A MIA SPARARO? QUANDO MAI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Dicembre, 2012 @ 7:42 am

Detto altrimenti: a me hanno sparato? Quando mai!

Un film. Una scena. Sicilia. Estate. Caldo terrificante. Una piazza fra vecchi edifici barocchi. Cinque uomini seduti su sedie di legno. Vestiti di nero. Coppole comprese. All’ombra. Immobili. In silenzio. Arriva una motocicletta. Il passeggero estrae una pistola e spara ad uno dei cinque. La moto si allontana. Il ferito, morente, giace a terra in un lago di sangue. Arrivano i carabinieri: “Chi vi sparò?” Il moribondo risponde. “A mia spararo? Quando mai!”. E fa il suo dovere: muore.

Berlusconi si è offerto a Monti per fare il “federatore” dei moderati. Non ha ricevuto risposta. Si lamenta: “Non mi ha nemmeno telefonato”. A mia spararo? Si, a tia spararo. Mutu avivi a stari, mutu!

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UNA RIUNIONE DI CONDOMINIO, A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Dicembre, 2012 @ 7:11 am

Detto altrimenti: e chi ha detto che queste riunioni sono noiose e litigiose?

Ebbene sì, un po’ di relax, un po’ di sana frivolezza ogni tanto ci sta bene, nonostante i tempi, anzi, proprio per alleggerire i tempi … tempi di dimissioni, di contrapposizioni, di competizioni, di crisi, di elezioni, di “crisi di elezioni”, di “elezioni in crisi”.
Per una sera tutto ciò è stato dimenticato. Grazie a questa consuetudine della “cena natalizia condominiale degli auguri , persone che vivono nello stesso palazzo e che “normalmente” – come avviene in tutti i palazzi – quando si incontrano si dicono “buongiorno, buonasera”, grazie a questa consuetudine che dura da anni, dicevo, queste persone, quando si incontrano nel portone, sulle scale, nei box e nell’ascensore, si dicono “Ciao”.


E già questo è molto bello.

Ma c’è dell’altro. Queste stesse persone, fra una portata salata ed una dolce (tutto il catering è offerto dalle rispettive Signore) parlano, si confrontano, comunicano. Su argomenti “frivoli” e “seri”. La comunicazione, questa grande assente dei nostri tempi. In genere infatti, quando va bene, c’è informazione unidirezionale: io ti dico una cosa, e tutto finisce lì. In casi rari abbiamo la fortuna di partecipare a informazione bidirezionale (io ti dico una cosa, tu ne dici una a me, ma poi ognuno resta della sua idea e le due “cose” non si confrontano in un dibattito). In queste serate invece, sarà per l’informalità del luogo (l’androne delle scale) o perché il luogo in cui ci si ritrova è familiare e protettivo per tutti, o perché un buon bicchiere di spumante “aiuta”, le persone si aprono alla “comunicazione” cioè alla communis actio, all’azione comune.

Il nostro “Ristorante Magnolie”

Azione comune innanzi tutto nel preparare la serata. Si tratta di organizzare un tavolo, piatti e stoviglie di carta, sacchi per raccogliere gli avanzi, manifestini da affiggere per avvisare i condomini del luogo e dell’ora, etc. . Indi azione comune nel confezionare i cibi: e qui ogni “casa” esprime il meglio di se stessa, a secondo della provenienza (per la maggior parte trentina, ma non mancano “Taliani da”. Infatti non si dice “lui è di Genova” ma “da Genova”. E qui  vi sono condomini “dalla Puglia, dall’Abruzzo, da Milano” , “da Genova”, etc.).

Una coppia di condomini, neopensionati, “matricole” della riunione: a loro il più caloroso benvenuto!

Ma la parte più importante della azione comune è il confronto delle idee, il loro “scambio” la loro reciproca accettazione anche se diverse, su temi frivoli (è meglio questa pizza, no quel salatino) e su temi seri (Monti ha operato bene, no, mica tanto). Già, perché nel frattempo si è dimesso il Presidente del Consiglio dei Ministri. Guardate un po’, non ci si può distrarre un momento e che cosa ti va a capitare!  L’azione comune finale è stata il rimettere tutto a posto, pulire il pavimento per evitare che la mattina seguente un condomino possa scivolare su di un avanzo di tartina.

Ecco, forse ce l’ho fatta. Non è stato facile scrivere su questa riunione, estrarre ed evidenziare aspetti ben più che superficiali da un momento che, a prima vista, parrebbe esclusivamente frivolo.

