DA DE GASPERI A NOI: E’ CAMBIATA LA VELOCITA’ DEGLI EVENTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Febbraio, 2024 @ 11:47 am

De Gasperi ci ha lasciato molto, anche questo principio: ” Il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni”.

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Orbene, mentre il succedersi delle tornate elettorali normalmente è scandito da scadenze prefissate, il succedersi dei fatti geopolitici ha una velocità superiore all’avvicendarsi delle “prossime generazioni” e riguarda innanzi tutto sin d’ora la nostra stessa generazione attuale o se proprio vogliamo, già la prima generazione a noi successiva: non occorre aspettare tutte le altre.

Il futuro è diventato velocissimo, prendiamone atto.

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ELEZIONI EUROPEE DEL GIUGNO PROSSIMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Febbraio, 2024 @ 6:55 am

1861: sia pure con molte imperfezioni ed errori siamo stati capaci di “fare” l’Italia. Adesso è il momento di RIFORMARE la nostra casa e di “fare” l’EUROPA POLITICA.

Dobbiamo lottare contro la distrazione, la pigrizia, l’inerzia, la superficialità che sino ad oggi hanno mantenuto la percentuale dei votanti a livelli bassi: alle elezioni europee di giugno andiamo a votare, tutte e tutti!

La maggiore difficoltà è riuscire a fare arrivare agli elettori questo messaggio: il fatto che una UE POLITICA è una componente “strategica” del nostro vivere civile, della nostra economia, del nostro futuro e ricordare che il termine “strategico” significa “indispensabile e insostituibile”.

Un esempio purtroppo attuale e concreto: la pirateria selettiva nel Mar Rosso che si è trasformata in azione corsara, cioè in attacchi diretti su tutte le navi in transito tranne che contro quelle russe e cinesi.

Cui prodest? Cui bono? Chi ci guadagna? A chi vien bene? Direbbe Cicerone. Ed io mi permetto di aggiungere: chi è il mandante di questa azione corsara? Chi la finanzia? A chi reca danno? Quale tipo di risposta sta dando l’Europa?

La risposta è solo militare e non da parte dell’UE bensì solo da parte di alcuni paesi dell’Europa (ad esempio manca la Spagna). Manca la risposta politica in quanto manca il soggetto politico che la possa dare: mancano gli STATI UNITI D’EUROPA. Manca questa consapevolezza.

Da parte di taluno mi si dice che noi, qui in Trentino in particolare, potremmo fare fatica a fare comprendere questi concetti ad una popolazione di elettori distratta da orsi si/no, autonomia speciale amministrativa in pericolo si/no, popolazione alla quale “non interessa il Mar Rosso” se non ad alcuni per andarci in vacanza.

Ma allora … aspettiamo di vedere quanto di più ci costerà acquistare beni d’ogni tipo a causa dell’aumento dei noli marittimi conseguenti alla necessità delle navi di adottare la rotta del capo di Buon Speranza! Aspettiamo di constatare quanto meno concorrenziali sarà la produzione delle nostre fabbriche a fronte dell’immissione sui nostri mercati delle merci che hanno il privilegio di passare dalla rotta del Mar Rosso!

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Una UE POLITICA potrebbe dare una risposta politica al problema, cioè una risposta univoca, forte che sarebbe molto più efficace ovvero produttrice di risultati di quanto non lo possa essere l’attuale risposta parziale: quella militare.

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Riccardo Lucatti – ITALIA VIVA – IL CENTRO – RENEW EUROPE

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SPA COMUNALE MULTISERVIZI O SPA SEPARATE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2024 @ 6:56 pm

Mi permetto di sottoporre alla valutazione delle lettrici e dei lettori l’opportunità innanzi tutto “fiscale” (ma anche di economia gestionale) di gestire in un’unica Spa comunale “multiservizi” attività con utili (servizi A, B) e attività con perdite di bilancio (servizio C), perchè in tal modo le somme che le SpA con risultati positivi verserebbero al fisco possono invece essere utilizzate per ripianare le perdite di bilancio delle altre SpA.

Ciò non toglie che ogni singola attività possa continuare ad essere gestita in autonomia con gli stessi criteri aziendali di bilancio che utilizzava quando era gestita all’interno di una sua specifica SpA. In altre parole: ogni singola attività (servizi A, B, C) può e deve essere gestita come se fosse ancora all’interno della sua singola precedente SpA, cioè tecnicamente, come un “centro di profitto”, con una sua programmazione annuale, pianificazione pluriennale e rendicontazione finanziaria, economica e patrimoniale, sotto la guida del proprio precedente direttore.

