UTO UGHI A RIVA DEL GARDA (post n. 1650)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Settembre, 2014 @ 8:26 pm

Detto altrimenti: ecco i “responsabili”:

  • th[3]Associazione Culturale Arturo Toscanini, Savigliano (CN), Presidente Dr.ssa Natascia Chiarlo (organizzatrice)
  • Conservatorio Bonporti di Trento, sezione di Riva del Garda, Direttore M.° Corrado Ruzza (ospitante)
  • Comune di Riva del Garda, Sindaco Adalberto Mosaner (patrocinante)
  • … e soprattutto e sopra tutti, il Maestro Uto Ughi!

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Con il musicologo giornalista Armando Torno

 Auditorium del Conservatorio Bonporti di Trento, Sezione di Riva del Garda. Alla domanda: “Quanto si deve studiare al giorno”, il Maestro Uto Ughi cita tale Paganini: “Se non mi esercito per un giorno, me ne accorgo io. Se i giorni sono due, se ne accorge il pubblico”. Lo stesso, molto più modestamente, vale per me: se non scrivo per un giorno … Dice … ma tu, blogger Riccardo, sei un musicologo? No, amici, sono solo un musicofilo che ha una cosa in comune con il Maestro: l’anno di nascita: due acquari classe 1944, 21 gennaio lui, 3 febbraio io …

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14 marzo 2012. (1)E scrivo questo post anche pensando al mio ex Presidente dell’Associazione Amici della Musica in Riva del Garda (oggi retta dal Vicepresidente Prof. Franco Ballardini), Associazione  di cui sono Tesoriere, il Presidente Emerito del Tribunale di Rovereto, Ruggero Polito (si veda il mio post intervista del 18 marzo 2012),  musicofilo, musicologo, pianista, violinista nella Camerata Musicale di Arco (M° Giorgio Ulivieri) e soprattutto Persona entusiasta della Musica e della Vita, allievo del nono anno del conservatorio alla tenera età di 80 anni, purtroppo scomparso il 18 marzo scorso. Quanto avresti amato essere presente all’evento, tu che hai presieduto l’Associazione per oltre 50 anni: Ruggero, sei sempre con noi!

Evento “Note dal Garda – I concerti del Maestro Ughi”, dopo Gargnano e Limone, domani 6 settembre 2014 serata conclusiva: concerto a Riva del Garda alle ore 21,00 presso l’auditorium della Chiesa di San Giuseppe. Il Maestro, accompagnato dall’Orchestra I Filarmonici di Roma, eseguirà fra l’altro musiche di Mozart, Paganini, Sarasate.

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Fra Natascia Chiarlo e Corrado Ruzza

Ma già questa sera, presso il locale Conservatorio, il Maestro, intervistato dal giornalista musicologo Armando Torno, si è poi reso disponibile per i giovani allievi e non solo per loro. Detto ciò, io ho ben avvisato gli interessati che sarebbero stati oggetto di una mia “recensione” in un blog “generico” per i non addetti ai lavori. Purchè si diffonda la cultura e l’amore per la musica … dico io.

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L’inizio del Maestro: quanto poco lo Stato e la RAI investano sulla buona musica. Il cachet di un cantante di Sanremo supera il costo di un’orchestra sinfonica. E dire che ne avevamo quattro di orchestre RAI, oggi una sola … e nessuno ha protestato, nessun intellettuale ha gridato allo scandalo. Bene intenzionato tuttavia appare il Ministro Franceschini: speriamo che alle parole seguano i fatti.

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Leggi. Leggi italiane. Alcune sbagliate, come quella che parifica i Conservatori alle Università. Sbagliate, già, perché in Università si entra a 18 anni, mentre in Conservatorio si “deve” entrare a sei-sette anni, altrimenti “non funziona”!

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Con il Sindaco di Riva del Garda, Adalberto Mosaner

Un filmato. Sulla vita del Maestro. Eventi, episodi. Lui, a sciare a Cervinia (tanti anni fa, stile e sci “d’epoca”) e poi, anni dopo al Sestriere, Pista Banchetta (stile e sci ok, ora sì che ci siamo!). Lui che nella foresta della Val di Fiemme ci mostra in loco l’abete rosso che quella Magnifica Comunità gli ha regalato: percosso col palmo della mano emette un sol diesis inconfondibile (per le sue orecchie, ovviamente). Il Maestro poi suona un Guarnieri: rotondo, baritonale, “… come una pittura fiamminga”. Poi suona uno Stradivari: più aperto, solare, “… come una pittura di Raffaello”: ecco la differenza fra due capolavori. Però, aggiunge il Maestro, “… ho sentito suoni meravigliosi uscire da violini da 200 euro suonati da zingari”. Nel filmato, Bach eseguito dal Maestro all’interno di un tempio buddista: “… bach in tedesco significa “ruscello”, ma la musica di Bach è un oceano!”

