MA QUANDO CRESCI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2016 @ 10:20 pm

Detto altrimenti: mia moglie me lo sta ripetendo da 50 anni fra fidanzamento e matrimonio, servizio militare incluso       (post 2271)

Quanto segue è pura verità. Devo farmi perdonare (32 anni dopo) da un cameriere di un ristorante vicino al parco di Monza.  Ero a pranzo con un  amico, Gino Bartalena, dirigente anche lui. Gino assomiglia fisicamente a Paolo Villaggio e nella voce ne è un eccezionale imitatore.

In una sua imitazione ...

In una sua imitazione …

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Estate. Tavolini all’aperto. Molta gente intorno. Ho un’idea: la penso, lo guardo, mi capisce. Inizio: “No, Paolo, questa non me la puoi fare: quella scena deve essere girata così com’è”. E lui, con la voce del grande comico, accalorandosi: “Non ci penso nemmeno, scordartelo!” “Ma che gli dico io al produttore?” “Arrangiati, lo sai come sono fatto ….” “Ma dai Paolo, con quello che ti paghiamo …” “ Ah, la metti sui soldi? Perché sono genovese eh…? Dimmi la verità, mi vuoi prendere dal lato debole: e invece guarda … oggi il conto … oggi lo pago io … tiè ! Etc.

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La gente comincia a girarsi, ad indicarci, ad ammiccare, a parlottare. Un cameriere si avvicina: “Signor Villaggio, io seguo tutti i suoi film, proprio tutti … me lo fa un autografo per favore?”

Ecco, poi siamo andati avanti ancora un po’. Il conto, lo ha pagato lui per davvero, così impara! Ce ne andiamo. Ma si può? Due dirigenti quarantenni di grandi aziende … e quel povero cameriere che si conserva un autografo apocrifo, via … e che son cose da farsi codeste costì?

(Chissà se Gino mi leggerà … per fargli confermare quanto sopra … mica per altro …)

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CHE TEMPO CHE FARA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2016 @ 3:28 pm

Detto altrimenti: non nevica, governo ladro!                                     (post 2270)

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No raga, scialla, calma, non sono né ho una stazione meteo. Solo, cerco di rimirar le nubi per vedere che tempo che farà: “sta lo sciator fischiando / su l’uscio a rimirar / tra le rossastre nubi / stormi d’uccelli neri / com’esuli pensieri / nel vespero migrar”. E che volete di più? Ve l’ho messo anche in rima carducciana (da “San Martino, quella della nebbia che sale agli irti colli, ricordate?). E qui a fianco una foto. Ehi tu, quella perturbazione da Nord Ovest! Si dico proprio a te! Coraggio, sfonda l’alta pressione, travolgi quel fiume di Libeccio caldo che sta surriscaldando anche i giorni della merla! Cribbio, ecche ti dobbiamo dire tutto noi, ti dobbiamo?!

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Ripresa, sette ore dopo: dai che ce la stai facendo!

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Ripresa, dopo altre 10 ore. Ecco, siamo alle solite: di sei un po’ dissolta, ci hai portato qualche nuvolaglia ma pioggia e neve nisba! Ora però abbiamo un’altra speranziella: la vedi quella perturbazione sulla Provenza e sul Golfo di Marsiglia. Se sale un poco e passa per Genova, allora forse fra qualche giorno, diciamo mercoledì, potrà scaricare anche qui da noi. Scaricare cosa? Acqua ma solo alle quote basse, mi raccomando! A noi serve neve in montagna, ecchediamine! Ci vuole così tanto a capirlo? Per onestà prendiamo atto che il Libeccio è cessato e stamane abbiamo un bel venticello fresco da nord che se si sposa con la perturbazione annunciata …. incrociamo le dita!

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La mattina dopo, ovvero il primo febbraio. Eh, no .. cara, tu proprio non ce l’hai fatta! La sola speranza – come avevo detto – è quella tua piccola sorellia che sta su Genova: sai, tutte quelle che stanno su Genova poi arrivano qui da noi. Ecco, azzardo una previsione: fra due giorni qualche goccia di pioggia a qualche fiocco di neve: niente rispetto a ciò che servirebbe, ma … come si dice: meglio che niente”

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P.S.: propongo di cambiare il  nome al “bel tempo e al “cattivo tempo”: nel senso che “bel tempo” lo riserverei a quando piove e nevica; e  “cattivo tempo” a quella oscena zona di alta pressione che ci sta sfruculiando i cabbasisi da mesi …

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JOBS ACT

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2016 @ 3:07 pm

Detto altrimenti: GIOSAT                                         (post 2269)

Già, così lo pronuncia un ministro: “giosat”, ma tanto noi ci capiamo. Quello che non capisco sono un paio di cosette anzi tre:

  • cosa c’è dietro la scelta dell’adozione di un termine inglese;
  • perché il giosat definisce “a tutela crescente” tutele che crescono si, ma solo dopo che sono state preventivamente azzerate quelle precedenti;
  • perché il giosat non si è occupato dei comportamenti in fraudem legis ma solo di quelli contra legem.

