RIVA VIVA, VIVA RIVA! (Monica Maranelli ed Enrico Fuochi)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Ottobre, 2014 @ 6:42 pm

Detto altrimenti: Riva del Garda, of course! (post 1672)

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… ed io fui terzo fra cotanto senno …

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‘Sta mattina da Trento a Riva ci sono venuto … in bicicletta. Eh si, ragazzi, mica potevo perdermi la pedalata … anche se mi sono trovato “schiacciato fra due professori universitari (Giovanni Soncini e Alessandro Zorat) ed io …. con la maglia a strisce ….

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Ma soprattutto non avrei potuto perdermi  il Concerto organizzato dall’Associazione Amici della Musica … si, quella presieduta per cinquant’anni dal compianto Ruggero Polito ed ora magistralmente gestita dall’amico Franco Ballardini. Il concerto era di quelli riservati ai migliori allievi del locale Conservatorio (Bonporti, Sezione di Riva del Garda). Al pianoforte Monica Maranelli, diplomatasi un  anno fa (a 18 anni) con 10 e lode (nel frattempo si è anche presa il diploma del Liceo Scientifico!). Così giovane, un curriculum di tutto rispetto, attualmente impegnata in vari corsi di (super) perfezionamento, già vincitrice di numerosi  concorsi, si è già esibita in moltissimi concerti in Italia e all’estero.

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Il programma eseguito? Schumann (Carnevale di Vienna op. 26 e Chopin, scherzi, mazurche e la ballata n. 22 op. 38 in fa maggiore. E poi due bis: Chopin e Scarlatti: ancora grazie, Monica! Ormai, amici, lo sapete, io sono solo un musicofilo, cioè amante della Musica, non certo un musicologo (vero conoscitore della Musica) e perciò commenterò il Concerto solo con il sentimento. Una ragazzina, prima e dopo il salire sul palco. Una gigante della melodia, quando in abito lungo nero si siede al pianoforte. Una gigante che, a memoria (!), esegue brani difficilissimi con la massima (apparente) naturalezza e spontaneità. Apparente, perchè dietro questo suo successo, ci sono anni ed anni di studio, di amore per quello che si sta facendo e di fiducia in se stessi e nella vita. Altrimenti – al massimo – si diventa solo anche ottimi pianisti “meccanici” ma non pianisti “di sentimento”.

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Le congratulazioni del Presidente dell’Associazione Amici della Musica, Professor Franco Ballardini

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Ecco, il “sentimento” che partendo dalle “sue” note, note scritte da altri ma che diventano sue, sue di lei, di Monica, il “sentimento” che scende dal palco e ci cattura, ci rapisce … al punto che io – seduto a bella posta in prima fila per scattare qualche foto – sono arrivato sempre in grande ritardo. Milioni di note, di sfumature, di toni, di pause, gestite da quelle dieci giovani dita come se fossero sempre appartenute loro. Monica, mi aspetto che qualche amico musicologo voglia aggiungere il suo commento. Io, da semplice nonno blogger,  che altro posso dire se non “Brava!” …

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02 Copertina jpegE, dopo cena, alle 20,30, sempre a Riva del Garda, in Rocca, il primo appuntamento-evento del Progetto collegato alla imminente presentazione del Libro di Enrico Fuochi “Fotofiabe”. Riva viva … che vi avevo detto? E allora, evviva Riva! Nel cortile della Rocca, dicevo, all’aperto, in una serata particolarmente mite – data la stagione e soprattutto il suo andamento bizzarro di quest’anno – Enrico Fuochi, scrittofotografo (o se preferite, fotoscrittografo) di successo, dopo i suoi “FotoGrafie”, “FotoStorie” e “A bordo della Città di Milano”, ha iniziato a parlarci – sotto forma di evento – del suo ultimo lavoro: “FotoFiabe”. Si tratta di un volume di fiabe “nate” da sue fotografie, al contrario di quanto usualmente si fa, e cioè  dotare di illustrazioni (foto o disegni) ciò che si è scritto. Lui stesso ne ha scritte lla maggior parte. Alcune portano la firma di suoi amici: Cristina, Mirna, Maria Teresa, Anita … io stesso.

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Alessandro, Alfonso, Rosanna

Alessandro Righi, Alfonso Masi, Rosanna Sega

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Una fiaba, una morale. Per adulti che sappiano “tradurle” per i più piccini, un “ritorno al futuro”, un futuro che dobbiamo far rivivere di un passato per tanti aspetti migliore dell’oggi, un passato non ancora distratto da un eccesso di informazione e comunicazione spesso superficiale, distorta e distraente, la quale tende a non lasciare spazio alla fantasia di ognuno.

