VERGOGNA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Settembre, 2013 @ 6:59 pm

Interrompiamo la … pubblicazione (dei post) per un annuncio importante: “VERGOGNA!”

Detto altrimenti? Non c’è altro modo di dirlo: VERGOGNA!

“Ci hanno ordinato di dimetterci …”

Durante una una scalata in montagna, durante una tempesta in mare, in presenza di difficili situazioni aziendali, l’importante è “durare”, to last, in inglese, “esserci” per fare il proprio dovere, per non tradire se stessi, l’equipaggio (o la cordata o la direzione aziendale) di cui si fa parte; per dialogare, per comunicare. Se una componente della cordata (dell’equipaggio, della direzione aziendale) si assenta,  mette comunque a rischio l’intera compagine. Chi si assenta  ha sempre torto. E oggi una persona ordina a parte del parlamento e del governo di “assentarsi”. Anzi, si fa dare la lettera di dimissioni firmata in bianco! E come se non bastasse, vuole avere ragione! Ma dove è finito il senso del pudore? Dove la “mancanza di vincoli di mandato” dei parlamentari? Ma già … i parlamentari non sono “eletti” dal popolo, ma “nominati” da quel signore … e se non ubbidiscono, ti saluto rielezione. La colpa … di chi è? Del “porcellum” e di chi lo ha creato.

Questo “Aventino” danneggia soprattutto l’intero Paese. Soprattutto. Infatti io mi auguro e prevedo  che  esso si ritorcerà anche contro chi ha ordito questa manovra dal sapore di “terra bruciata” e di “muoia Sansone …”. Chi semina vento (1) non deve potere raccogliere altro che tempesta.

(1) vento che travolge manovre di governo, trattativa per l’Ilva, per l’IVA, per l’IMU, per i cassintegrati, per le accise, per il rispetto dei parametri europei, etc.

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POST 987 – AL MASO LIMARO’, primo raduno LIMAROCK!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Settembre, 2013 @ 4:29 pm

Detto altrimenti: Maso Limarò? Lungo una bellissima pista ciclabile. Rileggete il post 866 del 12 giugno 2013.

Oggi ci sono tornato, quale “giornalista” (uaoo!!), cicloturista ed ex aiuto-istruttore (sezionale, CAI Genova) di alpinismo, invitato in occasione della “due giorni” del primo LIMAROCK, durante il quale – fra l’altro – sono state presentate le trenta vie di palestra di roccia a fianco del Maso, pulite e messe in sicurezza, con le opportune chiodature, dalle mani esperte di guide alpine, che le hanno fatte letteralmente “rivivere.” Mi accolgono gli amici Enzo (Ferrari) e Stefania (Libietti, polenta, formaggio e salcicce al pomodoro). Protagonisti del raduno, è proprio il caso di dirlo, sono innanzi tutto i bambini che muovono i primi passi verticali super assistiti da genitori ed istruttori.

Heinz all’opera

Ed anche altri protagonisti (adulti) di una “vita trascorsa in verticale”: Luisa Iovane, nata a Mestre nel 1960, atleta italiana che rappresenta la storia stessa delle competizioni di arrampicata e l’inseparabile compagno di corda e di vita Heinz Mariacher di Carezza (BZ). Nomi già noti per gli amanti della disciplina: la Iovane, minuta e determinatissima, nei primi anni Ottanta faceva parte di quel gruppo di straordinari arrampicatori che hanno fatto la storia di molte tra le più difficili scalate in Dolomiti e nella Valle del Sarca. Mariacher con le sue salite e la scoperta di nuove vie ha contribuito nel corso degli anni all’innalzamento delle massime difficoltà superabili in arrampicata libera.

Abbiamo atteso (per oggi inutilmente, ma pare che domani …) anche la visita di Maurizio Zanolla, in arte Manolo, impegnato proprio quei giorni ad Arco per la presentazione del suo recente guida “In Bilico …fra la storia e i racconti delle vie nelle falesie di Primiero”.

