Intervista di Francesca Bianchi a Elena Dak
pubblicato da: Mirna - 19 Maggio, 2018 @ 2:01 pmhttp://www.ftnews.it/articolo.asp?cod=1591
Molto interessante e coinvolgente lo scritto di Francesca Bianchi “In viaggio tra le pagine di Elena Dak” FTNEWS:IT
La scrittrice che ama”viaggiare con i nomadi” era stata ospite del nostro gruppo di lettura alcuni anni fa. Anzi ripropongo il libro che avevamo presentato insieme al bar -libreria Galileo. Sana’a e la notte. (cercate nel mio archivio)
MARIE ASPETTA MARIE di Madeleine Bourdouxhe
pubblicato da: Mirna - 15 Maggio, 2018 @ 4:37 pm
Finalmente Adelphi ha pubblicato questo secondo romanzo di Madeleine Bourdouxhe  pubblicato in Belgio nel 1943 subito dopo La donna di Gilles che siamo riusciti a leggere qualche anno fa (cercatelo nel mio archivio ).
Se la moglie di Gilles viveva per e attraverso suo marito fino a immolarsi quando l’amore per lui non c’è più,  qui la protagonista rappresenta l’energia femminile e l’ottimismo. Ed è una donna, giovane sposa trentenne , pienamente padrona di sè.
Perchè ama la vita e riesce a vivere la pienezza del momento con consapevolezza.
Ama suo marito, sa che è  un amore dalle mille sfaccettature che può modificarsi nel corso del tempo, ama sua sorella fragile ed inconsistente, ama i suoi genitori e ama quel giovane universitario conosciuto in vacanza.  Lo ama perchè si assomigliano: entrambi sono forti, parlano poco e lasciano l’altro padrone di se stesso.
Questo è il tema bellissimo del romanzo.
Se lo avessi letto a vent’anni lo avrei preso come modello. Meno male sono ugualmente convinta che occorra essere indipendenti senza dipendere da altri. (Per questo La donna di Gilles mi aveva  un po’ irritato).
Marie vive questa avventura erotica con sano piacere senza pensare al domani, perchè il futuro – pensa – si sarebbe creato da solo, giorno dopo giorno. Conta il presente, l’attimo da vivere.
Occorre essere capaci di trovare piacere nella solitudine per comunicare con se stessi. Incontrarsi, vedersi, trovare in se stessi le possibilità della vita. E amare ogni cosa. Anche gli oggetti domestici, le persone amabili, la Parigi affascinante che regala coins di bellezza  in ogni stagione.
Camminare per Parigi – diversamente da Modiano che perlopiù vaga di notte in dimensioni oniriche e lontane nel passato – Maria è dentro, è centrata in se stessa ed in ogni attimo. Bellissima la descrizione del giro in giostra con un gentile giostraio che la sorregge.
Questo è il sorriso che la vita può regalarti se sei disponibile e non timoroso dell’altro.
Quando il marito di Marie deve trasferirsi nel piovoso Belgio Marie accetta con tristezza, ma non soccombe. Lei è forte, alta, piena di energia. Dovrà tornare a Parigi per aiutare la sorella, deciderà di rimanerci per molti giorni per dare le sue lezioni di latino e incontrerà il suo giovane amante in una bella città francese piena di archi e palazzi dorati.
Una vera donna dunque che non rinnega il piacere delle cure domestiche, una donna libera e indipendente che ama ritrovarsi da sola per non avere altro testimone che se stessa. Per gironzolare, bere un caffè, fumare una sigaretta e pensare a chi ama.
Come non trovare stupendo il momento in cui Marie, una sera di vacanza al mare, lascia il marito allegrotto e ciarliero e tutta la compagnia, per avventurarsi con una barchetta al largo per starsene in silenzio ed in pace sul mare della notte?
Splendida donna. Prima cosa è riconoscere se stessi, andarvi incontro.
Simone de Beauvoir ha ripreso molte sue riflessioni per scrivere alcuni capitoli de Il secondo sesso.
CON LA TERRA SOTTO I PIEDI di Andrea Bianchi, ed. Mondadori
pubblicato da: Mirna - 9 Maggio, 2018 @ 8:06 amCamminare scalzi nella Natura per fare bene all’Anima
Un bellissimo saggio, una profonda ricerca, un coinvolgente desiderio di condividere un percorso sempre più appagante.
