RESTITUIRE L’IMU: ECCO LA NUOVA “REVOLVING CARD”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Febbraio, 2013 @ 5:02 pm

Detto altrimenti: Open blog, s’era detto, ed ecco che da http://narcolessico.wordpress.com mi arriva questo pezzo

Inizia

Do you want back your IMU? Joint me!

Le manciate di banconote che Silvio promette di gettare a piene mani dalle finestre di Palazzo Chigi prefigurano qualcosa di simile a quello che pochi anni fa avveniva diffusamente attraverso il meccanismo delle revolving credit cards. La revolving card era una particolare carta di credito di cui potevi fare richiesta alla tua banca e che ti permetteva di spendere – immediatamente – sino ad una certa somma di denaro, anche se il tuo coto era a zero. Con la revolving card, in pratica, ti dotavi – da un momento all’altro – di un portafoglio di alcune migliaia di euro, di cui poter disporre a tuo piacimento. Ogni mese avresti poi dovuto corrispondere a quella stessa banca una somma – maggiorata degli interessi – per rientrare gradualmente del debito contratto.

 

 

Immagino che strumenti bancari di questo tipo siano ancora disponibili, ma gli anni in cui hanno registrato la maggior fioritura sono senza dubbio quelli che precedono la grande crisi mondiale del 2008, una congiuntura nei confronti della quale le banche, anche attraverso la messa a punto di interventi del genere, sembrano poter avere una qualche responsabilità, sociale prima ancora che economica. La revolving card, infatti, ha consentito a chiunque di immettere nel circuito dell’economia una quantità di denaro che – di fatto – non era nelle sue effettive disponibilità, drogando – nel breve periodo – la bilancia dei consumi. Nel medio e lungo periodo, invece, i possessori di revolving card finivano per trovarsi a dover restituire la somma a tassi di interesse tendenzialmente iniqui e spesso non sostenibili. Queste persone, del resto, avevano contratto il debito.per far fronte a un’indigenza cogente o, in altri casi, a capricci di spesa del tutto incongrui rispetto alla loro difficile situazione finanziaria.

Pare, oggi, che la restituzione dell’IMU sulla prima casa comporterebbe, per il solo Comune di Bologna, un costo di 90 milioni di euro (45 sul 2012 e 45 derivanti dal mancato gettito dell’IMU 2013), per fare fronte al quale l’amministrazione cittadina si troverebbe ovviamente costretta ad aumentare una serie di tasse. Di fatto, quindi, votare per Berlusconi è come decidere di acquistare una revolving card che ci consenta di spendere subito (la promessa fa riferimento al primo consiglio dei ministri) una cifra pari a quella versata nel 2012 per pagare l’IMU. Vantaggi? Bè, potremmo fare qualche regalo, oppure cambiare la televisione, o ancora fare una settimana al mare o un weekend a sciare. Bello, no?

Spesa la somma, infine, ci troveremmo a restituirla – mese dopo mese – attraverso l’aggravio delle imposizioni fiscali. Ammesso e non concesso, infatti, che un eventuale governo Berlusconi – come assicurato dal Cavaliere – non aumenti le tasse, i Comuni non potrebbero fare altrettanto e, per mantenere i servizi in un quadro di finanze pubbliche generalmente già dissestate, dovrebbero ritoccare al rialzo le imposte di loro spettanza.

Votando per Berlusconi, dunque, non rischiamo – tecnicamente parlando – di farci prendere in giro: è probabile che Berlusconi sia sincero e che, una volta al governo, faccia davvero carte false per restituire l’IMU agli Italiani. Il punto è un altro. Votando per Berlusconi, scegliamo di trasformare lo Stato nello strozzino di provincia che ci allunga la banconota per comprarci il vestito buono da indossare al matrimonio di nostra figlia, salvo poi aspettarci sul sagrato della Chiesa, nascosto fra gli ospiti, per chiedere tutto indietro, con interessi che – sostanzialmente – sarebbero da usura. A differenza, infatti, di quanto avveniva con le revolving card (il cui debito presto o tardi poteva essere estinto), in caso di restituzione dell’IMU, il susseguente incremento della pressione fiscale non sarebbe affatto a termine e graverebbe indefinitamente sui bilanci di tutti.

Ma la vera domanda è un’altra: che peso possono avere queste considerazioni nella testa di coloro che non hanno più liquidi in tasca e ai quali si sventolano in faccia alcune banconote da 100 euro?

Finisce

Da parte mia, concordo, anche perché dalla Svizzera non si recupererà nulla (cfr. miei post precedenti)

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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RICORDO DI UN MIO PROFESSORE: VICTOR UCKMAR

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Febbraio, 2013 @ 2:00 pm

Detto altrimenti: è ancora vivo e vegeto, ma posso ricordarlo lo stesso, vero?