Enzo, il “rude” gestore …

Enzo e Stefania, titolari dell’agenzia Go Travel Go Tour Operator hanno da poco preso in gestione il Maso, ristrutturato all’uopo dalla proprietà (Istituto Diocesano Sostentamento Clero di Trento) ed offrono (oltre al vitto e alloggio) mille opportunità per chi ama la natura. Tutto attorno le citate palestre di roccia, al Maso Limarò si possono svolgere altre attività: tiro con l’arco, nordic walking, mountain bike, trekking, percorsi survival, river trekking e canyoning, assistiti da esperti istruttori. Di grande fascino sono anche la scoperta delle pareti a picco alte centinaia di metri sul canyon del Limarò, con brevi guadi e arrampicate, scivoli scavati dall’acqua e una vegetazione lussureggiante, in un ambiente di eccezionale valore, unico e ancora incontaminato. Il tutto grazie anche all’azione promozionale dell’ APT di Comano Terme, che ha la competenza territoriale-funzionale per la zona del Maso.

Maso Limarò: una perla trentina incastonata sul bordo di un canyon … Volete prenotate qualche attività (gastronomica o sportiva)? Tel. 0039 3777056232 – 0039 335 8128140
Coordinate GPS: 46° 3’ 39’’ N – 10° 55’ 37’’ E
www.masolimaro.eu – www.masolimaro.eu/radunolimarock – info@masolimaro.eu

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POST 986 – UN GIORNO UN AMICO MI DISSE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Settembre, 2013 @ 9:21 am

(“Un giorno un indovino mi disse” di Tiziano Terzani, Feltrinelli Editore – da leggere insieme a tutti gli altri suoi libri!)

Detto altrimenti: … un mio (vero) amico ha notato un paio di particolari nei miei post

 “Riccardo, ultimamente stai accelerando la pubblicazione dei tuoi post. E poi, te la prendi sempre di più con i super stipendi, super retribuzioni, super liquidazioni, super cumuli … che tu sia invidioso? O mi sbaglio?”

Caro amico, rispondo subito alle tue due osservazioni:

1) Ebbene sì, lo confesso, ho “pressa” (dal dialetto trentino: ho fretta) di arrivare al millesimo post. Sono emozionato dall’idea. E poi, ogni mattina, basta ascoltare un giornale radio per avere mille spunti di riflessione.

2) E’ vero, ma la mia non è invidia. Lo faccio per sei motivi:

  • a. pensa un po’ a quanti pensionati al minimo, a quanto disoccupati a quanti esodati potresti dare di sollievo con il risparmio che si farebbe ponendo un tetto a tutte (tutte) le retribuzioni pubbliche (ed anche private se corrisposte da società o enti sovvenzionati o aiutati dallo stato), fissandole, ad esempio, allo stesso livello di quelle tedesche.
    b. Una più equa redistribuzione dei redditi aumenta i consumi.
    c. Solo dopo avere “dato l’esempio dall’alto” (cioè con interventi su chi nemmeno si accorge dell’aumento del prezzo della benzina, tanto è ricco) si può continuare a richiedere sacrifici al “basso”, cioè a chi non riesce più ad arrivare alla metà del mese.
    d. Se una persona riceve un emolumento annuo milionario (in euro) non ha alcuno stimolo per sforzarsi di migliorare il suo lavoro, bensì è solo interessato a mantenere il suo privilegio.
    e. Dire “lo paghiamo moltissimo perchè ha delle grandi responsabilità” non regge: infatti, se un mega burocrate pubblico/bancario etc. fa un danno di alcuni miliardi (è successo), che si fa? Gli si addebita il costo? Quando mai potrà ripagare (interamente) il danno in linea capitale, interessi e rivalutazione monetaria? Mai. Ee allora? In cosa si traduce questa pretesa responsabilità, a fronte della quale egli è strapagato?
  • f. Superumuli: maccome (maccome) fa un “cristiano creato” (Montalbano) a svolgere bene tutti quegli incarichi, ciascuno dei quali molto (troppo! N.d.r.) bene retribuito? Ecchè … il suo cervello  ha il dono dell’ubiquità?

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POST 985 – PRESIDENTI CORAGGIOSI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Settembre, 2013 @ 8:51 am

Detto altrimenti: … volete farci credere che eravate disinformati? Ma quando mai ….

