MAGGIO , IL MESE DELLE ROSE
pubblicato da: Mirna - 26 Maggio, 2017 @ 10:53 am
Tripudio di rose, gelsomini odorosi, ortensie, peonie e tante amiche Penelopi.
In questo splendido fine  Maggio nel salotto ospitale di Cristina.
Il suo giardino  è un benvenuto da sogno: il riflesso della piccola piscina con ponticello cinese, le spalliere di fiori bianchi, le fontanelle gorgoglianti, le
prime lucciole.
Ma siamo in un luogo fatato dove da un momento all’altro possono apparire Oberon e Tatiana? O qualche piccolo elfo? Â Certamente ci troviamo in un “mondo a parte” dove per alcune ore serali vincono sorrisi, musica, canti, poesie e tante “parole tra noi leggere”.
Chi legge il mio blog conosce le Penelopi e l’Accademia: riunioni serali in casa di Cristina ospite generosa che ci diletta con la sua musica e con il piacere di inventare per noi uno scenario sempre nuovo di sorprese gradevoli: lei che ci suona i pezzi più belli della Traviata, Giovanna che ci legge un delizioso e poetico racconto in trentino che parla di Maggio e delle rose .
Noi Penelopi, amiche ormai ventennali e trentennali che cantiamo in coro e poi ci “lanciamo” nell’angolo colmo di
prelibatezze e mangiamo, beviamo, parliamo, ridiamo. Siamo felici, insomma.
Non è un gran regalo questa leggerezza?
Aspettiamo l’estate e tutto ciò che essa ci può portare: luce, sole, nuovi pensieri e la certezza che l’amicizia è veramente un
grande tesoro da  coltivare proprio come le rose .
Il benessere serale di primavera ci accompagna anche il giorno dopo. Ricordi di battute, di gentilezze, di bellezza.
E riflessioni sulla Vita, sul suo scorrere lento ma sicuro, il panta rei che tutto sommato ci consiglia di affidarci ed abbandonarci al Cosmo, alle sue regole e cercare di dare il meglio di noi, per noi stessi, per gli altri.
Rose profumate, colorate…ma c’è tantissimo altro nella Natura da scoprire ed assaggiare.
Come un delizioso Zibibbo di Nicosia, dono di una piccola grande amica!!! (R…)
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IL TUO POSTO E’ QUI di Maggie O’Farrell, ed.Guanda
pubblicato da: Mirna - 18 Maggio, 2017 @ 7:19 pm
Maggie O’Farrell, nata in Irlanda nel 1972, sa raccontare molto bene le sue storie!
Una narratrice con la N maiuscola.
In effetti ha vinto molti premi per altri romanzi che voglio assolutamente leggere.
Il tuo posto è qui (This must be the place) è una lunga ricerca di chi siamo, che cosa vogliamo, dove è la nostra Itaca. Chi lo capisce prima, chi ci mette più tempo.
Ma evidentemente esiste un posto dove vogliamo fermarci per sistemare la nostra vita passata, per sentirsi a “casa” per
conciliare i nostri desideri.
I due protagonisti principali hanno scelto il Donegal, questa terra battuta dai venti, da cieli sterminati e vaganti, da
profumo di mare. Che incanto l’Irlanda del Nord, così sanguigna, vera, forte e pur capace di dolcezze ancestrali.
E’ una storia d’amore fra Daniel e Claudette, ma con tante altre voci narranti che formano un arazzo di tante vite che si incrociano.
Claudette, famosissima diva con un figlio, estroversa, eccessiva, capricciosa,  ha capito con sicurezza qual era il  posto in cui vivere per sempre. Abbandona le scene, il regista compagno e con il figlioletto Ari scappa e si nasconde da tutti.
Ed è soddisfatta , centrata, padrona di sè.
Incontra per caso Daniel, in Irlanda, e nasce un amore.
Ma lui ha più legacci, vive negli States,  un divorzio alle spalle, due figli  e una fragilità nascosta. Non pensa di fare mai la cosa giusta. Ma per amore di Claudette si ritrova anch’egli ad amare il Donegal e si sposa con lei. Nasceranno due figli straordinari.