Victor Uckmar

Anni ’60. Università degli Studi di Genova, Facoltà di Giurisprudenza, Corso di Scienza delle Finanze e Diritto Tributario. Uckmar era severo, ma lineare. Stabiliva le regole. Se le seguivi, eri promosso. A differenza di altri professori, ed in particolare di una professoressa che non nomino per via della privacy, la quale era molto umorale nel suo esame di Istituzioni di Diritto Romano (chi sarà stata mai? Non ve lo dico!).

Con Uckmar funzionava così: dovevi seguire le sue lezioni e raccogliere almeno due firme di presenza. Indi nel corso dell’anno dovevi presentare una tesina scritta. Quindi, all’esame ti esaminavano preliminarmente i suoi assistenti. Se ti valutavano “idoneo”, venivi interrogato da lui. Se tutto andava bene, alla fine ti faceva una domanda sul contenzioso tributario. Se la sbagliavi eri bocciato. Io ricordo quella che fece a me: “I.G.E”. (Imposta Generale sull’Entrata, oggi abolita). Io risposi: “Sindaco, Prefetto, Ministro”. Va bene, 27. Non per il voto (peraltro ottimo!) … io ho un ottimo ricordo della Persona e del Professore.

Qualche anno dopo la laurea, ancora residente a Genova, lavoravo a Milano, all’UCP-Comit (Ufficio Centrale del Personale della Banca Commerciale Italiana, Piazza della Scala). Incontrai Uckmar sul treno. Mi presentai. Lo salutai. Lui ovviamente non poteva ricordarsi di me, ma fu contento del mio ricordo e del mio saluto. Lasciandoci, mi disse: “Mi saluti il Presidente Stammati”. Il Presidente della banca. E chi lo vedeva mai …

Recentemente ho letto una sua dichiarazione: “Sarebbe ora di smetterla con tutte queste srl che in realtà sono solo paraventi di proprietari privati … quel reddito andrebbe portato nella dichiarazione ..”. Spieghiamo. Se io possiedo 5 appartamenti, mi conviene costituire una Srl, società di capitali, che è tassata in base all’utile, e cioè su quello che resta dedotte tutte le spese (costi). Se invece mantengo direttamente in capo a me la proprietà degli appartamenti, io, come persona fisica, sono tassato in base al reddito, il che vuol dire che tante spese non me le posso scaricare come costi fiscalmente deducibili.

Aggiungo. Già una volta ebbi a scrivere che quanto meno occorrerebbe cambiare nome all’IRPEG che non è una imposta sul reddito delle persone giuridiche, bensì sul loro utile, e che pertanto dovrebbe chiamarsi IUPEG. Tuttavia meglio sarebbe considerare la famiglia come una piccola impresa e consentile di scaricarsi i costi”ammessi”, riservandosi di tassare l’utile. La relativa imposta si dovrebbe chiamare IUPEF.

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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ROYALTIES, TANGENTI, MAZZETTE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Febbraio, 2013 @ 6:28 am

Detto altrimenti: così fan tutte, direbbe Mozart …

Così fan tutte le grandi società internazionali che vogliono esportare i loro prodotti all’estero, verso Paesi in via di sviluppo … Si dice: se anche le nostre società non facessero così, non riuscirebbero ad esportare, a vincere gare, ad ottenete appalti …

Solo che la legge civile, fiscale e penale non prevedono forme di accumulo di somme “in nero” né successivi pagamenti delle stesse “in nero”, mentre chi riceve questi “incentivi” li esige “in nero”. Inoltre sorge il sospetto che parte del denaro che viene pagato in nero, rientri in nero a favore di qualcuno “nostrano” magari su suoi conti esteri.

E mò?

Ormai quasi ogni giorno leggiamo di arresti e indagati eccellenti: gli ultimi, l’ex Presidente della Regione Lombardia Formigoni indagato per Associazione a delinquere (denari pubblici “regalati” alla Fondazione Mauceri, Pavia); per vendita “agevolata” di elicotteri all’India, il Presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi, arrestato (anche perchèp stava premendo a che “gli cambiassero il PM”!) , e l’Amministratore di August Westland Bruno Spagnolini ai domiciliari; l’ex Ministro PDL Raffaele Fitto condannato a quattro anni per corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso d’ufficio.

Al di là di considerazioni d’ordine morale e legale, questo sistema impoverisce il Sistema dei venditori/fornitori, cioè l’Italia, cioè tutti noi, caricandolo di sovrapprezzi ed arricchisce alcune singole persone dalla parte dei compratori, oltre che, di riflesso, arricchire intermediari (spesso svizzeri) e anche chi, in Italia, spesso “beneficia” di eventuali ristorni di parte di quanto corrisposto.