Provo a darmi qualche spiegazione:

  • perché fa più fino (vuoi mettere in Europa, con gli USA …! (1)
  • perché le parole sono pietre: lo sono quelle che servono per costruire il tuo futuro, ma lo sono anche quelle che rischiano di caderti sui piedi che poi tu non indossavi le scarpe da cantiere che quindi è colpa tua;
  • non so darmi una spiegazione. Ma quali sarebbero i comportamenti in fraudem legis, ovvero quelli che la violano ma non si vede poi così tanto che vabbenecosì, dai …? Un esempio: Tizio ha una macelleria. Ne acquista una seconda. Lascia a spesso il personale della seconda. Poi lo assume a tempo determinato un paio di volte e poi a tempo indeterminato nella prima macelleria che nel frattempo ha fuso con la seconda. A fare lo stesso lavoro, con una rilevante diminuzione di stipendio ed un premio (fiscale) dallo Stato perché ha assunto a tempo indeterminato. Dice … il giosat lo consente! Ah si? Ebbravo lui!

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(1) Act … dove abbiamo perso questo termine? ma dagli USA, of course! Ecco alcuni precedenti:

  • Sherman Antitrust Act (1890),  rappresenta la prima azione del governo degli Stati Uniti per limitare i monopoli e i cartelli. 
  • Foreign Corrupt Practices Act (1977),vieta alle SpA USA di corrompere funzionari stranieri per ottenere commesse dall’estero.
  • USA Patriot Act (2001) è una legge federale per aumentare i poteri della polizia e dei servizi segreti contro il pericolo del terrorismo. 

E anche noi adesso abbiamo il nostro bravo  Act: quello delle tutele crescenti. Ebbravi noi!

 

 (Uei, raga: qui sotto c’è rimasto molto spazio bianco e non c’è stato verso di levarlo … ma voi andate giù col mouse che ci sono i commenti!)

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QUEST’ANNO MANCANO LE NEVICATE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2016 @ 12:30 pm

Detto altrimenti: … e noi inventiamoci un altro tipo fatturato per gli impianti di risalita!    (post 2268)

d2uic[1]Sul mio PC guardo la videata www.wetterzentrale.de, la foto satellitare tedesca delle perturbazioni che non arrivano. Iniziano a Gibilterra ad allargarsi lasciando libero quel gran lago che è il Mediterraneo. E qui da noi non nevica. Il turismo invernale avverte la crisi. Le società impiantiste sparano neve programmata e si scia ma. Ma ho sentito dire che un metro cubo di neve programmata costa 30 euro, tutto compreso (ammortamenti, interessi, costi di gestione, etc.). Che fare? Una soluzione completa non esiste, ma una parziale si. Guardiamo cosa ha fatto l’Austria: vende i “dislivelli” anche in estate. Non agli sciatori. Ai ciclisti.

fe04f470f38352e4b035616d07823ae2[1].

Austria: Tirol Mountain Bike Safari. Si parte in bicicletta da Nauders (Resia) e si arriva al lago di Walchsee. Le risalite con le bici al seguito si effettuano grazie a 17 impianti convenzionati per un totale di 670 km di percorsi (in discesa) e 25 di dislivello. Costo della tessera: 3 risalite, €18,00 – 17 risalite, €153,00. L’organizzazione fornisce mappe GPS e cartacee, eventuale trasporto bagagli e prenotazione Hotel. Non è obbligatorio percorre l’intero tracciato: l’utilizzo del sistema è modulare.

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.In Italia il CAI Centrale nel 2012 ha pubblicato il Q 11- Quaderno di ciclo-escursionismo (reperibile in internet) per regolare la presenza delle biciclette in montagna. Leggiamolo.

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                                 Tirolo austriaco

In Trentino i dislivelli e gli impianti di risalita non mancano. Manca l’idea e un progetto unitario e sistemico per far utilizzare i nostri impianti dalle decine di migliaia di ciclisti che ogni anno percorrono le nostre valli, ad iniziare dalla valle dell’Adige (quelli diretti al Garda o a Verona).

Cosa si può obiettare? Che la bicicletta in montagna inquina? Oggi forse, se la sua pratica non è regolata. Ma quando lo fosse, essa sarebbe mantenuta dentro le piste segnate che non sono certo larghe come quelle da sci, né richiedono analoghe protezioni.

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L’utenza turistica ha un’età media sempre più avanzata, evolve i propri gusti, è molto proiettata verso il ciclo-turismo e il ciclo-escursionismo. E noi abbiamo bisogno di creare nuovo prodotti turistici. Ed allora copiamo da chi è stato più lungimirante di noi.

Good bike a tutte e a tutti!

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IL GIORNO DELLA MEMORIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2016 @ 6:42 am

Detto altrimenti: ma era ieri, Riccardo, te ne eri dimenticato?     (post 2267)

No, amiche, no, amici, non me ne sono dimenticato. Ho solo voluto aspettare un giorno per vedere se oggi mi sarei ricordato cosa è successo ieri, 27 gennaio 2016.

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                           Damn …. Danmark!