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Con il Maestro compositore pianista Professor  Riccardo Giavina

Domanda: ma la “passione” per la musica, oggi? Risponde. Passione, da “sofferenza”, sacrificio, non dagli illusori facili traguardi della TV … Oggi, afferma, chi studia musica non ha grandi prospettive di lavoro e per studiare e suonare occorre potersi mantenere economicamente.

Noi in Italia siamo quanto meno  “statisticamente carenti”, nel senso che all’estero, in primis in Cina e Giappone, esistono centinaia di migliaia di “bambini prodigio” dai quali sicuramente escono i veri prodigi del violino. Dai concerti ai teatri, la cui direzione artistica spesso è affidata “politicamente” a dilettanti.

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Il M° Josè Antonio Abreu

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Beethoven: “la musica è superiore a qualsiasi filosofia” (dai “Quaderni di conversazione”, utilizzati da Beethoven per comunicare quando diventò sordo). Uto Ughi: la Musica non si spiega: si suona e si ascolta, è un linguaggio, misterioso se si vuole, ma già direttamente tale. La musica esprime pensieri che vanno al di là del pensiero.

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Yehudì Menuhin

Yehudì Menuhin

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Si citano Abreu e le sue orchestre giovanili in Sud America, ed il vero prodigio Menuhin.

Tante altre sottolineature, troppe per un semplice blogger al  par mio.

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Alla fine due esecuzioni al violino da parte di giovani allievi: Vittorio Passerini, allievo del M° Paolo Baldo di Trento, esegue un concerto di Mendelssohn (ottima esecuzione di un concerto assai difficile, particolarmente elogiata dal Maestro: “Soprattutto all’inizio … il violino è “scoperto” e tu hai eseguito benissimo, nonostante le mani fossero ancora fredde …” e Francesca Piatta, allieva della Prof.ssa Cristina Giovannini di Riva del Garda, una sonata di Beethoven. Applausi per loro!

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E domani sera, tutti al concerto: al violino, ovviamente, Uto Ughi! E … grazie soprattutto a Lei Maestro e grazie Dottoressa Chiarlo, grazie Corrado (Ruzza), grazie Comune di Riva del Garda!

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MATRIMONIO INDIANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Settembre, 2014 @ 6:06 am

Detto altrimenti: indiano dell’India, non degli apache, dei sioux, degli cheyenne, dei seminoli, etc. … (post 1649)

Est modus in rebus, sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum ovvero, v’è una misura nelle cose; vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto. Nota sentenza di Orazio che richiama al senso della moderazione. Ma si vede che gli Indiani non lo conoscono, Orazio …

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Unica indiscrezione trapelata: lo sposo arriverà a cavallo di un destriero bianco. Be’, allora … tutto cambia …se lo avessimo saputo … se le cose stanno così … bastava saverle le robe …

L’India. Un paese nel quale ogni giorno vengono stuprate decine di giovano donne e muoiono di fame migliaia di persone, be’ quel paese organizza nel nostro Paese un matrimonio “oltre i limiti”. Infatti la figlia del re dell’acciaio indiano si sposa a Fasano di Puglia: 800 invitati, fra i quali vi sono alcuni la cui ricchezza è pari ad un quinto del PIL del loro paese. Budget di spesa per la cerimonia e per i tre giorni di festeggiamenti: 20 milioni di euro, quaranta miliardi delle vecchie lire. Ecco, vedete, io non sono un novello Savonarola, castigatore dei costumi etc., maccome (maccome!) si fa a stare zitti di fronte a questo insulto morale e materiale alla miseria? Se questi sono i “valori”, gli “esempi”, i “modelli” cui aspirare, povera umanità!

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Ma che sto dicendo? In India cìè anche tanta gente che lavora, come nella foto: nelle fogne di Calcutta

Ma che sto dicendo? In India cìè anche tanta gente che lavora, come nella foto: nelle fogne di Calcutta!

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Pensate un po’ quanto ci avrebbero guadagnato gli sposi e l’intero loro paese d’origine se in luogo di questo scempio di risorse, avessero optato per una cerimonia semplice, destinando quelle somme al reinserimento sociale e materiale delle ragazze indiane violentate dai “veri uomini” indiani! Nel frattempo i nostri due marò, originari della Puglia, stanno per compiere tre anni di permanenza in India …

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In quali categorie ho classificato questo mio post? Nelle seguenti: “attualità, civiltà, morale, caste”  nel senso di “inciviltà e immoralità delle attuali caste “

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BRAVO RENZI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Settembre, 2014 @ 9:35 pm

Detto altrimenti? Bravo Matteo!   (post 1648)

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Ora fo' queste du cose poi se ne riparla, via ...

