A PEDALI SUL LAGO DI GARDA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Luglio, 2015 @ 2:19 pmDetto altrimenti: ovviamente non “sul” bensì “lungo il -“, evitando il traffico … (post 2096)
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Gardesana orientale.  In bicicletta! Era un po’ che un amico me lo diceva che esiste una  “quasi pista ciclabile”. E questa mattina mi sono deciso: vado a vedere. A vedere che poco a sud di Riva del Garda, sulla sponda veronese del lago, da poco prima del porto di Navene, si può pedalare senza il rischio di essere travolti dalle auto. Ci vado e poi se è vero ne scrivo, così prendo tre piccioni con una fava: pedalo; vedo posti nuovi; ne faccio partecipi le mie lettrici ed i miei lettori. Paghi uno ricevi tre.
Si parte. Ore 07,45 (06,45 solari). Mountain bike, pneumatici lisci (da strada), luci di posizione. Indosso bretelle catarifrangenti. Infatti, poco dopo Torbole, cinque gallerie di cui alcune poco illuminate. Il traffico è ancora scarso. Vento debole da nord (tutto fa!). Al km 12 (conteggiato dal centro di Riva, 7 da Torbole) sulla destra, un piccolo posteggio auto dal quale si diparte un sentierino in terra battuta, scosceso, che in 15 metri ti porta alla “ciclabileâ€, qualche metro più in basso della strada provinciale (più oltre, anche discesine asfaltate). E’ fatta, mi dico, ci sono! Infatti ora pedalo tranquillamente. Auto, ovviamente, non se ne parla! Bagnanti, pochissimi, data l’ora. Il fondo è in cemento, asfalto, qualche sterrato. Andrebbe bene anche per bici da corsa, ma aspettiamo a dirlo.
Si attraversano porticcioli nascosti, casupole di pescatori “di sti ani†(traduco: del tempo antico), scorci deliziosi di piccole spiagge, praticelli ben curati. La pista si mantiene a circa un metro sopra il livello dell’acqua, quindi necessariamente pianeggiante. Tuttavia a Malcesine lo stradello (alias “la quasi ciclabileâ€) non può costeggiare il lago “causa castello a strapiombo sull’acquaâ€.
Quindi si sale per 150 m. con una pendenza che arriva al 8-9 %: prima difficoltà , relativa però, data la brevità della rampa, in cima alla quale suggerisco di voltare a destra (pausa caffè) per attraversare il centro storico del paese, fino a raggiungere la zona di poco sovrastante il porto. Indi si prosegue lasciandosi sulla destra il circolo velico “Fraglia Vela Malcesineâ€. Sempre in pianura, poco prima della Baia di Sogno la pista si alza un po’, circa 300 metri al 6-7% (seconda difficoltà , anch’essa relativa)  per poi discendere alla suddetta baia. Indi si prosegue senza altre salite. Ogni tanto la pista attraversa la foce di torrentelli asciutti, il cui alveo è stato pavimentato a lastre di pietra: qualcuno l’ho pedalato, qualcun altro l’ho attraversato bici alla mano.
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Per farla breve, mi ero dato due ore di tempo, e in tale lasso  sono arrivato a Castelletto di Brenzone (km. 30,5 dal centro di Riva del Garda). Mi sono concesso una sosta di mezz’ora (banana e succo di mirtillo). Durante il ritorno il vento da nord era calato di molto (l’Ora da sud si è alzata alle 12,00).Una borraccia d’acqua con i sali. Non so se la pista prosegue oltre Castelletto: andrò a vedere la prossima volta, magari iniziando a pedalare proprio da lì, anche perché la vorrei utilizzare come via per il ritorno a Riva del Garda, dopo che – insieme a Francesco e altri amici della Fiab Trento – sarò disceso dalla cima del Monte Baldo fino a Garda.
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Nel ritorno, dopo Malcesine, raggiungo una ciclista che non ha le luci di posizione. Rallento, mi metto a ruota, l’accompagno fuori dalle gallerie. E’ una tipa di Venezia. Ringrazia. Conosce la FIAB. Ho fatto la buona azione quotidiana.
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Ovviamente i ciclisti che percorrevano la Strada provinciale erano più veloci di me: fondo liscio, nessun attraversamento di porticcioli e alvei torrentizi, nessun ponticello da superare, etc. ma volete mettere la tranquillità della pedalata e la bellezza degli scorci che improvvisamente si aprivano alla mia vista?
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Tot. km percorsi: 61,00. Concludo con le “istruzioni per l’usoâ€:
- se si vogliono evitare le gallerie, portarsi con l’auto sino al citato parcheggio che si trova sulla destra, fra la strada provinciale ed il lago, al km. 7 da Torbole;
- sconsiglio bici da corsa: ottime le mtb, buone le citybike;
- le stagioni consigliate: primavera e autunno, sempre. Inverno, nelle ore calde della giornata. Â Estate, la mattina molto presto, per via che dalle 09,30 in poi aumenta considerevolmente il traffico dei pedoni e dei teli da spiaggia!
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Qualcuno potrà dire che “ho scoperto l’acqua caldaâ€, che lui già conosceva questa pista. Evvabbè, ma forse tanti altri non la conoscevano, ed io scrivo soprattutto per costoro.
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Good (Fiab) bike a tutte e a tutti!
P.S.: dice … e … per iscriversi alla FIAB , Federazione Amici della Bicicletta – Trento … come si fa? Semplice, consultate www.slowbiketrento.xoom.it! Vi aspettiamo a b …ici aperte!
