FIAB TRENTO IN CASTAGNATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Ottobre, 2014 @ 7:24 pm

 

Detto altrimenti: … senza biciclette, questa volta!   (post 1692)

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Cliccate sulla foto!

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FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta. A Trento siamo oltre 160 iscritti. Oggi, alla “castagnata Sociale” eravamo in 75! Mica male i due numeri! Siamo andati sulle pendici del Monte Bondone. Si prende la strada che in inverno conduce alla base della seggiovia Rocce Rosse e si lascia lì l’auto. Indi una mezzoretta verso destra a piedi ed è fatta: si è arrivati alla Baita Malghet.

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La Baita Malghet

La Baita Malghet

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Solo che alcuni hanno preferito …  allungare (non del tutto consapevolmente!) la camminata ed hanno fatto una salutare sgambata di un’ora e mezzo, con il risultato di avere evitato la preparazione delle castagne, che – si sa – vanno prima incise una per una!

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Come le pecorelle escon del chiuso
a una, a due, a tre, e l’altre stanno
timidette atterrando l’occhio e ‘l muso;

e ciò che fa la prima, e l’altre fanno …

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…. ma insomma, alla fine ci siamo tutti riuniti, ovvia!

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La tavolozza del Pittore Autunno

La tavolozza del Pittore Autunno

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La baita è orientata verso nord est, per cui si ha la visione dalle propaggini nord del Brenta, alla Cima Paganella, alla Val d’Adige, all’altopiano di Pinè. La giornata, splendida! Un sole quasi estivo, incredibile!

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Alcuni cuochi ... ai quali dire "Grazie!"

Alcuni cuochi … ai quali dire “Grazie!”

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Il menù … affettati vari, molte torte, frutta fresca e cotta e … castagne arrosto! Il tutto annaffiato da vini DOC, “normali” e “brulè”. Il tutto reso possibile dalle signore che a casa hanno preparato i dolciumi, dai membri del direttivo che nelle settimane precedenti si sono impegnati nell’organizzazione, ma soprattutto dalla squadra dei “cuochi volontari” che hanno passato buona parte della festa attorno ai fornelli” A tutti costoro un vivo “Grazie!”.

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Il nostro Presidente Guglielmo, mentre ... sovrintende!

Il nostro Presidente Guglielmo, mentre … sovrintende!

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Si è trattato di un momento non solo conviviale, ma anche “sociale” nel senso che il Presidente Guglielmo Duman ha raccomandato a tutti di non “dimenticarsi” di rinnovare l’iscrizione all’Associazione per il 2015.

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Una nota di merito in particolare va al nostro amico di Domegliara (VR), Dario Maturi detto “Freccia” che ci ha raggiunto con la moglie  Mary An e il figlioletto Angelo di pochi mesi, spingendo tanto di carrozzina!

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Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare …

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Last but not least, alal fine, due amici (ohibò … uno ero io stesso e sono in imbarazzo a citarmi!), Dante Alighieri e Virgilio (Alfonso Masi) hanno recitato La Castagnina Commedia, di tale Riccardante Lucattieri (tutti endecasillabi a rima incatenata, potete a controllare!):

Bruma leggera possedea le calli

ancora addormentate nel mattino

della beata Urbe e le sue valli.

E tacito aspirai quell’aere fino

volto lo viso in suso a nova luce

come a scrutar lo ciel fa il contadino.

Dorata era la trama che ricuce

la notte al dì e dolce risvegliava

lo campanile, me ed il mio duce.

E sanza pondo il domo alto stagliava

la torre sua ergente sovra i tetti

qual dolomite che lo sol baciava.

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Alfonso Masi Virgilio

Leva’mi e ritto in piedi un po’ ristetti

veggendo il Gran Maestro già levato

e ratto riassettai ambo li letti.

Ed Elli a me “S’ancor non hai gustato

lo dolce frutto che in autun si magna

oggi misurerai col tuo palato

quanto gradevol sia la castagna.

Essa frequente cresce in fra le chiome

d’alberi vigorosi di montagna

su per ascese erte ancor non dome

dal troppo frequentar de’ villeggiati”.

IMG_5567“Maestro, chiesi, sai tu dirmi come

faremo a risalir monti assolati

poiché lo corpo mio non più è sportivo

siccom quand’ero alpin fra li soldati?”

Elli fissommi col suo sguardo vivo:

“Ed è per questa, disse, sofferenza

del risalir l’ascesa a cor giulivo

che poi sarà premiata la pazienza

col buon sapor dello marron fruttato

del qual d’autunno mai io fo’ di senza”.

"Maestro, dissi, sai tu dirmi come ..."

“Maestro, dissi, sai tu dirmi come …”

E sulle spalle sue dietro buttato

il sacco da montagna col disnare

ei si partì in tal guisa affardellato.

E quinci fu Sardagna da scalare

e poi su pel Bondon, fra boschi e fiumi,

ed io dietro ‘l mio Duca ad arrancare.

Ma pria che lo vigore si consumi

toccammo una radura ampia e lucente

di qual chies’io al Duca saggio i lumi:

“E’ proprio qui che mai passò la gente

per cui niente si vede in gir di brutto

né alcun rumor noioso noi si sente.

IMG_2353E grande copia v’è del nostro frutto

spinoso fuori e bel marrone interno

a collettar lo quale ora mi butto,

che di castagne quivi assai discerno.”

