“RASSEGNA STAMPA†ALIAS “ANTOLOGIAâ€
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Aprile, 2015 @ 10:53 amDetto altrimenti: multa paucis, molti argomenti (insieme) trattati brevemente (post 2036)
1 – Il Papa: “Donne pagate meno degli uomini, un puro scandaloâ€. Benissimo!
2 - Bolzano la città più biciclistica d’Italia.Trento ok, ma un po’ meno … peccato … ma non disperiamo …
3 - La Provincia Autonoma di Trento stabilisce le “paghe/stipendi†massimi per i componenti del Consiglio di Amministrazione delle SpA pubbliche e miste, con parametrazione all’utile ed alla dimensione di ciascuna SpA. Osservo: 1) non si tratta né di paghe né di stipendi. 2) Per  commisurare l’emolumento di un Presidente, occorre vedere anche se egli è operativo, oppure se sotto di sé ha un Amministratore Delegato e/o un Direttore Generale. Ovvero occorre valutare quanti ruoli egli ricopra: uno? Due? Tre?
4 – La stessa Provincia paga un premio di circa €1500,00 netti a circa 4000 dipendenti a fronte del raggiungimento della “quota di obiettivi generaliâ€. Non mi convince questa sorta di “partecipazione agli utiliâ€, alias “premio di produzione generalizzatoâ€. I premi e gli incentivi, infatti, devono essere specifici e personali.
5 -Â Allarme sicurezza in Trentino. Sotto elezioni. Non mi convince questa enfasi. Sotto elezioni.
6 – Regolamentazione delle biciclette in montagna. Su l’Adige odierno un lettore plaude alla “difesa” dei camminatori contro i pericolosi ciclisti, assunta  in occasione dei concerti in montagna. Io ho risposto come segue:
“A mio avviso nell’uso della montagna non si tratta – come afferma il Signor Foletto – di stabilire o ristabilire precedenze o (pretesi) diritti acquisiti di priorità , ma di definire le regole di convivenza fra pari aventi diritto. Infatti il mondo cambia anche per la montagna. Ne sa qualcosa il CAI centrale che da tempo sta aprendosi a molti altri tipi di sua fruizione diversi dalla camminata e dalla scalata tradizionale.
Montagna: alpinisti camminatori, musicofili, ciclisti. Io appartengo a tutte queste categorie. Già aiuto istruttore sezionale di alpinismo, sono iscritto al CAI da 50 anni. Ciclista da 30. Amante della musica, da sempre ed “operatore musicale†da 10. Chiarito ciò, mi limito qui a sottoporre ai lettori alcune sottolineature circa il rapporto bicicletta-montagna  segnalando quanto segue:
- il CAI centrale nel 2012 ha pubblicato il “Quaderno di ciclo escursionismo†reperibile in internet, per regolamentare – e non escludere – l’attività ciclistica in montagna, quaderno che invito tutti a leggere.
- In Austria esiste già una rete di ben 17 funivie che portano in quota i ciclo – escursionisti (e i camminatori) per farli planare su di una rete di 660 km di piste ciclo pedonali. Progetto, ormai realizzato, denominato “Tirol Mountain Bike Safariâ€: si veda l’ultimo numero di BC-La rivista della FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, anno 4, n. 5 di settembre-ottobre 2014, alle pagine 36-39.
- L’Europa sta andando sempre più in bicicletta.
- Il 31 aprile apre a Riva del Garda il Bike Festival che sarà centrato sulle E-bike, le bici elettriche, con le quali una popolazione sempre più numerosa di turisti ciclisti sempre più anziani si vorrà concedere molte di quelle salite che fino ad oggi si sono concessi – per dirla con le parole del Signor Foletto – solo i ciclisti “benpalestrati e supertecnologicamente attrezzatiâ€.
A mio avviso pertanto occorre ragionare in modo neutro, senza partire da presupposti diritti di primogenitura, perché in tal caso io – sulla base della mia primogenitura alpinistica – con la stessa motivazione potrei oppormi alle migliaia di camminatori che salgono la montagna per ascoltare concerti di musica jazz, potendo io reclamare il diritto di continuare ad ascoltare, come ho sempre fatto, la “musica del silenzioâ€.
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LEGGE ELETTORALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Aprile, 2015 @ 6:39 amDetto altrimenti: che ne penso io?  (Post 2035)
C’è chi dice: alziamo dal 3 al 5% la soglia e diamo il premio di maggioranza alla coalizione e non al partito. C’è chi dice: senato elettivo.
Giusto ma.
Ma cosa? Mi spiego. Che a mio sommesso avviso da decenni e decenni il super-proporzionalismo ha determinato coalizioni mobili più delle sabbie mobili africane. Ora sta succedendo quello che è successo nell’immediato dopo-fascismo: in allora una fortissima reazione alla dittatura che spesso ha condotto ad una ripetuta non-governabilità -duratura. Oggi, una fortissima reazione a quella reazione speriamo che conduca alla governabilità vera.
Solo chi fa può sbagliare. E fra chi fa e può sbagliare e chi non sbaglia perchè non fa, io preferisco il primo.
Tuttavia, per onestà intellettuale  devo ammettere che anche la mia posizione è  “giusta ma”: infatti io sono assolutamente convinto di una certezza: quella del dubbio, che non si nega a nessuno …
Solo che su un aspetto non ce la faccio a stare zitto: quello delle “coalizioni a prescindere”, messe su solo per prendere voti direttamente dall’elettorato e quindi ricevere seggi come “premio”, salvo poi, dopo averli presi (i voti e i seggi), riuscire a litigare su tutto e quindi “riuscire a non governare”.
