PER IL BENE COMUNE? NO, AFFINCHE’ LA GENTE MI VOTI!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Maggio, 2013 @ 6:42 amDetto altrimenti: le vite parallele …
Italia
• Tutto va ben madama la marchesa … io vi rassicuro, così mi votate.
• Io cambio tutto, così mi votate.
Estero (Ungheria, oggi!)
• Rifondo partiti neo nazisti e me la prendo con … con chi? Con gli ebrei, ovviamente, così mi votate (chissà perchè, poi … n.d.r.).
Lo so, sono fenomeni molto diversi: i primi due, negativi. Il terzo, tragicamente spaventoso (allarmi! Europa, allarmi!). Perché li cito? Per richiamare la vostra, nostra attenzione sul metodo, sul fatto che “il fine non può giustificare i mezziâ€, soprattutto quando il fine non è il bene comune.
Le vite parallele? Le aveva scritte tale Plutarco, qualche anno fa …
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OGGI A RIVA DEL GARDA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Maggio, 2013 @ 1:14 pmDetto altrimenti: In bici? No…. in barca a vela? No….
In bici no, ma a vedere le bici: infatti a Riva c’è il Bikefestival, appuntamento di sportivi, di costruttori, di appassionati. Il tempo è buono, fra i temporali dei giorni scorsi e quelli probabili delle prossime ore … ormai il clima italiano è diventato quasi equatoriale, e le trombe d’aria non sono più appannaggio degli oceani ma anche della campagna bolognese!
Moltissime le biciclette da ammirare … e poi, la Continental … la quale regalava copertoni nuovi per mountain bike, purchè l’interessato se li montasse sul posto! Ottimo modo per reclamizzare il proprio prodotto: difatti c’era la fila …
Io ho già quattro bici; due rampichini e due da corsa … non saranno gli ultimi modelli, ma sono molto funzionali, quindi non ero lì per acquistare. Tuttavia un po’ di cuore l’ho lasciato attaccato alla mtb della Bianchi. Sarà perché il marchio è “nostroâ€, fra tante super leggere USA, tedesche e giapponesi …
Ma allora, direte voi, viste le bici potevi almeno farti una veleggiata! Nossignore! Sono andato a vedere come stanno i miei “inquilini”: mamma Folaga e marito, che da dieci giorni stanno covando le loro uova sulla poppa della mia barca. Mica posso sfrattarli! Ho portato loro un po’ di pane. Mamma Folaga mi ha lasciato avvicinare: non si è mossa di un millimetro, non si è distratta dal suo compito, non ha toccato il cibo, attenta com’era alla mia “invasione di campo”.
Papà Folaga è corso a piazzarsi al suo fianco, a difesa, minaccioso nei miei confronti. Tempo di “maturazione†delle uova: 21 giorni circa. Fra 10 o poco più riavrò la disponibilità della barca.
“Animale!â€, un meraviglioso complimento che dobbiamo rivolgere agli uomini che si comportano come papà Folaga, non agli uomini che usano violenza alle Donne.Â
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UN’ORCHESTRA, UN’IMPRESA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Maggio, 2013 @ 6:03 amDetto altrimenti: siete amanti della musica? Si? Allora leggete questo post. No? Allora leggete questo post.
Della musica classica, intendo. Molti di voi si, altri magari un po’ meno, ma tutti avrete assistito ad un concerto di musica classica eseguito da un’orchestra. La musica: milioni di note, di sfumature, di intervalli più o meno lunghi, di “intensità â€, di armonie. Per ogni strumento. Ed ogni strumentista deve eseguirla in accordo con ciascuno degli altri suoi colleghi. E sono tanti. La combinazione delle possibili “situazioni musicali” è enorme e potrebbe essere descritta – tanto per cercare di intendersi – con una espressione matematica: “n†su “k†fattoriale, cioè, posto “n†uguale a 50 (quanti possono essere i musicisti), non credo che si esageri nel dire che le “situazioni musicali†da gestire da parte di un’orchestra siano “50 fattoriale†e cioè 50 x 49 x 48 x ….x 1. Provate un po’ a calcolarle voi!
