TOT CAPITA TOT SENTENTIAE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2013 @ 8:58 amDetto altrimenti: Italiani, brava gente (mah?) ma sicuramente individualisti, specifici, forse troppo …
Ecco, si siamo: all’interno del Centro, del PPI, del MoVimento5Stelle, si inizia a fare un “distinguoâ€. Nel PDL il “distinguo†c’è stato ai tempi di Fini; al tempo di amici-nemici della Lega; al tempo dell’inizio di questa campagna elettorale (in politica scendo, salgo, vado a piedi); infine ora: mai più con la sinistra anzi no.
Ed allora? Mai dire mai, in politica. Basta che ne esca un governo, anzi, un Governo! Io cosa ne penso? Che le vie sono tre: 1) Bersani ce la fa, aiutato da alcuni Grillini che ragionano diversamente dal loro guru. 2) Bersani retrocede e/o si fa un accordo PD/Centro/PDL; 3) Il Capo dello Stato conferisce un incarico ad altra personaggio di prestigio, non espressione di partiti, per un Governo di scopo.
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TAGLIO DI COSTI, SPRECHI E PRIVILEGI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2013 @ 8:15 amDetto altrimenti: ma insomma, non si può parlare solo di questo e poi, il prestigio delle istituzioni … si, vabbè, dico io, ma intanto, con i denari gestiti in modo “riservato†dalle Fondazioni dei partiti politici, come la mettiamo?
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Ecco, ci risiamo. Arriva l’onda di ritorno. Adesso cominciamo a prendercela con i “censori†perché i “censiti” o i “censendi”, cioè i ladri, i privilegiati, le caste, gli spreconi … tutti costoro insomma, poverini … tutto sommato … devono campare pure loro … E poi, il prestigio delle istituzioni, dove lo mettiamo? Che vuol dire, ridurre il numero dei parlamentari, dei consiglieri, etc.? E poi abbiamo ben altro cui pensare ..
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No, non ci sto. Ecco, sono costretto a casa da una bronchite – e ve ne siete accorti ieri, se non altro da quanti post ho pubblicato – e ‘sta mattina mi stavo giusto chiedendo quale argomento avrei potuto trattare. Ascolto la rassegna stampa e De Rita, persona che io ho sempre stimato e stimo, mi offre lo spunto. “Insomma, dice, non esageriamo … non è questa la priorità più urgente†afferma, cioè quella del ridimensionamento dei costi della politica … dei privilegi delle cosiddette caste …”
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Eh no, De Rita, no … questa volta non posso seguirti. Infatti, che deve dire un pensionato INPS che riceve una pensione da 5-6-700 euro al mese quando apprende che il “suo†presidente, cioè il presidente dell’INPS riceve uno stipendio di 100.000 (centomila) euro al mese?
E il nostro Capo della Polizia che riceve uno stipendio triplo rispetto al suo collega USA?
E poi lo so che dimezzando il numero dei parlamentari non si risolve il problema della finanza pubblica, ma gli USA ne hanno la metà dei nostri!
E le banche? Le banche che pagano 40 milioni di euro di buonuscita ad un proprio capo?
E i continui scandali, furti e sprechi? Uno al giorno leva quello di ieri di torno …
Basta, rischio di diventare noioso, la noia porta alla disattenzione e la disattenzione lascerebbe ulteriori spazi agli abusi. Però uno sfizio me lo voglio levare, e sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una sottolineatura sui denari gestiti dalle Fondazioni dei partiti politici.
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Le Fondazioni. Se ne costituiscono per raccogliere fondi per progetti di ogni tipo: sociale, medico, culturale, bancarie  e … politico. Già perché le Fondazioni godono di particolari regimi fiscali, gestionali e di bilancio che lasciano molto più “liberi†(troppo liberi!) i loro amministratori di gestire i fondi. Una riprova? Poco tempo fa, quando si scoprirono i primi furti di alcuni tesorieri dei partiti, un presidente di partito fu libero di decidere in modo assolutamente discrezionale di devolvere in beneficienza una notevole somma prelevata dalla “sua†Fondazione. Ma come è stato libero di utilizzarli bene, quei fondi, altrettanto sarebbe stato libero di utilizzarli male. Come in effetti molti tesorieri e molti partiti hanno fatto e come probabilmente sono ancora liberi di fare. E allora, ecco un ulteriore obiettivo per il prossimo governo, o un ulteriore argomento per la prossima (speriamo di no!) campagna elettorale: una “pettinata†a tutti i tesorieri dei partiti e a tutte le Fondazioni, dei partiti, bancarie e di ogni altro tipo. Altrimenti sarebbe come, di una grande botte, chiuderne il piccolo rubinetto e lasciare che il vino si disperda dal “coconâ€, cioè dalla grande apertura prevista per l’accesso dell’operaio addetto alla pulizia della botte stessa.