    Ieri (e non solo ieri) è successo che uno Stato sta applicando una sua legge: confisca i beni ai profughi; un po’ come facevano i nazisti con gli Ebrei.

  • Ieri (e non solo ieri) è successo che decine di migliaia di persone, donne, vecchi, bambini, hanno marciato nel fango e nella neve, hanno dormito all’addiaccio con temperature sotto lo zero: un po’ come accadeva agli Armeni durante la loro marcia della morte.
  • Ieri (e non solo ieri) è successo che alla TV abbiamo mostrato ai nuovi nazisti venuti dall’oriente come si fa a sterminare popolazioni intere.
  • Ieri (e non solo ieri) è successo che di fronte a tutto ciò a noi basta cambiare canale. Not in my garden, purchè non nel mio giardino. Tutto ciò … quo usque tandem … fino a quando?

 L’unica nota positiva viene da Papa Francesco che per l’anno prossimo – anniversario della riforma di Lutero (1517-2017) – sta organizzando il riavvicinamento fra le due Chiese, anche per superare la memoria delle stragi di quelle guerre di religione: il Papa sarà in Svezia per quella commemorazione.

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ASSOCIAZIONE CULTURALE LAVISANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Gennaio, 2016 @ 8:22 am

Detto altrimenti: la sera, a Lavis (Tn) presso il locale Istituto Comprensivo (“Scuola Media”) fra gli altri, i CORSI PER ADULTI”     (post 2266)

Era tanto che non ci entravo. Locali luminosi, puliti, banchi moderni, lavagna elettronica … d’altra parte son passati 6o anni da quando io vi entrai la prima volta, in una Scuola Media … allora si chiamava così …

Vi si tengono corsi per piccoli e per grandi. Io ne ho scelto un per grandi, quello sulla “STORIA LOCALE”. Si inizia alle 20,15 e il programma è il seguente:

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                   Andrea Casna

    ieri sera – “Da Carlo Magno all’impero degli Ottoni” – La nascita di una nuova identità nel cuore dell’Europa: il sacro Romano Impero della Nazione Germanica (Dr. Andrea Casna);

  • 2 febbraio – Il buio della Morte rossa: la peste e le altre epidemie (Dr. Daniele Erler);
  • 9 febbraio – Lavis e il Principato Vescovile di Trento: una comunità di confine fra mondo tedesco e mondo italiano (Dr. Andrea Casna);
  • 16 febbraio – Il Trentino nel medio Evo: fra economia di sussistenza e nuove opportunità (Dr. Daniele Donati);
  • 23 febbraio – La luce del Concilio: un’intuizione storica (Dr. Daniele Erler).
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                  Parte degli alunni

Questo mio post non sarà un riassunto dell’ottima lectio magistralis tenuta dal Dr. Casna, ma ha finalità diverse, ovvero si prefigge di  contribuire

  • al giusto riconoscimento ed apprezzamento delle iniziative della città, della scuola, dell’Associazione Culturale Lavisana e dei suoi docenti;
  • alla diffusione dell’iniziativa;
  • all’evidenziazione di alcuni passaggi storici, pochi ma significativi, che facciano “luce” su un Evo, quello Medio (476-1492), spesso ingiustamente definito “buio”;
  • a richiamare l’attenzione sull’importanza della cultura.

 

IMG_3746Ora possiamo iniziare. In natura e nella storia non esistono spazi vuoti: il cosiddetto “vuoto d’aria” che può interessare il volo di un aeroplano è solo una corrente di aria discendente. Lo stesso dicasi per il “vuoto di potere politico-militare”.

Caduta dell’impero Romano, si crea un vuoto. Nascono gli Imperi d’oriente e di Occidente, In oriente il potere politico e religioso sono in capo alla stessa persona. In occidente no: il potere “laico” è inizialmente separato da quello “religioso”. Poi i due poteri si “alleano” (ad esempio con l’incoronazione dell’Imperatore da parte del Papa e la nomina dei Prioncipi Vecovi da parte dell’Imperatore).

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Il nuovo potere è minore del precedente (romano). Arrivano i “barbari”, Slavi a premere sui Germani; Germani Germani e Germani Franchi. Anche i Longobardi, ma la loro cultura viene assorbita da quella latina. E poi l’Impero Ottomano che nel 650 assedia Vienna, salvata dall’intervento della cavalleria polacca, la stessa che “qualche anno” dopo si scaglierà in una carica suicida contro i carrarmati del Terzo Reich.

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E qui – poco dopo – collochiamo Carlo Magno, che comprende che deve far suo e gestire in qualche modo, anche il potere (temporale e religioso) della Chiesa. Da qui l’incoronazione a Roma etc.. Carlo Magno, conquiste su tutti i fronti tranne che su quello spagnolo: a Roncisvalle (778) perde contro gli Ottomani. Carlo Magno: prima forma di scrittura in corsivo; Scuola Palatina, architetture bizantineggianti (la cappella palatina di Aquisgrana è una copia della basilica di S. Vitale a Ravenna).

