LA FELICITA’ DI EMMA di Claudia Schreiber
pubblicato da: Mirna - 1 Agosto, 2014 @ 4:23 pmLA FELICITA’ DI EMMA di Claudia Schreiber
E’ consolatorio e leggere questo libro in una giornata in cui si vuole
ritrovare un po’ di felicità . C’è finalmente il sole, un sole leggero che si inerpica al mattino dal terzo al quarto piano della mia casa. Lo seguo mentre scivola dalle surfinie ai girasoli affacciati alla finestra della cucina, fin sul balconcino del salotto. Il bianco delle surfinie sembra attirare soltanto farfalle bianche che volano leggere e silenziose in un’ora dorata di sospensione e quiete.
Ho appena finito il libro di Claudia Schreiber e mi sembra che la sua storia di macellazione e di  altissimi momenti poetici sia come la vita.
Ma è sempre così. Tutto può essere una metafora o una similitudine dell’esistenza di noi umani.
La vita del pollaio  ci racconta in modo esilarante e amaro come funziona la nostra società dove si alternano i “perdenti†e i “vincentiâ€.
Emma aveva capito da un pezzo che gli umani assomigliano al pollame. La bagarre tra le galline per essere le favorite del gallo è irresistibile
La  vita di Emma  si è svolta sempre nella fattoria  tra gli animali a cui è legata da un particolare affetto, ma il terribile insegnamento ricevuto dalla sua crudele famiglia non la ferma certo dal macellare i suoi adorati maiali per ricavarne salsicce e Leberwurst.
Ma lei lo fa con immensa dolcezza, li abbraccia, li coccola,… li sgozza con amore.
Ho fatto fatica a leggere alcune pagine sull’uccisione degli animali che pur mangio… ( però forse diventerò vegetariana.)
Ma le altre pagine…spassose e intense. Emma invidia la vita dei maiali, pensa che siano esseri felici.
Agli occhi di Emma, nessuna esistenza terrena era più magnifica,, semplice, significativa e riuscita di quella dei maiali
Quando poi  finalmente capirà la natura dei suoi incubi ricorderà che gli unici contatti affettivi li ha avuti con la scrofa.
Ora vive sola, lavora come un uomo,ogni tanto scorazza con la moto, ma vorrebbe  tanti soldi e un uomo accanto per salvare la fattoria e per essere finalmente felice.
Succede che il destino la ascolti perché per vie fortunose vi arriva Max che cerca un posto particolare per morire. Gli hanno diagnosticato un male incurabile. Vorrebbe andare in Messico dove  era stato un tempo. Vorrebbe un’amaca dove dondolarsi e aspettare…
Ma il fato lo conduce da Emma e qui comincerà una straordinaria e unica storia d’amore.
Le forti scene della macellazione vengono equilibrate con una bellissima immagine di Emma che come una regina incede su petali di fiori sulle note della Wassermusik di Handel.
Vi consiglio di leggerlo. (Keller editore). Grazia lo tiene con gran cura dentro un mobiletto chiuso.
Libri e natura per essere felici? Oggi tutto mi aiuta per esserlo.
I tristi pensieri  se ne vanno grazie a questo libretto rosa e allo stormire leggero di profumi e fronde. E una giornata solatìa nella mia piccola “fattoria” di fiori mi riconciliano col fluire della vita.
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VIA XX SETTEMBRE di Simonetta Agnello Hornby
pubblicato da: Mirna - 26 Luglio, 2014 @ 4:04 pmVIA XX SETTEMBREÂ dI Simonetta Agnello Hornby, Feltrinelli
Entrare nei romanzi è entrare in una vita altra, ci identifichiamo o distacchiamo dai personaggi a seconda della nostra visione del mondo. Ma tutti sappiamo che in ogni racconto c’è per forza qualche cosa dell’autore. Si scrive soltanto di ciò che conosciamo. A me piace molto dunque conoscere la vita degli scrittori. Dai miei adorati come Woolf, Mansfield, Dickinson, Leopardi, James,Austen,  le Bronte e tanti altri a quelli non ancora letti, come questa scrittrice siciliana che ora vive a Londra.
Io amo Palermo.
