POST 1126 – Fallire politicamente. Osservazioni dall’universo parallelo in cui Obamacare naufragherebbe in Italia”.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2013 @ 6:41 pm

Detto altrimenti: open blog … leggo su blog altrui (“narcolessico” di Edoardo Lucatti, male di famiglia, dunque!) e trascrivo

“Povero Obama. Se fosse stato il presidente del consiglio italiano, nulla gli avrebbe imposto di assumersi pubblicamente la responsabilità del fallimento del progetto Obamacare.
L’Italia è, alla lettera, una “società a responsabilità limitata“. Mi riferisco non già alla fattispecie relativa al soggetto giuridico prevista dal Diritto Privato bensì a un significato più ampio e antropologico che – volendo – possiamo assegnare all’espressione “società a responsabilità limitata”.

Posta una qualche manchevolezza o inefficienza da parte dell’individuo, la filogenesi del Sistema Italia si organizza in modo tale da minimizzare la misura in cui la responsabilità di quella defezione dovrà ricadere sull’individuo in questione e, al limite, in modo tale da minimizzare la possibilità che insorga, in quanto tale, un problema di responsabilità.

I risultati elettorali ci permettono di giustificare “le larghe intese” alla luce di una contingenza ineludibile, ma non riescono a nascondere il fatto che nei confronti di quelle “larghe intese” siamo evolutivamente debitori perché esse ci forniscono non solo e non tanto un governo quanto piuttosto un quadro potenzialmente esplicativo di tutto quello che in termini politici non riusciamo a combinare, senza che da questo ci derivino colpe di sorta.

Erroneamente, si tende a ritenere che questo meccanismo assolutorio derivi da una cultura statalista, ma credo che questo sia vero solo in seconda istanza, nella misura cioè in cui lo statalismo – in Italia – ha finito per declinare nella prassi civile l’adagio cattolico del “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Lo Stato, dunque, come comunità di irresponsabili che si rimettono all’immancabile misericordia di Dio e delle sue molteplici agenzie di intermediazione (la burocrazia, ad esempio).

Obama, se avesse dovuto affrontare nel nostro Paese il fallimento del proprio progetto di riforma della Sanità, non avrebbe mai dovuto fare le pubbliche dichiarazioni che ha fatto negli States, ascrivendosi tutta la responsabilità dell’accaduto. Più garbatamente avremmo fatto in modo di fargli trovare, a portata di mano, un intero universo di attenuanti fra loro coordinate e capaci, in definitiva, di tratteggiare l’immagine di un mondo impreparato alla riforma della Sanità NONOSTANTE l’encomiabile impegno profuso da Obama.

Anche noi – dunque – concepiamo l’errore dei politici, ma ne facciamo subito una questione collettiva perché un domani potremmo essere NOI al loro posto e potremmo trovarci NOI nella necessità di accreditare una Storia che ci esenti e ci affranchi.   – Troppo facile – diremmo allora – prendersela con Obama.

Perché, alla maniera di Andreotti nel Divo di Sorrentino, abbiamo l’innata capacità – fondamentale per chiunque lavori in un gigantesco “ufficio reclami” come l’Italia – di far credere a quel nostro interlocutore che fosse disgraziatamente alla ricerca di colpevoli che, quasi per definizione, “la situazione è un po’ più complessa”.”

Fine

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POST 1125 – BERLUSCONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2013 @ 6:10 pm