E sull’esempio suo anch’io raccolsi

da un bosco situato un po’ superno

bei frutti in quantità cui pria ritolsi

spinosa vestimenta semischiusa

sino a empinir mia sacca quanto polsi.

“ Maestro, chiesi, dimmi come s’usa

a cucinar nostro disnare alterno

e se foco farem in una busa”.

IMG_2344“Convien che invece noi giù all’inferno

si torni col raccolto immantinente

che altra soluzion io non discerno.

Qui infatti può succedere incidente

ad impizzar lo foco dentro il bosco

siccome ahimè sì spesso fa la gente.

Pel lo qual noi in quello sito losco

dovremo ire a cucinar li frutti

secondo un ricettar che io cognosco”.

IMG_2346Sì disse, e dalli Ciel discesi tutti

noi ricalcammo l’orme de’ dannati.

E appena vider noi coloro brutti

nelle sembiante lor pe’ lor soffrire,

parvero diventar tutti beati

che sul nostro fardel avesser mire

di brustolir sul foco i profumati

marron spinosi che portammo a loro.

E a fianco de li fochi apparecchiati

noi discargammo il commestibil oro

ed ognun di noi si mise ad uno posto.

IMG_2334E già nel cucinar venìa ristoro

dal crepitìo delle castagne arrosto,

al pensier del sapore e per l’odore

gradevol che spandean di frutto tosto.

E poscia ch’ebber preso lo colore

e che la scorza lor fu separata,

iniziammo a gioire pel sapore

ch’avea nostra improvvisa castagnata.

IMG_2340E su di quella noi bevemmo vino

rosso, pregiato e di fine annata

lo quale s’appellava Marzemino

da musico todesco cognosciuto

sino a volerlo dir esser divino.

E poscia che assai ebbem bevuto

di nettare Letrari, il nostro riso

riempì gioioso quello sito infero

sì che parea d’essere ‘n Paradiso.

IMG_2338E tu lettor, se ciò non credi vero

con sacco e con scarpone al piede miso

sali in Calisio a discovrir mistero

della castagna ripida nostrana

la che raccoglierai siccome spero.

Potrai inoltre dentro una caldana

dall’acqua ribollente porla giuso

e far cucina in altra guisa sana.

Vi è inoltre poi di riseccarla l’uso

lasciandola allo sole per lo lasso

utile pria di ricovrarla al chiuso.

IMG_2339V’è infin un modo intorno a qual già chiasso

fu fatto fra i golosi condannati

per l’alto zuccherin quoziente tasso.

Marron glassè son loro sì appellati

morbidi e dolci da liquarsi in bocca

e in urbe taurinense inscatolati.

Sorelle

Sorelle

E se gustarne alcun giammai ti tocca

sii parco ne’ ripeti ‘l trangugiare

che alta punizion nel caso scocca.

Essa consiste inver nell’ingrassare

lo corpo grazioso a dismisura

che ‘l vestimento tuo non puoi indossare.

E questa fu la vera gran paura

che Ulisse avea all’ultimo approdare:

Sorelle

Sorelle

Penelope trovar, che sanza cura

intenta fosse solo a lor mangiare.

Così pensai sovra l’umane cose,

e fra ‘l mangiar, il bere e ‘l camminare

le membra stanche io volli un po’ ripose:

e feci un pediluvio con del sale

come ai mariti stanchi fan le spose.

Meritato riposo

Meritato riposo

Venne sera, e la luna col suo opale

chiaror d’argento sostituiva il sole

che lento iva all’ingiù per le sue scale

del Bondone a dormir dietro la mole.

E poi ch’alcun momenti ebbimo conti

la luce disparì come far suole.

La notte quinci scese giù da’ monti

con quattro cime che le fean corona

sovra Tridento, assieme a li suoi ponti

addormentati al par de la padrona.

E alla fine … “tornammo a casa stanchi ma felici della bella giornata trascorsa” (si dice così, no?). Iscrivetevi alla Fiab Trento, amiche ed amici che ancora non siete “fiabbine e fiabbini”! PER TESSERARSI FIAB:

FIAB è una Associazione ONLUS – Non è una associazione sportiva, bensì culturale, di stile di vita. Le nostre pedalate, urbane ed extraurbane, ci conducono a “vivere lentamente” concedendoci il tempo di guardarci attorno, di rispettare la natura, di ammirare musei ed opere d’arte. Per iscriversi: FIAB – Amici della Bicicletta, Trento - Via Coni Zugna, 9 – I  38122 Trento -Tel. 328/4691683 – e mail  adbtrento@libero.it – sito www.slowbiketrento.xoom.it – sito nazionale  www.fiab-onlus.it – Apertura sede: venerdì dalle ore 18,00.

