Seràr dala spina e dàverzer dal boròn (o boròm)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2013 @ 4:53 pm

Detto altrimenti: tegnìr dala spina e molàr dal boròn

Botte con il suo boron bene in vista

Detto trentino: chiudere bene il piccolo rubinetto della botte (del vino, ovviamente!) e non accorgersi che grandi quantità del prezioso nettare fuoriescono dal “boron”, cioè da quella grande apertura praticata nelle grandi botti per consentire – ovviamente quando siano vuote! -  l’accesso agli operai per operazioni di pulizia o di riparazione del fasciame.

Questo detto, indifferentemente in una delle sue due forme, viene utiizzato per indicare chi si interviene su piccoli dettagli e non sui problemi più rilevanti.

Il Premier Letta, ne sono certo, saprebbe e vorrebbe da subito fare di più, e cioè saprebbe bene serar il boron ovvrero tegnir dal boron (ad eempio dell’evasione ed elusione fiscale, dei costi della sovrastrutturazione ammnistrativa, etc.)  ma … glielo lasceranno fare? Auguriamoci di sì! Nel frattempo Letta sta cercando di  serar il maggior numero di spine possibili.

Forza Letta!

 

 

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LE IDEE E LE PROPOSTE DEL BLOG A “PRIMA PAGINA” E AL FESTIVAL DELL’ECONOMIA DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Maggio, 2013 @ 11:05 am

Detto altrimenti: questa mattina, a “Prima Pagina” su Radio 3 …

Il Direttore de l’Adige, Pierangelo Giovanetti

Questa settimana  la trasmissione RAI  3 “PRIMA PAGINA”  è condotta da PIERANGELO GIOVANETTI, Direttore de l’Adige. Ho telefonato da Riva del Garda. La redazione ha accettato la mia richiesta di intervento. Ho parlato con il “nostro” Direttore. Gli ho chiesto se non ritenesse possibile inserire fra i temi del Festival dell’Economia di Trento anche la possibilità per lo Stato di emettere titoli di debito pubblico irredimibili (come già positivamente sperimentato nel 1935). Mi ha detto che farà in modo che ciò avvenga.  Sono grato al Direttore per la Sua disponibilità.

Qui di seguito mi spiego meglio, ancora una volta, non certo per il Direttore Giovanetti, bensì per i “non addetti ai lavori” (importi in miliardi di euro).

 1. Obiettivo che si prefigge quanto sto per proporre: riduzione del debito pubblico; creazione di liquidità che lo Stato possa destinare a investimenti produttivi, welfare e riduzione del debito “redimibile”.

 2. Essere indebitati: non è un “minus” ma un “plus” se con il denaro che ho preso a prestito genero utili maggiori degli interessi che devo pagare ai miei creditori.

 3. Titolo di debito pubblico irredimibile: è un titolo sul quale lo Stato paga solo interessi e non è tenuto alla restituzione del capitale (cioè: non “deve” rimborsare il capitale, ma  – ove lo decida – “può”).

 4. Il nostro debito pubblico (oggi interamente redimibile) è pari a 2.000 sui quali lo Stato paga circa 80 l’anno di interessi, il che significa che in media gli/ci costano il 4%. Circa 1000 sono posseduti da cittadini italiani.

 5. Per comodità di ragionamento ipotizziamo che siano in scadenza 500 di titoli “redimibili” al 4%. Lo Stato emette 1000 di irredimibili al 5% i quali vengono tutti sottoscritti (ma il ragionamento funzionerebbe anche se ne fossero sottoscritti solo una parte).

 6. Lo Stato rimborsa i vecchi 500 in scadenza e quindi il totale del debito scende da 2000 a 1500. I nuovi 1000 non sono un debito di capitali ma solo un debito di flussi di interessi. Di questi 1000, dopo avere rimborsato 500 dei vecchi, allo Stato ne restano 500 disponibili per investimenti, welfare e rimborsi di redimibili. A titolo di interessi lo Stato non pagherà più 80 l’anno, ma 60 sui 1500 e 25 sui 500, totale 85, cioè 5 in più, il che non danneggia il sistema, anzi, lo migliora, se i 500 sono investiti in modo da generare un rendimento superiore al 5%.

 7. I nuovi sottoscrittori potranno rientrare in possesso del capitale vendendo i loro titoli in borsa (cioè sul mercato secondario), nel senso che vi saranno acquirenti desiderosi di investire anche quando lo Stato non sta emettendo titoli irredimibili. Il prezzo di vendita sarà inferiore, uguale o superiore al costo del loro acquisto a secondo che la domanda di acquisto in borsa sia inferiore, uguale o superiore alla quantità di titoli offerti in vendita.

 8. Ammettiamo che quanto al punto 6) sia “censurato” dall’UE, nel senso che l’UE voglia computare come nostro debito anche le nuove emissioni di irredimibili: noi potremmo, anzi potremo, anzi dovremo chiedere e soprattutto ottenere dall’Europa l’OK sulla nostra impostazione, se non come regola accettata, almeno come deroga accettabile e quindi come deroga accettata (GB e F hanno già ottenuto dall’UE importanti deroghe su materie diverse).