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UN POST D’INTERVALLO … FRA TANTI ALTRI TROPPO SERIOSI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2013 @ 6:03 pmDetto altrimenti: se navigate (rigorosamente a vela, mi raccomando!) nel Golfo di Trieste, alzato lo sguardo verso i monti che circondano la città , vedrete il profilo del Monte Grisa è interrotto da una piramide tronca, il Tempio Mariano. Ora, senza voler essere blasfemo, uno studente triestino, rimpiangendo il tempo passato nel quale era solito isolarsi su quell’altipiano con la sua bella “muleta†(ragazzina), ha composto la seguente canzone che può essere cantata sull’aria de “Il ragazzo della Via Gluckâ€:
Tempio Marian
No s’é più ‘l tempo
che a monte Grisa
andar te podevi
mutande e camisa
te se sentavi
soto ‘l fogliame
dopio de nero
panini e salame
portar te podevi
una bela muleta
per sbrazzolarla
nasando l’erbeta.
Là dove g’era l’erba ora s’é
Tempio Marià n
quel bruto brusco che rovina (brusco, bruscolo)
nostro altipià n!
No s’è più pase
tra l’erba dei prati
s’è tuto un casoto
de monaghe e frati
preti che ziga (ziga, gridano)
campane che sona
boyscout che canta
marciando in colona
vescovi, nònzoli (nònzoli, chierichetti)
vecie zitele
che vendi Cristi
Madone e candele.
Là dove g’era l’erba ora s’é
Tempio Marià n
quel bruto brusco che rovina
nostro altipià n!
No so no so
perché i continua
a costruire
le cése
e non lasciano l’erba …
… non lasciano l’erba …
                                      Anonimo Triestino
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LETTERA APERTA AL PRESIDENTE GIORGIO NAPOLITANO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2013 @ 2:10 pmDetto altrimenti: Presidente, “non potresti andartene senza lasciarci?”
“Non potresti andartene senza lasciarci?†Questa splendida frase scrissero sul loro biglietto di saluto a mia figlia Valentina le sue compagne di classe, quando 25 anni fa ci trasferimmo da Monza a Trento.
Questa frase mi è rimasta sempre impressa e mi torna alla mente più che mai ora, che ho appena finito di ascoltare il Tuo discorso a S. Anna di Stazzena (Lucca), dove Ti sei recato insieme al Presidente della Repubblica Federale Tedesca Joachim Gaugh, per commemorare l’eccidio di 560 donne, vecchi e bambini, perpetrato il 12 agosto 1944 in quel paesello da tre reparti delle SS. Io avevo sei mesi, essendo nato il 3 febbraio di quell’anno e quindi sono quindi quasi coevo alla strage.
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L’anniversario “pieno†dell’eccidio, 70 anni, sarebbe ricorso l’anno prossimo, ma Gaugh ha voluto commemoralo con Te, con Te per il quale questa commemorazione è stata, come da Tua ammissione, l’ultimo Tuo atto “pubblico†prima della fine del Tuo mandato. E il minimo che io, nel mio veramente piccolo piccolo mondo potevo fare, era dedicarTi un post.
Italiani da non identificarsi con il fascismo. Tedeschi da non identificarsi con il nazismo. Questo – fra le altre cose – ci hai ricordato ed hai sottolineato. Questo, e la generosa rappacificazione di popoli che hanno portato Italia e Germania ad essere comuni costruttori di una â€prima†Europa (il termine “prima” l’ho aggiunto io. Comunque in tedesco il vocabolo “prima” significa “molto bene”. Speriamo …).