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TERRA, ACQUA, CIELO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Ottobre, 2014 @ 6:02 am

Detto altrimenti: … sui quali si affacciano le cime del Garda e la mia Bicicletta …   (post 1691)

Ieri dovevo andare a Riva del Garda … e “dovevo” andarci in Bicicletta, per arrivare a completare i 4.000 km programmati per la stagione (praticamente Trento-Stoccolma e ritorno)

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Le due “rivali” …

Un viaggio significativo, dunque, che merita un articoletto sul mio blog. Da Trento al Bicigrill di Mori, 37 km, una volata, volata per me, vecchietto di 70 anni, alla media di 21 kmh. Poi sono cominciate le … fotografie. Il Lago di Loppio e soprattutto Sua Maestà il Lago di Garda. Non avevo fretta ed allora mi sono detto: “Why not”? La faccio breve e ve ne allego solo una: la mia Bicicletta che guarda il lago, estasiata. Come? Ho sbagliato … ho scritto “Bicicletta” con la “B” maiuscola? No, ragazzi … non è un errore di battitura …. e come farei, dopo che mi sta accompagnando da oltre trent’anni …. Sempre Lei, sempre la stessa, la quale sicuramente mi avrà perdonato se le ho cambiato i rapporti al pedale (da 52-39 a 50-34); i pedali (dalle cinghiette di cuoio agli attacchi Look) e se  le ho incassato i cavetti dei freni sul manubrio. A parte questi ritocchi, è sempre lei, 12 kg di affetto allo stato puro, con i quali a suo tempo e con i rapporti “vecchi” ho scalato Manghen, Monginevro, Izoard, Lautaret, Galibier, Telegraf, Moncenisio, Sestriere, Bondone, Rombo, etc. etc… Vecchio pedale, quanto tempo è passato …

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Ecco l'  "altra". Whisper ... l'eterno triangolo ...

Ecco l’ “altra”,  Whisper … l’eterno triangolo …

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Però, diciamola tutta … per oltre vent’anni avevo tradito al mia Bicicletta per la mia Barca e da cinque anni sto tradendo la mia Barca per la mia Bicicletta …

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Solda

Oggi – Solda

Foto storica: 50 anni fa al Rifugio Rosetta, con il gestore Michele Micel  Gadenz, Capo del Soccorso Alpino

Ieri – Foto storica: 50 anni fa al Rifugio Rosetta, con il gestore Michele Micel Gadenz, Capo del Soccorso Alpino

Dice … vabbè, terra, acqua … ma il cielo dov’è? Già, avete ragione e poiché io non volo col parapendio e similari, per me il cielo è stato quello che toccavo con il dito quando da giovane scalavo le Dolomiti ed ora è quello al quale mi avvicino in … funivia quando vado a sciare! Ecchevvolete … si fa quel che si può, cribbio!

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BENVENUTA ASIA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Ottobre, 2014 @ 7:20 am

Care lettrici e cari lettori, come sapete questo è anche un “open blog” nel senso che ospita volentieri anche articoli di terze persone e “persone”. Infatti eccone qui uno di Dorian, il mio gattone   (post 1690)

Inizia

BENVENUTA, ASIA!

Detto altrimenti: da collega a collega, ovvero … da gatto a gatto, anzi a gattina!

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I primissimi tempi … al mare

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Benvenuta, Asia! Quando la piccola Sara, quattro anni, la nipotina di Riccardo, mi ha detto che ti aspettavano … sono stato molto, molto felice! Finalmente una gattina entra in famiglia, cioè … nella famiglia allargata, la tua! Sai, io sono stato con Riccardo undici anni, poi un malanno tre anni fa mi ha portato via … però sono sempre presente in quella casa … le fotografie, il ricordo … ma bando alle tristezze! Ricordamo invece le cose belle.

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Qui sono già grandicello, a Riva del Garda, con Riccardo

Qui sono già grandicello, a Riva del Garda, con Riccardo

Io mi ero proprio abituato in casa “mia”, a loro … e loro a me. Avevo poi scelto io stesso il “mio” umano, Riccardo. Già, era quello che mi spazzolava, mi dava le crocchette, mi faceva giocare, mi faceva le coccole. Ma soprattutto, una volta che Maria Teresa non era a Trento, mi aveva chiamato a dormire nel lettone, ai suoi piedi! E quando la “capa” è tornata a casa, niente da fare: i diritti acquisiti non si toccano! Io facevo così: dovunque io fossi per la casa, capivo subito quando i due stavano per andare a dormire. Ed allora mi sedevo, in posizione ben eretta e dignitosa, sull’uscio della camera da letto, in attesa. Appena loro erano sotto le coperte, aggiravo il lettone, saltavo sopra dalla parte di Maria Teresa (la montagna da scavalcare – il lettone toscano + l’occupante - in quel punto era meno alta) e mi accoccolavo contro Riccardo: o sui piedi o nell’incavo delle sue ginocchia, alternativamente.

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Qui sto ascoltando “Memory” da “Cats” …

Ma poi … poi avevo acquisito altri diritti, ad esempio il “diritto alla seggiola”: cioè … mi spiego: ovunque Riccardo si sedesse (al computer, a tavola a mangiare, a vedere la TV), io avevo diritto ad una sedia mia, ad un posto mio vicino a lui. E se si dimenticava, gli grattavo delicatamente un pantalone per ricordargli i suoi doveri. Avevo poi anche il “diritto alla tastiera” ovvero il diritto di passeggiare sulla tastiera del suo computer. In tal caso riccardo interromopeva ciò che stava scrivendo, apriva un nuovo file, tutto per me. Te ne riporto qui un esemplare:

“EHuuTTT &&&:::::::: ;;;ééFFFFFFFF .QQQQ – òòòH6666666 -Hwmo   dlrhpp slooo

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Il "nostro" caffè del mattino!

Il “nostro” caffè del mattino!