 9. Il tutto si regge se ed in quanto lo Stato presenti all’UE la proposta degli “irredimibili” insieme ad un Piano di Rafforzamento e/o Riconversione del Sistema Produttivo Italia e di Interventi Strutturali su riorganizzazione dell’apparato amministrativo (ad es. eliminazione delle province); poderosa sburocratizzazione; revisione delle priorità di investimento; riduzione dei costi della politica; eliminazione di tutti i privilegi di tutte le caste; revisione della Costituzione, della legge elettorale, bancaria, delle aliquote fiscali, delle norme anti corruzione ed antievasione, etc..

Il Premier Enrico Letta

Perché sono giunto ad ipotizzare un intervento così massiccio di ben 500 miliardi “liberi”, disponibili per investimenti produttivi, welfare e rimborso di titoli redimibili? Perché temo che la velocità di caduta dell’Aeroplano Italia sia superiore alla potenza dei motori di cui il Comandante Letta dispone e che egli sta comunque spingendo al massimo per riprendere il controllo di un Velivolo che da tempo sta pericolosamente perdendo quota con una accelerazione esponenziale …

Per i giuristi nazionali ed europei: Signori, alla vostra possibile obiezione che quanto sopra non si può fare “de iure còndito”, cioè sulla base delle attuale leggi, dico: facciamolo “de jure condendo”, cioè, cambiamo le leggi in modo che lo consentano.   Il sindaco di Firenze Giorgio La Pira stava assegnando le case popolari alle famiglie più bisognose. Gli fecero osservare che i criteri di assegnazione previsti dalla legge erano diversi. Lui rispose: “Io assegno le case secondo equità: voi andate a cambiare le leggi”. Tertium non datur, cioè non vedo altre soluzioni.

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S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2013 @ 8:14 am

Detto altrimenti: se non hanno pane, che mangino brioches!

Sei mesi … per sei euro di cibo rubato

Così avrebbe risposto Maria Teresa d’Austria, infanta di Spagna e moglie di Luigi XIV riferendosi all’affamato  popolo francese, durante una rivolta dovuta alla mancanza di pane. E da noi, oggi, qui, in Italia, chi è disoccupato, non ha più soldi per comperare il cibo per il figlio di quattro anni va a rubare pochi generi alimentari in un supermercato, viene scoperto, arrestato e condannato a sei mesi di prigione. Siamo tornati al tempo di “Ladri di biciclette” (solo che oggi le bici rubate sono d’altro tipo, da migliaia di euro l’una, ma io volevo riferirmi a quelle povere rubate ai poveri del dopoguerra!).

Ecco a cosa penso quando affermo che ben prima del TAV e degli F35 abbiamo ben altre priorità!

Eh no, ministro, non basta sistemare i microfoni come fa il suo capo o ripetere a memoria la lezioncina pro TAV appena imparata …

Del TAV ho già scritto, ma il Ministro Lupi mi ha provocato, ed allora .. Infatti ha detto che “su quella linea passa il 30% delle merci …” ma il 30% di quanto? Di un volume totale di merci decrescente da 20 anni? E poi ci ha detto quanti TIR sarebbero eliminati. Ma già oggi si può fare intermodalità! E se non si può fare, ebbene la si faccia, ma tenendo conto che i treni merci non possono viaggiare ad alta velocità (distruggerebbero la linea ferroviaria con la loro massa!) e che sugli stessi binari  sarebbe folle mandare le merci a 90 kmh e i passeggeri a 200! Prima o poi ci scappa la strage!

Il TAV è utile? 1968. Ero allievo ufficiale di complemento. Durante una lezione in aula il Capitano mi chiese: “Allievo, risponda: il servizio militare è utile?” Io risposi: “Signor Capitano, occorre distinguere: utile a chi lo presta e/o a chi lo riceve? E poi, utile in assoluto o utile in relazione ad altri possibili impieghi del nostro tempo?” La risposta gli piacque. Suonò la campanella. Non ci fu tempo per approfondire. Peccato, avremmo parlato delle diverse priorità e delle diverse utilità relative.

E oggi è assolutamente prioritario il lavoro, il welfare, la verifica del modello di sviluppo, una maggiore giustizia sociale, l’abolizione di tutti i privilegi di tutte le caste, etc. che non il TAV o gli F 35.

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IL BLOGGER, CHI E’ COSTUI? + ILVA DI TARANTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Maggio, 2013 @ 12:27 pm

Detto altrimenti: rileggiamo i Promessi Sposi …

 Anteprima

 

Il manzoniano Don Abbondio

Carneade! Chi era costui?” Ruminava tra sè don Abbondio seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con un libricciolo aperto davanti, quando Perpetua entrò a portargli l’imbasciata. “Carneade! questo nome mi par bene d’averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma chi diavolo era costui?”. Tanto il pover’uomo era lontano da prevedere che burrasca gli si addensasse sul capo.

