I DIALOGHI DI PLUTONE: DANTE E LUTERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2016 @ 12:44 pm

Detto altrimenti: sì, dialoghi di “Plutone” non di Platone … (ne trovate altri nei post precedenti)    (post 2289)

La scena: un bar in Piazza Duomo a Trento. Siamo all’inizio del 1600. Due turisti stranieri – sconosciuti fra di loro – in visita alla Città del Concilio, si trovano per caso seduti a due tavolini vicini , in attesa di gustarsi un caffè.

th449P0EM8Turista “A”: Oh cameriere, ecchè me lo porta ‘sto caffè? Ovvia e gli è una bona mezz’ora che l’ho ordinato, ecchele pare? Tiri via che ‘sta mattina un è serata!

Turista “B”: (esprimendosi in un italiano approssimativo): “Scuza zignore, permette una parola? Io parlo poco la zua lingua ma ho pasato tre mesi a Firenze e lei a me mi zembra toscano. Permete mi prezento: zono il Dr. Martin Lutero di Turingia.

Turista “A”: La si figuri, la s’accomodi che si beve il caffè insieme. Sie che so’ toscano ovvia e mi garba che Lei l’abbia capito. Il mi’ nome è Alighieri,  Dante Alighieri è fo’ il poeta …

Lutero: Alighieri Dante … ma zi, quello che ha scritto la Comedia Divina, zi, l’ho letta tutta … za, anche io mi interesso di pensiero, filozofia, morale, religione, cultura in genere ed ho scritto qualche penziero al riguardo.

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04-11-2015 12.00.36_0068Dante: Oh che ti pareva ch’un ci si dovesse incontrare! Erano anni che e sc’avevo voglia di fare un viaggetto sino alla su’ città, ma gli è di molto distante e un ho trovato un volo economico e … la mi comprenda … arrivarci  co’ la mi’ bicicletta che vede parcheggiata nella foto a fianco  gli è troppa fatica … Sie, e volevo parlarle per quelle su’ tesine che glia scritto sulla porta della su’ chiesa …

Lutero: Zono honorato che Lei mi conosce. Anche io voglio parlarle, sa, mi zembra che ziamo di accordo contro la vendita dele indulgenze …

Dante: O che le pare … io e li ho messi tutti all’inferno i venditori di Dio e del Suo perdono a peso d’oro! Ovvia, visto che si è d’accordo, la mi lasci pagare a me anche il su’ caffè, tanto e sciò da cambiare un doblone che poi mi servono spiccioli per pagare il parcometro dove e sc’ho parcheggiato la mi’ bici …

Lutero: Grazie, acetto volontieri,  e ze mi permette le reghalo una kopia firmata delle mie tesi, ekkola!

Dante: E sa che fo’ io? Le regalo una copia della mi’ Comedia, con tanto di dedica.

(arriva Plutone, sotto le false spoglie di un cameriere, portando due caffè)

th8MFINRY2Plutone: Permettono signori? Scusate ma ho sentito i loro discorsi e vorrei tanto fare loro una fotografia a ricordo dell’evento.

Dante e Lutero, all’unisono: Prego, si accomodi (Lutero in realtà dice “zi akkomodi”)

Plutone: ecco, così, vicini, mostrate le vostre opere …fermi … fatto! Grazie. Sapete, questa sera partecipo ad un gruppo di lettura e farò certo una gran figura con la mia foto e la notizia della vostra rappacificazione.

Dante: Rappacificazione? Un s’era mica litigato! (Lutero annuisce)

Plutone: Eh no, signori, vedo he avete dimenticato un piccolo particolare che vi rende abbastanza dissimili …

Lutero: Quale zarebbe questo partikolare?

Dante: Già, quale sarebbe?

Plutone: dai che lo sapete benissimo … riguarda la natura di Dio: per lei Dr. Dante, si tratta di un Dio soprattutto giusto che giudica, assolve, condanna, eventualmente perdona (dopo la condanna). Per lei, Herr Professor Lutero, il Dio è soprattutto buono, tenero, ed elargisce la Sua grazia indipendentemente dai punti accumulati da ciascun uomo con le buone azioni … Non è una differenza da poco, vi pare? Comunque se permettete il caffè lo offre la ditta … mica capita tutti i giorni di avere una coppia simile di clienti!

Dante: si, e sc’ha rasgione .. ma chhevvole, che e sci si metta a litigare per queste faccende … e sci penseranno i posteri a vedere chi gli era nel giusto. Io intanto le posso dire che sono stato informato che un tale Alessandro Manzoni, mi pare sia un Longobardo che vive in quel di Milano, e sta scrivendo un libro – dicono sia un romanzetto ove si tratta di promessi sposi – sulla Provvida Sventura, sulla minaccia del castigo divino (il capitoletto al riguardo e s’intitola “Giorno verrà …”). Vedete che io e sc’ho già dei sostenitori?