Come se ne esce? Il Presidente del Consiglio uscente Monti afferma: “E’ un problema di governante, provvederemo”. Io affermo che si deve arrivare agli Stati Uniti d’Europa, stipulare un accordo globale con gli Stati Uniti d’America e imporre al Sistema Mondo il modo corretto di operare. Utopia? Sicuramente. Ma la bacchetta magica non ce l’ha nessuno. Più realisticamente, nel frattempo, quanto meno occorrerebbe intervenire sugli “intermediari svizzeri” e comunque iniziare a colpire i ristorni di parte di quanto illecitamente corrisposto all’estero. Oppure? Oppure verifichiamo se l’attuale nostro modello di crescita e di sviluppo sia quello giusto … o non ne esistano altri, migliori, che non comportino l’assoggettamento alla schiavità dell’amoralità.

Altro che “dare più potere ad una sola funzione” (l’esecutivo), altro che esautorare la magistratura, altro che subordinare l’azione dei PM all’esecutivo!

 Qui occorre creare un sistema di controlli preventivi e incrociati da parte di soggetti diversi tal che ognuno sia comunque soggetto al contributo ed alla verifica di un altro e così via. Come nel gioco del poker: la scala massima vince la media che vince la minima che vince la massima e così via:  nessuno deve più poter essere sicuro di “farla franca”.

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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QUESTA MATTINA PRESTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Febbraio, 2013 @ 8:04 pm

Detto altrimenti: nevicava …

Nevicava, dovevamo andare a prendere la nostra Sara per portarla al nido, dovevamo verificare se i pneumatici da neve sarebbero stati sufficienti a superare la rampa del garage …
Prima di uscire di casa, una foto dalla finestra del mio studiolo, da quella sorta di officina che produce post, più o meno lavorati, anzi alcuni semilavorati … in attesa paziente di essere rifiniti dai commenti dei lettori.
Pensieri che volano attraverso la rete come i fiocchi di neve nell’aria, pensieri scritti come la neve scrive, anzi, come la neve si distribuisce sulle cose, sulla terra, sulla nostra mente …. Pensieri che desiderano solo confrontarsi con loro simili, anche di “pelle” diversa: infatti i Pensieri appartengono tutti alla stessa, unica razza: la comunicazione umana.

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per vitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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IL PAPA SI E’ DIMESSO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Febbraio, 2013 @ 8:22 am

Detto altrimenti: ieri, 11 febbraio 2013, ricorrenza dei Patti Lateranensi, con decorrenza alle ore 20,00 del 28 febbraio 2013. Erano otto secoli che non accadeva.

Auf Wiedersehen!

Motivi di salute, forse. Sicuramente possono avere inciso. Cioè, impossibilità, per mancanza di salute e di forze, di affrontare i molti nuovi problemi che coinvolgono la Chiesa. Questa motivazione si può essersi sommata o può essere stata sostituita da un’altra: coerenza con i propri principi, e cioè la presa di coscienza della inconciliabilità del proprio conservatorismo rispetto alla necessità di confrontarsi con il richiesto adeguamento della Chiesa all’evolversi dei tempi: crisi delle vocazioni, matrimonio dei sacerdoti, sacerdoti donne, sacramenti ai divorziati, inizio e fine vita, contraccezione, etc..

In ogni caso il Papa si è reputato non più idoneo rispetto a quanto avrebbero richiesto i tempi. Prendiamone esempio: panta rei, tutto scorre. Noi invecchiamo, i tempi cambiano. Fino ad un certo momento è necessaria ed utile la nostra esperienza. Oltre quel momento però noi stessi siamo inadeguati – per ragioni interne e/o esterne a noi stessi – a rapportarci con i tempi. Ed allora dobbiamo farci da parte. L’eterna giovinezza, del corpo, della mente, della fantasia, della creatività, non esiste. Nemmeno per i politici. Nemmeno per un politico in particolare. Per carità … lungi da me paragonare il Papa ai politici al papa, tanto meno a un politico particolare. Dico solo che anche se io non mi sognerei mai di paragonarmi al Papa, tuttavia posso ben aspirare di imparare qualcosa dal Papa. Devo tradurre o si è capito il riferimento a “quel” politico?

Io sono un “credente laico”, cioè mi rifaccio innanzi tutto alla Morale del “non fare agli altri …” così come espressa per la prima volta nel codice di Hammurabi nel 1850 a- C. e come ripresa e fortemente testimoniata da Gesù Cristo. Indi mi rifaccio al Vangelo e da ultimo alla Religione (che “ha” una morale, non “è” una morale), Religione la quale è Creazione e Resurrezione. Orbene, se si esamina la questione sotto quest’angolo visuale, poiché la Morale della nostra Religione coincide con la Morale laica di Hammurabi, se ne deve dedurre che possono esservi persone “morali” anche se non credenti, e cioè che gli “sponsor” della Morale sono assai più numerosi dei credenti nella nostra Religione.

