LA MONETA SECONDO … LA DESTRA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Gennaio, 2013 @ 7:23 am
Miracolo (monetario) a Milano, anzi … ad Arcore

Detto altrimenti: in quel tempo Silvio da Radio 1 ammaestrava le folle dicendo che se solo l’Italia fosse stata libera di stampare moneta, avrebbe potuto potrebbe aumentare le pensioni, gli stipendi…

Il miracolo (questa volta non riuscito) dei pani e dei pesci

C’era una volta un villaggio di pescatori sulla riva del mare i cui abitanti non conoscevano la moneta. Il pescatore scambiava il suo pesce con il pane prodotto dal panettiere; il panettiere scambiava il suo prodotto con i pesci (o con i cavoli del contadino) e così via. Solo che era scomodo girare con i pesci e il pane (e i cavoli) in tasca, nè era facile trovare un panettiere che volesse acquistare un pesce. Ed allora inventarono la moneta, rappresentativa del bene prodotto. Infatti chiesero ed ottennero dal capo villaggio che stampasse tanti foglietti (banconote) che chiamarono Lira, in numero tale da rappresentare i beni prodotti e in circolazione. Da quel momento bastò che chi voleva un pesce desse al pescatore tre lire, chi voleva un pane (o un cavolo) lo acquistasse dal panettiere (o dal contadino) per una lira, etc… Tutto andò bene sino a quando il capo villaggio volle fare un regalo di Natale ai suoi familiari e stampò per loro tante Lire in più.

I familiari così arricchiti andarono a comperare tanto pane e tanti pesci (e  anche tanti cavoli)  in più … ma poiché la quantità di beni prodotta non era aumentata, la quotazione alla borsa merci del pane e dei pesci (e dei cavoli) salì e i prezzi aumentarono. Ciò indusse i familiari a richiedere al capo villaggio la stampa di altra moneta che riversata sul mercato fece aumentare ulteriormente i prezzi che … etc.. Era nata l’inflazione. Allora i familiari provarono a spendere le loro Lire in un villaggio dell’entroterra per comperare formaggio alpino, ma la voce che con quelle Lire non si potevano comperare pani e pesci nel primo villaggio si era ormai sparsa e nessuno accettava più quelle banconote.

Sono passati 2000 anni. Oggi, supponiamo che l’Italia, come dice Silvio, fosse libera (dai vincoli dell’Euro)  di stampare banconote per aumentare le pensioni. Il pensionato invece di ricevere  500 euro al mese, ne riceverebbe 1000 e quindi aumenterebbe i suoi consumi di pane e pesci. Ma chi gli dovrebbe vendere pane ed  pesci vedrebbe aumentata la domanda a fronte di una immutata produzione di beni e quindi automaticamente aumenterebbe i prezzi. In questo modo si innesterebbe una spirale “aumento dei prezzi – aumento delle pensioni/salari -aumento dei prezzi, etc” che manderebbe in tilt l’intero sistema monetario. Nella storia è successo più volte.

Il mio babbo, classe 1912, carabiniere, dopo l’8 settembre non collaborò con i Tedeschi e si fece due anni di campo di concentramento in Germania. Lavorava e lo pagavano con banconote – che purtroppo non ho conservato! – per miliardi (miliardi) di Deutsche Mark! Ecco cosa vale la carta moneta senza una produzione di beni alle spalle.

Silvio, Il pensionato ha tutto il diritto di ricevere 1000, ma non attraverso la stampa di nuova carta moneta, bensì attraverso la redistribuzione delle risorse e l’incremento della ricchezza reale!

Appendice

Notizia
Banche. Rapporto ABI – Associazione Bancaria Italiana, gennaio 2013 con i dati di fine 2012:
La raccolta delle banche è cresciuta dell’1,2% ( in totale 1.755 miliardi di euro). I risparmi delle famiglie residenti sono saliti di quasi del 6%. La raccolta bancaria da vendita di obbligazioni è calata del 6,99%.
Gli impieghi verso famiglie e imprese sono scesi del 2,4%.
I crediti bancari a rischio (sofferenze) hanno sfiorato 122 miliardi di euro, con un incremento di 17,5 miliardi in più rispetto al 2011.
Il differenziale del tasso fra raccolta (anche questo è uno spread, ma non quello là …, un altro) ed impieghi è salito del 1,7% (170 “punti base”).
Gli utili delle banche sono in aumento.

Approfondimento
Seconda metà anni ’70. Stretta creditizia e valutaria feroce. Costo effettivo annuo del denaro, anche oltre il 25%. Mai le banche ebbero utili così alti.

3 Comments »

BERLUSCONI A RADIO 1, pochi minuti fa

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2013 @ 10:12 am

Detto altrimenti: Toni pacatissimi … troppo pacati per lui: timeo Danaos et dona ferentes. Ma cominciamo (in neretto le sue dichiarazioni):

 

Costi della politica? Dimezzerò tutto, numero dei politici ed emolumenti, e solo due mandati. Io chiedo: perché non lo hai fatto quando eri al governo? Lo avevi già promesso: 300 deputati e 150 senatori.

L’Italia deve potere stampare moneta. A fronte di cosa, chiedo. A fronte dell’economia sommersa … che produce ricchezza … ah … ho capito … allora, forza col sommerso …

Abolisco il finanziamento ai partiti. Ma allora faranno politica solo i partiti che hanno un capo ricco?