Ma Daniel ha ancora qualcosa del suo passato  da risolvere per cui andrà a Londra dove metterà in discussione il rapporto forte con Claudette.
E nel racconto di questo amore amore molti altri  personaggi raccontano la loro vita e in che modo sono legati  a Daniel e Claudette.
Un coro quindi che ti lascia spiazzato all’inizio perchè ti chiedi ?  Chi è  questo? Ma che cosa c’entra? Ma poi con un colpo d’ala tutto si sistema ed ogni  racconto dei vari personaggi, figli, fratelli, cognate, estranei, ha il suo motivo d’essere. Sono il collante per capire meglio il tutto.
Mi piace questo spostare avanti e indietro il tempo, mi piace questo frammentarsi delle impressioni. Una scrittura viva, moderna che appaga il lettore.
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STRANE LEALTA’ di WILLIAM McILVANNEY e LibrIncontri
pubblicato da: Mirna - 17 Maggio, 2017 @ 6:24 amLe indagini di Jack Laidlaw, detective della polizia di Glasgow.
Non conoscevo questo autore che posso definire un “giallista” poetico per le sue descrizioni che toccano l’immaginazione e per il suo  profondo scavare nell’animo .
In questa storia Jack vuole sapere perchè suo fratello Scott sia finito sotto un’automobile. Inizia così un’indagine capillare della vita del fratello, una vivisezione psicologica che naturalmente va di pari passo con la sua personale.
Jack si crede “un uomo senza qualità “, con un sacco di fallimenti  e frustrazioni. Talvolta si sente come l’unico  che cammina a piedi mentre tutti gli altri corrono in una macchina.
Jack sente che non è stato un incidente, capisce che è stata una morte immeritata seppure Scott negli ultimi tempi avesse abusato di alcol. Il suo tormento deve aver giocato un ruolo importante.
Il detective si immerge così  nella vita del fratello, nelle sue conoscenze, nel suo matrimonio fallito, nel suo passato per capire finalmente la verità .
William McIlvanney ((1936-2015) è considerato uno dei maggiori scrittori scozzesi, il “Telegraph” lo considera uno dei cinquanta scrittori di gialli da leggere prima di morire.
Ma altri libri vi consiglio, quelli che emergono nel nostro gurppo di lettura
Il paese sottile, di Sara Willer in cui si parla del Cile, della sua peculiarità e sue  problematiche o rileggere Grazia Deledda e la sua Marianna Sirca.
Molto interessante anche l’autobiografia di Peggy Guggenheim  donna straordinaria, o Giulia Buongiorno, la famosa avvocatessa che cerca di consigliare le donne a una valorizzazione di sè cercando di liberarsi da sole da pregiudizi, doveri imposti e tanto altro.
Bellissime come sempre le poesie di Pablo Neruda amante della natura in questo caso dell’Arte degli uccelli
Ci si ritrova oggi pomeriggio al Caffè Città per concludere i nostri ricchi e simpatici incontri, ma i consigli di lettura continueranno a essere pubblicati sul mio Blog insieme a pensieri, riflessioni, incontri e cronache.
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Il Marocchino e le scope in Friuli
pubblicato da: Mirna - 12 Maggio, 2017 @ 9:10 amG. mi racconta che sulla Giulia Augusta dove abita  passano frotte di marocchini che vendono oggetti vari . La strada è l’antica via romana che ora arriva fino a Grado attraversando lagune azzurre e gabbiani in volo.
La casa di G. dà sul retro su campi di fiori gialli di colza o pannocchie di mais o soia,  a seconda della rotazione agricola  del suo vicino.
Ma sul davanti ha la trafficata Giulia Augusta.
Abitando al pian terreno e tenendo spesso la porta aperta per lasciare entrare e uscire i suo tre gatti: Â due neri e muti – Paolo e Giulio, una bianca
ciarliera e manesca, Toby – succede che talvolta entri qualche sconosciuto.