Questo testo fa parte di una trilogia iniziata con Il silenzio dei passi, A piedi nudi dalla A alla Z scritti da Andrea Bianchi dopo la scoperta illuminante di quanto si possa entrare in più stretto contatto con l’essenza delle cose toccandole con la  pelle nuda.
Togliersi le scarpe è togliersi un baluardo, una difesa, ma anche un impedimento al compenetrare con la nostra  pelle le vibrazioni della terra.
Leggendo dell’esperienza tattile delle passeggiate di Andrea in montagna, sulla neve, sull’erba, in giardini speciali di rose e alberi antichi mi assale il desiderio di provare a rimettermi in contatto con la terra e la sua energia.
Libro molto ricco di riflessioni, ricordi, esperienze.
Ogni capitolo un importante tema legato alla biofilia, l’amore innato dell’uomo per la vita.
E non solo: la ricerca del punto di ascolto perfetto che si trova nell’ascesi non solo fisica, bensì interiore. Insegnamenti del grande Spiro della Porta Xydias cantore del “sentimento della vetta”.
Guardare verso l’alto da dove viene la luce della conoscenza. “Salire” sempre dunque. E Andrea fa un ulteriore passo scegliendo di camminare e salire a piedi nudi per interagire con la natura come l’uomo faceva ai primordi della sua umanità . E come farebbero volentieri i bambini.
L’importante è arrivare al centro, a prescindere dal modo un altro insegnamento di Spiro che Andrea fa suo.
Che belle le pagine dedicate al Giardino. Il Giardino è l’essere: il microcosmo entro il macrocosmo. Dove cercare il silenzio e ritrovarsi. Percorrerlo a piedi nudi è la via più sicura per giungere alla propria essenza. Ci sembra di denudarci anche mentalmente da strutture difensive.
Aumenta conseguentemente anche la nostra attenzione sul luogo dove siamo : dove mettere i piedi, come possiamo appoggiarli, presagire la sensazione di erba fresca, neve cristallina, ciottoli ruvidi. Morbidezze e asperità .![fullsizeoutput_113f-270x251[1]](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2018/05/fullsizeoutput_113f-270x2511-150x150.jpg)
Accanto ad alberi secolari, racconta Andrea, si provano vibrazioni incredibili. E passeggiare in un labirinto di rose nel grande giardino di Palazzo Piccolomini-Freschi? Â Una magia. Che tentazione.
Da un gesto semplice suggeritogli dalla figlioletta Alice, quello di togliersi le scarpe in un prato in montagna quanti penseiri, quanti accadimenti ne sono scaturiti. Molte emozioni dimenticate, molte scoperte, molte idee.
Ci sarebbe moltissimo da dire ancora su queste ricche  pagine perchè si parla di Filosofia, di Meditazione, di propriocezione ovvero della percezione  che abbiamo di noi stessi nello spazio.
E direi che non è poco.
Ne consiglio la lettura.
Si trova nelle librerie Mondadori e Artigianelli.
“Andrea Bianchi conduce workshop di camminata scalza un po’ ovunque, dalle Dolomiti alla via Francigena, in meno di due anni è diventato il punto di riferimento del barefoot hiking.  Nel 2017 ha dato vita alla prima scuola italiana di barefoot hiking,  “Il silenzio dei passi” (ilsilenziodeipassi.it)  con cui propone il cammino a piedi nudi come una pratica di benessere psicofisico accessibile a tutti, per riconnettersi alle energie della Terra ma anche per imparare a diventare interiormente leggeri e silenziosi. Studia pratica yoga da più di vent’anni, e quando indossa le scarpe è ingegnere e consulente di comunicazione, giornalista, fondatore ed editore del magazine online Mountainblog, oggi uno dei più seguiti siti web sul mondo della montagna e degli sport outdoor.
“Con la terra sotto i piedi” è anche un documentario: doc.conlaterrasottoipiedi.com
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AMARCORD V. Si può fare…
pubblicato da: Mirna - 1 Maggio, 2018 @ 8:37 am
Non bisogna mai rimandare le cose piacevoli quando tutto riesce ad allinearsi armonicamente.
Come  questo Amarcord 5.
