LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE SULLA MOBILITA’ SOSTENIBILE (vedi post del 24 ottobre 2014)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Ottobre, 2014 @ 6:50 pm

CLICCATE LA PAROLA “BICICLETTA” NELL’APPOSITO RIQUADRO E TROVERETE TUTTI I NUMEROSI ARTICOLI CHE RIGUARDANO LA NOSTRA ATTIVITA’, LE NOSTRE GITE, ETC.

Detto altrimenti: occorre raccogliere le firme entro il 15 dicembre prossimo … (post 1701)

Questa iniziativa NON è “politica partitica”, bensì “politica” nel senso che si occupa della “Polis”, della nostra Città, Trento (e del Trentino).

Amiche lettrici e amici lettori, ben prima di questa iniziativa, io scrivevo in merito alla necessità/opportunità di intervenire nel settore: potete rileggere il post del 28 febbraio 2012 “ Andiamo in bicicletta” con riferimento all’esperienza olandese; il post del 6 aprile 2014 “L’insensibilità politica e sociale di fronte agli omicidi stradali”. Nel post del 28 febbraio 2012 segnalavo come l’Olanda, di fronte alle uccisioni stradali di bambini, cambiò decisamente la sua politica da “auto” a “bicicletta”. Nel secondo post citato segnalavo una di quelle uccisioni, qui in casa nostra, a Trento.

Ora si prospetta la possibilità di fare qualcosa per una “mobilita’ sostenibile” il che significa trasformare (in meglio) la nostra città, la qualità della vita, la salute e la sicurezza di tutti noi.

Potete ascoltare una breve presentazione del DDL di iniziativa popolare – Disegno di Legge sulla Mobilità Sostenibile su http://www.vitatrentina.it/Cronaca/Una-legge-popolare-per-la-mobilità– sostenibile.

Affinchè il DDL sia preso in esame, occorrono 2.500 firma entro il 15 dicembre 2014.

Se siete elettori del Consiglio provinciale e ritenete di darci una mano, potete firmare come segue:

  • Nel Comune di Residenza (a Trento e Rovereto anche nelle sedi circoscrizionali)
  • Nei banchetti del Comitato
  • Presso lo Stand Comitato Mobilità Sostenibile, nella Fiera “Fa’ la cosa giusta”, Trento Fiere 24, Via Briamasco, 2 – Trento, il 24, 25 e 26 ottobre 2014

Per ulteriori informazioni, si veda anche:

http://www.facebook.com/mobilitasostenibiletrentino

http://mobilitasostenibiletrentino.wordpress.com/

Grazie se riterrete di firmare!

P.S.: ricordo che quando a Trento si pedonalizzò il centro storico, molte furono le proteste. Oggi abbiamo un tesoro a nostra disposizione, un’oasi di arte, cultura, storia … che possiamo ammirare passeggiando a faccia all’insù … già, perché così va visitata e vissuta Trento: a faccia all’insù, per ammirare i suoi palazzi storici senza timore di essere investiti dalle auto. E anche coloro che vi si opponevano, oggi ne sono entusiasti. Oggi il vero lusso è lo Spazio, lo Spazio per le Persone.  L’Europa va in questa direzione, e la civiltà di un popolo si valuta anche dalla sua capacità di cambiare, di arrestare tendenze ormai non più sostenibili dall’eco sistema. Non si tratta di arrestare il “progresso” ma al contrario si tratta di veramente progredire verso una dimensione più moderna, cioè più idonea allo stato attuale (ecco la modernità) di salute delle nostre città e della attuale  (ecco la modernità) qualità della nostra vita, che può e deve essere migliorata.

.

.

1 Comment »

THE NORTH WIND DOES BLOW …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Ottobre, 2014 @ 2:45 pm

 

Detto altrimenti: soffia il vento del Nord … (post 1702)

.

All'andata avrei gradito una apparato del genere ...