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P. S.: oggi, 9 luglio, ci sono tornato con il Fiabbinio Claudio C. e siamo arrivati  a Torri del Benaco. Solo che dopo Castelletto, verso sud, la “quasi ciclabile” in molti tratti non è più pedalabile, soprattutto a causa di una abbondante “pavimentazione” con “ghiaino semovente” che attende la crescita dell’erba ed un po’ di terra per stabilizzarsi: oggi sulle ruote della mtb fa l’effetto delle sabbie mobili, ragion per cui siamo risaliti sulla statale.
(Forato: una puntina da disegno. Utilizzata bomboletta, che mi ha riportato a casa dopo 25 km. Indi sostituita camera d’aria).
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IL PALIO DI FELTRE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Luglio, 2015 @ 5:31 amDetto altrimenti: Trento-Feltre: a Trento la disfida dei Ciusi e dei Gobi; a Feltre un Palio aperto ai ciclisti trentini     (post 2095)
Mi scrive Andrea Marchet, un ciclo-amico che noi di FIAB Trento abbiamo in quel di Fonzaso il 25 Aprile, in occasione dei quella celebrazione, per invitarci ad andare a pedalare al Palio di Feltre.
Inizia
Il Palio di Feltre è un evento storico-culturale che coinvolge la stessa Feltre nel primo fine settimana di agosto. Quest’anno la cittadina bellunese vedrà tenersi la manifestazione – giunta alla 37° edizione – nei giorni di venerdì 31 luglio, sabato 1 e domenica 2 agosto. Conosciuto come una delle manifestazioni storiche più belle del nord-est, con i 4 Quartieri che ogni estate si contendono la vittoria del Palio, quest’anno la stessa Ente Palio di Feltre propone una novità che non può non interessare gli amanti del ciclo-turismo:
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 “Vieni al Palio di Feltre, porta la tua bici e pedaliamo insieme!â€
Con questo slogan vengono proposti al visitatore due eventi ciclo-turistici che si terranno nei giorni di sabato e domenica, all’interno del ‘pacchetto’ Palio per offrire una scelta ancora più vasta e riempire il fine settimana di chi vorrà essere presente nella nostra città nei giorni che vanno dal 31 luglio al 2 agosto. Con questo nuovo progetto si vuole far conoscere al visitatore il territorio dove il Palio vive, per valorizzare delle zone che dal punto di vista ciclo-turistico sono ancora poco conosciute. Queste pedalate sono aperte a tutti gli amanti della ciclo-vacanza.
Per iscriversi, e quindi partecipare, è sufficiente cercare l’E-Mail di contatto con l’Ente Palio di Feltre tramite il sito www.paliodifeltre.it, e richiedere i file con il programma completo della manifestazione e quello con la scheda di adesione che una volta compilata va rispedita all’Ente Palio tramite l’indirizzo info@paliodifeltre.it. Oppure contattare l’Associazione Ciclistica PST Feltre 1996, associazione che collabora con l’Ente Palio per questi due giorni dediti ad un nuovo modo di conoscere il territorio del feltrino. In questo caso è possibile rivolgersi alla E-Mail di questa associazione per richiedere informazioni al riguardo, e la si può trovare all’indirizzo internet www.acpstfeltre.blogspot.it.
L’adesione alle pedalate ciclo-turistiche – con un costo di soli dieci euro – comprende anche prezzi convenzionati verso i biglietti d’ingresso per i due giorni del Palio, per alloggiare in B&B, alberghi e ristoranti. Le iscrizioni si chiuderanno sabato 25 luglio. Le pedalate si terranno la mattina di sabato 1 agosto con la visita al Museo della Bicicletta di Cesiomaggiore seguita da quella al Museo Etnografico di Serravella sempre di Cesiomaggiore.
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La domenica, 2 agosto, gli amanti dell’arte verranno accompagnati al Santuario dei SS martiri Vittore e Corona, per poi essere accompagnati all’ oasi naturalista del Vincheto di Cellarda. Entrambi questi siti si trovano a pochi chilometri da Feltre. Già nel tardo pomeriggio di venerdì 31 luglio ci sarà un momento di benvenuto e saluto alle persone che parteciperanno al fine settimana feltrino visto che a Feltre, nei giorni del Palio, si terrà il raduno camperistico che da diversi anni raduna molti amici del camper da ogni dove.
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Gli orari di partenza e di arrivo delle ciclo-turistiche sono calibrati per fare in modo che i partecipanti una volta rientrati possano seguire anche i tanti altri momenti di intrattenimento che compongono il ricco programma della manifestazione. L’Ente Palio di Feltre è disponibile ad aiutare chi fosse interessato a partecipare alle ciclo-turistiche a trovare un alloggio. In questo caso è possibile, e consigliabile, contattare anche telefonicamente l’Ente Palio di Feltre al numero di telefono 0439 – 2320.
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Finisce
Che dire? Da ciclista Fiabbino dico che la bicicletta sta entrando sempre di più quale elemento di partecipazione sociale e componente del turismo culturale-naturalistico. E poi, lasciatemi fare una considerazione: la sensibilità umana è una e una sola: chi rispetta la natura, gli animali e ama la bicicletta, rispetta anche l’Altro, ovvero ogni persona, che poi è la cosa più importante. E allora, in ogni caso, chi ancora non è iscritto alla FIAB Trento – Federazione Italiana Amici della Bicicletta (www.slowbiketrento.xoom.it) lo faccia! Conoscerà nuovi amici, nuove bellezze naturali, nuovi siti d’arte. Il tutto, a pedali e senza fretta! Nel frattempo, a Feltre! A Feltre!