 Carneade di Cirene (214 – 129 a.C.) è stato un filosofo greco antico della corrente degli scettici. Viene considerato come il fondatore della terza Accademia di Atene (nota anche come Nuova Accademia).

 Ora possiamo iniziare

Un blogger, chi è costui? Lavora da solo, ragiona da solo, di fronte ad un computer. Non ha strutture, uffici, personale. Ma allora … come opera? Raccogliendo notizie, selezionandole, raffrontandole, facendone estratti, traendone collegamenti e riflessioni, evidenziando aspetti che forse ad una prima lettura del “giornalismo stampato o web” passano inosservati, raccogliendo gli interventi scritti dei suoi lettori. Infatti, pur non trattandosi di un “forum”, su ogni post è possibile per ogni lettore formulare il primo, il secondo intervento e così via …

Di questo mio, anzi, nostro blog … quante sono le pagine giornalmente lette, tenuto conto che ogni pagina contiene oltre dieci “post” (alias articoli)? Ogni blogger che si rispetti dispone di un sistema automatico di rilevazioni, ed io sono lieto di comunicarvi che la media delle pagine lette ogni giorno nelle ultime due settimane è di 450 pagine lette al giorno! Quindi, caro singolo lettore, grazie! Come vedi, sei in buona compagnia! Si dice: il web per la notizia. La carta stampata per l’approfondimento. Bè, io credo che “approfondimento” non sia solo scrivere tante pagine su di un unico argomento, ma è approfondimento anche raccogliere tanti pareri su ciascun argomento. In questa accezione anche il blog è approfondimento.

Due miei amici. Giornalisti. Uno più giovane, l’altro più anziano. Entrambi in pensione. Il giovane dice dell’anziano: “Lui era il nostro archivio … già perché di fronte ad accadimento del momento le cui premesse magari risalivano ad anni prima, noi tutti non avremmo potuto scrivere nulla se non avessimo prima consultato l’archivio”.

Ecco, il blog è un archivio pratico, sicuro, aperto a tutti, di facile consultazione. Un esempio?

ILVA DI TARANTO

Da tempo se ne discute. Oggi si apprende che ai suoi proprietari sono stati sequestrati cautelativamente ben 8 miliardi di euro. Cosa si diceva sul blog, da mesi? Basta scrivere il termine “Ilva” nel riquadro della home page, quello appena sotto il curriculum del sottoscritto e subito troverete tutti i precedenti. Cosa dicevano i precedenti? bè, andate voi stessi a leggere …

Comunque, di fronte ai sequestri, arrivano le dimissioni del CDA che dice : “A rischio 40.000 posti di lavoro”, cioè ci vogliono dire “to big to jail”, cioè, troppo grandi per essere arrestati. Cosa avevo scritto io alcuni mesi fa? Ecco qui:

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

Oggi sarebbero “Letta bond”, ma la sostanza non cambierebbe.

P.S.: oggi, 27 maggio 2013, si inzia a parlare della possibile “nazionalizzazione” dell’Ilva, ma solo per dire che l’ipotesi è “in salita”, cioè di difficile attuazione. Ma almeno se ne parla … ed io mi permetto di insistere: se non è fattibile de iure còndito, che lo sia de iure condendo! Cioè, se le leggi attuali non lo consentono, cambiamo le leggi! Obiezione: occorrerebbe l’aok dell’UE! E noi chiediamo all’UE di fare una eccezione come tante ne sono state fatte a GB e Francia!

In ogni caso, al di là dell’acquisto dell’ILVA, i titoli irredimibili potrebbero essere emessi in sostituzione dei titoli attuali (redimibili) man mano che questi vengono a scadenza.

Il sindaco di Firenze Giorgio La Pira stava assegnando le case popolari alle famiglie più bisognose. Gli fecero osservare che i criteri di assegnazione previsti dalla legge erano diversi. Lui rispose: “Io assegno le case: voi andate a cambiare le leggi”.

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Lettera aperta alla Signorina Karima El Marough

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Maggio, 2013 @ 7:06 am

Detta altrimenti, “in arte” Ruby Rubacuori (ma quando mai “in arte”? In quale arte?)

Come vede, fra le tante ben diverse, ho scelto una foto “castigata”, non da “donna oggetto” … apprezzerà …

Gentile Signorina, in quanto  Italiano sono profondamente offeso dalle Sue parole, da come Lei dimostra di considerare le nostre Istituzioni (in particolare la nostra Magistratura), dalla disinvoltura con cui Lei si permette di inondare di “cavolate” i nostri processi. Infatti delle due l’una:

1) o le “cavolate” sono false, cioè i fatti raccontati sono veri, ed allora vi sono alcuni uomini colpevoli;

 2) oppure le cavolate sono veramente tali, cioè sono solo un Suo “millantato credito sessuale ed erotico” ed allora la colpevole è Lei, per avere vilipeso una delle nostre maggiori Istituzioni e tutti noi cittadini che vi crediamo (“vi”, cioè che crediamo nelle Istituzioni … mi comprenda).