All’andata avrei gradito una apparato del genere …

… and we shall have snow … e presto avremo la neve … così recitava una poesiola inglese che studiai alle scuole medie, 58 anni fa. Il vento del Nord, quello che comandava alle  protagoniste di Chocolat di cambiare paese; quello che sospingeva i bragozzi dei Rivani verso il Sud del Lago di Garda; quello che se cliccate www.wetterzentrale.de lo vedete anche; quello che sul Garda “respinge la nebbia”; quello che ho trovato oggi nella mia uscita in bicicletta: da Trento, verso Sud, 20 km pedalati a 30 kmh senza alcuna fatica, media 24 kmh. Al ritorno, sotto raffica, “punte di 12 kmh”, media 16kmh!

.

.

.

Soffia, soffia … e come! A 15 nodi, ovvero a 27 kmh. Come ho fatto a calcolarlo? semplice: pedalando con il vento alle spalle, alla velocità di 27 kmh non lo sentivo né sulla nuca né sulla fronte. Se rallentavo lo sentivo sulla nuca. Se acceleravo, sulla fronte. Elementare, Watson! E le raffiche? Be’ … quelle a 20-25 nodi. Dice … ma quelle .. quelle come hai fatto a misurarle? Uei, raga, scialla: dimenticate che sono un velista dell’Altogarda!

Io sono uscito di casa alle 11,30, bici da corsa. Pochissimi i ciclisti. Al mio rientro, in “salita” verso nord, incrociavo i pochi temerari esperti lanciati nella “discesa lbera” con il vento alle spalle. Notavo che studiavano il mio volto, per cercare di trarne una valutazione sullo sforzo necessario per risalire il “pendio di vento”. Ed io, cattivo, facevo loro un dispetto: assumevo un’aria da “sotto sforzo” assai più del necessario, come dire loro: “Scendete, scendete in favore di vento … vedrete poi a risalirlo “di bolina” questo vento …”. Dispettoso? Dai, piccoli scherzucci da dozzina … chevvoletecchessiano?

P. S.: il giorno dopo i giornali riportano: “Tempesta di vento sul Trentino. Notevoli danni”.

Ma ecco la intera mini-lirica da cui ho tratto il titolo del post, in edizione “inglese antico”

The North Wind doth blow (The Robin)

th[6]

… and what will bikers do then, poor things?

The north wind doth blow, and we shall have snow, and what will the robin do then, poor thing? He’ll sit in a barn, and keep himself warm, and hide his head under his wing, poor thing! The north wind doth blow, and we shall have snow, and what will the honey bee do, poor thing? In his hive he will stay, till the cold’s passed away, and then he’ll come out in the spring, poor thing! The north wind doth blow, and we shall have snow, and what will the dormouse do then, poor thing? Rolled up in a ball, in his nest snug and small, he’ll sleep ‘til warm weather comes in, poor thing! The north wind doth blow, and we shall have snow, and what will the children do then, poor things? When lessons are done, they’ll jump, skip and run, and that’s how they’ll keep themselves warm, poor things!

Che dire? Ci provo con versi (quasi) miei, adattati ai biciclettisti d’autunno:

2014The north wind does blow

 and we shall have snow

and what will bikers do then, poor things?

They’ll go skiing on the snow

until warm weather comes in

and that’s how they’ll keep themselves warm, poor things!

.

.

3 Comments »

COL VENTO IN POPPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Ottobre, 2014 @ 1:00 pm

Detto altrimenti: in bicicletta è meglio che in barca a vela …   (post 1700)

WP_20141022_003Dopo avere “postato i post” di ‘sta mattina bonora, mi son detto: una pedalata te la sei meritata e siccome mia moglie stava per andare in auto a Bolzano, mi sono fatto portare fino a … Egna. Già, perchè c’erano solo 12 gradi, nuvoloni a nord e molto vento. A pensar male … E invece … invece di pedalare sulla ciclabile (in ombra) sono andato sulla destra Adige (al sole), compresa la salitina dentro Roverè della Luna. Vento in poppa, velocità di crociera  da 25 a 30 kmh che per me è molto elevata! Sono rientrato sulla pista ciclabile a S. Michele all’Adige, sono uscito solo per pochi metri a Lavis, causa una brioche in una pastipanettercaffetteria da urlo (sulla statale fra la stazione della Vaca Nonesa e il ponte sull’Avisio, lato opposto alla stazione, a fianco di Unicredit, buon appetito!)