Sembra incredibile che la mente umana riesca prima a comporre, e poi ad eseguire e a dirigere una simile meraviglia. E che dire di quei musicisti che eseguono un intero, complesso concerto, a memoria, cioè, senza spartito? Le cose si complicano ancora se lo strumento utilizzato è il violino il quale, a differenza di altri, quale ad esempio il pianoforte, non ha né tasti né “tacche†di riferimento, bensì conta solo sull’abilità e sulla sensibilità del violinista per indovinare, letteralmente al volo, in frazioni di secondo, la posizione millimetrica delle dita sulle corde. Nonostante tutto ciò, l’uomo ci riesce. Riesce a comporre la musica, ad eseguirla come solista, all’interno di un’orchestra, a dirigere un’orchestra.
Ecco, siamo al dunque: ora voi sciogliete l’orchestra. Per mancanza di fondi, ad esempio, in un periodo di crisi economica, quando la gente non può più concedersi di abbonarsi alle vostre esecuzioni, e/o il settore pubblico ha smesso di sovvenzionarvi. Ciascun musicista potrà ben continuare a suonare, ad esercitarsi, ma l’orchestra è morta. Volendone costituire una seconda, occorrerà ricominciare a coordinare nuovi musicisti fra di loro e occorrerà “ricatturare†un uditorio.
La stessa cosa, mutatis mutandis, succede quando si chiudono le migliaia di imprese, piccole e grandi, che oggi, in Italia, sono costrette dalla crisi a gettare la spugna. Non si perdono solo moltissimi posti di lavoro (per intendersi, definiamo questo fatto come “perdita del bene “Aâ€), ma si distrugge anche l’avviamento di ciascuna impresa (perdita del bene “Bâ€), cioè il sapere stare ed operare insieme, il sapere attrarre “abbonati†(cioè clientela), il sapere eseguire interi concerti (cioè prodotti competitivi sul mercato).
Ma a fianco della chiusura “formale†di una impresa, quella accennata or ora, vi è un’altra “chiusura†d’impresa, quella che si attua quando, pur continuando ad esistere formalmente, l’impresa è morta. Ciò avviene quando, sulla spinta della crisi che genera una enorme “fame di lavoro†la quale induce i lavoratori ad accettare qualsiasi situazione pur di portare a casa una pagnotta anche se misera, l’imprenditore o il suo super manager strumentalizza i lavoratori, non li valorizza, non ne cura la crescita professionale, non li coinvolge, non ne rispetta la dignità intellettuale, li umilia con retribuzioni inadeguate. Soprattutto se ha delocalizzato l’impresa in Paesi nei quali i diritti umani e del lavoratore sono un optional. In altre parole, se il capo non rispetta e non motiva i suoi collaboratori, bensì li schiavizza, distrugge l’impresa e chi vi lavora, perchè un’impresa il cui personale non sia motivato non ha futuro.
Costui, nel brevissimo termine, potrà anche avere un piccolo beneficio economico, un incremento dell’utile. Ma oltre tale limitato traguardo, costui distruggerà il futuro della sua stessa impresa. A parte che recentemente Papa Francesco ha dichiarato che il pensare solo all’utile d’impresa, trascurando i diritti dei lavoratori, significa creare una società ingiusta e ciò che è peggio significa porsi “contro Dio†(sic). Contro Dio, nel senso “contro†una componente della Sua religione, quella morale: infatti la (nostra)  Religione è ben altro: essa è Creazione e Resurrezione. Poi “ha†anche una sua morale, che poi è anche la stessa morale laica che indusse il re Hammurtabi, 2200 anni prima di Cristo, a legiferare “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te, fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a teâ€.