L’Italia non è povera: a fronte di 2000 miliardi di debito pubblici ci sono 8.000 miliardi di ricchezza privata. Io replico: la ricchezza privata opera per il privato, e non  per il pubblico. E poi, per il 50% è in mano al 10% della popolazione, per di più “in  crescendo”: pochi ricchi sempre più ricchi e un numero sempre maggiore di poveri sempre più poveri. E poi, hai dimenticato la ricchezza privata all’estero …. Comunque,  per il sociale e il welfare, chiederemo contributi volontari ai super ricchi? L’Italia non è una fondazione umanitaria …

Basta autorizzazioni preventive: uno fa, sa che deve rispettare le leggi. Poi lo Stato controlla. Così per case, fabbriche, iniziative commerciali etc.. Osservo: non mi pare che il nostro Paese sia abbastanza pronto a questa forma di auto gestione preventiva, anzi … siamo già ora il paese dei furbetti … in attesa di condoni edilizi e concordati fiscali!

Lo Stato deve garantire le banche contro i mancati pagamenti delle rate di mutuo così si evitano gli sfratti. Io dico: ma allora, chi paga più la rata?

Il Governo deve potere emanare provvedimenti (leggi) immediatamente esecutivi. Questo il succo della riforma che voglio. Io replico: e la separazione dei poteri?

Benigni ha detto che la nostra Costituione è la più bella del mondo. Quando mai!?

Ridurrò le tasse di un punto all’anno e in cinque anni la riduzione sarà del 10%. Io dico: il conto non torna!

La luce in fondo al tunnel? Solo se vinco io!  Ah, vabbè, allora siamo a posto …

Chi sarà Presidente del Consiglio? Angelino Alfano! Ma se è lui il candidato premier, che gli fai, da balia? E’ sotto tutela? Perchè non compare lui alla TV e in queste trasmissioni? Non si è mai vista una cosa simile. Io credo che sia solo un “falso scopo” per tenere buona la Lega. Poi, al momento giusto, Alfano “rinuncia” e tu, bontà tua, ti sacrifichi per il bene del Paese? Ma va là …  che “accà nisciuno è fesso” …

Mia osservazione finale: mi dispiace che si dia per scontato che si debba perseguire e proseguire con l’attuale modello di sviluppo. Nessuno ha posto la domanda su tale attualità, e ovviamente nessuna risposta è stata data.

2 Comments »

CAMPAGNA ELETTORALE, WEB, INTERNET, “POSIZIONI SCILIPOTI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2013 @ 7:28 am

Detto altrimenti: 1) World wide web, Web, www, ragnatela diffusa su tutto il mondo. 2) Internet, interconnected networks, reti interconnesse, rete mondiale di reti di computer ad accesso pubblico, rappresentante il principale mezzo di comunicazione di massa. 3) Posizioni scilipoti (vedi sotto).

Non più comizi in piazza, salvo pochi. Quasi tutto in TV e internet/web. Un fatto di democrazia elettronica. Infatti questi strumenti consentono a chiunque, anche se non supportato da potenti lobbies, da proprie reti televisive o da propri rilevanti mezzi finanziari, di proporsi al pubblico e di raccogliere consensi. Bene purchè.

Bene purchè l’abilità comunicativa e la vis comica dei candidati non si sostituisca ai valori ed ai programmi di cui dovrebbero essere portatori. Perché, se ciò avvenisse, l’Italia diverrebbe il Paese dei Campanelli, il Paese dei Balocchi o giù di lì, fate voi, il Paese nel quale tutto va ben madama la marchesa purchè vi siano panem et circenses!

Solo che mentre i “circenses” – spettacoli sempre più indecorosi sotto ogni profilo morale, politico ed estetico – stanno purtroppo, aumentando, il “panem” per molti sta per mancare e per molti è già mancato, e nessuno può pretendere di convincerci che non è un problema, tanto potremmo sempre mangiare brioches!

Il web, la TV si diceva. Sono il fulcro sul quale Рpurtroppo Рfanno forza tanti soggetti poco seri per far leva su una parte di opinione pubblica, anche limitata, purch̬ sufficiente. Sufficiente per far cosa? Ho individuato tre obiettivi:

1) Per disturbare, come nel caso delle decine di simboli elettorali “farlocchi o taroccati”. Ma via … facciamola una leggina per evitare questo dileggio della democrazia!

 2) Per “guadagnarsi” (si fa per dire) un posto in Par … adiso, cioè in Par …lamento, luogo ove si gode (si gode, è proprio il caso di dirlo, orgasmo puro, annebbiante, punto di non-ritorno) di una retribuzione di 25.000 euro netti esentasse al mese (fra “stipendio” e contributi alle varie attività: per i portaborse, per l’ufficio, per le relazioni, per chi organizza le relazione, etc.), oltre ad una serie di benefit incredibili (compresi mutui a tasso sotto mercato con soldi delle banche che li ricevono dall’UE che li riceve dagli Stati che li ricevono dalle nostre tasse) ed il “rischio” di una pensione dopo qualche decina di mesi di “servizio” (si fa per dire, servizio). Oltre ai fondi per i “gruppi parlamentari”. Non si finisce più …

3) Per conquistarsi una “posizione scilipoti”. Che significa? Ecco qua: dicesi “posizione scilipoti” la condizione di potere di chi, appartenendo ad un partito politico, se ne distacca creando un piccolo gruppo di potere che propugna le stesse idee del partito base ma che per sostenerle chiede particolari benefici al partito base”. In tal caso la “posizione scilipoti” dicesi “derivata” in quanto deriva dalla scissione da un partito preesistente, detto “partito base”. Esiste infatti anche la “posizione scilipoti originaria” che è quella di chi opera come sopra, avendo però costituito ex novo un partito politico suo, senza provenire egli stesso da un “partito base”, ma mirando ugualmente a condizionare il partito di turno.

Ora, tutto ciò non mi pare serio. Mi consola un fatto: che il web e internet sono anche a mia disposizione e mi consentono di denunciare quanto sopra.