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IMG_3749La Chiesa. Basta guardare la maestosità delle cattedrali del tempo di fronte alle “abitazioni” della gente, spesso stalle o caverne, per capire quanta fosse la sua autorevolezza e autorità. Quindi i Vescovi (e i “missi dominici”) vengono delegati al controllo del territorio, dei Conti e dei Marchesi. Il controllo: riscossione delle imposte, ordine sociale, organizzazione di gruppi militari per la formazione dell’esercito imperiale. I Vescovi: istruiti e senza figli, che si poteva desiderare di meglio? 1796: Napoleone a Trento chiede che venga a conferire con lui il Capo. Gli si presenta il Decano Manci e lui lo rifiuta: “Non voglio un prete, ma il capo politico!”. Non aveva capito.

Medio Evo, nascono le comunità nazionali (E, F, D, GB). Qui da noi i principati e i Comuni. E in Trentino? Ad iniziare dal 1200 con Pressano e via via in avanti (Lavis 1526) I Conti (“Dinasti”) e i Principi Vescovi locali concedono a loro volta autonomia ai comuni ed alle valli: sono le “Regole”: siete e siate autonomi purchè paghiate le imposte, non siate ostili all’Imperatore e forniate milizie. Già … gli imperatori dovevano attraversare le Alpi e percorre la Valle dell’Adige per andare a farsi incoronare a Roma: era il percorso autostradale del tempo. Doveva essere messo in sicurezza.

Altro concetto fondamentale per comprendere il periodo: il Re, l’Imperatore era “primus inter pares”. Alla sua morte si scatenavano lotte per la successione, spesso sfocianti nella divisione dell’impero. Solo con Enrico II di Baviera (1002) la corona diventa elettiva. E lui viene fatto Santo. Dinastie, elezioni … ma ci fu anche una burocrazia vincente.

Quando l’impero si smembra in tre tronconi, quello centrale che comprendeva il Regno di Italia (erede dell’Impero Romano) viene definito Impero (Lotario Imperatore). A ovest, il Regno dei Franchi  (Carlo il Calvo Re); a est il Regno Germanico (Ludovico Re).

Una seconda ondata di barbari: Vichinghi (Normanni:  Sud Italia, Novgorod, Kiev) e Ungari. Culture diverse in arrivo, a mescolarsi, prevalendo (Vichinghi) o meno (Ungari) sulla cultura latina.

Le religioni: da quelle barbariche al protestantesimo, tutti tranne i Franchi che passano direttamente al crtistianesimo.

Nel 962 nasce il Sacro Romano Impero Germanico da cui scaturiranno gli Imperi d’Austria e d’Austria Ungheria. Per capirsi. Per quanto riguarda il nostro territori, il Papa incorona l’Imperatore, l’imperatore nomina i Principi Vescovi: il Vescovo di Trento, Bolzano e Venosta ottiene la bolla dall’imperatore Udalrico II°:. siamo nel 1027.

Riassumendo: mondo barbarico contro mondo barbarico; barbari contro i latini; oriente e occidente a confronto; potere civile e religioso; ducati e marchesati grandi contro i piccoli; accentramenti contro autonomie locali; le eresie di Ario e Lutero; il Concilio di Trento; etc.  … da questo crogiuolo – altro he Età buia – è nata l’Età moderna.

Ci vediamo alla prossima!

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Mie note personali:

1) Autonomia: oltre quella “storica” di cui sopra mi piace ricordare l’azione dell’ Autonomista Don Lorenzo Guetti, fondatore della prima Cooperazione stile Raiffeisen, affiancata dalla sua richiesta all’Austria dell’autonomia amministrativa, se non altro per ragioni molto pratiche: fra le tante altre in difficoltà, le sue Valli (Giudicarie) per molti mesi all’anno erano irraggiungibili dal versante Trentino e quindi occorreva organizzare centri amministrativi e della giustizia molto decentrati. Ma questa è un’altra storia.

2) L’imperatore medievale accresceva i suoi confini: in un sistema in crescita si governa mediante decentramento: ecco le Autonomie (decentramento: modalità tipica dei sistemi in espansione). Oggi il sistema Italia (Europa e mondiale), checchè se ne dica, sta regredendo o quanto meno sta crescendo molto, molto meno di prima: il rischio è la tendenza all’accentramento a danno delle autonomie (accentramento: modalità tipica dei sistemi in regressione). Quindi la migliore difesa della nostra Autonomia non è “migliorare il governo attuale” ma dotarsi del “miglior governo possibile in assoluto”, inattaccabile sotto ogni profilo. Ciò comporta non più una politica calata dall’alto che sappia realizzare solo ciò che essa stessa  riesce a capire, proporre e gestire, quindi chiusa su se stessa, limitativa e frenante; quanto piuttosto una Politica che stimoli il contributo di tutti, aperta e soprattutto partecipata. Ma anche questa è un’altra storia.

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IL MIO LETTORE, CHI E’ COSTUI ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2016 @ 5:58 pm

Detto altrimenti: ricordate il Manzoni?     (post 2265)

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                     Carneade, chi era costui?


