FUGHE ALL’ESTERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2013 @ 7:46 am

Detto altrimenti: di capitali, ma non solo. Impostiamo il problema in modo unitario, diamogli al giusta centralità, la necessaria attenzione. In questa sede sotto il profilo del metodo della analisi e di una prima copertura finanziaria.

 I fatti

J. S. Bach: le sue “fughe” erano di tipo diverso …

1 – Fughe di capitali. Un esempio. Si fanno transitare le fatture attraverso un Paese fiscalmente compiacente, senza fare nomi, per carità, la Repubblica di S. Marino: l’utile si forma direttamente all’estero. Da lì, trasferire i denari in Lussemburgo è un gioco da ragazzi. In Lussemburgo si sottoscrive la maggioranza di un Fondo di Investimento Mobiliare che “fa investimenti in Italia”. A quel punto se si produce un utile, esso va “legittimamente” in Lussemburgo.

2 – Fughe di studenti meritevoli. In Italia diminuiscono gli investimenti pubblici sulle Università. Aumentano le tasse universitarie. Diminuiscono gli investimenti sulla ricerca. I migliori studenti sono attratti da Università estere (Austria) nelle quali invece i costi per gli studenti meritevoli diminuiscono, gli investimenti in ricerca aumentano etc..
Fughe di cervelli già formati. Sono riconosciuti, apprezzati e pagati all’estero molto di più di quanto non avvenga in Italia. E se ne vanno (ad esempio in USA, D, etc.).

3 – Fughe di posti di lavoro. Si delocalizza la produzione in Paesi nei quali la manodopera costa molto meno. Anche perché talvolta non sono rispettati i diritti civili ed umani, le norme sulla sicurezza sul lavoro, le norme per la salvaguardia ambientale … tutte “cose” che costano e che farebbero crescere i costi di produzione e quindi di vendita del prodotto.

4 – Fughe di know how. I Paesi esteri di cui alla fuga precedente imparano l’arte e la mettono … al lavoro: si liberano del legame strumentale iniziale ed iniziano a “lavorare in proprio”.

5 – Fughe di SpA. Siamo nel Nord Est. Una SpA impiega due anni per ottenere la licenza edilizia per un suo capannone. Non riceve credito dalle banche. In Austria la licenza viene data in sette giorni. Idem il credito bancario. La SpA si appresta a trasferirsi in Carinzia. Del resto, la Carinzia non è sola a fare campagna acquisti di imprese italiane: Vi sono anche Serbia, Polonia, Croazia e Bulgaria, tanto per non fare nomi … interessate soprattuto alle PMI (Piccole Medie Imprese italiane).

6 – Fughe di maggioranze azionarie. A Milano la Cina sta aprendo una sua Agenzia di Rating ed una filiale della Bank of China, per studiare le SpA italiane ed acquisirle.

 L’approfondimento

Siamo in campagna elettorale. C’è un partito che faccia della soluzione unitaria di questo complesso ed articolato problema un punto forte della sua futura azione politica?

Una mia proposta

I fondi necessari per  cercare di porre rimedio almeno ad alcune fughe di cui sopra potrebbero essere reperiti, tanto per cominciare, non acquistando gli F35 e non realizzando il TAV. E’ una questione di priorità. E poi, anzi, non “poi” ma “subito” promuoviamo la costituzione degli Stati Uniti d’Europa, per gestirci unitariamente all’interno e per imporre all’esterno  – in accordo con gli USA – il rispetto dei diritti umanie  civili e delle regole fiscali, finanziarie, bancarie, sulla sicurezza sul lavoro e sul rispetto ambientale.

 

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“2084”, Capitolo 4° (i capitoli precedenti sono pubblicati in data 4, 6, 10 gennaio 2013)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2013 @ 7:10 am
George Orwell

Detto altrimenti: un nuovo “1984” …

La mattina seguente Franz aveva fretta di riprendere il suo lavoro. Nella notte si era svegliato più volte. Erano state alcune idee a svegliarlo. Gli capitava spesso. Le idee ormai erano autonome. Nascevano e maturavano da sole e poi, improvvisamente, si affacciavano nella sua mente, affollandola, inizialmente “ a sua insaputa”, indipendentemente dalla sua volontà di ricerca. Franz era sempre stato un creativo. Infatti Franz era così allenato a “creare” che la sua mente era come un terreno fertile, una lettiera ben concimata, apparentemente non seminata, dalla quale però, improvvisamente e spontaneamente, germogliavano pianticelle d’ogni specie.