Lutero: Zignor Dottore Dante, guardi che anche io ci ho zostenitori: mi hanno deto che un prozzimo Papa prenderà il nome di Francesco e diffonderà l’idea di un Dio tenero che per avere la indulgenza basterà pazzare sotto una porta senza pagare biglietto …

Plutone: Signori, scusate, devo andare, mi chiamano all’interno del bar … vedete quella nuvola di vapore acqueo … si è guastata la macchina del caffè, devo correre …. (si allontana di corsa)

Dante: ma guarda un po’ questo cameriere saputello … ma ora lo aggiusto io: ehi, cameriere, venga qui … ma … dove è sparito? Quella nuvola di vapore lo ha nascosto alla vista, diavolo d’un cameriere …

(Lutero si alza, entra nel bar, riesce stupito)

Lutero: Zignor Dante, quel zignore è sparito … quale diavoleria è mai questa? Za cosa le propongo: rinasciamo, lei qualche zecolo prima di me, cozì non ci incontriamo e non litighiamo.

Dante: Ben detto e sc’ha proprio rasgione, e sc’ha. Allora sa che fo’? La saluto e vado a rinascere nel mi’ secolo. Tanto e sci si rincontrà, noi due, spero nel mi’ Paradiso. subito subito almeno io. Lei magari, la mi scuserà, ma prima magari un pochinino di Purgatorio e glie lo faranno fare …

Lutero: Purgatorio a me? Ma non dica sciocheze, mi fazza il piazere … in Purgatorio zi andrà lei per kuella zua prozopopea di giudicare tutti e tutto …

(Lutero si alza e se ne va, offeso. Dante rimane seduto e pensa: “E se avesse ragione lui? Ma sì, tanto io la mi’ Commedia mica la riscrivo per far piacere a ‘sto signore … e gli ha da nascere chi mi tira per la giubba a scrivere cose ch’un condivido. E poi la chiamano la città del concilio, qui un ci si riconcilia per nulla perdavvero!”)

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BICICLETTE DA IMMIGRATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2016 @ 7:16 am

Detto altrimenti: dai … che li avrete visti anche voi!                            post 2288)

 Anteprima

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(foto d’archivio internet)

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Blogger e foto. Come avviene che hai sempre da scrivere qualcosa, ogni giorno? E’ facile. Basta “vedere” ciò che normalmente di “guarda” soltanto. “Vedere” cosa si cela dietro ciò che ti circonda, vedere e cercare di capire. Poi “fermi” il tutto con una di quelle nuove macchine fotografiche tascabili: il telefonino. Gli hai tolto le funzioni “rumore allo scatto” e “flash”: in tal modo, avvicinando il telefono all’orecchio, facendo finta di telefonare, in realtà puoi cercar di scattare qualche foto senza che il rumore o il lampo di luce ti tradisca.

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th3SUQKGDCBlogger e città. Mentre cammini per la tua città per una commissione qualsiasi (qualsiasi sì, ma sia chiaro: non commissione “parlamentare”- V. dopo!) , nello stesso tempo sei automaticamente in caccia di argomenti. Sei un osservatore attento pronto a cogliere ogni elemento positivo o negativo della tua città. Quello che dovrebbe fare il Sindaco di ogni città, anche di quelle piccole, di quelle “sotto tot mila abitanti”, ovvero di quelle che ti consentono di essere allo stesso tempo anche un parlamentare. Ma come farà poi a capire la propria città stando a Roma, e come farà poi a studiarsi a Roma i faldoni che vediamo ammucchiati sui tavoli delle commissioni (queste sì parlamentari!)  avendo in mente la sua città … ?

Ora possiamo cominciare

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La foto non è un gran che, ma in quelle condizioni … e poi, ingrandendola …

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Da segretario provinciale della Fiab Trento – Federazione Italiana Amici della Bicicletta, qualche post fa ho parlato di certe biciclette. Oggi scrivo di altre. Persone di colore: africani, filippini, asiatici in genere, a pedalare su biciclettine molto piccole con il sellino molto rialzato per consentire loro una pedalata “comunque”, ma non tanto da non essere dannosa per le loro ginocchia come avviene ogni volta che la gamba – nella pedalata –  non può distendersi come dovrebbe. Hanno un porta pacchi pieno di depliant pubblicitari, suonano ad alcuni campanelli, qualcuno apre, oloro entrano, depositano la loro pubblicità nelle bussole della posta  se ne vanno. Da dove vengono? Dove vanno? Ieri ho avuto risposta. Il cortile di un grosso supermercato del fai da te a Trento. Sto per risalite in macchina quando vengo superato da una fila di questi ciclisti. Istintivamente mi guardo intorno. In un angolo del cortile due furgoni bianchi. Caricano le biciclettine (ecco finalmente svelato il motivo della loro ridotta dimensione!), caricano tutti i ciclisti e se ne vanno. Riesco a mala pena a scattare una foto, con sistema da agente segreto sopra descritto. Restano alcune domande: caporalato a pedali? Lavoro in nero? In nero? Non del tutto: infatti solo alcuni ciclisti sono neri; altri sono mulatti, altri di colorazione “asiatica” …