Sapete una cosa? Noi condomini di questa bella casa del Viale Trieste (altri dicono: di Via Grazioli, ma che colpa abbiamo noi se vi sono due entrate?) siamo orgogliosi di questa nostra tradizione. Chiudo riportando un frase di un amico partecipante alla riunione: “Sai Riccardo, spesso in Trentino non si trova l’accordo non a causa della diversità di idee, ma solo perché la gente non si confronta: scoprirebbe infatti molto spesso che le diverse posizioni sono assolutamente conciliabili”.

Buon Natale a tutti!

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PER NATALE: UN LIBRO, UN AMICO … ANZI DUE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Dicembre, 2012 @ 12:28 pm

Detto altrimenti: … anzi due? Si infatti un amico è l’autore, Gianluigi De Marchi, ligure emigrato a Torino, che conosco da una vita. L’altro amico? Il suo ultimo libro.

Gianluigi è alla terza puntata “extraterritoriale”, decisamente al di fuori del suo tradizionale campo operativo: infatti è giornalista finanziario ed autore di una trentina di libri sui temi degli investimenti … però diamogli atto: con i suoi ultimi tre libri sta cercando di farsi perdonare!

La copertina

Infatti, dopo il primo “miniromanzo” dal titolo IL CIECO (stampato in proprio, si dice “in economia”, per risparmiare, da buon genovese …), ed un secondo libro di ricette sulla cucina ligure, Gianluigi ha scritto un terzo libro, anch’esso gradevole, dolce, pieno di sentimenti: il suo primo romanzo “vero”, dal titolo significativo “Il mio diario, di Gesù di Nazareth”, la vita di Cristo raccontata da Lui stesso.

Un volume denso non solo di fatti (ricavati sia dai Vangeli canonici che dai Vangeli apocrifi), ma anche di situazioni immaginate dall’autore per delineare con maggior precisione i tratti del “Gesù uomo”, con i suoi sentimenti, le sue emozioni, le sue riflessioni.

Un percorso che parte dal Bambino che con un certo orgoglio scrive (è l’incipit del libro) “Oggi ho compiuto dieci anni e finalmente so scrivere bene e posso cominciare a mettere sul papiro i miei pensieri, le mie memorie, i miei sentimenti”.

Una vita che si dipana nella piena normalità con il Padre che adora (che gli insegna non solo il mestiere di falegname, ma soprattutto i valori fondamentali della vita, con la pazienza che solo un padre può mettere nell’educazione del figlio), con la Madre che ama (che lo segue con trepidazione passo passo nella sua crescita) fino alla maturazione e fino alla svolta costituita dal battesimo ricevuto da Giovanni.

Da quel punto la Sua vita cambia, e cambia anche lo stile della narrazione del libro, che approfondisce i punti salienti della missione di Gesù, soprattutto quelli più intimi e personali.

Un testo a metà tra fiction e faction che riesce ad appassionare sia credenti che non credenti, scritto con stile scorrevole e semplice.

IL MIO DIARIO, di Gesù di Nazareth, ed. Stylos, pagg. 224, euro 18,00 – Il volume si può richiedere all’editore al numero di tel.  3201145627 – oppure via mail editricestylos@virgilio.it

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UNO SCANDALO, NO … CHE DICO? UN SISTEMA DI SCANDALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Dicembre, 2012 @ 7:54 am

Detto altrimenti: scandali? Sto cercando di smettere (di raccontarli)…  maccomesifà?

Ho 68 anni. Il 3 febbraio prossimo (3 febbraio, strage del Cermis, non dimentichiamo!) ne compio 69. All’età di 31 smisi di fumare. Improvvisamente. E anche di arrampicare (moglie e figlia … troppo rischioso. Ultima salita: il Cimon della Pala, in solitaria). Oggi sto cercando di smettere di raccontare gli scandali italiani. Mappoi chevvolete, è più forte di me … non ce la faccio. Non è masochismo il mio, non è catastrofismo, non è autolesionismo. Anzi.  Eppoi, guarda un po’ se devo essere io a pormi questo tipo di problema e non invece porselo chi commette quotidianamente scempi della nostra democrazia, delle nostre leggi, della nostra ricchezza morale e materiale! Il mio è senso di ribellione. Ribellione contro chi sta facendo naufragare la Nave Italia e ribellione contro chi rischia di accettare di “essere abituato” all’idea che “tanto le cose sono sempre andate così e così sempre andranno”.