Avremo però un solo presidente anziché tre, e potrà essere rifotto il numero dei consiglieri di amministrazione. Il nuovo CDA deciderà la politica di bilancio e soprattutto le decisioni di ogni settore circa gli investimenti.

Ogni centro di profitto contribuirà alla formazione dell’unico bilancio aziendale: vi saranno centri che apporteranno utili e risorse finanziarie, apporti con i quali si potranno pareggiare le eventuali esigenze dei settori in difficoltà.

Comunque … se mi sbaglio mi corigerete!

Riccardo Lucatti, Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista di ITALIA VIVA TRENTINO.

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2024: FINE GENNAIO E FINE ANCHE DEI GIORNI DELLA MERLA – NUOVO SVILUPPO DEL TURISMO TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2024 @ 9:17 am

Massa ciaud, troppo caldo per dirla nella lingua ladina, ladina con la “d ” che altrimenti sarebbe latino che però non c’azzecca!Avrebbero dovuto essere i giorni più freddi dell’anno e invece …invece poco freddo, poca neve per lo sci, per i boschi, per le riserve d’acqua per l’estate.

Ed ecco che noi qui in Trentino dobbiamo integrare il ventaglio delle offerte turistiche ed offrire e vendere in modo organizzato il prodotto “dislivello” non solo per lo sci (e per l’estate) con tessere plurigiornaliere e plurimpianti, bensì anche nelle stagioni “intermedie”: primavera e autunno.

Come fare? Basta copiare dall’Austria che da anni ha creato il TIROL BIKE SAFARI (safari = viaggio) ovvero ha messo in rete 14 impianti di risalita con relative ciclodiscese creando un bici-percorso di oltre 700 km!

Noi qui in Trentino dobbiamo mettere a sistema le tante separate iniziative del genere già esistenti, inizando con la creazione della nuova cabinovia Trento-Monte Bondone che realizzerebbe un primo importante anello fra le valli dell’Adige e quella dei Laghi, da Trento a Riva del Garda e viceversa.

Dice … ma sembra che le gestione della cabinovia potrebbe essere in passivo, soprattutto i primi tempi. Rispondo: basta che la Spa comunale che la realizza sia una multiservizi e comprenda anche settori che oggi, gestiti da SpA separate (farmacie e parcheggi) , versano inutilmente all’erario statale rilevanti somme a titolo di imposta sugli utili di bilancio! Somme che sarebbero più che sufficienti a pareggiare quelle eventuali perdite.

Dice … ma farmacie e parcheggi pederebbero la loro autonomia gestionale. Rispondo: no, basterebbe gestirle come “centri di profitto” e non come semplici “centri di servizio” all’interno di un’unica SpA. Sono tecniche gestionali diverse, ben note e sperimentate.

Dice … ma invece di tre CDA ce ne sarebbe uno solo. Rispondo: questo è un problema.

Dice … ma le biciclette in montagna inquinano. Rispondo: forse oggi che la materia non è regolata, ma il CAI Centrale ci insegna che quella pratica non va nè lasciata libera nè vietata, bensì regolamentata. Si vedano al riguardo i Quaderni di Ciclo Turismo e Ciclo Escursionismo editi appunto da quella gloriosa istituzione, reperibili in internet!

Dice … ma in Trentino abbiamo già un’ottima rete di piste ciclabili di fondo valle! Rispondo: appunto … integriamo le due offerte!

Dice … ma che ne pensa Bolzano? Rispondo: va coinvolta, il progetto TRENTINO BIKE SAFARI deve diventare TRENTINO SUD TIROLO BIKE SAFARI e collegarsi con il TIROL BIKE SAFARI in un’ottica funzionale euroregionale.

Dice … ma che, Riccardo, ti vuoi candidare come Assessore al Turismo? Rispondo: no raga, io sono un VIP-Vecchietto In Pensione e il 3 febbraio prossimo compio 80 anni: mi volete far vivere con tranquillità questa mia 4 x 20 età giovanile?

Firmato da me, Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia Mista di ITALIA VIVA TRENTINO.