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GRAECIA CAPTA FERUM VICTOREM CEPIT ET ARTES INTULIT AGRESTI LATIO (ORAZIO)Â
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Giugno, 2015 @ 1:34 pm  (Post misto, ovvero un po’ mio e un po’  del lettore A.L.)
Detto altrimenti: la Grecia, conquistata militarmente dai Romani, a sua volta li conquistò con l’introdurre le arti nel Lazio contadino  (post 2094)
La Grecia. Fallisce o non fallisce? Fino a quando si discute, si tratta, c’è speranza di un “rescheduling†del debito. Rescheduling, rinegoziazione, una sorta di concordato preventivo che evita il fallimento e fa recuperare una parte del credito. Lo si fa in materia fiscale: mi devi 100 (milioni), non me li dai, concordiamo per 30 e chiudiamola lì. Lo si è fatto spesso nei confronti di paesi “terzi†quali il Brasile di alcuni decenni fa, ad esempio: mi devi 300 (miliardi)? Non puoi restituire quanto dovuto secondo il piano di rimborso? Ti abbuono una parte del debito e ti concedo un più lungo piano di rimborso. Dice … ma con la Grecia no …
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Dico …ma … e la cultura greca di cui ci siamo nutriti, dove la mettiamo? Di quanto di più noi Europei le siamo debitori, anche se molti non lo sanno ed altri molti lo sanno ma non se lo ricordano! Le siamo debitori di concetti quali la demo-crazia, la libertà di pensiero, l’analisi critica, il senso estetico, la tragedia, la commedia, la poesia, etc.. Se potessimo/volessimo monetizzare questi nostri particolarissimi “debiti formativi†dovremmo essere noi a pagare alla Grecia un tot a saldo. ma questa è un’altra storia.
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E invece, il gioco delle parti, il braccio di ferro. Da un lato i nostri falchi, quelli che “non se ne parla nemmeno†(ma costoro la storia, la filosofia, la cultura greca mica la conoscono …). Dall’altro un moderno Ulisse che temporeggia, tanto c’è lo spauracchio geopolitico di Putin. UE, Grecia, Putin: quanto peserebbe il danno finanziario (- a)  e geopolitico (- b)  dell’UE rispetto al costo finanziario per Putin  (- c) più che bilanciato dal  suo vantaggio geopolitico (+d)? Io credo che il valore +d superi di gran lunga ogni altro valore in gioco, e renderebbe il saldo di gran lunga conveniente per il Signor Putin ove corresse in soccorso finanziario della Grecia. Comunque lascio alle mie lettrici ed ai miei lettori di cimentarsi nel calcolo di ogni ipotesi.
Ma veniamo alla parte “open†del post, la quale a firma di AL, incentra la sua attenzione sul sistema bancario e monetario:
 Inizia
Si dice che, in caso di fallimento della Grecia, l’Italia sarebbe “esposta” per 40-60 miliardi; ma non ci dicono chi realmente è esposto. Per caso sono le banche private? Quelle too big to fail? Quelle che se falliscono, fanno fallire anche il sig. Rossi ed il sig. Brambilla? Quelle che posso essere contemporaneamente banche di investimento e banche commerciali? Quelle che per non farle fallire, spennano tutti gli italiani (oltre a Rossi e Brambilla anche Parodi, Sciaccaluga, Canepa, ecc)? Dopo la crisi del ’29 il Glass Steagall Act (1933) prevedeva una netta divisione tra le due tipologie di banche: di investimento (alias speculative) e commerciali. A partire dagli anni Ottanta, l’industria bancaria ha cercato di convincere il Congresso ad abrogare il Glass-Steagall Act. Nel 1999 il Congresso (a maggioranza repubblicana) approvò una nuova legge bancaria promulgata il 12 novembre 1999 dal Presidente Bill Clinton che abrogava le disposizioni del Glass-Steagall Act. Ora ci si domanda: perchè mai devono essere banche private (Federal Reserve, BCE, Banca d’Italia) a stampare e controllare il denaro per poi prestarlo allo stato ed alle altre banche private, denaro che dovrà essere restituito dalla popolazione con gli interessi? Perchè non può essere direttamente lo Stato a stampare denaro? Kennedy ci aveva provato ma sei mesi dopo…. La nostra Corte Costituzionale, in seguito alla denuncia del Prof. Auriti di incostituzionalità del sistema, ha stabilito che va bene così perchè così è… consuetudine.
 Finisce
Dice … ma cosa ne pensi tu, blogger? Eccomi a voi:
- Che sono favorevolissimo a che l’UE si trasformi in USE – United States of Europe oppure negli EUE, États-Unis d’Europe (sennò i Francesi mica me la fanno passare!).
- Che la colpa di quanto sta accadendo in Grecia è (anche) che l’UE è una sorta di EUE incompleti, parziali, zoppi e zoppicanti.
- Che le banche d’affari devono essere separate dalle banche commerciali.
- Che le banche pubbliche sono una cosa, quelle private un’altra.
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Fine del post “misto†ovvero di un post un po’ mio ed un po’ altrui.