(“Capitani coraggiosi”, romanzo del 1897 di Rudyard Kipling;  film del 1937 di Victor Fleming)

C’era una volta un amministratore delegato di un grandissimo gruppo bancario che manovrò fino a far salire a far possedere il 7% delle azioni della banca da tale Signor Gheddafi. Il suo presidente – dice – non se sapeva nulla. L’amministratore delegato fu “promoveatur” con una buonuscita di 40 milioni  (di lire? Macchè, di euro!!) e trasferito in altra grande banca.

Cosa? che dite? … Lo so, lo so ..  “promoveatur” non è un participio passato bensì un congiuntivo, e proprio per questo, per chi non ha avuto come me la fortuna di avere studiato il latino, mi spiego. In certi ambienti, quando si vuole eliminare una persona scomoda, si dice: “dai, promuoviamolo, così va via e ce lo leviamo dai piedi”, che in latino, lingua molto precisa e sintetica, suona così “promoveatur ut amoveatur”: letteralmente “sia promosso affinchè sia rimosso”.

C’è oggi un Presidente di una grossa compagnia telefonica proprietaria anche della rete (non facciamo nomi!!) che pare stia per rassegnare le sue dimissioni perchè, afferma, non sarebbe stato informato di una manovra che avrebbe portato la sua società in mani straniere. Ma quando mai!? Alle favole sono anni che abbiamo smesso di credere …Ah, … dimenticavo … quanto prenderà di buonuscita il presidente della compagnia telefonica?

Queste situazioni mi colpiscono due volte: una prima volta, ed è la ferita minore, perché la cattiva gestione di asset nazionali di tale rilevanza alla fine si traduce in un costo anche per ogni singolo cittadino, e quindi anche per me. Una seconda volta,  e questa veramente mi ferisce più d’ogni altra cosa, è che le giustificazioni date offendono la mia intelligenza.

Presidenti … ma perché “coraggiosi”, vi chiederete giustamente …? Ve lo dico subito: perché ci vuole un bel coraggio a “lasciar fare certe operazioni” ed ancor più ce ne vuole per dire “Io non c’ero e se c’ero dormivo”.

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POST 984 – POESIA D’AUTUNNO E ELEZIONI TRENTINE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Settembre, 2013 @ 5:44 pm

Detto altrimenti: riflessioni “locali”, dopo tanta politica economica ed economia politica nazionale.

Molti lettori del mio blog sono Trentini. Altri no. Ed allora mi scuseranno i primi se mi dilungo in qualche particolare che loro già conoscono benissimo.

La Fersena (in italiano il Fersina) è il fiume che scende dalla Val dei Mocheni (Mochen Thal o Mochenthal), unica valle tedesca del Trentino, lambisce Pergine Valsugana e Trento e si immette da sinistra nell’Adige. Per lei ho scritto una lunga poesia che trovate nel post del 5 aprile 2013. Se volete andare a leggerla, mi farà piacere … e ve ne ringrazio sin d’ora.
Ed io … io, ogni volta che passo sopra i suoi ponti, ripenso alla bella poesia di Guillame Apollinaire: Sotto il ponte Mirabeau la Senna scorre …
Questo tardo pomeriggio il cielo era leggermente velato, l’aria autunnale un po’ triste, quand’ecco, su un ponte, un ponte su la Fersena appunto (Sotto i ponti di Trento Fersena scorre), un raggio di … fiori: fiori d’autunno a colorare l’attesa di giornate di sole. Domenica prossina pioverà, questi fiori potranno dissetarsi. E dopo, dopo il Trentino, lavato a festa, indosserà nuovamente il suo abito più splendente di verde e azzurro, in attesa dello sparato bianco della neve.
Poco distante il sibilo discreto del trenino che collega Trento a Venezia, inizialmente percorrendo la Valsugana (quando saremo fora a fora de la Valsugana …). Sembra un mondo di favola, e tale è: a dimensione umana. Le cose belle attorno a noi non dobbiamo solo vederle, dobbiamo guardarle.

Trentino passato, attuale, futuro. Nel prossimo mese di ottobre avremo le nostre elezioni “amministrative” che qui da noi sono molto “politiche” stante l’Autonomia Speciale che il Trentino si è costruito a partire dall’azione di Don Lorenzo Guetti nell’800. Leggetevi al riguardo il post n. 972 del 19 settembre scorso. Le premesse non sono delle migliori per la nostra auspicabile  “proiezione al passato” che poi sarebbe un ritorno al “modo di essere, pensare, operare” del nostro passato. Ho evitato di scrivere di “ritorno ai valori”, “ai valori del passato”, ho evitato di utilizzare quello che a mio avviso è un brutto neologismo, cioè l’aspetto “valoriale”.