La Paganella, verde (ancora per poco!)

La Paganella, verde (ancora per poco!)

Dice … ma cos’è ‘sta storia della barca a vela? E’ che se in vela hai il vento in poppa piena, l’aria fa un po’ come l’onda che si spiaggia: fa risacca, la quale annulla parte della spinta. Ragion per cui in vela le velocità più elevate le fai con rotte vicine al traverso (vento da destra o sinistra). In bici no: se sei in “poppa piena” è una goduria, si diventa tutti campioni! Comunque mi sono fatto 55 km in due ore e quaranta anche perché arrivando a Trento da Nord ho voluto arrivare sino al Bicigrill della città, che sta a Sud della stessa, per un (meritato, n.d.r.) caffè.

Good bike a tutti!

1 Comment »

VOLONTARIATO MUSICALE A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Ottobre, 2014 @ 6:06 am

Detto altrimenti: Trento è anche tutto questo! This is Trento too!   (post 1699)

WP_20141003_01_54_05_Panorama.

Sala del Circolo Pensionati della Parrocchia di S. Bartolomeo, a Trento. ieri alle ore 15,00. Cristina Endrizzi, l’organizzatrice, al pianoforte. Cristina Tessadri, soprano. Sergio Rucher, basso. Concerto ad entrata libera. Volontariato allo stato puro, e questa è la prima caratteristica.

.

.

Da quale lato ci avviciniamo a questo ... concerto?

Da quale lato ci avviciniamo a questo … concerto?

.

.

.

.

WP_20141003_003.

.

.

.

.

Seconda caratteristica: si è trattato di un concerto particolare a “tre dimensioni”. Infatti è stato concepito e strutturato come il cubo di Rubik, ovvero come un concerto “a più entrate”. Infatti comprendeva gruppi di brani “leggeri” ma bellissimi e famosi; interventi del “coro” dell’uditorio stesso; brani di opere classiche eseguite dalla soprano e dal basso..

.

WP_20141003_004Per capirsi (cito dal programma di sala):

Brani leggeri ma splendidi: “Memory” (Webber); “Buongiorno Principessa” (Piovani); “Rag Time” (Scott Joplin, colonna sonora del film “La stangata”).

Cori dell’uditorio: “Rosamunda”, “Tanto pe’ cantà“;  “Che sarà“.

Brani lirici: “Vecchia zimarra” (“Boheme”. Puccini); “Romanza della Vilja” (“La vedova allegra”, Lehar); “Infelice e tuo credea” (“Ernani”, Verdi).

.

.

.WP_20141003_009

 Che dire se non: brave, Cristine! Bravo Sergio!

.

.

.

.

Comments Closed

LA POLITICA DELLE IDEE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Ottobre, 2014 @ 4:53 am

Politica “filosofica”? Filosofia della Politica? Sicuramente tentativi di “amicizia per il sapere” (anche politico) di come ci si può/deve rapportare alla polis, ovvero alla città stato, ovvero alle nostre moderne entità polico-sociali. Comunque: evviva la lingua greca!

Detto altrimenti: idee sui contenuti delle cose da farsi e non sui contenitori … di voti. Cicerone diceva. “Rem tene, verba sequentur”: abbi chiaro il concetto, le parole ti verranno da sole. Ed io, parafrasando: “Abbi chiaro il da farsi: i voti verranno da soli”. (post 1698)

Anteprima

Oggi, 22 ottobre 2014, 69 giorni alla fine dell’anno, alias 302 post per raggiungere quota 2000. Non ci arriverò mai. Ne’ me ne dolgo, perché il mio impegno e il mio piacere non è di tipo “quantitativo” bensì “qualitativo”. Ragionavo così, tanto per “fare statistica”. Detto questo, qualcuno afferma che “scrivo troppo”. Ma insomma, questo “mio” blog (che poi non è tale, bensì dell’editore Andrea Bianchi) … questo “mio” blog, dicevo, non è forse (anche) un giornale, sia pure “un giornale nel giornale”? E come tale, vi pare troppo affollato un giornale che riporti uno, due, tre articoletti al giorno?