Inutile dirle di stare attenta.
Lei risponde “Ma chi vuoi che voglia rubare? Non ho niente! Soltanto cose per i gatti e altre piuttosto vetuste.”
Intanto l’altro giorno un marocchino è entrato con addosso  parecchie scope da vendere.
Alto, alto e magro, magro  proprio come le sue scope.
Naturalmente la mia amica  gli dice
” Come vedi non mi serve nulla e non posso comprare niente per ora. Fra l’altro sono piena di scope”
E lui ribatte “Ma io ho fame”
“Che dovevo fare?” mi racconta lei “dar da mangiare agli affamati”
Gli offre del tonno con fagioli, ma lui pretende tonno con i piselli. Gli prospetta  anche  la maionese , ma lui sospettoso  dice di no, non si sa mai che dentro ci sia del maiale!
“Ma come fai ad essere così incosciente?” le chiedo.
Seraficamente lei risponde che lui era mite e  magro. Naturalmente dopo averlo  fatto sedere al tavolo della cucina gli  ha posto tante domande.
“E’ di Marrakesch . ” sottolinea per avvalorare che uno nato in  quel bel posto non poteva far nulla di male.
Con G. sono sempre preoccupata per la sua  incolumità . Non solo per episodi come questo, ma per tante altre circostanze della sua vita poliedrica.
Elegante direttrice di boutique ora in pensione,  perfetta conoscitrice della lingua inglese,” gattara” a tempo pienissimo,  ora lei  si prodiga  per tutti i felini del Friuli che fa sterilizzare in massa ( e per questo le sue sostanze sono spesso esigue), ad amica di persone dei più svariati ceti sociali: importanti avvocati, artisti, signore viennesi in ritiro in ville con giardino alla Monet, a guardie forestali che la “monitorano” quando di notte va a sfamare i gatti randagi, a uno zingaro gentile  che l’aiuta a sistemare la roulotte per i gatti.
Però:
perchè  deve andare di notte a prendere pezzi di acacia caduta per caso nel bosco  o legna già tagliata in un casolare abbandonato? E perchè, come l’altra sera quando furtiva raccoglieva ciocchi per la sua stufa (per  Paolo – uno dei due gatti muti-  che  vuole stare dentro al forno della cucina
economica!) cade tra l’edera che le avvinghia le caviglie… e non si rompe mai nulla?
Santi protettori degli amanti dei felini?
AMARCORD TERZO in una Carpi splendente
pubblicato da: Mirna - 7 Maggio, 2017 @ 5:14 am
Un Aprile importante per Carpi: il Papa, il Presidente della Repubblica e
NOI…ragazzi che non  vogliono perdersi,  nel desiderio di ricompattare un passato sorridente con il presente che fugge
come un treno.
29 aprile, giornata di sole e gemme e rondini.
Perchè non ritrovarci sul sagrato giallo del Duomo rimesso a festa dopo il terremoto?
E’ tutto splendente e cattura noi ragazzini che vivevamo in Cantarana -quindi alle sue spalle – con una rete di emozioni che  stremano.
Quante Messe osservando le statue dei Santi! Ed ora un soffitto di un azzurro incredibile ti abbraccia e ti fa ritornare fanciullo; e il pulpito vuoto  dei nostri Padri Spirituali risulta quasi un giocattolo che corre e rincorre i nostri ricordi.
Qualcuno si aggiunge al gruppo: Luisina Bonasi persa tra i banchi di scuola e in qualche serata  adolescente della sua casa antica di contessina ed ora ritrovatasi  con noi che non vogliamo perdere un’occasione importante: ripercorrere insieme i sentieri della giovinezza con gli occhi e i pensieri di ciò che siamo divenuti. Ma non è fantastico?
Ci sembra di essere ancora ciò che eravamo allora.
Il piccolo giardino a ridosso del Teatro è uguale: un po’ incolto, con la vasca dei pesci  rossi fermo nel tempo,  come  tanti tanti anni fa,  la statua di un dio minore che generalmente era avvolto in un intrico di roselline ci osserva ricordando i  ragazzini in cerca di sè.
