CACCIA GROSSA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Gennaio, 2016 @ 5:52 pm

Detto altrimenti: Dio ha creato i gatti …      (post 2243)

… per consentirci di accarezzare le tigri!

 

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Ero sul balcone intento ad annaffiare ciò che resta dei “miei” fiori estivi (in primo piano la dipladenia – mandevilla splendens). Nel giardino sottostante scorgo un gatto che avanza con movimenti impercettibili.  E’ a caccia. All’inizio penso: di un passerotto, di un grillo, di una lucertola. Poi il mio sguardo cade su una “palla” bianca: il coniglio di Sandra, un’amica condomina. Accendo la telecamera del telefonino, ma la dimensione del film supera la capacità del post (peccato!). Sette minuti per percorrete sette metri! Il coniglio esce dall’inquadratura tanto io sono concentrato sui lentissimi e studiati movimenti della tigre. La preda è  “fuori campo” ma immobile: evidentemente conta sulla rete che divide il suo prato dal terreno di caccia. Oppure non si è accorto del felino in agguato. Come è andata a finire? Quando il gatto è stato “a distanza di balzo”, il coniglio molto dignitosamente si è lentamente ritirato al centro del suo praticello.

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I movimenti della tigre: immobile, una statua. Poi lentissimamente, dall’ “insieme tigre” esce pian piano in avanti una propaggine:  una zampa bianca, inizialmente ripiegata su se stessa, poi distesa in avanti, quasi a saggiare il terreno prima di caricarvi il peso. Una prolungamento sottile, che sempre molto, molto lentamente, viene “riassorbito” dal corpo che avanza, fino a scomparire all’interno del citato “insieme”. Ora il cacciatore è di nuovo immobile, per controllare che quel suo procedere di dieci centimetri non abbia messo in allarme la preda. Indi, si ricomincia. Con l’altra zampa. Alle spalle della tigre, a circa 10 metri, una strada. passano auto, persone. Rumori di motori, voci umane: nulla distrae il cacciatore dal suo impegno.

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A sua volta il gatto, con movimenti distratti, come se passasse di lì per caso,  rotolandosi sulla schiena come per dare ad intendere che tutto sommato lui voleva solo concedersi una grattatina, ha inutilmente provato ad insinuarsi sotto la rete (non ho capito perché non abbia deciso di superarla con un balzo). Poi, altrettanto dignitosamente, se ne è andato. Fine della caccia.

P.S.. non si trattava di un gatto randagio, bensì di un animale ben nutrito, dal pelo lustro, evidentemente mosso dall’istinto naturale di cacciatore della specie cacciatori-non-sufficientemente-affamati.

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LO STATO DI PALESTINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Gennaio, 2016 @ 7:21 am

Detto altrimenti: che la cosa non passi inosservata!     (post 2242)

Leggo da internet:

thK0BQUMBWCittà del Vaticano, 2 gen. (askanews) – Entra in vigore l’accordo bilaterale tra Santa Sede e Stato di Palestina, (il grassetto e la sottolineatura sono interventi miei, n.d.r.) dopo la sigla del pre-accordo lo scorso 26 giugno e la ratifica da parte delle due parti. “In riferimento al Comprehensive Agreement between the Holy See and the State of Palestine, firmato il 26 giugno 2015”, si legge in una nota diramata dalla sala stampa vaticana, “la Santa Sede e lo Stato di Palestina hanno notificato reciprocamente il compimento delle procedure richieste per la sua entrata in vigore, ai sensi dell’Articolo 30 del medesimo Accordo. L’Accordo, costituito da un Preambolo e da 32 articoli, riguarda aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa in Palestina, riaffermando nello stesso tempo il sostegno per una soluzione negoziata e pacifica del conflitto nella regione”.

Osservo:

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Andiamo alle origini, leggiamo il libro-testimonianza “Con il vento nei capelli – Una Palestinese racconta” (Giunti ed.) della palestinese Salwa Salem per vedere come i Palestinesi furono cacciati a viva forza dalle loro case e dalle loro terre per far posto ad altri. Cacciati da chi voleva farsi perdonare di non essere intervenuto con forza per far cessare la strage dei campi di sterminio nazisti.