Infine, Gentile Signorina, non posso esimermi dall’imputarLe comunque una grave colpa: quella di avere contribuito – come conseguenza del fatto che si parli e riparli di lei – a generare in molti Italiani una malattia mortale: l’ “assuefazione” all’esistenza di problemi del genere di quello che La vede protagonista, e quindi anche l’eventuale “tolleranza” al subentro dell’amoralità all’immoralità (della moralità … neanche a parlarne, purtroppo). Tolleranza … dicevo? Eppure … questo termine …. il termine “tolleranza” mi richiama alla mente un altro fenomeno d’altri tempi  … mi ci lasci pensare … appena mi ricordo Le saprò dire.

Lei è giovane, Signorina, molto giovane … (“prima” era “troppo” giovane!), ha una vita davanti a sé … per il futuro Le auguro di poterla vivere diversamente.

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INCONTRI – 20) ANDREA DANIELLI, Architetto

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Maggio, 2013 @ 6:17 pm

Detto altrimenti: dopo tanto tempo riprendo la serie di interviste a personaggi …

Spesso, pedalando da Riva del Garda, superata la salita iniziale che parte da Drò (ma se provenite da nord, ad esempio dal paese di Sarche, non vi sono salite da superare!), dopo avere costeggiato i massi parenti della roveretana ruina dantesca (le marocche), calo in discesa sul bel Lago di Cavedine. Da velista qual sono ho subito notato la nuova piccola ed interessante scuola di vela “Windvalley Surfcenter Sport & Bar”, interessante anche perché un buon caffè e quattro chiacchere con il gestore fanno sempre piacere. E cosa scopro? Che Andrea Danielli, il gestore, è anche il titolare dell’impresa e che è un giovane architetto di 33 anni, Andrea. Detto, fatto … ottimo motivo per una interessante intervista per il mio blog.

Andrea al … lavoro!

Andrea, innanzi tutto complimenti per l’iniziativa, sia quanto al tipo di scelta che hai fatto, superando i “vincoli” che la crisi odierna pone ad una laurea come la tua; sia per avere scommesso su un sito, il Lago di Cavedine, non ancora valorizzato appieno per quanto invece esso vale.

 Sì, Riccardo, grazie dell’apprezzamento alla mia persona ed al sito! In effetti piuttosto che stare a dannarmi l’anima nel ricercare un posto da impiegato presso uno studio di architettura (peraltro mal retribuito!), ho preferito “architettare” io stesso in proprio questa iniziativa. E poi il “mio” lago … che dire? E’ splendido per chi ricerca la pace … cosa che certamente laghi più grandi (non voglio fare nomi!) faticano ormai ad offrire …

A scuola …

Come, quando ti è nata questa idea, e quanto ci è voluto per realizzarla?

Tutto nasce da un idea che mi è venuta una mattina di primavera del 2005. Fui mosso dal desiderio di creare un luogo di aggregazione basato sullo sport e sulla natura, di crearmi un lavoro e di realizzare qualcosa che mi offrisse la possibilità di trasmettere agli altri la mia passione per gli sport d’acqua e d’aria e più in generale per la natura. Da allora è iniziato un percorso durato in tutto ben sette anni per l’ottenimento dei permessi e delle autorizzazioni necessarie alla realizzazione del progetto. Grazie alla laurea in architettura conseguita nel 2007 a Venezia ho poi curato personalmente la progettazione nei dettagli, dall’ottenimento della concessione edilizia a tutto l’iter di costruzione in cantiere.

… di surf …

Sette anni per i permessi!? Incredibile … poveri noi … e tu che tenacia!! …Ma dimmi piuttosto, quali opere hai realizzato?

Il progetto ha visto l’allargamento del parco, la costruzione della struttura ora sede del centro e la riqualificazione generale di tutta l’area di proprietà di Hydro Dolomiti Enel, che si è espressa favorevolmente all’opera consentendomene la realizzazione. I lavori di costruzione, durati quasi 2 anni, sono stati svolti da me e da mio padre, artigiano di professione, con un significativo apporto di tutta la famiglia. Il centro è stato inaugurato nel settembre 2012 al termine di una stagione di grandi soddisfazioni e di grande entusiasmo.

 L’Ente Pubblico ti ha aiutato?

Il progetto è stato realizzato anche grazie al sostegno dell’Agenzia del Lavoro attraverso l’assegnazione del contributo costituito dal Prestito d’Onore, intervento orientato all’incentivazione dell’avvio di nuove realtà imprenditoriali.

Quali servizi offri ai turisti?

Il centro mette a disposizione le migliori attrezzature ed è stato pensato per adulti e bambini, famiglie, ed amanti della natura, dello sport e del relax. I servizi offerti: corsi di windsurf e di vela, noleggio windsurf, noleggio barche a vela, noleggio kayak. Il tutto accompagnato da un Servizio Bar e punto di ristoro con veranda e ampia terrazza, docce, servizi igienici e spogliatoi, area parco di 2500 mq. zona gioco per i bambini, spiaggia che scende dolcemente fino all’acqua … Il centro è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 22.00 per tutta la stagione, fino alla fine di ottobre.