Ecco, questi fiori, i fiori della foto, splendenti in una giornata grigia, aspettano solo un po’ di pioggia e poi splenderanno ancora di più. Così mi auguro che possa essere per il Trentino: dopo l’arsura attuale, che piova nuovamente un po’ della antica saggezza, a dispetto delle 24 liste, degli 11 candidati alla presidenza e dei circa 800 candidati consiglieri …

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POST 983 – TELECOM, LE BANCHE IN ITALIA E IN USA (anche per i non addetti ai lavori)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Settembre, 2013 @ 4:08 pm

Detto altrimenti: (anche) a seguito delle puntate precedenti

Premessa

• Ferrovie: una cosa è la rete ferroviaria, altra la o le concessioni per l’esercizio del servizio passeggeri e merci su detta rete.
• Telefoni: idem c.s.. Una cosa è la proprietà della rete, altra la o le concessioni per l’esercizio del servizio telefonico e dati su detta rete.
• TELECOM è  uno dei gestori del servizio telefonico e dati ed è anche proprietaria della rete.

Ciò premesso

1) L’operazione di passaggio di proprietà NON è fatta su Telecom, ma sulla finanziaria che ne ha la proprietà, il che fa sì che questa NON sia una operazione del mercato, sul mercato, secondo le regole del mercato che quanto meno avrebbero salvaguardato la posizione dei piccoli risparmiatori.
2) Una cosa è che a passare in mani straniere sia la sola gestione, altra è che ci passi anche la rete, il che va evitato per ovvi motivi.
3) Il Governo è ora costretto ad attivarsi per “porre rimedio, per porre un freno a … per cercare di rimediare a …”. Al riguardo osservo:

a. Le istituzioni (Parlamento e Governo) avrebbero dovuto farsi trovare già preparati e non ridursi ora a “correre ai ripari”: quanto meno quindi sono colpevoli di un “peccato di omissione”;

b. Gli azionisti italiani che hanno concordato l’operazione con gli spagnoli sono: Assicurazioni Generali, Banca Intesa San Paolo, Mediobanca. Orbene, perché questi tre grandissimi soggetti finanziari non si sono prima accordati con il Governo, o quanto meno, non l’hanno pre-informato? In ogni caso hanno messo in atto un’operazione rispetto alla quale ora il Governo deve cercare di porre rimedio. Per loro, nessuna responsabilità?

Italiane brave banche! Banche italiane, beneficiarie dei finanziamenti europei (ma all’UE i denari li danno gli stati, cioè tutti noi) a tassi sotto il livello di mercato, denari che esse non hanno rimesso in circolazione attraverso il credito a imprese e famiglie. Banche italiane che “premiano!” il proprio top management con stipendi, buonuscite e pensioni milionarie; banche italiane “dello scandalo”: cito MPS, BPM, Carige, tanto per non annoiarvi con un elenco troppo lungo!

Italiane brave assicurazioni!  Compagnie di assicurazione che in questo periodo di grande crisi, sanno chiudere i loro bilanci con un incremento dell’utile anche del + 67 % (Una qui da noi, solo per fare un esempio di casa nostra).

Banche USA: la banca JP Morgan è stata condannata a pagare, fra multe e risarcimenti, la bella somma di 11 miliardi di dollari USA per avere indotto molti suoi clienti a stipulare mutui sub prime, cioè a tasso molto, troppo agevolato, tale da indurre comunque alla stipula del mutuo anche chi non aveva la capacità di rimborso. In tal modo si è innescato il processo micidiale che, facendo guadagnare le banche che via via si vendevano fra di loro il pacchetto di detti crediti (mutui) ad un prezzo sempre crescente, ed anche l’ultima banca che li ha cartolarizzati, alla fine ha provocato l’insolvenza generale, la perdita dei risparmi dei sottoscrittori dei titoli cartolarizzati e la spoliazione della casa ai debitori insolventi.