Ma basta. Ora che io stesso, con un po’ di vis comica (ma non troppo comica, qui simo quasi nella tragedia!) ho attratto la vostra attenzione con quattro scherzucci da dozzina, improvvisamente – in cauda venenumio stesso irrompo sul web con una “cosa” seria: il problema della completezza dell’informazione e dell’ordine delle priorità. In che consiste? E’ presto detto.

I media ci mostrano politici che parlano di “segmenti” : segmenti di tasse (soprattutto è di moda l’IMU) e segmenti di  spesa pubblica (ad esempio, fondi per gli esodati), ma mai, dico mai, ci viene esposto un quadro sintetico di tutte le tasse e di tutte le spese e sul loro ordine di priorità, né mai si porta l’attenzione, solo per fare un esempio, sul fatto che tutto l’incasso dell’IMU (24 miliardi circa) equivale grosso modo all’esborso necessario per l’acquisto e la gestione dei 90 cacciabombardieri F35 che costano 100 milioni di euro cadauno e (come calcolato dagli USA) altri 200 cadauno per il loro utilizzo e manutenzione negli anni, il che porta ad un totale di 30 miliardi. Cioè: paghiamo l’IMU per comperare cacciabombardieri?

E quanti dei soldi che l’Italia ha versato all’UE pr salvare le banche, sono andati a salvare le nostre banche? E perchè le nostre banche aevvano bisogno die ssere salvate? Per salvare i nostri risparmi. Ma perchè è stato necessario salvarle? Cosa hanno combinato? Il risultato però è chiaro: io pago 10 di tasse per salvare i miei risaparmi di 20 che sono scesi a 10 perchè ho dovuto pagare 10 di tasse.

Altro esempio? Il TAV. Progetto basato su stime di traffico superate dai fatti. La tratta TO-MI è costata sei volte il preventivato, e non c’era una galleria di oltre 50 km da scavare. Quante decine di miliardi di euro ci costerà il TAV?

Ora, mi domando; quali sono le priorità maggiormente avvertite come tale dalla popolazione? Che la nostra aviazione militare sia dotata di quei caccia (si noti che il Canada ha disdetto l’acquisto dei 60 caccia F 35 inizialmente previsti); che sia completato il TAV, oppure che le famiglie e le imprese non siano gravate da questa ulteriore tassa; che vi siano i fondi per rivalutare le pensioni anziché bloccarle; che vi siano i fondi per alzare il limite delle pensioni minime; che vi siano i fondi per agevolare le PMI, per far fronte con contributi pubblici alla riconversione industriale (ad esempio di catene di produzione di nuovi modelli di auto), per la sanità , l’istruzione e la ricerca pubblica, per l’occupazione giovanile, per rilevare l’ILVA  e non esser costretti a sccgliere fra due mali (sacrificare posti di lavoro o la salute pubblica), etc.?

Quante altre situazioni TAV ed F35 esistono?

Non sono un anti mobilità: sono stato nel direttivo nazionale di associazioni di categoria del settore e nei Consigli di Amministrazione di importanti società ed enti italiani ed europei (GEIE) della mobilità. Non sono un anti militarista: mio babbo era maresciallo dei Carabinieri, mio zio generale a quattro stelle è stato Comandante della FTASE – Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (Verona, Palazzo Carli), io stesso sottotenente di complemento nella Brigata Alpina Tridentina … alias “Sten”…  ma nel frattempo … mi avranno promosso almeno capitano?

Firmato Diaz

Comments Closed

LADRI DI BICICLETTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2013 @ 6:28 pm

Detto altrimenti; come prima, più di prima … ruberò …

1948

1948: “Ladri di biciclette”, film di Vittorio De Sica
1958: “Come prima, più di prima”, canzone di Tony Dallara
2012: Furti di biciclette.

Il furto di biciclette è un furto “facile” per quattro motivi: 1) L’ “offerta”? E’ ricca, bici ovunque; 2) Gli investimenti necessari? Basta un tronchesino; 3) Il rischio d’impresa? Basso. E’ difficile essere colti in flagrante; 4) Il mercato dello smercio? Ricchissimo, ogni città ha la su Porta Portese.

I numeri? Nel 2012 vendute i Italia 1.750.000 bici contro 1.748.143 auto immatricolate. Inoltre 200.000 bici rimesse a nuovo dai proprietari. 1.200.000 furti subiti (dato stimato, poiché il 70% dei derubati non denuncia il furto alla polizia). E tralasciamo il furti parziali di sellini, ruote etc..

Olanda: cfr. il mio post del 28 febbraio 2012 ore 14.47. Fatto? Allora proseguiamo pure. In Olanda la polizia dissemina le strade di bici-civetta dotata di sistema di posizionamento satellitare Gms. Il ladro la ruba, viene trovato ed arrestato.

A Milano i furti sono aumentati da 7.500 a 11.000 l’anno. Valutando ogni bici circa €150 (per stare bassi) risulta un valore rubato di 200 milioni di euro.

2012

Roma conta circa 450.000 ciclisti fra abituali ed occasionali.

A Genova la polizia intercetta camion carichi di bici rubate pronte per l’esportazione oltremare.

I derubati, dopo un paio di volte, si demoralizzano e si comportano come segue: 1) utilizzano bici super scassate, non appetibili, insicure e così facendo deprimono il mercato legale; oppure 2) acquistano bici di dubbia provenienza, e così alimentano il mercato illegale.

Quando poi le bici rubate sono recuperate, ed avviene nel 50% dei casi, è difficile identificare il proprietario.

Si stanno creando archivi, sistemi di identificazione, etc. ma qui in Italia pare che sia la sagra dei formaggi italiani: ne produciamo centinaia di tipi, tutti ottimi, ma manca un’unica regia per la creazione del marchio italiano (a differenza di quanto succede in Francia, per i formaggi intendo). E allora? ecco che il problema può e deve diventare “politico” nel senso di stabilire delle norme di legge che regolino la materia della marchiatura etc. del parco bici, con la creazione di un unico archivio nazionale centralizzato per la identificazione delle bici, rubate o meno. Oltre ad adottare alcuni sistemi “civetta” come fatto in Olanda. Il problema esiste. Dobbiamo trovare una soluzione.