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LA “SCALA” NECESSARIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2024 @ 6:12 pm


Ogni carta geografica ha la sua scala, cioè il rapporto con le misure reali del territorio.
Anche gli schermi dei radar hanno una loro scala: si può scegliere di vedere ciò che è intercettato dallo strumento a 1, 2, 3 etc. 100m/1000 m di distanza, ovviamente entro il limite massimo della sua portata.

Anche la politica ha scale diverse: comunale, provinciale, regionale, statale, europea. Sta a noi sincronizzare la nostra capacità intellettiva sulla scala che ci serve. Al momento, quella strategica (= indispensabile e insostituibile) è la scala europea. Infatti, se non siano in gradi di vedere, capire e intervenire sulla scala europea attraverso la partecipazione ad una UE POLITICA, rimarremo come una navicella senza governo in un oceano di continenti in tempesta.

Lo dimostra già adesso l’azione dei corsari nel Mar Rosso, i quali lasciano navigare indenni solo le navi di due paesi, generando per l’UE un forte aumento di costi su moltissime forniture, creando un ingiusto, enorme vantaggio competitivo per le meci trasportate dalle navi di quei due paesi.

La risposta che alcuni (non tutti!) paesi dell’UE stanno dando è militare: purtroppo non è non può essere politica, perché l’UE non è (ancora) una unione politica: manca cioè una visione ed una reazione sulla giusta scala, quella politica.

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MANCA UNA REAZIONE POLITICA EUROPEA ALLA PIRATERIA SELETTIVA NEL MAR ROSSO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2024 @ 8:31 am

Quando qualcuno, pirata o meno, si metteva a pirateggiare selettivamente su mandato di un particolare stato, era definito “corsaro”. Ecco che i pirati del Mar Rosso in realtà sono corsari al servizio di chi … di chi è sicuro che le proprie navi non saranno attaccate!

I fatti notevoli sono due: il primo, grave: l’azione di quei corsari; il secondo, gravjssimo: la mancanza di una risposta politica al primo fatto da parte di una UE non ancora politica.

Infatti questa moderna guerra corsara avvantaggia notevolmente il commercio delle merci prodotte in certi paesi e trasportate sulle navi “esenti” rispetto alle merci che devono seguire la rotta del capo di Buona Speranza: 12 giorni in più di navigazione!

Mi auguro che quando i cittadini europei vedranno quanto incidono questi maggiori costi sul loro portafoglio, il prossimo giugno vadano tutti a votare alle prossime elezioni europee, e votino i partiti e le persone che – come ITALIA VIVA -IL CENTRO – RENEW EUROPE  e MATTEO RENZI si battono per la creazione di una UE Politica, la quale, ad esempio, per le navi esentate dagli attacchi corsari, potrebbe stabilire in tutti i porti degli Stati Uniti d’Europa tariffe portuali  molto più gravose di quelle riservate alle navi non-esenti. Solo per cercare di fare un esempio.

La nostra bandiera sconfiggerà la loro!

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CICLOTURISMO E CICLO ESCURSIONISMO TRENTINO:LA NUOVA CABINOVIA TRENTO-MONTE BONDONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Gennaio, 2024 @ 7:28 am

La TV ha recentemente ritrasmesso due documentari “nella bellezza” sul fenomeno ciclo turistico toscano de L’Eroica e sul circuito cicloturistico bolognese BOMBA-Bologna Montana Bike Area, evidenziando il forte sviluppo che le due iniziative stanno dando alle economie locali in tutte le quattro stagioni e citando inoltre i molti miliardi di euro di fatturato che questo nuovo turismo genera in tutto il paese.
Sullo stesso tema i nostri quotidiani locali trentini spesso riportano le numerose, (ma purtroppo ancora separate!) iniziative che alcune nostre località turistiche stanno assumendo in materia.

Al che insisto sulla funzione strategica che avrà la nuova CABINOVIA TRENTO-MONTE BONDONE, quale innesco di un progetto provinciale “sistemico”, mirato alla realizzazione del TRENTINO BIKE SAFARI, sull’esempio del TIROL BIKE SAFARI che in Austria ha messo in rete numerosi impianti di risalita per complessivi 700 km di ciclo discese. Il progetto che potrebbe essere esteso all’Alto Adige per la realizzazione del TRENTINO SUD TIROLO BIKE SAFARI.