SCANDALO STATALE: MALSANITA’ LOMBARDA

Antonio Tomassini … onorevole senatore

Lo so. E’ vero. Sino ad una sentenza passata in giudicato, l’indagato/imputato è da considerarsi innocente. Però … quando a essere indagato per malaffare sanitario (lombardo) è il Senatore Presidente della Commissione Sanità del Senato (Sen. Antonio Tomassini, Pdl) o il Direttore Generale della Sanità della regione Lombardia (Carlo Lucchina, Corsera 19.12.2012 pag. 1) … chevvolete, mi viene la battutaccia “sarebbe come affidare un asilo ad un pedofilo”; mi viene istintivo dire che l’interessato dovrebbe autosospendersi cautelativamente da ogni carica, chiarire e dopo eventualmente rientrare nel sistema.

Ah già, ma lui, il Senatore, resta al suo posto (nel frattempo, stipendio, benefit, buonuscita, pensiooe decurrunt, cioè maturano … e io? E io pago!), tanto c’è l’immunità parlamentare. Si, “raga”, però attenzione: questo istituto viene usato male. Infatti i Signori Parlamentari, per legge, dovrebbero limitarsi ad esaminare se le indagini della magistratura siano spoliticamente trumentali, cioè se siano mirate ad impedire l’attività politica del soggetto, non dovrebbero fare ciò che invece fanno e cioè entrare nella valutazione di merito (che spetta al Tribunale ed alla Corte d’Appello) e nella valutazione di diritto (che spetta al Tribunale, alla Corte d’Appello ed alla Cassazione) ed affermare “io nego l’autorizzazione a procedere perché sono convinto che egli non abbia commesso il fatto (merito), oppure sono convinto che il fatto non costituisca reato” (diritto). La cosa non è di poco conto. C’è qualcuno in sala che è nella posizione per perseguire questo “reato istituzionale” (nuova fattispecie giuridica, l’ho appena creata io)?

Sistema (di scandali) nella sanità (lombarda). Limitiamoci a questa (poi c’è quella romana ed altre, ma lo spazio sul post è quello che è …). Il danno che questi Signori ci fanno è quadruplice:
1) le mazzette ed i benefit che ricevono. Chiamiamolo “danno da 10”.
2) le modifiche “ad hoc” a piani regolatori (viene chiamato in causa anche tale Bertolaso, lo conoscete voi?) , al sistema delle concessioni …diciamo … “danno da 100”.
3) il fatto che nel frattempo Costoro (vedete bene la lettera maiuscola, quanto li rispetto!) che Costoro recano al paese nel “non fare ciò che dovrebbero” cioè il “bene comune”: questo è un danno “da 1000”;
4) agire come sopra non “saltuariamente” ma “sistematicamente”: “danno da 2000 miliardi di euro”, tanto è l’indebitamento pubblico.

SCANDALO LOCALE: CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Su di un comma, uno solo, della legge finanziaria, un Consigliere dell’opposizione ha chiesto il voto segreto. Su quel comma la maggioranza è andata sotto. Non mi interessa il merito del comma bocciato. Mi interessa il sistema che condanno due volte.

Prima valutazione negativa: a che serve l’istituto del voto segreto? A lasciare liberi di essere incoerenti? Persone iscritte ad un partito, che hanno dichiarato di esservi iscritte, che si sono candidate, che sono state elette, che aderiscono ad una coalizione di governo, non hanno il coraggio delle proprie opinioni? Se non condividono una scelta, votino palesemente contro e/o diano le dimissioni.

Seconda valutazione negativa: un Consigliere propone il voto segreto su un solo comma della legge. Ma via … mica siamo nati ieri … ma allora … non è che ti eri accordato prima con qualcuno? Ma via … è questo il modo di perseguire il “bene comune”, con il mercato delle vacche, mercato per di più fatto – forse – non tanto per la sostanza del comma quanto per mandare sotto la maggioranza?

Dice … “questa è politica … in politica tutto è permesso … si sa, in politica …”. Ecco, anche qui, il grave non è solo che vi sia gente che dice queste parole, ma anche che vi sia gente che queste oscenità se le lascia dire. A mio avviso infatti la Politica dovrebbe essere sempre con la P maiuscola, espressione della più nobile delle virtù: la ricerca del “bene comune”. Ma siamo lontani anni luce, purtroppo …

P.S.: il meccanismo del blog mi chiede in quale categoria classificare ciascun post. Questo l’ho voluto classificare nelle due categorie “Attualità” (purtroppo!) e “Morale” (nel senso di mancanza assoluta di un benchè minimo senso morale”)

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DORMIRE ALL’ADDIACCIO, IN AUTUNNO, A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Dicembre, 2012 @ 2:17 pm
Senza parole, si resta senza parole …

In autunno, già, perché l’inverno comincia domani, 21 dicembre. Ah, bè … se siamo in autunno … non è poi così grave … peccato che la temperatura notturna non lo sappia e scenda abbondantemente sottozero.