Detto altrimenti: questo è anche un open blog. Ricevo e pubblico

“Ho guardato in televisione per un brevissimo momento il lungo one-man show di Berlusconi al Consiglio Nazionale, che ha sancito il ritorno di Forza Italia. Poi per assuefazione, o forse per ribrezzo, ho dovuto spegnere. Insostenibile.
Insostenibile osservare come un Paese che si dice democratico debba essere ancora attaccato alle sorti di una persona sola; insostenibile vedere centinaia di lacchè che seguono indefessi il padrone; insostenibile ancora una volta ascoltare la solita minestra (della serie “tutti ce l’hanno con me”, “o con me o contro di me”); insostenibile che il mondo ci derida ma che tutti facciano orecchie da mercante.
La politica italiana (al di là dell’orientamento di ciascuno, mio compreso) mi sembra sia diventato uno spregevole teatrino, nel quale solo l’essere piegati a qualcuno, il non poter mai esternare la propria opinione se discordante da quella di chi sta più in alto, faccia la vera differenza. Le recenti notizie in tal senso mi sembra parlino da sole. E questo vale a tutti i livelli, dai nostri comuni fino alle agognate “careghe” del parlamento.
A tal proposito, mi sono tornate alla mente le parole del salmo 21 “si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte”, riferite ovviamente alla Passione di Cristo.
In un momento nel quale l’Italia sta attraversando forse la sua più grave “passione”, la maggior parte di coloro che dovrebbero rappresentarci si spartiscono il potere, gettano la sorte su di noi, lasciandoci con le nostre croci quotidiane da portare.
Si arricchiscono, si fanno gioco di noi, promettendoci la “terra promessa”, che in verità è promessa solo per loro.
Non trovate una cosa assolutamente grave che le nuove generazioni (fra le quali rientro anch’io) partano già demoralizzate dai banchi di scuola, perché tanto si considerano soltanto numeri che andranno ad ingrossare le liste della disoccupazione o della cassaintegrazione? Non è grave che per realizzare i propri sogni (e non si chiede tanto, ma un lavoro ed una famiglia, non ministeri o sottosegretariati) siamo costretti a lasciare l’Italia, il Paese più bello del mondo, per rifugiarci all’estero? Non è grave che non si riesca a diminuire lo spreco in questa nostra nazione? Non ci vorrebbero manovre, leggi di stabilità o chissà cos’altro allora, ma una cosa che i miei genitori mi hanno insegnato fin da bambino: il buon senso.
Buon senso per capire che stride fortemente vedere quanto guadagna un operaio o un addetto di pulizie in confronto a qualcuno che per tutta la sua vita non ha fatto altro che scaldare poltrone, senza sporcarsi mai le mani. Buon senso per capire che finché prevarrà la logica del “tutti contro tutti” non si andrà da nessuna parte (in questo senso papa Francesco, santo uomo, dovrebbe insegnare molto a tutti). Buon senso per capire che non serve “mandare a casa tutti” per risolvere i problemi, ma che deve essere la mentalità di tutti a cambiare.
L’Italia è in passione, i centurioni giocano la sorte su di noi e ci deridono: spero di non essere eretico nel dire che attendo la risurrezione, questa volta vera e definitiva, del Paese.”

Firmato Luigi Oss Papot

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POST 1124 – IL PONTE DELLE ZIGHERANE – Una violenza in meno contro le donne

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2013 @ 12:23 pm

Detto altrimenti: il ponte delle sigheraie, delle “tabacchine” – Ieri, giornata contro la violenza sulle donne … ed allora io …

Ciclisti. Provenendo da nord sulla ciclabile dell’Adige, superato il Borgo Sacco (frazione di Rovereto), proseguendo verso sud attraversate il Fiume Leno … ecco, ciclisti, che trovate, affiancati, due ponti: il nuovo ed il vecchio. Il vecchio, il Ponte delle Zigherane … appunto.

Foto da internet, non è mia. appena ci passo ne scatterò una migliore

Frammenti di storia trentina. Chiaccherando fra ciclisti, al passaggio di quel ponte l’amico Claudio (ing. Lorenzi), sapendomi appassionato di penna, mi dice: “Ma tu la sai la storia di questo ponte? Si chiama il Ponte delle Zigherane”. E mi racconta. Anzi, poi mi manda anche una mail con i dettagli, tratti dal libro di Annalisa Gerola, “I 150 anni del gigante – Storia della manifattura tabacchi di Rovereto attraverso immagini e testimonianze”. Edizioniosiride.