I più giovani corron0 a mangiare la stria, quello gnocco friabile e saporito compagno delle nostre merende; anche Stefania e Federico sembrano succubi dell’incantamento dei genitori e del loro/nostro procedere fra i ricordi e il presente.
Brunella ha prenotato il ristorante del Parco, parco che ha conservato le panchine di allora, lo stesso monumento all’eroe Manfredo Fanti, accanto al quale si scattavano tutte le fotografie importanti. La Cresima, la Comunione, ecc. La Pasqua con gonnelline celesti e cappellini di rafia, mio fratello con i calzoncini al ginocchio, mia madre con un abito nuovo a fiori.
Brunella ed io con sorrisi sdentati dei sette anni.
Chi dice che di Nostalgia si muore? In effetti lo scrivevo anch’io  io in una mia poesia di adolescente. Ma ora – evviva la maturità – trovo il passato una ricchezza, un mantello di conforto, di consonanze, di comprensione di ciò che la Vita è.
Carpi ovvero un luogo cheper chi è lontano  c’è e non c’è, come l’isola di Peter Pan. Un luogo che abbiamo calpestato, un luogo che vogliamo rimanga nel nostro immaginario perchè ci regala emozioni, sensazioni di sorrisi e languori.
E come non struggersi di benessere e gioia nella casa di campagna di Brunella? Un luogo magico che ci accoglie nella piena espansione dei “pappi”, quelle infiorescenze leggere come fiocchi di neve che volano in primavera.
E così entriamo insieme a lei, regina del suo mondo , in un boschetto fatato, guardiamo fiori e piante, calpestiamo edera, ascoltiamo la storia del
suo grande amore mai dimenticato.
Saliamo persino nell’acetaia, una stanza lassù , lontana, con piccole botti di aceto balsamico che assaggiamo in una
dimensione onirica e quasi avulsa dal presente.
Ma chi dice che la magia non esiste?
STILLBACH O DELLA NOSTALGIA di Sabine Gruber, 2011
pubblicato da: Mirna - 27 Aprile, 2017 @ 5:12 pm
Chi ha letto “Eva dorme” della Melandri può trovare in questo romanzo dell’altoatesina Gruber lo stesso modo di narrare storie che nel primo Novecento hanno toccato le popolazioni nate e vissute in Alto Adige.
Nata a Merano  ho sempre sentito con partecipazione  questa problematica di integrazione italiani-tedeschi anche quando andai a vivere in Emilia. A Merano rimanevano gli zii e molte estati le trascorrevo presso di loro vivendo i tempi delle bombe ai tralicci degli anni ’60
“Clara nel presente, nel 2009, Ines nel 1978, Emma nel 1943 e negli anni precedenti lo scoppio della guerra- sono questi i tre filoni che si inseguono e si sovrappongono in Stillbach 0 della nostalgia.