Papa Francesco. Per me e per tanti altri un ottimo Papa, un Dono di Dio. Non per quelli affezionati al quaeta non movere (non smuovere le acque stagnanti). Per me e per tanti altri Papa Francesco è anche un ottimo Capo Politico del suo Stato. Lo dimostrano la politica (rectius, “pulizia”) finanziaria interna e la politica estera adottate.

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Post scriptum:

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    Oggi Lui non sarebbe nato a  Betlemme

    Cliccando “Salwa Salem” – che fra l’altro ha tenuto anno fa una conferenza a Riva del Garda e che è morta in Italia, dove si era trasferita, nel 1992 – trovate altre notizie su di lei sia fra i miei post che in quelli della collega Mirna Moretti.

  • All’ONU ad opporsi al riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina sono rimasti in pochi, fra i quali USA, Canada e Israele.
  • Secondo le mie reminiscenze dall’esame di “Diritto canonico” del corso di laurea in giurisprudenza (UniGenova, 1968), avrei preferito che a firmare l’accordo fosse stato lo “Stato Città del Vaticano” e non un organismo diverso (la “Santa Sede”, organo supremo del governo della Chiesa Cattolica): ciò sarebbe stato possibile, perchè se è vero che l’impegno palestinese è a tutela della religione cattolica, l’impegno romano è di politica internazionale vera e propria.

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SCADENZA PROGRAMMATA PER BENI DI CONSUMO, CIBO, PERSONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2016 @ 10:05 am

Detto altrimenti: merce, alimentari, persone …    (post 2241)

Capita spesso. Un prodotto si guasta poco dopo la scadenza della garanzia: “Guardi, spende meno a comperarne uno nuovo che a ripararlo”. Infatti il costruttore può realizzare prodotti che manifestino difetti gravi solo subito dopo la scadenza della garanzia. In Francia questo fatto è un reato. Da noi no. Perché?

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Un esempio attuale: le batterie delle E-bike. Te le vendono assicurandoti un numero “x” di ricariche, ad esempio 800. Dopo hanno “il diritto e il dovere” di guastarsi! In altre parole: ti vendono il “non oltre” 800 ricariche anziché il “non meno” di 800 ricariche.

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Ciò accade anche per gli alimenti, sotto altra forma: la scadenza. Che sia una sorta di dolo lo dimostra il fatto che la Legge 155 del 16 luglio 2013 cosiddetta del Buon Samaritano, consente il ritiro presso i supermercati di derrate “scadute” purchè destinate alla distribuzione gratuita a persone bisognose. In Trentino la onlus TrentinoSolidale raccoglie e distribuisce ogni giorno circa 80 quintali di alimenti, e nessuno mai si è intossicato.

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th7AX95LOWPersone. Anche noi siamo “programmati” per durare un certo numero di anni e non oltre. Solo che per chi ha la fede in una religione la morte è solo un passaggio ad altra vita. Infatti non è solo la religione cattolica che si fonda sulla (Creazione e sulla) Resurrezione: vi sono altre religioni – orientali, ad esempio – nella quali la resurrezione avviene sotto forma di reincarnazione. Tuttavia il fatto grave – e Papa Francesco ce lo ricorda – è che la “scadenza di una persona” nella nostra società “moderna” spesso, troppo spesso avviene per milioni e milioni di “persone in vita”, le quali diventano “scarti viventi della società umana”, fenomeno che invece non dobbiamo permettere che avvenga. Ma questa è un’altra storia.