La sua luce, la sua atmosfera,il suo profumo di zagare. Vi arrivavo con la nave quando lavoravo per la  Costa Crociere e subito ci facevamo portare in via Maqueda in qualche bar elegante  a gustare cannoli e caffè. Gli amici palermitani ci invitavano a pranzo sulla loro terrazza. Gamberoni, melanzane, cassata, vino fresco e un panorama meraviglioso  sul mare e uno  dolente nella parte delle costruzioni selvagge della speculazione edlizia.
Perciò ho letto con piacere il racconto che la Agnello Hornby fa della sua Palermo del dopoguerra. Entriamo nella sua famiglia dell’ultima nobiltà terriera dove gli uomini non†dovevano†lavorare e le donne erano controllate a vista.
E la sua famiglia è sicuramente particolare: il padre se ne sta nell’Agrigentino a curare i suoi latifondi lasciando la moglie a Palermo con le due figlie da seguire C’è intorno a loro una grandissima famiglia che è tutto il loro mondo e soprattutto la continuità con un passato che lentamente si dissolve e che Simonetta ci racconta unito al grande amore per Palermo che lei sente essere “la sua città †come le ripete spesso il padre.
“Magnifica, incastonata come una spilla di smalto tra il verde dei giardini di aranci e il blu del mareâ€
Palermo diventa dunque la protagonista di questo mémoir, una città di contraddizioni tra miseria e nobiltà , tra  i primi barlumi di coscienza politica e giustizia e l’eterna piaga della mafia.
Da via XX Settembre parte per la scrittrice il suo percorso culturale e formativo, la  strada verso il suo divenire.
E se crediamo sempre che le donne siciliane siano state succubi dell’uomo ci accorgiamo invece del loro predominio nella famiglia, sia nell’educazione dei figli e  nel nutrimento culturale e ovviamente gastronomico che elargiscono Pane per la bocca, pane per le menti e per il cuore.
Ed allora assaporiamo una Palermo di dolci di mandorle e pistacchi, di zeppole fritte, rare e segrete fette del cardinale, cannilleri, pecore di Pasta Reale preparate con antiche ricette familiari che prendono giorni e giorni di preparazione.  (Cara Enza ce ne parli un po’?)
E’ soprattutto il profumo dei dolci ad infarcire i ricordi della scrittrice, quasi che i dolci siano la consolazione per andare avanti.
Mi sovviene il libro di Maria Cannata, anch’essa siciliana, dove sia il pane che i dolci impastati con la farina di mandorle e gli altri frutti di questa terra meravigliosa diventano i cardini della vita delle donne, ma non solo…
Simonetta Agnello Hornby ha sposato un inglese ed ora vive a Londra.
Proprio in questi giorni è uscito un altro suo libro “La mia Londraâ€, ed.Giunti. Storia personale e storia di una metropoli dagli anni Sessanta in poi.
IL GIARDINO DELLE LUCERTOLE SENZA CODA
pubblicato da: Mirna - 21 Luglio, 2014 @ 11:29 am
Il  giardinetto pensile  di Borzonascai è antico. Tipicamente liguri sono le fasce che si raggiungono con la scaletta di pietra. E di pietre antichissime sono i muretti che sostengono la terrazza che dà sul tinello  e i due piccoli lembi di terreno soprastanti. Addirittura ce ne sarebbe un terzo, un piccolo camminamento invaso da alloro, edera, uva selvatica, roselline.
Anche molte piante sono antiche: messe a dimora dal nonno ligure: la camelia, l’arancio selvatico, la palma, il nespolo e alcune rose rosso scuro profumatissime (mio marito un’estate ne ricavò il rosolio) e altre rosa pallido. In questa fascia dove si sta abbarbicando anche un glicine e gli amareni e il pruno fanno un po’ d’ombra io amo distendermi sulla sedia a sdraio  a leggere o a tuffarmi nell’atmosfera montaliana colma di frinire di cicale e di voli di farfalle stremate.
Ascolto lo stormire delle fronde, il cinguettìo delle cincie ,lo scoccare delle ore delle campane vicine. Assaporo il profumo di rosmarino, menta, timo e salvia che mi giunge dall’orto del vicino, spesso frammisto allo squisito odore di torta di riso, “bacioccaâ€, minestrone, ripieni di verdura con origano e maggiorana…
In tutta questa poesia si inserisce Mimilla e il suo essere GATTO.
 Finalmente – penserà – sono libera di far uscire i miei istinti felini.
Ed allora via…caccia alle lucertole, alle libellule, alle cavallette e ad altri esserini più o meno belli che vivacchiano nel giardinetto.