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WP_20160216_007Salgo in macchina, mi accodo ad uno dei due furgoni. In zona stazione ferroviaria scarica alcuni ciclisti che proseguono a piedi. Riesco a parcheggiare l’auto, li seguo. Sotto i portici l’odore del kebab, i colori delle merci di empori “tutto a 5 euro o giù di lì”,  una città diversa da quella della stazione presso la quale usualmente posteggio in fretta per aspettare un amico che arriva in treno, quando, distratto dalla valutazione del mio previsto tempo d’attesa, conseguenza del previsto  ritardo del treno, guardo senza vedere nulla dell’umanità che mi circonda. Oggi i miei “pedinati” entrano in uno di questi negozietti, acquistano un panino ripieno di qualcosa, una lattina di Coca Cola a temperatura ambiente a vanno a mangiare sulle panchine dei giardini pubblici prospicienti la stazione. Che vogliono di più? Niente di meglio che un buon panino imbottito dopo una salutare pedalata …

Avete visto? Per “fare” il blogger occorre essere anche un po’ “scerlocolms” 

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SCIARE DA VIP

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Febbraio, 2016 @ 3:10 pm

Detto altrimenti: ebbene sì, io sono un VIP                          (post 2287)

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            Le Dolomiti di Brenta dalla Paganella

Vai a sciare da solo? Maria Teresa è un po’ perplessa quando non ho programmato un appuntamento con qualche amico. Si, rispondo, solo, ma soltanto per i primi dieci minuti! In funivia mi guardo intorno … se appena appena vedo che i compagni di viaggio hanno voglia di chiaccherare … Sono stranieri, ma con l’inglese, il tedesco e il francese te la cavi anche con quelli della Repubblica Ceca. L’incipit è “Where are you from?” Di dove siete? E quando lo chiedono a me .. “I am a local VIP”. Quando lo dico, la gente mi guarda un po’ perplessa: “Ma chi è ma costui che se lo dice da solo?” Sembrano dire … Io li lascio friggere un po’ nel loro stupore e poi chiedo: “Ma lo sapete cosa significa VIP”? “Certo, Very Important Person, mi rispondono un po’ freddamente … ed io: “No, cari miei, significa Vecchietto In Pensione”. E qui l’atmosfera si scioglie in una risata. Ma io proseguo: vecchietto relativamente, perché io sono un ti-ager. Un teen ager, mi correggono. No, replico io, un ti-ager, un seventy-ager, ovvero un settantenne. Ma no? Sulle prime non ci credono. A quel punto mi tolgo il casco da sci e si vedono i miei (pochi) capelli bianchi: i conti tornano anche per loro.

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                  Claudio Moser

L’altro giorno ero solo. In seggiovia mi capita a fianco un tizio dall’aria colloquiale. Italiano? Si. Di dove? Di Zambana. Io di Trento, dai che facciamo una sciata insieme. Volentieri. Cima Paganella. Il giorno prima ha messo giù venti cm di neve. Non hanno battuto le piste, che sono immacolate (siamo stati i primi a salire, noi “strazzapiste” … e ci mancherebbe altro!). Facciamo la Nuvola Rossa? Ok, via, fra sbuffi di polvere bianca, la prima dell’anno! L’amico vola, io non resto indietro (però, se sa sciare il tizio!). Dopo qualche discesa due maestri in divisa “da lavoro” lo fermano e lo salutano: “Ciao Claudio, come mai in borghese?” In borghese? Militare? No, loro collega, maestro di sci! Hai capito l’uomo, sfido che era veloce! Alla fine mi ha ringraziato: “Sai, io ho poco più di 50 anni e mi sono sempre chiesto fino a che età avrei potuto continuare a sciare … mi dicevo sempre: settant’anni. ma ora che ti ho visto sciare in questo modo … tu con i tuoi 72, rivedo le mie stime almeno ad 80 e … complimenti: sciata veloce, sicura la tua e che resistenza! Saranno i miei 5000 km l’anno di bicicletta … replico, tutto fa.

Ecco, vedete: anche sciando si possono fare buone azioni, e se non è una buona azione allungare di dieci anni la vita sciistica di una persona …

 

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CAMERATA VOCALE BOZEN

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Febbraio, 2016 @ 9:19 pm

Detto altrimenti: concerto in Arco                        (post 2286)

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Santuario delle Grazie, Arco. Oggi, ad ore 18,00 il concerto della Camerata Musicale Bozen, anteprima rispetto al nutrito programma della 43° Pasqua Musicale Arcense che vedrà dal 12 marzo al 3 aprile ben 14 eventi musicali. L’ultimo il 3 aprile, S. Riccardo (uaooo!), il giorno dell’investitura ufficiale del nuovo Vescovo di Trento Mons. Tisi.

Le voci: Alessandra Gardini, Joanna Klisowska, Maria Clara Maiztegui (soprani) – Marco Petrolli, Ezio Salvaterra, Consuelo Maria Serraino (alti) – Luca Dellacasa, Lars Magnus Hvass Pujoi, Alessio Tosi (tenori) – Matteo Bellotto, Davide Benetti, Paolo Peroni (bassi)

Josef Hoehn (organo) – Jean-Michel Boulay (direttore).