Il freddo. Io ne ho provato di due tipi, quello cittadino e quello sportivo.

Quello cittadino, quando ero ragazzino, a Genova, in inverno. Era l’immediato dopoguerra e Genova, si sa, è una città di mare, spesso di fanno i bagni sino al 12 ottobre … talvolta, però, è nevicato in aprile. In estate poi, quando al caldo si accompagna la “maccaia” (umidità quasi al 100%!), vacci a capire! Ma stavamo parlando di freddo, non di caldo. Infatti in inverno, quando soffia la tramontana, tu che eri figlio del dopoguerra e non eri (ancora) attrezzato (anche da montagna), quando arrivavi a casa avevi le mani screpolate, le orecchie rosse rosse e i piedi ghiacciati!. E poi, quando andavi a passare il Natale dai nonni, in Toscana, vicino a Montalcino. Il “peggio freddo” (toscanismo) era la notte di Natale, a Messa. Riscaldamento in casa? Certo, nel “canto del foco”, quando il foco è acceso. E a letto? Si metteva “il prete” cioè un piccolo braciere all’interno di una intelaiatura di legno.

Boccadasse, un quartiere di Genova

Tanti anni dopo ho provato il freddo “sportivo”. Stavamo scalando una parete nord, di ghiaccio, nelle Alpi Apuane, con la Scuola di alpinismo del CAI di Genova. Le Apuane, direte voi, a due passi dal mare, che volete che sia … Eppure, la nord del Pisanino, provare per credere, 1000 metri di dislivello di ghiaccio! Cose simili le trovate solo sul Monte Bianco. Dunque, si diceva … tante cordate sulla stessa via. Abbiamo dovuto “fare la coda” aspettare ilnostro turno … fermi … per quanto? Un’eternità. E quando siamo ripartiti, per riuscire ad afferrare gli appigli abbiamo dovuto toglierci i guanti. A mani nude … c’era chi piangeva …

Il Pisanino (m. 1946) – La cresta

Ecco i miei due “freddi”. Tuttavia non erano accompagnati dal freddo dell’anima, dal freddo dell’abbandono, dell’indifferenza degli altri nei miei confronti, nei confronti di chi (e sono circa 150 persone) ieri sera e questa sera e tante altre sere ha dormito e dormirà all’addiaccio.

Questo terzo tipo di freddo è peggiore dei primi due.

So per certo che negli ambienti pubblici ed ecclesiastici, all’interno delle varie organizzazioni umanitarie, si esamina, si discute, si valuta … ma nel frattempo, non si agisce. “Dum Tridenti consulitur …”

Giorgio La Pira

Mi viene in mente Giorgio La Pira. Stava assegnando case popolari secondo criteri di equità. I suoi gli fecero notare che la legge prevedeva altri criteri. Lui rispose: “Io assegno le case e da questa sera la gente dorme al riparo. Voi andate a cambiare la legge”.

Che questo mio scritto possa servire a far decidere in fretta?

Buon Natale a tutti!

P.S. del 23 dicembre 2012: Evviva! A Rovereto è stata inaugurata la casa dormitorio “Km. 354”. Un esempio di welfare dal basso, realizzata da Arnaldo, un senza tetto, più tanti volontari, senza un euro di denaro pubblico, ma con il contributo di imprenditori e artigiani lagarini.

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L’AVEVO PROMESSO A MIA MOGLIE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Dicembre, 2012 @ 8:44 am

Detto altrimenti: … che oggi non avrei scritto post, ma avrei aiutato in casa … i regali …   gli inviti …

Maccomesifà?

“Cui bono?”, “Cui prodest?”, Chi ci guadagna? A vantaggio di chi?

Il Senato (in commissione “notturna”, e ti pareva!) autorizza l’apertura di 1.000 (mille) nuove sale da videopoker … e poi, quando le case da videogioco o da macchinettegioco evadono decine di miliardi di imposte, generano nero, fanno fallire le famiglie, fanno ammalare la gente, “per premio” si fa loro un sconto fiscale di uguale misura! Ma allora nemmeno la motivazione fiscale è accettabile! E poi, quella morale! Ma via, … non se ne può più!

Nello stesso giorno due ministri in TV: quello della sanità avverte che il videopoker è un malanno e va contro la politica del Governo. Quello dell’istruzione, triste e mesto, avverte che poiché il (suo) Governo ha tagliato i fondi all’Università, molte di esse sono a rischio fallimento (perchè non convince il suo Governo a non comperare i 90 caccia bombardieri F 35 e darli al suo ministero, quei 30 miliardi, fra acquisto e gestione delle nuove  macchine volanti da guerra? Anche perchè la Costituzione dice che l’Italia ripudia la guerra … o no?)

qualcUno (qualcUno, sic!) vuole ritardare le elezioni che sostituiranno il governo di cui Lui ha anticipato la fine (?). L’Italia invece ha bisogno urgentemente di essere governata.