Ora fo’ queste du cose poi se ne riparla, via …

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Perché bravo? Be’ raga, perché questa sera sono allegro grazie a lui, e lo sono perché  metto in fila due fatti per me piacevolissimi: 1)  l’accorpamento del ministero dei beni culturali con quello del turismo, e 2) il tipo di impostazione data alla riforma della scuola (avanzamenti per merito e non più per anzianità), “sentiti tutti gli interessati”.Sono due “cose” di cui avevamo veramente bisogno, e da tempo. Pertanto, bravo Matteo!

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Oggi spende 2/3 dei fondi per i prpri stipendi, mentre ogni Ente Pubblico territoriale stampa i propri opuscoli ... alla faccia della centralizzazione sul Web!

Oggi spende 2/3 dei fondi per i propri stipendi, mentre ogni Ente Pubblico Territoriale stampa i propri opuscoli … alla faccia della centralizzazione sul Web!

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Dice … ma che, fai politica? No, raga, scialla: io mi limito ad apprezzare due azioni del governo: infatti l’Italia è un museo a cielo aperto, ha beni artistici e culturali dieci, cento volte più della Francia ma la Francia sviluppa un turismo doppio del nostro. Ed allora … perché no?

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Trop de cuisiniers gatent la sauce …

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E la scuola: finalmente premi ai docenti meritevoli e non a tutti, diamine, era ora! E poi, era anche ora di finiamola con il precariato dei docenti, che fra l’altro si traduceva nel “precariato dell’apprendimento” da parte di alunni disorientati dai molti, troppi  cuochi che si avvicendavano intorno ai loro fornelli … ops, scusate … volevo dire ai loro cervelli!

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LA DONNA CHE CANTA (film)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Agosto, 2014 @ 4:58 pm

Detto altrimenti: non parliamo solo di libri …  (post 1647)

Titolo originale “Incendies”, film di Denis Viulleneuve del 2010. Trasmesso ieri sera 30 agosto 2014 in prima serata da RAI 3.

Guerre civili, di religione in terra di …? Il film non ve lo dice ma si tratta del Libano. Un giallo autentico, anzi un dramma geopolitico, anzi una tragedia greca, avvincente, nel quale l’assassino è … l’integralismo religioso, la legge del taglione, del dente per dente, il maschilismo, “qualità” spesso strumentalizzate dalla politica.

thBA9EIW8BFilm del 2010, trasmesso dalla nostra TV nel 2014, film purtroppo attualissimo nel 2014. Una giovane libanese cristiana ama un profugo islamico. Sommo disonore! I suoi fratelli uccidono il ragazzo. Lei partorisce il “frutto del disonore”. Il figlio le viene sottratto non prima di essere marchiato in un tallone: non si sa mai … Lei viene scacciata. Lei, cristiana, assiste al massacro di musulmani all’interno di una corriera operato da integralisti nazionalisti cristiani e alle vendette di matrice opposta: sangue chiama sangue. Si vendica uccidendo il capo politico dei nazionalisti. 15 anni di carcere, torture e stupri. Incinta, partorisce in carcere due gemelli che le vengono sottratti ma che poi, a fine pena, in qualche modo le sono restituiti. In punto di morte lascia un compito ai suoi gemelli: ritrovare il loro fratello e il loro padre. Alla fine si scopre che ….

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Non è un fumettone. E’ un film da vedere. Il film ha richiamato alla mia memoria i periodi trascorsi da volontario a Prijedor, vicino a Banja Luka, nella Repubblica Serba di Bosnia, subito dopo la guerra civile dei Balcani: stesse scene di case distrutte, di orfanotrofi pieni di bimbi impauriti, di miseria, di disperazione, di religione contro religione: “Queste dieci case incendiate … erano cattolici, quelle altre no, sono musulmani”. E viceversa. Pulizia etnica selettiva, di villaggio in villaggio. Vecchie scuole trasformate in campi profughi. Qua e là carri armati (dell’ONU) a presidiare la desolazione.

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Era una strada …

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Altro mio ricordo: Beiruth, tempo “di pace”, sono in Libano per lavoro, per conto di una media società privata di engineering. Tempo di pace … si fa per dire: militari siriani per le strade a far da padroni. La mia controparte, il primo ministro Rafiq Hariri insiste per una gestione autonoma, indipendente (“We don’t need huges companies”): salta in aria una strada intera e con lei la sua auto blindata e il suo occupante. Capaci docet.

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Il tragitto dal negozio a casa di tre bimbi libanesi …

La donna che canta, alias Incendies: film da vedere. Soldati bambini, cecchini bambini. Giovani torturatori e torturati. Vite rubate alla vita. Donne non più donne ma animali da comandare. L’abitudine e l’indifferenza al dolore altrui, non al proprio. Donne che si ribellano, che lottano: la protagonista. Donne che vincono, alla fine, a prezzo della vita stessa: “frangar non flectar”: potete uccidermi ma non mi piegherete alla vostra volontà: io canto, e canterò fino alla morte.