Il concerto: “Media Vita – English Funereal Music”, nella prima domenica della quaresima. Testi biblici, scritti in latino e in inglese antico. Già, perchè gli autori delle musiche sono tutti inglesi del cinque e seicento: William Byrd (1540-1633) ; Thomas Tomkins (1572-1656); Thomas Morley (1557-1602); Herny Purcell (1658-1695).

La musica. Io l’ho seguita testi alla mano grazie ai tanti anni di latino e di inglese (anche antico) studiato a scuola e forse questo tentativo di riconoscere il cantato nello scritto mi ha un poco distratto dal gustare a fondo la componente vocale. Tuttavia da “ignorante della musica” qual sono, due cose mi hanno particolarmente colpito: la qualità eccellente del timbro delle voci (bravi i cantanti!); l’architettura pluridimensionale degli spazi e dei tempi musicali (bravo il direttore!) delle varie voci. Architettura che mi ha ricordato per certi aspetti “Fantasia” di Walt Disney. Solo che qui eravamo “in diretta!”. E se il seguire il canto testo alla mano può avermi distratto dal percepire tutta la musicalità, al contrario mi ha consentito di cogliere l’intrecciarsi della diverse componenti vocali architettoniche di voci e controvoci e di ripetizioni di brani del testo armonicamente sfalsate quanto a tono e tempo.

I testi … be’ “quelli i testi” (per dirla con la sintassi napoletana) … mica li hanno scritti i musicisti o i cantanti! I testi  rappresentano la religiosità dell’epoca, di una vita “valle di lacrime” attraversata da e fra mille paure, prima fra tutte quella della morte eterna a meno di non essere oggetto della misericordia di Dio. E dire che si era già diffusa l’dea di tale Martin Lutero, secondo il quale la salvezza è un dono di un Dio tenero e amorevole, e non conseguenza di un perdono (misericordia come tenerezza ex post) dopo la condanna seguita ad un giudizio, magari con condanna convertita in multa (vendita delle indulgenze!). Ma questa è un’altra storia.

I testi, dicevo in latino e inglese, entrambi arcaici: la fortuna di avere studiato quelle lingue la comprendi appieno in occasioni come quella di oggi: infatti, che dire di “Ne irascaris Domine satis, et ne ultra memineris iniquitatis nostrae. Ecce, recipe populus tuus omnes nos”, ed anche di “He that believeth in me not die for ever”? Un particolare:  è stato eseguito un testo uguale su musiche di Tomkins e di Morley: confesso che – data la mia citata ed ammessa ignoranza – non sono riuscito a cogliere la differenza fra le due scritture.

L’ensemble è stato fondato nel 2015 da Jean-Michel Boulay e Paolo Peroni ed è specializzato in esecuzioni di musiche dal XV al XVII secolo. Nel febbraio 2016 hanno eseguito questo concerto a Lana, Brunico, Bolzano, Rovereto.

Che altro dire se non che wir haben Schwein gehabt ... abbiamo avuto fortuna a “scoprire” sul giornale che ci sarebbe stato questo concerto, und alles hat virklich prima geklapt, e tutto è andato molto, molto bene …. con un ricco bis finale. Grazie, amici della Camerata Vocale Bozen!

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VESCOVO NUOVO, NUOVA FINANZA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Febbraio, 2016 @ 8:20 am

Detto altrimenti: Curia di Trento SpA                                         (post 2285)

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Lavoravo a Milano nel Gruppo Stet. A Trento, il Presidente di ISA-Istituto Atesino di Sviluppo Spa. Sen. Bruno Kessler (uno dei padri fondatori dell’Autonomia trentina) aveva bisogno del direttore della finanziaria i cui azionisti erano la Curia di Trento (di maggioranza) ed il gruppo Benetton (di minoranza). Altra persona di sua fiducia, già trasferitasi dal gruppo Stet a Trento, mio ex collega, gli fece il mio nome. Mi cercò, mi assunse.

Quello che realizzai in ISA lo leggete nel post “La mia ISA” del 4 luglio 2012. Fu un intervento di emergenza, perché il gruppo era patrimonialmente forte ma finanziariamente debole, nel senso che l’attivo patrimoniale non generava reddito mentre i debiti bancari generavano interessi passivi. Occorreva intervenire ed io in un paio d’anni riuscii a ristabilire l’equilibrio fra patrimonio, finanza e risultato economico.

th765TP7CAPerché allora – direte voi – torno in argomento? Lo faccio sollecitato dagli interventi di Don Marcello Farina (L’Adige, 12 febbraio 2016 pag. 16) e di Fausto Gardumi, Presidente della Acli Trentine (L’Adige 13 febbraio pag. 21). Entrambi sollecitano per il nuovo Vescovo una “discontinuità con se stesso”, ovvero con la persona che per sette anni è stato il vicario di un Vescovo che – cito Gardumi – “con le Acli ha avuto rapporti deboli, fragili, flebili”.

Ma come è cambiata l’ISA dai “miei tempi” ad oggi? Come è cambiato il contesto entro il quale il Trentino si muove, nello stesso lasso di tempo?