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L’AUTONOMIA DEL TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2016 @ 8:07 am

Detto altrimenti: iniziamo l’anno nuovo con qualche riflessione      (post 2240)

 

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Eravamo all’interno dell’Impero Austro-Ungarico. E Maria Teresa d’Austria aveva già avuto modo di sperimentare la (concessione della) Autonomia Amministrativa. Infatti quando sposò il Duca di Lorena, per tranquillizzare la Francia rinunciò a quella regione e al marito detronizzato offrì, quale trono  alternativo, quello del Granducato di Toscana, dotandolo di piena Autonomia Amministrativa (ed utilizzando quell’Autonomia, i Lorena bonificarono le paludi della Maremma Grossetana!).

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E noi qui … i primi gemi furono posti da un prete, Don Lorenzo Guetti (nato il 6 febbraio 1847 a Vigo Lomaso, un piccolo paese delle Valli Giudicarie all’estrema periferia dell’impero austro-ungarico) il quale si battè per l’Autonomia Amministrativa del Trentino, per evitare che ogni suo abitante, per far valere le sue ragioni, dovesse recarsi (a piedi!) a Innsbruck! Inoltre fu l’ideatore e il fondatore della prima, vera Cooperazione.

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Da qui in poi la necessità l’autogoverno divenne capacità, esperienza, cultura, dovere, diritto. A Bolzano basata soprattutto sull’ heimat, l’appartenenza; a Trento, su un comune sentire. Orbene, per cercare di approfondire un poco l’attualità della “Soluzione Autonomia” (a bella posta non la definisco “Problema”!), mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature.

th9CAD90U2Le nostre elezioni. Usualmente le dividiamo in (erroneamente) “politiche” e “amministrative”: ovvero in quelle per l’elezione degli organi provinciali (le cosiddette politiche) e in quelle per l’elezione degli organi comunali (le amministrative). Dico erroneamente perché sempre di amministrative si tratta (la nostra è Autonomia Amministrativa, non Politica), se non altro perché – quantitativamente – l’elezione del Presidente della Giunta Provinciale  alias Governatore  può equivalere – quanto a numero di abitanti – all’elezione di un sindaco di una città italiana  medio grande tipo Bologna. Ma esiste anche un altro più sostanziale motivo “qualitativo”: noi qui votiamo per amministrarci locali, quindi, a rigore, nelle nostre “politiche” potrebbero a buona ragione essere assenti i partiti nazionali. E qui interviene la contaminatio, ovvero la  contaminazione. Infatti da taluno si pensa che riportare un certo tipo di successo “politico locale” possa servire quale trampolino di lancio per successivo proprio successo politico nazionale e che tale doppio successo locale possa poi essere favorevolmente utilizzato a Roma per la “difesa” della nostra Autonomia.

Orbene, a mio sommesso avviso resta da capire se tale situazione sia una “prospettiva” per l’Autonomia Provinciale  o per contro una limitazione dell’Autonomia del pensiero di ognuno.

thM3VGNW9DGià, perché la prima Autonomia è quella che nasce e vive all’interno della sensibilità di ogni cittadino, di ogni votante, di ogni Trentino per nascita o per acquisizione. Una testimonianza personale (e scusate l’autocitazione): chi scrive ha 72 anni. è nato a Genova, ha lavorato a Genova, Torino, Roma, Milano, risiede e lavora in Trentino da circa 30 anni e solo in Trentino ha maturato questo tipo di riflessioni, solo in Trentino ha “autonomamente” maturato questo tipo di sensibilità sociale ben prima che politica. Vorrà pur dire qualcosa!

Ecco perché a me piace immaginare che nelle nostra “politiche” siano del tutto assenti i partiti nazionali, e che l’Autonomia si debba e possa non solo difendere ma rilanciare in  tre modi:

  1. governando in modo non semplicemente migliore di altri, ma nel modo migliore in assoluto;
  2. vivendo una Autonomia dinamica, sempre tesa all’ampliamento e al miglioramento di se stessa;
  3. mantenendo uno stretto collegamento con Bolzano e con l’Euregio.

Che altro dire se non ancora una volta Buon Anno e Buona Autonomia a tutte e a tutti! E a chi ci definisce “privilegiati” mi permetto di dire: il “livellamento” va fatto verso l’alto, non verso il basso.