Noi, le  antiche bambine e gli  ex ragazzi adolescenti non abbiamo ascoltato gli eventuali acciacchi, ma ci siamo “buttati” per ricreare una giornata allegra, legata al passato, presente e futuro. Ma soprattutto legata  al momento che volevamo
condividere.
Ciò che mi regala sempre magia e delizia è ritrovare la Carpi dei miei sogni, sempre inondata di sole e luce d’oro. La piazza che percorriamo è ancora quella di noi giovanissimi, le stesse voci intonate di dialetto, i tanti sorrisi , i profumi.
Sembrano rotolare i nostri ricordi di avventure ed abitudini, le passeggiate nei viali in bicicletta tra il profumo dei tigli, i caffè nei bar sotto i portici. E al punto d’incontro iniziale si aggiunge sempre qualche altra persona di Cantarana e vicinanze. E amici di amici.
Al ristorante La Secchia in campagna, accanto all’argine del fiume, incontriamo Corrado con Giuliano  e Gianni con
 Rosanna. L’estate sembra
esplosa in tripudio di erbe brillanti, fiori colorati, farfalle , api.
Brunella, Vincenzo ed io – i fautori degli Amarcord (termine assegnatoci  da Stefania la prima volta) – siamo felici .
C’è anche la bella Gabriella Leporati, nostra compagna di scuola, Donatella carissima vicina di orti e giardini.  Carla, la sorella magnifica di Vincenzo piena di vita e progetti. Altri amici di Vincenzo: Silvano e Luisa. E poi Marisa e Federico, la famiglia di Vincenzo.
Ci sono  caldo, allegria e odore di cibo buono e genuino. Salame, cappelletti in brodo, tortellini alla ricotta e erbette, misto di carne con…galletto, la mitica zuppa inglese e fiumi di lambrusco chiaro, rosa come i nostri pensieri.
Trovo questi incontri , ormai biennali, fortificanti, rasserenanti, curativi. Mi sento bene mentre vivo la giornata con loro, mi sento bene quando me la rivivo.
E questa incipiente estate ci ha regalato l’angolo di paradiso di Brunella ancora più magico della prima volta.  Biancospini
profumati, rigagnoli azzurri di fiorellini, Â cespugli, alberi, edera da calpestare come tappeti, noccioli che stanno crescendo per futuri tartufi…le viti che ci aspettano in autunno per la vendemmia.
Brunella ci regala i mughetti, sostiamo all’aperto parlando di noi, di come siamo ora, di come eravamo.
Ci riconosciamo sempre più.
Nella fresca cucina un altro gruppo ripercorre sentieri lontani ma sempre accanto a noi.
Federico, Stefania e Giuliano.
DALL’OBLIO PIU’ LONTANO di Patrick Modiano
pubblicato da: Mirna - 24 Aprile, 2018 @ 4:21 am
Leggere Modiano è vagare per una Parigi perlopiù notturna che si espande tra passato e presente, ma sempre racchiusa nella mente e nel cuore  dello scrittore.
Dai primi anni sessanta si arriva a trent’anni dopo sempre ripercorrendo gli stessi quartieri bohémiennes, gli stessi bar e bistrot. Ma ieri e oggi si intersecano e confondono in una dimensione quasi onirica per cui la vita è un arazzo forse già compiuto in cui si cerca di rimediare a qualche strappo. Forse per trovare senso ed armonia negli accadimenti.
L’io narrante , scrittore ed osservatore della vita, è sempre attento agli altri e alle intermittenze del cuore, ma ne è sempre un po’ distaccato come se l’umanità fosse racchiusa in una teca.Un piccolo mondo che è Parigi, il  paradigma dell’intero universo e dei meccanismi della memoria e dell’oblio.
Jacqueline conosciuta quando entrambi avevano appena vent’anni vive con lui qualche mese intenso di ricerca, di fatica di crescere, di curiosità , trasgressioni  e poi sparisce.
Anch’essa come tutti gli altri personaggi di Modiano rimane per sempre nella sua carta geografica mentale e lui la cerca, la rivede, la ritrova. Ma anch’essa, come parte dei nostri anni si perde e scompare per poi riaffiorare nei sogni e nell’immaginazione.
Scrittura impeccabile del premio Nobel 2014.