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PRO LOCO di BORGHETTO S. A. (TN) PRESIDENTE ADELIO AMADORI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Aprile, 2015 @ 5:54 pmDetto altrimenti: di solito non inizio così i miei post, ma questa volta sentite un po’ come è andata (post 2034)
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Tre amici Fiabbininbici da Trento a Borghetto in edizione quasi privata. “Quasi”, perchè la bandiera FIAB Trento sventolava sul pennone di maestra della mia bicicletta! Siamo in tre: Giovanni Soncini, Claudio Colbacchini ed io. Partenza ore 10,00 dal bicigrill di Trento. Prima sosta al ponte di Nomi per alcune foto con bandiera. Indi incrociamo il Fiabbino Fausto Pedrotti che ci saluta al volo. Poi, pausa caffè al Bar Sport di Borgo Sacco (km. 25 da casa mia, Trento). Subito dopo, al Ponte delle Zigherane, deviazione su provinciale per interruzione della ciclabile. Al ponte di ferro della Stazione di Mori, pista solo formalmente interrotta da cartelli per lavori sulla diga ma … si passa: evviva! Indi seconda sosta al bicigrill 5,6 km prima di Borgetto.
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A Borghetto diretti come palle da schioppo all’unica trattoria, sulla piazza del porto (c’era una volta): Desculpa segnor, tenimos problemi in cucina, no se puede magnar, ¦ desculpa. Il titolare, mezzo trentino e mezzo brasileiro ci indirizza all’agritur un km a sud, riva destra dell’Adige.. Andiamo: Spiacenti, non serviamo pasti. Si torna, sconsolati, a Borgetto. Incontriamo due persone, chiediamo lumi: Spiacenti, non c’è soluzione. Tristi, orecchie sempre più basse, parcheggiamo le bici accanto alla fontana della piazza e ci apprestiamo a dividerci alcuni biscotti ed una barretta di cioccolata energetica: sai che festa, noi che pregustavamo la spaghettata “mari e monti” della citata trattoria!
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Stavo dicendo? Ah sì A a orecchie basse vicini alla fontana … quando da una porta finestra che si affaccia sulla piazzetta, i due di prima si avvicinano: se vi accontentate di una pastasciutta … Uao! Se ci accontentiamo?! Ma è il massimo! Entriamo. Unico locale, al centro un grande complesso di fornelli. E’ la cucina della locale Pro Loco, a livello piazza. Fuori due tavoli e alcune panche, ma forse preferiamo mangiare dentro, siamo un po’ accaldati, va bene grazie. Al piano superiore, scopriremo dopo, per una scala a ringhiere in unica fusione, nessuna saldatura, un locale museo tappezzato delle foto di sti ani, con servizi, sede dell’associazione quando piove.
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Ci ricevono il Presidente Adelio Amadori ed alcuni soci. Prima di tutto ci associamo alla Pro Loco, con tanto di tessera di Socio Sostenitore. Poi, mentre uno di loro, credo posatore di marmi ed ottimo spaghettista, ci prepara quattro etti di spaghetti (per tre persone, possono bastare?), ci viene offerto dell’ottimo nero spumeggiante il giusto, giovane, di quello che ti dice bevimi, bevimi,, naturale come la loro ospitalità . Il treno per il ritorno? Era previsto alle 14,40 ma decidiamo di prendere il successivo un’ora dopo: è troppo bello stare in loro compagnia.
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Sulla porta, l’avviso della II° Festa della bicicletta con tanto di sponsorizzazione e partecipazione di FIAB (Verona, n.d.r.), per domenica 3 maggio: Ma allora io esclamo – siete dei nostri!. Peccato che FIAB Trento il 2 e 3 maggio sia in gita in trasferta sul Sile. Ma dai, ci dicono, venite un’altra volta! Ci avvisate e per un massimo di 30 persone possiamo organizzare noi.. Uao! Detto fatto. Promettiamo di tornare presto, magari in numero minore, salvo proporre al Direttivo FIAB Trento di inserire a calendario una gita sociale per il 2016. Tuttavia quelli di noi che non andranno in gita in Veneto, il 3 maggio potrebbero pur andare a Borghetto (previo avviso a amadoriadelio@libero.it e/o prolocoborghettoalladige@gmail.it).
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Proposta operativa per FIAB Trento: dal bicigrill di Trento alla Piazzetta di Borghetto sono circa 52 km. Per il 2016 si potrebbe mettere a calendario una gita sociale a partenza differenziata e ritrovo per tutti alla Pro Loco di Borghetto S.A.: infatti, chi non si sentisse di pedalare per l’intero percorso, potrebbe andare in auto ad esempio a Mori o a Rovereto ed iniziare a pedalare da quel punto. Potremmo poi chiedere che fosse predisposta una piccola conferenza sulla storia del paese, del porto, del loro rapporto con il fiume, delle vicende belliche. Potremmo inoltre concordare un randez vous con i nostri colleghi Fiabbini di Verona, etc..