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La moglie dell'Autore, Marina, Enrico e a seguire alcuni dei co-autori

Da destra: Marina, la moglie dell’Autore,  Enrico,  Cristina Endrizzi

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Le favole … raccontate ed ascoltate attorno al fuoco, nelle campagne; nelle cucine – unico ambiente riscaldato nell’immediato dopoguerra –  in molte case cittadine. La parola, la lettura a voce alta … la fantasia, la riflessione interiore, beni preziosi che non dobbiamo permettere siano distrutti. Ma … raga, scialla, calma, un segnale positivo c’è: pare infatti che l’audience  radiofonico stia superando quello televisivo … In ogni caso, Bravi! Bravo soprattutto tu, Enrico, ma anche la presentatrice Rosanna, il giovane Alessandro, il “Maestro” Masi e – last but not least- la bella e bravissima Flora Vedovelli!

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La Voce Alfonso, la Musica Flora e l’Autore Enrico

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L’evento. Magistralmente introdotto da Rosanna Sega, che poi leggerà una fiaba. Altri “recitatori” il nostro amico studioso-storico appassionato-letterato-scrittore-rievocatore-calda voce narrante Alfonso Masi accompagnato dal giovane Alessandro Righi.

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Una eccezionale arpista, Flora ...

Una eccezionale arpista, Flora …

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Si leggono alcune fiabe. Sullo schermo scorrono le fotografie di Enrico. Sul palco intervalla le letture la dolcissima e preziosa musica di un’arpa, fatta vibrare e vivere dalla bella e bravissima Flora Vedovelli.

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E, per finire, due bei sorrisi: Marina e Flavia!

E, per finire, due bei sorrisi: Marina e Flora!

Ecco, termino qui questo mio “post doppio” non senza ricordare i prossimi appuntamenti: giovedì 9 ottobre 2014 ad ore 17,30, a Trento, Biblioteca Comunale, primo piano, sala degli Affreschi, presentazione del volume. Saranno presenti Carlo Martinelli e Don Marcello Farina. Sabato 11 ottobre 2014 ad ore 16, Castello Drena, si inaugura la mostra fotografica aperta fino al 4 novembre, dalle ore 10,00 alle 17,00 dal martedì alla domenica. Non mancate!

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LIBRI A LAVIS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Ottobre, 2014 @ 6:25 am

Detto altrimenti: LAVIS E I “SUOI” LIBRI   (post 1671)

“L’armata napoleonica dei Grigioni in Tirolo”, di Davide Allegri e Andrea Casna, Ed. Curcu e Genovese 2014, 174 pagine, €39,00.

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Andrea Casna e Davide Allegri

Andrea Casna (curatore degli ambiti austriaci-tirolesi) e Davide Allegri (di quelli francesi)

Opera realizzata grazie al contributo del Comune di Lavis, come spiega l’Assessore alla Cultura e all’Istruzione Germana Comunello, introducendo la presentazione del volume nella sala del bel palazzo storico cittadino Maffei, e specificando che le offerte raccolte a fronte degli esemplari regalati dal Comune ai presenti sono destinate alla costruzione di una scuola nel Burghina Faso. Un doppio plauso, quindi, al Comune di Lavis! Altri sponsor e “catalizzatori”, la Cassa Rurale di Lavis; il Bim; l’Associazione Culturale Lavisana presieduta da Daniele Donati; la casa Editrice Curcu e Genovese che si è “fatta carico” con estrema competenza e attenzione di un prezioso volume “non commerciale” bensì “storico-culturale”.

L’origine. Davide Allegri vede una bella carta geografica del 1800 rappresentante la Busa del Garda esposta in una mostra nella stessa Riva del Garda. Ecco la scintilla … la quale, partendo dall’amore per la cartografia, accende la ricerca dei testi relativi ad un’operazione militare sino ad oggi trascurata, quella avviata da Napoleone con l’armata dei Grigioni. Davide approfondisce l’esame, vede trattarsi di una carta francese riportante le postazioni militari austriache, studia la situazione presso gli archivi del Museo Storico di Trento e presso gli archivi storici del Ministero della Difesa Francese a Parigi, dove si trova per il suo dottorato di ricerca. Indi Davide coinvolge l’amico collega studioso, scrittore  e giornalista publicista  Andrea Casna (entrambi membri attivi della citata Associazione Culturale Lavisana) e dopo mesi di intensissimo lavoro nasce un vero e proprio libro capolavoro a quattro mani.

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Napoleone, tornato dall’Egitto, vuole un’azione diversiva contro l’Austria. Ordina quindi ad un suo generale, il Generale Mac Donald, capo dell’armata dei Grigioni, di attaccare l’esercito austriaco. Mac Donald passa lo Spluga (in inverno!) e attacca gli Austriaci al Passo del Tonale (in inverno!). Viene respinto, ridiscende il passo e da battaglia nelle Giudicarie, dove sconfigge gli Austro-Tirolesi. 1801-1803, fine del Principato Vescovile di Trento e di quello di Bressanone che vengono inglobati nella Contea del Tirolo. Lavis e il suo Avisio finiscono di essere la frontiera fra il Principato Vescovile di Trento e la Contea del Tirolo. Questi i fatti.