E alla fine la verità – almeno quella – trionfa.

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Direte … film “attuale” rispetto ai tuoi ricordi? Non solo, amici, purtroppo attuale soprattutto rispetto a quanto sta avvenendo nel Medio Oriente, in Africa, in molte altre parti del mondo…

P.S.: in questi stessi giorni RAI 3 ha trasmesso altri due bei film: La Ciociara e I girasoli, li conoscete di certo, sono film che dovrebbero far riflettere  …

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SERGIO MARCHIONNE CRITICA L’ITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Agosto, 2014 @ 7:13 am

Detto altrimenti: questa mattina accendo la radio e sento che tu Sergio, affermi che “noi italiani siamo tutti colpevoli, io l’avevo sempre detto …” (post 1646)

Lugano Bella ...

Lugano Bella …

Noi? Tu compreso? Caro Sergio, ma tu … tu non sei residente in Svizzera? Non ci posso credere! Sai, non concordo con questa tua scelta. Dice … ma la libera circolazione di persone e merci nell’UE? Si, vabbè dico io, ma tanto per cominciare la Svizzera non fa parte dell’UE. E poi il tuo antico predecessore Valletta aveva uno stipendio venti volte superiore a quello di un’operaio, e il tuo? Se prendi, come prendi, 450.000 euro al mese, quanto fa 450.000 diviso 2000 (cifre lorde)? Mi pare che faccia 225! Ma parliamo di cose serie … via …

Tu critichi tutto e tutti, con affermazioni che ognuno di noi da tempo sarebbe in grado di fare mentre sorseggia il caffè al bar: “Abbiamo dormito, non siamo stati incisivi, non abbiamo approfittato dell’opportunità Euro, etc.”. Mi sembri quel premio Nobel che al Festival dell’Economia di Trento ha dichiarato “Per uscire dalla crisi ci vorranno tempi lunghi”. Evvabbè, dovevamo disturbare un Premio Nobel …

Londra Bella

Londra Bella …

Tu eri solo un manager, poi a forza di accumulare stock option, cioè a forza di ricevere azioni delle “tue” SpA quale benefit aziendale, sei diventato anche imprenditore. E gli imprenditori italiani, anzi, scusa, molti imprenditori italiani, cosa hanno fatto? Hanno delocalizzato la produzione perché in alcuni paesi esteri la manodopera costa molto meno (anche se in quei paesi i diritti civili e dei lavoratori sono un optional). E chi non ha delocalizzato la produzione, ha delocalizzato la sede sociale e fiscale e/o ha delocalizzato gli acquisti, per pagare meno tasse e/o per acquistare all’estero a costi inferiori ciò che altri, Italiani e non, producono  a costi inferiori.

Mi ha sorpreso ciò che accade ai capi di abbigliamento “grandi firme”. Saviano, nel libro Gomorra, ci ha spiegato come le nostre Grandi Case fanno produrre in Italia i loro prestigiosi capi dagli schiavi cinesini di turno. Dopo di che noi paghiamo quei capi a cifre elevatissime, perché “sono firmati!”.

Nello stesso tempo, si poteva però acquistare gli stessi capi dai vu cumprà di turno, a prezzi molto inferiori, solo che quei capi venivano definiti “taroccati”.

Ora l’iter produttivo è uguale ai precedenti, solo che l’operazione spesso è organizzata da piccoli imprenditori, i quali di fatto si sono trasformati in nuovi vu cumprà.

Ancòra, per capi di buona qualità ma non “firmati” si assiste a quanto segue: negozi fino a poco tempo fa “di lusso”, espongono ora capi di qualità medio alta senza l’etichetta del produttore a prezzi molto inferiori a quanto lo stesso consumatore si aspetterebbe.

S. Marino Bella

S. Marino Bella …

E come se ciò non bastasse, ecco la ciliegina sulla torta: il tutto (cioè le merci acquistate) vengono poi spesso fatturate attraverso una società di S. Marino sulla quale si può far maturare l’utile s.q. (secondo la quantità voluta), visto che in quella centrale di evasione fiscale (delle nostre imposte) le “loro” imposte sono molto inferiori alle nostre.

E se l’imprenditore italiano deve investire denari che precedentemente ha esportato in modo clandestino? Nessun problema: si creano finanziarie estere che effettuano regolari “investimenti esteri in Italia” …

Da quanto sopra discende che si sposta il luogo nel quale si accumula l’utile e quello nel quale si pagano le imposte, ma una costa resta immutata: il luogo di produzione della merce, che purtroppo non è il “nostro”.