JOHN PERKINS E MAURIZIO LANDINI …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Maggio, 2013 @ 9:45 pmDetto altrimenti: … solo pochi minuti fa a “Che tempo che faâ€
Il primo, Perkins, made in USA, autore del libro autobiografico “Confessioni di un sicario dell’economiaâ€. Già dirigente di una Big Corporation multinazionale, lui, strumento retribuito per la realizzazione delle bolle finanziarie, di quel mondo che ha raggiunto un volume dodici volte maggiore dell’economia reale. Lui, oggi pentito, si confessa. Con un libro.
In un post precedente (4 gennaio 2012) ho descritto la bolla dei mutui sub prime. Ma quella non è l’unica bolla. Esiste anche quella delle operazioni allo scoperto sulle materie prime, cioè alla vendita ed all’acquisto di merce che non è mai esistita, che mai esisterà e che tanto meno sarà oggetto di scambi effettivi. Ed esiste anche quella di utilizzare contributi di istituzioni mondiali per incentivare all’indebitamento “paesi poveri maâ€â€“ promettendo loro e realizzando opere pubbliche costose e non produttive – cioè “paesi poveri ma” ricchi di materie prime, e quindi, di fronte alla loro impossibilità di ripagare i debiti, di farsi dare concessioni pluriennali per lo sfruttamento delle loro materie prime. Questo è l’aspetto che sembra essere trattato dal libro presentato alla trasmissione di Fazio.
Dall’intervista con l’autore emergono denunce gravissime: le Big Corporation “dominerebbero†di fatto i governi di provenienza (abbiamo appena visto la bocciatura USA delle legge Obama contro la libera vendita delle armi da guerra) e approccerebbero i governi di destinazione (quelli dei paesi da sfruttare) con la carota ed il bastone: “Se ci stai, per te ci sono milioni di dollari. Se non ci stai, arrivano prima gli “sciacalli†(killer) e se non bastano loro, arriva l’esercitoâ€. Vengono fatti nomi di governanti e di Stati, di chi ha accettato la carota e di chi è morto “bastonatoâ€. Io credo che l’intervista avrà un seguito, se non altro perché l’autore ha più volte nominato la politica USA, “condizionata†a suo dire, dalle Big Corporations.
Una cosa però ve la anticipo: le Big Corporations sarebbero contrarie all’UE e ancor di più ad eventuali Stati Uniti d’Europa, in quanto fonderebbero la loro azione anche sul “dìvide ed imperaâ€, ciò anche – per esempio – al fine di potere più facilmente infrangere o far modificare localmente le regole o le leggi di singoli stati, cosa assai più difficile se queste regole e leggi sono di una Confederazione di Stati. L’autore del libro suggerisce ai consumatori di acquistare beni sollo dalle Big Corporations che rispettino le regole morali e civili della produzione, del commercio e della finanza. Leggerò il libro e poi vi saprò dire meglio.                                               Â
Nel frattempo mi pongo una domanda: che ruolo hanno in tutto ciò le Agenzie di Rating USA che continuano a darci le pagelline, a seguito delle quali le borse vanno su e giù per tutti ma loro lo sanno prima di tutti?
Una mia esperienza personale: Libano, anni fa, per conto di una piccola SpA italiana stavo concordando una collaborazione con il Primo Ministro Hariri: “We don’t need huges companies” diceva, noi non abbiano bisogno delle grandi società … Poco dopo venne fatto saltare in aria stile “autostrada di Capaci” dall’esercito siriano, presente sul territorio libanese.
Subito dopo, FF, Fabio Fazio intervista il secondo, Maurizio Landini, segretario della FIOM, il quale ci riporta alla dimensione lavoro, ai problemi della difesa e della creazione del lavoro, a quel mondo che è dodici volte più piccolo di quello raccontato da Perkins. Molte le cose dette. le solite, si potrebbe dire, non per sminuirle, ma per non ripetersi. Una notizia, invece, mi è giunta nuova, e cioè che – a quanto afferma Landini –  il 70% delle centinaia di miliardi di euro nel che consistono i patrimoni dei fondi pensione (in testa quello dei metalmeccanici) venga investito in borse titoli e società estere, anziché a chi investe in Italia. Altri fondi per gli investimenti (indispensabili, afferma Landini) egli li recupererebbe dalla riduzione delle spese militari, dalla sospensione delle grandi opere (cita il TAV), dall’evasione ed elusione fiscale, dalla riscalettatura delle aliquote fiscali, etc.. Reclama poi l’affermazione del ruolo della “rappresentanza†del mondo dei lavoratori ad ogni livello (in Germania gli operai sono rappresentati all’interno del CDA – Consiglio di Amministrazione della loro fabbrica, n.d.r.).