Salutò distrattamente Jaqueline, intenta a preparare la colazione per Edoardo, e si sedette a tavola con la barba del giorno prima. Non era mai successo: una regola non scritta della famiglia era di presentarsi al rito della colazione mattutina perfettamente in ordine. Jaqueline lo notò, ma non disse nulla. Aveva percepito il “rumble rumble” del cervello del marito, lo sapeva impegnato in un compito delicato, quella relazione per il Presidente, lui le aveva accennato della cosa …

Improvvisamente Franz lasciò cadere la fetta biscottata che stava pucciando nel latte, e presa una penna scrisse frettolosamente un appunto sulla salvietta di carta: ecco, aveva vinto l’Idea, quella che la colazione non era più riuscita a trattenere. Franz sorrise. Ora era sicuro che anche quella parte della sua relazione sarebbe riuscita bene. Le Agenzie di Rating Usa, Europee e Asiatiche! Asiatiche … ecco il tassello che mancava!

Ora ricordava benissimo come era sorta l’idea di costituire l’ERA, European Rating Agency. Tutto era cominciato quasi per caso. Era stato un blogger di cui non ricordava il nome a suggerirne la costituzione, non tanto per duplicare il lavoro già svolto dalle Agenzie USA, quanto piuttosto per verificare il comportamento proprio delle consorelle americane.

Infatti  l’FBI-E, L’Ente Federale Europeo di Investigazione aveva accertato come la loro aione fosse stata viziata  più volte da pesanti conflitti di interessi; come le Agenzie ricevesseroil mandato oneroso di “classare” bene certe banche e società proprio dalle stesse “esaminande”; come in molte occasioni vi fossero stati conflittuali intrecci azionari e come,  last but not least, le Agenzie si fossero spesso arricchite anche acquistando o vendendo titoli e azioni degli enti, stati, banche e società che avrebbero classato bene o male solo dopo pochi giorni.

A seguito di ciò era successo che un politico (appena giunto in ufficio sarebbe andato a ricercarne il nome fra le sue carte) aveva fatto sua l’idea dello sconosciuto blogger e aveva proposto e fatto approvare dal Governo dell’Unione la costituzione di ERA, European Rating Agency, per la valutazione proprio delle consorelle USA.

L’intuizione del blogger, e quindi l’iniziativa di quel politico era stata avvalorata dal fatto che poco tempo dopo l’uscita dei post sul blog di quel tale, era avvenuta un fatto al quale all’epoca, non era stata attribuita subito  la giusta importanza. e cioè l’annuncio che entro breve la Cina avrebbe aperto a Milano una sua Agenzia di rating, per valutare le società italiane che i capitali cinesi avrebbero cercato di acquistare. Avrebbe evindenziato anche questa connessione al suo Presidente.

Franz, Franz, è la terza volta che ti rivolgo la parola … ma pare che tu abbia la testa altrove. Cosa c’è stai male? C’è qualche problema?
No, Jaqueline, scusa, nessun problema, anzi, quello che avevo nel frattempo si è risolto da solo … sai come sono fatto, abbi pazienza … è il mio lavoro … Vieni qui …. un bacio e scappo in ufficio. Salutami tu Edoardo, che fa, dorme ancora? Beata gioventù!

(continua)

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IL GOVERNATORE DEL TRENTINO LORENZO DELLAI, PARLAMENTARE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2013 @ 5:55 pm

Detto altrimenti: Trentoblog? E allora parliamo un po’ di Trento, anzi, del Trentino

Sen. Bruno Kessler

Lavoravo a Milano. Mi proposero di venire a lavorare in Trentino. In una SpA che poi scoprii essere presieduta da un Senatore, Bruno Kessler. L’ultimo mio incarico di lavoro in Trentino l’ho poi ricevuto in una Spa comunale di un Comune retto da un altro Senatore. Ora mi accingo a parlare di un terzo (imminente, prossimo) – questa volta  “mio” – Parlamentare, Lorenzo Dellai. E mi permetto di dire “mio” solamente perché Dellai è stato Sindaco della “mia” città, Governatore della “mia” Provincia Autonoma e Presidente della “mia” Regione (Città, Provincia e Regione d’adozione e di residenza da 25 anni, essendo io nato a Genova).

