QUEST’ANNO MANCANO LE NEVICATE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2016 @ 12:30 pm

Detto altrimenti: … e noi inventiamoci un altro tipo fatturato per gli impianti di risalita!    (post 2268)

d2uic[1]Sul mio PC guardo la videata www.wetterzentrale.de, la foto satellitare tedesca delle perturbazioni che non arrivano. Iniziano a Gibilterra ad allargarsi lasciando libero quel gran lago che è il Mediterraneo. E qui da noi non nevica. Il turismo invernale avverte la crisi. Le società impiantiste sparano neve programmata e si scia ma. Ma ho sentito dire che un metro cubo di neve programmata costa 30 euro, tutto compreso (ammortamenti, interessi, costi di gestione, etc.). Che fare? Una soluzione completa non esiste, ma una parziale si. Guardiamo cosa ha fatto l’Austria: vende i “dislivelli” anche in estate. Non agli sciatori. Ai ciclisti.

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Austria: Tirol Mountain Bike Safari. Si parte in bicicletta da Nauders (Resia) e si arriva al lago di Walchsee. Le risalite con le bici al seguito si effettuano grazie a 17 impianti convenzionati per un totale di 670 km di percorsi (in discesa) e 25 di dislivello. Costo della tessera: 3 risalite, €18,00 – 17 risalite, €153,00. L’organizzazione fornisce mappe GPS e cartacee, eventuale trasporto bagagli e prenotazione Hotel. Non è obbligatorio percorre l’intero tracciato: l’utilizzo del sistema è modulare.

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.In Italia il CAI Centrale nel 2012 ha pubblicato il Q 11- Quaderno di ciclo-escursionismo (reperibile in internet) per regolare la presenza delle biciclette in montagna. Leggiamolo.

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                                 Tirolo austriaco

In Trentino i dislivelli e gli impianti di risalita non mancano. Manca l’idea e un progetto unitario e sistemico per far utilizzare i nostri impianti dalle decine di migliaia di ciclisti che ogni anno percorrono le nostre valli, ad iniziare dalla valle dell’Adige (quelli diretti al Garda o a Verona).

Cosa si può obiettare? Che la bicicletta in montagna inquina? Oggi forse, se la sua pratica non è regolata. Ma quando lo fosse, essa sarebbe mantenuta dentro le piste segnate che non sono certo larghe come quelle da sci, né richiedono analoghe protezioni.

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L’utenza turistica ha un’età media sempre più avanzata, evolve i propri gusti, è molto proiettata verso il ciclo-turismo e il ciclo-escursionismo. E noi abbiamo bisogno di creare nuovo prodotti turistici. Ed allora copiamo da chi è stato più lungimirante di noi.

Good bike a tutte e a tutti!

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IL GIORNO DELLA MEMORIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2016 @ 6:42 am

Detto altrimenti: ma era ieri, Riccardo, te ne eri dimenticato?     (post 2267)

No, amiche, no, amici, non me ne sono dimenticato. Ho solo voluto aspettare un giorno per vedere se oggi mi sarei ricordato cosa è successo ieri, 27 gennaio 2016.

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                           Damn …. Danmark!

    Ieri (e non solo ieri) è successo che uno Stato sta applicando una sua legge: confisca i beni ai profughi; un po’ come facevano i nazisti con gli Ebrei.

  • Ieri (e non solo ieri) è successo che decine di migliaia di persone, donne, vecchi, bambini, hanno marciato nel fango e nella neve, hanno dormito all’addiaccio con temperature sotto lo zero: un po’ come accadeva agli Armeni durante la loro marcia della morte.
  • Ieri (e non solo ieri) è successo che alla TV abbiamo mostrato ai nuovi nazisti venuti dall’oriente come si fa a sterminare popolazioni intere.
  • Ieri (e non solo ieri) è successo che di fronte a tutto ciò a noi basta cambiare canale. Not in my garden, purchè non nel mio giardino. Tutto ciò … quo usque tandem … fino a quando?