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FIAB TRENTO IN BICICLETTA NELLE VALLIÂ DI LANDRO E PUSTERIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Giugno, 2015 @ 6:39 amDetto altrimenti: albo signanda lapillo, ovvero …Â Â organizzata dal fiabbino Roberto Fronza … Â Â (post 2093)
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… giornata rara, da contrassegnare con un lapillo bianco il quale, come si sa, è rarissimo! Noi soci Fiab Trento siamo 190. In questa gita ieri eravamo in quaranta, ovvero in numero pari a quello delle bici che può trasportare il rimorchio del pullman. In pullman fino al Lago di Landro, in vista del Monte Cristallo (verso Cortina d’Ampezzo). Indi si scende per 11 km per facili sterrate fino a Dobbiaco. Da qui, ciclabili asfaltate Dobbiaco – Villabassa con sosta per  passeggiata Kneipp nel parco Kurpark, pranzo al sacco. Si riparte, ciclabili quasi tutte asfaltate fino a Brunico. Km. 43 .
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Si riparte verso e fino a Vandoies (tot. Km 63).
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Qui l’unica nota non del tutto positiva: lungo la ciclabile Brunico-Vandoies si incontrano alcuni “strappi†abbastanza ripidi che mettono in qualche difficoltà gruppi familiari con bimbi, ciclisti itineranti sovraccarichi di bagagli, ed anche qualche ciclista “normale†come noi, soprattutto se non molto allenato. Peccato … la pista ciclabile dovrebbe essere più omogenea: questa volta siamo noi Trentini che abbiamo “bagnato il naso†ai Sud Tirolesi. Infatti sulle nostre ciclabili delle Valli Di Fassa e Fiemme questi strappi anomali sono stati eliminati!
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A Valdaora, festa paesana per la locale Chiesa, con i valligiani nei loro costumi tipici.
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Le foto? Ne ho tante, di Adriana, Rina, Edoardo e mie. Non potendole pubblicare tutte, non vi dico chi ha scattato queste qui …
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Domenica prossima, tutti dal Pordoi a Molina di Fiemme. Sempre in bici, naturalmente!
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Good Bike a tutte e a tutti e … chi non è (ancora) iscritto alla Fiab Trento, Presidente Guglielmo Duman, lo faccia (adbtrento@libero.it – www.slowbiketrento.xoom.it) ! Vi aspettiamo a b…ici aperte!
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MUSICA IN TRENTINO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Giugno, 2015 @ 6:03 amDetto altrimenti: sempre di qualità , sempre tanta, ma in questi giorni ancora di più … (post 2092)
Feste Vigiliane, S. Vigilio, patrono della città di Trento … tante manifestazioni a Trento, ma anche nelle altre città , ad altro titolo …
Trento: fra i tanti concerti ho scelto quello del coro S. Isidoro di Martignano, diretto dalla M.a Giacinta Dapreda (non me ne vogliano gli altri raggruppamenti, fra i quali il Coro di Lavis, pure bravissimi, dei quali non riesco a parlare dovendo fare delle scelte “editoriali†di spazio). Giacinta poi è un’amica, ed allora … Be’ ora che ho svelato il segreto, lasciatemi dire che Giacinta prepara, dirige e “vive†i “suoi†concerti. Musicista, cantante lirica, rapisce con la sua direzione gli ascoltatori ma prima di tutto se stessa. Il coro poi … insieme a lei … una sola cosa. Tutto questo nella splendida cornice di palazzo Thun, due sere fa.
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Ieri sera, invece, a Riva del Garda – e qui le feste Vigiliane non c’entrano – l’Associazione Amici della Musica (della quale il vostro blogger è tesoriere) ha tenuto uno dei suoi concerti in calendario nella sala auditorium del Conservatorio Bonporti : al pianoforte la bravissima sud coreana Yoon Hee Yang, vincitrice del Premio al Concorso Internazionale di Verona 2014. Ospitare quei vincitori è per noi ormai una prassi, iniziata nel 2013 con la vincitrice 2012 Elizaveta Ivanova (Liza, Russa); proseguita nel 2014 con il vincitore 2013 Mamikon Nakhapetov (Georgiano); e confermata nel 2015 con la vincitrice 2014.
Una nota: Yoon e Liza hanno avuto gli stessi insegnanti!
Yoon Hee Yang – chissà qual è il nome e quale il cognome – è nata in Korea del Sud nel 1985, è stata iniziata allo studio del pianoforte all’età di 5 anni dalla madre, è vincitrice di numerosi premi internazionali, ed è reduce da un concerto a Mantova.
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La vado a ricevere ieri a mezzogiorno alla stazione di Rovereto. Mentre la porto a Riva in auto, si guarda attorno ammirata. “How many mountains … how far from here the Switzerland is”? Ma quando, fatta l’ultima curva, appare His Majestic Lago di Garda, mi devo fermare per alcune foto!
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“A che ora il concerto?†“Alle 20,35â€. “So late” …  cos’ tardi, mi dice … in Germania (lei vive ad Amburgo) si comincia alle 19,00. E’ vero, confermo: me ne accorsi quando ero in Germania a studiare tedesco, alle sette del pomeriggio, in pieno sole, vedevo le signore “in lungo†recarsi al concerto! Paese che vai …
Al Conservatorio  a prendere confidenza con il pianoforte a coda. Lo guarda … ne legge la matricola … “E’ del 1930†dice. Indovinato. Per lei è importante conoscere il suo “partnerâ€: infatti in ogni pianoforte la parte meccanica, benchè revisionata e accordata, mantiene una sua caratteristica che va conosciuta e gestita dal musicista. Mi vengono in mente i miei colleghi ciclisti, sciatori e velisti: i migliori sono attenti ad ogni minimo particolate delle biciclette, degli sci e delle vele! E la nostra ospite è una “miglioreâ€.