Il libro (storico, che si legge molto bene ed inoltre  pregevolissimo per l’aspetto grafico e documentale, di quelli da prima fila nello scaffale!) non è scritto in coincidenza di alcuna ricorrenza storica. Esso presenta le seguenti caratteristiche:

  • Prende le mosse dall’esame congiunto della cartografia unito a quello di molte relazioni scritte.
  • Descrive il territorio all’interno di una pubblicazione storica.
  • Contiene la descrizione del territorio da parte di chi non vi apparteneva.
  • Testimonia il momento nel quale la cartografia diventa una scienza.
  • Ha una valenza pratica e attuale, nel senso che la “geografia storica” del territorio prima dell’esecuzione delle grandi opere pubbliche aiuta a comprendere come eravamo e come la natura potrebbe tornare ad essere, ad esempio in caso di forti inondazioni.
  • Valorizza il significato storico-turistico dell’ ”archeologia militare”.
  • E’ frutto del lavoro di due studiosi, basato sia su documenti ufficiali che sui reportage della stampa dell’epoca.
  • Last, but not least, testimonia la “sofferenza dell’umanità”, di una umanità  forzata alla guerra, sia essa umanità di soldati che di popolazioni civili, senza distinzione alcuna della loro appartenenza.

Complimenti quindi agli Autori, riscopritori di un pezzo di storia locale e a chi, pur in una fase economica “non del tutto positiva”, non trascura di dedicare attenzione e risorse alla nostra principale risorsa potenziale: la nostra Storia, la nostra Cultura, il nostro Territorio.

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MONTALE SECONDO MASI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Ottobre, 2014 @ 7:37 pm

Detto altrimenti: Montale per tutti    (post 1670)

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All’ Associazione Culturale “Antonio Rosmini” di Trento proseguono le giornate della poesia. Introdotto dalla Presidente Prof.ssa Lia de Finis, Alfonso Masi, dopo Ungaretti, oggi ci ha incantato con Eugenio Montale, nato a Genova (come me, e lasciatemelo … questo vezzo!).

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“Portami il girasole impazzito di luce”, verso di Montale adottato da Masi quale titolo della sua esposizione, esposizione di e con Alfonso Masi, voce recitante; Mariaconcetta Lucchi, voce narrante; chitarra, Andrea Gasperi con spunti tratti dai Préludes di Debussy; il vostro blogger Riccardo, immagini e power point.

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WP_20141003_004Eugenio Montale, con padre con lo “scagno” in porto (l’ufficietto import-export alla Gilberto Govi?), diplomato ragioniere “ma per carità non chiamatemi così”, spirito libero alla ricerca di un mestiere consono alle sue inclinazioni letterarie. anche giornalista ma soprattutto poeta e filosofo. Spesso arguto, graffiante, quasi toscano, sotto questa angolazione …

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La sala dell’Associazione stracolma. Poltrone vuote pochissime riempite subito dopo la foto. Masi è molto conosciuto, da tempo … e poi, dopo il recente successo con “Ungaretti” (v. qualche post fa …) il tutto esaurito era quasi scontato ).

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20141002_171314Scoprire o riscoprire un poeta, la sua vita, la sue opere ma soprattutto il suo modo di rapportarsi alla vita … per me poi, diploma classico 1963, laurea in legge 1968, al liceo non c’era (ancora) spazio per i contemporanei: eravamo solo sul “classico”, quindi – personalmente – un particolare “grazie!” ad Alfonso e agli altri amici per avermi coinvolto, sia pure solo come “immaginatore” (curatore e proiettore delle immagini) in questa intrapresa.

E poi, i recital di Masi sono collanti inter-associazioni: infatti oggi ad ascoltarlo c’erano oltre ai  soci del “Rosmini” anche quelli della Accademia delle Muse di Trento; dell’ Associazione Amici della Musica di Riva del Garda; della Fiab Trento; della Fidapa Trento; dei  Gruppi di Lettura di Mirna Moretti e di quello di Maria Lia Guardini di Trento (almeno questi sono quelli che ho riconosciuto). Unica nota non positiva: pochi i giovanissimi, eppure dal vicino Liceo Classico … forse è mancata una comunicazione adeguata. Provvederemo.

thL0H1DDP8Montale, genovese … “quando entrerò nel loculo che ho già pagato da anni”! E ti pareva, un accenno alle “palanche, ai “dinè” …! Non avrebbe potuto mancare! Montale Senatore a vita, Montale Premio Nobel: “Non mi sono mai divertito tanto. I fiori, i telegrammi. Mi sembrava di assistere, vivo, al mio funerale. Peccato che non sia morto davvero, vi figurate la bella notizia? Poeta muore il giorno stesso in cui riceve il Nobel. Bisognerebbe inventarlo un premio letterario che porta iella e stare a vedere poi chi lo accetta e chi lo rifiuta”.