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L’ISA. Il Kessler mi chiese di analizzarla. Lo feci. Risultò essere in percentuali diverse, segreteria di un Senatore; finanziaria pura di partecipazioni; finanziaria operativa (per certe funzioni aziendali). Ricordo che il Kessler non approvò che io la avessi definita “anche” una sua segreteria personale, ma io avevo analizzato come ogni persona addetta alla società utilizzava il proprio tempo lavorativo giorno per giorno ed il quadro che ne avevo tratto era ineccepibile.

Il Kessler mi chiese poi quale fosse l’indebitamento del gruppo. Lo calcolai in circa 50 miliardi di lire. Replicò: “Ma a fronte di questo abbiamo quello, a fronte di quest’altro abbiamo quell’altro” etc.” Io risposi che lui mi aveva chiesto di calcolare l’indebitamento (passivo) non la situazione patrimoniale (passivo + attivo). Insomma, occorreva intervenire ed io intervenni (si veda il post citato). Da allora, come è cambiata l’ISA? Non lo so, ne sono rimasto azionista con una o due azioni ma non l’ho più seguita.

Invece, come è cambiato il contesto entro il quale si muove il Trentino e l’ISA stessa? Ecco le novità rispetto al mio “allora” (1986):

  • th8SS0FEONglobalizzazione economico-finanziaria;
  • terza guerra mondiale di fatto;
  • terrorismo;
  • immigrazione;
  • un Papa di “tipo” assolutamente diverso;
  • aumento della povertà anche in Trentino.

 

 

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Ecco perché sono attento nel cogliere eventuali segnali di discontinuità nel nuovo Vescovo, oltre quelli già emersi (Mons. Tisi fu contrario all’acquisizione da parte dell’ISA di azioni in una società di Compro Oro; non abiterà a palazzo; niente auto blu; la mattina seguente alla sua nomina, nella cappella ha celebrato la S. Messa nella cappella dell’Ospedale S. Camillo alle ore 06,30).

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La povertà e i bisogni della gente. In Trentino e fuori della nostra terra. Il volontariato, le onlus … le tante iniziative. Ecco un possibile obiettivo per la Nuova ISA SpA: la redazione di una mappa completa su chi fa cosa, con quali mezzi, secondo quali programmi, con quali risultati. E tutto ciò non certo per accentrare l’azione del volontariato, bensì per coordinare l’erogazione di (maggiori e ulteriori) risorse in termini di attenzione e mezzi finanziari e garantire – al contrario – il migliore decentramento. Infatti è tecnica aziendale sperimentata che in fase di crescita del mercato (nel nostro caso: del mercato dei bisogni materiali, morali e spirrituali) si decentri l’organizzazione. L’accentramento è invece tipico nei casi di diminuzione di quello come di ogni altro mercato, il che purtroppo non è il caso del nostro tempo, nel quale invece le povertà materiali, morali e spirituali purtroppo sono in forte crescita.

Che altro dire, quindi, se non buon lavoro, Eminenza Tisi?

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IN BICICLETTA: PAROLE E FATTI ( e misfatti!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Febbraio, 2016 @ 2:55 pm

Detto altrimenti: bici-parliamone, ma intanto … pedaliamo!     (post 2284)

 

Parole e fatti … anzi: fatti e parole

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            Verso Cortina …

Noi della FIAB … FIAB chi? No, non è Fabbrica Italiana Amici etc. (per quanto …)  bensì Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Noi della FIAB Trento siamo in tanti (“e se duecento vi sembran pochi …”). Non un partito, nemmeno un movimento, … bensì un gruppo culturale. Già, perché noi della Fiab facciamo cultura: cultura dell’ambiente, dell’arte, del paesaggio, della salute, del vivere insieme civilmente, del rispetto reciproco.

Fiab … Fiab …a? Sicuramente una Fiaba Bella, una narrazione popolare di personaggi inventati, irreali che sta diventando una favola, anzi una novella, anzi una realtà:

  • Fiaba, personaggi immaginari
  • Favola, animali come personaggi
  • Novella, persone personaggi
  • Fiab, noi, persone reali.

 

 

 

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City- Fiab conta il numero di accessinbicincentrocittà per lavoro

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Per tanto tempo, troppo, siamo rimasti personaggi immarginali (immaginari + marginali)! E noi a insistere … ed oggi, finalmente, mentre continuiamo il nostro proselitismo, l’economia ed il turismo si accorgono della bicicletta; la politica si accorge della bicicletta e molti personaggi fra quelli che per decenni non si erano accorti di noi, ora salgono sul … sellino dell’Idea vincitrice: l’Idea Bicicletta. E noi ne siamo contenti, anche se talvolta un “Grazie, raga!” ci farebbe piacere. Grazie per avere lottato in tempi bui, quando la bici “dava fastidio”, quando “ma cosa vogliono questi qui”, quando “ci mancavano loro nella strada”, quando “in bici ci andava mio nonno: io ho l’automobile … io … altro che la bici!”