La sera stessa, con la presentazione del Presidente dell’Associazione Prof. Franco Ballardini, il concerto:
- Claude Debussy (1862-1918): Estampes: Pagodes – La soirée dans Grenade –Jardins sous la pluie.
- Alexander Skrjabin (1872-1915): Deux Poèmes op. 32
- Maurice Ravel (1875-1937): La valse
- Frédéric Chopin (1810-1849): 24 Préludes op. 28
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Applauditissima, ci concede molto generosamente due bis: una Sonata di Scarlatti ed un vivacissimo  brano di jazz di un autore Ucraino. Quelli che se ne intendono (il Prof. Franco Ballardini, il M° pianista compositore Riccardo Giavina, il M° violinista direttore d’orchestra Giorgio Ulivieri, tanto per fare tre nomi) la giudicano eccezionale.
Dopo il concerto, una pizza fino alle 01,00 del day after, ovvero di questa mattina! (“Italian pizza are really the best, and italian women are really the most beautiful and uptodatedâ€. Thanks very much indeed for their account, both pizza and women!
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Io ho iniziato a scrivere questo post  cinque ore dopo la pizza, ovvero la mattina presto di oggi, il giorno successivo alla serata e la nostra amica Yoon fra un’ora, ovvero alle sette, parte da Riva del Garda per Venezia da dove volerà ad Amburgo per un altro concerto: vabbè la gioventù (Yoon è del 1985) ma non possiamo fare a meno di sottolineare anche questa sua grande energia e disponibilità !
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Yoon, we are waiting for you another time in Riva del Garda, but in this occasion take two or three days free for you just to enjoy our beautiful  town, lake and  mountains!
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FIAB TRENTO BIKE NEWS: IL BIKEBREAK DI FAEDO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Giugno, 2015 @ 5:40 pmDetto altrimenti: Fiab Information System, ovvero Fiab Onlus è anche questo!  (post 2091)
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Bikebreak: il nuovo Bicigrill, fra Mezzocorona (TN) e Salorno (BZ), poco a nord della confluenza della Val di Non in Val d’Adige
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“Intra Bolzan e Trento ora s’adima / area di sosta per fiumana bella / la quale co’ Tiralli ha sua confina”. Fiumana bella. Non è il fiume Entella cantato da Dante per indicare il confine fra Chiavari e Sestri (“Intra Siestri e Chiaveri s’adima una fiumana bella” … Purg. XIX),  bensì la “fiumana bella†dei tanti cicloturisti che percorrono la pista ciclabile della Valle dell’Adige, quasi al confine con il Sud Tirolo  ….
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Trentino, terra di monti, di laghi e sempre più anche Bikeland: infatti la nostra terra – grazie al Servizio Valorizzazione Ambientale della Provincia – dispone di centinaia di km di piste ciclabili “tirate a specchioâ€Â (come le piste da sci la mattina presto, quando – risaliti con la prima seggiovia, è un must! – le inauguriamo noi pensionati, noi che gli addetti alla manutenzione delle piste definiscono gli  “strazza pisteâ€). In Trentino poi vi sono molte associazioni ciclo turistiche (fra le quali la “mia†FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta:  clicca in internet www.slowbiketrento.xomm.it e correrai ad iscriverti!); moltissimi campioni sportivi di fama mondiale e, last but not least, ottimi biciglill.
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Infatti noi della Fiab – come ormai la maggior parte dei ciclisti, e cioè i ciclo-turisti – non facciamo le corse, bensì facciamo un tranquillo ed ecologico uso delle strade cittadine; pratichiamo la cultura dell’ambiente, dell’arte e della natura, l’educazione al reciproco rispetto e tanto, tanto cicloturismo. Ben vengano quindi i bicigrill: quello di Nomi, primo in Italia realizzato per nostra iniziativa; ed oggi l’ ultimo nato, lo splendido Bikebreak realizzato dalla famiglia di Emilio Pedron di Mezzocorona (TN), Socio Fiab, in località Cadino nel Comune di Faedo (TN), lungo la pista ciclabile della Valle dell’Adige, 40 km da Bolzano e 30 da Trento.
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Orbene, l’11 luglio 2015 Fiab Trento terrà a battesimo l’inaugurazione ufficiale del nuovo bicigrill!
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Dati tecnici
Coordinate geografiche per il GPS: Lat. nord 46°12’46,7” – Long. est 11°08’52”.- Superficie dell’area: mq 7.000, di cui 2000 ad orto, 3000 a prato e 450 coperti.
- Servizi offerti: bar; ristorante; doccia a gettone; officina bici; ricarica bici elettriche; (prossimamente noleggio bici anche elettriche); collegamento internet gratuito; esposizione di prodotti tipici locali  a max km 7 (prossimamente chiosco per vendita prodotti del proprio orto); cinque posti sosta per sistemi di mobilità di persone diversamente abili (intera struttura “sbarrierataâ€); pista per mtb per bambini.
Costruzione in legno non oltre il livello della pista ciclabile; edificio “green†(non usa combustibili fossili, bensì energie rinnovabili – solare e fotovoltaico).- Personale adibito al servizio della clientela: dalle 10 alle 13 persone.
