ODISSEO SECONDO MARIA LIA GUARDINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Maggio, 2016 @ 9:10 pm

Detto altrimenti: Odisseo alias Ulisse, sempre attuale      (post 2391)

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DSCN1381Ulisse-il-cavallo-di-Troia. Quanti vanno oltre questo quasi-luogo-comune? Più il tempo passa, più il numero di costoro diminuisce, visto che i programmi scolatici (dei licei classici) oggi sono la metà di quelli di ieri. Nostalgico io? Si, della cultura (non certo della politica!)
Maria Lia - così vuole che la si chiami noi, suoi alunni “diversamente giovani” del Gruppo di lettura dei Classici presso la Biblioteca Comunale di Trento – anni fa aveva ”fatto” l’Ulisse in quattro puntate al Sass di Trento, con un gruppo di teatro. Una mia attuale  “compagna di classe” Caterina  Rosa Marino se ne è ricordata ed ecco l’invito a parlare di Odisseo alla Biblioteca di S. Michele all’Adige, con l’organizzazione della bibliotecaria Lorna Somadossi (anche considerato che il Circolo Culturale Alberti, al cui interno è maturata l’idea, non è più attivo per una serie di motivi).

Ulisse, una figura da guiness dei primati per quanto è richiamato nella letteratura di tutti i tempi. Maria Lia cita solo alcuni casi: Antonio Spinosa, giornalista del Corsera, che ha scritto una Odissea in prosa; Pascoli e D’Annunzio, per i quali Ulisse è un superman; Guido Gozzano, che smitizza l’eroe con la sua “Ipotesi”; l’Odissea di Alberto Savinio, con il suo Capitan Ulisse in ambiente borghese, etc..

DSCN1379Achille, eroe assoluto. Ulisse … se po’ fa’ … se po’ fa’ … Ulisse, il “molto” (polu’) di tutto: colui che ha molto viaggiato, molto sofferto, molto ideato, molto raggiunto, etc. In tutti i suoi molti (e ci risiamo!) epiteti compare sempre il “molto”. Ma soprattutto, molta metis, saggezza furba, arte di arrangiarsi, di cadere in piedi, ben diversa dalla sofè, saggezza “nobile” che deriva dagli dei. Infatti: si dà malato (pazzo) per sfuggire all’arruolamento; sgamato, scappa dalla battaglia e viene rimproverato da Menelao; truffa nelle gare sportive. E’ piccolo e brutto, ma quando si mette a parlare incanta tutti: maestro dell’inventiva, dell’improvvisazione e soprattutto della retorica, sarebbe stato un ottimo avvocato. Di lui abbiamo sempre inquadrature trasversali, mai di fronte, a tutto tondo: pittorico più che scultoreo. E se Ulisse è diverso da Achille, l’Odissea lo è dall’Iliade. Iliade, l’assoluto. Odissea: inizia la letteratura moderna: quadri e tempi diversi; stacchi temporali, flash back; scene che cambiano, etc..

DSCN1385I quadri: la vita ad Itaca nella sua attesa; i suoi viaggi; il ciclope; le (tante) donne: uno strano modo di essere fedele alla moglie; l’isola dei Feaci. 20 anni, dieci di guerra e dieci in crociera, e lui non è cambiato di una virgola! Per cambiare la storia invece Omero si inventa la prima utopia al mondo. il non-luogo (u-topos): l’isola dei Feaci. Ulisse vi arriva naufrago avendo perso la cognizione dello spazio e del tempo e se ne parte addormentato in un profondo sonno su una loro nave. L’isola che non c’è avrebbe scritto Umberto Eco; l’isola fuori da ogni rotta conosciuta, avrebbe scritto Emilio Salgari; l’isola le cui navi navigano essendo invisibili come quella dell’ Olandese Volante …

E non basta: Omero fa scendere Odisseo fin sula porta dell’Ade, cosa che forse ispirò altre catabasi: quella di Virgilio con Enea e quella più famosa di Dante con se stesso.

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Insomma. a mio sommesso avviso ce n’è e ne avanza per affermare l’attualità di Odisseo politico-moderno-in senso-non sempre-positivo (1)  e dello scrittore-regista- sceneggiatore Omero.   A conclusione del pomeriggio, Costanza Rosa Mongioì (voce) e Bruno Mongioì (flauto tenore barocco) si sono esibiti nell’Epitaffio di Sicilo, musica greca del 220 a. C.. Bravissimi ragazzi! E – manco a dirlo – brava Maria Lia!