In altre parole: occorre organizzare e mettere in rete due sistemi: quello delle ciclabili di fondo valle e quello delle ciclabili “in discesa”, creando e vendendo un NUOVO PRODOTTO TURISTICO, IL DISLIVELLO, venduto anche nelle stagioni non ancora sature di turismo e cioè la PRIMAVERA e AUTUNNO, controbilanciando inoltre, soprattutto per le stazioni sciistiche di altitudine non molto elevata, la crescente carenza di neve.

La nuova cabinovia Trento-Monte Bondone innanzi tutto realizzerà un primo importante “anello”, il circuito Trento/Rovereto – Valle dei Laghi – Altogarda nelle due direzioni, anche in previsione di captare i sempre più numerosi cicloturisti del Lago di Garda.In sintesi: si tratta di pensare ed operare per sistemi di area e di captare i forti segnali di cambiamento che il turismo sta subendo, ad esempio verso il ciclo-turismo, soprattutto con l’avvento delle biciclette a pedalata assistita (le cosiddette e-bike) che si stanno sviluppando presso utenza di tutte le età e in particolare sono sempre di più utilizzate anche turisti sempre meno giovani (la popolazione sta invecchiando!) ma dotati di maggiori mezzi finanziari di spesa.

Quanto alla regolamentazione dell’uso delle biciclette in montagna, si vedano i Quaderni di Ciclo-turismo e di ciclo-Escursionismo editi dal CAI centrale, reperibili in internet: secondo il CAI infatti la materia non va nè vietata nè ignorata, bensì regolamentata.

Dice … ma pare che ci sia difficoltà a reperire la parte di finanziamento ancora necassaria alla realizzazione dell’impianto, perchè soprattutto all’inizio la cabinovia potrebbe avere una perdita di bilancio.

Rispondo: basta farla realizzare da una SpA comunale pluriservizi che comprenda anche attività oggi in forte utile (farmacie e parcheggi) recuperando risorse finanziarie a valere sulle forti somme che oggi le due rispettive società versano (inutilmente!) all’erario a titolo di imposta sull’utile.

F.to: Riccardo Lucatti, Tavolo di Lavoro Economia e Finanza mista Italia Viva Trentino (sciatore e ciclista).

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PRIVATIZZARE (BENE O MALE) UNA SPA O VENDERE LE AZIONI DI SPA ITALIANE ALL’ESTERO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2024 @ 5:04 pm

Le parole sono pietre, scriveva Don Lorenzo Milani. E allora usiamole con precisione.

Privatizzare in inglese si dice “to go public”, ovvero aprire il capitale sociale di una SpA alla moltitudine del pubblico degli azionisti privati, ovvero quotare in borsa una società: esattamente il contrario di quello che potrebbe sembrare a seguito di una errata traduzione nella nostra lingua, e cioè far sì che una SpA diventi pubblica.

Purtroppo nella Borsa Valori italiana non vi è una moltitudine di società e quindi nemmeno una moltitudine di azionisti. Forse anche per questo che il termine “privatizzare” ha assunto soprattutto un altro significato e cioè la vendita di una SpA pubblica ai privati, ma non alla moltitudine dei possibili azionisti privati, bensì soprattutto ad alcuni imprenditori privati soprattutto se amici di chi vende.

Questa è stata la “privatizzazione” in Russia e questa avverrà in un grande paese del Sud America, paesi nei quali rispettivamente si è creata e si sta creando la classe dei grandi oligarchi (per la Russia, qualcuno ha calcolato il patrimonio privato di Putin, valutandolo circa la metà della somma del patrimonio di tutti gli oligarchi russi).

Un significato che il termine non ha mai assunto e che a mio avviso non deve mai assumere è la vendita delle azioni di una Spa pubblica a soggetti dell’estero.

In sintesi, si deve essere
– contrari alla vendita di azioni di importanti SpA pubbliche a soggetti esteri;
– contrari alle privatizzazioni stile Russia;
– favorevoli alle privatizzazioni all’inglese.

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IL LAVORO MATTEO RENZI IN FAVORE DELLA POVERTÀ NEL MONDO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2024 @ 4:12 pm

(ATTENZIONE! QUESTO E’ UN LP, LONG POST! SIETE AVVISATI)

Tra le molte leggi andate in Gazzetta Ufficiale fatte nei mille giorni dal governo più riformista della storia repubblicana non è quasi mai elencata la riforma della cooperazione internazionale.

Cosa che ho seguito da decenni. Trattasi della legge n. 125 del 29 agosto 2014 istituita a quasi trent’anni anni dalla vecchia L. 49/87.