Gran parte della politica (p-politica) è impegnata a fare politica (p-politica): ma allora, la P-Politica chi la fa?

A noi cosa resta da fare? Andare tutti a votare. Per chi? Eh no, cari miei, troppo facile … ognuno il suo problema se lo deve risolvere dassè (solito toscanismo, da solo, per conto suo, senza aiuti e suggerimenti esterni).

L’avevo promesso a mia moglie, e non ho mantenuto la promessa. In questo momento lei è in cucina ad impastare pandolci genovesi per gli amici. Forse non se ne accorge, di questo mio post breve …

Buone feste a tutti … e non andate a farle la spia, a mia moglie, mi raccomando, conto sulla vostra omertà, che resti un post fra voi e me …  riservato! Altrimenti per voi … niente pandolce!

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GIOCATTOLI … O LIBRI ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2012 @ 8:07 pm

(questo post contiene un messaggio promozionale, un suggerimento per gli acquisti)

Detto altrimenti: il Natale vero è altra cosa, ma per i bambini … (mi riferisco ai maschietti. non ho esperienza dei regali per le femminucce)

Natale, vetrine, giocattoli. Mi sono fermato a guardare e … a pensare. Ai miei tempi innanzi tutto giocattoli di guerra. Carrarmati, cannoncini, fucili, pistole, soldatini (ecco, soldatini, non figurine, marionette, pupazzi. No. Soldati! Al massimo, “soldatini”). Chissà perché. nessuno si era “divertito” in guerra, nè in quella “militare” e tanto meno in quella “civile” che poi io la chiamerei “incivile” tanto per essere molto più chiari.

Tutta la logistica e tutto l’armamento della seconda guerra mondiale. Compresi i modellini dei caccia Spitfire e Zero e dei cacciabombardieri Stuka. Il fascino maggiore tuttavia lo emanavano i carrarmati. A molla (quelli elettrici ancora non esistevano), in latta sottile sottile con le varie parti tenute insieme da linguette ripiegate (quelli italiani), in alluminio e acciaio, saldati, quelli tedeschi. E poi noi ci stupiamo se le guerre le perdiamo (anche se poi ci dicono che le abbiamo vinte). Affascinavano perché superavano ostacoli, le pieghe di una tovaglia o del copriletto, con i loro cingoli in plastica o in gomma. Poi c’era l’armamento leggero: soprattutto pistole di modello diverso: in plastica, in latta, in alluminio e acciaio (modelli diversi, vedi sopra alla voce carramati).

Ma non basta, C’era anche il Far West. E alè … a spergere, cinturoni, carabine winchester, archi e frecce, colt a sei, otto, dodici colpi, copricapi da cow boy e da indiani, asce di guerra, pugnali di gomma. E anche qui, soldatini (giubbe blu), cow boy e indianini per la “conquista del West”. Almeno l’hanno chiamata con il nome giusto: “conquista”.

A fianco degli apparati bellici, troneggiavano il meccano, il piccolo falegname, il Monopoli. I bambini delle famiglie “ricche” ricevevano anche trenini Marklin, biciclette e sci nuovi: una rarità negli anni ’50.

Ecco, perchè tutta questa tiritera, direte voi? Perché oggi molto di tutto ciò è sparito (armamenti bellici): per fortuna! Tuttavia forse l’è sta’ pezo ‘l tacon del bus, cioè è peggio la pezza del buco, perchè siamo passati ai videogiochi, alla “fantasia (degli altri) in scatola, alla realtà virtuale che ha sostituito la fantasia (nostra) e lo spirito critico.

Ma allora tu, che sei anche nonno, cosa regali? Io? A grandi e piccini… la stessa cosa: libri. Ho sorpassato la vetrina delle scatole (ops … dei giocattoli, ma ormai sono tutti “in scatola”) e sono entrato nella libreria a fianco. Amici, regalate e regalatevi LIBRI!  In latino “liber” vuol dire “libro” e “libero”: libero di conoscere, di capire, di confrontare, di valutare, di pensare, di scegliere, di decidere. Libero di essere te stesso, con la tua coscenza.

P.S.: dalla regìa mi avvertono che ci sono anche le scatole dei giochi da tavola (Monopoli, Risiko, etc.) che vanno forte. Quindi integro il mio post: quelli si, sono quelli da giocare in famiglia, a computer e TV spente … quelli si.