Speriamo … come ci invita a fare Papa Francesco. E il Tuo esempio, le Tue parole ci danno speranza. Speranza che alle grida ed agli insulti  di pochi e di molti “alle” e “dalle” molte piazze fisiche o web, si sostituisca il ragionevole confronto anche di opinioni diverse, per una riconciliazione che non prescinda dalla valutazione e dal giudizio di ciò che di bene o di male sia stato fatto, ma che , rimossi pregiudizi e posizioni assolutistiche, faccia sempre di più dell’Italia una Res Publica, una casa di tutti, entro al quale tutti sappiano vivere e convivere. Una casa, l’Italia,  entro la quale la prima cosa da fare non sia il negarsi al pacato dialogo, al confronto, alla condivisione, bensì il concedersi alla “communis actio”, cioè all’azione comune cioè alla comunicazione per la ricerca del “bene comuneâ€, quindi del bene comune a tutti e non solo ad alcuni.
Certo che – lasciamelo dire – hai “scelto†proprio il momento peggiore per andartene, proprio ora che massimamente avremmo bisogno di Te. Per questo mi permetto di dirTi; “Caro Presidente, non c’è un modo per cui tu possa finire il Tuo mandato senza lasciarci?â€
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LA STORIA D’ITALIA – 5) DAL FASCINO AL FASCISMO AL FASCINO,OVVERO, “ALLARME DEMOCRAZIA”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2013 @ 10:31 amDetto altrimenti: la puntata precedente? La trovate fra i post di ieri
La guerra ‘14-‘18? No, per noi fu del 1915 (entrata in guerra) – 1919 e seguenti, anni di una “ guerra interna, quasi “civileâ€, sicuramente “sociale†e poi … della rivoluzione fascista.
Orlando e Sonnino fallirono la loro missione diplomatica a Parigi. Le grandi potenze, USA, Francia e GB, che prima della guerra avevano corteggiato l’Italia perché mandasse i suoi ragazzi al macello, dopo la guerra si accordarono senza consultare l’alleato, praticamente ricattandola – di fatto – in quanto importatrice di carbone (GB) e di grano (USA). Ad esempio, nelle persone di Wilson, Lloyd George e Clemenceau, assegnarono alla Grecia Smirne (che secondo il trattato del 19 aprile 1017 avrebbe dovuto essere assegnata all’Italia) e si divisero le colonie tedesche in Africa rimandando “a dopo†le compensazioni dovute all’Italia a seguito del Patto di Londra.
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Nel frattempo, in Italia, v’era da ricostruire le rovine provocate dalla guerra. I prezzi delle merci aumentarono molto. Da qui una serie numerosissima di scioperi e di saccheggi (dei negozi), fomentati dall’ala massimalista rivoluzionaria del partito socialista, segretamente ben vista da chi ne interpretava l’azione come scusa per fomentare la contrapposizione del ceto medio contro i “rossi†operai. Scioperi e saccheggi contrastati da contro manifestazioni dei nazionalisti, fascisti, futuristi e “Arditiâ€, rivoluzionari anch’essi, ben lieti constatare come quegli scioperi rossi dimostrassero il loro lato debole: cioè che erano tutto tranne che una vera rivoluzione “politica”.
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D’Annunzio dichiarava di essere pronto ad “osare qualsiasi impresa†(contro chi? N.d.r.).
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ll governo latitava e ritardava a smobilitare gli “Arditi†che poi, al contrario, organizzò sotto la guida di un generale (17 giugno 1019), creando una copia della Frei Korps tedesca che in Germania, dal dicembre 1918, conduceva una guerra civile.
I nazionalisti e Mussolini si scatenarono nella critica contro la debolezza del governo e le divisioni interne degli Italiani, responsabili della debolezza parigina della nostra politica e della nostra diplomazia. In ciò trovarono l’appoggio dei ceti medi che contro tutto protestavano, proponendo di “rifarsi†anche a costo di una nuova guerra (contro chi? N..d.r.).
Mussolini cavalcò lo scontento. Nel suo partito trovarono alloggio tutte le mentalità , tranne i conservatori, i quali furono gli unici “antirivoluzionariâ€. Gli altri, la rivoluzione, chi rossa, chi nera, la volevano tutti.