2 Comments »

OPEN BLOG: Raffaella domanda …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2013 @ 12:47 pm

Detto altrimenti: incontro con una lettrice che pone alcune domande. Open blog funziona! Grazie lettori!

Il saluto a fine riunione

Il 9 gennaio scorso vi avevo proposto di arricchire il blog con la sezione Open Blog, cioè con uno spazio a diretta disposizione dei lettori: una lettrice (Sara) mi ha inviato un suo post, già pubblicato il 13 c.m. (dal titolo “Si fa presto a dire giovane coppia”), che vi invito a commentare. Un’altra lettrice, Raffaella, mi ha chiesto un incontro per chiedermi alcuni chiarimenti. Il che è avvenuto ieri, 14 gennaio 2013, presso al libreria-Bar Il Papiro di Via Galilei, in Trento. Raffaella è insegnante di inglese e non “mastica” molta economia politica e politica economica. Ed è proprio questo l’aspetto rilevante dell’iniziativa: l’avere suscitato l’interesse alla conoscenza anche da parte di chi non è addetto ai lavori (oltre che il dare spazio a post “altrui”, ovviamente, come nel caso di Sara). Quindi, in questo secondo caso (caso “Raffaella”) ben più delle mie risposte, che in questa sede sono rese in forma sintetica rispetto a quelle fornite a voce (infatti esse si trovano già all’interno di miei molti post) sono importanti le domande che mi sono state rivolte.

(in neretto le domande di Raffaella)

Vi sono analogie fra il governare una spa e governare il paese?

Alcune analogie ci dovrebbero (“dovrebbero”) essere: per esempio in una SpA si segue una programmazione pluriennale scorrevole, che si sviluppa in modo di norma uniforme, continuo, nonostante l’avvicendarsi del Presidente, il che dovrebbe avvenire anche per il paese, nonostante l’avvicendarsi dei governi, almeno sui temi fondamentali, quale, ad esempio, il tema dell’occupazione. Ma l’analogia più importante che dovremmo riscontrare è che in una SpA l’Amminstratore deve sempre avere una soluzione di riserva. Nel Paese, cosa succederà invece dopo che la Corte Costituzionale si sarà pronunciata sul futuro dell’ILVA? Qual è la soluzione che il governo dovrebbe avere pronta per non sacrificare né i posti di lavoro né la salute dei cittadini? E poi, il Paese non ha come obiettivo principale l’utile economico. Ciò dovrebbe essere anche in una SpA, nella quale l’obiettivo principale dovrebbe essere la crescita delle persone che vi operano, pur all’interno di un pareggio e/o di un utile economico.

E’ l’economia che condiziona la politica o viceversa? Cioè, l’economia determina la politica o viceversa?

La politica, anzi, la Politica  dovrebbe avere come obiettivo la ricerca e la realizzazione del “bene comune”. Una “buona” economia è solo una delle tante componenti del bene comune. Infatti la Politica dovrebbe avere anche altri obiettivi: la pace, l’equità sociale, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, la conservazione della natura, la cultura, etc.

La green economy ha un futuro?

Si, nel medio periodo. Deve essere il nostro nuovo, diverso, più idoneo e aggiornato  modello di crescita. Gli effetti del deterioramento e dell’inadeguatezza dell’attuale modello di crescita ormai non sono più “segnali” ma effetti, anzi, pesanti effetti. L’economia deve coniugarsi con l’ambiente e con il sociale. Deve farlo. Se non “per amore”, per forza, costretta dagli eventi.

E’ prevedibile una regressione della globalizzazione?

Globalizzazione: dell’informazione, e mi sta bene. Della produzione, come avviene attualmente da parte di paesi che non rispettano diritti umani e civili, norme ambientali e della sicurezza sul lavoro, e non mi sta bene. Non ancora – purtroppo – globalizzazione  dei consumi, che invece mi starebbe bene, nel senso che oggi purtroppo solo pochi consumano e molti no, perchè non se lo possono permettere. La globalizzazione della produzione potrà essere fermata, a vantaggio di tutti i popoli, se tutti gli Stati adotteranno le stesse regole a tutela di diritti sopra citati e dell’ambiente. Gli USA e gli Stati Uniti d’Europa potrebbero allearsi e imporre questo al “resto del mondo”.

Che mi dici della crisi delle banche?

Non “delle banche” ma la crisi “nella quale” ci hanno condotto le banche!