Per domani sera è prevista la presenza a “Che tempo che fa†del presidente del Consiglio Enrico Letta. A domani sera, dunque!
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TRE FATTI GRAVISSIMI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Maggio, 2013 @ 7:33 amQualcuno mi dice che io scrivo tanto. Un amico che io scrivo “troppoâ€. Ma io preferisco scrivere “troppo†piuttosto che “tacereâ€.
Detto altrimenti: tre fatti gravissimi, diversi fra di loro, intollerabili, che elenco in ordine di gravità crescente.
1) Furti dei bagagli in aeroporto. In diversi areoporti italiani gli impiegati Alitalia e di ditte esterne aprivano i bagagli dei passeggeri prima di scaricarli dalla stiva dell’aereo: rubavano oggetti, denaro, gioielli e vandalizzavano i colli privi di beni “interessantiâ€. Filmati da telecamere nascoste, ne sono stati arrestati ben 86. Mi auguro che le pene che saranno loro irrorate siano le più aspre possibili: infatti hanno compiuto ben quattro reati: furto (reato n. 1) e danneggiamento (reato n. 2) di beni privati; danneggiamento dell’immagine dell’Italia (reato n. 3) e del suo turismo e quindi delle sue risorse finanziare (reato n. 4). Il tutto con l’aggravante della violazione degli obblighi imposti dal loro contratto di lavoro e dell’avere agito “in associazione a delinquereâ€. Mi aspetto quindi una condanna esemplare per ogni singolo reato.
2) Emigrazione di laureati. Un mio amico, persona che ricopre una posizione di assoluto livello, dotata di conoscenza, di conoscenze e di mezzi, ha mandato all’estero i suoi due figli laureati: uno in Germania ed uno in USA. Che dire? Il mio amico, con la posizione che ricopre, avrebbe ben potuto “collocarli in qualche modo†in Italia. No. Per loro egli ha voluto un futuro serio, non un “futuro qualunque†(il quale tuttavia, per tantissimi altri giovani, sarebbe gìà stato un enorme risultato!). L’Italia non offre un futuro, depredata com’è da evasione ed elusione fiscale, dalla corruzione, dalla mala politica. La storia si ripete: quando il Nord conquistò il Sud (1860), lo depredò: di denaro, di riserve auree, di banche, di industrie ferroviarie (che erano l’eccellenza dell’epoca), di acciaierie, di contratti commerciali con l’estero, etc.. Quel territorio si impoverì. I migliori emigrarono. Restò la gente meno preparata, più povera, meno istruita. Senza futuro. E noi, oggi, vogliamo un’Italia senza futuro?
3) Violenza sulle Donne. A Ostia, una Donna trentenne è stata accoltellata ed uccisa in mezzo alla strada, sul litorale romano. A Castagneto Carducci (LI), dove lavorava, una Donna di 19 anni è stata violentata e poi strangolata. Che dire? Lanciare una campagna del tipo di quella che si lanciò contro la figlia dell’evasore fiscale, rappresentato in TV come persona abietta. E la pena per crimini del genere? Lavori forzati a vita. Non esiste nel nostro codice penale questo tipo di pena? Introduciamolo, ed estendiamolo anche ad un reato oggi non contemplato: la tortura.
Ma voglio dire di più: la violenza fisica contro le Donne (perpetrata con sempre maggiore frequenza!) è l’estremizzazione di un’altra violenza, apparentemente minore ma assai più diffusa: quella della emarginazione femminile dai ruoli apicali pubblici e privati e da livelli retributivi pari a quelli degli uomini. La Storia del mondo è “farcita” dalla sopraffazione del maschio (volutamente non lo definisco “uomo”) sulla Donna. Sulla Donna, dalla quale tutti i “maschi” sono stati generati ed allevati. E’ ora “di finiamola”!