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Liguria (Camogli, in dialetto Camuggi, casa delle mogli o case a muggi,  case a mucchi, ammucchiate)

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Montale dipinge la Liguria, Montale pittore di terra, mare, di animi e dell’anima … un “pessimo pessimista” che tuttavia con la sua cruda visione della vita ci apre gli occhi, ci mette in guardia contro il voler “vivere in una percentuale troppo elevata” … La sua, dichiara,  è “al 5 per cento” …

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Avevo promesso agli amici che avrei pubblicato un post sulla conferenza odierna già questa sera. Lo faccio, nel senso che lo inizio, ma domani lo riprendo: troppe sono le gemme di Montale di cui voglio rendere partecipi.

A domani, dunque! E … grazie e complimenti, Alfonso & C.!

Mattina del giorno dopo

Rieccomi a voi. Il grande lavoro di Alfonso? Essere un profondo conoscitore della materia e conseguentemente avere la capacità di definire con pochi “tratti di pennello” la personalità e le caratteristiche artistiche del poeta. Il grande merito di Alfonso? Accendere in ognuno di noi l’interesse a scoprire e/o ri-scoprire tesori altrimenti troppo trascurati o addirittura ignorati. Le grandi “sorprese” che ci ha riservato Montale? Il passaggio da una vita auto-descritta quasi in sordina a Senatore della Repubblica e Premio Nobel. Quasi come nelle favole, anzi, come in una Favola Bella. Cosa ho ricavato io dal lavoro di Alfonso? La conoscenza degli aspetti arguti, politicamente critici, ironici e quasi toscaneggianti (alla Maledetti Toscani del Montanelli, per intendersi) del poeta, la sua visione sotto sotto anche un po’ scanzonata della vita … tutte sfumature difficilmente evidenziate nelle “anto-logie” (“raccolte” di “fiori”) canoniche, sfumature sulle quali mi riservo di pubblicare un apposito articolo (alias “post”).

The end (solo al momento … però!)

P.S.: AAAAAA. Offersi posto di fotografo ufficiale di queste manifestazioni per ricoprire la posizione attualmente, temporaneamente e del tutto insufficientemente ricoperta dall’ “immaginatore” (macchinista alle immagini) Riccardo. Nessuna remunerazione monetaria, molta gratitudine.  Telefonare  a 335 5487516 o scrivere nei commenti a questo post. Astenersi perditempo.

 

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TRENTO, ASSISI, SPELLO, CASCIA, NORCIA, TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Ottobre, 2014 @ 11:32 am

Detto altrimenti: da Trento, in due giorni!   (post 1669)

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Da qui uscì Francesco per diventare San Francesco

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Post brevissimo, infatti sono appena rientrato ed oggi pomeriggio c’è la conferenza su Montale (v. post successivo). Due “autisti” (un amico ed io stesso, ovvero due amici), alla guida di un’auto, con le mogli ed una carissima amica. Si guida a turno, veloci. Tempo buono, per fortuna. Si scende sul centro Italia, si risale sulla adriatica: km. 1200.

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Assisi che dire? La conoscete … la storia del suo Santo, la spiritualità del luogo, l’arte …

 

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Per le strade di Spello

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Ma forse conoscete di meno Spello, un paesotto lì vicino che in una chiesa conserva una tela del Pinturicchio! Italia; Italia, Museo troppo poco visitato!.

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Il Pinturicchio conservato a Spello

Il Pinturicchio conservato a Spello

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Cascia, Santa Rita, giovanetta sposa, madre, vedova, monaca, Santa.

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Norcia, San Benedetto, Santa Scolastica.

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Il gruppo dei cinque amici

Il gruppo dei cinque amici

Cosa ho riportato a casa nel mio animo? Arte, spiritualità, natura ma soprattutto una riflessione: cosa spingeva la gente ad elevare capolavori d’arte e di architettura quando la maggior parte della popolazione viveva in antri, stalle, casupole miserrime? Cosa ha spinto la gente a conservare questi siti? Cosa spinge tantissima gente a visitarli? La bellezza delle architetture, certo, ma non solo. Vi è probabilmente anche la ricerca di uno stacco dal mondo dei telefonini e del sempre di corsa, per cercare di capire cosa ci sia  stato e ci sia alla base dell’Uomo, da sempre  e per sempre.