… sul Lago di Cavedine!

Mi sembra già un buon pacchetto di offerte. Se posso suggerire qualche intervento, che ne diresti di dotarti anche di qualche bicicletta da noleggio? La recente bretella ciclabile che da questa sponda del lago conduce a Pietramurata, consentirà ai tuoi clienti di proseguire, sempre in ciclabile, sino a Sarche: è un percorso sicuro e che non richiede un grande allenamento ai pedali.

Si, Riccardo, mi sembra una buona idea: ti candidi come accompagnatore? Dai che ti assumo! A parte gli scherzi, ci rifletterò. Inoltre penso di organizzare anche una piccola palestra di roccia ed inoltre di offrire ai turisti anche l’idea di una passeggiata intorno al lago, lungo un sentiero che andrebbe meglio segnalato … Per non parlare di orientarli anche alla scoperta delle “Marocche” e delle impronte dei dinosauri. Infine, in un prossimo futuro prevedo di fare rete con strutture ricettive della zona e con il circuito dell’offerta trentina.

Hai un sito internet?

Lo stiamo costruendo.

Andrea, più grinta di così? Anche la traversata del lago ti faccio io … a pedali!

Come sta andando la stagione 2013?

La nuova stagione avviata ufficialmente lo scorso 24 aprile 2012 è iniziata bene, nonostante il tempo non sia dei migliori … e prosegue… sempre a gonfie vele!!! He …he… he …

Complimenti, Andrea, e … alla via così, avanti tutta!

Grazie Riccardo, alla prossima e mi raccomando, sempre con quella tua solita grinta sul pedale!!!

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FATTI E MISFATTI DEGLI ABBONAMENTI E DELLE DOMICILIAZIONI BANCARIE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Maggio, 2013 @ 5:30 pm

Detto altrimenti: le procedure di abbonamento dovrebbero comprendere sistemi di salvaguardia dell’utente, non del suo ingiusto sfruttamento.

Premessa

Tutte le cosiddette domiciliazioni bancarie (bollette della luce, del gas, dei telefoni, di Viacard, del telepass, di internet, etc.) sono autonomamente revocabili nel senso che l’utente può in ogni momento ordinare alla banca di sospenderne il pagamento. In caso di contestazione, si tratterà di un problema fra il fornitore del servizio o dell’utenza ed il cliente.

 C’è un solo caso che fa eccezione: i pagamenti Telepass e Viacard, rispetto ai quali il fornitore ha accettato la domiciliazione bancaria dei pagamenti delle proprie forniture di servizi, solo in quanto la banca stessa abbia assunto un impegno nei confronti del fornitore, per cui essa deve effettuare in ogni caso il pagamento, salvo cercare di rivalersi sul proprio cliente. E se voi provate a chiudere il conto corrente, la banca ve lo permetterà solo dopo che le avrete dimostrato di non essere in debito verso il fornitore. In caso di contestazione, si apriranno due “contenziosi” uno fra il fornitore e il cliente circa la legittimità o meno dell’addebito ed uno fra la banca ed il cliente per recupero a carico del cliente di quanto pagato dalla banca al fornitore.

Fine della premessa

FATTO: abbonamento internet con pagamento a minuti di utilizzo. Il cliente lo usa poco. Poi, distrattamente, lascia acceso il collegamento per una settimana. Il fornitore sa che la ricezione di una fattura di alcune centinaia di euro a chi era abituato a riceverne una di poche decine, può indurre l’utente a bloccare i pagamenti e può far sorgere un costoso contenzioso. Ed ecco che il fornitore si fa carico di avvisare il cliente dell’anomalia e si rende disponibile a rateizzare gli importi dovuti. E’ già qualcosa, direte voi. Anche se non tutto, dico io, perché potendosi verificare che in quella settimana non c’è stato traffico di dati, la tariffa potrebbe essere ridimensionata già in contratto. Ecco, questa sarebbe la “buona fede”, la buona volontà” e “l’onestà intellettuale” che manca in questa contrattistica. Tuttavia ho classificato questo episodio come FATTO e non come MISFATTO (anche per differenziarlo dai due misfatti qui sotto elencati).

MISFATTO n. 1: utente con sua piccola società e partita IVA, con contratto “business” da 8 Giga. L’utente cessa l’attività e comunica la modifica al fornitore. Il fornitore cambia l’intestazione delle fatture ma non il contratto (malafede n. 1) e poiché presume che l’utente utilizzi meno internet, senza avvisarlo gli riduce la velocità di utilizzo da 8 ad 1 Giga (malafede n. 2). Dopo un po’ l’utente ha un dubbio, telefona al fornitore e dopo lunghe peripezie riesce a farsi riaumentare a 5 e poi a 8 Gica un contratto poi comunque entro breve, per ritorsione, disdetterà.