Fine dell’anteprima. Ora possiamo cominciare

thT0QDM0MVNon credo che oggi si debba continuare a vivere stretti fra la politica del rigore e quella degli investimenti. Infatti esiste anche la Politica delle Idee. Al riguardo, mi piacerebbe vedere allineate tutte le opportunità di crescita sociale ed economica non ancora attivate, una sorta di piano marketing delle Idee volte alla crescita (della nostra Provincia e) del Paese all’interno della dimensione minimale per riuscire a rapportarsi con la globalizzazione, quella (dell’Euregio e) degli Stati Uniti d’Europa. In quest’ultima prospettiva un’ Idea potrebbe essere quella che l’Italia, nel suo semestre di guida europea, redigesse il libro Bianco degli Stati Uniti d’Europa, ovvero come essi potrebbero essere. Un esercizio teorico? Forse. Una provocazione? Forse. Una “sveglia” per tutti? Sicuramente!

Dice … “Ma anche l’Idea USE (United States of Europe) o – se si vuole, l’Idea EUE (États-Unis d’Europe), o anche SUE (Stati Uniti d’Europa), o – perché no, EUE (Estados Unidos de Europa) – questo sarebbe il primo problema da risolvere, n.d.r.! – anche l’Idea USE è un Idea Contenitore. E allora”?

thLWBJOUA7Si, mi permetto di rispondere, ma innanzi tutto Europa  “Contenitore di Idee” e non “contenitore di voti senza idee”. Tali infatti mi sembrano i “nuovi” partiti che via via stanno nascendo in Italia dalle ceneri dei “vecchi”. Di noi all’estero dicono: “In Europa i partiti sono sempre gli stessi e cambiano gli uomini politici. In Italia avviene il contrario: cambiano continuamente i partiti ma i politici sono sempre gli stessi”. A quest’ultimo riguardo mi verrebbe da dire che in realtà qualcosa sta cambiando anche qui da noi, anzi, che “qualcuno” sta cambiando, se non altro sulla poltrona da Premier. Dice … ma che? Ti metti a far propaganda a favore di Renzi? No, mi sono limitato ad osservare che su quella poltrona siede una persona nuova. Che poi stia operando bene o male, lo giudichi ognuno.

DthOWA7IMYBice … “Ma in Trentino?” Be’ … qui da noi il Contenitore c’è già, è la nostra Autonomia che altro non dovrebbe essere che “volontà, capacità ed esercizio dell’Autogoverno”. Doti queste che non si improvvisano né si acquistano a forza di feste paesane e pantaloni di cuoio. Dico … ho già scritto che gubernar no es asfaltar, e non mi riferivo certo all’asfalto “bituminoso” (anche se il concetto è valido anche per il bitume!), bensì alla “deprecabile asfaltatura delle idee ragionate” il che avviene, ad esempio, quando – parlando di turismo – si continua a cercare di riorganizzare le APT o ad introdurre la tassa di soggiorno  e non si pensa di creare ed organizzare nuovi prodotti da offrire alla clientela. O quando, parlando di economie di scala intercomunali, si estraggono i numeri del lotto: “I Comuni sino a 2000, no … sino a 3000, no … sino a 5000 abitanti devono/possono/non devono … etc.”. O ancora quando si fa la riforma della sanità aumentando il ticket. Ecco, e con questo chiudo il cerchio della Politica delle “Idee con/senza contenuto”.

Spero di essere riuscito a spiegarmi. In ogni caso ogni lettrice ed ogni lettore avrà la possibilità di intervenire più volte (ecco la bellezza dei blog: non limitano l’intervento del lettore ad una sola volta, bensì aprono un dialogo potenzialmente continuo!) attraverso i suoi commenti, le mie risposte, i suoi contro commenti, etc..