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Ma veniamo all’aspetto di gran lunga più importante, quello colloquiale, ospitale ed umano che va ben oltre quei pochi euro che abbiamo pagato per coprire le spese vive. E’ stato come essere fra vecchi amici. Ci raccontano di quando da Verona i cavalli e i buoi risalendo la riva trainavano fino a Borghetto chiatte cariche di merce; di quando a Borghetto c’era il porto del .. traghetto a fune per traversare l’Adige; delle varie alluvioni. Che festa, per noi ragazzi! Ci dicono delle nuove ciclabili che i Veneti stanno aprendo e d ultimando (nota interna FIAB Trento: approfondire presto!). Raccontano: siiamo al confine, decentrati, ma la settimana scorsa è venuto a trovarci nientepopodimenoche Durnwalder (ex governatore della Provincia di Bolzano, n.d.r.).
Nel frattempo abbiamo spazzolato il piatto di spaghetti e il vinello continua a scorrere leggero e pulito, inoffensivo per chi tanto il treno mica lo deve guidare! (Evviva! N.d.r.). Ci scambiamo gli indirizzi mail. Io prometto che in serata potranno leggersi sul blog. Insomma, come potete vedere, dalla delusione della trattoria chiusa è nata una simpatica occasione di conoscere nuovi Amici ed una prospettiva di futuri incontri.
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E allora, ancora una volta, Grazie, Presidente Adelio, grazie Amici tutti che ci avete ospitato, torneremo presto a trovarvi! E il 3 maggio salutateci i nostri amici e colleghi Fiabbini veronesi!
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Note tecniche: da casa a casa, km. 65, deviazioni comprese. Media del percorso centrale (km. 52): 18 kmh – Vento favorevole da nord per metà percorso, indi scirocco (contrario). Prezzo del biglietto ferroviario per persona con bici da Borghetto a Trento, acquistato a bordo: €6,75 (circa, un po’ meno di sette euri … non ricordo di preciso).
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MEDICE, CURA TE IPSUMâ€
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Aprile, 2015 @ 7:36 amDetto altrimenti:  medico, innanzi tutto cura te stesso!  (post 2033)
Lungi da me giustificare le violenze d’ogni tipo a cominciare ad quelle dell’Isis & Co. Tuttavia osservo che anche noi, moderni, democratici, civili (si fa per dire, civili …) non ci facciamo mancare nulla. Alcuni esempi:
- sassi contro il pullman di una squadra di calcio che sta per portare i giocatori sul campo
- bombe carta da una tifoseria all’altra
- un parlamentare grida “Cornuta!†alla presidente della Camera che sta esercitando funzioni costituzionali
- altri parlamentari urlano, interrompono i lavori, si insultano, gettano oggetti e fiori (crisantemi) …
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Ora, poiché al mondo nulla si crea e nulla si distrugge,  sia esso materia, denaro, livello di civiltà e di democrazia, mi viene da dire come Totò …
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LA DEMOCRAZIA IMPERFETTA, LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, Â LE PROSSIME AMMINISTRATIVE TRENTINE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Aprile, 2015 @ 7:24 amDetto altrimenti: lo si è constatato da migliaia di anni, tuttavia la democrazia resta la forma di governo di gran lunga preferibile …  (post 2032)
Chi ha avuto la fortuna di studiare i classici  lo sa bene. Agli altri, chiedo un atto di fede: da millenni (sic)  si è resi conto che la democrazia è la forma migliore di governo, la quale però, all’atto pratico, presenta alcune inguaribili deficienze. Evvabbè … fra i tanti mali scegliamo il migliore e tanto per cominciare alle prossime elezioni amministrative, qui in Trentino, andiamo a votare! Dice … difetti, deficienze … quali? Ecco, “mi consentanoâ€, care lettrici e cari lettori, una sottolineatura personale: il  difetto di omogeneità e l’abbondanza di contraddittorietà degli anelli della catena della rappresentanza. Mi spiego:
- i cittadini votano partiti e candidati sulla base delle idee da costoro proclamate (idee di tipo “A”);
- i parlamentari possono cambiare casacca (1) (sulla base di idee tipo “Bâ€);
- i parlamentari operano senza vincolo di mandato (sulla base di idee tipo “Câ€);
- i parlamentari possono votare a voto segreto (sulla base di idee tipo Dâ€).
E’ un po’ come il gioco d’azzardo con le macchinette mangiasoldi: è ben difficile che “esca†un combinazione di quattro “Aâ€, o “B†o  “C†o  “Dâ€. Normalmente “esce†una combinazione mista, il cittadino ha speso soldi e non vince nulla. Solo che il cittadino non stava propriamente “giocando”, ma esercitando un diritto costituzionale. Comunque io a votare ci vado, perché  ho avuto al fortuna di incontrare alcune persone che fanno politica in modo coerente:  albo signanda lapillo, una occasione rarissima, da contrassegnare con un lapillo bianco, ovvero raro, visto che sono tutti neri, i lapilli … però di un nero cangiante: infatti col tempo il colore si adatta in mille sfumature … assume altri aspetti … di volta in volta si adatta all’ambiente …  (v. sotto, in nota).
 (1) Il cambio di casacca può avvenire in due modi: a) dismettere al propria e indossare una casacca altrui; b) portare la propria casacca in tintoria e farle cambiare colore.