Lorenzo Dellai

 

Lorenzo Dellai. Più volte Sindaco di Trento, più volte Governatore del Trentino, più volte Presidente della Regione Trentino-Sud Tirolo (alias Alto Adige).

Molti lo stimano. Altri lo invidiano. Alcuni lo criticano. I detrattori affermano “Non approvo questo o quello delle sue decisioni, io avrei fatto diversamente. E poi ha governato troppo a lungo ed ha avuto troppo potere”.

Nel dire ciò, innanzi tutto mettono a confronto le mele, cioè “anni di governo effettivo” con le pere, cioè “idee e programmi di un eventuale governo”, il che non torna per nulla …

Se poi è mancata una alternanza, (sempre che “colpa” si possa definire la continuità di governo) ciò non è imputabile a Dellai, ma a chi non ha saputo superarlo nella competizione elettorale: cioè proprio di chi vorrebbe criticarlo!

Quanto al troppo potere, anche a me del resto è capitato – e con questo non voglio certo paragonarmi a Lorenzo – è capitato, dicevo, di essere accusato di avere governato troppo a lungo una Spa e soprattutto di avere in essa troppo potere. Accusato da chi? Proprio dagli Azionisti che mi avevano via via riconfermato il mandato e che quel “troppo potere” mi avevano conferito! (Nel frattempo io raggiungevo tutti gli obiettivi societari!).

Dellai a Roma per non  sprecare ma per valorizzare l’esperienza politica e di governo che ha maturato: Dellai prosegue la traccia di Bruno Kessler, anch’egli Parlamentare dopo essere stato Governatore della Provincia Autonoma.

Di cosa potrà arricchire Roma, il nostro Governatore? Egli potrà difendere l’Autonomia (nostra) e promuovere l’Autonomia (di tutti). Potrà cioè trasferire a livello nazionale la sua capacità per contrastare le spinte centraliste e quelle separatiste, attraverso la costruzione di un regionalismo istituzionalmente, funzionalmente e fiscalmente equilibrato, verso un’Italia ed un’Europa delle Regioni e delle Euro-Regioni, passaggio intermedio verso quelli che mi auguro potranno essere gli Stati Uniti d’Europa. Dellai Ministro? Perchè no? Per queste politiche, ad esempio.

Infatti l’esperienza di Dellai, rispetto ai suoi colleghi romani, è unica: nessun altro parlamentare “romano” ha maturato contemporaneamente (“contemporaneamente, questo è il punto!)  (1) una capacità politica di altissimo livello, quale quella che si vive all’interno di una Autonomia Speciale Storica quale è la nostra, unita al (2) contatto con le realtà locali, i Comuni, gli operatori economici, la gente. Ancora, qui in Trentino si è gestito da sempre  (3) l’aspetto internazionale dei rapporti con il Sud Tirolo e con l’Austria. Quali migliori referenze quindi, quale migliore scuola, quale migliore “palestra di roccia” per affrontare a Roma i problemi di un Paese euro-regionalmente proiettato verso l’Europa?

E’ un fatto di consapevolezza. La consapevolezza che noi tutti dobbiamo avere del “valore aggiunto” che l’esperienza poltica amministrativa delle Autonomie Speciali, della Nostra Autonomia Speciale ha rispetto ad altre singole esperienze maturate (maturate? Nel migliore dei casi … “maturate” e non “improvvisate”, e poi,  in un solo ambito, non certo in tre!) su “singoli livelli” anzichè realmente vissute a “tutti i livelli” come accade all’interno della nostra Autonomia. Ed occorre che questa stessa consapevolezza sia trasmessa agli ambienti politici romani ed europei. Ecco un compito rilevante che Dellai è sicuramente in grado di svolgere ottimamente.