Il romanzo che Ines ha scritto affonda nella storia: Ines si interessava a Priebke, l’ufficiale delle SS che spuntava i nomi delle vittime all’eccidio delle Fosse Ardeatine, eseguito per rappresaglia contro l’attentato partigiano in via Rasella. Perché il fidanzato altoatesino di Emma era morto in quell’attentato e non c’entrava proprio niente, non era un nazista. Se Johann non fosse morto, Emma non si sarebbe lasciata mettere incinta dal figlio del proprietario dell’albergo Manente, perché non era vero che era un’arrivista. Ed aveva pagato caro per quel figlio- l’ostracismo di Stillbach, la rottura con la sua famiglia che non voleva saperne di avere per parente un signor Cazzolini, come venivano chiamati gli italiani. In quel breve periodo come cameriera Ines aveva amoreggiato con un ospite dell’albergo, Paul Vogel che si pagava gli studi facendo la guida turistica. Ora, nel 2009, Ines aveva incontrato di nuovo Paul Vogel e Clara gli darà un appuntamento per sapere qualcosa di più sull’amica. Paul non ricorda nulla di una storia avuta con Ines nel 1978, un dettaglio importante. Quanto c’è di vero e quanto di romanzato nelle pagine scritte da Ines? Se Paul non era andato a letto con lei, allora forse non era neppure vero che un fantomatico Johann fosse morto in via Rasella. Ma a Stillbach qualcuno conosceva Johann…
Fantasmi del passato, inimicizie mai sopite, il disagio nei rapporti tra altoatesini e italiani, tra chi ha vissuto come un sopruso il dover cambiare nome e lingua e identità nazionale e chi ha reclamato un territorio in base alla geografia, chi ha colonizzato l’Alto Adige con la stessa arroganza con cui ha messo piede in Abissinia”. (recensione di Marilia Piccone)Â
Un romanzo nel romanzo e non solo,  verso la fine  appare la stessa autrice, Sabine Gruber, come  un deus ex machina per risistemare le scatole cinesi di questa storia vera o letteraturizzata? Certamente agganciata storicamente alla difficoltà degli abitanti dell’Alto Adige in bilico tra un’identità da salvare ed una nuova da accettare.
Stillbach, Rio silente tradotto in italiano come venne fatto per tutte le località altoatesine, è un luogo inventato, ma è il luogo dell’ origine.
L’ Itaca nella quale ognuno vorrebbe ritornare. Idealizzato, amato o odiato, il nostro luogo natio ci lascerà un segno permanente per tutto ciò che si è assorbito nei primi anni di vita. Il luogo d’origine non è solo un luogo geografico: è gran parte di ciò che saremo e se si nasce in un luogo di confine, di conflitti anche il nostro Io ne sarà nel bene e nel male contrassegnato.
Sabine Gruber, classe 1963, nata a Merano è una scrittrice tra le più note nel panorama di lingua tedesca. Oggi vive a Vienna, è autrice di prosa, poesia e teatro. Per le sue opere ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti letterari.
PENSIERI SPARSI…in borsetta
pubblicato da: Mirna - 21 Aprile, 2017 @ 4:32 pm
Pensieri di Aprile. Non sempre
April is the cruellest month ,breeding
lilacs out of the dead land, mixing
Memory an desire, stirring
Dull roots with spring rain.
Come scriveva T.S. Eliot nella sua Waste Land.Â
Sì, è vero Aprile genera lillà dalla terra morta,  mescola desideri e memorie e smuove radici con la pioggia primaverile . Insomma ci mette allo scoperto. Natura e noi. E spesso ci lascia  vulnerabili e senza difese nel turbillon dei cambiamenti.
Talvolta  però Aprile è clemente, è amico, chiaro e quasi affidabile. Ci regala sorprese come mantelli di glicine precoci, pensieri e sogni sorridenti,
brividi che sembrano percorrere all’unisono il risveglio della Natura. E ci fa anche accorgere  di quanto la vita sia bella, imprevedibile, misteriosa.
Non occorre sempre uscire in dolci scampagnate collinari, visitare città , camminare lungo i fiumi, basta osservare e ascoltare.
La sera i merli fischiano insieme ai passeri, le anatre del  parco ondeggiano sull’erba, e se il vento traditore ti apre il soprabito vedi pur volare petali di fiori rosa.
Forse ciò che Aprile ci vuol dire è di continuare a credere nel Bello nonostante la consapevolezza del memento mori.
Da giovanissima scrivevo al ricordo del profumo dei tigli “e di nostalgia si muore” oppure  ” quaggiù sul greto del fiume io muoio ” ma ora posso ancora ricordare invece l’attaccamento alla vita e il gusto per tutto ciò che c’era e c’è intorno a me, a noi.
Crescere vuol dire anche accettare nuovi Aprili, cambiamenti, una “waste land“, dove pur sempre sopra vi fioriscono i giacinti “You gave me
Hyacinths …and you came back from the Hyacinth garden”. Soltanto vedere un giardino di giacinti non è una meraviglia?