1 Comment »

TURISMO (TRENTINO) DOMANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Ottobre, 2014 @ 7:09 am

Detto altrimenti: il Governo della Provincia Autonoma di Trento sta per affrontare il tema del rilancio del turismo …   (post 1697)

… una delle principali risorse economiche del nostro territorio. I primi interventi sembrerebbero essere quelli della reintroduzione della tassa di soggiorno controbilanciata dal rilascio alla clientela di una Guest Card, Carta dell’Ospite, che gli consentirà di usufruire, gratuitamente o con significativi sconti, dei servizi pubblici e delle offerte turistiche culturali che il territorio offre.

Al riguardo, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcuni aspetti:

  1. Gli interventi di cui sopra
    • dovrebbero essere a costo zero per gli operatori economici del settore, nel senso che essi devono essere rimborsati in toto del costo dei servizi da loro stessi forniti agli utilizzatori tramite la citta Guest Card;
    • non dovrebbero essere intesi né come una “riformina” né quindi tanto meno come una “riforma” del settore;
    • hanno un significato in quanto inquadrati da subito in un piano di medio lungo termine di cui rappresentano solo il primo passo.
  2. Il Piano di rilancio del settore dovrebbe/potrebbe
    • prendere le mosse dalla messa in rete di tutta l’offerta turistica su di una piattaforma aggiornata giornalmente e accessibile da ogni punto internet;
    • contenere l’elencazione di tutte le potenzialità ancora inespresse del nostro territorio e la progettazione delle loro attivazione e gestione;
    • prevedere la creazione di nuove cooperative giovanili (il cui start up sia co finanziato dagli operatori economici e dal settore pubblico) per la organizzazione, manutenzione, marketing e vendita dei nuovi “prodotti turistici” così individuati;
    • prevedere alcune rilevanti iniziative da attivarsi immediatamente, per dare un segno concreto anche all’esterno della Provincia del Nuovo turismo Trentino;
    • rifarsi ai modelli del Sud Tirolo e del Tirolo, se e per quanto essi possano oggi risultare migliori del nostro attuale modello.

Che altro dire? Io, nulla. E invece voi lettrici e lettori, forza, avanti con le vostre idee! Infatti si parla (a mio sommesso avviso in maniera quanto meno non esaustiva) dell’alternativa fra la “politica del rigore” e quella “degli investimenti”, dimenticando la “Politica delle idee”!

Comments Closed

POLIS, LA CITTA’ STATO DELL’ANTICA GRECIA – FARE POLITICA, OCCUPARSI DEI PROBLEMI DELLA CITTA’, DELLA PROVINCIA, DELL’ EUREGIO etc.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Ottobre, 2014 @ 5:43 am

Detto altrimenti: … politica non necessariamente “partitica”   (post 1696)

Premessa

No. Questo mio non è un blog “politico nel senso partitico”. “Anche se … dice … caro blogger Riccardo …fra le righe … talvolta ti esprimi che poi uno capisce che tu …”. Evvabbè, dico io, mica posso smettere di “pensare” solo perchè alcuni miei “pensieri” sono anche pensieri di altri! Io fondamentalmente mi reputo “libero di” e “libero da”, anche se a votare ci vado di certo e aderisco ad un gruppo politico. Certo che se un giorno qualcuno mi chiedesse di affermare un’idea che io non condivido, toglierei subito il fastidio della mia presenza …

Art. 1

La premessa fa parte integrande del presente post.

Art. 2

E’ mio intento mettere a disposizione di chiunque idee che mi illudo, che spero, che mi sforzo possano essere utili a tutti (tutti) per far crescere il nostro territorio.

Art. 3

Per crescita del territorio si intendono diversi tipi di crescita, fra i quali primeggiano la crescita sociale e quella economica.

Art. 4

La crescita sociale è una crescita della sensibilità antropologica del senso di reciproca appartenenza e immanenza: “Io sono la Città, la Provincia, l’Euroregione, lo Stato, l’Europa, il Mondo. Il Mondo, l’Europa, lo Stato, l’Euroregione, la Provincia, la Città sono anche mie”.