Ed. Einaudi
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IL RUMORE DEL TEMPO di Julian Barnes
pubblicato da: Mirna - 19 Aprile, 2018 @ 7:10 amIncollo gli appunti di lettura che Maria Grazia, “assente giustificata! al nostro LibrIncontri ci ha inviato:
“Carissima Mirna,
Sotto il governo stalinista una tale alternativa non esisteva.
Sostakovich vorrebbe un mondo più regolare, più sensato, più affine alla sua musica. Rifiuta il cinismo e rifiuta la stupidità , ma non è¨ possibile restare fermi mentre la storia scorre. E Sostakovich la sente scorrere, ne sente il suono, la sua musicalità : il rumore del tempo.
J. Barnes scrive a pg 131-132: ‘ Che cosa poteva contrapporre al rumore del tempo? Solo la musica che viene da dentro-la musica del nostro essere che alcuni sanno trasformare in musica reale.E che se nei decenni a venire sara’abbastanza forte e pura e autentica da annegare il rumore del tempo, si trasformera’ nel mormorio della storia. Ecco si aggrappava a questo’.
Ora sto leggendo invece il bellissimo romanzo russo di Gogol, ‘Anime morte’, una  denuncia della mediocrita’ umana ove il termine’anime’durante l’impero russo designava i servi della gleba maschi.
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FRED VARGAS ed altri consigli
pubblicato da: Mirna - 7 Aprile, 2018 @ 4:37 pm
IL MORSO DELLA RECLUSA di Fred Vargas è il solito avvincente thriller che la scrittrice francese, archeologa e medievista, ci regala ogni due anni circa.
Senza mai deluderci. Soprattutto se le indagini le conduce il commissario Adamsberg, soprannominato “spalatore di nuvole” perchè le sue intuizioni sempre azzeccate cominciano come proto-pensieri per poi perdersi e ritrovarsi tra la  nebbia.
Potete immaginare dunque che oltre all’interesse per la trama – sempre originale e spesso con  con agganci  alla storia medioevale – viene sollecitato in noi la curiosità per i percorsi mentali assai tortuosi del commissario.
Come in questo caso: perchè mentre sta concludendo un’indagine per omicidio  egli viene distratto e preso completamente da alcuni casi di avvelenamento di alcuni ultraottantenni da parte  di ragni violino, detti recluse?  Se all’inizio tutto sembra senza senso lentamente attraverso le sue bolle di pensiero che vagano di qua e di la si arriva ad una storia interessantissima che si collega ad un orfanotrofio ed ad una banda di ragazzini terribili che molestavano e ferivano i compagni.  Ma anche ai casi di donne che si rinchiudevano in piccionaie per vivere di carità , nei pressi di Lourdes.
Proprio Adamsberg rintraccia nel suo inconscio grazie au un amico psicoanalista ( che si chiama Martin-Pescatore !) il ricordo di una  donna reclusa che lo aveva spaventato quando bambino con la mamma era andato alla sua casupola per lasciare un’offerta. Sono esistite veramente queste recluse volontarie, poi liberate dalle autorità .
Altri personaggi particolarissimi fanno da corollario a questo detective: tutti divertenti, persino il gatto del commissariato che sta sempre sulla fotocopiatrice e mangia soltanto se lo portano in braccio  fino alla sua ciotola.
“Nebbioso, beccheggiante, indolente. Sempre perso nelle sue vaghezze. E’ il commissario Adamsberg, capo dell’Anticrimine al tredicesimo arrondissement parigino”
Per me una gioia.
Ai nostri LibrIncontri emergono però tantissimi altri titoli che voglio trascrivervi. Tutti consigliatissimi dai partecipanti
“Un gentiluomo a Mosca” di Amor Towles.
1948. Attentato a Togliatti di Avagliano Palmieri
Sorgo rosso di Moyan
L’uomo che cadde sulla terra di Walter Tevis
Testimone inconsapevole di Gianrico Carofiglio
Accendimi di  Marco Presta
Nessuno può volare di Simonetta Agnello Hornby
Amore del paesaggio di Vittorio Lingiardi
e tanto tanto altro ancora…
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Che cosa leggevano i nostri genitori?
pubblicato da: Mirna - 28 Marzo, 2018 @ 12:39 pm
Durante le nostre riunioni di lettura – il famoso LibrIncontri – ci siamo chiesti di quali libri avevamo sentito parlare in casa. Che cosa leggevano i nostri genitori?