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(1) in senso non del tutto positivo? Già, perchè per strada ha perso tutti (tutti) i suoi compagni di viaggio  …. evvabbè …

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BICINSUDTIROL!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Maggio, 2016 @ 3:04 pm

Detto altrimenti: se non ne approfittiamo noi di una mattinata di sole, noi V.I.P. (Vecchietti In Pensione) … (post 2390)

Trento-Ora, si lascia l’auto. In 22 km di ciclabile verso nord, sfioriamo Bozen e si inizia a salire seguendo l’affascinante sedime della vecchia ferrovia Bolzano-Appiano. Affascinante con tanto di gallerie alla “vecia”, però illuminate! (Grazie all’Ente Pubblico che se ne è fatto carico).

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WP_20160525_001In cima alla pista ciclabile un bicigrill gestito da due persone sorridenti e gentilissime: ci indicano una via (nuova per me) di discesa: “Subito qui di fronte, dietro al siepe”. Già questa via si riconduce con la bretella che, staccandosi 4 km prima del bicigrill dalla pista principale, ad uno stop prende a sinistra (per chi sale dalla valle dell’Adige) e si riconduce alla pista che scende ad Ora. Sulla stessa strada, da destra, arriva una terza pista, che potete prendere dopo avere scollinato (in Appiano) verso sud e lasciato al SP.

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Ultimo tratto: l’azzurra vision di … no, non di S. Marino, ma del lago di Caldaro. A destra, in altro, i contrafforti della Val di Non. In totale 47 km. Non abbiamo tempo di salutare l’amico Otto che gestisce il casotto di vendita mele e frutti vari e via di corsa vieder nach Trient dove ci aspettano per pranzo.

Firmato Giovanni e Riccardo, “due” della FIAB Trento, Federazione Amici della Bicicletta.

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Cosa? Il mio resoconto è molto anzi troppo succinto? Vorrei vedere voi …. vorrei … che io oggi pomeriggio sarò alla Biblioteca di S. Michele all’Adige per ascoltare e recensire una conferenza della mia Prof Maria Lia Guardini su Odisseo che poi sarebbe Ulisse … vorrei vedere voi, vorrei! Arrivederci al post successivo!

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FIAB TRENTO-PORDENONE: POST “A PEDALI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Maggio, 2016 @ 5:48 am

Detto altrimenti? In bicicletta, “viribus unitis”!      (Post 2389)

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Istruzioni per l’uso di … Trento!

FIAB, Federazione “Italiana” Amici della Bicicletta. “Italiana” …  perché? Perché è presente in tutta Italia, dalle Alpi alle spiagge della Sicilia; ma italiana anche perché quando un’Associazione locale si sposta “fuori zona”, trova la consorella ad accoglierla. E così è stato per gli Amici di Pordenone in visita a pedali in Trentino. Programma molto intenso: arrivati in 35 alle 09,00, scarico bici dal bus. Si visita Trento (09,40 – 11,40). Dalle 11,40 alle 13,40, visita guidata al Muse, indi si parte sulle ciclabili per Rovereto-Mori-Riva del Garda. Guide “indiane”, ovvero i fiabbini di Trento che hanno accompagnato gli ospiti: Francesco e il sottoscritto fino alle 13,00 – Fausto e il sottoscritto dalle 13,00. Fausto, dalle 17,00. Il sottoscritto dalle 18,30.

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(mia)

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Bici-tecnico al seguito: Gianluca Manci (Gira la Ruota, Via Mattioli, tel. 3485723443), qui a fianco nella foto con Francesco (le foto del post  sono sue, ove non altrimenti specificato)

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“Trento in due ore”: brevissima traccia della visita alla Città (dagli appunti di viaggio predisposti)

Il nome Trento

Città dei tre fiumi (Adige, Fersina, Vela). Poi romana: Tridentum

La storia

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La città si visita così!

Medio Evo, in Europa nascono le comunità nazionali. In Italia i principati e i Comuni. In Trentino ad iniziare dal 1200 i Conti (“Dinasti”) e i Principi Vescovi locali concedono autonomia ai comuni ed alle valli: sono le “Regole”: “Siete autonomi purchè paghiate le imposte, non siate ostili all’Imperatore e forniate milizie” (gli imperatori dovevano attraversare le Alpi e percorre la Valle dell’Adige per andare a farsi incoronare a Roma: era il percorso autostradale del tempo. Doveva essere messo in sicurezza).