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FIAB FEDERAZIONE AMICI DELLA BICICLETTA, TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Settembre, 2014 @ 6:36 pm

POST IN ALLESTIMENTO, infatti sto per partire per Cascia … due giorni …  E poi giovedì la conferenza su Montale! Direte: ma i due post precedenti hai ben trovato il tempo per scriverli! Certo, ma con Passera e Della Valle … proprio non ce l’ho fatta a stare zitto!

Ecco, oggi 2 ottobre 2014 riprendo a sistemare il post …

Detto altrimenti: Fiab è anche (o soprattutto?) cultura, ovvero “insieme di conoscenze, quasi sempre a pedali”. Quasi sempre, ma non sempre … (post 1668)

… infatti ieri in ben 45 dei 150 soci trentini abbiamo sconfinato in Veneto, con un bel pullman e questa volta senza bici. Dove?

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In pullman, al Museo Archeologico di Altino: in internet trovate molto di più di quanto io non possa scrivere … solo una nota: Italia, Museo a cielo aperto!

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In battello, a prua …

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A Torcello, verso la Chiesa di S. Maria Assunta con i suoi meravigliosi mosaici

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A Burano, l’isola dei pescatori ma …

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…. ma con tutti i ristoranti strapieni! Siamo riusciti appena appena a comperare gli ultimi panini in panetteria …

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Una guida … fraterna!

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All’isola S. Francesco del deserto. Il Santo, di ritorno dall’Egitto e dalla Siria, fu ospite in quest’isola sulla quale poi ricevette in regalo una casa che trasformò in Chiesa e convento. Il nome “del deserto” le fu dato dopo che essa  fu abbandonata a causa della peste e della malaria, passate le quali epidemie fu ripopolata innanzi tutto dai frati che ingrandirono le infrastrutture. Bellissimo il chiostrino anche se le colonnine bifore sono state “arrubbate” dai napoleonici!

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Che dire se non   “Grazie Fiab!”

 

 

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PASSERA E GIANNINI: BANCARI, BANCHIERI, IMPRENDITORI, POLITICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Settembre, 2014 @ 1:44 pm

Detto altrimenti: si tratta di quattro categorie diverse e separate, con la sola eccezione che un banchiere è anche imprenditore (post 1667)

Amadeo Giannini

Amadeo Giannini

Innanzi tutto il bancario non è un banchiere. Banchiere infatti non è chi lavora in banca anche al massimo livello, ma chi fonda e quindi gestisce una banca. Per intendersi, banchiere fu innanzi tutto Amadeo Giannini, genovese come me (uaooo!), che nel 1904 a S. Francisco fondò la Bank of Italy che poi divenne la Bank of America! Questa non la sapevate, eh … Ahi Genovesi, uomini diversi, d’ogne costume e pien d’ogne magagna …, cantava il Padre Dante: diversi si, ma anche nel bene!

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… dopo l’incendio di S. Francisco, della cui ricostruzione la Bank of Italy di Giannini fu una delle principali finanziatrici

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Quindi, l’Amministratore Delegato o il Presidente di una banca (a meno che non siano anche azionisti di rilievo della “loro” banca), non sono banchieri, ma bancari anche se di altissimo livello.

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Imprenditore è chi rischia nell’impresa innanzi tutto denaro proprio. Quindi il banchiere è anche imprenditore. Il bancario no.

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Se poi un bancario dice di essere banchiere, cioè imprenditore e come tale vuole scendere in campo nell’agone politica, be’ … vi rimando a quanto ho scritto nel post precedente …