A mio avviso la “crisi della Religione” è duplice. Innanzi tutto e soprattutto “crisi delle religioni” intesa come crisi della convivenza pacifica e reciprocamente rispettosa di religioni diverse. Quindi, la crisi della Religione è dovuta, in buona parte, alla crisi della “componente morale” della Religione, nel senso che io posso ben dichiararmi credente quanto alla Creazione ed alla Resurrezione, ma poi tradire la Morale per l’immoralità e, quel che è peggio, tradire anche l’immoralità per una ulteriore passione: l’amoralità.

Ecco, sono arrivato al dunque. A mio sommesso avviso il primo problema dei nostri tempi, non è il lavoro, l’ecologia, le risorse energetiche etc. bensì è la Questione Morale, risolta la quale tutto il resto si risolve. Sono utopistico? Ok, lo ammetto anche, ma nella vita occorre avere un’utopia, un credo, un obiettivo cui tendere … da dove cominciare? Da “credente laico” mi permetto di affermare: da due documenti, il Vangelo e la nostra Carta Costituzionale.

A proposito di Morale e di Roma … nel frattempo a Roma, Roberto Ceraudo, ex amministratore delegato di Breda Menarinibus – azienda del gruppo Finmeccanica – arrestato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta su una presunta tangente da 800.000 euro per la vendita di autobus all’azienda di trasporti del Comune di Roma (Atac) resta in carcere.

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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IERI, OGGI, DOMANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Febbraio, 2013 @ 8:15 am

Detto altrimenti: tutto è cambiato affinchè nulla sia cambiato …

 Anteprima

(Ieri era domenica. Oggi, lunedì, volevo fare come i parrucchieri: prendermelo di vacanza. Ma ieri sera ho appreso che la Corte dei Conti ha redatto un dossier su centinaia di milioni di euro si sprechi del denaro pubblico, e allora rieccomi a voi, amici lettori.  Domani sarà … cosa sarà il nostro domani?)

Ora possiamo iniziare

500 posti di lavoro in meno. Al giorno. Da cinque anni. Giovani che non possono completare gli studi. Giovani che non vogliono completarli perché tanto la laurea non ti offre opportunità di lavoro. Giovani che non si possono sposare, non possono mettere su casa né fare figli. Famiglie sfrattate per non aver potuto pagare la rata del mutuo. Anziani che non hanno i soldi per riunificare le loro diverse contribuzioni e che quindi perdono parte dei contributi versati. Pensioni da fame per molti. Pensioni da milionari, cumuli milionari di pensioni, stipendi etc.. per troppi Un Presidente INPS da 1.200.000 euro all’anno. Il capo della polizia italiana pagato tre volte rispetto al collega USA. Ben 4.500 funzionari UE pagati più della Merkel. Un nostro AD di banca “licenziato” con 40 milioni di euro di buonuscita. La media dei polli di Trilussa. All’anno? Io ne mangio due, tu nessuno. Media: uno a testa.

E noi comperiamo gli F35, realizziamo il TAV, strapaghiamo i manager bancari, assicurativi, industriali, politici (politici nostrani: strapagati, strapensionati, strabenefit –ciati, straspenditori di tutto e di più, senza obbligo di rendiconto! Alcuni anche straladri) Già, il mestiere delle armi è stato sostituito dal mestiere della politica.

La nave Italia affonda. I passeggeri di prima classe vengono fatti salire su ampie lance di salvataggio, cabinate, riscaldate, dotate di potenti motori. Gli altri si accalcano per riuscire a stiparsi su piccole lance a remi, stracariche. Alcuni ce la faranno (a sopravvivere). Molti altri no.

Se questo è un uomo, se questa è una donna … giovane o vecchio/a che sia. Quo usque tandem, fino a quando … Pessimismo, il mio? Non credo. Direi piuttosto realismo.

1929 -1932. Gli USA entrarono ed uscirono dalla Grande Depressione con il new deal di Roosevelt, ma soprattutto con la corsa al riarmo. Ora, nel caso nostro, volendo escludere il riarmo, non resta che l’intervento dello Stato. Ma lo Stato siamo noi, le risorse dello Stato sono le nostre. Ma quali risorse … che lo Stato ha 2.000 miliardi di debiti!? Quali risorse? Quelle nostre, ne abbiamo 8.000 miliardi di ricchezza, così continua a ripetere Berlusconi. Ecco, poiché nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto “si redistribuisce”, questi 8.000 da qualche parte saranno ben saltati fuori. Ed allora usiamoli, prendiamole là dove ci sono le risorse, non là dove non ci sono. Altri che blocco delle pensioni, altro che “Italiani, arrangiatevi!” dal film “Totò cerca casa” che poi a forza di cercare finì poi in una ex casa chiusa … e che noi in un bel casino ci siamo già finiti da un pezzo …

Nel primo ventennio (1922-1943) si toglievano diritti civili ai cittadini e si votava per la lista unica del PNF. Nel secondo ventennio (1994 ad oggi) si tolgono diritti civili ai cittadini: il diritto al lavoro, a crearsi una famiglia, una pensione, ad immaginarsi un futuro. E si vota per candidati scelti dai capi-bastone … di ogni partito! Vergogna!