I Promessi Sposi. Carneade, chi era costui?
E’ sera. All’epoca niente TV, niente radio, niente illuminazione stradale. Rintanato nella sua canonica e nella sua poltrona preferita, Don Abbondio è profondamente immerso in una lettura e non sa cosa sta per capitargli addosso: il tentativo di matrimonio fra Renzo e Lucia. Leggendo, si è imbattuto in un personaggio sconosciuto: tale Carneade e la domanda che egli si fa è entrata nel lessico familiare della famiglia di tutti coloro che hanno letto l’opera: “Carneade, chi era costui?”.

Carneade, “un” carneade ovvero uno sconosciuto. E veniamo a noi, anzi a voi, gentili lettrici e affezionati lettori delle mie sudate carte (elettroniche): chi siete? Una risposta sia pure parziale mi viene dal blog stesso, che è organizzato come tutti i blog professionali: vi è infatti un sezione riservata  – accessibile solo da me, ovviamente – che mi dice molto di voi. Ed ecco, in parte, quanto:

  • In tempo reale posso vedere da quale località ciascuno di voi mi sta leggendo e questa è la cosa che mi fa molto impressione: infatti vedersi letto contemporaneamente da Parigi, Palermo, Milano, Bolzano, Bologna, Roma, Germania, USA … insomma, ti fa sentire scrittore del mondo!
  • La mattina presto poi, quando leggo in quanti avete sfogliato il giorno precedente le pagine .. una vera emozione: io faccio una gara con me stesso: il record da battere credo che sia 356!
  • Ancora: il 75% di voi – ogni giorno – è un lettore nuovo, gli altri sono gli affezionati, i “ritornanti”.
  • L’età vostra? Per la maggior parte siete ricompresi fra i 25 ed i 35 anni.
  • Il genere: 55% maschi, 45% femmine.
  • Argomenti preferiti: sport, turismo, viaggi.
  • Durata media di ogni visita: quasi un minuto e mezzo.
  • Numero medio di pagine sfogliate durante ogni visita: 1,5
  • etc.
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                         Il mio lettore, chi è costui?

Detto ciò, cosa mi spinge a scrivere? Non seguo una pianificazione, vado a istinto, accetto volentieri input esterni d’ogni tipo: un vecchio ombrello rotto depositato a casaccio dentro un cestino della spazzatura; un passaggio particolarmente interessante di un libro che sto leggendo; una persona “diversa” (ovvero migliore di tante altre, ad iniziare dal sottoscritto ovviamente, ma in questo caso specifico avrei l’imbarazzo della scelta tanti sono i “miei” migliori di me!) che ho conosciuto; un evento pubblico; una uscita in barca a vela; una sciata, una gita in bicicletta, un concerto, una manifestazione culturale, etc.. (che se poi avete temi che vi stanno particolarmente a cuore, ditemelo che proveremo a trattarli!)

Infatti il mio è un “openblog” ovvero open blog, se preferite, in due sensi: 1) l’Editore, l’amico Ing. Andrea Bianchi, sin da 2264 post fa mi ha lasciato completamente libero; 2) il blog è aperto ai “postaltrui” (tuttaunaparola) ovvero ai vostri stessi articoli, per quando me li avete inviati e ancora me li invierete. Cosa che mi auguro di vivo cuore. Ed allora la conclusione alla quale sono pervenuto è l’invito che vi rinnovo a leggere queste pagine e a scriverne voi stessi: me lo promettete? E allora dai “Promessi Post” ritorno ai Promessi Sposi: infatti … ho iniziato con il Manzoni e con il Manzoni termino:

Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c’è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. La quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta” 

Il vostro free-blogger Riccardo

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INCONTRI: MARTINA DEI CAS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2016 @ 6:17 am

Colloco temporaneamente in prima pagina questo post del 26 gennaio 2016 in quanto Martina sarà l’intervistatrice dello scrittore Guido Marangoni all’Evento Restart del 30 novembre 2019

Detto altrimenti: quanta esperienza di vita già  maturata in soli 24 anni!  (post 2264)

Prefazione scritta … dopo il post: dopo avere pubblicato il post, scopro per caso che Martina nel 2010 è stata insignita dal presidente Napolitano dell’onorificienza “Alfiere del Lavoro” insieme ad altri 29 giovani che compongono l’annuale trentina di premiati per meriti scolastici. E ti pareva che io ci avevo visto male nel volerla intervistare …

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                    Al caffè

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Un pomeriggio letterario al Gruppo di Lettura Librincontri di Mirna Moretti al Caffè Letterario Galilei in Trento. Ospite d’onore una giovane autrice: Martina. Ci racconta dei suoi libri. In accordo con Mirna, la aggancio per diventare io stesso esploratore delle sue esperienze e della sua vita. Ed eccomi a voi. (Mirna Moretti’s post: http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/?p=13432 )

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Martina, quel tuo cognome

Mio papà , valtellinese, è chef. Lavorava sul Garda. Ha conosciuto la mamma che è di Ala. Ed eccomi nata a Rovereto e “ivi residente” ad Ala (gioco di parole copiato dal libro “La donna della Domenica” di Fruttero e Lucentini, n.d.r).