The end

Genova. Favale di Malvaro, minuscolo centro agricolo montano della Val Fontanabuona, nell’entroterra genovese, 15 km a nord di Portofino, è  il paesello della famiglia di Amedeo Pietro Giannini, il più geniale banchiere del XX Secolo, fondatore della Bank of America. Giannini nasce il 6 maggio 1870 a San Josè di California, i suoi genitori erano emigrati da pochi mesi negli Stati Uniti. Dipendente dell’azienda di commercio ortofrutticolo all’ingrosso  del patrigno, dopo la tragica morte del padre, Amedeo Pietro Giannini instaura ottimi rapporti con i contadini che da lui imparano moderne tecniche di produzione e soprattutto come migliorare i profitti. Nel 1892 Giannini sposa Florinda Cuneo, una bella ragazza con un ragguardevole patrimonio, comprese le azioni della Banca Columbus. Giannini entra nel cda, ma il fatto che la banca guardi solo alle grandi imprese, trascurando i clienti più piccoli, lo convince a lasciare l’incarico. Fiuta che il futuro del sistema bancario sarà legato a questi ultimi e nel 1904, con altri italo-americani, con l’aiuto di 143 piccoli azionisti e con i depositi degli immigrati di North Beach, apre la prima sede della Bank of Italy, progenitrice della Bank of America, con un capitale di 150 mila dollari. Scelta che gli valse il soprannome di “banchiere dei poveri”. Il 18 aprile 1906 San Francisco viene devastata, prima dal terremoto e poi dal fuoco. Amedeo Pietro Giannini, con una eccezionale presenza di spirito, riesce a salvare  il contante  e i valori custoditi nella banca, mettendoli al sicuro nella sua casa di Santa Marta. Può quindi rientrare a San Francisco e rassicurare la clientela sulla sorte dei propri depositi. Nel 1909 La Bank of Italy apre filiali in tutta la California e sostiene l’industria cinematografica. Hollywood sta nascendo e la Banca di Amedeo Pietro Giannini finanzia sia la parte immobiliare, con la realizzazione dei magici studios, sia la produzione di film. Negli anni ’20 l’attività della Bank of Italy si sviluppa verso la costa atlantica, la crisi di Wall Street fa vacillare  l’impero di Giannini, ma in breve tempo, passata la buriana, ripende il controllo e rilancia la banca, diventata, nel frattempo, la Bank of America che poi aprirà anche filiali in tutto il mondo.

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NELLA POLITICA: IMPRENDITORI O IMPRENDITORIALITÀ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Settembre, 2014 @ 9:37 am

Detto altrimenti: in politica … l’uomo imprenditore o alcune regole dell’imprenditorialità?   (post 1666)

Inizio con esporvi la conclusione alla quale perverrò: io sono favorevole all’adozione da parte della politica di alcune regole dell’imprenditorialità: Non sono favorevole  non alla discesa di imprenditori nell’agone politico.

 A Milano, dove ho lavorato per dieci anni, dicono: “O felè fa ‘l to mestè”, pasticcere fa il tuo mestiere, ovvero ognuno faccia il mestiere suo, non altro. E allora … i metodi di cui da sempre si avvale l’imprenditore possono ben essere utilizzati nel gestire la cosa pubblica, purchè ad applicarli non sia l’imprenditore stesso. In altre parole: l’Homo Politicus, il Politico, colui che si occupa della polis, cioè – oggi – dello Stato, può e deve a buona ragione e a pieno titolo utilmente servirsi di alcuni fondamentali della gestione aziendale. L’imprenditore dal canto suo, resti tale e continui a fare el  so’ mestè …

Un esempio: il Politico vuole programmare il futuro della sua terra? Esamini tutte le eccellenze potenziali del territorio e le organizzi ex novo al meglio, indipendentemente da quanto si sta già eventualmente facendo, ovvero, progetti al meglio, in ogni caso, e non vada semplicemente a rimorchio dell’esistente (tecnica aziendale dello zero base budget); riscriva e aggiorni l’ordine delle priorità e non delle ideologie; trasformi in opportunità ogni cambiamento e non lo subisca come tale; programmi per il medio-lungo termine e non per la sua legislatura in corso o successiva; abbia sempre soluzioni alternative; non si lasci sorprendere dalle emergenze; riunisca sempre, in capo a se stesso a agli altri, potere e responabilità; valorizzi e lasci spazio a chi ha idee nuove e le sa gestire, non semplicemente chi “è più alto in grado” (tecnica aziendale del funzionigramma e non dell’organigramma); motivi e responsabilizzi a cascata tutti i propri collaboratori (non sia accentratore); se un progetto va male, inizi ad esaminare il problema dall’alto e non dal basso.

 Dice … ma chi meglio di un imprenditore potrebbe fare ciò? No, raga, olim imprenditore, semper imprenditore: chi è stato ed è imprenditore, sarà sempre tale: io non mi fido … infatti egli è portato a pensare in chiave aziendale, della sua azienda … il suo “bene pubblico” è il “bene pubblico della sua azienda”. Mi sbaglierò anche … ma a pensar male … ed allora, adottiamo pure nel governo della res publica le metodologie virtuose dell’impresa, ma che ad azionarle sia il Politico con la “P” maiuscola, senza interessi e mentalità orientate alla difesa e crescita del proprio patrimonio aziendale.