La polizia e l’esercito vennero impiegati principalmente nella difesa di banche e uffici pubblici, non dei negozi. Inoltre intervenivano molto diversamente a secondo che fossero mobilitati contro i rossi o contro i neri. Venne stabilito, ad esempio, che se ufficiali in divisa partecipanti ad una manifestazione violenta, avessero cercato di forzare i cordoni della polizia, non avrebbero dovuto essere contrastati o arrestati, ma la polizia avrebbe dovuto semplicemente trasmettere i nomi degli ufficiali facinorosi ai militari loro superiori. Per gli altri, manganellate, pistolettate, fucilate e arresti.
I socialisti massimalisti (la maggioranza del partito) incitava allo sciopero, alla “rivolta del proletariatoâ€, ma non forniva al proletariato alcun programma organico d’azione. Insomma, “armiamoci e partiteâ€.
I nazionalisti (unici antirivoluzionari) annotarono la scarsissima “attitudine militare†delle masse e l’inettitudine propulsiva ed organizzativa dei socialisti massimalisti (che fecero più che altro danno alla causa popolare. Se i socialisti avessero seguito Turati e Prampolini … (“più scuole, più biblioteche, più palestre, per il popoloâ€) … forse il fascismo non avrebbe attecchito … forse …
Mussolini (“vero” rivoluzionario, più dei socialisti massimalisti rivoluzionari “finti”) incitò ed elogiò la “rivoluzione formale†del popolo, in attesa di trasformarla in una rivoluzione politica e sostanziale: quella fascista.
Il Governo? La camera dei Deputati si riuni il 9 luglio 1019, quando il peggio era passato … (no comment).
La serie di scioperi e di manifestazioni “politicamente inutili†avevano stancato il popolo, che non ebbe più la forza di reagire ai “fatti di Triesteâ€. Siamo alla domenica 3 agosto 1919. Gita in campagna di 1600 ragazzi (e ragazze) socialisti. Al rientro in città , la sera, il gruppo fu bloccato da poliziotti. Tumulti. Il giorno dopo, sciopero generale di protesta. Nel pomeriggio, riunione di 450 delegati alla Camera del Lavoro. All’uscita, furono arrestati tutti. La camera del lavoro fu invasa da nazionalisti, “Arditi†e ufficiali in divisa e saccheggiata. Lo stesso trattamento fu riservato ai magazzini ed alle biblioteche delle cooperative rosse. I massimalisti “subirono” tutto e non reagirono. E ci fu invece chi, da vero rivoluzionario, “capì” tutto e si preparò sempre di più ad agire …
Il fascismo era già cominciato.
(Continua con “La terra ai contadini e D’Annunzio a Fiumeâ€)
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CIPRO – 2 (E BERLUSCONI)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2013 @ 9:07 amDetto altrimenti: c’è dell’altro oltre quanto esposto nel post CIPRO -1 del 2 marzo scorso
Chi non aveva soldi, la Grecia, in crisi, si indebitava verso Cipro, offrendo propri titoli di debito pubblico. La Grecia diventa insolvente. Se Atene piange, Cipro non ride.
Chi aveva soldi (Russi e Tedeschi) investivano capitali nelle banche cipriote e nelle imprese cipriote (imposta sui redditi di impresa solo del 10%). I Russi sono in 40.000 sull’isola. Il russo è la seconda lingua locale, praticamente una sorta di “Alto Adige†mediorientale quanto alla composizione etnica e una sorta di Repubblica di S. Marino quanto al resto. I capitali russi nelle banche cipriote sono circa 26 miliardi di euro. Le banche tedesche hanno prestato 5,8 miliardi di euro a quelle cipriote. L’UE vuole imporre una tassa sui depositi bancari pari a 5,8 miliardi, quale condizione pert la concessione di un prestito di 10 miliardi di euro. La gente si spaventa, ritira il denaro dalle banche. Le banche chiudono, I fornitori accettano solo pagamenti in contanti. Crisi su tutti i fronti. Ora pare che la tassa (prelievo forzoso del 20%) sarebbe solo a carico dei conti correnti con saldo oltre i 100.000 euro.
Mia deduzione: per l’UE, cioè per ciascuno di noi, la moneta unica non basta. Occorre la creazione degli Stati Uniti d’Europa, con leggi federali (cioè uguali per tutti) in materia di fisco, finanza, banche, lavoro, diritti civili, riciclaggio, difesa (unico esercito federale), etc..