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ANTROPOLOGIA DELLO SCIATORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2016 @ 4:55 pm

Detto altrimenti: guardiamo un po’ “dentro” gli  sciatori …. (post 2239)

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Il Brenta è senza neve, ma le piste sono ottimamente innevate!

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Inverno, andiamo, è tempo di sciare … sulle piste di neve “sparata” ma tant’è … e chi ci rinuncia? Dicono che se uno che abita a Trento non scia deve avere un difetto di fabbricazione (definizione di un mio collega di Siemens Monaco, di qualche anno fa). Ma io scio. Scio e studio il comportamento degli sciatori,  da aspirante  “sciatore antropologo” o da “studioso della antropologia degli sciatori”!

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I maestri di sci con un codazzo di allievi scendono lentamente ad ampie volute ma curvano due metri prima del limite laterale della pista: benissimo! Così lasciano lo spazio a chi come me, per evitare l’affollamento della pista, scende a serpentina lungo lo stretto bordo della pista.

Pista deserta. Nonostante lo spazio a mia disposizione, io scendo a serpentina, sulla sinistra, con una traiettoria che occupa una fascia non superiore ai due metri. Da destra mi taglia la strada, al traverso, uno sciatore, fermandosi proprio sull’ultimo metro di pista, esattamente due metri davanti alla mia traiettoria. Riesco a saltare sopra le code dei suoi sci evitando lo scontro: no buono, amico, con tutta la pista libera a tua disposizione!

Un dosso. Subito sotto un gruppo di sciatori fermi, in mezzo ala pista. Una curva stretta senza visibilità, idem. No buono.

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Old style

Uno stradello in leggera discesa. procediamo tutti secondo traiettorie rettilinee e  parallele per acquistare quel tanto di rincorsa che ci permetterà di superare il tratto successivo, pianeggiante. Improvvisamente uno sciatore fa un cristiania di arresto mettendosi di traverso a rischio di farsi investire. Perché? E’ un po’ come se, guidando l’auto in una strada a più corsie per lo stesso senso di marcia, improvvisamente chi si trova in una corsia centrale sterzasse a destra per fermarsi, senza curarsi delle altre auto che procedono parallelamente. No buono.

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Da Cima Paganella verso il Garda

Ma allora, quando mi conviene sciare? Dall’apertura degli impianti (08,30) alle 11,30 quando le piste sono ancora ben battute e la maggior parte degli sciatori è ancora a far colazione. o per strada a cercare il posteggio che abbiamo occupato noi ore prima! Siamo in diversi amici a pensarla così. Da anni ci troviamo a quell’ora – anzi prima! – davanti ai tornelli degli impianti, i cui addetti ci chiamano  “strazzapiste” ovvero quelli che segnano, per primi, le piste ancora immacolate e ben battute dai gatti delle nevi. Fra di noi esiste una gara tacita, un gioco: arrivare al tornello prima di ogni altro! Come i mateloti (ragazzini), alla nostra età … ma si può? Eh già, perché a forza di competere ormai siamo già alla mezz’ora prima dell’apertura degli impianti! Di questo passo, hai visto mai che si arrivi a dormire in loco!

 

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1, 2, 3 = SI!    /      4 = NO!

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Vi sono sciatori che non tengono conto dell’andamento generale del traffico sulla pista. Mi spiego: con piste sempre più tirate a biliardo (senza cunette) e sci sempre più facili da “guidare”  la maggior parte degli sciatori tende a scendere con traiettorie abbastanza vicine alla linea di massima pendenza, con serpentine più o meno ampie. Per converso altri sciatori (e ce ne sono!) pretendono di sciare con ampie evoluzioni che attraversano tutta la pista: con il che automaticamente tagliano la strada a molto loro colleghi, rischiando di investirli o di farsi investire. No buono.

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O mùzos delòi, la favola insegna che … l’assicurazione Responsabilità Civile dello sciatore dovrebbe essere obbligatoria venduta insieme al biglietto/abbonamento di risalita. Buono.