E voi, lettrici e lettori dei miei post … che ne pensate? Forse che io abbia torto? In ogni caso, scrivete il vostro pensiero, dai …

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VITA DA NONNI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Settembre, 2014 @ 5:30 pm

Detto altrimenti: via dal lettone, nonno! Arriva la nipotina! (post 1665)

Eh già … per convincerla a stare con noi … mentre papà e mamma vanno all’Oktober Fest … la prima “vacanzina” da sposini senza di lei … “ma io dormo nel lettone con nonna!”. Evvabbè, dico io …

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“Niente foto, per favore!” (Il viso girato per ragioni di privacy …)

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Tre giorni di sole, una fortuna per gli “sposini” … e anche per noi che abbiamo portato la bimba nei vari parchi cittadini a giocare. Non è mancata una sosta alla Fiera del Libro in Piazza Fiera, con relativo acquisto di un bel libro su “come i bimbi possono creare e curare un orto”. Eh si, perchè la piccola, a casa sua, ha un gran bel giardino con un altrettanto grande orto. E allora … il buon giorno si vede dal mattino. E la mia bicicletta? Ferma, ovviamente, nonostante il sole pieno. Se non che oggi pomeriggio la nonna riaccompagna a casa sua la nipotina per una festicciola. Dopo qualche tempo, una telefonata: “Abbiamo dimenticato i suoi biscotti …”: nessun problema, arrivo io (in bicicletta!). Trento-Lavis e ritorno, casa-casa via pista ciclabile, km, 28,5. E mi pareva …!

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Nel blu dipinto di blu …

All’andata ho “dovuto” (!)  fermarmi a scattare una foto. Ho dovuto, proprio. Infatti mi ha colpito il colore dell’Adige: azzurro come non mai! Il fiume … i fiumi … forse perchè sono ancora sotto l’influsso della conferenza su Ungaretti (v. post precedente) con i suoi tanti fiumi celebrati: il Nilo, la Senna, il Serchio, il Tevere. l’Isonzo … Se Ungaretti avesse sostato anche in Trentino, avrebbe sicuramente celebrato anche “el nos Ades”, il nostro Adige. Molto più modestamente, lo celebro io con una foto scatta con il telefonino, senza pretese dunque, e anche “senza parole”, ma quel che conta è il pensiero.

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Tu dici, è l’Ora … tu dici, è tardi … (L’Ora di Garda, un verso parafrasato da “L’ora di Barga”, splendida poesia di tale G. Pascoli)

Consegnati i biscotti, al ritorno, altra foto: la bruma portata dall’Ora del Garda, dopo avere risalito la Valle del Sarca e quella dei Laghi si affaccia al davanzale della Paganella sulla Valle dell’Adige all’altezza di Lavis. Il vento? Non c’era: infatti noi velisti gardesani chiamiamo “Vento” solo quello da nord. L’altra è l’Ora. Morale: sono andato a Lavis “al gran lasco” e sono rientrato a Trento “di bolina”.

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Buon Trentino a tutti!

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UNGARETTI SECONDO MASI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Settembre, 2014 @ 6:57 am

Detto altrimenti: Ungaretti per tutti  (post 1664)

th[3]Il nome Giuseppe Ungaretti ? Nome conosciuto da tutti. Le sue poesie? Poesie conosciute da molti. La sua vita? Vita conosciuta da pochi. Le occasioni per riavvicinarsi a lui? Occasioni avute da pochissimi. E allora … e allora Alfonso Masi, con la “complicità” della voce narrante Mariaconcetta Lucchi e della chitarra di Andrea Gasperi, ieri, nella sala dell’ Associazione Culturale “Antonio Rosmini” di Trento (Via Dordi, 8) … Alfonso Masi, dicevo, ha condotto per mano un uditorio da tutto esaurito attraverso vita e opere del grande poeta “egiziano”. Già, perché Ungaretti è nato in Egitto, “a seguito” di un padre (e di una madre) che dalla Lucchesia vi si era trasferito per “cercare fortuna all’estero”, ovvero per fare, il padre, lo sterratore nel cantiere del Canale di Suez. Padre che vi morirà per malattia contratta sul lavoro quando il futuro poeta aveva solo due anni e non c’era ancora l’INAIL

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La Presidente dell'Associazione Professoressa de Finis introduce il relatore Masi

La Presidente dell’Associazione Professoressa Lia de Finis introduce il relatore Masi

Egitto, Italia, Francia, Brasile, Italia … il suo è un peregrinare “in cerca di lavoro”, come tanti altri hanno fatto e anche oggi hanno ricominciato a fare … Già da questo fatto si comprende il titolo che Masi ha voluto dare alla sua esposizione: “Ungaretti uomo di pena”. Pena per la ricerca del lavoro; pena per le morti che hanno costellato la sua vita: dell’amico Moammed Sceab; dell’unico fratello; del figlioletto di nove anni; della madre; della moglie; dei commilitoni (“fratelli”) compagni di trincea nella prima guerra mondiale; dei compatrioti fucilati dal nazifascismo o uccisi dalle bombe “alleate” (alleate …?) nella successiva, seconda mattanza mondiale. Pena anche per non avere ricevuto il Premio Nobel per la poesia. Pena per avere mantenuto, anche in età molto avanzata, una ulteriore – pericolosa – “dote” in lui innata, quella di innamorarsi di una donna molto più giovane …