Martina, 24 anni … parlami dei tuoi studi

Liceo Economico “quasi ragionieristico” unica scuola a Rovereto nella quale si insegnavano tre lingue estere (inglese, tedesco, spagnolo) oltre a geografia, diritto, economia, etc.. Nel luglio scorso mi sono laureata in giurisprudenza, cinque anni di corso, con una tesi sul diritto penale comparato Italia-Sud America in materia di femminicidio.

L'intervista

              L’intervista

Mica male per una ragazza! Complimenti! E, dimmi, come sei arrivata alla Cooperazione Internazionale?

La “colpa” è del Comune di Rovereto e della Provincia Autonoma di Trento, con il loro Progetto Giovani Solidali di concerto con il Centro alla Formazione alla Solidarietà . Successivamente è subentrata anche la Comunità  di Valle, con il suo Presidente Stefano Bisoffi. Sono stati selezionati venti giovani per la partecipazione ad un corso di settanta ore sulla cooperazione internazionale, per poi essere inviati all’estero a vedere come operano le nostre piccole organizzazioni del settore. E imparare.

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Devo intuire che hai superato il corso. E  dimmi, come mai hai scelto di andare in Nicaragua? (Notizia già  in mio possesso dalla precedente riunione organizzata da Mirna Moretti, blog cit.. n.d.r.)

E’ semplice: perchè parlavo lo spagnolo, ma soprattutto perchè sarei stata ospite dell’ Associazione Italia-Nicaragua che si occupa dell’istruzione di quelle popolazioni, e per me l’istruzione è la migliore carta vincente per migliorare durevolmente un Paese. Paese dai due volti: quello turistico – che a me non interessava – e l’altro, quello della gente che vuole far crescere i propri figli in un mondo e in un modo migliore.

Quando e quanto sei stata in Nicaragua?

La prima volta nel marzo 2011, un mese. La seconda volta un altro mese nell’agosto 2013.

thCA876SNADimmi un po’ dei tuoi libri.

A parte qualche racconto ed un peccatuccio di gioventù – avevo 15 anni quando scrissi “Una stravagante mattinata all’ Opera” (di Parigi, n.d.r.) un giallo leggero per giovani lettori – il mio primo libro impegnato è “Cacao Amaro” che è stato adottato come libro di narrativa in molte scuole medie e superiori.

Complimenti per un’opera (quasi) prima di una giovanissima! Ma come ti finanzi?

Be’ in vari modi. Ad esempio ho vinto un premio della Fondazione Nicola Liotti di Monterosso Calabro; ho ricevuto un contributo dai Cavalieri del Lavoro di Rovereto. Con questi denari ho spedito in Nicaragua i libri per una piccola biblioteca e un libro per una biblioteca per gli studenti dal 1° al 5° anno della suola si tecnica agraria e veterinaria. Indi altri libri per le mamme e i loro bimbi, giochi interattivi per il doposcuola “Finca de los ninos” (per bimbi abusati o maltrattati); sei lavagne; il telone per riparare i bimbi che vanno a scuola ammassati dentro il cassone di un camion, altrimenti scoperto.

E dopo “Cacao amaro”?

Il mio secondo libro “Il quaderno del destino”  quello che tu stesso hai acquistato pochi giorni fa.

Lo leggerò volentieri, è il primo della mia lista di attesa. Nicaragua, le autorità  locali ti hanno accolto bene?

Si, certo, addirittura il Ministero dell’Istruzione mi ha voluto in certi organismi per valutare gare di canto in inglese ed altro!

Prossimi impegni?

L’ Associazione Spagnolli Bazzoni di Rovereto mi ha chiesto di scrivere un libro sulla vita e le opere di Giuseppe De Cillia, un missionario roveretano. Poi a fine marzo sarò a Bruxelles per uno stage di tre mesi presso l’Euregio. Non è escluso che appena possibile io cerchi di realizzare un documentario dal mio Quaderno. Infine,  che ne dici se trovassi un lavoro?

Tu non troverai un lavoro: sarà  il lavoro a trovare te, Martina! Ma dimmi, i tuoi genitori cosa dicono?

Quello che dicono tutti i genitori: studia, stai attenta, non ti esporre a rischi, ti vogliamo tanto bene!

Be’ Martina, per una ragazza di ventiquattro anni mi pare che possa bastare! Complimenti e auguri per la tua Vita! Che altro dire se non che sei un bellissimo esempio per gli altri giovani? Grazie di avere accettato questa intervista.

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P.S.: Più che di “libri” con questa intervista ho inteso parlare – anzi, testimoniare – una scelta di vita, una disponibilità  ed una sensibilità  forte, ancor più ammirevole se si considera la giovane età  dell’ “esploratrice del mondo” Martina e la sua attenzione agli Altri. E comunque anche il successo letterario non è certo da trascurare, non vi pare? Insomma, una Martina a quattro facce: testimone, cooperatrice, giornalista, scrittrice. Chi volesse saperne di più può consultare la pagina Facebook Il quaderno del destino.