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Sulla “Ponale” a Riva del Garda

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Osserviamo i fatti. Anzi i numeri. I numeri che crescono: la media dell’età delle persone; il numero di biciclette vendute; il numero di “affitto bici anche elettriche”; i km di piste ciclabili; il numero di ciclo turisti e di ciclo escursionisti; i sistemi funiviari di risalita, al servizio di percorsi di centinaia di km di discesa; il numero di noi associati Fiab Trento (200); etc.

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thGS5ADG57Apro il giornale e scopro che lunedì p.v. 15 febbraio 2016 a Riva del Garda (da dove sto scrivendo questo post, in temporanea trasferta da Trento) alle ore 20,30 presso la sala dell’ex Biblioteca in Via Damiano Chiesa si terrà un’ assemblea pubblica aperta a tutti, organizzata dal comitato promotore della legge sul tema “Mobilità sostenibile in Trentino” sul tema della mobilità sostenibile in Alto Garda e Ledro. Interverranno fra gli altri l’Assessore Provinciale Mauro Gilmozzi, il Presidente della Comunità di Valle Mauro Malfer. Noi della Fiab siamo ovviamente interessati alla parte che riguarda “rilancio della bicicletta, bike sharing, etc.”, ma anche alla parte che riguarda la limitazione della velocità delle auto, la sicurezza dei pedoni da auto e bici e quella delle bici da auto e pedoni. A livello Comunità di Valle si formerà un gruppo di lavoro per l’elaborazione delle proposte. Noi della Fiab ci candidiamo per farne parte.

I misfatti

WP_20160213_002Nel frattempo, una nota dolorosa: questa mattina a Riva, vado al Centro Raccolta Differenziata. Mi cade l’occhio nel cassone “Metallo”: dentro, abbandonata sul fondo, insieme ad una vecchia vasca da bagno, una mountain bike jr. ancora in buona salute, “giustiziata” sull’altare della troppa abbondanza, della irriconoscenza, della disattenzione. Si, quanto meno della disattenzione, perchè quella bici avrebbe potuto far felice un altro bambino. Già, perchè proprio a Riva del Garda c’è un “ciclista” (negozio di biciclette) che raccoglie (gratuitamente) questi “scarti del consumismo”. Li sistema (gratuitamente). Li fa pervenire (gratuitamente) ai bimbi dell’Africa. Il negozio si trova in cima Viale dei Tigli sulla destra per chi sale: meritava questa citazione.

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imageMi segnalano (Manuela Demattè, past President Fiab) che il Trentino Corriere delle Alpi riporta che in questi stessi giorni anche ad Arco, Via Fornaci, vige l’usanza barbara del consumismo sfrenato e della mancanza di rispetto delle regole della civile convivenza: infatti, nei cassonetti per la raccolta differenziata, dopo avere depositato nei giorni precedenti una rete “matrimoniale”, qualcuno ha pensato bene di depositare anche due (due) biciclette!  Ecco, this is FIAB too … FIAB è anche questo: cercare di educare la gente a non sprecare i beni di cui disponiamo e a rispettare le leggi, i regolamenti e anche il “diritto dei privati”, quello che ognuno di noi ha di non vedere  vanificato il proprio “contributo di civiltà“.

La “cultura” (rectius: la mala cultura)  del “troppo” e del consumismo. Un mio amico possiede un’Audi SW 3000 turbodiesel di dieci anni, assolutamente perfetta sotto ogni aspetto, dotata di ogni possibile accessorio (costo dei soli “accessori”: €20.000), con soli 140.000 km percorsi: praticamente nuova. Il suo valore di mercato? €6.000! Dove abbiamo sbagliato? E’ semplice: o nell’immettere sul mercato oggetti così cari o nel contare sulla loro svalutazione per sostituirli con altri oggetti ancora più cari ed ancora più inutili. E quando questa catena del più, del di più, del sempre di più si interrompe (non si può “crescere” all’infinito!) ecco le crisi, i licenziamenti, i tonfi delle borse … Ed allora, che fare? Iniziamo dal non buttare via le biciclette! Iniziamo da lì ….

A questo punto non mi resta che salutarvi con un sonoro …

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              Take a bike, joint FIAB!

 

 

 

… gooood biiiike everybody!

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IL NUOVO VESCOVO DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Febbraio, 2016 @ 7:08 am

Detto altrimenti: una sua prima frase: “Un sorriso vale più delle banche”      (post 2283)

th9VS06933Don Lauro Tisi è il nuovo Vescovo di Trento. A me è molto piaciuto sin da quando si oppose – purtroppo inascoltato – a che la SpA finanziaria della Curia acquistasse una catena di “Compro Oro”. La finanza: c’è quella buona e quella speculativa. Quella buona è “la professionalità nel gestire bene i flussi di denaro in modo strumentale rispetto a finalità operative dell’economia reale, finalità lecite e moralmente improntate”. Quella speculativa è mirata a “far soldi comunque”, ad iniziare dal voler realizzare guadagni in misura superiore al tasso di crescita dell’economia reale al cui servizio invece la finanza dovrebbe essere.

Il Vescovo non abiterà le stanze del palazzo, nè utilizzerà l’auto blu: ottimo inizio!