Art. 5

La crescita economica è innanzi tutto una crescita qualitativa, ovvero un diverso, migliore “modo” di crescere, visto e considerato gli scempi che una crescita economica semplicemente quantitativa ha generato.

Art. 6

La crescita qualitativa si basa sull’analisi delle potenzialità economiche ancora non espresse e su una più equa distribuzione della ricchezza.

Art. 7

Occorre censire le potenzialità economiche non ancora espresse ed organizzarne la produzione, il marketing e la vendita. Spostare energie da uno all’altro di settori e comparti obsoleti non serve a nulla se non a ingannare se stessi.

Art. 8

La più equa distribuzione della ricchezza evita l’accumularsi di concentrazioni finanziarie inerti e/o semplicemente speculative che non incrementano né i consumi né la produzione.

Art. 9

La crescita sociale ed economica coinvolge sia il settore privato che il settore pubblico.

Art. 10

Al settore privato si richiede di operare non per la ricerca del massimo profitto monetario individuale, ma per la massima crescita sociale ed economica dell’intero apparato territoriale.

Art. 11

Al settore pubblico si chiede di non “nascondersi dietro l’ “efficienza” (rispetto di tutte le regole della “libretta”), bensì di “essere efficace”, ovvero di “produrre il risultato” atteso dalla popolazione.

Art.. 12

La dimensione minima quantitativa sulla quale applicare ogni ragionamento è quella degli Stati Uniti d’Europa.

Art. 13

Si potrebbe continuare a lungo, ma vi faccio grazia …

.

.

.

Comments Closed

LA RIFORMA DEL SISTEMA DELLE CAMERE DI COMMERCIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Ottobre, 2014 @ 5:05 am

Detto altrimenti: timeo Danaos et dona ferentes … diffido dei Greci anche quando mi offrono un dono … (figuriamoci dei Romani! N.d.r.)                             (post 1695).

La frase latina si trova nell’ Eneide (Libro II, 49) di Virgilio. Sono le parole pronunciate da Laocoonte ai Troiani per convincerli a non fare entrare il famoso cavallo di troia nella città.

1) Il progetto di riforma del sistema camerale a livello nazionale e 2) le recenti polemiche e contrapposizioni nel rinnovo delle cariche della nostra CCIAA trentina mi inducono a formulare alcune riflessioni che a mio avviso devono stare alla base di ogni ulteriore ragionamento.

A livello nazionale il Governo ha posto la riforma delle CCIAA all’interno del piano di revisione della spesa. Unioncamere, sia autonomamente che sollecitata da questa nuova attenzione governativa, sta ripensando alla propria organizzazione territoriale, relativamente alla quale sta prevedendo accorpamenti e nuova definizione delle rispettive zone di competenza di ciascun Ente periferico, unitamente all’ accentramento (a Roma) di “alcune funzioni”. Spendig review, si dice, da entrambi i soggetti.

E noi a Trento? La nostra CCIAA è regolata dalla legge che ci consente di organizzare e gestire in autonomia questa importante funzione. Tuttavia poiché “Autonomia” è null’altro che volontà, esperienza e quindi capacità di autogoverno (sulla base del presupposto che un auto-governo-direttamente-responsabile sia migliore di un tele-governo–a–distanza), ecco che noi non possiamo consentire che questo nostro diritto-dovere (l’Autonomia, appunto) si riduca alla contrapposizione fra diverse visioni nel momento del rinnovo delle cariche camerali e della loro remunerazione.

Fatte queste premesse (“e le premesse fanno parte integrante del presente ragionamento”) entro in medias res in quanto i contenuti delle riforme “romane” si articolano su tre punti sui quali in ogni caso anche noi possiamo e dobbiamo riflettere.