In USA hanno acecso le polveri dell’esplosione della bolla finanziaria,  con i pacchetti di mutui sub prime, concessi cioè anche a chi non aveva i requisiti, ceduti poi a cascata da una banca all’altra, sempre con un margine di utile per ogni banca, sino all’ultima che ha cartolarizzato i mutui vendendo le quote di credito a tanti risparmiatori. E quando i debitori hanno iniziato a non pagare le rate, i mutuatari hanno perso la casa e i risparmiatori i loro risparmi. In Italia, anche a seguito del passaggio (errato) dalla banca specializzata alla banca universale, le banche hanno iniziato a fare finanza, cioè a rischiare in proprio, generando forti utili nel brevissimo termine (ed elevatissimi stipendi e premi per il loro top management!) e fortissime perdite nel medio periodo. Per salvarle sono state aiutate dai cittadini stessi che hanno versato denari (tasse) agli Stati che hanno versato denari all’UE e alla BCE che hanno versato denari alle banche. In poche parole: per salvare i miei 100 euro di deposito ho dovuto essere tassato di 20, 30, 50. Cioè, me lo son o salvato da solo, il mio rispermio! E fino a quando stra-pagheremo il top management bancario “per fare danni” costoro non si preoccuperanno certo di operare diversamente.
Recentemente in USA i repubblicani stanno finalmente condividendo la politica dei democratici, di “splittare” le grossissime banche (to big to fail; e i loro capi, to big to jail), e cioè di frazionarle in tanti organismi specializzati: infatti se le grandi dimensioni possono essere controllate, le interconnessioni sono ingovernabili.
In Italia si è fatto qualcosa a livello di incompatibilità di cariche fra top management bancari e top management assicurativi, ma occorrerebbe tornate al “vecchio” sistema della banca specializzata (che opera sul breve termine commerciale, o sull’edilizia, o sul fondiario, o sull’industriale, o sulla finanza o etc. ): infatti oggi che le nostre banche ricevono “regali” dalla BCE dicono: “Noi, benchè alimentate dalla BCE, non possiamo prestare denaro a medio termine (mutui alle giovani coppie) perché i “regali” della BCE sono a breve termine”. Ecco dimostrato che o sei banca a breve (raccogli denaro a breve termine e lo investi a breve termine) oppure sei banca  a medio termine. Altrimenti il meccanismo non funziona, lo ammetti tu stessa! (Tuttavia oggi non investi nemmeno a breve termine!)

Hanno senso gli Stati Uniti d’Europa?

Si è logorato il fascismo. Si è logorato il comunismo. Si è logorato il berlusconismo. Si è logorata la “democrazia statale”. Si è logorato il concetto di Stato nazionale. Gli attuali Stati europei dono ormai, già di fatto, Regioni dell’Europa. E le attuali Euregio già esistenti ne sono  un’anticipazione. Solo occorre fare un ulteriore passo, arrivare alla creazione degli Stati Uniti d’Europa. Ciò  potrà consentire il necessario accordo con gli USA per imporre al resto del mondo che qualsiasi relazione (commerciale, industriale, bancaria, finanziaria, etc. ) con loro sarà possibile solo se adotteranno le nostre regole su evasione fiscale, finanza, banca, diritti umanii e civili, rispetto dell’ambiente, parità religiosa, etc..

Ma non ti sembra lungo questo percorso?

Se continuiamo ad intervenire con singoli interventi, si, ma se una persona, uno Stato si facesse carico di disegnare il modello “integrale” degli Stati Uniti d’Europa e lo proponesse alla discussione di tutti gli altri stati, potremmo accelerare di molto i tempi. Per fare questo occorrono politici in grado di volare alto, svincolati da interessi personali e dalle singole percezioni sensoriali del contingente, che operino dall’alto di una visione d’insieme. Per il bene comune dell’Europa.

I tempi del parlamento e del governo, delle pubbliche amministrazioni locali non sono troppo lunghi?

Si. basterebbe “copiare” da chi fa meglio di noi, ad esempio dall’Austria, paese nel quale l’autorizzazione a costruire un capannone industriale viene data o negata in sette giorni non in due anni come da noi. E non solo i tempi altrui, dovremmo copiare. C’è ben altro …

Che ne pensi della patrimoniale?

Il problema è male impostato, perché comunque la pagherebbe solo chi già paga le tasse, sempre che non “fugga all’estero”. Occorre invece uniformare i sistemi fiscali europei ed USA e riscalettare le aliquote con nuovi più rilevanti sgravi decrescenti a partire dal livello più basso di reddito e nuovi più rilevanti aggravi decrescenti a partire dal livello più alto di reddito.

Grazie, Riccardo …

I … I  thank you very much indeed, Raffaella …  for reading my blog and being here!

2 Comments »

OPEN BLOG: “SI FA PRESTO A DIRE GIOVANE COPPIA”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2013 @ 7:55 pm

Il 9 gennaio scorso avevo lanciato il “Open Blog, quasi un forum”, invitando i lettori a scrivere un loro post, che io avrei pubblicato. Ecco il primo post arrivato, firmato Sara:

INIZIA

“Si fa presto a dire giovane coppia. Qualche settimana fa mi è capitato di vedere in televisione uno spot di una campagna istituzionale per la concessione di mutui agevolati per le giovani coppie precarie per l’acquisto della prima casa.

Ora, poiché mi trovo a fare parte per l’appunto di quella che io definirei giovane coppia precaria, mi sono detta: “Sogno o son desta?” Evidentemente sognavo, perché sto cercando un sito del Governo che specifichi le condizioni per poter accedere al finanziamento, ma dopo circa una settimana non l’ho ancora trovato. Sono riuscita solamente a risalire a una campagna del Ministero della Gioventù del Governo Berlusconi che nel 2011 ha lanciato il progetto “Diamogli un futuro”, un fondo per l’accesso al credito di giovani coppie precarie. Probabilmente lo spot che avevo visto rilanciava proprio questo progetto. Secondo la mia ricerca infatti il fondo dovrebbe essere ancora attivo nel 2013.

Totò cerca casa e … la trova, ma sarebbe ora di finirla con questa commedia all’italiana!

Bene, controllo dunque quali sono le condizioni per accedere al credito: la coppia deve essere composta da adulti minori di 35 anni, celo; non più del 50% del reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF deve derivare da contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, celo; i componenti del nucleo familiare non devono risultare proprietari di altri immobili ad uso abitativo, celo; il finanziamento può essere richiesto dalle giovani coppie coniugate, con o senza figli o dai nuclei familiari anche monogenitoriali con figli minori, MANCA.