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DEMOCRAZIA ITALIANA, DA MANUTENZIONARE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2012 @ 7:41 pm

Detto altrimenti: un Cittadino italiano porta la sua Democrazia dal meccanico di fiducia  per un tagliando di manutenzione in vista della successiva revisione (europea).

Cittadino: “Buongiorno, senta dovrei fare il tagliando alla mia Democrazia … sa, poi devo portarla alla revisione europea …”
Meccanico: “Prego, s’accomodi, mi faccia un po’ vedere … così a occhio e croce … mi sembra che ne abbia bisogno … deve essere “d’epoca”. Di che anno è?”
Cittadino: “Del 1946”.
Meccanico: “Ah, bè, allora un bel tagliando ci vuole proprio. Vedrà che dopo la revisione la passa senza problemi. Me la lasci, faccio un chek e vedo di buttare giù un preventivo”.

 (passano tre giorni. I due si ritrovano)

Cittadino: “Buongiorno, allora, la mia Democrazia, come l’ha trovata?”
Meccanico: “Guardi, non la voglio spaventare perché vedrà che la rimettiamo in ordine … certo che interventi da fare ce ne sono … d’altra parte sono tanti anni che lei non la fa controllare … ma cominciamo.
1) Il sistema elettorale. Vede, i rappresentanti del popolo in realtà sono i decisi dai partiti, e questo non va. Comunque questo difetto è stato riscontrato solo sulla Democrazia italiana, quelle circolanti nel resto d’Europa hanno eliminato già il problema: ho mandato loro una mail e mi sapranno dire come intervenire;
2) le liste elettorali, poi … pensi un po’ che i partiti vogliono candidare nel collegio elettorale X una persona che proviene dal collegio Y: ma come si fa? Il candidato Y nel collegio X è un perfetto sconosciuto! Questo obbrobrio va cancellato;
3) poi ho notato che la sua Democrazia consuma troppo. Sa perché? Il serbatoio dei soldi è bucato: i benzinai (cittadini) immettono continuamente liquido, ma questo viene disperso da mille fori: è uno scandalo … anzi, sono tanti scaldali. A questo difetto c’è solo un rimedio: sostituire chi gestisce il serbatoio e comunque sostituire anche il serbatoio con uno molto più robusto. E poi occorre aggiungere una spia rossa che si accenda appena viene disperso il primo euro, non quando ne sono stati dispersi 20 milioni!
4) Il voto segreto. Altro malanno. Dice … serve per lasciare liberi i votanti … liberi di cosa? Di essere incoerenti? Di agire diversamente da come dichiarano di agire? Qui bisogna eliminare il voto segreto;
5) la fiducia al governo. Bisogna vietare che a votare sulla fiducia al governo vengano ammessi anche i parlamentari che sono anche al governo, altrimenti uno vota la fiducia a se stesso! Ecchè … si fa così?
6) I referendum: bisogna abolire il quorum, altrimenti chi sta a casa e non va a votare ha una sorta di vantaggio competitivo: infatti con la sua inerzia, con il suo silenzio esprime una volontà, quella di non far raggiungere il quorum e quindi di far fallire il referendum. In questo caso, “chi tace dice qualcosa” mentre gli antichi Romani dicevano “chi tace non dice nulla”. E noi dobbiamo imparare dai Romani. Cosa? Lei storce la bocca? No, cosa ha capito, da quelli antichi, non da quelli moderni!
7) La remunerazione, i benefit, i privilegi dei politici. Qui “gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare” direbbe Bartali! Sa, viene il sospetto che questo trattamento di assoluto privilegio sia poi l’unica molla che spinge alla politica la maggior parte dei politici. Ed ecco che non possiamo aspettarci da costoro un serio impegno per il bene comune, ma solo quello per il loro bene personale. Per fortuna ci sono alcune eccezioni, ma poi, quando vanno a votare, sono in minoranza …

Cittadino: “Non mi pare poco … ma poi … c’è dell’altro?”

Meccanico: “No, per adesso mi fermo qui. Poi si vedrà. Ora, se lei è d’accordo mi metto al lavoro e se riesco a venire a capo di tutti questi problemi, le renderò una Democrazia perfettamente funzionante, come nuova, che passerà senza alcun problema la revisione europea. Quanto le costa tutto il mio intervento? Nulla: lo faccio volentieri, sa, io sono un appassionato di Democrazie d’epoca, è un po’ il mio hobby … non saprei resistere sapendo che una Democrazia così blasonata è a tal punto mal ridotta. Ma vedrà che ce la faremo. Anche questa volta.