Di fronte a ciò, Sergio, mi chiedo e ti chiedo: tu, dove hai collocato la sede legale e fiscale della Fiat? Sai, Sergio capirai il mio sfogo ma  proprio non mi va di essere tirato le orecchie (accusativo alla greca, io ho fatto il classico), io,  in quanto Italiano (io sì, Italiano), io che vivo con una pensione sufficiente ma né d’oro né d’argento, dopo avere lavorato una vita da manager (io sì, manager)   per i tuoi colleghi imprenditori privati e pubblici.

Fin qui la pars destruens. E la pars construens? Eccola. Gli Stati Uniti d’Europa quale entità che meno peggio di altre, insieme all’altra meno peggio (USA), può ravvedersi e far ravvedere … nel senso che se giudichiamo dai risultati i governanti dell’attuale “mondo-frazionato”,  non ci resta che sperare in un ravvedimento!

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FRA LA BICICLETTA E I LIBRI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Agosto, 2014 @ 3:29 pm

Detto altrimenti: un po’ di vela! (post 1644)

Melges 21 in regata

Melges (mod. 24 piedi) in regata

Post n. 1644! Questo numero mi fa un po’ impressione perchè trecento anni dopo il 1644 sono nato io, nel 1944 appunto! Ma veniamo alla mia estate. La nonna, la nipotina ma anche noi due, Maria Teresa ed io, dieci giorni via, al mare a leggere e pedalare (non sui pedalò, ma in bicicletta, e anche qualche bagno di mare, ovviamente!). Finite le vacanze, le vacanze non sono finite, perché i nostri due eroi rientrano a casa, cioè in Trentino, il che vuol dire che “in vacanza” ci vivono, stante la bellezza di questa Terra. E “Terra” la scrivo con la “T” maiuscola non a caso, se la merita proprio!

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Whisper in regata

Whisper (21 piedi) in regata

Rientro. Vado a trovare la mia vecchietta, la mia barchetta a vela, un FUN francese da regata di 21 piedi,  di nome Whisper, bisbiglio, sussurro, ad indicare come procede anche con poco vento, numero velico (per le regate) ITA 526. La mia vecchietta, dicevo, modello di circa 35 anni fa, oggi ha 25 anni, che per una barca da regata sono tanti veramente. Ma che volete, il primo amore non si scorda mai! E poi per lei ho dilapidato un patrimonio: infatti, all’epoca, ero un ciclista allenatissimo, una scalatore di passi di montagna. Visto lei, ho tradito la bici e naturalmente – ho dilapidato il patrimonio di muscoli e allenamento – avendo irrimediabilmente perso la capacità di realizzare certe imprese a pedali. V’è tuttavia da dire che da qualche anno sto facendo il contrario, e cioè tradisco (un poco) Whisper ed ho ripreso a pedalare … sia pure con meno salite. Chevvolete, l’uomo non è di legno!

"Vento" = vento da nord nell'Altogarda Trentino

“Vento” = nell’Altogarda Trentino è il vento da nord

Ma veniamo al rientro in Trentino. La prima cosa che ho fatto, prima ancora di finire di disfare le valige, è un’uscita a vela. Ho telefonato al mio amico Sergio Tait e via, da Riva del Garda, con il Vento (Vento= vento da nord). In acqua v’era una cinquantina di Melges 2o piedi, 7 metri circa, quasi come il mio FUN, a disputare il loro   campionato mondiale,  barche da regata nuovissime, per una importante regata. Noi ci siamo destreggiati evitando di intralciare la competizione, ed abbiamo invece giocato ai pirati, cioè siamo andati all’abbordaggio della goletta “Siora Veronica” che aspettava i ragatanti sulla linea del traguardo.

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.30 agosto 2014 (1)

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L’avvicinamento ….

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.30 agosto 2014 (2)

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Pochi attimi prima dell’arrembaggio …

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.Siora Veronica

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La Siora Veronica (cfr. in internet) era un vecchio bragozzo da carico di molti, molti anni fa. E’ stato motorizzato (diesel) e dotato di un armo velico tipico delle golette. Solo che la chiglia, sotto la carena, non è “da goletta”, e cioè  non è “profonda”, “marcata” e spesso più accentuata via via che ci si avvicina alla poppa, per cui la Siora Veronica bolina poco, cioè risale male il vento. Viene utilizzata per mini crociere piacevolissime (io stesso ho potuto gustarle, anni fa).

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"Pride of Baltimore"

“Pride of Baltimore”

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LA GOLETTA. 1812-1815: i futuri Stati Uniti d’America sono in guerra contro la madre patria Inghilterra la quale è dotata di una flotta assai potente di grandi velieri con moltissime vele frazionate per agevolarne la manovrabilità, la cui velocità massima, peraltro raggiunta solo in andature prossime al traverso (bolina larga, traverso, gran lasco), tuttavia non superava i 10 nodi.