LA COOPERAZIONE TRENTINA: IERI, OGGI, DOMANI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Maggio, 2013 @ 7:27 amDetto altrimenti: historia magistra vitae
Premessa
Si vedano i mie precedenti post del 24 aprile 2013; 3 dicembre 2012; 1 dicembre 2012, ma soprattutto quello del 21 novembre 2012 sulla figura di Don Lorenzo Guetti, il fondatore della Cooperazione Trentina, Â raccontata da Don Marcello Farina.
Sulla crisi di Vienna, la cosiddetta grande deflazione, cornice della nascita della cooperazione, si veda il mio post dell’8 febbraio 2013.
Fine della premessa
Cooperazione, strumento nato dalla crisi per superare la crisi. Anche quella odierna. Cooperazione che attiva finanza a km. zero per finanziare le attività reali, e non le bolle finanziarie grandi 12 volte l’economia reale. La Storia maestra di vita. La crisi austriaca, oggi come ieri. La Storia della Cooperazione, l’attualità ed il futuro della Cooperazione. Lo studioso Luciano Imperadori e il Presidente della Federazione della Cooperazione Trentina Diego Schelfi, invitati dal Comune di Lavis (intervento del Sindaco Graziano Pellegrini e dell’Assessore Germana Comunell0) e dalle locali Associazioni Culturale Lavisana (introduzione del Presidente Daniele Donati) e Lavistaperta (saluto della Presidente Giovanna Endrizzi, intervento del Consigliere Graziano Tommasin), hanno tracciato una linea di continuità fra passato, presente e futuro.
Cooperazione come dialogo, comunicazione, communis actio, azione comune. In ogni settore: nella politica, nel sociale, nell’economia. Trentino come modello della cooperazione a livello mondiale. Due fatti; nel 2012 l’ONU ha dichiarato l’anno come “L’anno mondiale della Cooperazione”; ancora, in Trentino continuano ad arrivare delegazioni da tutto il mondo per “vedere come si faâ€. E in USA, dove sono sorte oltre 5.000 nuove piccole banche, le Community Banks? Al riguardo è stato ricordato che la più grande banca del mondo, la Bank of America, non è altro che lo sviluppo della piccola, antesignana Community Bank, la Bank of Italy, una sorta di banca cooperativa fondata da un Italiano, il Ligure Amadeo Giannini nel 1904 a San Francisco. Avrà pure un significato, tutto ciò!
Il “fatto cooperativo†è innanzi tutto un fatto sociale e morale. Sociale perché unisce e morale perché rimette ordine nella scala dei valori, spesso disorganizzata dall’uomo. E’ recentissima l’affermazione di Papa Francesco che l’impresa che pensa solo al bilancio e non anche principalmente all’uomo è “ingiusta e contro Dioâ€. Ora è pur vero che la religione non “è†la morale, bensì “ha†una morale, ma la morale della nostra religione è la stessa della morale laica, la quale, sin dai tempi di Hammurabi, aveva codificato “Non fare agli altri …; fai agli altri …â€.
Cooperazione e Morale. Ecco che la Cooperazione ci riporta verso al soluzione di quello che a mio sommesso avviso è la prima questione odierna, la QM – Questione Morale, all’interno della cui soluzione trovano soluzione tutti gli altri problemi. Morale innanzi tutti come onestà di intenti. E di corretta comunicazione. Comunicazione, taluni dicono che deriva da cum munus, con un dono, unico, uguale per tutti. A me piace farla derivare da communis actio, azione comune per la ricerca del bene comune (ecco la “Morale”!). Azione comune iniziata con la responsabilità solidale illimitata dei soci delle prime entità cooperative, mirata ad ottenere dalle “banche vere, quelle grandi della città †i fidi necessari alla povera gente, purchè “galantuomini”. Superata poi dalla garanzia offerta dai capitali frutto di utili accumulati e non distribuiti.