Il serpentello verde e giallo, un orbettino, riportato in alto da mia nipote era stato visto intorno alle sedie della terrazza, , qualche libellula senza un’ala o cavallette azzoppate vengono salvate da me, tra qualche gridolino che spaventa i vicini.
Ma le lucertole…!
Ogni pomeriggio, quando c’è il sole, Mimilla ne cattura due o tre, piccole o grandi e me le porta sempre in dono persino in camera da letto. E io urlo…poi prendo scopa e paletta e salvo sempre la malcapitata che naturalmente però nel frattempo   è’ rimasta senza coda.
Ieri da dietro il cassettone ne è uscita una – rigorosamente senza coda – dove  deve essere stata rintanata per tre giorni. Ma l’ho salvata. Mia nipote ha commentato “Meschina, chissà che tre brutti giorni ha passatoâ€
Dopo un ’ennesima notte di temporale aspetto fiduciosa il solleone e tutto ciò che l’estate e il sole ci regalano: sospensione, obnubilamento, nuovi suoni come il tubare delle tortore o i gridi degli aironi che volano a sera, ronzii di api e calabroni e fruscii tra l’erba e sulle pietre di famiglie e famiglie di lucertoline …tutte senza coda.
Evidentemente a Mimilla non ne sfugge una!
AMORI NON MOLTO CORRISPOSTI di Barbara Pym
pubblicato da: Mirna - 19 Luglio, 2014 @ 10:09 amAMORI NON MOLTO CORRISPOSTI
Un LIBRO per ogni i stagione. Questi libretti rossi ASTORIA sembrano perfetti per la stagione della distensione e leggerezza . E se poi incappiamo in un’estate spesso piovosa lo diventano ancora di più.Che cosa c’è di più gradevole che entrare nel mondo di Barbara Pym? La vita è sempre rassicurante nonostante storie sentimentali irrisolte. Perché c’è sempre l’ora del tè o un buon bicchiere di gin e sicuramente tanti Pastori prodighi di buone parole e consigli.
Dulcie è una correttrice di bozze, una che sistema gli indici delle pubblicazioni. E’ proprio ad un convegno sul tema dove si parla diâ€Alcuni problemi di un direttore†e “Alcuni problemi nella stesura degli indici†che conosce l’affascinante accademico Aylwin Forbes e la trentanovenne Viola Dace legati un tempo da un brevissimo flirt.
. Dulcie , come Viola, ha circa trentanove anni, e si sente sulla via dello zitellaggio (non per niente si veste di tweed e porta spesso scarpe pesanti), ma mantiene una freschezza di pensiero e di empatia verso gli altri da renderla una persona gradevolissima. Persino il suo ex.fidanzato vorrebbe mantenere con lei rapporti di tenera amicizia.
Dulcie è attratta da Viola, quasi un suo negativo, tanto lei è ottimista e dolce, come il suo nome, quanto Viola è pessimista e delusa dal comportamento indifferente di Aylwuin.
Dulcie  scopre che dopo anni di ricerche per gli Indici preferisce investigare la vita degli altri Comincia a voler sapere di più di Aylwin, del suo matrimonio fallito, del rapporto con Viola e in questa ricerca capillare che la porterà fin nella parrocchia del fratello – che dovrebbe essere bello quanto Aylwin –  e nell’Albergo della madre, Dulcie troverà quasi conforto.
Si sente più sicura nel vivere la vita degli altri perché può osservare le loro gioie e i loro dolori con distacco
Barbara Pym ci racconta piccoli accadimenti di vite tranquille o quasi con un’ironia contagiosa. Partecipiamo con affetto ai piccoli drammi della governante che non è riuscita a mangiare i fagioli stufati mentre un avventore dopo di lei li ha avuti.
E sempre nel suo mondo troviamo una coppia di donne senza marito, seppur in questo romanzo ancor giovani. Riusciranno a sposarsi?
E la giovanissima nipote Laurel che arriva a Londra per studiare porterà scompiglio?
Da leggere nei pigri pomeriggi estivi. Con l’immancabile cup of tea se per caso piovesse.
Per chi si sente P ymescamente single,  e cioè positivamente soddisfatta  di tutti i piccoli avvenimenti che la vita offre,  la narrativa della Pym è  un vademecum obbligatorio!