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… E DA QUESTO CI GIUDICHERA’!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2016 @ 9:12 am

Detto altrimenti: … ma il criterio del giudizio lo decidiamo noi!    (post 2238)

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Termini Imerese

Una storia vera. Molti anni fa. Un mio amico è trasferito da Torino a dirigere una fabbrica  in Sicilia. Un grande gruppo industriale che fabbrica automobili. Arriva, valigia alla mano si mette direttamente alla ricerca di un residence. Non lo trova. Va in fabbrica. Lo fanno accomodare nel suo nuovo ufficio. Convoca il capo del personale. “Ingegnere, ca como, il residence non trovò?” Il capo del personale prosegue: “Permette ingegnere – alza il telefono e chiama un suo impiegato – Totò, l’ingegnere arrivò e non trovò il residence. Pensaci tu perché l’ingegnere ancora non ci  conosce e da questo ci giudicherà!”

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L’attuale governo sta facendo il possibile: sicuramente qualcosa di più, forse qualcosa di meno. Ora però, ricondurre l’approvazione della persona all’esito di un referendum su materie specifiche … come metodo non mi convince. Solo come metodo …

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CHI POST A CAPODANNO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2016 @ 6:38 am

Detto altrimenti: … post tutto l’anno!       (post 2237)

 

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Le voila … le ieux sont fait! 

 

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BUON ANNO A TUTTE E A TUTTI!

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POST 2236 – UTOPIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Dicembre, 2015 @ 4:38 pm

UTOPIA

 Detto altrimenti: qualcosa di non ancora raggiunto     (post 2236, quello di fine d’anno 2015)


IMG_3635Care lettrici, cari lettori Buon Fine d’Anno e Buon Anno Nuovo!
Eccomi qui, solo per un saluto ed un augurio. E per formularlo ho scelto un libro, la traduzione italiana dell’Utopia di Thomas More, alias Sir Thomas More, alias Tommaso Moro, alias San Tommaso Moro. Traduzione fatta da una mia amica, la prof Maria Lia Guardini. Scrivo “prof” senza il puntino, perché ormai quel termine è una parola! Libro che ho ricevuto in regalo dall’Autrice che guai se legge che ho scritto Autrice con la maiuscola, lei che è molto schiva da pubblicità e riconoscimenti vari. Eppure quella maiuscola se la merita e come!

E noi? E tutti voi? Quale miglior augurio che avere sempre un’utopia, un traguardo ideale al quale tendere … guai a non averne! Post cortissimo ma denso del più sincero sentimento augurale: quello che nutro per tutti coloro che hanno la pazienza di leggermi e anche per gli altri;: Buon Anno!

Il vostro blogger Riccardo

P.S.: la rotazione a destra dell’immagine è un’utopia: un risultato non (ancora) raggiunto!

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APPLE EVASORE FISCALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Dicembre, 2015 @ 7:56 pm

Detto altrimenti: basta con il turismo fiscale e con lo sconto ai grandi evasori!   (post 2235)

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Utili “in nero”

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L’Agenzia delle Entrate ha contestato ad Apple l’omessa dichiarazione dei redditi dal 2008 al 2013: l’azienda imputava a una società irlandese i ricavi prodotti in Italia. Secondo i magistrati in questo modo è riuscita in cinque anni a non versare all’erario italiano 880 milioni di Ires. Adesso concorda per circa un terzo del dovuto.

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Osservo:

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    La legge è uguale per tutti (salvo le eccezioni di legge)

    Europa, a quando la normalizzazione fiscale degli aderenti all’Unione? A quando un accordo in tal senso con gli USA per isolare gli Stati canaglie fiscali?