Altro concetto fondamentale per comprendere il periodo: il Re, l’Imperatore era “primus inter pares”. Alla sua morte si scatenavano lotte per la successione, spesso sfocianti nella divisione dell’impero. Solo con Enrico II di Baviera (1002) la corona diventa elettiva. E lui viene fatto Santo. Dinastie, elezioni … ma ci fu anche una burocrazia vincente (gli Ottoni)

20160521_100359Quando l’impero si smembra in tre tronconi, quello centrale che comprendeva il Regno di Italia (erede dell’Impero Romano) viene definito Impero (Lotario Imperatore). A ovest, il Regno dei Franchi (Carlo il Calvo Re); a est il Regno Germanico (Ludovico Re).

Una seconda ondata di barbari: Vichinghi (Normanni:  Sud Italia, Novgorod, Kiev) e Ungari. Culture diverse in arrivo, a mescolarsi, prevalendo (Vichinghi) o meno (Ungari) sulla cultura latina. Bulgari, odierno quartiere cittadino della Bolghera.

Le religioni: da quelle barbariche al protestantesimo, tutti tranne i Franchi che passano direttamente al cristianesimo.

Nel 962 nasce il Sacro Romano Impero Germanico da cui scaturiranno gli Imperi d’Austria e d’Austria Ungheria. Per capirsi. Per quanto riguarda il nostro territori, il Papa incorona l’Imperatore, l’imperatore nomina i Principi Vescovi: il Vescovo di Trento, Bolzano e Venosta ottiene la bolla dall’imperatore Udalrico II°. Siamo nel 1027.

La nascita dello spirito di Autonomia

Don Lorenzo Guetti 1750, Vigo Lomaso. Cooperazione e Autonomia.

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“Duominbici” (mia)

Il Duomo

1100-1200, sopra basilica paleocristiana. Visita all’interno. – Il gineceo – Costruzione “fresca” tuttavia i Vescovi del Concilio vollero uscire dall’abside per sistemarsi assai più comodi nelle navate.

Piazza Duomo

“Dante”: l’alba su Trento – Case affrescate – Fontana del Nettuno settecentesca – Roggia Grande, l’acqua scorre sotto piazza.

Via Granda/Larga (Belenzani)

I palazzi dei ricchi borghesi.

S. Maria Maggiore

Il Concilio di Trento, del 1545 al 1563 (vs. Martin Lutero), la seconda Chiesa del Concilio.

Chiesa di San Pietro (Veneziana) e Piazza Italia

Ex quartiere tedesco, le rogge, il lavaggio pelli;  la Trento romana (sotterranea;  il fascismo.

Piazza Mostra e il Castello del Buon Consiglio (dall’esterno)

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(mie)

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La Torre di Augusto; a sinistra la parte vecchia (Castelvecchio); al centro la Giunta Albertiana (Vescovo Alberto) con loggetta veneziana affrescata dal Romanino; a destra la parte rinascimentale (Principe vescovo Clesio): il Magno Palazzo. Castello sopraelevato su roccia, senza fondamenta. L’ Adige, deviato dall’Austria per ragioni ferroviarie, scorreva nella attuale Via Torre Verde sotto la quale ancora oggi una vena del fiume. All’interno, un giardino “autoriscaldato” dal riverbero delle rocce, con le piante aromatiche che piacevano al Clesio. Dietro, il cortile del martirio di Cesare Battisti e Damiano Chiesa. Sulla piazza Mostra, gli spettacoli e i mercati.

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20160521_110803Via Mazzini e Piazza Fiera

Il mercato del vescovo – Le mura merlate del 1230 – Torrione: torre circolare del 1500 ex prigione – Dietro, sede FIAB Trento.

Palazzo delle Albere

Residenza di campagna del Vescovo (oltre alla Rocca di Riva del Garda).

Il Muse e Quartiere delle Albere (architetto Piana)

Chiesa di S. Apollinare: non si è fatto in tempo

  … e via sulle nostre ciclabili!