GLI OCCHI DELL’AMORE di Margery Sharp
pubblicato da: Mirna - 16 Luglio, 2014 @ 6:48 pm
Dovrò leggere assolutamente gli altri romanzi di questa autrice inglese
(1905-1991) perché la lettura di questo  libretto rosso Astoria mi ha divertito immensamente e sono certa che non lo dimenticherò,  tanto particolari sono sia la trama che i personaggi ..
Tagliente come il significato del suo cognome l’autrice ci racconta in modo intelligente una storia d’amore fra Dolores e Harry. In realtà Dolores ha un nome più inglese, ma Harry la conosce – e se ne innamora immediatamente – vestita da ballerina spagnola ad un ballo in costume. Sebbene lei sia bruttina, piccola e secca lui da subito la vede come la “sua rosa spagnolaâ€e così la chiamerà Dolores.
Anche Harry Gibson  non è un Adone: è grassoccio,massiccio, travestito da sacchetto di carta, ma per lei è il  Big Harry, il suo Re Hal.
Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace.
La loro unione felice va avanti di nascosto dalla madre di lui per ben dieci anni.
Ma ad un certo punto l’azienda di Harry rischia il fallimento. Solo un matrimonio d’interesse può salvare il tutto.
Mr. Joyce , avveduto uomo d’affari, ha una figlia, Miranda, â€di età indefinibile, acida,antipatica, bruttaâ€â€¦per cui sembra la soluzione migliore combinare un matrimonio. Fra l’altro Harry e Mr. Joyce lavorano entrambi nel ramo Pellicce.
E c’è anche la piccola Martha che vive con la zia Dolores.
Tutta presa dal suo mondo di grande osservatrice e “riproduttrice†dell’ambiente in disegni ben delineati e precisi, come alberi, stufe, barattoli ecc.,  non è interessata alla vita della zia o del suo Big Harry . Personaggio insolito questa bambina scorbutica, di “coriacea imperturbabilità ” ma decisa e di buon senso tutto inglese,  che alla fine si inserirà perfettamente nel nuovo “disegno†esistenziale che i personaggi creeranno.
Nel frattempo la sofferenza di entrambi gli innamorati  è struggente. Dolores deve per giunta trovare un pensionante per poter mantenere se stessa e la nipote, Harry non sopporta la fidanzata, mentre riesce a trovare un vero amico in Mr Joyce.
E poi c’è il pettine spagnolo, unico ricordo che egli ha della sua rosa spagnola. Ma la perfida Miranda lo troverà e…
Una commedia romantica intrisa dal più gustoso umorismo britannico. Deliziosa!
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PICCOLE CRONACHE DI BORZONASCA
pubblicato da: Mirna - 13 Luglio, 2014 @ 3:55 pm
Già Borzonasca è verde e fresca, ma la pioggia di queste ultime settimane ha trasformato l’angolo del mio giardino – quello che lo scorso anno sotto
il solleone di luglio  amavo definire l’Angolo Rousseau – in un angolo preraffaellita.
Sulle pietre medievali dei muretti crescono muschio e rampicanti e la vasca che raccoglie l’acqua è ricoperta d’edera.
Fiori ed erba crescono velocemente e mi sembra di vedere i fiorellini che Millais ha dipinto accuratamente nella sua Ofelia, ma ritrovo  anche i quadri  di Alma Tadema,  amante di fiori e bellezze muliebri. Così asfodeli, calle, gelsomini sono richiamati, veri o immaginati,  da tutto questo verde che ci abbraccia.
Anche le passeggiate verso i  paesini vicini assomigliano  a dipinti preraffaelliti.  Come quella di stamattina, a Caregli.
Ortensie azzurro cupo, gigli, gladioli, tanti rampicanti.
Entrare nella bellezza ci regala momenti di letizia e  di benessere. Grazia mi indica un grande leccio davanti alla chiesa, riconosciamo robinie, nocciòli, querce. Adoro i boschetti di latifoglie e mentre camminavamo  me li immaginavo già nei colori dell’autunno.
E poi alla fine del sentiero, dietro la vecchia chiesetta… un incanto : di fronte a noi sull’altro versante l’Abbazia di Borzone, ai nostri piedi distese di margheritine e ciuffi di menta, sulle rocce il timo profumato. Ho raccolto foglioline di menta e di timo e li ho assaporati con il mio petto di pollo.
Mi è sembrato di mangiare il sole.