Con questa nuova legge venne finalmente istituita la ‘governance’, ovvero  

l’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo (Aics). Il Ministero MAE non si chiama più Ministero Affari Esteri ma MAECI Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Quest’ultima diventa, quindi, “parte integrante e qualificante della politica estera”.

Al Ministero spettano le linee guida politiche mentre all’Aics spetta la gestione dei fondi e la valutazione dei progetti, portando quest’ultimi al di fuori della sfera politica, iniziativa molto previdente in tempi di populismo dilagante, ove si promette nelle sedi internazionali e si chiudono i cordoni in quelle statali.

 Obiettivi della nuova legge sono:

  •  sradicare la povertà e ridurre le disuguaglianze
  • migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e promuovere uno sviluppo sostenibile;
  • tutelare e affermare i diritti umani, la dignità dell’individuo, l’uguaglianza di genere, le pari opportunità e i principi di democrazia e dello Stato di diritto;
  • prevenire i conflitti, sostenere i processi di pacificazione, di riconciliazione, di stabilizzazione post-conflitto, di consolidamento e rafforzamento delle istituzioni democratiche.

A rileggere gli obiettivi sembra scritta oggi in quanto rafforza, e non poco, la “diplomazia dal basso” alias “diplomazia popolare”.

A tal proposito, dopo quattro anni di latitanza, è appena uscito un bando di 180 milioni di Euro per le OSC (Organizzazioni di società civile) e di 60 milioni per gli Enti Locali (cooperazione decentrata).

Se non vi fosse stato il governo Renzi dubito fortemente che ora vi sarebbero queste risorse a bando, ma è difficile spiegare tutto ciò al mondo del terzo settore che spesso (e fortunatamente non sempre) non ha idea di quanto lavoro vi sia dietro ad ogni riforma in un paese come il nostro che ha messo al bando il riformismo.

Io abito in Trentino che era uno dei territori più generosi in cooperazione internazionale alla quale destinala lo 0,25% del bilancio provinciale, per importanti progetti di cooperazione comunitaria.

Visto l’avanzare del populismo e del sovranismo anche nelle nostre terre avrei voluto un’Agenzia come quella statale (Aics) ma ho trovato poco ascolto sia dal pubblico che da molte associazioni ed organizzazioni di società civile più intente a farsi benvolere dall’assessore di turno anziché di rivendicare una storia, dei legami oltrefrontiera, un percorso (gli obiettivi del millennio) e infine anche un traguardo finanziario (lo 0,7% del bilancio) al fine di consolidare importanti partenariati. Niente da fare. E’ arrivata la Lega & C. che con orgoglio spazzò via tutto l’esistente. Il loro slogan “aiutiamoli a casa loro” è stato solo un elemento di distrazione di massa, anzi: delle masse ed è valso ancor più del “me ne frego” di triste memoria  a suo tempo combattuto dal “I care of ”, io mi prendo cura di –,  firmato Don Lorenzo Milani.

Sono rimasti in vita solo pochissimi progetti per lo più di emergenza e qualche partenariato in capo all’Assessorato.

Torniamo al nazionale. Tra le attività riconosciute dalla legge 125 ci sono ora:

  • il commercio equo e solidale;
  • la finanza etica e il microcredito;
  • lo sviluppo di relazioni tra comunità di immigrati e paesi di origine finalizzate alla cooperazione e al sostegno allo sviluppo.

Al di là delle chiacchiere convegnistiche (credo di esser stato nel decennio precedente uno dei maggiori promotori di convegni ed incontri pubblici a riguardo a livello nazionale) gli anni del governo Renzi videro una crescita costante dei fondi destinati alla cooperazione internazionale:

2014 (0,19%) –  2015 (0,22%) –  2016 (0,27%) – impostando il trend anche per il 2017 (0,30%).