Da questo atto ufficiale del Governo Italiano (lettera circolare del 5/4/2011), deduco che solo il matrimonio o la nascita di un figlio sanciscono l’unione di due persone definendola “coppia”. Strano, avrei immaginato che il fatto di vivere all’interno della stessa casa con un’altra persona per anni, condividendone gioie e dolori, fosse di per sé un requisito sufficiente per essere considerati “coppia”. Evidentemente non per il Governo Italiano. Strano davvero, forse le tasse pagate da un giovane precario non sposato e non genitore valgono di meno di quelle di un giovane precario sposato o genitore. Forse il matrimonio è garanzia di pagamento del mutuo per trent’anni? Mah, forse il Governo Italiano è rimasto indietro al 30 novembre 1970.

Strano davvero che in questo Paese, che si definisce laico, ancora una volta i diritti delle coppie di fatto (qualsiasi ne sia la natura), non vengano riconosciuti. Cari governanti, passati, presenti e futuri, pensateci, perché noi componenti delle coppie di fatto, votiamo. Forse anche i nostri voti contano di meno?

Si fa presto a dire giovane coppia.

PS: ringrazio il blogger Riccardo e il suo blog per aver ospitato questo mio sfogo, che vorrebbe essere uno spunto di riflessione su un argomento che mi tocca molto da vicino, ma la cui importanza dovrebbe essere centrale per il dibattito politico attuale”

FINISCE

Premesso che l’informazione (e l’accesso al credito!) al cittadino dovrebbe essere più accessibile, concordo con le perplessità espresse dalla lettrice Sara, che ringrazio per l’adesione al mio invito ad attivare Open Blog. Sara solleva un problema di portata generale, che occorre approfondire. I problemi della gente persistono e purtroppo “sopravvivono” a tutte le campagne elettorali. Nel caso in esame poi, il problema assume particolare gravità stante il blocco bancario alle erogazioni di prestiti e mutui.  Invito quindi i lettori a commentare il post nell’apposito spazio in calce (e a scriverne a loro volta ex novo su questo come su altri argomenti, indirizzando a riccardo.lucatti@virgilio.it). Grazie.

1 Comment »

ANNIVERSARIO DEL NAUFRAGIO DELLA COSTA CONCORDIA (cfr. post del 7 febbraio 2012)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2013 @ 3:17 pm

Detto altrimenti: i tre comportamenti di Schettino

A sinistra nella foto, il promontorio che chiude da nord il golfo. Verso la poppa della nave, sulla carena di sinistra, al sole, lo squarcio

L’errore, la colpa una, grande, non perdonabile del comandante Schettino: essere finito sugli scogli, avere condotto la nave su una rotta non consentita, pericolosa, dannosa, pur avendo ogni strumento per stabilire la posizione della nave e la rotta, al metro! (PRIMO COMPORTAMENTO).

Dopo l’urto sul lato sinistro della nave, mentre stava virando leggermente a destra per allontanarsi dalla costa, non calcolandosi  che la poppa della nave avrebbe scarrocciato a sinistra verso lo scoglio le Scole di Punta de Castellari a sud di porto Giglio, cosa che è successa, Schettino ha scelto di non dare l’abbandono nave, di non fermare la nave, di non calare le scialuppe perché nel frattempo la nave avrebbe potuto affondare in acque profonde 81 metri (come da carta nautica dell’Istituto Idrografico della Marina, 2° Ed., giugno 1994, carta ufficiale dello Stato ai sensi della legge 2.2.1960 n.68) (SECONDO COMPORTAMENTO). Ecco forse la ragione del ritardo nell’ordine dell’abbandono nave. E’ questa la decisione che va valutata: con quello squarcio, ci sarebbe stato il tempo di fermare la nave ed evacuarla prima che, affondando in asse o – peggio – ribaltandosi, sprofondasse  in acque profonde, trascinando a fondo moltissime persone?

Resta da stabilire se la Compagnia di navigazione abbia dato a Schettino “il suggerimento”  di cercare di arenare la nave, per cercare di salvare la nave (e i passeggeri?), o se Schettino ha deciso tutto da solo. Quindi, per iniziativa di Schettino e/o per “suggerimento” della Compagnia, la nave ha proseguito non ancora troppo inclinata, quindi ha virato a sinistra (inclinandosi a destra per la forza centrifuga, il che ha ulteriormente terrorizzato i passeggeri) e andandosi ad arenare  inclinata sul lato destro sugli scogli di Punta Gabbinara, a nord di Porto Giglio, con lo squarcio e lo spezzone di scoglio al cielo, conficcato nella fiancata sinistra.

The rest are details. Compreso l’abbandono prematuro della nave da parte del capitano ben prima di tutte le altre persone (TERZO COMPORTAMENTO,  colpevole, ma molto meno del primo!).

P.S.: la rotta della nave corrisponde  alla traccia di un grosso “?”  Iniziando dal basso, cioè dal puntino del punto interrogativo. Dal basso verso l’alto la nave ha urtato dove si trova il puntino, in corrispondenza del piccolo promontorio che chiude da sud un golfo. L’isola è a sinistra, ma la costa si allontana per la presenza del citato golfo. La nave, proseguendo “verso l’alto”, a virato a sinistra si è arenata dove inizia il segno del “?” quando noi lo scriviamo su di un foglio in alto a sinistra, in corrispondenza del promontorio che chiude da nord il citato golfo, entro il quale Schettino voleva fare l’ “inchino”.

Comments Closed

13 GENNAIO 2013 – GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2013 @ 2:02 pm

Detto altrimenti: se non altro per non dimenticare quando eravamo noi i migranti (ma se lo siamo ancora oggi!)