Semmai riceverne in dono…
Sì, tutto è  ed è il contrario.
The Waste Land è anche la Terra Promessa.
E’ tutto dentro di noi come  approcciare in determinati momenti la nostra vita e gli accadimenti piccoli, grandi, dolci, inaspettati, poetici.
E’ del poeta il fin la meraviglia.
LA FORTUNA TI SORRIDE di Adam Johnson, Marsilio
pubblicato da: Mirna - 12 Aprile, 2017 @ 4:41 pm
Un bel libro di racconti densi e intriganti di Adam Johnson che con il romanzo Il Signore degli Orfani ha vinto il Pulitzer.
Una scrittura forte che sa coniugare tenerezza e disincanto in una società varia che cerca un riscatto dal caos del presente e dalle ombre talvolta oscure e incomprese del proprio  passato. Come non comprende Hans, ex -direttore amministrativo della Stasi, che ormai a distanza di 18 anni ritorna ogni giorno sul luogo del suo lavoro, “del delitto” potremmo dire  – ormai diventato meta turistica per adolescenti pigri e scarsamente interessati – quasi per rassicurarsi che tutto ciò che viene raccontato brutalmente dagli ex-detenuti  non è vero, tutto era stato fatto per amor di patria. “George Orwell era un mio
amico”
Molto toccante il racconto del giovane padre che dopo l’uragano Katrina in Louisiana si vede “recapitare” il figlioletto avuto da una  breve relazione. La madre è scomparsa e lui deve prendersi cura del piccolo Geronimo  cercando di sopravvivere in una terra ormai devastata . Ma c’è sempre una scintilla di speranza , un po’ di ottimismo e consolazione “Uragani anonimi”.
I racconti sono sei, tutti straordinari. Â La fotuna ti sorride ha vinto il National Book Award
Ma per gli amici lettori ci sono tanti altri consigli emersi dai nostri LibrIncontri. sempre più frizzanti e interessanti. Ed ieri anche con l’arrivo graditissimo di Nadia Ioriatti.
“La vita su Marte” di Schiapparelli che si può scaricare gratuitamente perchè fa parte del Progetto Guttenberg per cui i diritti sono ormai tutti scaduti. Un viaggio immaginifico tra scienza e letteratura.
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LA VEDOVA VAN GOGH di Camilo Sanchez
pubblicato da: Mirna - 7 Aprile, 2017 @ 4:36 pm
Per chi ama Van Gogh pittore e uomo, per chi ha letto la emozionante corrispondenza fra Vincent e suo fratello Theo, questo è un ulteriore tassello per conoscere maggiormente la storia del suo lavoro.
Appena Vincent si suicida Theo cade in una profonda depressione preda di sensi di colpa e di quelle paranoie tipiche di una patologia  familiare. Eppure è appena diventato padre di un maschietto, Vincent per l’appunto, ma lascia tutto sulle spalle della giovane moglie Johanna .
Vivono a Parigi ed ora è Johanna  ad occuparsi anche degli innumerevoli tele del cognato. E sono tante. Pensare che quando era in vita ne vendette soltanto due o tre. Van Gogh non ci teneva alla vendita, desiderava far conoscere le sue opere, trasmettere  l’urgenza frenetica che lo coglieva ogni momento al cospetto della Natura, della Vita. Aveva scritto al fratello di donare i suoi quadri ai Musei.
Ma non è ancora  giunto il tempo per capire il genio unico di Van Gogh.
Johanna è stremata: Theo vive nel letto il suo dolore, si alza soltanto per cercare di organizzare una  mostra per il fratello che viene però rifiutata.  Johanna scrive un diario per salvarsi, per capire che fare. Sa che dovrà tornare in Olanda presso i suoi genitori per avere un po’ di aiuto. Sente che Theo è ormai distrutto. Infatti morirà dopo 6 mesi dalla morte del fratello.