 L’unica nota positiva viene da Papa Francesco che per l’anno prossimo – anniversario della riforma di Lutero (1517-2017) – sta organizzando il riavvicinamento fra le due Chiese, anche per superare la memoria delle stragi di quelle guerre di religione: il Papa sarà in Svezia per quella commemorazione.

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ASSOCIAZIONE CULTURALE LAVISANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Gennaio, 2016 @ 8:22 am

Detto altrimenti: la sera, a Lavis (Tn) presso il locale Istituto Comprensivo (“Scuola Media”) fra gli altri, i CORSI PER ADULTI”     (post 2266)

Era tanto che non ci entravo. Locali luminosi, puliti, banchi moderni, lavagna elettronica … d’altra parte son passati 6o anni da quando io vi entrai la prima volta, in una Scuola Media … allora si chiamava così …

Vi si tengono corsi per piccoli e per grandi. Io ne ho scelto un per grandi, quello sulla “STORIA LOCALE”. Si inizia alle 20,15 e il programma è il seguente:

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                   Andrea Casna

    ieri sera – “Da Carlo Magno all’impero degli Ottoni” – La nascita di una nuova identità nel cuore dell’Europa: il sacro Romano Impero della Nazione Germanica (Dr. Andrea Casna);

  • 2 febbraio – Il buio della Morte rossa: la peste e le altre epidemie (Dr. Daniele Erler);
  • 9 febbraio – Lavis e il Principato Vescovile di Trento: una comunità di confine fra mondo tedesco e mondo italiano (Dr. Andrea Casna);
  • 16 febbraio – Il Trentino nel medio Evo: fra economia di sussistenza e nuove opportunità (Dr. Daniele Donati);
  • 23 febbraio – La luce del Concilio: un’intuizione storica (Dr. Daniele Erler).
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                  Parte degli alunni

Questo mio post non sarà un riassunto dell’ottima lectio magistralis tenuta dal Dr. Casna, ma ha finalità diverse, ovvero si prefigge di  contribuire

  • al giusto riconoscimento ed apprezzamento delle iniziative della città, della scuola, dell’Associazione Culturale Lavisana e dei suoi docenti;
  • alla diffusione dell’iniziativa;
  • all’evidenziazione di alcuni passaggi storici, pochi ma significativi, che facciano “luce” su un Evo, quello Medio (476-1492), spesso ingiustamente definito “buio”;
  • a richiamare l’attenzione sull’importanza della cultura.

 

IMG_3746Ora possiamo iniziare. In natura e nella storia non esistono spazi vuoti: il cosiddetto “vuoto d’aria” che può interessare il volo di un aeroplano è solo una corrente di aria discendente. Lo stesso dicasi per il “vuoto di potere politico-militare”.

Caduta dell’impero Romano, si crea un vuoto. Nascono gli Imperi d’oriente e di Occidente, In oriente il potere politico e religioso sono in capo alla stessa persona. In occidente no: il potere “laico” è inizialmente separato da quello “religioso”. Poi i due poteri si “alleano” (ad esempio con l’incoronazione dell’Imperatore da parte del Papa e la nomina dei Prioncipi Vecovi da parte dell’Imperatore).

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Il nuovo potere è minore del precedente (romano). Arrivano i “barbari”, Slavi a premere sui Germani; Germani Germani e Germani Franchi. Anche i Longobardi, ma la loro cultura viene assorbita da quella latina. E poi l’Impero Ottomano che nel 650 assedia Vienna, salvata dall’intervento della cavalleria polacca, la stessa che “qualche anno” dopo si scaglierà in una carica suicida contro i carrarmati del Terzo Reich.

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E qui – poco dopo – collochiamo Carlo Magno, che comprende che deve far suo e gestire in qualche modo, anche il potere (temporale e religioso) della Chiesa. Da qui l’incoronazione a Roma etc.. Carlo Magno, conquiste su tutti i fronti tranne che su quello spagnolo: a Roncisvalle (778) perde contro gli Ottomani. Carlo Magno: prima forma di scrittura in corsivo; Scuola Palatina, architetture bizantineggianti (la cappella palatina di Aquisgrana è una copia della basilica di S. Vitale a Ravenna).