S’era ai tempi del Comune di Sacco, di quello che oggi è un borgo del Comune di Rovereto, Borgo Sacco, appunto, capolinea dell’uscita di allenamento per molti di noi ciclisti trentini, 50 km fra andata e ritorno, con una bella fontanella a metà percorso. Il piccolo comune aveva approvato la costruzione della manifattura tabacchi a condizione che le maestranze utilizzate e i fornitori fossero preferibilmente comunali (nel 1920, il Comune fu incorporato in quel di Rovereto, su ordinanza del 18 marzo 1920 del Commissario Generale Civile per la Venezia Tridentina).

Ecco, questa è la mia foto. il ponte delel Zigherane è quello vecchio, pedonale, davanti a quello nuovo ...

Ecco, questa è la mia foto. il ponte delel Zigherane è quello vecchio, pedonale, davanti a quello nuovo …

In ogni caso. molte lavoratrici provenivano “da fuori” (Brentonico, Mori, Marco, Lizzana, Lizzanella, Trambileno, Patone, Lenzima, Noroglio). Tutte venivano a piedi, di notte, nella neve, molte con il figlioletto in braccio da “parcheggiare” presso nonni e parenti. Fino al 1877 chi proveniva dalla sinistra Leno, doveva guadare il fiume, raggiungendolo attraverso degli scivoli, le “andadore” preparate per far scendere i carri trainati dai cavalli. Quando non era possibile guadare a causa della troppa acqua, le donne dovevano allungare il loro già penoso tragitto sino al Ponte di Santa Maria, con una faticata supplementare rispetto alle molte ore di viaggio ed alle dieci ore di lavoro. Fu così che nel 1874 le autorità pensarono di costruire un ponte, chiedendo che le Zigherane contribuissero alla spesa. Una sorta di project financing ante litteram. Le trecento donne interessate accettarono. I Comuni anticiparono i soldi, le Zigherane si tassarono per vent’anni. Il ponte venne inaugurato nel 1877. Una violenza in meno contro quelle donne. E allora, ricordiamo e riconosciamo ogni onore a quelle donne, anzi, a quelle Donne!

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POST 1123 – RIFLESSIONE SUI DUE POST PRECEDENTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2013 @ 7:54 am

Ovvero: il governo del mondo

Ricordate il film di Charlie Chaplin “Il grande dittatore”? In particolare, la scena in cui l’attore, nei panni di Hitler, giocava a palla con un mappamondo lanciandolo in aria a suo piacere? Ecco, nella realtà Hitler, quello vero, si era sbagliato: non è infatti con le armi che si conquista, si sottomette, si governa il mondo intero, ma con la corruzione internazionale che condiziona la politica mondiale. The rest are details, il resto sono solo dettagli! Pessimismo cosmico, il mio? Forse, ma a pensar male … comunque  mi rafforza nella mia idea: il primo problema da risolvere è il Problema Morale. Forza … Papa Fancesco!

P.S.: finalmente un post corto, dopo i due “mattoni” precedenti!

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POST 1122 – RIFLESSIONI SUL POST PRECEDENTE + PENSIONI BASSE E ALTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2013 @ 7:44 am

Detto altrimenti: su Salerno, sul Kazakistan, su Alitalia + pensioni basse e alte (continua nel post sucecssivo!)

Sindaco De Luca: “Abusi edilizi? Quando mai!? Non mi pare proprio … avevo i permessi…”

Salerno. L’Ente Pubblico che doveva accordare o negare l’ok dal punto di vista paesaggistico alla realizzazione di un ecomostro, costruito per metà su spiaggia demaniale, che soffocava una serie di palazzi preesistenti, la cui realizzazione ha comportato la deviazione della foce di un corso d’acqua solo recentemente messa (inutilmente e costosamente!) in sicurezza con rilevanti interventi pubblici …. be’ questo Ente “funzionava” (si fa per dire) con il silenzio assenso, per cui se non risponde entro 30 giorni si intende “permesso accordato”. Quindi è bastato che i malviventi chiedessero (ad altri loro compari di merenda) il parere vincolante il primo agosto e che quell’intera dirigenza fosse in ferie per 31 giorni … ed l gioco è fatto!  Mi auguro che questi dirigenti galantuomini siano fra i soggetti inquisiti.