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Fighissimo, non trovi? Le grattatine. Anche quelle diritto acquisito. Esclusivamente sul tavolo della cucina senza tovaglia, il tavolo in noce, realizzato dal nonno di Riccardo nel 1902, quando si era sposato a s. Angelo in Colle (Siena). Funzionava così: o io mi facevo trovare in loco, pancia all’insù – il messaggio era chiarissimo – oppure Riccardo, non vedendomi, batteva alcuni colpetti sul legno con la spazzolina metallica ed io, in pochi secondi, mi materializzavo sul tavolo! Forte, non trovi?

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La mia ultima foto tessera

La mia ultima foto tessera

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I miei viaggi? Da Trento a Riva del Garda e viceversa, sul sedile posteriore. Una volta mi hanno portato al mare, ma ero piccolino piccolino … me ne ricordo appena. E poi, sempre nella mia prima infanzia, anche sul monte Stivo, per una passeggiatina, ma davo troppo da fare e non se ne è più parlato. Vivevo in casa a sui balconi e stavo benissimo, anche perché, pensa un po’ riuscivo anche a cacciare gli uccelli. una volta – Riccardo era in ufficio – ne ho catturato uno che ho poi liberato in casa: lui, poverino, svolazzava di qua e di là … Maria Teresa ha telefonato a Riccardo che non ha saputo dirle altro se non di chiamare la Lipu! Ma si può? Poi Maria Teresa lo ha preso e lo ha posato sul balcone, chiudendomi in casa. io ci sono rimasto un po’ male perché i gatti, si sa, catturare gli uccelli è il loro mestiere.

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Insomma, ti auguro di trovarti bene come mi sono trovato io e di portare e ricevere nella tua casa tutto l’affetto che ho portato e ricevuto io nella mia. Ora la chiudo qui, ragazza,  e mandami qualche tua foto che non mancherò di pubblicare. Tanti, tanti auguri, Asia e benvenuta in casa di Sara!

Tuo Dorian

 Finisce

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…. ed ecco la prima foto di ASIA!

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MARZABOTTO SECONDO MASI (Erode è tornato!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Ottobre, 2014 @ 9:31 pm

(Erode è tornato! Firmato Enzo Biagi)

Detto altrimenti: a Trento, nel sottosuolo archeologico dell’ex quartiere SAS, oggi Sass (Sito Sas), commemorazione della strage di Marzabotto, a cura di Alfonso Masi   (post 1689)

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Con le voci di: Alfonso Masi, Mariabruna Fait, Maria Concetta Lucchi, Chiara Turrini, Vito Basiliana, Mimmo Iannelli, Carlo Marzani, Luigino Mongera, Fiorenzo Pojer, Michele Tabarelli -Interventi fonici: Jacopo Iannelli.

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Sandro Schmid

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Su iniziativa dell’Associazione Nazionale Partigiani (Sandro Schmid), Masi in un “monologo a dieci voci”. Presenti gli assessori Andrea Robol (Comune di Trento) e Italo Gilmozzi (Provincia Autonoma di Trento).

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… per terra … da terra … una pietra … forse l’ultima cosa vista da chi stava morendo …

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Ottobre 1944 – ottobre 2014. Io sono nato il 3 febbraio 1944 e poco dopo succedeva quello che è successo, se ci penso, oggi mi pare impossibile … avrebbe potuto capitare a me, ai miei … e capitava metnre altri, noi compresi, continuavamo a vivere. Sembra impossibile tutto ciò … mi sento in debito verso chi ha sofferto quelle tragedia.

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Sandro Schmid precisa “Con-memorazione, memoria da cui deve nascere l’impegno a che casi simili non accadano più, in nessuna parte del mondo”.

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La rappresentazione del dolore … uno spettacolo organizzato come dialogo fra Walter Reder e il suo avvocato; fra un giornalista e il sindaco di Marzabotto (1966); fra i parenti delle vittime ed i sopravvissuti alla strage e tutti noi presenti.

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WP_20130720_06_20_39_PanoramaIl sito della rappresentazione inconsciamente richiama le Fosse Ardeatine, anche se questa è un’altra storia, altra perché accaduta in altro tempo e altro luogo, non “altra” perché “diversa”.

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Walter Reder presenta una domanda di grazia. Chiede al Sindaco di Marzabotto di appoggiarla. il Sindaco promuove un referendum: votanti 288, contrari 282, favorevoli 2, astenuti 2.

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Le dichiarazioni di voto dei votanti, tremende ripetizioni dei verbali ufficiali del processo, di inaudite, sadiche, inutili crudeltà, dispregio di ogni valore umano. Perché rinnovare simili orrori? Perché siano conosciuti, perché siano ricordati, perché non si ripetano.

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Robol, Masi, Schmid

L’avvocato di Reder: “Si dichiari pentito: un militare che si dichiara pentito fa audience … colpisce l’opinione pubblica. Non inneggi alla pace, di pacifisti ce n’è un’inflazione …Non disperi abbia fiducia nella noia della gente che è stufa di sentir parlare di partigiani, resistenza …” etc. E invece noi, care lettrici e cari lettori, non stufiamoci, non distraiamoci, non stanchiamoci di condannare la violenza e di inneggiare alla Pace  e di operare per la Pace!