I NEWYORKESI di Cathleen Shine
pubblicato da: Mirna - 8 Luglio, 2014 @ 4:05 pm
Ogni capitoletto, un piacere. Scrittura scorrevole che rilassa e intriga perché oltre che di New York si parla di cani. Anzi ve ne sono disegnati parecchi, di tutte le razze.
Siamo nell’Upper West Side di New York, quartiere di Manhattan abitato da persone spesso sole, riservate o un po’eccentriche che probabilmente non si sarebbero mai incontrate, né innamorate come succederà , . se non avessero avuto un cane come amico.
Jody è un’insegnante di musica  che vive in un monolocale  con Beatrice, una pit bull dolcissima  trovata mentre magra e piena di pulci vagava per le strade del Bronx. Ora invece Beatrice  è grassa e ben curata, “di nobile aspetto, con enigmatici occhi azzurri “
Jody è una ragazza di trentanove anni, insonne, che suona  il violino, ama  biancheria raffinata  per il letto  ed è di carattere gioioso. Lei e Beatrice mentre fanno la passeggiata sotto la neve colpiscono Everett un cinquantenne divorziato. Un tipo dall’aria severa che però si trasforma quando sorride. E questo sorriso rapisce Jody.
Si direbbero fatti l’uno per l’altro. In effetti ad Everett piace quella ragazza luminosa ed allegra e un giorno istintivamente le regala un mazzo di tulipani gialli.
Ma poi arriverà Polly giovane editor che si trasferisce nell’appartamento appena liberatosi nel caseggiato di Everett.  E con lei Howdy il cucciolo  trovato nel ripostiglio. Le carte si rimescolano…
Polly ha un simpaticissimo fratello maggiore. George che    non sa ancora chi e   che cosa deve fare,  si perde in fantasticherie , ma  si lascia guidare dalla sorellina tanto che andrà a vivere da lei…soprattutto perché già “innamorato†di Howdy.
Oltre che nel parco vicino gli incontri avvengono anche nel locale di Jamie che possiede due cani  perennemente  sdraiati  dietro il bancone, sono  tollerati da tutti,tranne che da…Doris, terribile insegnante pronta alla pensione, dai capelli e la faccia arancioni che inizierà una battaglia contro i canidi. con tanto di mainifestini  minacciosi
Lei appare sempre con pellicce varie come  Crudelia Demon spaventando tutti, tranne Beatrice che adora fare la pipì sulle ruote del suo Suv.. Divertente come finirà Doris…
Tra apprensioni per i cani e nuovi incontri  si dipanano relazioni amicali e sentimentali.
Ma Jodie accetterà la proposta di matrimonio di Simon´? O penserà sempre ad Everett?
E George troverà la sua strada?
Il momento clou della storia – un lungo black out – risolverà le complicazioni donando consapevolezza .
E’ uno di quei libri che non vorresti mai lasciare perchè la vita quotidiana dei personaggi è “piccolaâ€,ma gradevolmente  avvincente. E Cathleen Shine è maestra nel regalarci sorrisi e gioia di vivere.
Mentre scrivo qui a Borzonasca: diluvia: la pioggia batte sulle finestrelle della mansarda, Mimilla dapprima sconcertata dai tuoni e dai fulmini ora dorme sul plaid.  E’ autunno?
Mi affaccio e vedo il giardino grondante, le surfinie e gli altri fiori rosa  hanno il capo reclinato.
Non ci resta che…leggere.
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FELICITA’…
pubblicato da: Mirna - 6 Luglio, 2014 @ 7:38 pmFelicita’ (è  anche il titolo di un racconto della Mansfield)
Talvolta la felicità è riuscire a superare un ostacolo, vincere una sfida.  Stamattina mi chiedevo se a   …   anni potevo ancora affrontare la salita di tre chilometri  che va verso l’abbazia di Borzone, una  mia amata meta delle  vacanze liguri
Sì, ci sono riuscita, anzi…Grazia ed io, come Indiana Jones,  abbiamo scavalcato  uno  steccato che vietava l’accesso – causa frana – al nostro primo e preferito  sentierino pieno di more e di fiori.  E poi impavide,  in un clima sub-tropicale,  ci siamo incamminate  verso  Borzone.
Dell’abbazia ve ne ho parlato spesso nelle mie estati precedenti.   Eretta prima del 1244, tenuta dai monaci dell’ordine Chaise de Dieu di Clermont fino al 1536 è un luogo incantevole circondato da ulivi,oleandri e tanto verde.