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei (ma a palazzo Grazioli, alla cena con Putin, c’era anche il Kazako?)

Kazakistan. La TV ci ha mostrato le diverse occasioni nelle quali Berlusconi ed i “suoi” si sono esageratamente e spudoratamente “spesi” negli elogi del dittatore kazako, di una persona che “i diritti civili, che cosa sono?”, di una persona che “le banche del mio paese sono mie e dei miei fedeli”, di una persona che “incasso mazzette in conti svizzeri di centinaia di milioni di dollari USA da tutto il mondo, ENI compresa“. Di una persona che mi ricorda il culto della (propria) personalità stile Imperatore Atzeco, stile  Scià di Persia, stile Adolfo Hitler e Benito Mussolini. A parte ogni altra pur importantissima considerazione (negativa) della figuraccia internazionale. noi, cosa dobbiamo pensare
1) dell’insulto alla nostra intelligenza, per le favolette che pretendono di darci da bere!?
2) Della nostra sicurezza personale, in un Paese, l’Italia, nel quale quando va bene si piange sul latte versato? Si piange sul latte – e sul sangue – versato alla Scuola Diaz di Genova. Si piange sul latte e sulle lacrime versate sulle mamma e bimba Kazake rapite da chi avrebbe dovuto difenderle dai rapitori. Quis custodiet custodes ipsos? Chi controllerà i controllori? E’ chiaro che si è voluto fornire al dittatore kazako un’arma per indurre il fuoruscito a non utilizzare le carte che dimostrano la propria (e altrui!) corruzione internazionale e le altre malefatte. E allora, forse, si spiega la foga difensiva di chi avrebbe potuto essere tirato in ballo come partner d’affari di quel suo collega galantuomo, il dittatore kazako. Sapete cosa penso? Che quel dittatore sia il banchiere in nero di tanti nostri potenti, e quando dico nostri ce ne è per tutti, da Tony Blair ai Tedeschi, ai Cinesi, agli Americani, ai Russi ai Nostrani. Ed allora, amici, o risolviamo prima il Problema Morale o non se ne fa nulla … mettiamoci il cuore in pace!

Alitalia. Il fatto che dalla crisi si sarebbe usciti solo con l’espansione dell’attività sulle grandi rotte internazionali con investimenti su nuovi aerei da 200 milioni di dollari cadauno era un fatto che non poteva essere sconosciuto al gruppo di “imprenditori privati patrioti”, abituati a valutare ogni minimo rischio quando investono soldi “veri” (cioè “propri”),. Ah già … ma qui i soldi in ballo non erano “veri” cioè “loro”, bensì erano “finti” (cioè finti per loro, non certo per noi contribuenti), “finti” dicevo, cioè di altri, dello Stato, cioè nostri, di noi tutti cittadini. E se le cose fossero state così (e stavano così!), mi resta un dubbio: perché hanno accettato di essere ugualmente della partita, ben sapendo come sarebbe andata a finire? Forse per compiacere il Capo, per entrare sei suoi grandi giochi … chessò, del petrolio, del gas … per potergli dire “quando ti serviva io c’ero … ora devi dirmi grazie”. Il tutto, a spese di chi? Tanto per fare un esempio, a spese dei pensionati sotto i 2.000 euro mensili lordi ai quali viene oggi tolta la rivalutazione della pensione.

Pensionati? ma ho capito bene ieri al TG3? Annunciava blocco della rivalutazione delle pensioni al di sotto  dei 2.000 euro mensili lordi e proseguiva “automaticamente in contropartita è stato eliminato il contributo di solidarietà a carico delle pensioni elevate”. Ma ci siamo bevuti il cervello!? No … abbiamo capito benissimo: i poveri sempre più poveri pagano il conto dei ricchi sempre più ricchi. Ah … be’ … allora … se abbiamo capito … tutto è a posto. non ci siamo bevuti il cervello … noi.

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POST 1121 – Salerno, Kazakistan e Alitalia. Ovvero: una proposta, una domanda, una soluzione.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2013 @ 11:30 pm

Detto altrimenti: Trasmissione report 25.11.2013 (leggete anche i due post successivi, pechè la storia … continua!)