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VALSUGANA IN BICI D’AUTUNNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Ottobre, 2014 @ 3:32 pm

Detto altrimenti: MAS, Memento Audere Semper, ricordati di provarci sempre … ad andare in bicicletta, anche in autunno!   (post 1688)

Bruma leggera possedea le calli /ancora addormentate nel mattino/ della beata Urbe e le sue valli …  Eh già … questa mattina c’era la bruma a Trento … una nebbiolina (o foschia?) bassa bassa che nascondeva il bello come il brutto tempo, sopra. Ma noi, imperterriti, in auto da Trento a Levico e poi via … verso Bassano del Grappa.

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Ma poi la bruma scompare, il sole fa capolino fra le nuvole, in controluce …

 

 

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Autunno? Andiamo, è tempo di … pedalare! Pochissimo traffico sulle piste ciclabili, il Pittore Autunno al lavoro … temperatura giusta …

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I giovani d’oggi sarebbero “ciusi” ovvero troppo esigenti nell’accettare un lavoro? Quando mai!? Ecco qui Giovanni, un giovane ingegnere disoccupato che si è trasformato in pastore e utilizza la mountain bike per essere più veloce nel raggiungere le pecore che si allontanano troppo ….

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… e poi, nella pausa di mezzogiorno, si concede un po’ di bucolico relax sulle sponde di un laghetto in Località Bigonda … Lo ha trovato perché all’incirca all’altezza di Ospedaletto è passato dalla sinistra alla destra Brenta, sulla “vecchia” ciclabile, un po’ più all’ombra, qualche saliscendi in più, ma il biotopo è bellissimo.

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Una mia foto? Evvabbè … se proprio insistete ….

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Lungo la ciclabile, da un certo punto in avanti è vietato uccidere!

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Dove diamo arrivati? Alla stazione FS di Cismon del Grappa, dopo Primolano. Indi ritorno in treno perchè siamo attesi a casa e poi alle 17,30 al recital di Alfonso Masi sulla strage di Marzabotto. Ora ci vado …   Good Bike!

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GUBERNAR NO ES ASFALTAR

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Ottobre, 2014 @ 8:15 am

Detto altrimenti: ripendo l’intervento del Direttore de l’Adige Pierangelo Giovanetti del 15 ottobre 2014, pagg. 1 e 47 “Ticket sanità – Aumentare le tasse non è governare”.   (post 1687)

Occorre riorganizzare il Sistema Sanità Trentina secondo parametri più economici e funzionali? La Presidenza della Giunta ci prova ma dalle valli si oppongono: le valli, ovvero i voti per il partito dell’attuale presidente della giunta provinciale, non vogliono. E allora marcia indietro: invece di spendere di meno accorpando i servizi, aumenteremo il costo per i cittadini senza accorpare i servizi. Dice, ma che … fai blog-politica? No, uso la testa, la mia, o almeno ci provo, anche per valutare le teste altrui. L’articolista conclude: chi ha una forte maggioranza non deve accettare ricatti alla Scilipoti, deve agire anche se con provvedimenti impopolari. Degasperi avrebbe aggiunto: “Deve pensare alle prossime generazioni, non alle prossime elezioni”. Ed io concordo con la testa del Direttore de l’Adige Pierangelo Giovanetti e con quella di Alcide Degasperi.

Ma io voglio fare una anzi due ulteriori, diverse, considerazioni.

Riforma delle Comunità di Valle. Molto complessa, troppo. Molto articolata, troppo. Frutto anche in questo caso di compromessi. Ma … dice … i compromessi … sono sempre negativi? No, ci insegna Paolo Mieli nel suo bel libro “I conti con la storia”, vi sono anche quelli “buoni”. Questo qui tuttavia non mi sembra tale. Infatti già gli antichi romani dicevano. “Plurimae leges corrupitissima repubblica”, cioè ove il numero delle leggi sia molto elevato, la repubblica si “corrompe” cioè non è più tale. Ed io mi permetto di aggiungere he ciò vale anche nei confronti ad un’unica legge, quando essa è troppo articolata, troppo complessa, senza una portata generale, non immediatamente leggibile, comprensibile e utilizzabile da noi cittadini.

Gestione accorpata dei servizi pubblici, obbligatoria. Per tutti i Comuni. Infatti, la legge è uguale per tutti … intendiamoci … per tutti … i Comuni che si trovano in una certa situazione. Tutti quelli al di sotto dei 5000 … no, dei 3000 … no, dei 2000 … abitanti! Terno! Griderei se stessimo giocando alla tombola! Maccome? Gubernar es asfaltar? Gubernar es dicen los numeros più o meno a caso? No, i amici, gubernar  è farsi carico di assumersi la responsabilità di scelte ragionate caso per caso, anche se impopolari. Un esempio? Riva del Garda, Arco e Nago Torbole hanno ognuno ben più di 5000-3000-2000 abitanti. Quindi i tre Comuni non sono obbligati a riunificare la gestione della mobilità e della sosta delle auto: ognuno si organizzi per conto suo, una società o un servizio separato, anzi tre! Un centro di telecontrollo autonomo, anzi tre! Dice … ma il precedente governo provinciale aveva incentivato la fusione delle tre Polizie Locali. Certo, e la cosa è stata fatta. A dimostrazione della opportunità di riunificazione per migliorare la funzionalità e l’economicità del servizio di quei grossi Comuni. Ma allora … perché – oggi obbligatoriamente per legge – non si opera così anche per gli altri servizi? Perché … los numeros, amigos, lo numeros!