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PIERINO (del post precedente) E IL LUPO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2012 @ 7:28 pm

(continua dal post precedente)

… ma … il re è nudo!

Detto altrimenti: il re è nudo! Evviva la voce dell’innocenza!

La maestra sorride a Pierino: “Mi hai convinto, Pierino, ma tu, con tutti i soldi che sono stati recuperati (cioè non spesi) cosa faresti?”
Pierino: “Li investirei in due progetti: quello “immediato” e quello “a medio termine”
Maestra: “fammi capire …”
Pierino: “Quello immediato comprende una serie di risposte immediate a chi ha problemi immediati. Quali risposte? Ci sto pensando, tanto mica mi fate primo ministro oggi, vero? Quello a medio termine comprende investimenti nella scuola e università pubbliche, nella ricerca, nella difesa del territorio, nella valorizzazione di tutti i siti storici, archeologici e naturalistici, nelle fonti energetiche rinnovabili, nel recupero delle “materie prime seconde” (ex rifiuti), etc..”
Maestra: “Ma se i soldi non ti bastassero?”
Pierino: “Potrei sempre cambiare l’ordine delle priorità degli investimenti. Ad esempio in luogo del TAV e dell’acquisto di cacciabombardieri potrei pensare al sistema sanitario nazionale …”
Maestra: “Ma, Pierino, non ti sembra che oltre che una questione di denaro sia anche una questione di cultura, civiltà, onestà, amore per il bene comune, morale?”
Pierino: “Certo signora maestra. Io comincerei facendo in modo che l’esempio venisse dato dall’alto, nel senso che moralizzerei – per amore o per forza – gli alti strati della popolazione, escludendo dalla vita pubblica ed economica chi abbia dimostrato di ignorare i valori ai quali Lei fa riferimento. Sa, il mio compagno di banco … si … Gennaro, quello che è appena arrivato da Napoli, mi ha detto che nella sua città dicono che “il pesce fete da capa”. cioè che il marcio comincia a diffondersi dalla testa del pesce”.
Maestra: “Ma, Pierino, non ti sembra che tutto ciò sia un po’ troppo utopico cioè irrealizzabile?”
Pierino: “Signora maestra, il nostro insegnante di religione, Don Marcello, ci ha insegnato che “bisogna” avere un’utopia. E poi io mi sono limitato a rispondere alle sue domande … e se quelle erano “domande utopiche” io che ci posso fare?”

Coraggio, Pierino! Tutti noi tifiamo per te!

Maestra: “Pierino, lo sai che esiste una favola “Pierino e il lupo”. Se tu ti dovessi immedesimare in quel racconto, chi vedresti come il tuo lupo?”
Pierino: “Il mio lupo è l’ipocrisia di certe persone, il loro non voler vedere, il loro predicar bene e razzolar male, la loro ricerca del bene privato e non del bene comune”
Maestra: “Bravo, Pierino … devo farti i complimenti: per essere un alunno di terza elementare sei molto maturo”
Pierino: “Sa, signora maestra. io sono ripetente …”
Maestra: “Ma come … non dirmi che ti hanno bocciato …”
Pierino: “No, signora maestra, sono ripetente nel senso che a forza di ripeterle certe cose … mi viene facile esprimerle”.

(Fine dell’episodio)

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IL PRESIDENTE NAPOLITANO: “CHI HA DI PIÙ, PAGHI DI PIÙ”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2012 @ 6:55 am

Detto altrimenti: una patrimoniale? Proviamo a far due conti (nel frattempo: ISTAT 19.12.2012: 30% della popolazione italiana a rischio povertà)

 

L’indebitamento pubblico (2.000 miliardi di euro) continua a crescere per tre motivi:

1. gli effetti delle manovre già effettuate si vedranno nel medio periodo;

2. la Regione Lazio ha ridotto da 30 (trenta!) a 5 (cinque!) le auto blu a disposizione dei 70 (settanta!) consiglieri, ma non sa come fare a “ridurre” i 23 (ventitre!) autisti. Quante altre situazioni del genere esistono in Italia? Quanti altri autisti con turni di 12 ore che quindi lavorano solo 3 giorni alla settimana e quindi hanno il tempo di fare anche i Consiglieri Comunali e gli Assessori in paesi della cintura romana? (Fonte: Corsera 14 dicembre 2012, pag. 15);

 3. le riforme non sono ancora completate.

Ed allora, che fare? Proseguiamo con le manovre, con la spending review, ma nel frattempo abbattiamo il debito pubblico con una patrimoniale sui redditi alti. Come? Con una patrimoniale. Provo ad indicare un metodo.