Azione comune alla quale si rifanno. sia pure inconsciamente, movimenti politici e d’idee moderni, unica soluzione per i problemi attuali. In diversi campi. In politica, cooperazione significa superamento delle ideologie e ricerca comune del bene comune. In tal senso il Trentino continua a dare un importante contributo, anche a livello nazionale, con i suoi uomini recentemente eletti in parlamento, ai quali occorre solo dare un minimo di tempo per trasferirvi i tesori dell’Esperienza del Laboratorio Trentino. Ma non basta. Infatti …
… L’Europa, l’UE, gli Stati Uniti d’Europa: cos’altro sono se non la trasposizione interstatale del concetto di cooperazione? E il MFE – Movimento federalista Europeo di Altiero Spinelli? Nome diverso, ma stesso concetto di fondo.
E veniamo a noi, ai problemi più impellenti, ad esempio al problema dell’occupazione giovanile. Il Presidente Schelfi ha citato il positivo esempio di una piccola cooperativa roveretana animata da giovani laureati che si sta avviando. A me piace tradurre in chiave seriale l’esempio. I tanti miei post precedenti ho sollecitato la destinazione di risorse pubbliche – recuperate dalla definizione di un diverso ordine delle priorità di spesa e di investimento – per il finanziamento dello start up di decine di migliaia di Cooperative Giovanili nel settore dei beni culturali artistici, naturalistici, della micro agricoltura, dell’artigianato (si veda da ultimo il mio post del 1 maggio 2013 ore 07,44). Ecco, io stesso, quasi inconsciamente, ero e sono diventato un paladino della cooperazione, posizione alla quale sono pervenuto – io, non Trentino di nascita ma solo d’acquisizione dopo 25 anni di residenza – non dalla Storia della cooperazione,  che pure conosco – ma da una convinzione interna, originaria, che poi con quella Storia si è saldata.
Cooperazione nazionale e internazionale, cooperative giovanili su vasta scala e Stati Uniti d’Europa: nell’idea di Don Lorenzo Guetti v’era già il germe di tutto ciò. Non facciamolo morire, coltiviamolo. E’ il futuro, non solo nostro ma dell’Umanità . E a Roma reclamiamo il Ministero della CNI – Cooperazione Nazionale ed Internazionale: quella nazionale per il progetto sopra delineato; quella internazionale per la redazione di un modello completo dei possibili Stati Uniti d’Europa, da porre sul tavolo della UE quale base per la discussione e la definizione di quello che sarà poi, auspicabilmente meglio prima che dopo, la struttura degli Stati Uniti d’Europa, sul cui ruolo mi sono spesso intrattenuto in tanti miei post precedenti: andate a cercarli voi stessi, così intanto “navigherete†fra i miei scritti e – mi auguro – sarete stimolati ad commentarli per iscritto, fatto del quale vi ringrazio sin d’ora.
Un grazie al Comune di Lavis, alle due Associazioni locali sopra citate, ai due conferenzieri i quali mi hanno fornito lo spunto per fare i collegamenti del mio ragionamento. E chi sa fare i collegamenti – mi insegnava un mio vecchio capo, “tale†Sen. Bruno Kessler – ha capito come risolvere il problema.
Come cominciare? Puntando sulla giusta “comunicazione” e “moderna proiezione” dell’idea cooperativa.
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$ILVIO E LA GOLDEN $HARE (PER I NON ADDETTI AI LAVORI) E PER IL PRESIDENTE LETTA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2013 @ 3:01 pmDetto altrimenti: Brunetta dice che il PDL  ha la “golden share†della “SpA Governoâ€
Dicesi golden share l’istituto giuridico in forza del quale uno Stato, durante e a seguito di un processo di privatizzazione (o di vendita di parte del capitale) di una SpA pubblica, si riserva anche una sola azione (golden share, azione d’oro) alla quale tuttavia è connesso un potere molto rilevante, quale ad esempio quello di riservare allo Stato stesso un potere determinante sulle scelte strategiche della SpA in questione.