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FALLI CORTI, I POST … PIU’ CORTI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Ottobre, 2014 @ 9:19 pm

Detto altrimenti: dai, così li leggiamo più facilmente …     (post 1686)

 

Ah si? Li volete corti? Ed allora eccovi serviti: qui per voi un post cortissimo sulla poesia, anzi, sulle poesie

“Mattino” (di Ungaretti)

M’illumino d’immenso

“Mattino” (mia)

Anch’io

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Visto? Non è poi così difficile. Tuttavia – tornando a parlare (e a scrivere!) seriamente – permettetemi di osservare che vi sono argomenti o eventi che non possono essere trattati con poche battute. E poi, oltre al piacere del (vostro) leggere – almeno così mi auguro che sia! – esiste anche il piacere del (mio) scrivere. Riscontri? Ne ho, eccome! Sentite questa … questa ve la devo proprio raccontare: il 9 gennaio scorso, sotto il titolo “Mestieri artigiani” pubblicavo un post sul calzolaio Rasim Tershana, albanese di 55 anni, in Italia dal 1991, a Lavis e poi dal 2013 a Zambana Nuova, Via De Gasperi, 43.

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In particolare descrivevo il modo a dir poco “magico” con il quale, utilizzando stecche di metallo di un vecchio ombrello, si costruiva le parti di ricambio per riparare la sua vecchissima macchina da cucire da calzolaio, un macchina storica, direi, un pezzo da museo, but still going strong! Semplicemente stupefacente!

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Io lo avevo conosciuto quando lavorava a Lavis, dove andavo e vado spesso a trovare mia figlia e la mia nipotina Sara. Stavo passando davanti alla sua bottega, quando improvvisamente, inciampando sul marciapiede, mi era capitato di danneggiare il tacco di una scarpa. Entro, gli mostro il problema: “Aspetti, glielo aggiusto subito”. Fatto. “Quant’è?” “Nulla, per così poco”. Sono diventato suo cliente, non per sfruttarlo, ma per l’umanità con la quale ti tratta: ti ascolta, ti parla, ti dedica tempo ed attenzione,  capisce la tua situazione, la condivide, capisce il tuo problema, lo risolve.  Ecco perché anche ora che si è allontanato dal mio usuale raggio d’azione – Zambana è un po’ fuori mano – io continuo ad andare da lui. Ormai ci diamo del tu. “Come stai Rasim?” “Dai, bene, e tu?” Oggi ci sono andato per un paio di scarpe di mia moglie, una piccola rifinitura. Manco a dirlo, mi ha risolto il problema al volo. Poi aggiunge: “Sai, molti hanno letto il tuo articolo su di me: pensa che tre diverse persone sono venute da me a chiedermi di riparare le loro macchine da cucire … tre calzolai come me … ma io, io … che vuoi, se me le portano qui .. forse … ma andare in giro io a riparare le macchine … ho i miei clienti da servire, vedi bene quanto lavoro ho …”

Ecco, io sono uscito dalla sua bottega particolarmente fiero,  soddisfatto e orgoglioso. Si, orgoglioso che i miei post siano letti anche dai calzolai, persone insostituibili, artigiani preziosi, gente che lavora sul serio.

Che ne dite? Questo post qui è uno breve o lungo? Mah … fate voi e comunque … buona notte, sono le 22.10 e domattina devo alzarmi presto.

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CON SOCRATE E PLATONE ALLE CONFERENZE DI MARIA LIA GUARDINI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Ottobre, 2014 @ 12:57 pm

Detto altrimenti: oggi, presso la Biblioteca Comunale di Trento, ore 10,00      (post 1685)

Purtroppo la foto panoramica che avevo scattato non è venuta, e questa taglia via due terzi dell'uditorio. Me ne scuso

Purtroppo la foto panoramica che avevo scattato non è venuta, e questa taglia via due terzi dell’uditorio. Me ne scuso

Accompagnati da Paolo Malvinni, oggi abbiamo ripreso gli incontri sulla lettura e il commento dei classici sotto la guida di Lia, la nostra amica Maria Lia Guardini che chiamarla Prof (“Prof” puntato a o anche non puntato) sarebbe riduttivo. E grazie a lei conosciamo Platone che sua volta ci fa conoscere Socrate. Ci eravamo lasciati sul finire dell’estate con l’Apologia di Socrate, riprendiamo oggi con il dialogo “Critone” e la prossima volta – fra due martedì – sarà il turno del dialogo “Fedone”. Entrata libera. Ma veniamo a noi.

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Sardegna. Mezzogiorno in spiaggia. Un ragazzo sardo che non si era portata la colazione, guardando altri ragazzi che stavano divorando alcuni panini, esclama: “Mi fa una rabbia vedere quelli mangiando”! – E Socrate, molti anni prima: “Dicaiòs eimi tauta pratton” ovvero letteralmente “Sono nel giusto facendo queste cose” ovvero “faccio queste cose giustamente”. Come vedete abbiamo ereditato molto dall’antica Grecia!

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Socrate

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Socrate è stato condannato a morte perché “corrompeva i giovani” (insegnando loro a ragionare con la loro testa sui valori dell’anima e della morale, n.d.r.). E’ imprigionato. Non può essere giustiziato fino a quando la Nave Sacra non sia tornata dal pellegrinaggio annuale a Delo (ma questa è un’altra storia). La nave, cessati i quaranta giorni del vento Meltemi (1), può risalire verso nord e sta per arrivare. Critone gli propone la fuga, fatto condannato dalle leggi che però non prevedevano che il fuggitivo venisse inseguito. Socrate rifiuta: ed ecco il dialogo con Critone.