  • Italia, a quando l’abolizione dello scandalo del “concordato”? E’ iniquo ed immorale “abbonare” due terzi del dovuto;
  • Gli stati “canaglie fiscali” derubano il nostro erario e tendono ad attrarre anche le nostre produzioni, “derubando” anche i nostri posti di lavoro;
  • è offensivo per la nostra intelligenza definire una “sanzione/multa” ciò che è solo una parte del dovuto;
  • é altrettanto offensivo definire “un successo” (del nostro fisco) tutto ciò;
  • dato l’ammontare elevato, anche dopo avere concordato quanto sopra, secondo la legge italiana la responsabilità penale resta. Mi chiedo: chiedo andrà in galera?

Adesso pare che si replichi con Google che dovrebbe all’erario italiano un miliardo di euro e che se la potrebbe cavare pagando solo 333 (,3 periodico) milioni di euro.

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CONTRASTO AI REATI MINORI E ALLA LORO RECIDIVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2015 @ 6:25 am

Detto altrimenti: il contributo delle onlus trentine      (post 2234)

thN9T8Z20CCome evitare la recidiva dei reati cosiddetti minori, quali il piccolo spaccio, le piccole rapine anche improprie; i maltrattamenti in famiglia, che poi in termici statistici sono i più frequenti nella nostra provincia? Reati che pure violano  il nostro vivere civile, la nostra persona, i nostri beni, la nostra sensibilità: in una parola, le nostre leggi? Reati giudicati non particolarmente pericolosi ma con un elevato grado di recidiva. Orbene, in molti casi il reo si avvale del patteggiamento, la pena si riduce di molto ed egli, non avendo alcun domicilio nel quale scontare gli arresti domiciliari,  viene rimesso in libertà con l’inevitabile ricaduta nel disagio  e nella reiterazione del crimine “di strada”.

th1BGENA91.

Ciò in quanto le nuove modifiche di legge ad iniziare dall’art. 275 c. 2 bis del Codice di Procedura Penale, in linea con le legislazioni europee ed alle più recenti sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, impongono di ricorrere al carcere solo nei casi più gravi e solo se non sia possibile applicare una pena meno pesante quale gli arresti domiciliari. Nella stessa direzione spinge in Italia l’enorme sovraffollamento delle carceri, malanno contro il quale si è più volte levata anche la voce del Presidente della Repubblica e di alcune forze politiche.

La soluzione a tutto ciò? A Trento esiste una onlus operativa, ovvero di primo livello, che si occupa di farsi attribuire da parte di Enti Pubblici abitazioni nelle quali ospitare i condannati rei confessi di tali reati, persone che poi saranno costantemente controllabili e controllate dalle forze di polizia. In parallelo la stessa organizzazione si preoccupa di trovare per costoro l’impiego in lavori di pubblica utilità.

Quindi l’alternativa è la seguente: lasciare libere sulla strada, queste persone, con una elevata  probabilità della recidiva; oppure  fare in modo che l’associazione onlus possa disporre degli alloggi necessari e riesca a trovare per costoro un lavoro di pubblica utilità.

Un’operazione del genere presenta cinque vantaggi: 1) si favorisce il recupero sociale ed umano di chi ha commesso questi reati; 2) si risolve un problema della collettività, la quale vede un minor  numero di potenziali autori di ulteriori reati, in libera circolazione senza la possibilità di alcun controllo specifico da parte delle forze di polizia; 3) queste persone  possono essere utilmente impiegate in altre iniziative sociali delle onlus trentine; 4) si contrasta l’insorgere di ingiuste critiche contro la Magistratura, altrimenti reputata da parte dell’opinione pubblica “colpevole” di avere rimesso in libertà gli autori dei reati; 5) non si demotivano le Forze di Polizia che non  vedono rilasciate le persone che hanno commesso reati e che loro hanno assicurato alla giustizia con il proprio lavoro, impegno e spesso a proprio rischio.

Pertanto, i migliori risultati si otterranno ove gli Enti Pubblici e le Istituzioni interessate (Provincia e Comune  e loro enti e società) abbiano attribuito la dovuta centralità al problema e abbiano stabilito in favore delle onlus del settore i presupposti per la loro operatività, ad iniziare dalla disponibilità degli alloggi.

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