 MISFATTO n. 2: avete cambiato auto o apparato Telepass o Viacard, specialmente se con pagamenti domiciliati presso banca? Preoccupatevi che i contratti “vecchi” siano formalmente chiusi, altrimenti vi addebiteranno canoni annuali anche a fronte di tessere Viacard inutilizzate per anni e comunque, se decidete di chiudere quel rapporto bancario, scoprirete che vi sono domiciliati ordini permanenti di pagamento a fronte di forniture inutilizzate da anni, ordini che devono essere revocati – con dichiarazione del fornitore – prima che la banca vi conceda la anelata chiusura del conto. In questo caso il fornitore NON vi ha avvertito che avevate aperto un contratto inutilizzato da anni, tanto era certo del suo incasso, in quanto garantito da banca e non revocabile se non dietro propria attestazione. Come fate a reperire l’elenco di domiciliazioni vecchie di anni? Ve le fornirà la banca stessa.

 Buona “difesa burocratica” a tutti!

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MUSICA A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Maggio, 2013 @ 3:13 pm

Detto altrimenti: musica classica, in questo caso.

Edoardo Bruni

L’Associazione Culturale “Antonio Rosmini” di Trento, con sede in via Dordi n. 8, –Presidente la Prof. Lia de Finis -. organizza ed ospita annualmente tre concerti di musica classica. Direttore artistico dell’intera manifestazione dal significativo titolo “Verso il Novecento ed oltre: tre concerti-conferenza sulla musica del XIX° – XX° – XXI° secolo” è il pianista musicologo compositore M°. Edoardo Bruni. Ecco i concerti:

 1 – 13 maggio, Edoardo Bruni (1975) pianista e relatore, musiche di Chopin (1810 – 1849); Liszt (1811 – 1886); Rachmaninov (1873 – 1943) e sei brevi ed intense composizioni di Bruni stesso.
2 – 17 maggio, Alessandra Taglieri e Roberto Genitoni pianisti e relatori, musiche di Chabrier (1841-1894), Borodin (1834-1887), Ciajkovskij (1840-1892) Milhaud (1892-1974), Di Fiore (1966).
3 – 23 maggio, il violinista Francesco Iorio (1985) , suona su un “Guarnieri” (!) e su un violino appartenuto a Mozart (!), e il chitarrista classico Carlo Fierens(1986), allievo innanzi tutto del padre a sua volta allievo di Segovia (!) hanno eseguito brani di Pablo de Sarasate (1844 – 1908); Francisco Terrega (1852 – 1909); Niccolò Paganini (1782 – 1840); Jacques Ibert (1890 – 1962); Astor Piazzolla (1921 – 1992); Cesare Lutzemberger (1918 – 2001).

Alessandra Taglieri e Roberto Genitoni (pianoforte a quattro mani), hanno proposto un percorso imperniato sul concetto di viaggio, inteso in senso non solo “temporale” (come tutti i concerti del ciclo, che hanno spaziato dall’Ottocento ad oggi), ma anche “spaziale”: il pubblico è stato trasportato così dalle memorie wagneriane di Monaco di Baviera (riviste da Chabrier in chiave salottiera e quasi ironica) alle steppe dell’Asia centrale di Borodin, attraversando poi l’Italia del Capriccio Italiano di Ciaikowski (che ripresenta, in un pout-pourri molto gradito dal pubblico, melodie tipiche della canzone del Sud Italia) per poi sbarcare oltre oceano, prima in Sud America con la “sinfonia cinematografica” di Milhaud intitolata “Il bue sul tetto” (basata su celebri arie appunto sud-americane, trasfigurate con tecniche novecentesche quali politonalità e poliritmia) ed infine in Nord America, precisamente a New York con la brillante Manhattan-Suite di Francesco di Fiore, descrittivamente impegnata nei frenetici ritmi della vita newyorkese.

 

Francesco Iorio e Carlo Fierens

Dell’ultimo concerto i due musicisti hanno illustrato alcune notizie salienti. De Sarasate, spagnolo di origine musicale gitana. Tarrega, Recuerdos de la Alhambra, scritto per chitarra e ieri eseguito al violino (!); Paganini, anche chitarrista (!), brano scritto per violino e ieri eseguito alla chitarra (!); Ibert, il migliore studente della scuola parigina, vincitore del Prix de Rome che gli consentì di vivere e studiare tre anni in Italia; Piazzolla, argentino di origine italiana.

Piazzolla che ha sviluppato i quattro “periodi” del tango (da “tangere”, toccare): il primo, suonato nei bar-postriboli dell’angiporto e ballato fra uomini; il secondo, il “tango cafè” suonato per essere ascoltato e non ballato nei caffè cittadini; il terzo, il tango ballabile; il quarto, il “tango musica classica”. Infine, Lutzemberger, nonno del violinista, che ha fondato la cattedra di chitarra classica a Trento, e scritto numerosi pezzi: Quello eseguito dal nipote gli fu ispirato durante una pausa della sua guerra d’Africa”.