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E gli Yankyes si inventano le golette o schooner, sul modello di navi bermudiane. I “privateers”, privati che operavano con lettere di marca come veri corsari, ne costruirono ben 150. Si tratta di navi lunghe 35 – 45 metri di cui 10-15 di bompresso e asta di fiocco. Due alberi molto inclinati, tre fiocchi a prua e due rande enormi, controrande. La chiglia continua, da prua a poppa, sempre più profonda. Pochi uomini di equipaggio (solo 12 marinai, in quanto per manovrare le vele non era quasi mai necessario far salire uomini “a riva”). Tuttavia le manovre di vele erano assai pericolose a causa della grande superficie velica di ciascuna randa e quindi a causa della grande forza che bisognava governare e talvolta contrastare a mano!

Le golette erano molto boliniere, dotate di pochi cannoni fra cui a prua due pezzi da caccia da 6 libbre, i quali avevano una portata di m. 250 a tiro radente e di m. 1.750 a tiro parabolico (persino le navi mercantili erano armate meglio!). Tuttavia, esse giungevano da sottovento, di bolina, colpivano efficacemente e fuggivano verso il sopravvento, sempre di bolina, incolumi in quanto avevano di fatto reso inutilizzabili i cannoni dell’avversario che si venivano a trovare puntati verso il basso, cioè verso l’acqua, a causa dello sbandamento della nave. La loro velocità massima era quella massima raggiungibile teoricamente e cioè 2,5 volte la radice quadrata della lunghezza al galleggiamento, cioè circa 15 nodi, cioè 27 Kmh, anche di bolina larga! Inoltre, con onda, entravano in planata raggiungevano i 20 nodi (37 kmh!) pari alla velocità dei moderni traghetti veloci. In allora imprendibili! Oggi, quasi imprendibili.

Un cenno merita una particolare goletta a gabbiole (cioè goletta che ha anche una o due vele quadre sull’albero di trinchetto): la Pride of Baltimore  ricostruita ben due volte e tutt’ora going strong! Qualche dato? 2 alberi + il bompresso; lft m. 47; lunghezza al galleggiamento m. 29; baglio massimo m. 7,81; pescaggio m. 3,72; dislocamento 185 tons; superficie velica mq. 920; equipaggio 12 uomini. Essa fu costruita per saccheggiare le coste britanniche: prima di partire, il suo capitano Thomas Boyle, inviò per posta al caffè dei Lloyds di Londra un proclama in cui dichiarava che l’Inghilterra era “stretta da un rigoroso blocco navale”!

 

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“MORTE DI UN UOMO FELICE” (di Giorgio Fontana, Sellerio Ed.)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Agosto, 2014 @ 2:54 pm

Detto altrimenti: un altro libro finalista al Campiello 2014 … (post 1643)

cop[1]Tre post fa vi ho raccontato di un altro libro (“La gemella H” di Falco) e fatto cenno di questo. Sono stati i miei due libri dell’estate. Già, perché si è molto più indotti a leggere le novità che non a colmare le lacune di lettura del passato. E le mie sono tante … tante perché fino al mio pensionamento “spintaneo” a 65 anni (io non avrei voluto, stavo sviluppando con successo un progetto aziendale interessante, con una grande prospettiva di sviluppo) fino a quel momento, dicevo, la mia era una “testa altrove”, ovvero non avevo spazio mentale per altro. Ora invece … si salvi chi può, dice mia moglie e anche l’editore di questo blog …! Infatti, leggo e scrivo, scrivo e leggo. Ma almeno non faccio danni …

Libri “nuovi”, dicevo. Infatti sei aggiornato e poi la gente cosa deve/può pensare? Ovviamente che tu sia “sempre” stato un GL (Gran Lettore, come la mia carissima amica collega blogger Mirna Moretti, lei si che è una GL!).

Asiago: Giorgio Fontana, Michele Mari, Mauro Corona, Giorgio Falco (assenteFausta garavini)

Asiago, 25 luglio 2014: : Giorgio Fontana, Michele Mari, Mauro Corona, Giorgio Falco (assente giustificata, Fausta Garavini)

Ma veniamo al libro. L’Autore Giorgio Fontana è un giovanotto sui trent’anni. Dei cinque finalisti al Campiello (vedi post del 26 luglio 2914, “Campiello?”) è sicuramente il racconto più attuale, riguardando gli anni del terrorismo a Milano 1981 e seguenti. Come egli stesso afferma e scrive, prima di mettersi all’opera (a questa opera) egli si è ampiamente documentato. E questo fatto lo rende assai meritevole ai miei occhi. E poi, una recensione, un breve sunto? Be’, trovate tuto in internet … io dico solo che si tratta di due storie parallele, quella del padre del protagonista, partigiano nell’ultima penultima guerra e quella di Giacomo, suo figlio, pubblico ministero, combattente nell’ultima guerra. Ma la penultima guerra, quale era stata? La seconda guerra mondiale, ovviamente. E l’ultima, quindi, almeno ai giorni del racconto? Quella contro il terrorismo ma non solo. Infatti si tratta anche di una lotta personale del protagonista per cercare di capire le ragioni del fenomeno che egli è chiamato a contrastare.