Ci sono coordinate spaziali ed emozionali  positive. Incontriamo una mia lontana parente, medico a Parigi e  Walter dagli occhi azzurri e mansueti, grande amico dell’Abate.
L’abate in persona, vestito di nero come un Pope greco,ci permette di entrare nei suoi appartamenti per farci il caffè. Ci sono anche la farmacista di Mezzanego e suo marito un ingegnere free lance, appassionato conoscitore di storia che ci illustra le origini del sito.
Tra i possenti muri antichi  ecco le finestre che guardano le colline argentate e noi improvvisamente complici in un’atmosfera senza tempo ci ritroviamo sorridenti e felici.
E  scendendo verso Borzonasca raccolgo alcune ortensie azzurre  e con Grazia si parla ovviamente d,libri.
“La  versione di Barney†da leggere assolutamente.
Ed io mi sento veramente felice, la passeggiata mi fa un effetto euforizzante, come vedere le mostre di pittura.Vorrei saltellare.
So che a casa mi aspetta quel delizioso libretto rosso edito da Astoria. Lo  leggerò sulla terrazza  nel tardo pomeriggio con le rondini e il suono delle campane.
Ve ne parlerò presto….
Ma voi che state leggendo?
Care Miki e Raffaella, un grande abbraccio
A TORINO PER I PRERAFFAELLITI
pubblicato da: Mirna - 4 Luglio, 2014 @ 6:59 pm
In una giornata di luglio Grazia ed io andiamo a Torino. Scopriamo a fine giornata, sul treno di ritorno, che  è giovedì,  pensavamo entrambe – chissà perché –  fosse venerdì…. i segni d’aria a volte si perdono
Unite però  dal desiderio di vedere la mostra  sui Preraffaelliti a Palazzo Chiablese, nella seducente piazzetta reale, assolata e ventosa.
L’Utopia della Bellezza: settanta capolavori della Confraternita dei Preraffaelliti che fa capo a Dante Gabriel Rossetti e a sua moglie
Elizabeth Siddal, modella  dai folti e lunghi capelli rossi che diventerà  la musa  anche per il celeberrimo dipinto di John E. Millais “Ofeliaâ€. Dalla collezione della Tate di Londra
Siamo in piena epoca vittoriana e questo cenacolo di artisti vuole ispirarsi alla pittura medievale che nelle loro opere assume un aspetto gotico e un po’ dark.  Le tematiche che  affrontano sono la Religione, la Storia, il Paesaggio, la Vita moderna, la Poesia, La Bellezza e il Simbolismo.
Che emozione rivedere l’Annunciazione di Dante Gabriel Rossetti che tanto fece scalpore ! Un candore avvolgente, la modella sua sorella, poetessa. Indimenticabile il suo sguardo non divino.
Di Ofelia sappiamo tutto: Millais dopo aver dipinto en plein air il bosco e i fiori fa immergere la modella, Elizabeth Siddal, in una vasca da bagno dove dovrà stare per varie ore e per vari giorni. Tanto da ammalarsi di polmonite. Ma il quadro è una meraviglia. Ogni fiore un simbolo, per esempio il papavero significa morte e Ofelia che diventa un tutt’uno con l’acqua verde ci incanta.
Tanto che ad un certo punto  credo di essere preda della Sindrome di Stendhal, mi gira un po’ la testa e mi aggiro per le ovattate e sale piene di capolavori in cerca di un divanetto su cui accasciarmi. Grazia mi salva con una caramella e decidiamo che più che Stendhal deve essere stata la brioche calda che abbiamo letteralmente  divorato appena scese dal treno  in un’antica caffetteria. Anche lei accusa un certo mancamento.
Forse saremo pallide come la perfida  Sidonia, Proserpina, Monna Vanna, ma loro rilucono nell’aureola dei capelli rossi o mogano e ci guardano con occhi intriganti
Ci riprendiamo:la  Bellezza fa stare meglio senza dubbio, possiamo ammirare ancora  Burn-Jones, Madox Brown e la sua . Sidonia von Bork 1560 dall’abito decorato, Prendete vostro figlio Signore, L’amata (la Sposa) , e la celeberrima Beata  Beatrix. Non per niente Gabriel Rossetti si era aggiunto il nome Dante perché  si sentiva la reincarnazione del sommo poeta. E ovviamente,sua moglie Elizabeth diventa Beatrice.