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IMG_3749La Chiesa. Basta guardare la maestosità delle cattedrali del tempo di fronte alle “abitazioni” della gente, spesso stalle o caverne, per capire quanta fosse la sua autorevolezza e autorità. Quindi i Vescovi (e i “missi dominici”) vengono delegati al controllo del territorio, dei Conti e dei Marchesi. Il controllo: riscossione delle imposte, ordine sociale, organizzazione di gruppi militari per la formazione dell’esercito imperiale. I Vescovi: istruiti e senza figli, che si poteva desiderare di meglio? 1796: Napoleone a Trento chiede che venga a conferire con lui il Capo. Gli si presenta il Decano Manci e lui lo rifiuta: “Non voglio un prete, ma il capo politico!”. Non aveva capito.

Medio Evo, nascono le comunità nazionali (E, F, D, GB). Qui da noi i principati e i Comuni. E in Trentino? Ad iniziare dal 1200 con Pressano e via via in avanti (Lavis 1526) I Conti (“Dinasti”) e i Principi Vescovi locali concedono a loro volta autonomia ai comuni ed alle valli: sono le “Regole”: siete e siate autonomi purchè paghiate le imposte, non siate ostili all’Imperatore e forniate milizie. Già … gli imperatori dovevano attraversare le Alpi e percorre la Valle dell’Adige per andare a farsi incoronare a Roma: era il percorso autostradale del tempo. Doveva essere messo in sicurezza.

Altro concetto fondamentale per comprendere il periodo: il Re, l’Imperatore era “primus inter pares”. Alla sua morte si scatenavano lotte per la successione, spesso sfocianti nella divisione dell’impero. Solo con Enrico II di Baviera (1002) la corona diventa elettiva. E lui viene fatto Santo. Dinastie, elezioni … ma ci fu anche una burocrazia vincente.

Quando l’impero si smembra in tre tronconi, quello centrale che comprendeva il Regno di Italia (erede dell’Impero Romano) viene definito Impero (Lotario Imperatore). A ovest, il Regno dei Franchi  (Carlo il Calvo Re); a est il Regno Germanico (Ludovico Re).

Una seconda ondata di barbari: Vichinghi (Normanni:  Sud Italia, Novgorod, Kiev) e Ungari. Culture diverse in arrivo, a mescolarsi, prevalendo (Vichinghi) o meno (Ungari) sulla cultura latina.

Le religioni: da quelle barbariche al protestantesimo, tutti tranne i Franchi che passano direttamente al crtistianesimo.

Nel 962 nasce il Sacro Romano Impero Germanico da cui scaturiranno gli Imperi d’Austria e d’Austria Ungheria. Per capirsi. Per quanto riguarda il nostro territori, il Papa incorona l’Imperatore, l’imperatore nomina i Principi Vescovi: il Vescovo di Trento, Bolzano e Venosta ottiene la bolla dall’imperatore Udalrico II°:. siamo nel 1027.

Riassumendo: mondo barbarico contro mondo barbarico; barbari contro i latini; oriente e occidente a confronto; potere civile e religioso; ducati e marchesati grandi contro i piccoli; accentramenti contro autonomie locali; le eresie di Ario e Lutero; il Concilio di Trento; etc.  … da questo crogiuolo – altro he Età buia – è nata l’Età moderna.

Ci vediamo alla prossima!

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Mie note personali:

1) Autonomia: oltre quella “storica” di cui sopra mi piace ricordare l’azione dell’ Autonomista Don Lorenzo Guetti, fondatore della prima Cooperazione stile Raiffeisen, affiancata dalla sua richiesta all’Austria dell’autonomia amministrativa, se non altro per ragioni molto pratiche: fra le tante altre in difficoltà, le sue Valli (Giudicarie) per molti mesi all’anno erano irraggiungibili dal versante Trentino e quindi occorreva organizzare centri amministrativi e della giustizia molto decentrati. Ma questa è un’altra storia.