  1. La redifinizione dei confini della competenza camerale. Essa, stante la nostra autonomia legislativa in materia, non ci può riguardare. Infatti l’unica ridefinizione possibile sarebbe quella che dovrebbe coinvolgere Bolzano, il che ci pare al momento politicamente non ipotizzabile. Tuttavia, nei confronti di Bolzano, in luogo di una joint venture “azionaria” quale sarebbe la fusione delle due Camere, dovremmo muoverci verso una joint venture “contrattuale”, nel senso di aumentare la reciproca collaborazione ed integrazione sul piano delle singole iniziative e dello scambio delle esperienze via via maturate.
  2. L’accentramento di alcune funzioni. Anche in questo caso le funzioni camerali nelle nostre provincie cono già tutte “accentrate”, né si può immaginare – e lo cito solo per ragioni di completezza – un “accentramento al contrario” e cioè un loro parziale decentramento verso le periferie di ciascuna provincia.
  3. La riduzione dei costi, i quali, secondo Unioncamere “non devono gravare in alcuna misura sullo Stato”. E qui invece vi è anche per noi materia di discussione.

I costi sono a fronte dell’espletamento di funzioni e della prestazione di servizi. E allora iniziamo a parlare delle funzioni e dei servizi camerali, in quanto ”i costi” devono tornare ad essere semplicemente lo strumento per il perseguimento di un fine di interesse generale, e non più il fine essi stessi di ogni ragionamento.

La CCIAA si fa carico di funzioni pubbliche, quali ad esempio la tenuta dei registri degli iscritti e dei bilanci depositati, che sarebbero di competenza dello Stato. A fronte di questa sua opera, essa deve ricevere dallo Stato un compenso adeguato che le consenta quanto meno di pareggiare i costi di gestione di queste funzioni pubbliche. Non concordiamo quindi sulla affermazione di Unioncamere che “lo Stato non deve essere gravato da alcun costo”.

Vi sono poi funzioni e servizi “economici”, cioè prestazioni di tipo privatistico, quali quelle che potrebbero essere fornite da qualsiasi altra società privata di servizi. Esse sono fornite in forma diretta dal personale e dagli uffici della CCIAA o da società da essa possedute.

In ogni caso, per potere valutare la congruità dei costi e dei ricavi di questi servizi, occorre analizzare le singole unità operative, siano esse uffici della CCIAA o sue società, esaminandole per ciascun loro centro di costo e centro di profitto, magari conferendo un apposito mandato a duna società di revisione specializzata in analisi del genere. Solo dopo aver ben chiara la situazione strutturale, economica e finanziaria dell’ “ist”, cioè dell’ “essere”, ovvero della situazione attuale, potremmo avanzare proposte sul “soll”, cioè sul “dover essere”, cioè sulle possibili riforme migliorative.

Last but not least, e cioè da ultimo ma non perché sia cosa da trattare nelle “varie ed eventuali”, le diatribe circa le procedure di elezione degli organi camerali: solo per dire che sull’argomento mi riservo di tornare in un mio successivo intervento.

Comments Closed

DE FALCO … COME IL COLONNELLO RAPETTO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Ottobre, 2014 @ 8:02 am

 

Detto altrimenti: il post non è mio, i titoli e il commento finale, si   (post 1693)

Open blog – Mi scrive Giovanni: “Non è il caso di pubblicare?” Ed io pubblico.

 Inizia

th[3]

Da comandante a … trasferito!