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LIBERAZIONE, TERZO ATTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Aprile, 2015 @ 6:08 amDetto altrimenti: un altro modo per celebrare il 25 Aprile, ieri 28 aprile, con questo mio scritto del 29 aprile … (post 2031)
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Terzo atto, perché nei miei post la Liberazione quest’anno l’ho già commemorata due volte. Questa è la terza quindi. Luigi Sardi giornalista, storico, scrittore e soprattutto amico, ieri sera, nell’ambito della rassegna “I martedì del Rosmini†nell’aula magna dell’omonimo liceo, sulla base del suo libro  “I giorni della Portèla e di San Martinoâ€Â (Editrice Temi) ha commemorato il bombardamento di Trento del settembre 1943 e lo scempio di tante giovani e non più giovani vite umane, di un intero paese, conseguente all’ armistizio dell’8 settembre successivo: in una settimana, bombardati dagli “alleati” (alleati si, ma fra di loro, non con noi!)  e mitragliati dai nostri (ex) alleati.
 Attori ed interpreti:
- Presentazione: la violinista Nadia Carli
- Voci: Giovanna Laudadio, Luigi Sardi (letture dal citato libro)
- Chitarra, voce recitante e cantante: Piergiorgio Lunelli
- Attrice: Claudia Furlani del Club Armonia: il monologo “La madre†tratto dal testo teatrale “Come fauci di fuoco†di Renzo Fracalossi
Per non dimenticare. La resistenza ebbe tanti martiri. I primi furono questi. Traditi innanzi tutto dalla disinformazione, dalla disorganizzazione, abbandonati a loro stessi. Per non dimenticare … qualcuno ne ha tratto un film, “Tutti a casa†con Alberto Sordi. Una scena: lui, ufficiale del regio Esercito (minuscole e maiuscole non sono utilizzate a caso), telefona affannato al comando: “Generale, i Tedeschi si sono alleati con gli Americani e ci sparano addosso!†Una farsa, verrebbe da sorridere se non si trattasse di fiumi di sangue innocente, di sangue di chi, scampato ai ghiacci della Russia ed al sole rovente dell’Africa, muore falciato dalla mitraglia dei suoi ex alleati, qui, sulla soglia di casa, senza nemmeno saperne il perché.
Che voglio dire? che avremmo dovuto continuare a combattere una guerra sbagliata, inutile e persa? Che avremmo dovuto fare bombardare a tappeto tutto il Paese solo per ritardare l’invasione della Germania e la sua resa? No, niente di tutto questo, bensì solo questo:
- stigmatizzare il comportamento di era a capo del “regio Esercito†(minuscole e maiuscole … etc., vedi sopra) che una precauzione – a dire il vero – l’aveva assunta: quella di mettersi in salvo personalmente;
- ricordare i primi Eroi della Resistenza, molti dei quali tali “a loro insaputaâ€;
- ricordare le vittime civili di quelle stragi.
L’evento di ieri sera. La voce calda dei lettori, intervallata dalle note e dal canto – appena accennato – del chitarrista, la sorpresa dell’attrice, la quale, alzatasi da una poltrona fra il pubblico, ci ha sorpreso, incantato, commosso – bravissima!- Alla fine, le diapositive della distruzione.
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Una nota mia, forse un poco polemica, ma tant’è …: in una foto, fra i soccorritori, un uomo in impeccabile giacca, cravatta, berretto (Borsalino?), sottobraccio l’impermeabile (si sa: “il tempo, il cul e  i siori … i fa quel che i vol lori” … e se venisse a piovere?), osserva chi, a mani nude, sta scavando fra le macerie per liberare cadaveri, feriti e sopravvissuti. “Il prefettoâ€, dice Luigi, “che osserva l’andamento dei lavoriâ€. Ecco, io quel “prefetto†l’avrei voluto vedere in maniche di camicia – come gli altri – a dare l’esempio. Non quel distacco, non quel “Io sono una “autorità â€, mica posso …â€. Di queste “autorità †proprio non se ne sentiva – e non se ne sente ancora oggi – bisogno alcuno.
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 “FEDRA†di SENECA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Aprile, 2015 @ 1:08 pmDetto altrimenti: prosegue la lettura ed il commento dei classici presso la Biblioteca Comunale di Trento, con la Prof Maria Lia Guardini.   (Post 2030)
Questa mattina è stata la volta della tragedia “Fedra†di Seneca, ovvero della versione latina dell’ “Ippolito†del greco Euripide. Se ve la scaricate da internet, in italiano sono 17 pagine arial 12. Tanto per capire di cosa si tratta. Tenete presente che il latino di Seneca è facile la leggersi e da capirsi, ma difficile da tradursi. Chiarisco: parole come pietas, virtus, humanitas, fides non significano i italiano rispettivamente pietà , virtù, umanità , fede, bensì hanno tutt’altro significato. Ne consegue che se traducete 100 parole del latino di Seneca ve ne serviranno circa 250 della lingua italiana (per fare un raffronto, con Cicerone il rapporto sarebbe di 100 a 120).
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Mondo latino. Importatore di filosofia dalla Grecia e solo della filosofia “etica†ovvero di quella che serviva regime per creare il perfetto Civis Romanus pronto a dare la vita per la patria. Roma (antica, quella di oggi non so) si fregia di un solo quasi-filosofo originario, Lucrezio il quale, con il suo “De rerum natura†esprime un epicureismo che a Roma era considerata “filosofia dell’opposizioneâ€. Cicerone poi ebbe un grande merito: l’aver tradotto in latino i testi filosofici greci, ma di suo, niente! Ma … direte, e Seneca?