- Lingue parlate: italiano, tedesco, inglese.
- Livello dei prezzi: per i bimbi, menù da €5,00- Per adulti, da €7,00 ad €15,00.
- Cucina: anche per ciliaci e vegani.
- Orario di apertura: dalle 08,00 alle 23,00.
- Contatti: www.facebook.com/bikebreak – www.bikebreak.it – emilio@bikebreak.it – cell. 348 5149508
E allora, Â ” Good Bike con Fiab!” Â a tutte e a tutti … e …iscrivetevi alla Fiab, dai … vi aspettiamo a b… ici aperte!
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LUDOPATIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Giugno, 2015 @ 4:57 amDetto altrimenti: dipendenza dal gioco d’azzardo: come curarla?    (post 2090)
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Trentino. E’ di questi giorni: un tale, affetto da ludopatia, scrive sul giornale: “Non prestatemi più soldi, perché io me lo gioco tutti alle macchinette mangiasoldi! Aiutatemi a guarire!†Ma allora, se queste macchinette infernali sono la causa di una grave malattia, perché non le vietiamo tout court? A pensar male … perché generano una mole enorme di denaro nero che poi va a finire … dove? Non si sa ma si sa … ma questa è un’altra storia. Maccome, direte voi,  “neroâ€? Se cliccate sul  blog le parole “colonnello Rapetto†e/o le parole “dove andranno a finire le monetineâ€Â avrete la risposta.
Ma a parte ciò, in attesa del “miracolo†della loro messa al bando, si potrebbe imporre che su ogni macchinetta sia installato uno schermo che in tempo reale indichi al giocatore il totale di quanto la macchinetta ha incassato e di quanto la stessa ha versato ai vincitori.
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Ora, poichè di fronte al gioco d’azzardo gli Italiani non sono intelligenti ma credono di essere furbi, quando un potenziale giocatore vedesse che la macchinetta ha incassato 1000 e versato in vincite solo 10, probabilmente sarebbe portato a dire: “Uei, raga, scialla (traduco: “Uei, ragazza, calmaâ€) mica sono fesso, io! A me mi (a me mi) non mi freghi! Ecchè, vuoi fare la furba proprio con me? Ma allora non hai capito con chi hai a che fare!â€. E non giocherebbe più, vantandosi con gli amici di “non essersi lasciato fregare”.
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O no? Forse non funzionerebbe, lo so, ma almeno ci sto provando, io, ad inventarmi qualche rimedio in attesa che lo Stato biscazziere rinunci ad usufruire dei proventi di una “imposta sulla malattiaâ€.
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IL MASO LIMAR0’
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Giugno, 2015 @ 7:57 pmDetto altrimenti: ne ho già parlato nei post n. 866 e 987, ma oggi … (post  2089)
.… oggi al Maso è stato presentato il libro “Maso Limarò†– Il fascino di un luogo rinato, a firma del Vescovo di Trento Mons. Luigi Bressan e della giornalista Silvia Gadotti. Limarò, da “Limesâ€, confine fra il Principato Vescovile di Trento e la Contea di Arco, si trova sul bordo di una Forra, un profondo canyon scavato dal Sarca che scende da Madonna di Campiglio, 6,5 km per 250 metri di profondità . Perché il Vescovo? Perchè il Maso è di proprietà di un Ente della Curia, presieduto da un mio vecchio conoscente,  Gianni Benedetti, ed è dato in gestione a privati, i simpatici ed attivissimi Enzo e Stefania.
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Quasi per caso, due anni fa, da ciclista qual sono, scoprii la pista ciclabile che è stata ricavata nella sede della vecchissima strada che congiungeva le Giudicarie esteriori a Sarche, breve capolavoro della natura e dell’uomo, che in questo caso hanno reciprocamente collaborato.
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E il maso si trova ad un tiro di sasso dalla pista. Pedalando lungo essa mi sono venute alla mente le difficoltà che dovevano avere, nell’ 800, i contadini delle Giudicarie per recarsi pressi gli uffici amministrativi e giudiziari dell’impero d’Austria situati a Innsbruck, difficoltà che furono fra le motivazioni che indussero Don Lorenzo Guetti, nativo di Vigo Lomaso, a recarsi in Austria per perorare la causa dell’autonomia amministrativa della regione, scintilla dalla quale prese poi il via il processo che portò, nei secoli, all’attuale Autonomia speciale. Quello stesso Don Guetti che – sull’esempio delle casse rurali create dal tedesco  F. G. Raiffeisen, fondò le prime Casse Rurali, dando il via all’attuale Cooperazione Trentina.
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Insomma, la Forra del Limarò evoca molti avvenimenti e si legge sotto diversi aspetti: quello storico,  imprescindibile; i racconti che sono nati intorno a questo posto incantato; le bellezze naturali che si offrono al turista; e, last but not least, gli sport che si praticano: l’attraversamento di ponti thailandesi e percorsi “tibetaniâ€, la zip line, il canyoning,  percorsi su vie ferrate, palestra di roccia, gite in mountain bike e molto altro.
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Il tutto per ricoverarsi la sera in accoglienti camere, in sale ed anche ex stalle oggi cantine di legno e pietra, come quelle di una volta, anzi, “quelle di una voltaâ€. Tuttavia il libro non si limita ad illustrare le ricchezze del luogo, ma anche quelle che da quel luogo di possono raggiungere in brevissimo tempo.