Info-point Rovereto

(mia)

Sosta al Bicigrill di Nomi – Rovereto Borgo Sacco –  Lago di Loppio: galleria Adige Garda, resti preromani, Isola Clotilde – Percorso della vecchia ferrovia Riva-Rovereto – Centro storico di Nago – Discesona lungo la Vecchia Torbole – Lungolago fino a Riva del Garda: lapide con le successive signorie al palazzo comunale; Riva, confine fra Ligures e Veneti. La città romana più arretrata, quelle medievale più avanzata fino in riva al lago sulle ex paludi. – 1450 i Veneziani: galeas per montes conducendo – La rocca – Il Torrione – Il generale Vendome – I poeti del lago: Catullo, Virgilio, Dante, Goethe.

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(foto Grazia) Il saluto  finale Pordenone-Trento!

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 TUTTO IN UN GIORNO. FIRMATO FIAB, AMICI A PEDALI, VIRIBUS UNITIS!

P.S. 1: un ringraziamento alla Fraglia Vela Riva e al suo presidente Giancarlo Mirandola per avere consentito che il nostro pullman + rimorchio (quasi 20 m di lunghezza!) potesse parcheggiare nell’area riservata alle regate: infatti, in caso contrario, avremmo avuto un notevole problema per la sosta e il ricarico delle biciclette stante il grande affollamento delle aree di  parcheggio in Riva del Garda.

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(foro Grazia) Si va … sulla montagna …

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.P.S. 2 : il giorno dopo per gli ex ospiti Furlan è prevista la salita in funivia al Monte Baldo e la discesa fino a (credo) Bardolino.

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JOINT US, JOINT FIAB!

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BIANCO, ROSSO, VERDE E BICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Maggio, 2016 @ 10:50 am

Detto altrimenti: finalmente il sole!                                    (post 2388)

 

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“Fuoristrada”

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Era ora! Fino a qualche giorno fa nevicava a 1.800 metri di quota. Poi, improvvisamente, la primavera! Le nostre biciclette impazienti: “Maggio, andiamo, è tempo  di pedali!”

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Friends, I’m waiting for a comment !

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Lungo la strada, due ciclisti svizzeri, fermatisi come me per ammirare il bianco dell’ultima neve laggiù, verso il Garda; il rosso di papaveri e il verde della campagna.

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IN MORTE DI MARCO PANNELLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Maggio, 2016 @ 6:51 am

Detto altrimenti: de mortuis nihil nisi bonum                            (post 2387)

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thT6DEGPSKWilliam Shakespeare, nell’orazione in morte di Giulio Cesare, fa dire a Marcantonio: “Il male che gli uomini fanno vive dopo di loro. Il bene è spesso sotterrato con le loro ossa”. Per Marco Pannella sembra che ciò non sia valido: sia perché sarebbe da dimostrare che egli abbia compiuto del male, sia perché pare che a sopravvivere alla sua morte sia il bene che egli ha compiuto. Il bene, tanto, se giudichiamo dagli elogi postumi che sta ricevendo da parte di tutti. Al riguardo faccio mia una osservazione che fa mia moglie da molti anni: “Sarebbe bello che delle persone si parlasse bene già quando sono vive, non sempre e solo dopo la loro morte”.

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ATTENTATO FALLITO AL PRESIDENTE DEL PARCO DEI NEBRODI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Maggio, 2016 @ 5:58 am

Detto altrimenti: attentato fallito? No, avvertimento riuscito!                     (post 2386)

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Il Presidente Giuseppe Antoci sta recuperando per il Parco aree letteralmente “rubate” dalla mafia. Sta interrompendo il meccanismo perverso di truffa alla UE attraverso il quale la mafia otteneva illecitamente contributi per l’agricoltura su aree industriali pubbliche, di proprietà di altri che non del richiedente, comprese nel Parco, etc.. Ce n’è di tutti i tipi! (si veda la trasmissione della Gabanelli o di Jacona, uno dei due … non ricordo chi, ma questo è un dettaglio).

La mafia non gradisce e lo spara (“sparare a” al sud spesso diventa un verbo transitivo) mentre in auto rientra a casa. Lui ne esce indenne perché la sua auto è blindata e i colpi non lo raggiungono. Attentato fallito? Quando mai!!?? Ragioniamo un po’: infatti non è assolutamente credibile che la mafia

  • non fosse a conoscenza che l’auto fosse blindata;
  • non fosse in grado di fornire agli attentatori materiali armi “adeguate” allo scopo.