“Molti, come me, lo ricorderanno in quanto eroe: De Falco, il funzionario di guardia costiera che, nei giorni dopo il disastro Costa Concordia, era diventato un simbolo di responsabilità, in contrapposizione allo sconsiderato Schettino. Gregorio de Falco aveva infatti con particolare fermezza ordinato telefonicamente al capitano della nave colpita, Francesco Schettino, di tornare a bordo con l’equipaggio.  Il naufragio della Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012, sarà un evento che ci perseguiterà per molti anni ancora. Il principale responsabile della morte di 32 innocenti – molti di essi coraggiosi che scelsero di non salire sulla scialuppa di salvataggio per dare priorità a bambini e anziani – è il comandante Francesco Schettino, ora a piede libero, talvolta immortalato a feste mondane e persino dietro a cattedre universitarie in quanto relatore di “lectio magistralis” sulla gestione della paura. Ad oggi, mentre il relitto della nave viene demolito al porto di Genova e il processo a carico di Schettino è in corso a Grosseto, giunge la notizia che il capitano Gregorio De Falco subisce un trasferimento a funzioni amministrative. Il responsabile del drammatico naufragio – costato milioni di euro e 32 vite umane, è a piede libero; chi in quel momento cercava di prendere provvedimenti per il drammatico incidente, subisce un trasferimento. Che messaggio stiamo dando al Paese? Perchè chi commette reati è a piede libero e chi è onesto e responsabile subisce un’ingiustizia simile? Ci auguriamo che dietro alla scelta del trasferimento ci siano ragioni ben fondate e responsabili. Vista la situazione però, pretendiamo davvero di conoscerle. Ministro Lupi, chiediamo esser messi al corrente  della ragione di questa scelta.

Firmato: Ivan Vadori, giornalista – San Vito al Tagliamento, Italy

Firmato: Giovanni

th[7]

Da indagante a … trasferito!

 Finisce

Il Colonnello (della Guardia di Finanza) Umberto Rapetto (clicca qui sul blog e ne trovi la storia!) aveva smascherato l’enorme frode fiscale dei gestori delle macchinette mangiasoldi. Trasferito ad altro incarico.

Firmato: il vostro blogger.

.

.

.

P.S.: da internet si apprende (salvo verifica), per la proposta a medaglia d’oro al valor civile:

hFQhEQpaynEfJBg-556x313-noPad[1]

Da vivo a …

“Giuseppe Girolamo era un trentenne che per vivere della sua passione, aveva accettato di lavorare sulla Costa Concordia come musicista. Il 13 gennaio 2012 la Costa Concordia finì su uno scoglio mentre si tentava stupidamente di farla passare a poche centinaia di metri dalla riva. La gente a bordo stava cenando. Giuseppe, con la sua band, stava suonando. Quando fu dato l’ordine di abbandonare la nave, questa ormai si stava piegando su un lato e una parte delle scialuppe non era più utilizzabile. Giuseppe quindi decise di lasciare il suo posto in scialuppa ad un bambino. Quel giorno non ce l’hanno fatta una trentina di persone, tra le quali Giuseppe Girolamo. Il 22 marzo, due mesi dopo il naufragio, è stato trovato il suo corpo”.

Chi mi sa confermare la notizia?

Comments Closed

VARIE ED EVENTUALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Ottobre, 2014 @ 7:51 am

Detto altrimenti: post multiplo (post 1694)

Colonialismo e immigrazione. Sul colonialismo leggete il libro “Il predominio dell’Occidente” di Headrick (Il Mulino): l’Europa alla “conquista” del resto del mondo, con la scusa di “portare la civiltà” ma in realtà per arricchirsi. Ora “quel mondo” da noi impoverito, è un’onda di ritorno, una potete risacca che invade le nostre coste, non certo per “arricchirsi” ma per sopravvivere agli effetti perversi delle nostre spoliazioni. L’occidente è in debito. Chi è causa del suo mal pianga se stesso ….

Politica italiana del momento. Chiunque si cimenti su questo terreno deve fare i conti con un pesantissimo arretrato. Che fare? Al riguardo cito un film: in un sottomarino nucleare sovietico si sono dissaldati i tubi dell’acqua di raffreddamento del reattore. Si rischia l’esplosione. I marinai che – a turno – vanno ne cunicolo a cercare di saldare la fessura sanno che poi moriranno, ma sono disponibili a sacrificarsi per la salvezza di tutto l’equipaggio. Ugualmente il politico che oggi in Italia facesse veramente quello che c’è da fare, forse non sarebbe rieletto, ma salverebbe tutto l’equipaggio.

Opere liriche (sub-post di alleggerimento rispetto ai due precedenti): avete mai pensato di confrontare la qualità eccelsa del testo musicale con la banalità del testo dei rispettivi libretti? Chi sa spiegare la cosa?

Comments Closed