Com’era … come è … ma ora è tutto sotto sequestro

 1 – Salerno. Finalmente: il sindaco di Salerno, vice ministro alle infrastrutture (non facciamo nomi, per carità!), persona che – contro la previsione di legge – ha deciso di cumulare gli incarichi – è inquisito insieme ad altre 30 persone per abuso d’ufficio, violazione delle norme su appalti, lottizzazione abusiva etc. etc . per la costruzione di un ecomostro di 300 metri alto 30 su terreno (spiaggia!) demaniale. C’è voluto Report! Brava Gabanelli! PROPOSTA: che si conferisca una onorificenza della Repubblica alla Gabanelli.

2 – Kazakistan. Nomi complicati da ricordare, vicende complesse, la gente non sempre capisce, si stanca, trascura, dimentica. E invece no. E allora provate a seguire questa “favola”.
In Kazakistan comanda una sorta di Zar (Nursultan Nazarbayev) che arricchisce se e la sua famiglia, i suoi amici. Il paese non ha ceto medio: o si è del gruppo “governo-ricchi” o si è del gruppo “opposizione-poveri”, oppure solo del gruppo “poveri”. Diritti civili, manco a parlarne. Corruzione alle stelle. Tutti pagano: USA, Italia, Cina, etc. pur di fare affari (petrolio e gas) con lo Zar. ENI deve eseguire certi lavori. Ritarda, Lo Zar minaccia l’applicazione di 10 miliardi di dollari USA di penale. Il governo italiano, Unicredit e Eni volano in Kazakistan. Unicredit (Profumo) compera dal Kazakistan una banca per 2,4 miliardi di dollari USA. Dopo un anno la rivende per 400 milioni, rilasciando all’acquirente una propria garanzia a fronte delle esposizioni dei clienti della banca per 600 milioni. Praticamente la vende … versando un prezzo di 200 anziché incassarne uno, sia pure ridottissimo rispetto al prezzo del proprio acquisto. Lo Zar rinuncia a penalizzare ENI. Profumo incassa una buonuscita da 40 milioni di euro, passa al Montepaschi e resta nel CDA dell’ENI. E bravo Profumo …!

“Dai, così non riescono a capire dal labiale …”

Ablyazov, un ministro dello Zar ritira i suoi depositi da una sua propria banca prima che lo Zar glie la nazionalizzasse e passa all’opposizione: è incarcerato, torturato. Alla fine lo liberano, va all’estero con le carte che testimoniano la corruzione dello Zar. Lo denunciano per truffa e furto. Arriva in Italia. I kazaki (e i russi di Putin) lo vogliono catturare e incaricano la Security dell’azienda ENi di trovarlo. L’ENI lo trova (in villa a Casalpalocco) e informa i nostri servizi segreti.  I nostri servizi lo avvertono per cercare di non essere (troppo) corresponsabilizzati. Lui scappa dalla propria residenza romana due giorni prima. Il Kazakistan si arrabbia (“fateci almeno arrestare sua moglie e sua figlia!”) e insiste presso l’ENI (Scaroni) che sua volta insiste presso Valentino Valentini, l’uomo di Berlusconi per i rapporti con la Russia. Valentini parla con il capo di gabilnetto del Ministro degli Interni Giuseppe Procaccini che parla con il Ministro Alfano (che poi dirà che non sapeva nulla) Detto, fatto. I nostri servizi “collaborano” con l’ambasciata kazaka e in due giorni arrestano ed espellono arbitrariamente ed illegalmente dall’Italia la moglie e la figlia del dissidente, caricandola su un aereo privato austriaco noleggiato dal Kazakistan, che consegna i due ostaggi nelle mani dello Zar. Il nostro ministro dell’interno Alfano dice che non era stato informato, il suo capo di gabinetto Giuseppe Procaccini lo smentisce e lo dimettono. Molti stati esteri conferiscono onorificenze allo Zar. Interviste e filmati autentici dimostrano che si tratta di un dittatore che reprime violentemente ogni opposizione. Nel paese, parchi, scuole, monumenti intestati a lui. Culto della personalità, del semi-dio. Ora il nostro governo ha deciso di andare a farsi restituire le due donne. Speriamo bene … ma sarà difficile. DOMANDA: Alfano ha fatto tutto da solo o è stato “consigliato” dal suo in allora capo, ora ex capo Berlusconi, che si è sempre speso in elogi allo Zar?