Dal che si deduce che quanto è successo non è un “attentato fallito” ma un “avvertimento riuscito”.

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Ma andiamo avanti, infatti la cosa più grave è un’altra, e cioè che il sistema della gestione pubblica (delle domande di contribuzione della UE, etc.) sia stato (o sia ancora?) tale da consentire per anni queste rapine dei fondi UE (e dei beni pubblici) alimentati dal denaro dello Stato Italia, alimentato dalle nostre imposte. Mi domando: possibile mai che non si trovi il responsabile di questo colabrodo? Dicono che lo Stato non è una SpA. Tuttavia, per certi aspetti, magari lo fosse! Infatti se tutto questo fosse accaduto in una SpA, si sarebbe individuato subito il responsabile e se ne sarebbero tratte le dovute conseguenze a suo carico.

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RAGIONAMENTI COME SCATOLE CINESI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Maggio, 2016 @ 7:26 am

Detto altrimenti: non lasciamoci “inscatolare” il cervello!                               (post 2385)

  • Una scatola che ne contiene – nascondendola – un’altra e così via.
  • Un ragionamento che ne contiene – nascondendolo – un altro, e così via.
  • Ma domandiamoci: quali sono i contenuti veri?

Nelle SpA il gioco della scatole cinesi ha avuto (purtroppo, n.d.r.) pieno successo: possiedo il 51% di una SpA scatola che possiede il 51% di una seconda Spa scatola e così via, fino a quando l’ultima SpA scatola possiede il 51% della SpA vera. In realtà con una percentuale minima, ad esempio del 5% del capitale della SpA vera, io ne ho la maggioranza decisionale.

Nei progetti di leggi che ci devono governare: si parla di “contributo di solidarietà” a carico delle pensioni “alte” (“ma pero” …. a che livello una pensione è alta?) e allo stesso tempo taluno afferma che i vitalizi dei parlamentari non sono equiparabili alle pensioni in quanto essi sono pagati a valere su fondi diversi etc. . Ecco la “scatola cinese mentale”: infatti, da dove arrivano quei “fondi diversi”? Dallo Stato? Ok. E allo Stato, da dove arrivano? Dalle tasse e dalle imposte. Ok. Ma chi paga le tasse e le imposte? Lavoratori e pensionati. Ok, ho capito …

Ma … si obietta, quei vitalizi sono un “valore assoluto”, intoccabili. Rispondo: assoluti loro e non altri? Allora si tratta di assoluti relativi.

Scatole cinesi dei ragionamenti? Si, o anche, se preferite,  “sistema dei vasi non comunicanti”.

Fine.

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I CLASSICI GRECI (E LATINI) A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Maggio, 2016 @ 3:08 pm

Detto Altrimenti? Ci siamo ritrovati come di consueto a ripassare i classici (questa volta greci) presso la Biblioteca Comunale di Trento …                          (post 2384)

… con la Prof (“Prof” senza puntino) Maria Lia Guardini. Ultima giornata dell’ “anno scolastico”. Si riprende a ottobre. Oggi abbiamo iniziato con il ricevere i compiti per le vacanze.

Obbligatori

Leggere

  • thL094ADL6Dell’ Anonimo (pseudo) Omero (ovvero non si sa chi sia stato): “Batracomiomachia” la guerra fra i topi e le rane. Si tratta di tre canti per un totale di circa 75 sestine il che significa circa 450 versi (reperibile in internet. Traduzione di un giovane studentello: tale Giacomo Leopardi). L’autore – sconosciuto – conosce e “lavora” bene il prodotto letterario altrui e si diverte a rovesciare ironicamente il poema epico, con una tempestività insolita rispetto al prodotto originale.