Sveglia, politica, sveglia! Torna ad occuparti del bene comune, del bene di tutti, non del bene dei molti iscritti alla varie caste, trascurando i moltissimi non iscritti!

Politica, domandati se non sia il caso di inserire nel codice penale un altro reato di omissione, a cominciare dalla omissione della attuazione dei principi fondamentali della nostra Costituzione.

Politica, domandati se l’attuale modello di sviluppo sia quello giusto o se non ne esistano altri.

Politica, riscrivi l’ordine delle priorità. Di tutte.

Politica, domandati fino a quando il Sistema Italia, in caso contrario, potrà reggere questa tensione.

Politica, sappi che il Sistema Italia dovrebbe produrre una melodia di suoni, l’armonia della convivenza. Al pari di un pianoforte che se ben suonato produce l’armonia delle note. Ma all’interno di ogni pianoforte, le corde metalliche sono molto tese, fino alla tensione dì 20 tonnellate ognuna, agganciate ad una struttura interna in acciaio.  Ora, se questa struttura portante di incrina, il pianoforte si sfascia sotto la forze della trazione delle corde. Morale: non bisogna sforzare troppo ed incrinare la sua struttura portante, altrimenti il Pianoforte Italia si sfascia.

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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DOMANI, 11 FEBBRAIO … Patti Lateranensi & Giornata del malato (v. nota)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Febbraio, 2013 @ 3:14 pm

Detto altrimenti: sarà che sto leggendo un libro sulla marcia su Roma …

11 febbraio 1929: Patti Lateranensi, mutuo riconoscimento fra il Regno d’Italia e la Santa Sede, negoziati tra il cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri per conto della Santa Sede e Benito Mussolini, capo del Fascismo, come primo ministro italiano.
11 febbraio 2013: Giornata del malato.

E malata mi pare oggi l’Italia, di una malattia analoga a quella che precedette la famosa marcia. No, non che stia per succedere una cosa uguale, ma analogie sostanziali ce ne sono.

La marcia “trionfale” sulla capitale. Leggete il bel libro di Antonio Di Pierro (A. Di Pierro, non A. Di Pietro … no, non è un errore del correttore automatico del computer), “Il giorno che durò 20 anni” – 28 ottobre 1922″, Ed. Le Scie Mondadori, 28 ottobre 2012. Leggetelo. Novant’anni dopo. Si lasciò, si permise, si tollerò che azioni illegali, violente, sovversive, anti democratiche (contro il demos, il popolo) venissero compiute, dilagassero, venissero ripetute, non venissero punite. Alla fine, quando ancora sarebbe stato possibile fermare l’onda nera (nera, è proprio il caso di dirlo) del bitume che inquinò l’Italia per 20 anni, da parte del re si indugiò,  poi si sollecitò il Governo a dichiarare lo stato di assedio, che poi il re non emanò sconfessando se stesso, il governo, la legalità.

E oggi? Che c’azzecca tutto ciò, direte voi? C’azzecca, c’azzecca … Oggi come allora si è tollerato per anni senza reagire che l’ILVA inquinasse; che le falde del Vesuvio venissero abusivamente edificate; che i tesorieri dei partiti politici rubassero a iosa; che i gruppi consiliari regionali (della Lombardia) accumulassero 40 milioni di denari non-spesi solo per non riversarli all’Ente Pubblico; che le società pubbliche acquisissero commesse attraverso la corresponsione di mazzette, generate con fondi neri, ed in parte ristornate al funzionario erogante; che le banche facessero cose diverse dal “fare banca” (fare banca = raccogliere risparmio ed investirlo su famiglie e imprese); che Enti Pubblici, banche, società pubbliche, assicurazioni, pagassero stipendi e liquidazioni milionarie al loro top management; che la politica fosse strapagata; che la legge fosse sì uguale per tutti tranne le eccezioni di legge che poi queste eccezioni fossero veramente troppe; etc….

No … marionette …. mai più!