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Direte: ma libri del genere ne esistono già molti, in Trentino! Si, d’accordo, ma non centrati sulla “perla†Limarò. Per conoscere ed apprezzare in pieno la quale tuttavia occorre soggiornarvi, e godersela soprattutto nelle primissime ore del mattino e la sera tardi, quando i turisti di passaggio – di passaggio, appunto – sono “passati†e chi resta a dormire può respirare l’autenticità del luogo. Per godere appieno del “fascino Limarò†inoltre mi permetto di suggerire la lettura quanto meno della parte storica del libro in questione, dalle origini (1200 d.C.? Sicuramente 1494 d.C.;  prime risultanze cartografiche (tirolesi) del 1774;  all’abbandono degli anni 1970; al “limes” fra i diversi odierni Comuni trentini e le diverse Comunità di Valle; all’ intervento conservativo iniziato nel 2009 ed oggi  perfettamente terminato.
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Ciclisticamente parlando, la pista ciclabile che sta per congiungere Ponte Arche alla tratta già in funzione che costeggia il maso e che già ora taglia fuori le pericolose gallerie, renderà ancora più attraente l’anello Riva del Garda-Passo del Ballino-Sarche-Riva e/o viceversa;  e la tratta Molveno-Ponte Arche-Sarche-Riva del Garda e /o viceversa.
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Per maggiori notizie e fotografie: www.gotravelgo.eu – info@gotravelgo.eu – tel. 0039 3777056232 – 0039 3358128140
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UN’IDEA REGALO E IL REGALO DI UN’IDEA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Giugno, 2015 @ 11:07 amDetto altrimenti: dove andranno a finire … certe idee? (post 2088)
“Dove andranno a finire i palloncini?â€Â si chiedeva anni fa una bella canzoncina di Renato Rascel … Dove andranno a finire certe idee. mi chiedo io oggi? Ora, sull’ “idea regalo†sappiamo già tutto: in particolar modo sotto le feste, ne sono piene le vetrine dei negozi nell’esercizio del loro marketing “diabolicoâ€, ovvero nel farci sorgere un bisogno che altrimenti non avremmo mai avvertito. Ma questa è un’altra storia che io ho utilizzato solo come spunto per parlare di un fenomeno diverso, quello del “regalo di un’ideaâ€. E allora la domanda è: “Dove andranno a finire certe idee letteralmente regalate agli altri?â€
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Mi spiego. Avete una buona idea che può essere utile alla collettività . La illustrate ad un politico importante. La prima domanda che spesso vi fa è la seguente: “L’hai già esposta ad altri?â€, il che può sottendere alla possibilità che il vostro uomo intenda vendersela come idea propria.
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Ma questo, tutto sommato, sarebbe il minore dei mali, in quanto comunque l’idea in ogni caso potrebbe trovare attuazione a vantaggio della collettività . Invece, il male peggiore è che di quell’idea non se ne faccia nulla, che non ne sia nemmeno verificata la realizzabilità , che non ne  sia finanziato un pre-progetto. A questo punto l’intera comunità perde un’occasione di arricchimento, senza che a quel politico sia imputata responsabilità alcuna. Eppure la parabola dei talenti avrebbe dovuto insegnare qualcosa … nel senso che non è peccato solo non-rubare-talenti, ma anche non-far-fruttare-talenti (e idee).
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Ma allora uno, le sue idee, se le deve tenere per sè? No di certo, ricordate cosa diceva  G.B. Shaw? Diceva: “ Se ognuno di noi ha una mela e ce le scambiamo, alla fine avremo sempre una sola mela a testa; ma se ognuno di noi ha un’idea e ce la scambiamo, alla fine ognuno di noi avrà due ideeâ€
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EDIPO A HIROSHIMA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Giugno, 2015 @ 5:38 amDetto altrimenti: nel settantesimo anniversario della prima “bombaâ€Â (post 2087)
Rielaborazione e regia del testo di Luigi Candoni a cura di Alfonso Masi – Con le voci di Ester D’Amato, Letizia Grassi, Giovanna Laudadio, Beatrice Ricci , Serena Tomasi, Vito Basiliana, Stefano Galetti, Mimmo Iannelli, Alfonso Masi, Luigino Mongera, Fiorenzo Pojer, Michele Tabarelli.
Iniziativa di Mirno Elena, coordinatore delle manifestazioni commemorative. Presentazione di Massimiliano Pilati, Presidente del Forum per la Pace. Nella sala n. 5 della facoltà di lettere in Via Tommaso Gar a Trento. ieri alle 17.00.
Un processo nel quale l’imputato si dichiara colpevole, vuole essere punito (ecco il moderno Edipo) per un delitto che ritiene di avere commesso. L’imputato, il pilota Allan Darnell, al comando del bombardiere B52 che sganciò la bomba su Hiroshima (nella verità storica il protagonista del pentimento fu il ricognitore Claude Robert Eatherly che alcuni giorni prima scelse la città più adatta per il bombardamento).
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Il senso della tragedia americana … ma no, della tragedia giapponese … nemmeno: della tragedia dell’umanità : la guerra non risolve nulla. E poi, una volta messa in moto questa valanga, nessuno può precedere quali dimensioni essa assuma, senza che – alla fine – si possano individuare i responsabili della sua escalation. Ma il dramma è duplice. della collettività e di ogni singolo individuo. L’ordine: vai, uccidi, questo è il tuo dovere, questo è l’ordine, e poi … e poi … “deus vult†Dio lo vuole tant’è che prima della missione si prega Dio che guidi i piloti, che non faccia commettere loro alcun errore.