E la musica contemporanea? Ci siamo mai chiesti perché certa musica “moderna” difficilmente ci rimanga in mente ed ancor più difficilmente la canticchiamo o almeno la riconosciamo? Siamo proprio noi, semplice pubblico, a non capire? E invece, perché invece rimaniamo estasiati di fronte ad un preludio di Chopin o ad un pezzo di Brahms o di Debussy?
E come mai capiamo” e ci sentiamo coinvolti emotivamente nell’ascoltare motivetti, melodie, canzonette, canti di montagna, tante belle musiche da film?
Il fatto è che la musica è una cosa meravigliosa “inventata” dall’uomo. Ci accorgiamo che, anche senza averla studiata, non ne possiamo fare a meno! Così come non possiamo fare a meno di tante altre scoperte dell’uomo.

… appartenuto a W. A. Mozart !

Da sempre i “poeti della musica” studiano e propongono nuove forme compositive che rispecchiano e spesso anticipano lo spirito del loro tempo.
Alcuni compositori del XX° secolo si sono cimentati con tipi di musiche che sembrano ancora poco amate e minimamente accettate dal comune “sentire” cui appaiono assai strane.
La musica senza sintassi e destrutturata fa fatica, ormai da un secolo e più, ad essere capita dal nostro cervello… Ed allora perché non provare altre vie, perché non dare ascolto ad altre sperimentazioni, altre ricerche?
Edoardo Bruni da tempo affronta e studia queste tematiche musicali; nella conferenza ha spiegato la sua “Ars modi” e la nuova prospettiva della sua composizione musicale, la cosiddetta Pan-modalità‘, che propone un giusto mezzo: comporre cioè con tutti i modi, di tutte le scale… Esistono infatti, a disposizione del compositore, 352 scale che generano ben 2048 modi!
Più di 2000 modi non ancora sfruttati sono lì, in attesa di essere utilizzati, suonati, ascoltati … Chi vuole saperne di più ed in modo più completo può visitare il sito www.edoardobruni.it. “Progetto Ars Modi”.

(Da appunti presi alla conferenza di E. Bruni in occasione dei primi due concerti. – Mi scuso sin d’ora con il Musicista per eventuali miei svarioni).

Che altro aggiungere? Viva la musica! Viva Trento!

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IN BICICLETTA, IN UNA “FINESTRA” DI BEL TEMPO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Maggio, 2013 @ 7:58 am
Edoardo al nuovo, bellissimo Ponte di Nomi (TN)

Detto altrimenti: ieri, una bella giornata di fine marzo … ops … scusate, di fine maggio!

Infatti noi ciclisti quest’anno dobbiamo guardare con molta attenzione le previsioni meteo e approfittare delle rare giornate di bel tempo, incastonate in una serie di precipitazioni tropicali e nord europee!. Ieri, sole. Oggi, neve a livello collinare!? Scrivevo provocatoriamente “giornata di fine marzo” …. perché “la” situazione climatica sembra abbia dei “ritardi” … Che stia per nascere un nuovo, piccolo micro clima italiano?

Smeraldi liquidi del Leno

A causa di ciò ho anch’io i miei “ritardi”: 250 km in meno pedalati ad oggi rispetto all’anno precedente! E se ne risente e come del poco allenamento! Mi spiego: io ho il “vizio” di bere poco quando pedalo, e invece si dovrebbe bere anche se non si ha sete. Infatti la disidratazione dei muscoli produce crampi. Ebbene, l’anno scorso, essendo più allenato, i primi sintomi di un crampo comparivano dopo 120 km. Quest’anno, dopo 70. Cambierò la borraccia con una più capiente.

Essere o non essere … il nuovo capitano della squadra SKY?

Ma veniamo a noi.  Io, da casa (Trento) vado in stazione a fare due biglietti per il ritorno da Domegliara (€9,30 cadauno, per passeggero e bici). Appuntamento con Edoardo, al “Ponte di Ravina”, dove lui arriva in auto da Cavareno. Ore 08,30. Partiamo, puntuali, con il vento in …  poppa ..uaoo! La mia bici ha un freno che tocca un po’ una ruota. Non riusciamo  rimediare: farò tutta la gita accompagnato da quello zing-zing-zing … pazienza …  Fra freddimo, siamo ben coperti. Al Bicigrill di Nomi sosta fisiologica. Indi via, Borgo Sacco (Rovereto, km, 26 da Ravina) per riempire le borracce. Superata Rovereto e il suo bel fiume Leno, arriviamo al bivio ciclabile Verona-Mori, Riva del Garda.

L’Adige prima di Borghetto

La ciclabile per Verona è sbarrata per lavori. Con una deviazione che ci costerà un + 6 km, si sale verso Mori dove sono dislocate le ammiraglie, i pullman … insomma, tutta la carovana del Giro d’Italia! Uno spettacolo di biciclette favolose, di colori, di campioni inarrivabili! Una foto davanti al bus della squadra Sky: infatti il loro capitano Bradley Wiggins si è ritirato. Loro mi hanno visto passare e mi hanno chiesto se fossi disponibile a sostituirlo a cominciare dalla crono scalata Mori –Polsa, oltre 1.000 metri di dislivello. Io ho accettato, solo che ho specificato che con i miei 81 kg di peso sarei salito a 8 km/h e non a 25! Si sono ritirati per la decisione. Aspetta aspetta … non si facevano più vivi, ed allora io ed Edoardo abbiamo ripreso la strada verso sud. Non sanno cosa si sono persi …