Sono partita dagli appunti di mio padre, Marino Moretti -omonimo del poeta – Â che mi hanno fatto ricordare quanto egli amasse alcuni grandi scrittori.
Ho trovato un piccolo blocchetto dal quale posso ricopiare di sana pianta quello che egli  scrisse forse pochi anni prima di
morire:
“Emilio Salgari, “I tre boys scouts”, “Nik Carter”, “Nat Pinkerton”. Queste sono state le prime letture della mia adolescenza.
Sandokan e i suoi amici mi facevano sognare di viaggi misteriosi nelle isole del Golfo del Bengala e dell’Arcipelago della Sonda.
A 15 anni accantonai definitivamente questo tipo di romanzo perchè il mio interesse si era rivolto verso i grandi scrittori quali
Dostojevskij, Zola, Hugo, London.
Del primo ricordo che una sera alle 22 iniziai a leggere Delitto e castigo e continuai fino all’alba: Â sette ore di lettura continua. .
Poi I fratelli Karamazov, Il Giocatore, l’Idiota.
Di Emile Zola lessi La bestia umana: la trama era talmente complessa e avvincente che in una  notte me lo lessi tutto.. .Purtroppo ho smarrito questo libro e non sono più riuscito a rintracciarlo. Di Zola lessi poi Nanà e  Teresa Raquin, anch’essi validissimi ma a parer mio non come La bestia umana.
I Miserabili di Victor Hugo, nonostante la mia giovane età , incisero profondamente il mio essere in quanto mi resi conto che un uomo che aveva commesso un reato può trovare la forza per redimersi. Ed anche il mio giudizio divenne meno intransigente.
Di Jack London lessi subito Zanna Bianca ma quando conobbi Martin Eden ritenni quest’ultimo molto superiore al tanto declamato Zanna Bianca.”
Mia madre Maria invece leggeva generalmente soltanto di sera a letto e solamente libri gialli: Â Agatha Christie, Rex Stout e Ellery Queen ecc. Diceva che i delitti le conciliavano il sonno.
Anche Maria Teresa dedica ora qualche riga a quel che ricorda delle letture dei suoi  genitori.
“Mio padre, che era laureato in economia e commercio ma aveva l’animo del linguista, amava leggere libri ed articoli giornalistici di Aldo Gabrielli o Paolo Monelli i, e forse altri linguisti che io non ricordo. Godeva proprio nell’immergersi tra le parole e le storie di parole. Amava anche le lingue straniere e, pur avendone studiate tre (inglese, francese e spagnolo), i primi tempi delle scuole medie di noi figli si era messo in testa di seguire anche il nostro tedesco! Ma non è andato molto avanti. Era un tipo assai riservato e non parlava molto. Amava l’umorismo composto di stile anglosassone e leggeva i libri di P.G. Wodehouse, che abbiamo letto anche noi figli. C’era da sbellicarsi dalle risate, senza mai neppure la minima ombra di volgarità .
La mia mamma, che era maestra, adorava i romanzi di Bruce Marshall, che ho in parte letto anch’io. E pensa che questi sono poi stati scoperti anche da Valentina, che ha requisito quelli di casa delle nonna e se n’è procurati anche altri! Mio padre ad ogni ricorrenza gliene regalava uno. Anche qui c’è un umorismo assai composto. A mia mamma piaceva perché questo Marshall, pur inglese, era vissuto moltissimo in Francia e lì aveva ambientato i suoi romanzi. Lei come lingua straniera aveva studiato proprio il francese ed aveva anche iniziato l’università di Ca’ Foscari a Venezia per laurearsi in francese, appunto. Poi guerra, matrimonio e noi figli l’hanno costretta a lasciar perdere. Sicuramente le piacevano altri libri con storie delicate: ricordo che aveva letto IL CUCCIOLO e IL PICCOLO PRINCIPE. Altro al momento non mi viene in mente”
Aspettiamo i vostri ricordi…
PARLARNE TRA AMICI di Sally Rooney, ed.Einaudi
pubblicato da: Mirna - 21 Marzo, 2018 @ 5:22 pm
Con uno stile impeccabile Sally Rooney ci porta in una Dublino intellettuale e cool dove  le Conversations with friends sono parti fondamentali della vita.