Ecco, ho finito. Un mio vecchio capo, il Sen. Bruno Kessler, Presidente di una Finanziaria di cui io ero il Direttore, affermava: “Importante è fare le connessioni fra i fatti … chi ci riesce ha capito tutto …”. Grazie, Senatore, credo di avere ben assorbito i suoi insegnamenti …

P.S.: ancora denunce di male gestioni? Direte voi! Ok, avete ragione, ma non ce la faccio a star zitto … che volete, sarà quel 50% di sangue “toscanaccio” che ho nelle vene …

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POST 982 – L’Italia all’esame dell’Unione Europea: rimandata a settembre

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Settembre, 2013 @ 5:47 pm

Detto altrimenti: errare humanum est, perseverare diabolicum

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur : mentre a Roma si discute (se mandare l’esercito in aiuto dell’alleata Sagunto, assediata dal generale cartaginese Amilcare Barca), la città viene espugnata.
Mentre a Roma di discute di tutt’altro (decadenza si/no; congresso si/no/quando/come), l’UE apre tre procedure contro l’Italia che quindi rischia nuove sanzioni:

1) sforamento del 3% del rapporto debito-PIL (di probabile prossima apertura);
2) mancato adeguamento alle norme UE circa la responsabilità civile dei giudici per dolo o colpa grave;
3) mancata sorveglianza del rispetto delle norme sull’inquinamento ambientale (ILVA). Alias cornuti e bastonati.

Al riguardo, si diceva una volta che i “poteri” dello Stato erano (lo sono ancora?) tre: il legislativo (Parlamento); l’esecutivo (Governo), giurisdizionale (Magistratura). Ora si parla della possibile responsabilità civile di uno solo di essi: la Magistratura. E non mi sta bene.

Intendiamoci subito e bene: per me la legge va rispettata e chi di dovrebbe dimettere si dimetta così ci fa anche una figura migliore.

Non mi sta bene solo quel potere, dicevo, perché anche gli altri due “poteri” possono rendersi colpevoli di dolo o colpa grave.

Il Parlamento: quante sono le leggi “in arretrato”, quanti i regolamenti di attuazione non emanati (il che blocca leggi anche promulgate)?

E il Governo? Negli ultimi vent’anni anni pare impegnato più a fare leggi che a governare. Dice … ma con questa legge elettorale … chevvoletedipiù (tuttaunaparola che fa più effetto). Si, ma allora cambiatelo ‘sto porcellum! Non potete più babbiare (V. Montalbano).

E poi, si ha l’impressione di assistere al gioco del poker: la scala massima vince la scala media la quale vince la minima la quale vince la massima: nel senso, la colpa è dei politici che incolpano le istituzioni che incolpano i politici che re incolpano le istituzioni che dipendono dalla … “burocrazia imperiale” inamovibile (salvo rari casi di quasi rapimenti ed espulsioni dall’Italia di donne del Kazakistan).

Insomma, mi è capitato di vivere positive esperienze in una grande finanziaria pubblica (la Stet) ma esperienze molto negative in piccole SpA pubbliche nelle quali la visibilità che l’ente pubblico consentiva a me, responsabile di una spa con concessioni e ammortamenti trentennali, era di un mese al massimo. Lo stesso accade al Paese: improvvisamente scoppia il caso ILVA, esplode il caso TELECOM, ci piomba addosso l’emergenza ALITALIA, FINMECCANICA, etc.. Ma si può, dico io? Non vi sono piani pluriennali?

Si gioca a rimpiattino: “io, politico/governante/legislatore sono; appena arrivato; oppure, me ne sto andando; oppure, non era negli accordi; oppure, sono cose che richiedono tempo; oppure, avevo le mani legate. Insomma, io non c’ero, se c’ero dormivo e comunque non è colpa mia”.

Come tutti noi dalla TV e dalla radio vengo invitato ad esprimere i miei “desiderata” in merito al cambiamento della Costituzione: non lo faccio in quella sede innanzi tutto perché prima vorrei vedere uno stesso impegno per il rispetto  di “questa” Costituzione (e poi perché non so chi e come filtrerà e utilizzerà  le mie indicazioni). Lo faccio qui e solo per alcuni aspetti. No al bicameralismo puro. No alle provincie. No a questa legge elettorale. No alla categoria dei diritti acquisiti. No alle caste. No a super retribuzioni fuori scala europea. No alle crisi di governo al buio. Si alla verifica delle priorità di spesa e di investimento. Si alla verifica di quale modello di sviluppo adottare. Si agli Stati Uniti d’Europa.