Facoltativi

Rileggere

  • Uccelli, di Aristofane, in previsione di un lavoro che si svolgerà presso la Biblioteca: letture di passi di Utopia, con Paolo Ghezzi.
  • l’Edipo di Sofocle e quindi …

Leggere

  •  thEQV2HCJW“Il Dio Kurt” di Alberto Moravia (reperibile nella raccolta “Teatro”, 2 volumi Bompiani). Si tratta, quella di Moravia, di una ripresa di una tragedia antica, a dimostrazione della inadeguatezza del ‘900 – secolo ispirato a “valori” borghesi cioè molto relativi – a produrre il genere tragico. Lo stesso era accaduto nell’antica Grecia alla fine della (cosiddetta, n.d.r.) Repubblica Ateniese, quando la cultura “virò” verso la “civiltà” borghese dell’età ellenistica.
  • “La lunga notte di Medea” di Corrado Alvaro.
  • “Emma B vedova Giocasta” e “Alcesti di Samuele” di Alberto Savinio (riferiti al periodo delle leggi raziali).
  • La mia compagna di banco Emma suggerisce la lettura di “Danubio” di Claudio Magris e di “Verde acqua. La radura” di Marisa Madieri.

Vedere

Il film “Edipo re” di Pierpaolo Pasolini.

Adempiuto a questo doveroso passaggio, siamo entrati in corpore vivo …. Nel post del 3 maggio scorso (rileggetelo, dai …) avevo anticipato che oggi avremmo parlato di Tirteo, Archiloco e Saffo.

Dell’opera di Tirteo, autore di elegie parenetiche (inneggianti alla guerra) possediamo alcuni frammenti. In lui è presente la tradizione omerica ma sotto un diverso angolo visuale: non esistono “singoli eroi assoluti da sempre coraggiosi” ma schiere di combattenti che il coraggio devono farselo venire e devono conservarlo fino all’estremo. Cambia anche la tecnica della battaglia: non più duelli ma schiera contro schiera, scontro di “insiemi”, di militari (cittadini) organizzati. Da qui e dell’evolversi dell’economia nascono i germi della “polis”, ovvero della Città Stato (a me pare di potere fare un parallelo – e così si può dire – con il passaggio dalle signorie medievali all’Età dei Comuni e con le repubbliche marinare – io sono genovese di nascita – laddove ognuno contribuiva con denari o anche personalmente all’organizzazione militare della sua città).

Archiloco: l’amore viene dal cielo, è un regalo degli dei. Le sue elegie sono piene di formule omeriche. Dico “formule” intendendo “espressioni letterarie”: infatti i poemi omerici sono per questi autori una sorta di “formulario” al quale attingere, anche se con significati diversi.

Saffo: donna energica, consapevole, ribelle, emancipata: la cosa più bella? Non le schiere dei cavalieri o dei fanti, non una flotta ma “ciò che si ama”. Anche in lei si vede Omero, ma anche qui diversamente significativo: Elena, ad esempio, è vista solo come una donna pazza d’amore che abbandona marito e figlia. Anche per Saffo l’amore è un dono degli dei, non un qualcosa che matura dall’interno di ogni persona (come per Ettore e Andromaca). In lei troviamo i paesaggi, le contraddizioni dell’ odi et amo di Catullo (“Eros, dolceamaro“), di un Catullo che ritroviamo nel frammento 117 D “Come il giacinto che i pastori pestano per i monti, e a terra il fiore purpureo e sanguigno”, là dove Catullo canta “ … e non si volti più indietro a guardare il mio amore che giace a terra come un fiore sradicato dall’aratro al bordo del campo”. Vi è anche in lei il non omnis moriar di Orazio: il poeta sopravvive alla propria morte attraverso la sia poesia. Per il resto, una grande amatrice.

Ciao, ragazzi, per oggi mi pare che possa bastare, non credete?

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CHIUSO AL PUBBLICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2016 @ 9:03 am

Detto altrimenti: chiusure per il corpo e per lo spirito 

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Trento Viale Trieste, “in cima” al viale,  in quella zona chiamata “la Busa” (da non confondersi con la Busa del Garda).

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Chiusure per il corpo

Post n. 1566 del 20.06.2014 – Post n. 1612 del 30 luglio 2014 (li trovate cliccando Viale Trieste): improvvisamente stalli auto bianchi diventano “Proprietà Privata”.

Chiusure per lo spirito

Post precedente a questo: improvvisamente una Chiesa pubblica pare che stia per diventare una Chiesa privata.

In entrambi i casi la cittadinanza non è stata avvisata, interpellata, ascoltata, avvertita. Cittadini o sudditi?