La situazione che “si è venuta a creare” (da sola? Rectius: che qualcuno ha voluto creare …) lascia spazio ad un nuovo Salvatore, ad un nuovo Mangiafuoco, ad un nuovo Promettitore, miracoloso Demiurgo che promette mari di prosperità (stavo per scrivere “mari e monti, ma non quadrava con quel “monti”), un nuovo, ricco (di 8.000 miliardi di euro) Paese di B … anzi, Paese dei B … alocchi. Ma lo avete letto “Pinocchio”? Sono sicuro di si, ma rileggetelo, vi prego, ne vale la pena, è molto attuale! Avete visto come va a finire chi crede nel paese del Gatto e della Volpe e di Mangiafuoco?

Demiurgo. Nel pensiero di Platone (428/427-348/347 a.C.), dicesi demiurgo chi possiede l’intelligenza ordinatrice operante secondo un fine superiore. Oggi diciamo demiurgo chi, in forza della propria personalità, riesce a modellare gli eventi secondo il proprio volere.

Guardiamoci intorno: secondo voi esiste oggi, anzi, da circa 20 anni, una persona che è assolutamente convinta di essere un demiurgo … anzi, il DG, cioè il Demiurgo Giusto? Dio ci scampi da una nuova “marcia trionfale”. Ci bastano quella del 1922 e quella dell’Aida di Verdi!

Malato. Dice Gilberto Govi: “Quello che conta è la salute ma un uomo senza soldi è mezzo malato”. E allora, la maggior parte degli Italiani si avvia ad essere mezza malata!

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L’ANNO CHE VERRA’, IL GIURAMENTO DI PONTIDA, SANT’AMBROGIO, IL GOVERNO CHE VERRA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Febbraio, 2013 @ 8:20 am

Detto altrimenti: ricordate Lucio Dalla, Giovanni Berchet, Giuseppe Giusti?

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c’è una grossa novità,
l’anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.

Già, è proprio così: “qualcosa ancora qui non va”. E lasciatemi continuare con le citazioni, almeno mi risparmio tanta fatica …

Presto, all’armi! Chi ha un ferro l’affili;
chi un sopruso patì sel ricordi.
Via da noi questo branco d’ingordi!

Lungi da me essere letto come “padano” o “rivoluzionario”! La mia “colpa” è un’altra: è l’avere studiato i classici, la letteratura italiana, la storia italiana. Studiata alla vecchia maniera, quando pareva che ogni pomeriggio non sarebbe bastato a prepararsi per la mattina successiva. Ed allora mi capita questo, che – leggendo di certi fatti e fattacci odierni – mi si affaccino alla mente ricordi scolastici. Oggi è la volta dei versi del Berchet. Com’è che dal subconscio sono emersi sulla superficie? Cara lettrice, caro lettore, te lo dico subito.

O senti il caso avvenuto di fresco, a me che girellando una mattina

Oggi

Rileggetela la sua poesia “Sant’Ambrogio”, è bellissima! … (no, non è del Berchet, è di Giuseppe Giusti!). Dunque, si diceva … girellando una mattina fra le pagine dei giornali, leggo che gli ispettori del Tesoro stanno indagando su circa 40 milioni di euro (circa 80 miliardi delle vecchie lirette) che dal 2005 al 2011 i gruppi politici della Regione Lombardia avrebbero non–speso e che quindi sarebbero stati tenuti a versare nelle casse pubbliche, ma che ciò non avrebbero fatto per una “dimenticanza” (cfr. mio post precedente).

Ecco, mi son detto, qui occorre “affinare la mente” più che “affilare un ferro” e … affina affina … ora ti dico a quale considerazione sono pervenuto. Se tu ritardi nel pagare il bollo auto o il canone televisivo, dopo poco ti arriva il sollecito del pagamento gravato da sanzione e interessi con l’avviso di una esecuzione forzata in mancanza del pagamento. Giusto, corretto … tuttavia mi chiedo: nel caso del “ritardato” e/o “mancato” versamento di quei 40 milioni di euro, qual è la procedura di avviso, sollecito, sanzione, incasso? Pare che non ve ne sia alcuna, se non il tardivo intervento straordinario di ispettori del Tesoro. Tardivo? Forse sì, perché probabilmente molti buoi sono già scappati dalla stalla, ora che si cerca di chiuderne i cancelli solo dopo otto anni!

E poi è una questione di metodo, via … che ci vuole a capirlo? Cara amica lettrice, caro amico … perdona il riferimento personale … ma chi ti scrive è stato – fra gli altri incarichi – responsabile della Finanza Italia della Stet, la finanziaria dell’IRI per l’elettronica e le telecomunicazioni, quando quella società era la prima finanziaria in Italia. Per cinque anni. All’inizio, avevo un’Alfa Romeo Giulia 1300 c.c.. – Quando lasciai la società, avevo un’Alfa Romeo Giulia 1300 cc..
Per conto dei miei successivi diversi Azionisti, ho poi trattato personalmente acquisti e vendite di terreni industriali e di intere SpA e a quel punto ho cambiato auto, solo perchè me ne hanno assegnata una di servizio. A fine “carriera”, da quasi pensionato ho creato e amministrato SpA che gestivano servizi pubblici locali ed incassavano milioni di euro in monetine. La prima cosa che feci fu mettere in assoluta sicurezza la gestione del denaro contante.