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Seneca, chi era costui? Si narra che Agrippina avesse avvelenato con i funghi il marito imperatore Claudio (padre di tale Britannico) e avesse fatto salire al trono il proprio figlio Nerone (che poi avrebbe ucciso sia Britannico che la propria madre stessa), a danno del figlio di Claudio Britannico. Indi Agrippina assunse Seneca quale educatore di Nerone, che poi, stanco delle sue prediche, alla fine inviò al proprio maestro un pizzino nel quale gli suggeriva di suicidarsi. Cosa che Seneca fece tagliandosi i polsi ed immergendosi in una vasca d’acqua calda. Fu imitato dalla moglie, ma qualcuno chiamò il 118 e gli infermieri la salvarono.
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Seneca “espresse†filosofia con vari mezzi: prose, lettere, dialoghi, tragedie. Ed eccoci alla tragedia, scritta non per essere rappresentata in teatro, ma per essere letta in pubblico. Essa è soprattutto lo strumento attraverso il quale Seneca voleva far arrivare a Nerone idee nuove, ovvero il contrasto fra il furor (istinto) e la mens bona (la filosofia) con la sottolineatura di quanto maggiore è il danno che può derivare quando a cedere al furor sia il  principe.
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Fedra è una tragedia “retorica†ove molto spazio è affidato alla “parolaâ€, la parola che – a corollario di insegnamenti più profondi – esalta la vita nella campagna e nelle foreste più che non fra i palazzi, la vita semplice più che quella consumistica, la bontà elle classi medie e basse più che non quella – assente – nelle classi sociali elevate, con l’avvertimento che i fulmini colpiscono più facilmente le vette (chi vuol capire capisca).
Altri temi emergenti
- il “catulliano†“odi et amoâ€, ovvero l’estrema variabilità dei sentimenti umani, quale si riscontra in Fedra che – da una pagina all’altra – passa da un amore travolgente ad un odio spietato verso la stessa persona;
- la caducità della fortuna e della bellezza umana;
- quando il benessere è troppo e si nuota nell’opulenza, nasce la cupidigia del nuovo,
- sotto un umile tetto vive il casto amore. Ricchi e potenti bramano più di quel che è lecito (bunga bunga, n.d.r.);
- voler guarire è già inizio di guarigione;
- morire piuttosto che infamarsi:
- Chi soffre per opera della sorte, non ne ha colpa. Chi si tormenta da solo, merita di soffrire;
- cosa bevono i ricchi nello loro coppe d’oro? Solo affanni;
- quando sei in pericolo, l’attacco è la difesa più sicura.
Dice … ma la trama? be’ … “quella la trama” la trovate in internet. Prossimo appuntamento: martedì 12 maggio 2015, stesa ora e luogo, con l’ Alcesti di Euripide.
 Buoni classici a tutti!
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IL GENOCIDIO, LA POLITICA, L’IMMIGRAZIONE, LA CITTA’
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Aprile, 2015 @ 7:32 amDetto altrimenti: Ieri a Trento, due convegni in un sol giorno: il genocidio degli Armeni, dei Cristiani; la comunità internazionale e Trento città che unisce le diversità . Gli “attoriâ€: Andrea Riccardi, Marco Roncalli, Mario Raffaelli. Da parte mia non un (complesso) riassunto, ma alcune (difficili) considerazioni e (tentativi di) integrazioni. (Post 2029)
Armeni. Ci si è interrogati se sia giusto definire quella strage come “primo genocidio†o se invece il termine sia da riservare alla (successiva) strage nazista degli Ebrei.
Osservo: quanto alla “priorità â€, Papa Francesco ha definito la strage degli Armeni “il primo genocidio del secolo†non “il primo genocidio (in assoluto, n.d.r.)â€. Infatti, se quanto meno si legge il libro del Professor Headrick “Il predominio dell’occidente†(Ed. Il Mulinoâ€) vediamo quanti altri genocidi hanno preceduto, nei secoli, quelli di cui oggi si parla.
Quanto alla terminologia, sono meno interessato, anche se “le parole sono pietre†(firmato Don Lorenzo Milani).
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Le cause di ogni genocidio? Triplici, si è detto: politiche, religiose economiche. Osservo e aggiungo: anche storiche, laddove si è passati dall’imperialismo occidentale alle “dimissioni dal colonialismo†paludate da una generosa ed improvvisa donazione di democrazia, la quale però non era stata maturata da parte di popolazioni che fino a quel momento l’occidente voleva che non maturassero.
Genocidi: parlarne o favorire la loro damnatio memoriae? Parlarne, affinchè – studiandosene le cause – non si abbiano più a ripetere. Armeni, Curdi, Turchi …la strage (genocidio) degli Armeni, condannata dalla Turchia fino ad oggi alla damnatio memoriae, ragion per cui si è creato un “buco nella storia†e da parte di molti, oggi, si identificano i Turchi di oggi con quelli di ieri. E invece questo iato va superato: oggi la Turchia – si dice da parte degli oratori - è uno stato al plurale, anche se spesso contingenti esigenze elettorali tendono a nascondere questo aspetto.
Parlarne per prevenire. Ma oggi è difficile pre-venire e inter-venire in un sistema mondo oggi caoticamente disorganizzato, attraversato da “fratture multiple ed inconciliabiliâ€, nel quale è già difficile individuare le “teste politiche†con cui parlare, soprattutto per un paese come l’Italia che non ha più l’autorevolezza di alcuni decenni fa.