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Ma, direte voi, che c’azzecca Berlusconi? C’azzecca, c’azzecca! Infatti Silvio ha sempre detto che l’Italia non è messa poin tanto male perchè a fronte di 2.000 miliardi di euro di debito pubblico ci sono ben 8.000 miliardi di euro di ricchezza privata. Che  voleva forse alludere all’eventualità di un “prelievo fiscale” come quello cipriota? Fatemi capire …
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ANTONIO MANGANELLI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2013 @ 8:15 amE’ prematuramente morto un Servitore dello Stato
Massima stima. Massima comprensione. Massimo rispetto per lui, come Uomo, come Funzionario Servitore dello Stato. Massimo rispetto, comprensione e condivisione verso i Suoi Familiari. Solo una osservazione: che il prossimo Capo della Polizia non riceva come riceveva Manganelli la somma di 650.000 euro l’anno di stipendio. Il triplo del capo della CIA americana. E che da qui si inizi a rivedere tutto il complesso di super emolumenti, delle super pensioni, dei super cumuli di cariche e di incarichi, dei super benefit. Ne cito un’altro per tutti: €1.200.000 all’anno per il Presidente dell’INPS, oltre a decine di altri incarichi attribuiti ( e retribuiti) alla stessa persona.
ESODATI E FUCILIERI DELLA MARINA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2013 @ 7:53 amDetto altrimenti: errare humanum est, perseverare diabolicum
Sbagliare (e di quanto!) il calcolo del numero degli esodati. Non valutare le conseguenze dell’annuncio di non rimandare in India i due fucilieri di marina … e poi essere costretti a rimandarli … Cercare di cavarsela facendosi rilasciare una garanzia scritta (circa la non applicazione della pena capitale) da un diplomatico indiano, salvo poi incassare la smentita dal Ministro della Giustizia indiano che nessun diplomatico può modificare le leggi dello Stato …
Errori a dir poco madornali. In dialetto trentino, una “talianada”, una “italianata”. Anzi due “talianade”. La mia non è una critica politica al “Centro†di Monti, ma una valutazione dell’operato di due persone che dovrebbero dimettersi anhe da un Governo già dimissionario, ma dato che siamo in una fase già troppo critica della politica, ci accontenteremmo delle loro dimissioni morali e della comminazione di un risarcimento da devolvere in favore dei danneggiati.
Io non sono un “politicoâ€. Ho passato la vita a fare il manager. Ora, se uno dei miei dipendenti di una vita (non parlo quindi di direttori e amministratori), di dipendenti dicevo, cioè dirigenti, funzionari e impiegati, avessero fatto errori del genere, sarebbero stati innanzi tutto severamente censurati dai loro stessi colleghi e poi ridimensionati da me.
Ed io? Se avessi fatto io errori del genere? Mi avrebbero licenziato in tronco.
Ma il problema maggiore non è la comminazione o meno di una sanzione, ma il fatto che al governo possano esserci persone che prima di agire non si documentano e non riflettono. E che molte persone non pensanti siano presenti  nell’attuale parlamento, fra le “forze nuove” (studenti ventisettenni fuori corso nominati vicepresidenti della camera dei deputati), tutte addirittura con l’espresso “divieto” di pensare. Â
Altra cosa grave è ll mancanza di una adeguata reazione da parte dell’opinione pubblica, lasciata soprattutto alle battute di Crozza. Ma già … ormai la politica e la critica alla politica la fanno i comici …
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STUDENTE UNIVERSITARIO DI GIURISPRUDENZA FUORI CORSO? NO PROBLEM, VICE PRESIDENTE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2013 @ 7:10 amDetto altrimenti: ìncidit in Scillam cupiens vitare Carybdim
 Stretto di Messina: Scilla, uno scoglio, Cariddi, un gorgo. E gli antichi marinai romani dicevano: “E vittima di Scilla chi vuole evitare Cariddiâ€. Ovvero, dalla padella nella brace, oppure, in dialetto trentino, l’è pezo ‘l tacon del bus, è peggio la toppa del buco che si voleva riparare.
I nostri parlamentari erano troppo vecchi, troppo “professionisti†della politica? Detto, fatto! Immettiamo forze nuove, giovani preparati. Ecco, appunto, “preparati”. E non è un giovane “preparato†un ventisettenne studente universitario di giurisprudenza fuori corso nominato vice presidente della Camera dei Deputati.