Priorità? Tutti dicono: il lavoro. Io no. Io dico: il problema morale. Tutto il resto si risolverebbe di coseguenza.

Ma si era partiti dalla responsabilità, direte voi, dove stai scantonando? Mi direte: se il politico opera male, perderà le prossime elezioni. Eh, no, cari miei, perchè poi “loro” , cambiano partiti, lasciano i vecchi e ne fondano nuovi … chi mai riesce a risalire la catena della responsabilità? Dicono: la politica è l’arte del compromesso. No, dico io, la politica è la realizzazione del bene comune.

E il governo? Con la velocità della alternanza delle decine di governi del nostro paese … maccomesifà? Provate a immaginare un grande gruppo industriale al quale ogni tot mesi (mesi, non anni!) cambino gli azionisti ed il Consiglio di amministrazione! Insomma, è un po’ come la pila dell’acqua santa: tutti quelli che passano ci mettono la mano, ma alla fine di responsabili non ne trovi nemmeno uno.

Il potere deve essere sempre unito alla responsabilità. Firmato il Confucio … già, il Confucio, cineserie d’altri tempi, mica vanno bene per noi, ci mancherebbe altro …

Dice … ma molte cose che scrivi, caro il mio blogger, le leggiamo sui giornali. Eh già … io sono un blogger, mica dispongo di inviati speciali, collegamenti con agenzie di stampa io … e allora che ci stanno a fare i blog? Be’ intanto i blog sono quasi un diario del blogger, un diario aperto al pubblico. E poi noi blogger cerchiamo di collegare, raffrontare, discutere, approfondire, creare un dibattito. Ad esempio, qui da me, se volete potete intervenire in tempo reale. Io vi rispondo. Se non vi va, potete fare il secondo, terzo intervento. Un giornalista diceva: importante sarebbe poter fare la seconda domanda al politico di turno. Ecco, voi avete questa possibilità più volte, solo che io non sono il politico di turno, ma un semplice blogger. Dovete accontentarvi.

Cosa so io? Io so di non sapere (firmato Socrate). Ma almeno ci provo, almeno  mi pongo i problemi e mi sforzo di proporre delle soluzioni. Il male maggiore sarebbe che noi ci si stancasse di quanto ci avviene intorno e ci estraniassimo: il tacon saria pezo del bus, la pezza sarebbe peggio del buco che si vuole tappare. Piero Calamandrei, in merito al disinteresse dalla politica, raccontava un aneddoto: il capitano di una nave (non era Schettino) avvisava i passeggeri che la nave stava affondando. Uno gli ripose: “Oh che m’importa, un è mica mia!”

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POST 981 – COME SI CIRCOLA NELLE ROTATORIE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Settembre, 2013 @ 1:00 pm

Detto altrimenti: … e se mi sbaglio mi corrigerete

Qualche post fa (n. 964 del 15 settembre scorso) me la son presa con l’eccesso di velocità. Oggi tocca all’errato utilizzo delle rotonde. Vediamo un po’ …

Io mi trovo alla guida della mia auto all’ingresso di una rotatoria: la occupo per mezzo metro e mi fermo dando la precedenza a chi, essendo già all’interno della rotatoria prima di me, pur provenendo da sinistra ha diritto di precedenza. Dietro quell’auto però, si snoda, velocissima, una lunga fila di veicoli, tutti molto vicini uno all’altro (la distanza di sicurezza? Si, vabbè … ma se la mettiamo su questo piano …non arriviamo più ad una) tutti non ancora entrati nella rotatoria, i quali interpretano il loro percorso come su “strada con diritto di precedenza” anche nei miei confronti per il solo fatto che io, ad un’auto che li precedeva di dieci posizioni, avevo (giustamente) dato la precedenza.

Come mi comporto? Uno ne lascia passare due o tre … vabbene, ma poi gli si dice … un po’ vabbene ma poi basta, come dice Antonio Albanese … oppure … poi rischi di rompere i cabbasisi (Montalbano docet). Infatti io mi faccio avanti facendo segno con la mano a chi è entrato nella rotonda ben dopo di me, di fermarsi e facendo segno “no, no” con l’indice della mano sinistra (con l’indice … lo giuro …). Cioè: “Non hai la precedenza rispetto a chi è entrato nella rotatoria ben prima di te e per di più proviene da destra”. Mia moglie, ogni volta, si spaventa e teme lo speronamento ai nostri danni. Gli automobilisti bloccati dalla mia iniziativa … come reagiscono? Frenano, rallentano, si fermano. Di solito imprecano. Qualcuno capisce.