Reading di poesie, pubblicazioni di libri, eventi culturali sono gli ambienti in cui Frances, la protagonista, si aggira per cercare la sua dimensione.
E’ dunque questo  un romanzo di formazione.
Ha 21 anni, come la Emma di Austen che pure in altri secoli voleva crescere ed essere approvata.
Tutto è diverso naturalmente ai giorni nostri, più trasgressioni e più trasparenza di desideri.  E una grande insicurezza che un grande acume non riesce a togliere.
Frances sperimenta la vita, studia, scrive, Â vive con passione il primo amore con l’amica del cuore, poi con Nick sposato con una scrittrice. E cerca di fare i conti con se stessa, con il suo corpo, con la sua famiglia, le sue debolezze, le sue malinconie.
E’ già indipendente, così giovane (come l’autrice) , non vorrebbe pesare a nessuno, ma in questi tempi inquieti vorrebbe capire che cosa vuole, chi e che cosa ama veramente.
Le conversazioni dal vivo o su chat sono preziose: si parla di amicizia, di sesso, di letteratura, di politica e naturalmente di se stessi.
Un vero godimento per i lettori che hanno amato la Byatt e che amano assaporare ogni parola ed ogni pensiero che si cela dietro di  esso.
Una grande forze e una grande maturità nello scavo psicologico dei quattro principali personaggi: Frances, l’io narrante, la sua amica del cuore Bobby, Nick il bellissimo e fragile attore in crisi sposato con Melissa.
Un’ antieroina modernissima piena di contraddizioni e debolezze, ingenua e matura, troppo intelligente e troppo sensibile.
Un romanzo intellettuale e ardente, da leggere con calma.
Romanzo d’esordio della giovane Sally Rooney, ma già diventato un evento tra gli editori.
” Il romanzo osserva quella relazione crescere e calare e crescere ancora, come una marea determinata dal gioco delle insicurezze incrociate dei vari personaggi. Frances ne fa la cronaca con una precisione al contempo chirurgica e immatura, cominciando a rivolgere all’esterno un istinto analitico finora esercitato solo su se stessa. Nel corso di questo processo metterà a fuoco gli altri, e il suo posto fra loro, e infine un’immagine più solida e realistica di sé, in quella che è a tutti gli effetti una seconda maturazione: un nuovo ingresso nell’età adulta.”
LA STOFFA DELLE DONNE di Laura Colosso
pubblicato da: Mirna - 17 Marzo, 2018 @ 7:00 amEh, sì, ancora un romanzo femminile. Ma questa volta italiano.
L’autrice Laura Colosso è piemontese . Scrive in maniera chiara e veloce per trasmettere una situazione esistenziale ansiogena e infelice.
Teresa Guerrini ha poco più di quarabnt’anni, marito, due figli adolescenti e un lavoro che si deve tener stretto pur disprezzandolo.
Il marito “assente” preso da una passione per ricerche mistiche, i figli disattenti ed esigenti che sembra non comunichino con lei.
Il lavoro in un laboratorio chimico la fa star male perchè ormai deve falsificare e certificare gli esiti, nascondendo la presenza di nocive sostanze chimiche nei tessuti.
Che cosa fa andare in tilt una persona? La famosa goccia che fa traboccare il vaso. Forse tornare a casa dal lavoro vedere amici del marito, figli che aspettano lei per cenare ed addirittura scegliere piatti diversi. E trovare un’enorme bolletta telefonica…
Esce nella serata di pioggia con pochi soldi , le ciabatte di panno ai piedi e si ritrova all’aeroporto.
Il volo meno costoso? Per Amsterdam.
E poi? Pioggia, stordimento, freddo, tristezza. Pensieri vorticosi.
Un piccolo albergo dove potrebbe permettersi di trascorrere una notte diventa la sua ancora di salvezza. Grazie soprattutto a un gentile pakistano che le presta attenzione.
Pochi giorni in Olanda per capire che bisogna combattere, avere la forza di cambiare se stessi e di modificare il rapporto con gli altri.
Momenti salutari e salvifici che ognuno di noi dovrebbe sempre avere, senza aspettare che sia troppo tardi.
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