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COSA STA SUCCEDENDO ALLA CHIESA DI SAN BERNARDINO A TRENTO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2016 @ 7:19 am

Detto altrimenti: da piccoli grandi segnali … un allarme                           (post 2382)

Premessa

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Genova: anche ai “miei tempi” c’era già il colore! Tuttavia alle tante foto moderne ho preferito questa … 

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Nella mia città natale, Genova, la mia parrocchia era S. Francesco d’Albaro. Arrivando a Trento, tre decenni fa (non mi andava di scrivere “a Trento trent’anni fa”), fui lieto di vedere che la parrocchia che mi “competeva” era una Chiesa francescana.

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Quella di San Bernardino. Una bella, semplice Chiesa francescana, in alto. in cima alla Via Grazioli. Dodici anni fa ci si è sposata mia figlia: non è stato necessario arrivare alla chiesa con l’auto per percorrere i 200 metri che ci separano da essa, un tragitto per me meraviglioso: lungo il Fersina, in una bella giornata a cavallo fra l’estate e l’autunno (21 settembre): incrociamo una signora: “Che bella!” dice, ed io orgogliosissimo e commosso.

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Fine della premessa

 

Ed ecco i fatti relativi a quella Chiesa  che oggi io credo di potere collegare

  • WP_20160516_002La Chiesa, molto frequentata la domenica, viene declassata e non è più parrocchia. Noi fedeli siamo trasferiti ad altra Chiesa. La frequentazione domenicale di riduce di molto.
  • In una parte del complesso Chiesa-Convento si insedia la Associazione “Nuovi Orizzonti” (emanazione dei Focolarini).
  • Prima della Messa domenicale, da qualche tempo vi si trovavano gruppetti di signore a chiaccherare, senza alcun ritegno, senza alcun riguardo per il luogo e per gli altri fedeli. Come se fossero al bar o in un salotto. Come se la Chiesa fosse (già, n.d.r.) “cosa loro”. Nessun frate protestava, nessuno di loro le riprendeva. Non capivo.
  • Ieri, domenica 15 maggio 2016, il frate celebrante annuncia che presto non si dirà più Messa.
  • Nella preghiera dei fedeli, una signora legge “… verso i nuovi orizzonti della storia …”
  • A fine Messa chiedo al frate celebrante cosa stia succedendo: mi risponde in modo evasivo, impreciso che fra poco la Chiesa non sarà più trentina ma dipenderà da Milano.
  • Milano è forse la sede centrale di Nuovi Orizzonti?
  • Parlo con una signora per far notare che non si deve fare salotto in Chiesa: “Ma no, è bello stare insieme, ritrovarsi .. una comunità felice che dialoga … viene anche lei?”No grazie.
  • Chiedo al altre donne, e mi confermano che la Chiesa non sarà più aperta al pubblico.

 

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Ad Associazione referenziata offresi Chiesa con vista Valle dell’Adige e Monte Bondone

Ne deduco che la Chiesa diverrà una sorta di grande cappella privata di Nuovi Orizzonti, chiusa al pubblico. Una religiosità privata, riservata ai consacrati dell’Associazione in questione, con vista sulla valle e sui monti: nuovi orizzonti? Si certo e molto belli da lassù! Sole, spazio, silenzio: insomma, una Associazione che si tratta bene, non c’è che dire. E noi fedeli? Noi siamo e restiamo trasferiti in altra Chiesa, praticamente migranti della religione (non della Fede che è un’altra cosa). Nuovi orizzonti? Si, nuovi in quanto limitati agli iscritti. Ma la nostra religione, non era “apertura a tutti”? E loro adesso “chiudono” una Chiesa? Non ho capito …

Fino a qui la pars destruens, la più facile. Ma veniamo alla pars construens, in genere la più difficile: che sulla porta della Chiesa sia apposto un cartello “Chiesa aperta al pubblico”, come già avviene per altri complessi religiosi che comprendono Chiesa, Oratorio, scuola, etc.. E’ chiedere troppo? E la ricchissima biblioteca dei frati, anche quella solo per pochi intimi?

Mi sto sbagliando? Sono un malpensante? Può darsi, ma a pensar male  si fa peccato ma si indovina …

P.S.: mi viene in mente una storiella: Texas, stato razzista. Una chiesetta in mezzo ad uno spiazzo assolato. Sulla porta un cartello: “Only white admitted”. Si avvicina un negretto. Il parroco lo blocca: “Dove credi di andare tu?” E lui: “Padre, io sono il ragazzo delle pulizie”. Il parroco: “Allora entra pure figliolo, ma guai a te se ti vedo pregare!”

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