$ilvio dice: o si realizzano le mie “8 proposte 8†o io esco dal governo e lo faccio cadere. Ecco la golden share. E’ corretto tutto questo? Corretto no, legale sì. E allora cambiamo la legge e stabiliamo che non si possano aprire crisi di governo “al buioâ€, cioè se non si abbia pronta una nuova diversa maggioranza che subentri al governo che si intende far cadere.
C’è qualcuno fra i miei lettori che conosce il Presidente Enrico Letta per sottoporgli l’idea?
DEBITO PUBBLICO REDIMIBILE E IRREDIMIBILE – UN’IDEA PER IL PRESIDENTE LETTA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2013 @ 2:38 pmDetto altrimenti: per i non addetti ai lavori
Debito Pubblico
Redimibile: lo Stato deve pagare interessi e a scadenza restituire il capitale.
Irredimibile: lo Stato deve pagare solo interessi.
Nel dicembre 2012 “postavo†quanto segue:
“Nel 1935, in piena crisi economica dovuta al tracollo di borsa del 1929 (provocato, anche in quel caso, dalle speculazioni di banche e Finanziarie), l’Italia prese un provvedimento eccezionale che ebbe un grande successo: l’emissione di un prestito irredimibile (cioè senza obbligo di rimborso), che pagava ai possessori una rendita perpetua del 5%. L’ emissione ebbe un grande successo: molti erano interessati ad avere una rendita fissa e sicura, anche rinunciando al rimborso diretto del capitale da parte del debitore originario (capitale che però si poteva agevolmente ricuperare in borsa, vendendo le proprie obbligazioni)â€.
Oggi faccio un esempio
Prendiamo un capitale di 500 a cinque anni, l’esborso complessivo dello stato sarà il seguente:
redimibile al 3% (capitale ed interessi) = 575
irredimibile al 5% : (interessi) = Â Â Â Â Â Â Â Â Â 125
E allora, forse il Presidente Letta potrebbe negoziare in UE una fase transitoria di ulteriori emissioni di titoli di debito pubblico irredimibili che via via andrebbero a sostituire almeno parte dei titoli redimibili. I capitali residui potrebbero essere utilizzati per investimenti produttivi e per attuare le riforme. Oppure anche la “trasformazione” di parte del redimibile esistente in irredimibile nuovo: dicesi “swap”, trasformazione di un capitale in una rendita …
C’è qualche mio lettore che conosce il Presidente Letta e gli può sottoporre l’idea?
MILIONI, MILIARDI DI EURO … DI LIRE … NO, OCCORRE UNA NUOVA MONETA, LA “PL”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2013 @ 7:37 amDetto altrimenti: per capire il valore delle grosse cifre …
Alcuni nostri parlamentari, intervistati per strada, hanno dimostrato di non sapere quale fosse l’ammontare del debito pubblico: tot milioni? Tot miliardi? Insomma, fra miliardi di lire e di euro, se si confondono loro, figuriamoci la gente comune … (già , perché “loro†non sono “comuniâ€, sono “specialiâ€, soprattutto quanto a stipendio, pensione benefit d’ogni sorta: quelli sì però che li sanno valutare!). Ecco che occorre una unità di misura monetaria diversa, immediatamente comprensibile da tutti, anche dai parlamentari: la “PL”.
Mi spiego: apprendiamo che il costo della semplice manutenzione della flotta aerea si Stato, aerei ed elicotteri, ammonta a 28 milioni di euro. Tanto? Poco? Proviamo ad usare la nuova moneta che io propongo, e cioè come unità di misura la somma occorrente per creare un posto di lavoro, denominata PL, che poniamo convenzionalmente pari ad €100.000. A questo punto potremo dire che il costo della sola manutenzione della flotta aerea di Stato ci costa 280 PL l’anno.
E gli F35? Ci costano 10 miliardi cioè 10.000 PL. E il loro utilizzo e  manutenzione (che gli USA calcolano che costerà il doppio dell’acquisto), altri 20.000 PL.