Un’ascesa che s’è poi interrotta con le sue dimissioni da premier post referendum di riforma costituzionale. Notai allora con rammarico che molti attori, anche autorevoli, della cooperazione internazionale con i quali avevamo discusso ed elaborato i documenti che portarono alla L. 125/2014 seguirono la vulgata nazional popolare dell’anti renzismo credendo, peraltro, che vi fosse del dolo da parte dei familiari dell’ex premier. Alcuni di essi avevano anche partecipato alla Leopolda e appena scattarono le indagini anche su questa presero subito le distanze. Sto parlando di persone che ritenevo preparate, presidenti di ONG e non certo sprovveduti. Dopo 3 decenni (30 anni) di chiacchiere e promesse finalmente avevamo una legge alla quale, con tutte le mediazioni, avevamo contribuito assieme alla redazione. Mi consolava avere amici dell’Arcigay ai quali confidavo tutto il mio rammarico per l’irriconoscenza tipica dei voltagabbana. Loro sorrisero. In particolare Ivan Scalfarotto che riconobbe nello scout di Firenze la volontà di portare in Gazzetta Ufficiale la legge sui diritti civili con settori della chiesa cattolica più conservatori in piazza con i cartelli “ce lo ricorderemo”. E mi spiegarono che è spesso così. Il riformismo, in verità, ha smantellato un castello di chiacchiere convegnistiche sulle quali campano molte organizzazioni. Avendo anch’io, come Matteo Renzi, una splendida nipotina con la sindrome di down mi sono confrontato anche con alcune associazioni che accompagnano la disabilità e che avevano apprezzato la legge “dopo di noi” o quella sull’ “autismo” e verificai che quasi nessuno, in verità, sapeva chi avesse avuto la volontà politica, chi fosse l’artefice, chi ebbe il coraggio di mettere in agenda leggi che tutelano gli ultimi, i più deboli. L’antipolitica la faceva da padrona e tutti coloro che avevano molto lavorato per “sradicare la povertà” (slogan di molti dei miei convegni) veniva assimilato ai peggiori, ai saltinbanco, a chi non ha la più pallida idea di cosa significhi stare dentro le contraddizioni e i compromessi per arrivare alla Gazzetta Ufficiale. Il coraggio di Renzi non l’ho riscontrato, per esempio, in Paolo Gentiloni (con tutto il rispetto per un politico che stimo) che avrebbe avuto anche lui la maggioranza per far approvare in tempi brevi almeno uno ius tra i tanti: Ius Soli, Ius Sanguinis, Ius Scholae o Ius Culturae. Ma nulla. Ormai l’estrema sx assieme alle dx avevano convinto da tempo il paese che avevamo proprio bisogno di due camere parlamentari e che non potevamo di certo fare a meno del CNEL. A proposito, se passava il SI, vi sarebbe stato mezzo miliardo di euro in più all’anno per i più poveri i quali sembrano ora votare compatti per l’estrema destra.

FABIO PIPINATO – ITALIA VIVA – IL CENTRO – RENEW EUROPE

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LA VENDITA DI AZIONI ENI ALL’ESTERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2024 @ 7:40 am

A chi le ha contestato questa vendita, la Presidente del Consiglio ha risposto che non prende lezioni da chi ha venduto la Fiat alla Francia.
Questa sua risposta le è stata a sua volta contestata in quanto un fatto è la vendita a soggetti esteri da parte di un azionista privato delle azioni di una sua SpA privata, ben altra cosa è la vendita all’estero da parte del governo di azioni di una grande e redditizia società pubblica. Chiarito ciò, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature:

– il  metodo delle risposte con frasi ad effetto è indice del non volere entrare nel merito del problema;
– il fatto che nel momento in cui bisogna aumentare la disponibilità finanziaria pubblica, si operi al contrario, riducendo la portata di una importante sorgente finanziaria nazionale;
– che non sia stata esaminata la possibilità di attrarre volontariamente verso il nostro settore pubblico la ricca finanza privata italiana ed estera con l’emissione di TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA (non di debito in quanto espressamente escludenti il diritto al loro riscatto, bensì semplicemente eventualmente e liberamente riacquistabili in Borsa dal Tesoro.) Nel 2020 una grande banca italiana emise 1,5 miliardi di propri titoli irredimibili ricevendo richieste di acquisto per ben 6 miliardi: e gli irredimibili emessi dal Tesoro sarebbero tassati alla metà!
– l’apertura del capitale sociale delle nostre maggiori SpA pubbliche contrasta con il conclamato patriottismo di chi l’ha decisa anche perché apre la strada a successive scalate azionarie;
– sorge una domanda: questa impellente necessità di nuove coperture finanziarie deriva forse dal fabbisogno finanziario necessario per attivare l’Autonomia Differenziata?  Se così fosse vi sarebbe la tentazione di allungare la fila di decisioni di spesa quantO meno discutibili, dopo il reddito di Cittadinanza e il 110%.

Riccardo Lucatti – ITALIA VIVA – IL CENTRO – RENEW EUROPE

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