Vedete, datemi pure del “classistaâ€, dell’ “elitarioâ€: io però non ne faccio una questione di titolo di studio ma di maturità della persona. Infatti preferisco mille volte un bravo elettrauto, un bravo idraulico che “si è fatto da soloâ€, che ha cominciato da garzone, poi si è messo in proprio e a 27 anni gestisce la sua piccola attività , ad uno studente che dai 18 anni del diploma, per nove anni, ha “frequentato” l’Università , senza riuscire a risalire il “vento” (che poi …  una laurea … giurisprudenza … .oggi! Un “venticello”, che altro volete che sia?) che lo avrebbe portato a fine corsa e a fine corso.
Che modello forniamo ai nostri giovani? Prima, Berlusconi: “Siate giovani e belli (soprattutto belle), diventerete “tronisti†nelle mie TV e veline e/o “bunghiste†nelle mie simpatiche cene fra amici …â€.
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 Oggi da Grillo non è richiesto essere belli (visto il capo …, tutto è fuorchè “belloâ€, me lo concederà lui stesso, né io gli faccio “questa†colpa, ci mancherebbe altro!). Il modello cui tendere è: essere giovani, pensare poco anzi niente tanto pensa il duo Grilleggio per tutti, sapere navigare sul web, avere 50 amici al bar, e “credere, obbedire e tacereâ€. A combattere ci pensa lui. E lui ti fa diventare parlamentare, anzi vice presidente della Camera dei Deputati, un bello stipendio, presto un bel vitalizio. Che ca … spita vuoi di più dalla vita? La laurea? Lavorare? Ma dai, non farmi il tradizionalista conservatore, innoviamo! Innoviamo!
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Ecco, mi sento “violentato” da questo stato di cose, da entrambi i modelli. L’unica mia consolazione che i miei due figli, 31 e 39 anni, non possono più essere drogati da questi due modelli. Ma gli altri? I più giovani? Que serà ?
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IN ADRIATICO SONO TORNATE PIRATERIA E SCHIAVITU’
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2013 @ 6:21 amDetto altrimenti: 2.000 anni dopo, la storia si ripete
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Primo secolo avanti Cristo. I pirati infestavano l’Adriatico. Assalivano le navi in navigazione ma anche quelle ormeggiate nei porti, compivano razzie terrestri, distruggevano, rapinavano, uccidevano e catturavano prigionieri che rendevano schiavi. Roma fece loro guerra, utilizzando prima le proprie triremi (foto a lato) e poi, copiando il più snello, veloce e manovriero tipo di nave usato dai pirati, con le nuove “libarneâ€. E i pirati catturati furono sconfitti e divennero a loro volta schiavi.
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Nella foto, uno “sciabecco” mediterraneo, moderno erede della libarna: scafo, snello, veloce, manovriero, basso di bordo, in caso di bonaccia poteva essere mosso anche a remi. La maggiore evoluzione rispetto al suo antenato è l’armo velico, non più a vele quadre, bensì alla “trina”, molto più adatto a risalire il vento di bolina. Ulteriore evoluzione di questo tipo di veliero, la goletta.Â
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Oggi i pirati sono tornati. Sono gli imprenditori che gestiscono le concessioni marittime per l’esercizio degli stabilimenti balneari lungo le centinaia di km delle sabbiose spiagge adriatiche. Pirati, innanzi tutto perché le loro concessioni sembrano “eterneâ€, e quindi escludono l’applicazione delle leggi del mercato e della concorrenza, bensì appaiono applicabili quelle di un “cartelloâ€. E poi …  pirati anche e soprattutto in quanto rendono schiavi i lavoratori stagionali, siano essi cuochi, bagnini, tuttofare. Alla TV ne sono stati intervistati più d’uno: la paga è di 1,7 – 2 euro l’ora per 10-15 ore al giorno per tre mesi senza un giorno di riposo (e poi ci stupiamo se molti giovani hanno votato Grillo!).
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Stessa schiavitù, quella dei precari adibiti ai call-center … o quella degli immigrati lavoratori “in nero†adibiti alla raccolta dei pomodori … di tutti loro si deve occupare una nuova guerra alla pirateria moderna che rende schiavi. Ecco il “nono punto†da aggiungere agli otto già inseriti nel piano di un possibile imminente governo: la lotta alla schiavitù.
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