Che lo si voglia a no, il primo cognome a Milano è “Rossi”, circa 5.000 persone. Il secondo è “Ju” , cinese, distanziato di poche centinaia di … punti (persone). Brambilla è al nono posto. Ed allora, facciamo insieme qualche riflessione …

Sulla immigrazione

Teoria del respingimento: chiudiamo le frontiere, ributtiamoli a mare! Grida taluno. Ma non si può. Non si può, non si deve e non si fa perché è contro la nostra morale. Contro le leggi italiane ed europee. Contro il nostro interesse (quanti lavori noi “Italiani” non vogliamo fare …). Quindi avendo respinta la teoria del respingimento, vediamo allora le teorie dell’accoglimento.

Teoria dell’accoglimento a casa loro: aiutiamoli, ma a casa loro. realizziamo a casa loro le condizioni per cui … Obiezione vostro onore: teoricamente ok, tuttavia di fatto non lo facciamo. E quand’anche lo facessimo, si tratta di tempi lunghi. Nel frattempo c’è chi muore di fame, guerre, malattie etc.. e si imbarca verso le nostre coste.

Teoria assimilazionista: ti accetto a patto che tu rinunci alla tua cultura ed assimili la mia. Non è accettabile: la Persona non può esser “spersonalizzata”.

Teoria multiculturalista: ti accetto e tu puoi mantenere la tua cultura in ambito privato. In ambito pubblico si torna alla casella precedente. Non è accettabile: la Persona non può esser “spersonalizzata”.

Teoria delle integrazione ritardata: poiché tu richiedi subito i servizi sociali ma inizi a produrre solo dopo un certo periodo di tempo, ti ammetto a godere dei servizi sociali solo dopo cinque anni di residenza. Economicamente potrebbe funzionare, ma politicamente e moralmente nel fraattempo crea grossi problemi, non li risolve. Quindi la teoria va respinta.

Cosa fare? Il nord del mondo occidentale, con la colonizzazione imperialistica, ha prodotto i danni che ora generano l’immigrazione (cfr. “Il predomino dell’occidente – Tecnologia, ambiente, imperialismo” di Daniel R. Headrick, Ed. Il Mulino, di cui al mio post del 12 aprile 2012). Ora noi dobbiamo riparare alle malefatte: dobbiano rivedere la nostra legislazione (diritto del lavoro, diritto di famiglia, cittadinanza) e applicare il principio costituzionale della libertà religiosa, purchè non in contrasto con le nostre leggi. E nel frattempo: basta con i centri di identificazione “lager”!

Sulla emigrazione

Nel secolo scorso “emigrava” chi proprio non riusciva a campare il lunario. Emigrava in cerca di fortuna. Oggi “migrano” i nostri giovani migliori, i nostri più accreditati cervelli, i ricercatori più avanzati. Anche costoro sono “migranti”. Migrano in cerca di un riconoscimento. Il “guaio” è che … vengono accolti a braccia aperte, e l’Italia si impoverisce sempre di più, fino a … ricreare le condizioni della prima emigrazione? No, dai … oggi abbiamo un diverso grado di consapevolezza …  sapremo ben reagire presto alla fuga del cervelli …

Migrazione in-out: siamo in campagna elettorale. C’è un partito che inserisca questi due obiettivi nel proprio programma?

Comments Closed

GESTIRE UNA SPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2013 @ 11:48 am

Detto altrimenti: ci sono vari modi …

 Vecchia maniera

IO,IO, IO e poi, forse, un pochino anche gli altri. Forse.

E’ basata sulla IT, Information Technonoly, tecnologia dell’informazione. Tutte le informazioni a me che sono il capo. Tutto il potere a me. Io vi dico cosa fare. Voi non siete pagati per capire. Chi premio? A chi faccio fare carriera? A chi mi ubbidisce ciecamente, a chi mi riferisce ogni cosa. E se non ha idee? Non importa: io non pago i dipendenti perché abbiano idee. Le istruzioni? Ve le do io, spesso a voce, così se va bene è merito mio, se va male è colpa vostra. Ho separato il potere (in capo a me) dalla responsabilità (in capo a voi). Voi non siete motivati? Non importa. Siete poco più che strumenti inanimati. Io sono un duro, comando, non discuto.

La società mia o che altri mi hanno affidato crescerà solo nella misura in cui io stesso sono cresciuto, solo nella misura in cui io, personalmente, riesco a capire e quindi a governare e dominare nozioni, le competenze, eventi. Se non vi va, certatevi un altro lavoro. Se manco io, la società crolla. Io sono insostìtuibile. Voi no.

Come valuto il vostro lavoro? A cottimo, che tecnicamente non vuol dire sulla base di quanto producete (come erroneamente si crede) ma sulla base del rispetto da parte vostra dei miei ordini, delle regole, della “libretta”.

Volete parlarmi? Se prprio ve lo concedo, uno alla volta, così vi gestisco meglio.

MBO, Management By Objectives, premi di produzione? Niente modernità. So io chi devo premiare. Ferie e permessi? Li uso per ricattarvi.

Non cresciamo più di tanto? Fa niente .. . tanto siamo in monopolio …; oppure: tanto il mercato tira, siamo sempre in tempo a crescere …; oppure: tanto siamo un settore pubblico e c’è chi ripianerà eventuali perdite …; oppure, siamo to big to fail, troppo grandi perché ci facciano fallire, ed io, personalmente, sono to big to jail, troppo grande, troppo in vista per essere carcerato; oppure, tanto mica ce lo ordina il dottore di crescere, che poi io rischio di perdere potere …

La certificazione di qualità? Una autoincensazione! La certificazione sociale? Ci mancherebbe altro che qualcuno venga a controllare come tratto il personale!

Il piano strategico? No, sarebbe come impegnarsi … e se poi non lo realizzo? Facciamo così: operiamo e poi diciamo che il risultato ottenuto era il migliore possibile.