La finanziaria della Curia? Leggete il post “La mia ISA”, qui nel mio blog. La finanza in genere? Leggete i numerosi post del mio amico Gianluigi De Marchi nel blog Dituttounblog.

Buona finanza a tutte e a tutti! E un cordialissimo “Benvenuto” al nostro Vescovo!

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NEVE, FINALMENTE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Febbraio, 2016 @ 5:43 pm

Detto altrimenti: era ora ….!                                  (post 2282)

“Quanti anni hai”, domando. E la piccola: “Sette”. “Io ne ho due di più, infatti  se a quel “7” aggiungi un “2” (72!) il risultato fa 9 … 7 e 2 … vero?” La bimba, che un maestro di sci mi ha affidato da accompagnare nella risalita in seggiovia visto che lui ne aveva tante da accudire, mi guarda perplessa, riflette un po’ e poi, sorridendo mi dice: “Sono molti di più … dai!”.

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          Il mio amico Claudio Moser di Zambana

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Nei giorni scorsi ha nevicato. Era ora! Con circa due mesi di ritardo, finalmente la montagna è bianca! Ed allora noi sciatori ci siamo scatenati. Già al tornello di partenza alle 08,00 – ovvero mezz’ora prima dell’apertura – c’era la fila. Già, gli “strazzapiste”, quelli che vogliono sciare sulla prima neve, battuta di fresco, intonsa da altre tracce.

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Cima Paganella, 13 gradi sotto zero: poco male: mi sono portato alcuni fogli di giornale da infilare sotto la giacca a vento. Dopo qualche ora la temperatura sale a livelli molto più accettabili. Neve ottima, piste affollatissime, vista sui laghi di Cavedine e di Garda, limite della neve a circa 1200 metri. Per sabato è prevista una nuova nevicata e poiché fa più freddo, forse il limite di abbasserà a 1000 metri.

Un saluto a tutti con lo sfondo della Cima Tosa, della Brenta Alta, del Campanil Basso, del Campanil Alto, della Sentinella, degli Sfulmini, della Torre di Brenta … etc. (per chi non lo avesse intuito: ero uno scalatore di quelle cime, da giovane!).

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DA DANTE A SENECA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Febbraio, 2016 @ 2:44 pm

Detto altrimenti: qualche secolo indietro (rispetto al post precedente)          (post 2281)

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Questa mattina, in biblioteca Comunale di Trento per la lettura dei classici con la Prof Maria Lia Guardini. E’ stata la volta dell’ Apokolokyntosis di Seneca, ovvero della “Deificazione di una zucca” ovvero di uno zuccone. Altri titolano Ludus de morte Claudi, altri Divi Claudi apotheosis per saturam.

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thLUX74VH2Lucio Anneo Seneca, (4 a.C. – 65 d. C.), è stato filosofo, grammatico, retore, drammaturgo, educatore e politico romano, esponente dello stoicismo. Condannato a morte da Caligola ma graziato, esiliato in Sardegna da Claudio per una questione di donne, divenne tutore e precettore del futuro imperatore Nerone, su incarico della di lui madre Agrippina. Quando Nerone e Agrippina entrarono in conflitto, Seneca approvò l’esecuzione di quest’ultima come male minore. Alla morte di Claudio, Seneca scrisse una satira feroce, La “Deificazione di uno zuccone”. La satira, genere letterario difficile da comprendere appieno 2000 anni dopo se non altro per la mancanza di molti riferimenti personali, rappresenta in Seneca un triplice atto critico: contro la poesia epica, contro l’intero sistema degli Dei allora in carica, contro l’ex imperatore, il quale, “assistendo al suo funerale si accorse d’essere morto” : ancora oggi, a Roma, se l’auto che vi precede tarda a muoversi, il vostro tassista gli riserva un “Aho, quello è morto ma ancora nun gli l’ha  detto nessuno”.

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                       Claudio

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Seneca educatore di Nerone. Avrebbe voluto farne un governatore filosofo, sul modello dell’utopia platonica. Ma la storia ci dice che non ci riuscì. Seneca scrisse anche l’orazione funebre che Nerone lesse ai funerali di Claudio (la tradizione richiama la shekesperiana orazione di Antonio alla morte di Cesare), solo che l’eccesso delle lodi ivi contenute scatenò l’ilarità dei presenti. Insomma, quella di Seneca una vendetta nei confronti di Claudio ed una captatio benevolentiae nei confronti di Nerone.

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thCRIQDLOPSeneca osanna Nerone, prossimo imperatore e critica Claudio. Una accusa mossa al defunto è quella di avere fatto uccidere molte persone senza processo e di  “avere concesso la cittadinanza (romana) a Greci, Galli, Ispani e Britanni. In allora, una cittadinanza che oggi potrebbe equivalere a quella europea o di uno stato dell’UE. Altra critica, l’essersi fatto strumentalizzare dai liberti, oggi potremmo dire da immigrati divenuti cittadini. Come si vede il giudizio di Seneca è di parte, senza appello. Anzi, irriguardosamente calca la mano su una serie di difetti fisici del suo ex imperatore: malaticcio, zoppo, malato di gotta, etc.. Insomma, contraddice il detto “de mortuis nihil nisi bonum”. A questa mia osservazione la Prof ricorda che il suo babbo, portandola ragazzina a visitare il cimitero del paese natìo, dopo aver letto che era pieno di “sposo/a, padre/madre, figlia/o, lavoratore/trice etc. integerrimo/a”, e disse: “Ma allora i mascalzoni dove li hanno seppelliti?”