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Certo che se tu avessi anche le srìtrisce, se tu fossi già la bandiiera degli Stati Uniti d’Europa …
Si è detto: tuttavia vi sono “centri di pensiero e di esperienze†entro cui maturare la cultura della ricchezza della diversità : le Città . Osservo: ma spesso la “città †adotta una politica da “città murataâ€, di respingimento. E poi, a mio sommesso avviso, il centro elaborativo per eccellenza di una Nuova Politica oggi sarebbero gli USE – Stati Uniti d’Europa, creati i quali USE e USA potrebbero ritrovare – insieme – la capacità , l’intelligenza e la forza per costruire una politica internazionale.
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In successione: guerre, genocidi, fuga dalla disperazione, emigrazione per loro, immigrazione per noi europei. Si è detto: non basta pensare di operare con interventi sul “durante†(Operazione Mare Nostrum): occorre agire anche sul “prima†(sulle cause che determinano quei flussi) e sul “dopo†(come gestire chi è arrivato). Problemi giganteschi che sono europei e mondiali-occidentali e che devono trovare la loro soluzione a livello mondiale-occidentale.
Ma … la città , che ruolo ha? Quello del Luogo (topos) entro il quale il cittadino più direttamente si interfaccia con le istituzioni, il luogo entro il quale – aggiungo io – in capo ad ogni singola persona, deve avvenire “dal bassoâ€, spontaneamente e in modo non pilotato, la prima genuina e vera “maturazione sociale e politica†necessaria in ognuno affinchè a maturare sia una intera collettività : quella – auspico ed anelo – degli Stati Uniti d’Europa.
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25 APRILE 2015- 70 ANNI DOPO, SECONDA PARTE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Aprile, 2015 @ 5:59 amDetto altrimenti: FIAB – Federazione Italiana Amici della bicicletta, Trento e Belluno commemorano a pedali: “Resistere, pedalare, resistere† (post 2028)
 (Open post, nel senso che io stesso ho chiesto contributi ai nostri numerosi ospiti, contributi che aggiungerò man mano che mi saranno pervenuti)
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“Resistere, pedalare, resistere”. Sembra scritto per noi “pedalatoriâ€: resistere (alla fatica), pedalare, resistere (alla fatica) ed arrivare in cima alla salita. E invece questa volta i pedali c’entrano si, ma sono in secondo piano. Infatti abbiano voluto commemorare i 70 anni della Liberazione. Ora vi racconto. Tuttavia, prima, una nota: rientrando a casa, ieri sera, RAI 1, prima serata,  Fabio Fazio dalla Piazza del Quirinale conduce la commemorazione dell’Evento: la trasmissione è anticipata da una carrellata di volti noti dello spettacolo che si recano a riflettere di fronte alle tante lapidi delle vittime del nazifascismo.
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Ecco, noi stessi, nel nostro piccolo, abbiano inteso fare la stessa cosa. Fiab Trento (Presidente Duman) si è accordata con FIAB Belluno (Presidente Bortolo), ci siamo ritrovati in Veneto, con amici delle tre provincie (quattro con la nostra) di Belluno, Vicenza e Treviso e abbiamo compiuto  una sorta di pellegrinaggio a pedali nella memoria e per la memoria della conquista della Libertà . La relazione che segue, su mia richiesta mi è stata inviata dal collega Fiabbino Pierluigi Trevisan, che ringrazio. Di mio ci sono solo le evidenziature in grassetto.
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Inizia
Ci siamo ritrovati in Piazza Crivellaro a Lentiai. Nel 70° anniversario della Liberazione non a caso è stato scelto Lentiai come punto di partenza della pedalata: infatti Lentiai fu la culla del movimento partigiano bellunese. La prima “casera†ad ospitare i partigiani fu quella denominata “La Spà semaâ€, addentro sulla strada della montagna, ad un’ora e mezza circa dal paese. La piazza di Lentiai prende nome da Luciano Crivellaro, impiccato dai nazisti il 29 settembre 1944. Abbiamo poi visitato la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso e, davanti a Villa Cristini, è stato rievocato l’eccidio di Rina Cristina, Giuseppe Tres, Rodolfo Colli e Antonio Guzzo.
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Partiti da Lentiai verso le 10 abbiamo percorso la ciclabile Claudia Augusta Altinate verso Feltre, attraversando la bella campagna di Lentiai e Villapiana, attraversando il Piave su vecchio ponte di Cesana, ora solo ciclabile, segnato da un altro fatto della guerra partigiana: la fucilazione di Alvaro Bari “Cristallo†di 26 anni e Giorgio Gherlenda “Piuma†di 23 anni. Attraversata la statale dopo il ponte sul torrente Caorame siamo di nuovo usciti dal traffico e, prima su strada asfaltata e sterrata, poi su comodo sentiero, abbiamo attraversato l’ area naturalistica della torbiera di Lipoi, nei pressi di Vellai.
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Superato Vellai siamo entrati a Feltre, passando attraverso la galleria Romita, originariamente rifugio antiaereo ed ora trasformato in mostra fotografica permanente sulle emergenze architettoniche, artistiche a naturalistiche di Feltre e del feltrino, tra cui il Parco delle Dolomiti Bellunesi. Usciti dalla galleria altra sosta storica a Porta Imperiale, dove vennero impiccati Giordano Schenà l “Caronteâ€, Virgilio Castellan “Vascoâ€, Luigi Vendrame “Coppoloâ€. Abbiamo anche ricordato la “Notte di Santa Marinaâ€, 19 giugno 1944, quando vennero trucidati il colonnello Angelo Zancanaro, medaglia d’oro della Resistenza, il suo unico figlio di 19 anni Luciano, Oldino De Paoli, Pietro Vendrami e Gino Colonna.