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PAROLE PARLATE, SCRITTE O LETTE ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2016 @ 7:53 am

Detto altrimenti: la forza della parola o dello scritto?                           (post 2263)

Le parole sono pietre, firmato Don Lorenzo Milani. E allora parliamone un po’ … di queste pietre!

"Un bel tacer non fu mai scritto"

“Un bel tacer non fu mai scritto”

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Parole parlate. La teatralità dei gesti, degli atteggiamenti, dei concetti, delle parole. Sicuramente produce un certo effetto, soprattutto nelle persone più superficiali. Soprattutto se accompagnata da opzioni lessicali e metaforiche, da un atteggiamento supponente, dall’allargare le braccia in modo sconsolato (tipo ma tanto a voi che ve lo dico a fa’?), dal rivoltare gli occhi al cielo, etc.. Nella mia vita di lavoro (40 anni da manager) i migliori interlocutori che io abbia mai avuto sono stati alcuni personaggi orientali: durante le trattative volti assolutamente impassibili, non esprimevano né assenso né disaccordo, ma solo contenuti. E io mi trovavo perfettamente a mio agio.

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Le parole scritte. A mio avviso sono più sincere rispetto alle loro sorelle parlate. Infatti sono prive di quel manto travisante di una teatralità spesso potenzialmente ingannevole. E poi, in quanto scritte, sono quelle che sono: non si possono cambiare con altre, magari diverse, gridate subito dopo. Verba volant, scripta manent …

Le parole lette. Forse sono le migliori della terna. Nel senso che in medio stat virtus, (1) un giusto compromesso fra la razionalità dello scritto e il sentimento del parlato, più o meno onesto che possa essere.

Ed io? Io care lettrici e cari lettori, sono molto più allenato a scrivere che a parlare, per cui quando devo parlare – se posso – mi preparo a (scrivere e quindi a) leggere.

E voi? Quali parole preferite utilizzare?

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(1) proverbi latini travisati in latinorum. L’ultima che ho sentito da un latinista “fai da te”: in mediaset virus. Evvabbè … ce po’ sta’ … ce po’ sta’ …

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I DIALOGHI DI … PLUTONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Gennaio, 2016 @ 2:21 pm

Detto altrimenti:     IL DIAVOLO IN CON …GRESSO ... (post 2262)

(alle lettrici ed ai lettori più assidui non saranno sfuggiti i precedenti “Dialoghi”)

Atto (o misfatto) Unico (nel suo genere)

 La scena si svolge all’interno del bar dell’Interbrennero, a Trento Nord. Tizio e Caio sono intenti a sorseggiare un caffè).

th0J7B9NCPCaio: Chissà perchè il nostro autore ci ha messo questo strano sottotitolo “Il diavolo in congresso” …

Tizio: Sai, lui risiede a Trento da 30 anni ma è originario di Genova ed è rimasto legato a quel suo autore/attore comico, Gilberto Govi, il quale aveva girato il film “Il diavolo in convento” …

Tizio: Ho capito. ma … cos’è oggi tutto questo traffico di gente qui all’Interporto?

Caio: Ma come, non lo sai? C’è appena stato un congresso straordinario di un partito politico della coalizione di governo.

Tizio: Ma dai … lo sai che io non mi interesso di politica …

Caio: E fai male: la politica è governare ed essere governati, è partecipazione. Se tu te ne allontani è come se tu rifiutassi di gestire te stesso. Ma tanto lo so che questi discorsi con te sono inutili … Tuttavia ti invito a leggere il post precedente a questo nostro, il post numero 2261, che poi sarebbe stato, un po’ ridotto entro i 5 minuti concessigli,  l’intervento del nostro blogger, uno di loro al congresso … era programmato fra i primi … che poi gli interventi non ci sono stati e  lui se lo è pubblicato sul blog, almeno questo …

Tizio: Ecco bravo, me l’hai detto, lo farò … ma … ma cosa sta succedendo? Vedo tutti attaccati ai telefonini, un ‘andirivieni frettoloso …

Caio: Forse possiamo chiedere a quel signore lì … quello che è appena uscito dall’aula … ma sì, dai … è quello stesso signore che spesso si unisce a noi per bere un caffè in Piazza Duomo …Ehi, quel signore!

Si avvicina Plutone, sotto le false spoglie di Sempronio

Sempronio:  Ohilà signori … chi si rivede! Anche voi al congresso?

Tizio: No, eravamo qui di passaggio … ma cosa sta succedendo? Lei era fra i congressisti?

Sempronio: No, ma mi ci ero infilato più che altro per curiosità. Sapete, non era un congresso di delegati muniti di tanto di pass … bensì di tutti gli iscritti e nessuno chiedeva la tessera, all’ingresso.

Caio: Ma cosa è successo, che vedo tanti volti scuri, arrabbiati …

Plutone: Eh … ce ne sono di diversi tipi. Se volete vi dico …

Tizio: Si, grazie, siamo curiosi.