Berlusconi dice: “Lo zar ha il 92% dei consensi, è democratico!” Appunto, dico io: maggiore testimonianza di questa che si tratta di non-democrazia! E poi, la nostra comissione parlamentare in visita di controllo in Kazakistan afferma che “a quanto si vede, la signora è libera di muoversi in città… quindi è libera”. IO DICO:  MA CI SIAMO BEVUTI IL CERVELLO?

Siamo a terra, signori passeggeri, si scende!”

3 – ALITALIA. Gestita male pur essendo in uno dei primi paesi turistici del mondo. Nel 1998 Airfrance vorrebbe entrare ma Berlusconi non vuole e lancia i “patriotts” che non sono missili ma imprenditori che per pochi soldi si prendono una Alitalia che lo Stato ha alleggerito di 3 miliardi di debito e di 5.000 cassa integrati. Ci mettono pochi soldi, tanti Amministratori Delegati che non riescono ad evitare perdite, per cui la società è sull’orlo del fallimento. Si definiscono “salvataggi” le alcune probabili iniezioni di denaro (Poste Italiane, banche Italiane, qualche limitato contributo da parte dei patriott), mentre si tratta solo del denaro per “tirare avanti” un anno. La società non può risanarsi se non si inserisce nel mercato delle lunghe tratte internazionali (le sole redditizie), ma per far ciò occorre comperare aereomobili adatti, i quali costano 200 milioni cadauno. Che non ci sono. Nel frattempo Alitalia ha maturato circa 5 miliardi di perdite, di cui 3,5 a carico del nostro Tesoro, cioè di tutti noi cittadini (ma i suoi AD patriottici se ne sono andati con buonuscite di 1 milione di euro per ogni anno di “lavoro”). Ora occorre nuovo denaro pubblico: qualcuno la definisce una privatizzazione yò-yò. cioè che torna nelle mani del privatizzante! SOLUZIONE: facciamo intervenire il Ministero della Difesa, il quale acquisti questi aerei da 200 milioni cadauno posto dei novanta F35 da 80 milioni cadauno. Ce ne escono ben 36 (trentasei!) di aerei commerciali intercontinentali!

Sono le 23 passate. vado a dormire.

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POST 1120 – TRENTO PURTROPPO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2013 @ 8:12 pm

Detto altrimenti: eh …sì, purtroppo accade anche questo

Io, vecchio televisore …

“Ah, se potessi parlare! Lo denuncerei il mio ex padrone, se lo meriterebbe proprio: denunciato per “abbandono di minore (tecnologia)”. E dire che io l’avevo servito per oltre trent’anni, sempre pronto ai suoi comandi, anche quando si “dimenticava” di pagare il canone. Un clic, e mi accendevo per lui e la sua famiglia.

Da un po’ di tempo, a dire il vero, sentivo fare certi discorsi sui nuovi modelli … si sa, il progresso, tuttavia contavo in una onesto deposito nella apposita discarica, ove avrei incontrato tanti altri vecchietti come me. Ci saremmo riuniti, avremmo parlato dei tempi passati, del bianco e nero, di quando non c’era il telecomando … insomma, avremmo chiuso la nostra vita in modo …. ops, scusate, stavo per dire “umano” … in modo “migliore”, diciamo così.

E invece no, Una sera tardi mi prende (aiutato dalla moglie perché da solo non ce l’avrebbe fatta), mi carica in macchina e mi scarica qui, sulla strada, come si può buttare via la carta di una caramella, che poi non si dovrebbe fare nemmeno quello!