E qui comincia la straordinaria avventura di una giovane vedova e madre che ricostruirà la sua vita portando avanti molti progetti che si
realizzeranno con successo. Decide con l’aiuto economico del padre di aprire una locanda in campagna, fa arrivare da Parigi i quadri di Van Gogh che appende in ogni stanza, su ogni pezzo di muro.
Ma ve le immaginate pareti piene di girasoli, di iris, di mandorli fioriti….molta gente viene a soggiornare e ad ammirare questo luogo particolare..
Johanna sa che ha una missione. Intanto rilegge la corrispondenza fra Vincent e Theo e scopre la poetica del pittore, la sua ansia di immedesimarsi nel colore come ingresso nella vibrazione del cosmo. Sa che ha in mano un capolavoro letterario. Lavorerà dunque anche su di  esse in parallelo con i tentativi di organizzare piccole mostre.
Dapprima vende un disegno, poi un quadro e lentamente tutto si svolgerà in modo di far entrare per sempre Van Gogh nella Storia dell’Arte.
Libro bellissimo, la storia della donna che ha riconosciuto per prima il valore di Van Gogh.
Dal suo diario: “Scrivo circondata dalla vertigine di colori: Frutteti in fiore, in camera da letto, in sala da pranzo, sopra il focolare, davanti ai miei occhi proprio adesso, i mangiatori di patate; nel piccolo soggiorno il grande paesaggio di Arles e la notte stellata che sovrasta il Rodano. Ognuno di loro sfavilla per casa. E sembrano dipinti da persone diverse. “
Bellissimo. Consigliato da Emma.
Ediz.Marcos y Marcos
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POMFRET TOWERS di Angela Thirkell, ed. Astoria
pubblicato da: Mirna - 29 Marzo, 2017 @ 7:57 am
Che delizia questi romanzi Astoria  del primo Novecento.
Entri nell’atmosfera della campagna inglese e non vorresti più uscirne. Soprattutto vorresti rimanere dentro questa storia, dentro al maniero del vecchio e burbero Lord Pomfret e vedere e ascoltare tutti i personaggi che vi  si aggirano.
Che personaggi simpatici! Dalla protagonista principale, la timidissima Alice che vive a ridosso di Pomfret Tower, in una casa- dependance … almeno dal riscaldamento centrale  (voluto da suo padre, il signor Barton,) con i genitori e il fratello Guy.
Alice può cadere in deliqui mentali se obbligata a stare in mezzo alla gente, a parlare e ad essere osservata…sta bene soltanto con i suoi amici Sally e Roddy amanti della campagna e dell’allevamento di cani.
Ma proprio lei e suo fratello vengono invitati da lord Pomfret per un week end in occasione del ritorno  di Lady Pomfret che dopo la morte dell’unico figlio soggiorna spesso in Italia.
Ci saranno anche l’erede Gilles  Foster, la cugina Hermione Rivers autrice di successo, i cui romanzi sentimentali vengono divorati. L’editore Jons (che odia la signora Rivers) stima che almeno “ventimila donne di mezza età sprovviste di particolare fascino e interesse immaginandosi nei panni delle sue eroine (che conquistano sempre giovanotti fascinosi in giro per il mondo , ma che non tradiscono mai il marito pur se algido) avrebbero partecipato romanticamente al resistere della passione passeggera.
La signora Rivers ha due figli Phoebe e Julian, quest’ultimo  si crede un artista interessantissimo. Carattere egocentrico e maleducatissimo.  Riesce a  far credere all’ingenua  Alice di esserne innamorata.
Risate assicurate grazie a questa scrittrice ai più sconosciuta. La sua ironia è tagliente e riesce a descrivere in modo eccellente un periodo in cui le classi medio-alte si potevano ancora permettere di abitare in grandi casi di campagna, attorniate da una servitù praticamente a costo zero.
Esilarante. Ma non solo, per esempio…in poche righe i più attenti lettori, diciamo lettrici, scopriranno perchè la segretaria di Lady Pomfret una notte non riesca a dormire e perchè il signor Barton cerchi a un certo punto un indirizzo londinese…



