Lungo il percorso Edo fotografa un bel santuario incastonato nei fianchi della montagna. Si chiama …. (chi me lo sa dire?) Prima di Borghetto (km. 56), ci fermiamo per un panino. Qualche foto e via, al “confine (km.61). Immortaliamo il cippo che segnava il confine fra l’Impero Austro Ungarico e il Regno d’Italia. Edo insiste perché io assuma la posa del “Loss von Rom!” Detto, fatto. Da parte mia è uno scherzo. Da parte sua, un po’ meno … Terminata la ciclabile, si va sulla provinciale sinistra Adige, ben asfaltata, che dopo poco diventa la statale n. 12, male asfaltata: “Ecco, vedi, che ti dicevo?” mi grida Edo …

Rom, loss von Trient!

Saliscendi non impegnativi (per Edo) e un po’ faticosi per me ancora troppo appesantito dai cibi invernali e dal poco allenamento (fra ciccia e bici ho almeno 15 kg in più da trasportare). Verso il km. 78 siamo alle “chiuse”: bellissima ansa del fiume, rive rocciose a strapiombo sulla strada, sulle creste circostanti i forti. Dopo qualche foto si riparte ed alle 14,00 arriviamo a Domegliara. In totale, per me, da casa, 86 km..

I “sali”-scendi …

Il treno dell 14,06 è sui binari, ma noi preferiamo non correre. Andiamo al binario 1. Riempiamo le borracce al bar, “obliteriamo”  i biglietti (obliterare – ma parla come mangi, diamine ! – significa annullare, timbrare, non “obliare”, per cui sarebbe sbagliato dire “ho obliterato a casa il biglietto del treno”, n.d.r.), aspettiamo il treno delle 14,27. Alle 15,28 siamo a Trento. Tutto bene ma. Ma cosa? Ma .. che scendendo la scala del sottopasso, a Trento scivolo e mi distorco la caviglia destra (bravo mona!). Ma si può? Speriamo che mi riprenda presto. Nel frattempo, “per fortuna” piove e nevica … così non mi perdo niente!

Pochi km prima di Domegliara
Era prima di Borghetto … ma era troppo bella per non pubblicarla (Foto E.P.)

Bici usate: 2 mtb, la mia una Wilier “24 carati”. Edo una bici nuova con le ruote più grandi, tutta in carbonio. Cibo consumato: a testa, un panizazzo ben imbottito, mele e banane e tanta acqua con Enervit. Spesa complessiva: i soli biglietti FS. Foto scattate: oltre 100. Kg di peso persi (io): uno. Velocità media, comprese le molte soste per mangiare, bere, scattare foto e per la visita alla carovana del   Giro d’italia, 16 kmh. Senza le soste, 20 kmh.

Edo dice: “Quando esco con il mio amico Pio, mi sfianco. Con te, mi riposo”. Morale? Io non devo assolutamente uscire  in bici con Pio!

E dopo? Dopo, alle 1 7,00, al concerto (v. post successivo)

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RIVA, ILVA, TARANTO, evasione fiscale?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Maggio, 2013 @ 6:01 am

Detto altrimenti: sequestrati 1,2 miliardi di euro ai Riva, per sospetta evasione fiscale.  Una vecchia canzone: “Dove vanno a finire i palloncini …?”. Una realtà attuale: “Dove vanno a finire i miliardini …?”.

Innanzi tutto, da dove vengono? E’ semplice, questa la so: dalla mancata effettuazione di investimenti; dal mancato accoglimento delle richieste sindacali; dal mancato pagamento delle imposte.

Roberto Saviano, “La via della coca”

Dove vanno? Nei paradisi fiscali, di quali possono passare da banca a banca a finanziaria ed anche finanziare il circuito della coca, che complessivamente offre rendimenti lordi del 10.000 %!
No, non sto parlando dei Riva o di altri soggetti, ci mancherebbe altro! Sto parlando di denaro, di flussi di denaro, a chiunque appartengano. Anzi, facciamo così … facciamo che io stia parlando di voi che leggete, così nessuno dei “grandi” si offende. Infatti, se in un paradiso fiscale la banca vi garantisse il 25% l’anno di interesse, voi non accettereste? Se poi la banca investisse al 100% l’anno presso una finanziaria e così via, a crescere, sino al 10.000% l’anno … non sarebbero affari vostri, potreste dormire sonni tranquilli, la vostra coscienza sarebbe a posto. Dopo tutto non solo la pecunia non olet, ma nemmeno ha il cartellino!

Dove ritornano? Certo che se poi la vostre società in Italia ha bisogno di liquidità –  e voi con lei per sottoscrivere un aumento del suo capitale sociale – ecco che dovete “scudare” e fare rientrare i capitali, ma allora vi esponete ai controlli … Insomma, occorrerebbe uno “scudo postumo” che vi coprisse anche dalle conseguenze del “post partum”. Che ne dite?

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