Domando a voi lettori: ecchè, uno deve fermarsi ed aspettare che tutta la fila passi, anche se si tratta di auto che si trovano a decine di metri dalla rotatoria quando voi l’avete già impegnata? Grazie per il vostro parere.

P. S.: e poi, che dire della pericolosa confusione che regna all’interno di rotatorie onde a due o più corsie? Chi sta a sinistra vuole uscire a destra e chi sta a destra vuole stringere a sinistra e solo pochi usano il segnalatore di direzione (freccia) in uscita … farebbe bene a tutti una ripassatina del Codice della Strada.

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Post 980 – MINIRIUNIONE DI … REDAZIONE DI TRENTOBLOG

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Settembre, 2013 @ 6:31 pm

Detto altrimenti: incontrarsi, fra amici, dopo l’estate

Ebbene sì … ci stavamo salutando dopo un’estate passata chi qua e chi là … nella foto, da destra Andrea Bianchi, editore di Trentoblog, al centro la blogger Mirna Moretti e quindi il sottoscritto. Seduti al Caffè Italia di Piazza del Duomo a Trento, dopo avere parcheggiato uno dei potenti mezzi messi a disposizione di noi blogger!  La foto di noi tre? L’ha scattata la titolare, Annelise Nett aus Koeln, tedesca di Colonia, la quale si è gentilmente prestata.

Abbiamo parlato del nostro blog, dei programmi, di come festeggeremo Mirna, reduce dall’aver partecipato alla giuria del Premio Campiello, e di come struttureremo il mio millesimo post. E poi abbiamo festeggiato Trentoblog il quale è “figlio di Mountainblog.it che a sua volta da poco ha creato anche Mountainblog.ue e Mountainblog.asia! Insomma, ci siamo allargati!

Ma a parte il lavoro (per Andrea) e gli hobbies (per Mirna e per me), è stato un ritrovarsi fra amici in una bellissima piazza, per godere, agli ultimi raggi di un bel sole settembrino. di un bene: il “bene comune” di operare insieme, di condividere le nostre esperienze, i nostri timori e le nostre speranze per il futuro, i nostri progetti. Insomma, per godere della constatazione che, dialogando, comunicando, non si è soli. D’altra parte Andrea, Mirna ed io, grazie a voi lettori e commentatori del blog, tutto ci sentiamo tranne che soli! Infatti, lettori di Trentoblog, udite udite! Sappiate che ogni mese le pagine lette di Trentoblog sono 1.000.000 (un milione). Quindi, che dire se non GRAZIE, amici lettori?

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POST 979 – MI RIFERISCO AL POST PRECENDENTE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Settembre, 2013 @ 10:09 pm

Detto altrimenti: almeno qui, nel blog, proviamo a riflettere …

La televisione … “L’hanno detto alla TV”. Tanti anni fa si diceva “L’hanno detto alla radio” o talvolta “all’ aradio”, e non v’era migliore testimonianza e attestazione di verità. Per qualsiasi fandonia. E noi a bere, a bere … fino ad ubriacarci nell’alcool delle bugie o annegare nel pantano acquitrinoso delle insulsaggini.

Telecom. Questa sera “hanno detto alla TV” che poi anche noi andiamo all’estero, insomma che vabbè che gli “esteri” stanno acquistando molte nostre società ma anche noi , insomma … per ogni due miliardi di acquisto di ditte italiane da parte di soggetti esteri, vi è un miliardo di investimenti italiani all’estero. Due a uno, quindi, non due a zero: sconfitti ma onorevolmente … almeno ci difendiamo …