Domani (speriamo!)

Perchè ti racconto tutto questo? Perché se vogliamo … we can! Yes, we can! Si può, eccome se si può .. essere onesti di propria iniziativa o essere “costretti” ad esserlo in quanto il sistema ti impedisce di rubare. Ed allora, da un lato “via da noi questo branco d’ingordi” e, sull’altro versante esigiamo che i nuovi governanti stabiliscano comunque regole ferree … anzi … semplicemente regole … già … perché pare che proprio oggi non ve ne siano, tranne quella che recita “Chi ruba poco va in galera, chi ruba molto fa carriera”

In ogni caso, ecco una delle “cose” che mi aspetto dal “Governo che verrà”, altro che condoni tombali! Cose? Cose che succedono in Lombardia, la Regione dalla quale pare dipenda l’esito elettorale per il Senato dal quale pare dipenda la governabilità del Paese (!?)

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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LA QUESTIONE MORALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Febbraio, 2013 @ 12:31 pm

Detto altrimenti: o si comincia da qui o non se ne fa nulla


Uno scandalo al giorno … non se ne può più …


MPS, Saipem … oggi leggiamo sulla carta stampata delle spese pazze della ragione Lazio (e le altre Regioni? E i parlamentari? E i provinciali? Occorre una Procura Generale anti …. spese pazze, furti e mancate restituzioni del non-speso).

Li vogliamo così …

Regione Lazio. Leggiamo anche che l’ex capogruppo di un partito politico della Regione Lazio ha restituito l’avanzo non speso dal suo gruppo, pari ad €360.000,00, e si domanda: dal 2005 al 2011 sono avanzati a tutti i gruppi €44,0 milioni, che non sono stati versati nell’apposito capitolo n. 331504. Dove sono finiti questi soldi? Gli ispettori del tesoro indagano. Io dico: dopo 8 anni?

… oppure così?

Berlusconi afferma: conosco i vertici ENI (Scaroni), è una brava persona, non può avere commesso nulla. Ah, se lo dice lui … Saipem? Un mio amico dice: “Ma lo si sa, che certe commesse si acquisiscono solo se si paga la mazzetta, quindi di cosa ci lamentiamo?”. Io non concordo. Per pagare una mazzetta occorre avere fondi neri, il che è già un reato. E poi parte della mazzetta torna indietro a qualcuno in Italia: la cresta sulla cresta. Altro reato. La “morale della favola” è che siamo caduti in qualcosa di peggio dell’immoralità (che ci regala uno scandalo al giorno): siamo caduti nell’amoralità (quella che ci regala ogni giorno le stesse cose dell’immoralità, ma che non si chiamano più scandali, bensì “sono cose del mondo”, “si sa che è così”, “così fan tutti”, “d’altra parte” “chevvoletemaicchessia”, “siete i soliti moralisti”, “ma dove vivete”, “siete comunisti invidiosi”).

Condono edilizio, abolizione delle multe di Equitalia, restituzione dell’IMU, amnistia … si fa di tutt’erba un fascio, un fascio (non ancora littorio, per fortuna …). Al riguardo mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori qualche sottolineatura:

Condono edilizio: la sua (dannosissima, n.d.r.) periodicità rende inutili i piani urbanistici, le licenze edilizie, ogni tipo di permesso. Pertanto, allora almeno siamo seri e coerenti: aboliamo tutti questi “orpelli” … non vi pare? Silvio l’aveva detto: “liberi tutti!”, tanto siamo un popolo di onesti, qui furbetti non ce ne sono! Poi, con calma, la Pubblica Amministrazione andrà a verificare, ex post … e sicuramente riscontrerà che le leggi sono state rispettate … o no?

Multe Equitalia: se si aboliscono le multe a chi ha mancato, per par condicio si dia un premio a chi multe non ne ha ricevute.

Mi ridate l’IMU? Ok, grazie, ma siccome il denaro non ha cartellino, vorrei capire se quel 4 miliardi sono dell’IMU o sono quelli persi dal Paese per il mancato accollo delle perdite Alitalia da parte di Air France (impedito da Silvio) o sono quelli pagati dall’Italia a fronte delle multe UE per il superamento delle quote latte dei produttori padani.