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Ma il singolo si pente, si ravvede, grida loro in faccia di non tirare in ballo Dio, lui non crede in un Dio che sgancia le bombe. L’imputato ha orrore di se stesso per ciò che ha fatto e ricerca una punizione per espiare il male compiuto ma il “sistema guerra†lo assolve, cerca di convincerlo che egli è semplicemente uno strumento di salvezza: infatti se è vero che la “sua†bomba ha ucciso 300.000 giapponesi, è altrettanto vero che essa ha abbreviato la durata della guerra di due anni, stimati in 2 milioni di morti e quindi il saldo è positivo di 1.700.000. La morale a peso anzi a numero.
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Ma insomma …  “era un ordine, tu hai solo eseguitoâ€. Già , ma chi lo ha dato, quell’ordine? E qui inizia lo scaricabarile alla rovescia, verso l’alto, di grado superiore in grado superiore fino a quando la ricerca della responsabilità si perde nel vuoto. Nessuno è responsabile, tutti hanno eseguito una serie di ordini. Anche i gassificatori degli ebrei nei campi nazisti. L’imputato invece reclama per se’ un posto sul banco di Norimberga: “Forse un giapponese vale meno di un Ebreo?â€
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La guerra. La condanna della guerra, innanzi tutto della prima scintilla di guerra, in questo caso della prima guerra mondiale i cui “postumi†hanno innescato la seconda (n.d.r.).
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Ma veniamo al processo. Il presidente del tribunale superficiale, distratto: una macchietta, una parodia, sicuramente un’esagerazione a cercare – tuttavia – di rappresentare una tremenda realtà – soprattutto USA – nella quale ancora oggi si condanna legalmente alla pena di morte salvo poi, in alcuni casi, riconoscere innocente il colpevole e riabilitarlo … anzi, riabilitarne la memoria visto che tale assoluzione giunge dopo l’esecuzione della pena capitale.  Il Presidente del Tribunale che costruisce barchette ma soprattutto areoplanini di carta. Gli areoplanini … oggi si chiamano F35, ma questa è un’altra storia.
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Il PM, Pubblico ministero, l’accusa, altra figura parossistica: “Se non ci fossero le guerre che ne sarebbe delle fabbriche di armi e dell’industria cinematografica?â€Â La difesa? Mai un compito più facile per l’avvocato difensore Alfonso Masi. La replica del Maggiore Darnell: “L’uomo ha venduto la sua coscienza per una coscia di pollo: io non ho paura di morire, ma di sopravvivereâ€. Implora ed ottiene che siano uditi i testimoni sopravvissuti: e qui gli attori hanno dato il meglio di loro stessi. Tremenda e commovente la rievocazione di alcuni passi dell’istante dell’esplosione e degli istanti after.
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Con la tragedia greca si è iniziato, con il teatro (greco e) latino si finisce. Infatti ecco il “deus ex machinaâ€, l’escamotage che risolve la situazione: il Presidente del Tribunale non dorme più. Muore. Processo interrotto, anzi nullo. Tutti a casa. L’imputato si dispera.
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Mia considerazione finale: la guerra non inizia quando viene dichiarata formalmente o iniziata di fatto, bensì quando si inizia a pensare in termini di guerra. Nel nostro recente passato – per non perdersi in una analisi storica troppo lunga che stancherebbe le mie poche lettrici e di miei pochi lettori – prendiamo le “nostre†due guerre mondiali: la prima iniziata per distrazione e superficialità e per non dispiacere alcune minoranze esaltate. La seconda, conseguenza della prima.
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Dice … ma la terza guerra mondiale, quella che stiamo vivendo, dove la metti? Già , caro “Grillo Parlante†hai ragione (e poi dicono che “Pinocchio†è un libro per ragazzi! Quando mai!?). Questa nostra terza guerra mondiale si combatte con altre armi: con le enormi disuguaglianze sociali e nell’utilizzo delle risorse; la distruzione della natura;  il predominio dell’occidente che ha depredato il sud e l’oriente del mondo; i governatori (delle banche) che comandano più dei governi; l’esportazione del colonialismo; i successivi accordi con le tirannie che sono subentrate; la ricerca di una nuova verginità attraverso l’esportazione di una improvvisa (pseudo) democrazia a suon di bombardamenti degli ex alleati; il caos che ne è derivato. Si chiama globalizzazione.
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Come se ne esce? Cercando di analizzare con intelligenza ed onestà le vere cause di questi fenomeni e valutandone le conseguenze. La globalizzazione che stiamo vivendo, in un paio di decenni è nata e si è trasformata: da economica a politica, da politica ad armata, da armata a caotica. E il caos produce stragi, emigrazioni, immigrazioni. Ma questa è un’altra storia. Il seguito alle prossime puntate.
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Fine del post (che poi è solo un articoletto scritto da un semplice blogger) e mi vorrei augurare anche fine di ogni guerra, di ogni tipo di guerra: militare, economica, finanziaria, alimentare, politica, sociale, religiosa, inter etnica, etc.. Un’ Utopia, la mia? Sicuramente, ma sappiate che l’Utopia non è un obiettivo irraggiungibile, bensì un obiettivo  non “ancora†raggiunto!
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P.S.: chi scrive ha prestato servizio militare nel 1969 quale S. Tenente di complemento nella Brigata Alpina Tridentina: mi devo dichiarare colpevole?
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