. Contro la corruzione, dice. Da credersi? Timeo Danaos et dona ferentes …

La Corte dei Conti indaga il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano Luis Durnwalder per presunte spese private effettuate a valere sul fondo “spese riservate” (riservate si, ma per motivi istituzionali), effettuate negli ultimi 17 anni. Lo si apprende dal Corsera del 15 febbraio 2013.  Mi chiedo: come e perchè la notizia va sulla stampa senza la controdeduzione dell’nteressato? Si è atteso 17 anni per fare una verifica? Che sia come all’ILVA, un ravvedimento operoso?  Ma … quis custodiet custodes ipsos?

Distribuzione della ricchezza. Ovvero, non quadrano i conti: 8.000 miliardi di ricchezza privata e 2.000 miliardi di debito pubblico. Immaginate una famiglia di 10 persone nella quale tutti i componenti lavorino e contribuiscano con parte del loro guadagno al “fondo comune familiare”, oltre che a fornirsi reciprocamente servizi: chi cucina per tutti viene retribuito da fondo comune, idem chi pulisce la casa, chi si occupa della manutenzione dell’immobile, chi delle pratiche amministrative e della gestione delle utenze. Tutti secondo tariffe interne predeterminate. Ora immaginate che dopo alcuni anni di “governo familiare” la somma dei conti bancari di tutti i componenti sia di 8.000 euro e il fondo comune sia in rosso di 2.000 euro. Immaginiamo poi che da un esame più approfondito risulti che la metà dei depositi bancari dei familiari, cioè 4.000 euro, sono tutti sul conto del 10% dei familiari, cioè sul conto di uno solo di essi. Che fare se non rivedere le regole della distribuzione della ricchezza?

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UNO SCRITTO DI ELSA MORANTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Febbraio, 2013 @ 7:41 am

Open blog? Ecco un altro contributo esterno … uno scritto di Elsa Morante

Inizia

Elsa Morante

“Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuol rappresentare.

Elsa Morante”

Finisce

Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a Mussolini, anche se … non so per quale recondito motivo, mi sembra richiamare alla mente anche un’altra persona … appena mi sarò chiarito le idee ve lo dirò …

Certo che gli uomini sono molto diversi fra di loro: leggete il post precedente!

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E’ MORTO DON DANTE CLAUSER

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Febbraio, 2013 @ 7:35 am

Detto altrimenti:  “Open blog”? Ed ecco allora il graditissimo post di Luigi Oss Papot, che ringrazio vivamente anche a nome di tutte le lettrici e di tutti i lettori

Inizia

È un onore per me (ma dai Luigi … semmai lo è per me ospitarti! Ma gli onori riserviamoli a Don Dante …N.d.r.) avere la possibilità di ricordare Don Dante Clauser con un post in questo blog. Non mi sembra il caso tuttavia di redigere una semplice biografia (sarebbe sminuente), che tra l’altro vi consiglio di leggere nel suo libro “La mia strada”, edizioni Il Margine, né mi pare opportuno crearne un quadretto, cosa che lui non avrebbe gradito (come ha spiegato nell’omelia del suo funerale don Cristelli).
Di cose buone ne ha fatte tante don Dante, e di tutte queste può andare fiero (senza bisogno di condoni, come è stato detto, ed ogni riferimento a persone è puramente casuale).
Io credo che il modo migliore per ricordarlo sia raccontare i “piccoli miracoli” che è riuscito a far compiere anche ieri, il giorno del suo commiato: per prima cosa ha messo, ancora una volta, gli ultimi in primo piano, seguendo il passo del Vangelo letto ed anche del passo “gli ultimi saranno i primi”. C’erano tante persone, magari anche non credenti, ma che Don Dante è riuscito a far riunire.
Ha “messo in fila” tutti, anche i politici più importanti, che appunto si sono messi in coda silenziosamente per benedire la bara. Una teoria lunghissima di persone che per l’ultima volta hanno sostato davanti a lui.
Un altro “miracolo”, che forse per la prima volta è avvenuto in una chiesa, è stato sentire risuonare parole arabe nel duomo trentino: parole per la maggior parte dei presenti incomprensibili, ma dal grande significato per quanti, musulmani, sono stati comunque accolti e aiutati da don Dante. Come è stato detto, oltre ad un pasto caldo, una doccia ed un luogo in cui rifugiarsi, agli “ultimi” veniva offerto di recuperare la propria dignità, di far tornare persone le persone (si veda per questo i commenti al post sulle dimissioni del Papa), e non solo un rifiuto della società.
Fra quelle parole arabe si è riconosciuto solo un “Dante”, “Punto d’incontro” e il finale “grazie”.
Strideva un po’ la magnificenza della cattedrale, gli onori che gli sono stati attribuiti anche nel suo ultimo viaggio, con la filosofia “semplice” di Don Dante. Come semplice è dirgli grazie per quello che ci ha lasciato.

Finisce

Grazie, Luigi.  Io non ho avuto modo di conoscere Don Dante. Tuttavia ho appena finito di leggere il bellissimo libro di Neera Fallaci “Dalla parte dell’ultimo – Vita del prete Lorenzo Milani” Ed. BUR. , che mi permetto di consigliare a tutte le lettrici ed i lettori del blog. Da parte mia, cercherò di leggere “La mia strada”. Certo che gli uomini sono molto diversi fra di loro: leggete il post successivo!

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

 

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LA FAMIGLIA: “ENTITA’ ” O “IMPEGNO” ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Febbraio, 2013 @ 5:27 pm

Detto altrimenti: Open Blog, si diceva … ed ecco vi segnalo l’articolo apparso su http://narcolessico.wordpress.com

Si parla “dello modo  dello tempo per lo quale” (per dirla con il Boccaccio) sono agevolate finanziariamente le famiglie sposate o quelle che anche non sposate ma con figli. Non le altre. Secondo l’autore, l’elemento costuìitutivo della famiglia è l’impegno, prima reciproco fra i due componenti originari e, dopo, anche verso i figli. Non un “certificato di matrimonio”, quasi una “certificazione di qualità“. Il senso dell’articolo può riassumersi estraendone un brano: 

“Sono figlio di mio padre e di mia madre, insomma, non perché l’uno abbia fecondato l’altra bensì perché entrambi si sono sempre presi cura di me, e continuano a farlo anche adesso, quando non sarebbe nemmeno più loro richiesto. Nei confronti di questo impegno, e non di un’entità definita ad arbitrio di qualche teologia, dovrebbero allora orientarsi in uno Stato laico le politiche sociali di sostegno alla famiglia”.

Finisce

Mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una sola, diversa, sottolineatura: lo Stato, di fronte ad una famiglia di coniugi suoi dipendenti (sposati in Chiesa!), talvolta divide la moglie e il marito in due città diverse e lontane fra di loro. Esperienza vissuta dai miei genitori: mamma (insegnante di Scuola Media) a Genova; babbo (Maresciallo Maggiore CC) traferito dal Generale De Lorenzo (chissà perchè, poi …?) da Genova  a Cles (TN). Tre figli, di cui due all’università, a Genova.

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

 

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