E se poi vi devo licenziare? Ho la frase pronta: Cari, lo vedete voi stessi che la società non ce la fa … è mio dovere fare gli interessi della società, io non vorrei, ma il mio dovere me lo impone, lo capite anche voi …dai, ditemi che ho ragione! Anche voi fareste così al mio posto, che volete, mica è colpa mia …

Maniera moderna

Si basa sulla tecnica ICT, Information Communication Technology, Tecnologia della Informazione e della Comunicazione: tutti noi ci informiamo e quindi attuiamo la “comunicazione” la “communis actio” l’azione comune.

NOI, NOI, NOI … viribus unitis!

Io sono il capo. Redigo un piano strategico, di poche pagine. Poi insieme redigiamo il piano pluriennale, il budget annuale e i report mensili. Io distribuisco i vari obiettivi, concordandoli con i miei diretti dipendenti, che a loro volta fanno lo stesso con i loro dipendenti. Ognuno ha la sua dose di potere unita alla rispettiva dose di responsabilità.

Si fanno riunioni fra tutti, ognuno esprime le sue idee, le sue proposte. Una volta individuato un progetto, si nomina il capo progetto che funzionalmente guida e organizza il lavoro degli altri, anche se sono suoi superiori gerachici.

Ognuno deve agire, ed agisce, come se fosse il proprietario della società. Di ogni suo singolo intervento fa un fatto seriale, nel senso che cerca di gestire l’intera serie di fatti uguali, analoghi, presenti, probabili o anche solo possibili.

Ognuno è rispettato, coinvolto, preparato, formato. In breve, ognuno è motivato. Ognuno si reca volentieri in ufficio. Ognuno propone il proprio piano ferie solo dopo che, spontaneamente, ha verificato che la propria assenza non sia antifunzionale alla società. Ferie e permessi sono “diritti” autogestiti.

Ognuno non è “geloso” del proprio know how ed accetta di istruire un collega per organizzare una interscambiabilità a tutti i livelli. Anche io, anche io formo chi possa maturare verso la mia stessa posizione. Nel far ciò rischio di essere sostituito, un domani. E’ vero, ma io “rischio” anche di crescere, nella stessa società che a sua volta cresce, o in altra, e comunque poiché in ogni caso “rischio” di invecchiare, tanto vale invecchiare bene.

Cosa mi si richiede? Di conoscere ogni aspetto tecnico di tutti i miei dipendenti (che preferisco chiamare colleghi, collaboratori)? No. Mi si chiede di capire come valorizzare ed organizzare le loro competenze.

La società cresce anche oltre le mie dirette capacità personali. Cresce con il crescere professionale ed umano di chi ci lavora.

Il personale è motivato.

La motivazione è il primo fattore della produzione.

Il primo obiettivo di ogni società è la crescita, non dell’utile economico, ma del personale che vi lavora.

La certificazione di qualità, della responsabilità sociale? Ben vengano: siamo pronti a subire l’esame e ad essere certificati.

Comments Closed

MONTE BONDONE, IL BONDONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2013 @ 9:48 am

Detto Altrimenti? Trento 2000!

Era tanto che non salivo a sciare in Bondone. Ieri, ultima giornata di una primavera fuori stagione, ci sono andato.  Ho parcheggiato l’auto a duecento metri dalla base della seggiovia Rocce Rosse. Si è riconfermata la decisione del Comune di non fare di questo moderno impianto un impianto di arroccamento per chi arriva in auto, ma solo “di risalita” per gli sciatori che hanno percorso la pista. Ciò credo che sia giustificato dalla inadeguatezza della strada di accesso a sopportare il relativo traffico. D’altra parte l’adeguamento della strada a tale funzionalità verrebbe ad incidere troppo sull’ambiente montano così bello perchè selvaggio e allo stesso tempo vicinissimo alla città. Personalmente condiviso la scelta (mentre non condivido il mancato collegamento Zambana Vecchia- Fai.) Tuttavia mi permetto di osservare che esisterebbe una soluzione intermedia e cioè quella di curare meglio la manutenzione dell’attuale parcheggio ed il suo collegamento pedonale con la base della funivia. Infatti oggi si è costretti a pericolosi equilibrismi sul ghiaccio e a faticose camminate in neve fresca, cosa assolutamente sconsigliabile soprattutto se si hanno al seguito bambini. Grazie.

Salendo in seggiovia ho notato con piacere che a fianco della strada Vason- Viotte, è stata realizzata una pista pedonale (o ciclopedonale!?): che sia l’inizio della ciclopedonale che potrebbe collegare Vason alla Valle dei Laghi? Magari! Sarebbe l’opera che consentirebbe rendere più economica la gestione della auspicata funivia Trento-Trento 2000, la quale funzionerebbe quindi anche in estate per portare al Vason comitive di cicloturisti. Rammento che la Funivia del Monte Baldo realizza il proprio utile economico in estate!

Stile d’epoca, a difesa della tradizione!

Ma ormai sono in cima, scendo dalla seggiovia ed inizio a sciare. Sono le nove di mattina e sono solo. Scio sino in fondo alla Tre Tre, un dislivello di oltre 1000 metri. Tutte le piste sono ancora in ombra. Neve ottima. Noto molti interventi nello snow park per le “tavole”. Molto bene. Da migliorare (assolutamente!) le due seggiovie basse, degne di uno sci di 50 anni fa! Via … abbiamo realizzato opere ben più costose (la Pinzolo-Campiglio; la funivia Pejo 3000, etc.) e lasciamo la neve del capoluogo, quella di “Trento 2000” servita da seggiovie antidiluviane! Non è da noi!


Termino di sciare con tre piste “Rocce Rosse”. Un suggerimento: l’ultima curva, a sinistra, quella che conduce sul muretto finale. Dovrebbe essere allargata a destra, con il sacrificio di pochissime piante. In tal modo si eviterebbe l’inserimento di un passaggio “quasi nero” in una pista rossa quasi blu.

Comments Closed