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Partiti da Feltre verso le 11.30 abbiamo toccato la frazione di Farra ed abbiamo imboccato la bella Via Valentine che, in un ameno paesaggio campestre ci ha in breve condotto ad Artèn. Vi è stata anche una sosta per il saluto dell’ Assessore di Feltre Walter Bonan, che, oltre a ricordare i valori della Resistenza, ha anche illustrato i prossimi progetti del Comune di Feltre a favore della ciclabilità urbana e delle piste ciclabili.
Ad Artèn c’erano ad aspettarci l’ Assessore alla Cultura del Comune di Fonzaso, Maria Pilar accompagnata da Catia Costanzo Boschieri, nipote del giovane Antonio Boschieri “D’Artagnanâ€, impiccato ad Arten, con altri sei partigiani (Rino Torresan, Guido Todesco, Zuelo Benincasa, Luigi Campigotto, Bortolo Camonico, ignoto) nel quadro del terribile rastrellamento del Monte Grappa del 21-29 settembre 1994, durante il quale si calcola vennero uccise 700 persone, tra civili e partigiani.
Dopo aver onorato la Pietra di Artèn, cioè la stele che ricorda gli impiccati, abbiamo raggiunto Pedavena attraverso la strada detta del “Canalètâ€, passando per i paesini di Teven e Travagola. Obbligatoria sosta in Birreria Pedavena, al di là della strada altra lapide partigiana che ricorda il sacrificio di Bruno Bordin “Verga†e Antonio Zanolla “Grinta†impiccati il 19 gennaio 1945. Il rientro a Lentiai, sotto una pioggerellina innocua, è avvenuta passando per Foèn, Villabruna, Pullir, Pez e Busche, dove il Bar Bianco della LatteBusche ha fatto affari con ciclisti affamati di gelato. Rientro a Lentiai verso le ore 17,00 (50 km a pedali, salitelle ogni tanto, difficoltà medio-bassa, n.d.r.).
Finisce

In piedi, da sin. nella foto: Guglielmo Duman, Catia Costanzo Boschieri, l’Assessore Maria Pilar, Pier Luigi Trevisan. In basso, al centro, il Presidente Fiab Belluno Bortolo.
E noi, da Lentiai a Trento, con i nostri pulmini e furgoni guidati dai “piloti†Fiabbini Fausto e Guglielmo.  Mie considerazioni:
- Capirete che senza l’aiuto di Pierluigi, questo resoconto non sarebbe stato possibile da parte di chi avrebbe dovuto gestire, oltre la propria bici e la macchina fotografica, anche un blocco notes ed un registratore! Per cui, grazie, Pierluigi!
- In piazza, a Lentiai, Pierluigi ha letto alcune frasi scritte nel 1946 da un combattente partigiano. Il contenuto che mi ha maggiormente colpito per la sua attualità – cito a memoria – è questo: “Liberazione, ma non ancora completata fino a quando vi daranno enormi disuguaglianze sociali, fino a quando i poveri saranno sempre più poveri e di ricchi sempre più ricchiâ€. Esattamente quello che sta accadendo oggi, 70 anni dopo. Aggiungo: anche e soprattutto a livello mondiale … e ne vediamo le conseguenze!
- This is Fiab too … Fiab è anche tutto questo: incontro fra amici vecchi e nuovi, amore per la natura, la libertà di una pedalata, la Libertà .
- Amici Veneti, grazie! Vi aspettiamo in Trentino per accompagnarvi, a nostra volta, a scoprire momenti di storia e di bellezze naturali nascoste per  chi non è del luogo …
Note storiche le trovate su www.bellunoinbici.it
Che altro dire? Joint FIAB, associati alla FIAB!
Appendice: il rastrellamento del Monte Grappa
“Monte Grappa tu sei la mia patria …” Così ci hanno insegnato a cantare sin da bambini nelle scuole elementari. Prima guerra mondiale, ci hanno fatto fermare a quella. Ma di quanto è successo sul Grappa nella seconda guerra, nessuno ci ha detto nulla. Io lo scopro solo adesso, alla tenera età di 71 anni, grazie al “pellegrinaggio” Fiab in alcuni luoghi della resistenza e del  martirio di tanta eroica gente
Inizia
![P1310063-Small[1]](http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/wp-content/uploads/2015/04/P1310063-Small1-300x225.jpg)
Quante volte siamo arrivati a Bassano dopo avere percorso la pista ciclabile da Levico … quante volte abbiamo pedalato accanto a questi alberi, sul viale, forse un po’ distratti, sicuramente disinformati. Ora non più.
Il 21 settembre del 1944 iniziava “la più sanguinosa azione militare antipartigiana che abbia avuto luogo durante i 20 mesi della guerra di Liberazione†e “la più grave disfatta militare della Resistenza e di tutta la storiaâ€: così Sergio Luzzatto, storico e giornalista definisce il rastrellamento del Monte Grappa, organizzato e attuato da 8000 uomini di cui 5000 nazisti e 3000 fascisti. La legione M Tagliamento (con Giorgio Albertazzi comandante della 2° compagnia fucilieri), le brigate nere di Treviso e Vicenza, la decima mas, il CST trentino, ucraini, cosacchi, SS tedesche, contro i 1200 partigiani componenti le brigate partigiane “Campocroceâ€, “Archesonâ€, “Matteottiâ€, “Gramsci†e numerosi prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento. 40 partigiani caduti in combattimento, 260 impiccati o fucilati, 250 deportati che non fecero più ritorno, malghe incendiate, paesi interi dati alle fiamme, migliaia di capi di bestiame trasferiti in Germania per essere macellati e i 51 cadaveri mai più ritrovati di Casella d’Asolo. Un massacro attuato mediante un progetto infame che sconvolse intere comunità e che fece sentire i suoi effetti per molti anni, visto anche la totale impunità dei colpevoli.