Ecco, sono qui da due giorni, Gli addetti alla nettezza Urbana, Operatori Ecologici si chiamano oggi, mi hanno “guardato senza vedermi”, non è compito nostro, li ho sentiti dire.  Ma oggi … oggi è passato un tizio. Mi ha superato … ha rallentato, si è voltato, e tornato sui suoi passi, mi ha fotografato. Oh … mi sono detto, se questa foto va su per i giornali, forse qualcuno verrà a prendermi!  Spes ultima dea!”

Dimenticavo: dove sono? A Trento, in Via Milano, nella parte superiore, quella più vicina alla salitella che porta verso il rondò che precede piazza Vicenza …

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POST 1119 – TRENTO POESIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2013 @ 1:37 pm

Detto altrimenti: 25 novembre 2013

Una foto … le sue parole

Linee

Linee di pietra

   di luci di acque

   di ombre  di rami

   di monti lontani.

   Ma quelle del vento

   del canto del fiume

   di profumi d’autunno

   di sentieri di foglie cadenti

   dei miei pensieri

                                                      non sono ritratte in fotografia.

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POST 1118 – IL TURISMO IN TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2013 @ 1:13 pm

Detto altrimenti? Ma no … si tratta di una mia Lettera al Diretore, pubblicata su l’Adige del 22 novembre scorso … tutto qui

Un nuovo prodotto turistico: il “dislivello estivo”. Offriamolo ai turisti! Sullo sfondo, il Monte Bondone,ovvero “Trento 2000”, ovvero Trentino? Si, BICILAND!

Mi riferisco alla lettera di Carlo Guardini, su l’Adige 20 novembre 2013, pagg. 1 e 55 “Così va rinnovato il turismo trentino. Lettera aperta all’Assessore
 In fasi di crescita si decentra, in fasi di crisi di accentra. In Francia la promozione turistica è accentrata e tutta sul web: a Saint Paul de Vence vi sono 10 ristoranti e milioni di visitatori l’anno. In Italia la programmazione turistica centrale è affidata ad un Ente che spende l’80% delle risorse per pagare i propri stipendi; ogni comune, provincia e regione stampa i propri deplinat. Risultato? La Lunigiana, con il suo anfiteatro romani, non ha nemmeno un ristorante e l’addetto alla biglietteria vende biglietti per 20.000 euro l’anno. A Parigi, per visitare la Sacra Cappella devi prenotarti su internet e pagare il biglietto. Qui da noi sono aperte, gratis, le porte di cattedrali ben più ricche (recentemente ho visitato quelle di Bergamo Alta e di Cremona).

 Ma veniamo a noi, cioè al Trentino. Carlo Guardini accenna a vari aspetti del problema: il costo del marketing, la sua organizzazione, la partecipazione dei privati, la commercializzazione del prodotto turistico. Io mi voglio soffermare sulla centralizzazione dell’offerta e sui prodotti turistici.
Da quanto sin qui detto, è chiaro che sono favorevole all’accentramento del sistema dell’offerta turistica. Non si tratta, badate bene, della “provincia piglia tutto”, ma della necessità di impostare una gestione accentrata, coordinata, economica e completa per il marketing del nostro turismo. Si tratta cioè di adottare il “modello Francia” e non il “modello Italia”. Detto ciò, quanto ai prodotti, occorre innovare. Qualche esempio? Ci provo:
1) il circuito malghe (e la qualità della loro accoglienza) come in Sud Tirolo.
2) Riva del Garda, Arco, Nago Torbole. Due nuove iniziative: “Film festival Internazionale della navigazione a vela”(magari in coda al Film festival della Montagna. Sarebbe una novità assoluta in Europa e nel mondo intero!) e “Trentanosi Srl: Scuola internazionale di perfezionamento velico classe crociera” (a metà fra i famossissimi Glenans francesi e la Italiana Caprera).
3) Piste ciclabili regionali: offerta e vendita di tour guidati (oggi organizzazioni extra provincia lucrano guidando comitive di turisti sulle piste realizzate e mantenute con costi a nostro carico!).
4) SAT: corsi settimanali di ciclo escursionismo.
5) Trento. Funivia Trento-Trento Duemila (ex Bondone), con piste ciclabili di discesa in varie direzioni. Collegamento fra le ciclabili dell’Adige, della Valle dei Laghi e della Valsugana, ovvero, Trento Biciland! Anzi, collegando Val di Non (da Fondo)alla Val di Sole (Mostizzolo), Trentino Biciland!
6) Paganella. Seggiovia Zambana Vecchia-Fai, da stazione raggiungibile anche direttamente dall’autostrada.
7) Circuiti d’arte guidati (ad esempio, alla scoperta degli affreschi dei Baschenis).
8) Unica tessera provinciale (e anche regionale) per la sosta delle auto, lascando libero ciascun Comune di fissare tariffe, orari e altre modalità.
9) Valorizzazione dei siti cosiddetti minori (ad esempio, la Valle dei Laghi, il Maso Limarò, etc.).