Ma i sottomultipli? Ecco fatto: poniamo che uno stipendio annuo (SA) di un lavoratore sia pari ad €20.000, ed ecco che 1 PL equivale a 5 SA. Quindi la flotta aerea di Stato ci costa ogni anno 1400 SA. E un SA quanto vale? Potrebbe essere diviso il 13 mensilità , pari ognuna ad 1 SM (stipendio mensile), per cui la flotta aerea si Stato ci costerebbe ogni anno, una somma pari a 18.200 SM. Continuando, 1 SM potrà essere frazionato in SG (stipendio giornaliero), e, infine in SO (stipendio orario). Poi i centesimi di SO. Fine.
Fantasie? No, provate a calcolare quanti PL ci costano la realizzazione del TAV; i super stipendi dei super manager di Stato e privati, le loro super buonuscite, le super buon … entrate (ci sono anche quelle), le super pensioni; le super strutture amministrative (province con meno abitanti di un quartiere di Milano); i 200 miliardi di euro annui fra evasione ed elusione fiscale e corruzione …
Provate a calcolare. Voi vi risentirete (da “risentimento”). Poi noi ci risentiremo (da “sentirsi di nuovo”).
PAPA FRANCESCO E IL BANGLADESH, VERSO GLI STATI UNITI D’EUROPA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2013 @ 6:35 amDetto altrimenti: la nuova “primavera araba†dei diritti civili e dei lavoratori: il Bangladesh, oltre 630 morti accertati sino ad ora … 40 ancora i dispersi!
Papa Francesco. Ha scoperto che il salario medio dei 4.000.000 di lavoratori (nel tessile) in Bangladesh è di 50 dollari USA. E bolla di datori di lavoro come persone “contro” Dio. Le leggi locali prevedono bel altri livelli retributivi, ma tant’è … “le leggi son ma chi pon mano ad esse?â€
E chi sono i datori di lavoro? anche i “nostri†delocalizzatori europei ed USA. Ma i prezzi di quei prodotti qui in Europa sono a livelli competitivi rispetto ai manufatti prodotti in UE, ma dello stesso ordine di grandezza, il che consente la realizzazione di rilevanti utili, spesso non tassati per via del giro di fatturazioni attraverso paradisi fiscali.
Il fatto si ripete non solo al livello “alto†delle grandi società , ma anche fra piccoli venditori nostrani, i quali, facendo capo ad uno di loro, il più intraprendente, il quale si è improvvisato grossista importatore e canalizzatore delle fatture di acquisto (tramite la Repubblica di San Marino), acquistano le merci prodotte con lavoro retribuito con 50 dollari USA al mese.
Come intervenire?
Occorre costituire gli Stati Uniti d’Europa, concordare con gli USA le regole per il rispetto dei diritti civili, umani, del lavoro, religioso, bancarie, finanziarie, fiscali, delle donne, di ogni religione, etc.. Quindi occorre imporre l’embargo a qualsiasi tipo di relazione per i paesi “terzi†che non rispettino queste regole.
Stati Uniti d’Europa? Come procedere? Occorre superare il “sistema del primo livelloâ€, cioè quello del “primo livello delle affermazioniâ€, cioè occorre superare il livello di coloro che sanno formulare solo la prima enunciazione, l’enunciazione di principio, e non sanno o non vogliono approfondire il progetto, spendere energie a formulare una sua strutturazione completa, un “modello completo†di Stati Uniti d’Europa da mettere sul tavolo dell’UE, quale “oggetto†sul quale lavorare, discutere, ragionare … Chi se la sente di provarci? Di dedicare tempo a questo progetto? Lo Stato che se ne facesse carico acquisirebbe molta autorevolezza. Ci proviamo noi Italiani?
Qualcuno dei miei lettori conosce il Premier Letta? Se si, potrebbe suggerirgli l’idea? Grazie, fatemi sapere …
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![th[2] (3)](http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/wp-content/uploads/2013/05/th2-3.jpg)