Plutone: Ecco, sapete .. siccome dal mio accento hanno capito che non sono del posto – a dire la verità vengo da molto, molto lontano, quasi dall’altro mondo  ah … ah …  (fra sè e sè: questa però me la potevo risparmiare!) si sono aperti in alcune ammissioni e in qualche sfogo. Quasi una confessione … (fra sè e sè: confessarsi proprio con me …poi! Questa è proprio bella! )

La segretaria uscente

                    La segretaria uscente

Sì, quel primo gruppo laggiù al centro del salone …  è quello della segretaria uscente: sapete, dicono di avere lavorato tanto, dimezzato il debito del partito, raddoppiato il numero degli iscritti ma tant’è … hanno dovuto farsi da parte … Si lamentano che, sin dal primo momento, chi aveva perso il congresso precedente aveva creato un partito nel partito, prima nei conventicoli, poi apertamente con un altro nome che non ho ben inteso: “Lavori in Corso”, “Cantiere Aperto” …  non ho inteso bene. Dicono che questi loro antagonisti interni vogliono usare il Trentino come laboratorio per una politica nazionale ma non si curano della politica trentina e del rispetto dei luoghi istituzionali delle decisioni politiche locali.

Il segretario non entrante

              Il segretario non entrato

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Poi c’è quel secondo gruppo sulla sinistra: sono quelli che fanno capo ad un politico storico, il padre fondatore del movimento … proprio quelli che al congresso precedente avrebbero voluto vincere ma che avevano perso per una manciata di voti: non si sarebbero mai rassegnati a quella sconfitta e che oggi, visto che i numeri sarebbero stati ancora loro sfavorevoli, hanno assistito al ritiro del loro candidato. Solo che facendo così hanno stravolto il Congresso.

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Cosa? Chi sono quelli di quell’altro gruppetto? Mi sono avvicinato anche a quelli … sono gli “intellettuali” del gruppo dell’ex segretaria … oddio intellettuali forse è un po’ troppo, diciamo piuttosto gente che cerca di usare il cervello: ecco. Si lamentano della libertà loro negata, cioè del fatto che il ritiro di quella candidatura abbia stravolto il Congresso, impedito il confronto delle idee di tutti e che – soprattutto – abbia impedito loro di parlare, di fare il proprio intervento, in poche parole, abbia impedito loro di esercitare la “democrazia”. Mi hanno detto che si sono sentiti “derubati di democrazia e di libertà”. E con loro i 2600 iscritti al partito.

Tizio: Accidenti se ne ha raccolto di confidenze lei … diavolo d’un uomo!

 (Sempronio: fra sé e sé: diavolo d’un uomo io? Che abbiano scoperto la mia vera identità?)

 Tizio: Sì, lei è proprio un ottimo conoscitore dell’animo umano …

 (Sempronio: fra sé e sé: per fortuna ha detto dell’animo e non delle anime … forse me la cavo anche questa volta, forse non mi scoprono …)

Tizio: (continuando) … Ma .. cosa vedo?! Oggi 23 gennaio lei ha in mano la copia dei giornali di domani 24! Ma che diavoleria è mai questa!?

(Sempronio rimugina fra sé e sé: e ci risiamo co’  ‘sto “diavolume”!)

Sempronio: No amici, questo è un mio segreto che non posso svelarvi. posso solo dirvi che pare che i rispettivi direttori si siano un po’ decisi a dire pane al pane e vino al vino …

Caio: Che intende dire?

Sempronio: Che hanno scritto che quel leader utilizza ottime opzioni lessicali e metaforiche ma manca di autocritica; che è circondato da una sorta di corte dei miracoli (mancati, n.d.r.), di specialisti in sconfitte elettorali; che se Caligola aveva fatto senatore il suo cavallo, lui avrebbe fatto altrettanto con un suo seguace altrimenti non del tutto qualificato (né come cavallo né come senatore, n.d.r.).

Caio: ma insomma, chi hanno eletto segretario?

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                Il segretario entrato

Sempronio: Una terza persona, un assessore molto noto: quasi 800 voti su quasi 800 votanti e  su 2600 iscritti e su 1.100 intervenuti al congresso. Mica male … Sono riuscito a recuperare una foto dell’eletto.

Caio: 1.100 – 800 fa 300. E questi altri 300 voti a chi sono andati?

Sempronio: Non ci sono stati altri voti. Gli “altri” non hanno votato.

Tizio: senta, noi abbiamo pranzato … e lei?

Sempronio: non ancora …

Tizio: Provi qui, fanno un ottimo pollo alla diavola.

Sempronio: Veramente sono stufo di questa ricetta, sa … mi è capitato di vedermela offrire troppo spesso. Piuttosto un caffè …

Tizio: Come vuole lei: cameriere, per favore tre caffè! Mi avrà sentito?

Sempronio: vado io al banco a sollecitarli.

Sempronio si avvicina al banco di fronte alla macchine del caffè. In quel momento la macchina pare guastarsi e sputa fuori una grande nuvola di vapore acqueo compresso che lo nasconde alla vista dei due amici.

Caio: guarda, che sta succedendo? Si è rotta la macchina del caffè … guarda quella nuvola di vapore acqueo … non si vede più nulla … ma dov’è quel signore? E’ sparito all’improvviso, come le altre volte, dietro una cortina di vapore … vallo a capire quel diavolo d’un uomo!

 The end

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