Infine, mi aspetto che Dellai porti a Roma un forte contributo alla soluzione della Questione Morale a vantaggio del “bene comune”, presupposto per risolvere la Questione Sociale. Questa battaglia sarà comunque la più difficile ma … ma io sto leggendo tutto sulla vita di un altro Lorenzo, Don Lorenzo Milani. All’inizio molti lo hanno criticato. Oggi i suoi scritti, la sua azione sono materia di studio nelle scuole.

Il Trentino sta mandando a Roma il proprio Governatore. Credo che sia nell’interesse di tutti noi sostenerlo, anche nell’interesse di chi, localmente, può avere idee diverse dalle sue circa il governo locale. Infatti la nostra Autonomia va spiegata, aggiornata, compresa  e diffusa a livello nazionale a Roma e in Europa, non più solo o soprattutto a Trento.  In bocca al lupo, Lorenzo!

E a noi in Tentino, cosa resta? Innanzi tutto il Trentino “che abbiamo (avuto conservato e implementato)”, e poi anche un maggior peso specifico nel nostro rapportarci con Bolzano.

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NON FACCIAMO FIGURE DA CIOCCOLATAI !

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2013 @ 7:23 am

Detto altrimenti: non facciamo figuracce! (La 7 Trasmissione di Santoro del 10 gennaio 2013)

“Pinocchio, le bugie non si dicono!”

Fare una figura da cioccolataio. Era un’espressione del mi’ babbo, toscanaccio doc, per dire “non facciamo brutte figure”. Non so se la si usa anche al di fuori del Granducato di Toscana e comunque non intendo mancare di rispetto ai cioccolatai, per carità, ci mancherebbe altro!

Solo che andare in giro a dire che non è “nipote” ma “parente”; che la Deutsche Bundes Bank ha complottato contro un governo straniero, contro uno stato straniero, e poi essere smentiti per iscritto e poi dire non era la Bundes, era la Deutsche Bank e poi essere smentiti per iscritto anche da questa banca, vuol proprio dire raccontare bugie internazionali, fare la figura di cui sopra, non essere credibili, affidabili, seri.

E poi ci sono le bugie nazionali: Marco Travaglio diffamatore di professione? Mai condannato in via definitiva per diffamazione … querelato!

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STATI UNITI D’EUROPA … ALLERTA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2013 @ 6:41 am

Detto altrimenti: dall’oriente con furore
Da internet:

La crisi economica intrecciata alle debolezze strutturali del “sistema Italia” espone settori strategici del made in Italy alle mire espansionistiche di imprese asiatiche, in particolare cinesi, a detrimento della competitività nazionale e dei livelli occupazionali.

 E’ questo l’allarme che il Dis (Dipartimento di informazioni per la sicurezza), l’organismo di raccordo dei servizi di intelligence che fa capo a palazzo Chigi, ha cominciato a lanciare nella relazione presentata al Parlamento nel febbraio 2012 e ha meglio circostanziato negli ultimi mesi.

In particolare il Dis, come riferito oggi da Repubblica e confermato dalla fonte, avrebbe acceso una spia rossa sull’acquisizione della casa di yacht Ferretti, gravata da un debito di 580 milioni di euro, da parte del produttore cinese di macchinari Shandong Heavy Industry nel 2012, nel timore che i vertici cinesi abbiano intenzione di delocalizzare la produzione dei natanti, lasciando in Italia solo le linee di rimessaggio e manutenzione.

Mantenendo sempre il focus sulla Cina, il Dis ha puntato il dito sulla riconversione dell’area Falck di Sesto San Giovanni, un affare di alcuni miliardi di euro, sottolineando che l’interesse di investitori cinesi per questo business sarà supportato dalla prossima apertura nella cittadina alle porte di Milano di una filiale della Bank of China.  Inoltre l’intelligence segnala che aprirà a Milano nei primi mesi del 2013 l’agenzia di rating cinese Dagong, allo scopo di valutare la fattibilità degli investimenti in Italia.

E noi, che facciamo?

Dobbiamo assolutamente riunirci negli Stati Uniti d’Europa e fare un accordo con i cugini USA, nel senso di vietare ogni relazione commerciale, industriale, bancaria, finanziaria etc. con i paesi che non rispettano i diritti umani e civili.