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Un primo piano dell'Autore

Giorgio Fontana

Ecco, questo è il secondo fatto che mi ha molto favorevolmente colpito: che l’Autore, un giovane Autore, il giovane Autore abbia messo in evidenza la necessità di pre-venire il formarsi di fenomeni o fatti negativi, capendone la cause, il che – in altre parole – significa pre-venire piuttosto che semplicemente inter- venire o post-venire, cioè “punire”.

Per la “par condico”, ecco gli altri quattro finalisti al Campiello: Fusta Garavini, “Le vite di Monsù Desiderio”, Bompiani - Michele Mari, “Roderick Duddle”, Einaudi - Mauro Corona, “la voce degli uomini freddi”, Mondadori - Giorgio Falco, “La gemella H”, Einaudi.

P.S.: la lettera minuscola del titolo del libro di Corona è voluta dall’Autore.

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DALLE INCORONATE A MILANO MARITTIMA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Agosto, 2014 @ 1:25 pm

Detto altrimenti: maccome (maccome) può essere?  (post 1642)

Rosso di sera

La “mia” isoletta in Croazia

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.Dice … maccome (maccome) … tu che andavi in ferie nientepopodimenoche sulle isolette sperdute dell’arcipelago croato delle Incoronate,  ora vai a Milano Marittima?

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Pinete ravennati

Pinete ravennati

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Rispondo. Innanzi tutto devo essere a portata di ristorno veloce: mia suocera ha 94 anni, è malata, e Maria Teresa ed io dobbiamo essere in grado di rientrare in poche ore. Eppoi (eppoi) qui a M.M. viene una carissima cugina di MT, per cui, mentre loro due bla-bla-blabano, io me ne vado in bicicletta nelle pinete del Ravennate.

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Strade poderali

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Eppoi, mica lo sapete voi che il mio albergo è sì in centro a M.M., ma ha ben tre ettari di pineta intorno, per cui siamo in un’oasi di silenzio. Eppoi a maggio ci ho portato il gruppo degli amici pedalatori FIAB che si sono trovati benissimo.

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Basilica di S. Apollinare in Classe

Basilica di S. Apollinare in Classe

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Eppoi, uscendo dal mio “recinto” (i tre ettari citati) imbocco subito una pineta e poi strade poderali e poi altra pineta etc. ed arrivo a Ravenna senza pedalare su strade trafficate! Ravenna: un museo a cielo aperto: quante meraviglie da visitare!

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.cena pescatori

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Eppoi la sera, in pochi km siamo a Cervia, a mangiare presso i pescatori ….

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.concerto banda cervia

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… o al concerto in piazza. Eppoi, ecchè (ecchè) volete di più?

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WP_20140829_09_00_49_PanoramaEppoi, questa mattina sono andato ovviamente in bicicletta a salutare le Foci del Bevano: sole splendido, ero solo. Mi sono fermato mezz’ora a parlare con la natura, i gabbiani, le anse del fiume, il mare … E’ stato bellissimo essere soli, anche perché “eppoi” io dialogo con questo post …

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Eppoi, dice … ma i costumi? Be’, raga, ogni popolo ha i propri usi e costumi e quelli della riviera romagnola mi paiono proprio “costumi ipocriti”: mi riferisco infatti a certi  slip femminili che avendo la pretesa di coprire il lato “B”,  in realtà  semplicemente lo attraversano con una sorta di filo interdentale,  coprendo invece la parte inferiore della schiena quasi all’altezza della vita, parte del corpo che proprio non aveva fatto domanda alcuna di essere nascosta agli sguardi …

Eppoi? Eppoi nulla, vabbene (vabbene) così …

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….. addio, Cervia, sorgente dall’acque … addio!

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VERSO LA FINE DI UNA VACANZA A PEDALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Agosto, 2014 @ 11:13 am

Detto altrimenti: aiutato da un tempo che non induce troppo alla spiaggia … (post 1641)

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WP_20140828_002… continuo a pedalare. Giretti non troppo lunghi, 30-50 km, così alle 11,00 sto un po’ in spiaggia con Maria Teresa e quindi alle 12,30 in albergo per il pranzo. Questa mattina sul litorale romagnolo incombevano nubi scure scure ed uno scirocco mica male. Proviamo, mi sono detto, la consueta sgambatina nelle pinete vicine. Mal che vada rientro. E invece  … niente pioggia, solo vento e anche qualche raggio di sole. Così, dopo avere “pinetato” verso nord fino alla solita foce del Bevano …

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… sono andato a bighellonare verso sud alla foce del porto canale di Cervia dove ho fatto qualche scatto (no, non sui pedali, bensì con la macchina fotografica!). Quanti km? Pochi, solo 30 … A me – a dire il vero – oggi ne sarebbero bastati 20 per raggiungere quota (stagionale) di 3.000, che – stante il maltempo della stagionaccia – può essere soddisfacente.