Visitare mostre ci fa felici. Usciamo nella Torino estiva colme di Bellezza e desiderio di assaporarne dell’altra.
Torino e le sue piazze, il Primo Parlamento italiano, alcune statue bianche e particolari:.ballerine grasse, un gatto d’acciaio che sbuca dal terreno, un altro che si arrampica su un palo accanto a una bicicletta bianca. Sì, ogni città ha la sua identità e Torino ha spazi ampi  e portici   lunghi, e tante bancarelle di libri. Grazia trova i racconti di Katherine Mansfield così nel viaggio di ritorno ne rileggiamo alcuni.
Città un po’ misteriosa Torino, da conoscere  meglio,   vedi  e non vedi
laMole Antonelliana, sai che il Po è vicino, e poi  incontri tanti antichi Caffè dove il tempo sembra essersi fermato all’Ottocento e dove vorresti fermarti per ore a parlare. E perchè no, assaggiare quelle deliziose torte al pistacchio e cioccolato.
Giornata piena dunque con i Preraffaelliti…ricordate il libro di Philippe Delorme Autunno, dove si racconta dell’amore di Gabriel Rossetti, della morte precoce di sua moglie, della riesumazione dopo due anni per riprendere le sue poesie e della scoperta che i suoi magnifici capelli rossi erano cresciuti ancora.
Un po’ dark, un po’ gotico, ma affascinante.
GATTI NERI E DINTORNI
pubblicato da: Mirna - 2 Luglio, 2014 @ 2:14 pmLa gatta di Grazia si chiama Agata, è nera e riservata come Mimilla.
Entrambe amano solo una persona o al massimo due. Tutte le altre sono loro invise.
Quando qualcuno viene a trovarmi  Mimilla si nasconde, se è in casa va nella mia camera sotto il letto ,se è in giardino cerca un angolo invisibile agli umani .  Domenica scorsa  sono venuti a pranzo i miei nipoti e lei è rimasta sempre fuori persino quando è scoppiato un temporale violentissimo.
Inutili i miei richiami accorati, il mio salire e scendere per le scalette delle balze con ombrello e continuo rischio di precipitare  perché nel frattempo crollavano tra i miei piedi anche le prugne mature…
I miei nipoti, anch’essi “genitori†apprensivi  di gatto , di  un certo Gigetto viziatissimo, hanno capito e se  ne sono andati sotto il diluvio! Finalmente dopo mezz’ora è arrivata la mia diletta tutta bagnata e scocciata.
Che dire?Ormai sono dipendente da  questa creaturina nera e misteriosa. Il nostro legame è arrivato a un punto di simbiosi impensabile e forse magico. Sapete che ho intercettato un suo sogno?!
Durante il sonnellino pomeridiano rimaniamo sempre abbracciate e  nel dormiveglia  mi accorgo quando lei sogna perché si muove, tremola, fa versetti strani. Ebbene l’altro giorno  stavo facendo un mio sogno classico, parlavo con la mia amica di Milano della ruota di scorta che devo comprare per la UNO. Sento Mimilla fremere e improvvisamente… io vedo il suo sogno: una pietra del giardino circondata da formichine …!
Chi è che non crede a questa telepatia?
Con Grazia parliamo tanto delle nostre gattine e l’altro pomeriggio bevendo il tè ci siamo accorte che sembravamo “mamme†entusiaste dei propri pargoli perché raccontavamo di tutto ciò che fanno e “diconoâ€le nostre amate pelosette. Ne avremo parlato per un’ora. L’altro argomento ovviamente sono stati i libri. L’altra nostra grande gioia.
Cari amici, il luogo crea nuove visioni del mondo e della mente. Qui a Borzonasca gli accadimenti diventano importanti perché quasi frenati dalla corsa del tempo. Le ore scorrono più dense e più ampie. Il mezzogiorno che risuona di campane e di profumi di minestroni,stufati, basilico è un momento clou per tutti i borzonaschini che si ritrovano “con i†pé suttu à toa†I piedi sotto il tavolo. Qui i pasti sono sacri.
Per me finalmente è invece il momento epifanico. Sulla terrazza ripiena di sole, nel silenzio umano, ma vibrante di battiti d’ali e di ronzii mi abbandono al benessere della luce e del calore. E mi sento libera, staccata e nello stesso tempo unita al battito dell’estate che finalmente sta arrivando.
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