Dobbiamo creale la ERA, European Rating Agency, l’Agenzia di rating Europea.

Va bene attrarre capitali stranieri in Italia, ma manteniamo noi il controllo delle società, la maggioranza azionaria, altrimenti saremo “colonizzati” in casa nostra.

Vi sono paesi che violando tali diritti, paesi nei quali i nuovi capitalisti, avvalendosi di un popolo di lavoratori schiavi pagati pochissimo che lavorano 4.000 ore l’anno, producono beni a prezzi irrisori (rispetto ai nostri costi), beni che poi vendono a noi consumatori occidentali, arricchendosi con i nostri soldi e facendo una concorrenza sleale alle nostre imprese le quali addirittura falliscono e vengono acquistate dai capitalisti di quel paese.

Solo 150 anni fa eravamo noi occidentali europei a fare ben due guerre dell’oppio alla Cina, “rea” di avere vietato ai suoi cittadini l’importazione e l’uso dell’oppio che la GB le vendeva. dopo averlo prodotto nella sua colonia India, avvalendosi dell’opera di schiavi … ops, scusate, si chiamavano coolies, fa più fine … Sarà la nemesi storica? In ogni caso, sveglia Europa! Sveglia Occidente! Nel fare legittimamente il nostro interesse, faremmo anche quello dei milioni di lavoratori schiavi di un nuovo colonialismo spregiudicato e schiavista!

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TRE “INSULTI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2013 @ 8:19 pm

Detto altrimenti: “donne, comuniste, femministe”

Il commento sui tre giudici si commenta da solo.

La “Siora Veronica” della foto (questo è il suo nome!) è un bragozzo gardesano, una vecchia barca da carico di fine ottocento, restaurata ed attrezzata con l’armo a goletta, che fa servizio turistico sul Lago di Garda. Se la volete noleggiare, la trovate in internet. E per pagare il noleggio potete usare assegni della Bundesbank … no, della Deutsche Bank … scusate, una piccola svista …

Ma non è di lei che voglio parlarvi … ma di un’altra Siora Veronica. Rispetto in pieno la sentenza dei tre giudici. Non contesto il fatto che sia stata rispettata la lettera della legge. Non contesto la legge che prevede che l’appannaggio debba essere in linea con il “precedente tenore di vita”.

Mi limito ad una sottolineatura circa il livello di un tenore di vita, di quel tenore di vita. Si può essere ricchi, anzi ricchissimi, senza per questo che debba esistere come valore assoluto, valore di riferimento, valore accettato, valore sognato, valore invidiato, valore anelato e quindi necessariamente  “valore giudicato”, un tenore di vita a livelli che definirei “scandalosi”.

Pretendere che esista un “valore di riferimento così elevato” e quindi essere nel buon diritto (ex lege) di potere (continuare ad) avere un tenore di vita da 200.000 euro al giorno (dopo due anni però ridotti a “soli” 100.000), contro i 54 euro al giorno di un operaio che ne guadagni 20.000 l’anno, se pure è fortunato ad averlo, il lavoro … bè, non so cosa dire …

La legge va rispettata, ma proprio in questi giorni sto finendo di leggere un libro sulla vita di Don Milani, secondo cui “l’obbedienza alla legge non sempre è una virtù” (Neera Fallaci, “Dalla parte dell’ultimo – Vita del prete Lorenzo Milani, Ed. BUR, 2007, pag. 554).

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“2084” – Capitolo 3°

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2013 @ 4:10 pm

Detto altrimenti: troverete i capitoli 1 e 2 ai post del 4 e del 6 gennaio 2013

Franz era stanco. Aveva lavorato tutta la giornata alla relazione che il Presidente dell’EG, European Governement avrebbe tenuto innanzi alle Camere riunite, circa la situazione del sistema bancario della Confederazione.