In breve: creatività e organizzazione. Sono solo alcune idee che mi permetto di sottoporre all’attenzione dei lettori e dell’Assessore competente.”

E voi, amiche lettrici e amici lettori, che ne dite?

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POST 1117 – COMUNITA’ DI VALLE, GESTIONI ASSOCIATE E PRIVATIZZAZIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2013 @ 1:03 pm

Detto altrimenti? Ma no … è che riporto qui una mia “Lettera al direttore” del quotidiano trentino l’Adige, del 24 novembre 2013, pubblicata il 25 novembre.

“Condivido in pieno l’analisi del direttore Giovanetti sulle Comunità di Valle di cui a l’Adige del 24 novembre, pagg. 1 e 67.
A suo tempo, di fronte alla sostanziale inerzia dei Comprensori avevo affermato che “se un sistema (quello Comprensoriale) non funziona appieno, è meglio crearne uno nuovo  (le Comunità di Valle) e poi azzerare il vecchio”. Quindi mi ero mostrato favorevole alle Comunità di Valle, purchè esse fossero guidate dai sindaci dei comuni interessati e purchè non escludessero altre forme parallele e contemporanee di collaborazione, quali la gestione associata dei servizi e il processo delle fusioni intercomunali.
Oggi, di fronte all’inerzia delle Comunità di Valle (quanto ci sono costate, nel frattempo?) mi chiedo se non sia il caso – come indica il Direttore Giovanetti – di cambiare rapidamente (ed economicamente!) rotta e muoversi verso l’incentivazione della PAT delle fusioni intercomunali e anche “solo” verso forme di gestione associata dei servizi pubblici locali a livello intercomunale: lo è stato fatto per le Polizie Locali: facciamolo anche per la sosta, tanto per fare un altro possibile caso di intervento. Ad esempio, la riunificazione dei sistemi di sosta nella Busa del Garda. E ne parlo a ragion veduta avendo creato e gestito la società della mobilità nella Busa del Garda dall’origine al compimento del mandato realizzativo per otto anni, dalla costituzione al raggiungimento dei suoi obiettivi di investimento e gestionali.
Operazioni da agevolarsi ancor più se unite ad una forma anglosassone di privatizzazione.

Mi spiego. da noi “privatizzazione” significa cessione dei una SpA pubblica ad un imprenditore privato. Nel mondo anglosassone privatizzare di traduce “to go public” e cioè – nell’esempio in questione – vendita di una SpA (meglio se già auspicabilmente resa intercomunale) al pubblico dei cittadini dei Comuni interessati, dopo che i Comuni stessi abbiano stabilito contratti ferrei a tutela deli loro interessi. Mi riserbo, in un prossimo scritto, di dettagliare meglio questa ulteriore fase (della privatizzazione all’anglosassone). Per oggi mi fermo alle considerazioni sulle Comunità di Valle.

Dr. Riccardo Lucatti  ex Presidente, Amministratore Delegato e Direttore della società mista pubblico privata APM – Altogarda Parcheggi e Mobilità Spa.”

Dice … ma tu hai cambiato idea … Si … evvabbè? Solo gli stupidi non la cambiano mai. Eppopi io l’ho cambiata motivando: cioè … nel frattempo cosa hanno realizzato le Comunità di Valle se non ulteriori costi?

 

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