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Più avanti la bici si è rifiutata di andare ...

Più avanti la bici si è rifiutata di andare …

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Domani pomeriggio si rientra in Trentino. E allora, come si fa a dire “fine di una vacanza” se si rientra a casa in un posto così bello?

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UN LIBRO A MILANO MARITTIMA, ANZI DUE, ANZI CINQUE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Agosto, 2014 @ 6:14 pm

Detto altrimenti: “La gemella H” di Giorgio Falco (Einaudi – Stile Libero big)  (post 1640)

cop[1].

Recentemente sono stato ad Asiago alla presentazione dei cinque finalisti del Premio Campiello da parte degli Autori (la premiazione si terrà a Venezia il 13 settembre). Un autore è Giorgio Fontana, “Morte di un uomo felice” (Sellerio), ottimo romanzo verità che ho letto a Trento e che ho riscontrato essere una importante testimonianza dei nostri tempi al “passato prossimo”. Un altro è Giorgio Falco: il suo libro, “La gemella H”. Libro che inizia al “passato remoto” per finire al “presente” … l’ho letto in questa settimana di ferie a Milano Marittima …

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DSCN0777E parlo di quest’ultimo solo perché da circa un terzo è ambientato a Merano, città della mia attuale regione ove risiedo da 25 anni e perché da pagina 192 (circa la metà) a fine si svolge  a Milano Marittima e a Cervia, dove mi trovo in vacanza! Proprio una strana combinazione, non vi pare? La trama … il romanzo di una famiglia su tre generazioni, dal nazismo del 1933 in Germania agli anni 2008 e seguenti sulla riviera romagnola …Una famiglia e – sullo sfondo,  accennata quel tanto che basta – la vicenda storica: l’avvento del nazismo, la sua fine, il dopoguerra, il “tutti a casa”, il viaggio – trasferimento in Italia della famiglia protagonista, la questione Alto Atesina, l’inserimento a Merano e a Milano (Marittima e non), lo sviluppo dell’industria turistica in Adriatico.

Ma perché quell’ “H”? H di Hitler, del cognome Himmer delle gemelle protagoniste, dei loro nomi Hilde e Helga, dell’Hotel che il loro babbo (qui in Romagna si dice babbo, come in Toscana) alla fine apre proprio a Milano Marittima.

Questi gli aspetti “esteriori”. Interiormente l’analisi di un nazista minore, quasi distratto rispetto ai disvalori di fondo ma profittatore dei “valori” che riesce ad accaparrarsi, ma soprattutto l’analisi della interiorità delle due gemelle, una proiettata verso il mondo esteriore, l’altra alla continua ricerca introspettiva di se stessa. Mondi femminili che la  carissima amica  collega blogger Mirna Moretti – appena avrà letto il libro – saprà interpretare e rappresentare assai meglio di quanto io non mi azzardi a fare. Mirna, la GL-Grande Lettrice  che l’hanno scorso ha fatto parte della Giuria dei Lettori della precedente edizione del Campiello.

Ogni tanto il racconto è intersecato da storie “minori” che poi minori non sono, storie di attori e comparse rispetto al filone principale. Romanzi brevi nel romanzo principale.

L’Autore … un Italiano che fa esprimere ai suoi personaggi giudizi sugli Italiani della guerra e del dopoguerra … giudizi talvolta severi e crudi, ma che proprio per questo appaiono come se fossero pensieri veri del personaggio che li emette e non dell’Autore che lo fa esprimere.

L’Autore … non è nativo del Trentino Alto Adige ma appare sensibile e documentato sui problemi della parte bilingue della regione, al pari di un’altra Autrice, Francesca Melandri, con il suo “Eva dorme” (altro libro da leggere!).

L’Autore … merita di essere letto. Innanzi tutto dai residenti nel Comune di Cervia. Dai più vecchi, per ricordare; dai meno vecchi e dai più giovani, per imparare. Da tutti, per gustare un buon romanzo che ci aiuta a riflettere sulla nostra Storia, sulla Vita nostra ed altrui.

Buona “Morte di un uomo felice” e buona “Gemella H” a tutti!

P.S.: Per la par condicio, gli altri tre finalisti al Campiello sono: Michele Mari, “Roderick Duddle” (Einaudi); Mauro Corona, “La voce degli uomini freddi” (Mondadori); Fausta Garavini, “Le vite di Monsù Desiderio” (Bompiani).

 

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