Aveva dovuto andare a rileggersi tutta l’evoluzione storica del sistema, con particolare riferimento alla svolta epocale avvenuta nei primi decenni del secolo, allorquando alcune fra le maggiori banche del sistema si erano lanciate a “far finanza in proprio”” anziché far banca, avevano assunto rischi enormi in forma diretta e stavano per fallire, costringendo gli Stati ad intervenire con prestiti a tasso agevolato e capitalizzazioni. Ciò in quanto in allora giustamente si era voluto evitare che la “mala gestio” bancaria mettesse a rischio i risparmi dei cittadini. Solo che per salvare i risparmi dei cittadini si erano tassati i cittadini stessi, per raccogliere il denaro da dare alle banche …

Questa della necessità di salvaguardare i cittadini era stata di fatto un alibi per alcuni banchieri, i quali si erano lanciati in speculazioni assai rischiose, contando che le loro banche fossero comunque “to big to fail”, troppo importanti per essere lasciate fallire, e loro stessi, personalmente, “to big to jail”, troppo importanti e troppo “in vista” per subire la pena del carcere. E nel frattempo i loro Consigli di Amministrazione avevano deliberato (e pagato) a loro favore enormi premi di produzione di utili immediati, premi che – ovviamente – non erano stati restituiti quando, negli anni successivi, da quelle loro scelte erano derivate perdite ben superiori.

A seguito di ciò, le Associazioni di categoria delle banche interessate al fenomeno avevano impegnato le loro aderenti “ a non far finanza per cinque anni”, il che era una implicita ammissione degli errori precedentemente commessi. Anche il bambino, quanto ti dice “Prometto che non lo farò più ..” implicitamente ammette la marachella …

Ma nel frattempo era intervenuto un altro fatto, ben più rilevante. Gli stessi clienti delle banche in questione decisero di “cautelarsi da soli” e progressivamente, senza clamore, senza che fosse intercorso alcun accordo o alcuna class action, trasferirono i loro depositi dalle banche con tendenza ad operare da finanziarie a banche immuni da tale “inclinazione”. Il risultato fu che molte banche chiusero i battenti senza coinvolgere i propri clienti.

In questo business spontaneo avevano cercato di inserirsi anche importanti banche cinesi, ma fu loro impedito dalla legge europea che vietava qualsiasi rapporto commerciale, industriale, di joint venture, bancario o finanziario con i paesi che non garantivano il rispetto dei diritti umani e civili.

Questa era la storia. Ora il Governo Europeo aveva aperto una trattativa con gli USA per la definizione di una nuova disciplina bancaria e finanziaria comune. Ecco la ragione a seguito della quale gli era stato richiesto di preparare una relazione sull’accaduto. Inoltre gli era stato precisato che analoga analisi avrebbe dovuto effettuare sulle Agenzie di Rating USA, sul loro modo di funzionare e sulla costituzione, avvenuta a ridosso della fondazione degli Stati uniti di Europa, della ERA European Rating Agency, creata per controllare l’operato delle consorelle USA  (!), non sempre cristallino e disinteressato. Ma a questo argomento si sarebbe dedicato l’indomani.

Franz chiuse i fascicoli in cassaforte, spense la luce e si diresse verso casa, ben sapendo che avrebbe dovuto concedersi alle domande di Edoardo, sempre ansioso di imparare, capire, studiare come andavano le cose dell’Unione. Anche perchè  “… il prof è molto esigente!”

 (continua)

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TECNICHE AZIENDALI E DI GOVERNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2013 @ 3:36 pm

Detto altrimenti: anche per il Governo della nazione, prendiamo ciò che c’è di buono … ovunque esso si trovi …

… anche dalle tecniche di gestione aziendale. Io ho “governato” molto, solo SpA e nelle SpA si fa così:

Il primo anno di vita si redige un Piano Strategico, il quale deve essere aggiornato se cambiano rilevanti condizioni di contorno (crisi economica nazionale o europea, nuove leggi agevolative o restrittive, importanti mutamenti del mercato, etc.). Si tratta di un documento di poche pagine, che traccia le linee fondamentali dell’azione della Spa, che deve essere sempre aggiornabile e aggiornato.

Su questa base, il primo anno si redige un Piano Pluriennale (ad esempio triennale) e quindi lo si aggiorna di anno in anno: per questo il Piano si chiama “scorrevole”. Esso è basato su “stime” cioè su ipotesi ancora abbastanza incerte (chi può prevedere il futuro?).

Su questa base ogni anno si redige il Piano annuale (budget). Esso è basato su “previsioni” cioè su dati previsionali abbastanza certi.