Amnistia: mi può andar bene ma vorrei due cose in più: una assicurazione (pagata da chi decide l’amnistia) contro i danni eventualmente provocati da chi esce anzitempo dalle carceri; un piano per la organizzazione di pene alternative alla detenzione. Altrimenti è troppo facile.

Victor Uckmar, genovese (come me), avvocato, giurista, professore universitario, tributarista: “Sono molto preoccupato per la restituzione dell’IMU e soprattutto per il condono: non è certo quello che serve. Piuttosto bisognerebbe portare nelle dichiarazioni anche i redditi da capitale e togliere di mezzo tutte quelle Srl che servono solo da scudo per non denunciare redditi personali. Ieri al mercato ho visto una signora comperare acciughe. “Sono 2,80 euro signora”. “Me ne tolga 80 centesimi perchè oggi posso spendere solo 2 euro” . Victor Uckmar, mio professore di Scienza delle Finanze e Diritto tributario, anni ‘6o, a Genova …

E se organizzassimo un sciopero generale, pacifico s’intende, contro la corruzione, gli sprechi, le enormi disuguaglianze sociali, il mancato riordino delle priorità do spesa, i privilegi di casta?

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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CONSIDERAZIONI SU DUE POST FA (LE CRISI ECONOMICHE DEGLI ULTIMI 150 ANNI – SE LE CONOSCI LE EVITI)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Febbraio, 2013 @ 6:40 am

Detto altrimenti: per uscire dalla crisi attuale … (cfr. post citato)

1870 – La Grande Deflazione. Fu una crisi “finanziaria-ferroviaria” (cfr. post citato). L’economia “finanziaria” si era sostituita all’economia “reale”. Alla fine, la “bolla ferroviaria” scoppiò, devastando tutti. Al riguardo mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori due sottolineature:

1. Ormai siamo – purtroppo –  esperti di scoppi di bolle finanziarie (Parmalat; l’immobiliare USA; MPS; i derivati). Quando impareremo la lezione?
2. La seconda, storica. 1861, subito dopo la conquista del Regno delle due Sicilie, fra le altre prede di guerra figurano le fabbriche e le officine ferroviarie del napoletano, smontate e (non a caso!) trasferite al nord e quindi, 150 anni dopo, esibite a Torino come testimonianza storica a vanto del Regno Unito d’Italia.

Dalla Grande Deflazione si uscì grazie alla seconda rivoluzione industriale, ai successi ed ai fasti della bella Epoque e “grazie” alla … prima guerra mondiale!

 1929 – La Grande Depressione. Fu una crisi da eccesso di produzione, di domanda, di produzione, etc.. A ciò si aggiunse l’eccesso di credito al consumo, di consumismo. Se ne uscì con il new deal di Roosevelt, l’adozione delle politiche keynesiane, la corsa al riarmo, la seconda guerra mondiale (cfr. post citato).

John Maynard Keynes

Keynes ha spostato l’attenzione dell’economia dalla produzione di beni alla loro domanda, osservando come in talune circostanze la domanda aggregata sia insufficiente a garantire la piena occupazione. Di qui la necessità di un intervento pubblico di sostegno alla domanda (ma le risorse dello Stato sono risorse nostre, quindi poiché nulla si crea e nulla si distrugge, si tratta di una loro redistribuzione, di un loro diverso utilizzo! N.d.r.), nella consapevolezza che altrimenti il prezzo da pagare è un’eccessiva disoccupazione e che nei periodi di crisi, quando la domanda diminuisce, è assai probabile che le reazioni degli operatori economici al calo della domanda producano le condizioni per ulteriori diminuzioni della domanda aggregata. Da qui la necessità di un intervento da parte dello Stato per incrementare la domanda globale, che a sua volta determina un aumento dei consumi, degli investimenti e dell’occupazione. Questa teoria si oppone alle conclusioni della cosiddetta economia neoclassica, sostenitrice della capacità del mercato di riequilibrare domanda e offerta grazie alla legge di Say.

Oggi. Siamo preda di forti disuguaglianze ad ogni livello (mondiale, continentale, statale, sociale); di una globalizzazione selvaggia, della amoralità. Se ne può uscire:

1. riadottando i valori morali in ogni settore (Codice di Hammurabi, 1850 a. C.: “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te”);
2. riscrivendo l’ordine delle priorità e della redistribuzione della ricchezza;
3. costituendo gli Stati Uniti d’Europa e accordandosi con gli USA per escludere da ogni relazione di ogni tipo i Paesi che no adottino e rispettino le nostre regole (Europee e USA) morali, bancarie, finanziarie, fiscali, valutarie, sui diritti civili e sociali, sulla libertà religiosa, sul rispetto dell’ambiente, sull’utilizzo delle risorse alimentari ed energetiche, su una equilibrata distribuzione della ricchezza, sulla sicurezza sul lavoro, etc..

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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