Impunità che ebbe anche un responsabile dell’eccidio e unico condannato a morte, l’SS italiana di Noale, Arturo (Attilio) Bolzonella, altrimenti conosciuto come “boia di Feltreâ€, che torturò e uccise il comandante “D’Artagnan†e altri 6 partigiani: Antonio â€Ragazzo†Boschieri nato a Biadene nel 1921, partigiano sul Monte Grappa col nome di battaglia “D’Artagnanâ€, combattè nella Brigata G. Matteotti come comandante del battaglione Zecchinel. Combattente freddo e deciso, amato e stimato dai compagni di lotta, partecipò a moltissime e pericolose missioni e azioni culminate nei tragici combattimenti del settembre 1944 durante il rastrellamento del Grappa da parte dei nazi-fascisti. Catturato, fu a lungo torturato ma non rinnegò le sue idee nè tradì i suoi compagni. Fu impiccato ad Arten di Feltre il 27 settembre del 1944. Aveva 23 anni…
Finisce
Qui di seguito un commento ricevuto, che inserisco anche nel testo del post:
“Oggi, febbraio 2017, grazie a delle persone degne e ad un ricercatore instancabile di nome Lorenzo, io e la mia famiglia, dopo 73 anni, abbiamo finalmente ritrovato lo zio Zoello (Zuelo), il fratello di mio padre!
Anche se sconvolti dalla sua tragica fine, rimaniamo orgogliosi della sua scelta a difesa di un ideale di giustizia e libertà da noi sempre condiviso!
Ora cercheremo di onorarne la memoria attraverso i luoghi ufficiali a Modena dov’è nato e vissuto insieme alla sua famiglia, per meno di 21 anni della sua breve vita, dove cippi e statistiche lo davano come disperso nel nulla, come svanito nell’aria!
Da oggi apparterrà per sempre e degnamente all’ordine dei martiri che sono caduti sacrificando la propria vita per la libertà di un popolo!
Roberto Benincasa”
Riporto anche qui la mia risposta al commento di Roberto
“@Roberto: grazie della mail, Roberto. Per me è stata una emozione forte e duplice: ricevere un commento a due anni dalla pubblicazione del post, ma soprattutto leggerne il contenuto, così intenso. Commento che – al pari di questa mia risposta - ho inserito anche nel testo del post. Spero vivamente che molti – soprattutto giovani – grazie al tuo commento leggano il post e soprattutto non dimentichino. Non dimentichino che quello “scempio storico e soprattutto umano, di civiltà e di democrazia” è stato reso possibile dall’inerzia e dall’indifferenza di molte, troppe persone. A tutti mi permetto di suggerire la lettura di “Le origini del fascismo in Italia – Lezioni di Harvard” di Gaetano Salvemini, a cura di Roberto Vivarelli – Feltrinelli Editore, Milano 1966 (Collana Universale Economica). L’inerzia, dicevo … oggi trasformata in parte in populismo ed in parte in allontanamento dalla politica, atteggiamento quest’ultimo che nella sostanza ricorda il tristissimo “Qui non si fa politica, si lavora!”. Ti saluto, Roberto e … grazie se continuerai a leggere e commentare i miei post.”
 Risponde Roberto
“Ciao Riccardo, sei una persona oltre che attiva con dei valori e questo per me è un lasciapassare universale che apre qualunque porta! Cercherò di seguirvi per ora silente ma attento alle vostre proposte ed a qualunque vostra iniziativa. Ti ringrazio di avermi dato spazio nel tuo blog tal che, in modo spontaneo, mi son sentito riempire dal sentimento che provo e provavo in quel momento! Grazie ancora.  Roberto Benincasa – Modena”
25 APRILE: LIBERAZIONE, LIBERTA’
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2015 @ 7:28 pmDetto altrimenti: scrivo e pubblico questa sera il post di domani, quello del 25 aprile. Infatti domattina “bonora” andrò in Veneto in bicicletta con FIAB Trento a commemorare alcuni luoghi della resistenza   (post 2027)
E’ chiaro quindi che io non sono assolutamente un “nostalgico†e che pertanto non voglio né devo nè posso  essere frainteso per le domande che sto per pormi e per porvi:
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Prima domanda: è forse una Persona libera chi ha un lavoro e quanto serve a mantenere decorosamente la propria famiglia, ma vive in uno stato governato da un regime dittatoriale?
Seconda domanda: è  forse una Persona libera chi vive  in uno Stato governato da un sistema democratico ma non ha lavoro né futuro per sè e per la propria famiglia?
Prima ed unica (mia) affermazione: non è certo una Persona libera chi è costretto a fuggire da guerre, carestie e persecuzioni d’ogni tipo.
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Ecco, a mio sommesso avviso, oggi siamo di fronte a tre diversi modi di manifestarsi di un unico, identico  antico male: la schiavitù.
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