Su questa base di redigono i report mensili e semestrali: ognuno di essi, con i dati di consuntivo e la proiezione a fine anno (“previsioni”). Questi dati si confrontano con il budget, che rimane immutato.

Su questa base, verso la fine di ogni anno (ad esempio a novembre) si redige il pre-consuntivo, cioè una previsione di chiusura dell’esercizio molto, molto verosimile. Questi dati si confrontano con il budget, che rimane immutato.

Dopo la fine dell’anno, sui redige il consuntivo dell’anno trascorso. Questi dati si confrontano con il budget, che è rimasto immutato.

Il primo obiettivo di ogni SpA è innanzi tutto la formulazione un budget attendibile. Quindi se il risultato finale è molto peggiore o anche molto migliore del budget, ciò significa che si è sbagliato almeno una volta: nella redazione del budget. Il secondo obiettivo è il pieno raggiungimento del budget. Né più, né meno.

I dati di budget? ve ne elenco alcuni: l’ordinato (gli ordini acquisiti); il fatturato; l’incassato; i costi ed i ricavi finanziari; i costi del personale; il livello delle spese generali; l’andamento del margine positivo (utile) o negativo (perdite).

Orbene, supponiamo di non avere sbagliato a fissare il budget dell’anno. Per raggiungerlo ogni bravo Capo Azienda deve avere alcune soluzioni: quella adottata, una di riserva se la prima non va bene, una di riserva se non va bene nemmeno la seconda, e così via. Infatti il “padrone” della Società, l’Azionista, in sede di Assemblea deli Azionisti, gli potrà sempre dire: “Io ti pago perché tu fissi un budget credibile e perché tu lo raggiunga. Il resto è un problema tuo. Io ti giudicherò dai risultati”.

Vedete bene quanto si programma e controlla una spa, anche se di piccole dimensioni. Mi domando: quanto di più potrebbe/dovrebbe essere fatto nei confronti di quel grande Sistema Societario e Sociale che è il nostro Paese?

Passiamo all’azione di governo con un esempio concreto: la Questione ILVA. Il Governo ha operato in modo da consentire la prosecuzione della produzione, in parallelo alla sistemazione dei problemi ambientali, nonostante il divieto della Magistratura Ordinaria, la quale invece aveva apposto sigilli, sequestrato semilavorati etc.. La Magistratura ordinaria è ricorsa alla corte Costituzionale sollevando il problema del conflitto di interessi fra due poteri dello Stato, quello esecutivo e quello giurisdizionale.

Mi domando: il capo Azienda (Governo) ha comunque pronta la soluzione da adottare soprattutto per l’ipotesi che sia accolto il ricorso della Magistratura Ordinaria che vuole bloccare la produzione? Oppure in tal caso ci sentiremo dire: “Che volete, tutti noi medici abbiamo operato bene, nessuno ha colpa se il paziente è morto”?

In miei post precedenti ho ipotizzato una soluzione. Noi non possiamo né dobbiamo accettare di essere messi di fronte alla scelta fra due mali: eliminare posti di lavoro (con il blocco della produzione) o sacrificare la salute dei cittadini (con la prosecuzione della produzione). Tertium datur, esiste una terza soluzione: Lo Stato espropri l’azienda, la paghi ai suoi attuali proprietari a valori di mercato al netto delle somme necessarie a risarcire i danni procurati, ad adeguare gli impianti ed a pagare il personale costretto a casa in questo frattempo. Il prezzo potrebbe essere pagato con Titoli del Debito Pubblici Serie Speciale ILVA Irredimibile 2%.

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DEFINIRE LE ALIQUOTE FISCALI IRPEF PER ALGORITMI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2013 @ 2:09 pm

Detto altrimenti: in informatica e matematica, il termine algoritmo indica un procedimento che risolve un determinato problema attraverso un numero finito di passi.