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La prigione di Socrate

Il dialogo è così “veritiero, immediato e coerente” che uno si domanda: ma Platone era presente? Aveva stenografato? E il pensiero espresso, è suo oppure è di Socrate? Platone era stato allievo di Socrate (e tutti noi siamo allievi di Maria Lia, n.d.r.) e ne aveva assorbito i principi. Tuttavia i maligni arrivano a dire che egli avrebbe un po’ forzato la mano quanto alla coerenza di Socrate per giustificare per questa via il fatto che lui stesso e i suoi amici non fossero riusciti a salvarlo. Anche Aristofane e Senofonte hanno scritto di/su Socrate, ma non così profondamente come Platone.

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La pianta della prigione

La pianta della prigione

Socrate dorme e sogna una donna in bianco (colore che era il segno del lutto nella civiltà cicladica pre-ellenica) la quale gli dice che sarebbe morto tre giorni dopo. Di ciò egli informa Critone, suo concittadino, suo coetaneo, suo amico, suo ammiratore ma non suo conoscitore! Infatti Critone (“Buon uomo tu sei” lo appella Socrate, a metà fra il paternalismo e la comprensione dovuta a persone di non eccelsa intelligenza), pensa di riuscire a convincere Socrate alla fuga. Ma il nostro è più coerente di Gesù, che almeno una volta, nell’orto degli ulivi, aveva invocato il Padre che fosse allontanata da lui quella pena. Socrate no. “Vuole” morire per essere coerente ai suoi principi: le leggi devono essere rispettate. Inoltre egli tiene di più alla cura dell’anima che non a quella del corpo.

Per avere un'idea delle dimensioni della cella di Socrate ...

Per avere un’idea delle dimensioni della cella di Socrate …

“Fuggi, dice Critone, pensa ai tuoi figli, pensa a cosa diranno di noi, tuoi amici, che non siamo stati capaci di salvarti”. Quanto al futuro dei propri figli, Socrate si era già espresso nell’Apologia. Ora risponde a Critone “Non mi curo di ciò che pensa gente. Violare la legge è ingiusto ed io preferisco subire una violenza piuttosto che violare io stesso la legge”. Socrate ha una visione “contrattualistica” dello Stato: se le sue leggi non ti vanno, o promuovi un referendum abrogativo o cambi città. Se non fai ciò, devi comunque ubbidire a quelle leggi. Socrate è un aristocratico democratico, ovvero è a favore della legge scritta, mentre gli aristocratici-aristocratici lo sono a favore di quella orale.

Egli constata la degenerazione della democrazia: chiama i giudici “Signori Ateniesi” e non “Signori Giudici” e se ne prende gioco: “La morte mi porterà in un luogo nel quale incontrerò Giudici veri …”

Platone idealizza Socrate anche nella morte: lo fa morire sereno benchè avvelenato, il che non quaglia certo: niente dolori all’addome, niente bava alla bocca … A parte questo “dettaglio” tuttavia la veridicità della narrazione di Platone potrebbe consistere nel fatto che alla morte di Socrate erano presenti molti suoi amici, che avrebbero potuto smentire una narrazione non veritiera.

Questa tuttavia è una (piccola) contraddizione in Platone, il quale ne ha ben altre due, quando condanna la tradizione scritta a favore di quella orale (ma egli stesso scrive e scrive benissimo); quando condanna l’uso del mito e della poesia, ma poi ne fa ampio uso egli stesso.

Inoltre vi è chi afferma che Platone abbia scritto questi dialoghi anche per organizzare il proprio pensiero, il suo (suo di se stesso, quindi suus) ed anche quello del suo maestro (suo di Socrate, quindi eius).

Il pensiero, la morale, la legge scritta, la legge morale, la legge scritta che ̬ anche morale, la legge scritta Рmorale o meno Рmale applicata dai giudici. Ecco i soggetti sulla scena.

Quella di Socrate … “disobbedienza civile” alla Norberto Bobbio? No, la sua è obbedienza alle leggi anche se “ingiuste” o anche se “giuste ma male applicate”. Nel caso suo ci sarebbe voluta una Corte di Cassazione, per valutare nel diritto e non nel fatto la sua vicenda (n.d.r.) o anche una Corte Costituzionale …

Alla prossima, dunque, ovvero al Fedone!

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(1) Il Meltemi come il Mistral. Mistral: alta pressione nella Spagna, venti in uscita da nord ovest sul golfo di Marsiglia + bassa pressione sulla Liguria, venti in entrata da nord ovest sul Golfo di Marsiglia – Meltemi: alta pressione sulla Grecia di nord ovest, venti in uscita da nord ovest sulle Cicladi + bassa pressione sulla Turchia, venti in entrata da nord ovest sulle Cicladi. Insomma, in entrambi i casi il vento dell’alta pressione si somma a quello della bassa pressione, e le navi greche del tempo non erano in grado di “bolinare” (risalire a vela il vento), né potevano farcela a remi.

Oggi, con le moderne barche a vela che risalgono il vento con un angolo strettissimo, fino a 35 gradi, Socrate sarebbe stato ucciso ben prima (non uso il termine “giustiziato” perché non approvo quella “giustizia”).