Corsera (citato) informa che Bankitalia ha calcolato che la ricchezza dei privati ammonta a €8.619 miliardi e che il 10% della popolazione ne detiene la metà. Nulla si specifica circa la ulteriore scalettatura, per cui i numeri che andrò a scrivere sono solo ipotesi, indicano solo un metodo (nessuno si allarmi!). Supponiamo quindi, esclusivamente a titolo esemplificativo, che, nella applicazione di una patrimoniale le cose possano essere organizzate come segue.

Se le fasce di popolazione rappresentanti rispettivamente il 10, 20, 30 40 % della popolazione stessa posseggono rispettivamente il 50, 25, 15 e 10% della ricchezza privata, e le prime tre classi vengono gravate rispettivamente di una patrimoniale del 30, 10 e 5%, queste tre classi pagheranno allo Stato rispettivamente 1.292, 215 e 64 miliardi di euro e il debito pubblico si ridurrà da 2.000 a 426 miliardi di euro. Gli interessi annui a carico dello Stato si ridurrebbero da 80 a 20 miliardi.

La mia è solo l’indicazione di un metodo, dicevo (e di principio, però, anche). Quindi non vi preoccupate: lo so che le aliquote dell’esempio sono “feroci”. Infatti si potrebbe pensare di ridurre il debito pubblico non “a” circa un quarto dell’attuale, ma “di” circa un quarto, ed allora le aliquote sarebbero molto più digeribili, anche perché la ricchezza privata non è tutta liquida: vi sono oro, gioielli, opere d’arte, immobili, etc.. (per inciso: Hollande ha tassato al 75% i redditi oltre un milione di euro. Lo spread francese è circa 70. Il nostro … 370?). Comunque sia, impostatevi voi stessi un foglio excell: potrete formulare a piacimento molte simulazioni. A me interessava impostare il metodo e porre il problema. Eccolo:

Problema

Posto che un Paese ha un debito di 2.000 miliardi di euro e che il 10% della popolazione detiene il 50% della ricchezza privata, pari complessivamente a circa 8.700 miliardi di euro, spieghi l’alunno perché questa fascia di popolazione dovrebbe farsi carico della maggior parte del risanamento dei conti pubblici. Nell’organizzare la risposta l’allievo non tenga conto delle disponibilità costituite in modo riservato all’estero da quello stesso 10% di popolazione.

 

Soluzione di Pierino

“Chi” ha accumulato tanta ricchezza lo ha fatto all’interno di un Sistema Paese che per esistere come tale, cioè come ambiente entro cui egli ha operato, si è indebitato. Qualcuno poi ha direttamente prelevato ricchezza, che è passata dallo Stato a lui: mi riferisco ai superburocrati sttapagati e a supermanager pubblici  privati ma di società sovvenzionate dallo Stato. A parte costoro,  quella ricchezza è stata accumulata anche grazie ai cittadini di quel Paese, che erano  clienti di quel “chi” che nomino all’inizio della mia risposta. Quindi “chi” ha accumulato tanta ricchezza può a buona ragione essere chiamato a restituirne una parte al Sistema Paese entro il quale egli ha prosperato. E ciò, fra l’altro nel suo stesso interesse. Infatti, se non altro, se quel Sistema Paese sopravvive, egli stesso potrà un domani continuare ad operarvi e a guadagnare ulteriormente, a valere sui prodotti che egli continuerà a produrre e che verranno acquistati e consumati dalla massa della popolazione del Sistema Stato in questione. Una alternativa potrebbe essere quella di continuare a prelevare imposte a carico della classi più povere: infatti i poveri “possiedono poco ma sono tanti”. Solo che al popolo che non ha pane non si può dire che “mangi briosche”. E’ pericoloso, come ci insegna la storia (francese, 1789).

Interviene un insegnante: “Ma, Pierino, quel “chi” può spostare all’estero la sua attività“.

Risposta di Pierino: “Signora Maestra, quello che ho descritto succede anche all’estero. E’ solo questione di tempo: o cambiamo sistema d’agire  oppure  i Sistemi Stato, tutti, prima o poi scoppiano. Una volta ce la saremmo cavata con una bella guerra. Di quelle “serie”, “vere”, dichiarate ufficialmente (quella si che era “civiltà“, mica come oggi … che quando non sappiamo come evitarle e classificarle le guerre … le ignoriamo). Oggi? Oggi  ciò non è più possibile perchè sarebbe solo anticipare la fine. Per tutti, vincitori e vinti”.

Che voto dare a Pierino? Lascio decidere ai lettori.

(Continua nel prossimo post)

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