Alzare le tasse (nell’esempio: imposta Irpef), abbassarle, cambiare le aliquote … così, a braccio, a “pancia”? E invece no. Proviamo ad impostare un sistema, proviamo ad utilizzare gli algoritmi. L’ipotesi di lavoro è la seguente:

Suddividiamo le fasce di reddito in un numero assai più elevato delle attuali, ad esempio (importi in migliaia di euro):
0-15; 15-20; 20-30; 30-45; 45-65; 65-90; 90-120; 120-160; 160-210; 210-270; ……500-600; 600-700; …. 1000-1200; 1200-1300 etc.,.

Impostiamo quindi un algoritmo (un sistema software) che ci consenta di calcolare come mantenere il livello totale delle imposte che si vogliono incassare, intervenendo su una serie di sconti fiscali decrescenti a partire dalla classe di reddito più bassa, unitamente ad una serie di aggravi fiscali decrescenti a partire dalla classe di reddito più alta. In altre parole, si applicano sconti tanto maggiori quanto più bassa è la fascia di reddito e si applicano aggravi tanto maggiori quanto più alta è la fascia di reddito. Poiché si è impostato un algoritmo, cioè un sistema software, si possono agevolmente ottenere in tempo reale un numero elevatissimo di simulazioni.

Per realizzare tutto ciò occorre semplicemente

 1. conoscere i dati degli ultimi incassi annuali Irpef e quanto è stato previsto di incassare per il futuro;
2. disporre
• di un PC – Personal Computer
• di un programmatore
• di un esperto in matematica finanziaria.

Quanto sopra consentirà di “vedere cosa succede se”, in tutte le ipotesi possibili ed immaginabili. Dopo, la decisione su quale combinazione adottare sarà ovviamente “politica”, ma, questa volta, “a ragion veduta”, cioè “consapevole”.

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OPEN BLOG, QUASI UN FORUM

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Gennaio, 2013 @ 6:08 pm

Detto altrimenti: quasi una rubrica “Lettere al Direttore”, dico “quasi” perché io sono solo un neo-blogger, non certo il Direttore di un giornale!

Cara lettrice, caro lettore, questo post non è l’ultimo di quelli pubblicati. Ho solo attivato una funzione della procedura che fa in modo che ti appaia come l’ultimo, appena entri nel blog (in realtà invece l’ultimo è quello che risulta il penultimo della serie). Ho fatto così perché, per un certo lasso di tempo, possiate conoscere questa mia iniziativa.

Io sono un fun della “comunicazione” intesa come “communis actio”, azione comune, cioè dell’azione che nasce dal confronto. In parte ciò si realizza già, con la possibilità che ognuno di Voi ha di commentare i miei post.  Tuttavia i vostri interventi restano isolati, in quanto collegati allo specifico post e quindi letti solo da chi è interessato a quel singolo post. Al contrario è mio intendimento lasciare a ciascuno di Voi la possibilità di pubblicare un post “suo” su questo blog “mio”.

Pertanto vi invito a scrivere il “Vostro” post indirizzandolo alla mia mail personale riccardo.lucatti@virgilio.it. Io mi limiterò a correggere eventuali sviste tipografiche; ad eventualmente sintetizzare interventi troppo lunghi; a fare comunque da moderatore rispetto agli standard di Tremntoblog. Interventi per i quali la Vostra partecipazione vale sin d’ora da Vostra preventiva autorizzazione.

I Vostri interventi potranno essere di due tipi: 1) “autonomi” cioè potranno esprimere vostre tesi originarie; oppure 2) potranno contenere domande o osservazioni su miei post, anche con richiesta di incontro personale (il giorno 14 gennaio avrò il primo incontro con una commentatrice dei miei blog, su cui Vi riferirò).

Potrete firmare i Vostri post con il Vostro nome oppure con un pseudonimo: in calce al post io trascriverò la firma che vorrete voi.

Se questa mia iniziativa non avrà successo, il blog continuerà come prima. Se avrà “troppo” successo, sarà mio compito operare delle scelte. Se avrà successo, cioè se i Vostri interventi saranno in numero accettabile, saranno pubblicati tutti.

Vi ringrazio per avere letto questo post che alla data ed ora odierna, ore 18,08 del giorno 9 gennaio 2013, è il 470° di una serie iniziata il 6 dicembre 2011, serie frequentata da oltre 22.000 letture al mese, e attendo l’esito di questa iniziativa.

Buon Trentoblog a tutti!

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