Solo che vorrei capire meglio. Gli “esteri” (non voglio usare il termine “straniero” che suonerebbe troppo male …) acquistano la proprietà di nostre SpA, non investono denari per aprire loro filiali in Italia: anzi, le loro filiali … qui sa noi le chiudono! Noi in parte facciamo lo stesso, cioè acquistiamo SpA estere: e di questo fatto sono molto contento. Ma in parte investiamo all’estero per delocalizzare, cioè per “portar fuori dall’Italia le nostre SpA”, cioè per fare ciò che fanno gli “esteri” con le nostre SpA. Quindi, forse, quel nostro miliardo vale la metà, o giù di li … quindi sarebbe un quattro a uno. Una brutta sconfitta … noi solo il gol della bandiera …

Mia moglie mi dice: ma siamo in Europa … e allora la cosa è abbastanza normale … No, dico io, siamo in una Europa in nuce, in fieri, in costruzione, in un’Europa che non ha ancora regole uniformi in materia fiscale, bancaria, finanziaria, del diritto commerciale, del diritto societario … magari fossimo in Europa, anzi, negli Stati Uniti d’Europa, magari noi stessi fossimo portati a votare e quindi a fare nostre le regole adottate negli altri paesi dell’UE, utinam verum esset, fosse vero, per dirla in latino … già che dei Latini siamo gli eredi.

GB Vico (1668 – 1744)

Quel tale Giambattista Vico ce l’aveva con i “corsi e ricorsi della Storia”. Noi, Latini, eredi della cultura greca, eravamo i maestri della filosofia, della poesia, dell’architettura etc. quando i “Galli” abitavano in capanne di paglia e fango. Ora gli ex Galli, distrutti da una guerra persa (anzi due), dopo avere pagato ingentissimi risarcimenti ai paesi vincitori, dopo settant’anni sono i primi in Europa. E con loro i nostri vicini Austriaci. Ed allora, vogliamo almeno “andare a vedere come si fa?” Andiamo, studiamo, copiamo. Perché no? Tanto per farci un’idea … tanto per uscire dalla nostra perniciosa autoreferenzialità. Dai, speriamo in un “ricorso della Storia” e … diamogli una mano! Infatti io credo che ce la possiamo fare. Dobbiamo solo ripensare all’attuale “modello di sviluppo”, pensarci, esaminarlo alla luce dei tanti altri, diversi modelli di sviluppo possibili. E il primo modello da verificare e probabilmente da cambiare, è il nostro “mod …ello mentale”, cioè il modo di pensare, di agire e di reagire.

Da dove cominciare? Dal cercare di capire la verità delle cose, dei comportamenti, delle responsabilità; dall’andare a fondo delle cose; dall’analizzare con spirito critico ciò che ci mostra solo la propria superficie. Altro che “L’hanno detto alla TV”!

NEL FRATTEMPO: TELECOM E ALITALIA …

1) Chi sono i beneficiari dell’intervento degli Spagnoli in Telecom? Solo i grandi azionisti (banche, assicurazioni) della società capogruppo di Telecom,  e non anche l’azionariato diffuso, cioè i piccoli azionisti della società operativa Telecom?  In altre parole: le scatole cinesi, ovvero non mi compero la società che mi interessa, ma la finanziaria che la controlla e così la pago molto, molto meno!

2) La privatizazzione “italiana” del 1997 di Stet-Telecom è avvenuta a valere su finanziamenti bancari. Ora le banche rientrano delle loro esposizioni (sulle quali hanno lucrato interessi) oppure sostituiscono il loro vecchio debitore poco solvente con il nuovo debitore, molto solvente, attraverso la vendita all’estero di Telecom. Cui bono? Cui prodest? Cioè, chi (altro) ci guadagna? Chi ci perde invece è chiaro: i piccoli azionisti e l’intero Paese.

3) L’Italia si sta vendendo agli Spagnoli anche la “rete” telefonica, insieme al servizio di gestione? In tal caso, chi garantisce che la “Telefonica” spagnola continui ad investire sul completamento della rete a banda larga, o  invece – come è attendibile – sia interessata solo a catturare il nostro mercato?

4) Il liberismo di mercato, l’europeismo NON esclude che l’Italia debba avere una “POLITICA INDUSTRIALE”.

5) Non confondiamo le svendite con le privatizazioni (Alitalia andrebbe oggi ai Francesi ad un  prezzo dieci volte inferiore alla loro prima offerta al tempo del governo Berlusconi, offerta che fu bloccata da Berlusconi con la sua cordata di “capitani coraggiosi”!)

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