Mariaconcetta Lucchi e Andrea Gasperi

Mariaconcetta Lucchi e Andrea Gasperi

La sua poesia prorompe come un fuoco d’artificio stellare: in tutte le direzioni: la natura, l’amore sacro e profano, la famiglia, il desiderio della pace, l’ostilità verso la guerra, il rispetto dell’ “Altro”, l’amore e allo stesso tempo la sofferenze del ricordo (“il ricordare è di vecchiaia il segno”). Ma … mentre sto scrivendo, mi sorge una domanda: devo scrivere di Ungaretti o della “Compagnia Masi”? In ogni caso è estremamente difficile sintetizzare sia il Poeta che i suoi Relatori. Ed allora mi sono detto: vai, Riccardo, vai … prosegui a ruota libera, tu che di ruote te ne intendi (basta leggere il tuo post precedente!). Ed allora … allora … ecco due sue poesie famosissime.

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Un po' di spazio anche ai vili meccanici ...

Un po’ di spazio anche al “vile meccanico” manzoniano, addetto alle immagini ed alla loro proiezione power point …

Mattino: “M’illumino / d’immenso”; Soldati: “Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie”. Non avrei potuto fare a meno di citarle, almeno sono sicuro che queste – sicuramente – resteranno nella memoria delle mie lettrici e dei miei lettori, anche i più distratti. Per inciso io stesso, poetuncolo da strapazzo che  talvolta si diletta con i versi … di fronte al suo “Mattino” nel quale il Poeta si illumina di immenso, io stesso,  dicevo, ho voluto scrivere il mio “Mattino”. Ora, poiché lui s’illumina d’immenso, ecco il mio testo: “Anch’io!”

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Tutto esaurito

Tutto esaurito

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Ma torniamo a Ungaretti. Grazie a Masi l’ho ri-scoperto più attuale che mai in un “Inno” nel qual si lancia contro il consumismo sfrenato:

L’uomo, monotono universo,

crede allargarsi i beni

e dalle sue mani febbrili

non escono senza fine che limiti.

Attaccato sul vuoto

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L’ideatore-realizzatore dell’evento, Alfonso Masi (in maglione, come Ungaretti e Marchionne)

al suo filo di ragno

non teme e non seduce

se non il proprio grido.

Ripara il logorio alzando tombe,

e per pensarti, Eterno,

non ha che le bestemmie.

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Applausi

Applausi

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Quattro le arti: l’arte poetica di Ungaretti; l’arte di Masi della recitazione e della scelta dei brani con cui comporre l’antologia, la raccolta dei fiori dall’ampio campo di fiori nel quale consiste la produzione di Ungaretti; l’arte di Maiaconcetta Lucchi, calda voce narrante; l’arte di Andrea Gasperi, anch’egli poeta (delle corde della sua chitarra).

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Dice … ma tu, blogger, che ci stai  a fare fra di loro”? Già, perché io “fui quinto fra cotanto senno”. Alfonso mi ha chiamato per mettere ordine fra le diapositive da proiettare in parallelo alla sua esposizione, per sceglierne alcune – fra le tante candidate – per organizzare la proiezione power point: “vile meccanico” manzoniano praticamente, il quale immeritatamente si è preso molti complimenti per le “splendide ed indovinate immagini”: che volete, sit transit gloria mundi, così “va” la gloria del mondo … (talvolta) anche a chi non se la merita!

Prossimo appuntamento giovedì 2 ottobre 2014 ore 17,00 stessa sala, si replica. Questa volta tocca al genovese (come me!) Eugenio Montale! Praticamente io … giocherò in casa, e le diapositive sono già pronte!

P.S.: Su Ungaretti mi permetto di suggerire il volume “Ungaretti, Vita, Poetica, Opere scelte”, Ed. Il Sole 24 Ore – I grandi poeti, 2007.

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POESIA A PEDALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Settembre, 2014 @ 2:26 pm

Detto altrimenti:  in autunno, in Trentino …  (post 1663)

Oggi

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I miei compagni di viaggio: la vecchia bici e FIAB Trento

non era previsto

che uscissi a pedali.

Ma il sole insisteva:

“A Nomi, a Nomi!”

E poi la mia bici

oggi

splendeva da sola:

il suo azzurro, l’azzurro del cielo e del fiume;

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Sotto il ponte di fiori Adige scorre … (parafrasando Apollinaire …)

il suo giallo, il giallo dei fiori d’autunno.

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Ma come si fa

a non fermare il momento?

Tre scatti

e poi via

si ritorna!

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Autunno …. o primavera?

I 35 km meglio spesi della mia vita

e della vita di lei,

vecchietta a pedali

color del Trentino.

 

Good bike a tutti!

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