La pena comminata a Claudio? Dover giocare a dadi con un bussolotto sfondato! Un po’ come spingere i massi danteschi “inutilmente”, ovvero su e su e su …  e loro che tornano giù, infinite volte! Una pena banale per un uomo, secondo Seneca, banalmente reprobo.

Oggi, martedì grasso. Per noi quasi una coincidenza letteraria con la “carnevalata” di Seneca, il quale tuttavia, in una qualche misura “castigat ridendo mores”, se non altro dal suo punto di vista molto laico, per quanto sberleffa i suoi Dei. E bravo Seneca!”

Prossimo appuntamento: martedì 23 febbraio con le Satire di Orazio

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IL RI-NASCIMENTO DI DANTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Febbraio, 2016 @ 8:07 am

Detto altrimenti: … nel senso che due Autori lo stanno facendo ri-nascere!      (post 2280)

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Palazzo Trentini, Via Manci. Mostra delle acqueforti di Domenico Ferrari su l’Inferno di Dante.

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            La mattina dello stesso giorno …

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Le illustra Ettore Lombardo. Quasi per caso, l’amica Rina mi segnala questa disponibilità. Telefono ad Ettore Lombardo, grande conoscitore e cultore – fra l’altro – di Dante. Noi dell’Accademia delle Muse ci accordiamo, e – dopo avere passato una mattinata fra le nebbie e – finalmente!- anche fra la neve della Paganella, eccoci all’ appuntamento.

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               Domenico Ferrari

Le acqueforti sono un’opera a quattro mani, anzi … a due menti: quella del disegnatore-incisore e quella del conoscitore dell’opera dantesca. La profonda conoscenza che Lombardo ha dell’opera, le sue innumerevoli e precise citazioni a memoria, il suo amore per il dettaglio e allo stesso tempo per la visione d’insieme – il significato profondo – di ogni passaggio hanno letteralmente affascinato, hanno risvegliato in noi il desiderio di rileggere Dante, sotto questa nuova luce, magari avendo alla mano la copia delle incisioni di Ferrari.

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                  Ettore Lombardo

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Assolutamente condivisibile le citazioni filosofico-letterari di Lombardo, fra le quali ho particolarmente apprezzato quella di Dietrich Bonhoeffer (di cui sto leggendo “Lettere alla fidanzata – Cella 92), il quale temeva di più lo stolto del malvagio, in quanto lo stolto crede di essere nel giusto e partendo da questa base fa più danni del malvagio che sa di violare ciò che è giusto.

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Il castello ove fu uccisa dal marito Pia de’Tolomei

E poi, il gustoso equivoco fra la citazione di Castel Pietra (Calliano, Trento) dove alcuni vorrebbero ri-localizzare la ruina danteca, e il “mio” Castel di Pietra nel Grossetano, quello di Pia de’Tolomei (“Siena mi fe’ disfecemi maremma / salsi colui ch’inanellata pria / disposando m’avea con la sua gemma”), castello che ho visitato in bicicletta da Castiglione della Pescaia l’autunno scorso con gli amici di FIab Trento, per poi salire fino al lago dell’Accesa, dal quale nasce il fiume Bruna che sfocia, 35 km dopo,  a Castiglione della Pescaia.

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Nel congedarmi, fra le tante parole che avrei voluto scrivere sul libro dei visitatori, alcune hanno prevalso su altre: un “grazie ai tre autori”: all’autore del pensiero, a quello delle immagini e a quello del loro comune interprete. Da ultimo: il “ri-nascimento” di Dante? Già, perché la coppia Ferrrari – Lombardo lo hanno fatto ri-nascere in me come, sono certo, in tutti i presenti. Grazie quindi ai due nuovi amici!

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P.S.: i soli aspetti per i quali oggi Dante – che pure io amo moltissimo – a mio sommesso avviso  non è attuale sono: 1) la sua avversione per le religioni “altre” (Islam in testa); 2) la visione di un Dio soprattutto “giusto” e non soprattutto “buono”; di un Dio che – al massimo – sa essere misericordioso “dopo” il giudizio di condanna, più che tenero “prima” di ogni giudizio; di un Dio che “premia” le buone azioni e “punisce” quelle cattive, piuttosto  che quella di un Dio il quale comunque elargisce, dona, la Sua grazia. Chissà cosa avrebbe scritto Dante se fosse nato dopo Martin Lutero … Ma questa è un’altra storia e poi … mica si può avere tutto dalla vita!

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P.S: idea! Fra i miei post “I dialoghi di Plutone (sic)” potrei inventarmene uno fra Dante e Lutero … ci penserò … hai visto mai!?

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