(Evvabbè, io sono un velista … ma lo si sapeva da un pezzo ,….no?)

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POTERE E RESPONSABILITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Ottobre, 2014 @ 11:09 am

Detto altrimenti: 1) Nelle alluvioni di Genova il potere è stato separato dalla responsabilità; 2) Altrove …     (post 1684)

1) Genova. In occasione della precedente alluvione erano state decise importanti opere pubbliche a difesa del territorio. Opere pubbliche? Assegnazione diretta o gara d’appalto? Il “potere” ha deciso: gara d’appalto. Vinta da Tizio, Caio fa ricorso al TAR, vince o perde, l’altro concorrente si appella al Consiglio di Stato. Nel frattempo le opere non sono realizzate, arriva una nuova alluvione che produce nuovi danni di cui … chi è responsabile?

Osservazioni: chi ha avuto il potere di decidere per la procedura ordinaria (gara d’appalto) e non per una assegnazione diretta (giustificata dall’emergenza) ha inteso eludere la propria eventuale responsabilità di fronte a chi lo avrebbe potuto accusare di preferire una ditta anziché altra. Così facendo però ha allungato i tempi dell’esecuzione dell’opera, che pertanto al momento dell’alluvione successiva non è ancora realizzata. Chiedo: chi è responsabile dei danni che ne sono derivati?

2) Altrove. Un Ente Pubblico fa lanciare una gara d’appalto ad una sua SpA pubblica per la realizzazione di un’opera pubblica. Vince Tizio. Caio fa ricorso al TAR e perde. Caio si appella al Consiglio di Stato e vince. Il sistema pubblico paga Tizio che nel frattempo ha realizzato l’opera e paga i “danni” a Caio. Arriva la Corte dei Conti ed esamina l’operato della stazione appaltante (la SpA pubblica) e trova che l’assegnazione a Tizio era stata del tutto regolare per cui non riscontra alcuna responsabilità in capo ai manager della stessa SpA.

Per inciso v’è da notare che la legge obbliga questi manager a stipulare una polizza di assicurazione, perché in caso di loro responsabilità vi sia un’Assicurazione che rifonda i danni allo Stato. Tuttavia l’obbligo è fissato per la durata dell’incarico del manager, ma se – come accade sempre – la Corte dei Conti contesta il danno dopo tale scadenza, l’Assicurazione non paga a meno che il manager non abbia stipulato anche una polizza per il periodo successivo alla sua uscita dalla SpA (cosiddetta polizza postuma). Ora accade che le Assicurazioni coprano al massimo cinque anni dalla sua uscita di scena, e la Corte dei Conti abbia tempo dieci anni per contestare eventuali responsabilità. E allora? Per essere sicuro di essere ripagato dei danni, lo Stato dovrebbe assumere solo manager plurimiliardari!

Osservazioni:  il TAR e la Corte dei Conti danno ragione ai manager della SpA che hanno scelto Tizio. Il Consiglio di Stato dà ragione a Caio. L’ente pubblico ci rimette un sacco di soldi. La Spa non può essere assicurata contro il rischio di impresa, in quanto questo tipo di rischio non è assicurabile in tutto il pianeta. Mi domando: chi valuta la responsabilità derivante da un “potere frazionato” fra diversi organi dello Stato che affermano tesi opposte e ne escono entrambi “irresponsabili”? Stante il giudizio positivo del TAR, il danno è stato procurato dal giudizio negativo del Consiglio di Stato: per cui – lasciatemi questo sfogo – la Corte dei Conti dovrebbe indagare su quest’ultimo!

Responsabilità civile dei giudici? Anche di quelli amministrativi! Matteo, pensaci tu!

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12 OTTOBRE 1492 – 12 OTTOBRE 2014

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2014 @ 9:17 am

 

12 ottobre 1492

 Detto altrimenti? La stessa data, in poesia …                     (post 1683)

 

 “12 ottobre 1492”

 

La "Santa Maria", una caracca che tutti hanno sempre creduto essere una caravella

L’ ammiraglia “Santa Maria”, una caracca che tutti hanno sempre creduto essere una caravella

C’è calma dal cielo.

Squassati velieri conducono uomini stanchi

fra ‘l pigro respiro del vento e dell’onda.

Non s’ode parola.

C’è attesa sul mare.

Qualcuno ha la fede. Un altro paura.

Ma il vento riaccende la sfida e sposa le vele.

Un grido: la terra!

C’è gioia nel cuore.

Genova, Piazza Dante ricolma si motorini, Porta Soprana e sullo sfondo a destra fra gli alberi, la casa di Cristoforo Colombo

Genova, Piazza Dante ricolma si motorini, le torri di Porta Soprana e fra gli alberi, sulla destra, la casa di Cristoforo Colombo.

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In mancanza di una foto, ecco la statua di Cristoforo Colombo, al centro del cortile dell’omonimo Liceo Classico, a Genova.

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12 ottobre 2014

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Genova, ottobre 2014: nei pressi della Stazione FS Brignole OTTOBFRE 2014

Genova, 12 ottobre 2014: nei pressi della Stazione FS Brignole

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Firmato: il vostro blogger Riccardo, orgogliosamente nato a Genova ma molto, molto felicemente e fortunatamente residente in Trentino da 25 anni.

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