2) L’imperatore medievale accresceva i suoi confini: in un sistema in crescita si governa mediante decentramento: ecco le Autonomie (decentramento: modalità tipica dei sistemi in espansione). Oggi il sistema Italia (Europa e mondiale), checchè se ne dica, sta regredendo o quanto meno sta crescendo molto, molto meno di prima: il rischio è la tendenza all’accentramento a danno delle autonomie (accentramento: modalità tipica dei sistemi in regressione). Quindi la migliore difesa della nostra Autonomia non è “migliorare il governo attuale” ma dotarsi del “miglior governo possibile in assoluto”, inattaccabile sotto ogni profilo. Ciò comporta non più una politica calata dall’alto che sappia realizzare solo ciò che essa stessa  riesce a capire, proporre e gestire, quindi chiusa su se stessa, limitativa e frenante; quanto piuttosto una Politica che stimoli il contributo di tutti, aperta e soprattutto partecipata. Ma anche questa è un’altra storia.

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IL MIO LETTORE, CHI E’ COSTUI ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2016 @ 5:58 pm

Detto altrimenti: ricordate il Manzoni?     (post 2265)

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                     Carneade, chi era costui?


I Promessi Sposi. Carneade, chi era costui?
E’ sera. All’epoca niente TV, niente radio, niente illuminazione stradale. Rintanato nella sua canonica e nella sua poltrona preferita, Don Abbondio è profondamente immerso in una lettura e non sa cosa sta per capitargli addosso: il tentativo di matrimonio fra Renzo e Lucia. Leggendo, si è imbattuto in un personaggio sconosciuto: tale Carneade e la domanda che egli si fa è entrata nel lessico familiare della famiglia di tutti coloro che hanno letto l’opera: “Carneade, chi era costui?”.

Carneade, “un” carneade ovvero uno sconosciuto. E veniamo a noi, anzi a voi, gentili lettrici e affezionati lettori delle mie sudate carte (elettroniche): chi siete? Una risposta sia pure parziale mi viene dal blog stesso, che è organizzato come tutti i blog professionali: vi è infatti un sezione riservata  – accessibile solo da me, ovviamente – che mi dice molto di voi. Ed ecco, in parte, quanto:

  • In tempo reale posso vedere da quale località ciascuno di voi mi sta leggendo e questa è la cosa che mi fa molto impressione: infatti vedersi letto contemporaneamente da Parigi, Palermo, Milano, Bolzano, Bologna, Roma, Germania, USA … insomma, ti fa sentire scrittore del mondo!
  • La mattina presto poi, quando leggo in quanti avete sfogliato il giorno precedente le pagine .. una vera emozione: io faccio una gara con me stesso: il record da battere credo che sia 356!
  • Ancora: il 75% di voi – ogni giorno – è un lettore nuovo, gli altri sono gli affezionati, i “ritornanti”.
  • L’età vostra? Per la maggior parte siete ricompresi fra i 25 ed i 35 anni.
  • Il genere: 55% maschi, 45% femmine.
  • Argomenti preferiti: sport, turismo, viaggi.
  • Durata media di ogni visita: quasi un minuto e mezzo.
  • Numero medio di pagine sfogliate durante ogni visita: 1,5
  • etc.
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                         Il mio lettore, chi è costui?

Detto ciò, cosa mi spinge a scrivere? Non seguo una pianificazione, vado a istinto, accetto volentieri input esterni d’ogni tipo: un vecchio ombrello rotto depositato a casaccio dentro un cestino della spazzatura; un passaggio particolarmente interessante di un libro che sto leggendo; una persona “diversa” (ovvero migliore di tante altre, ad iniziare dal sottoscritto ovviamente, ma in questo caso specifico avrei l’imbarazzo della scelta tanti sono i “miei” migliori di me!) che ho conosciuto; un evento pubblico; una uscita in barca a vela; una sciata, una gita in bicicletta, un concerto, una manifestazione culturale, etc.. (che se poi avete temi che vi stanno particolarmente a cuore, ditemelo che proveremo a trattarli!)

Infatti il mio è un “openblog” ovvero open blog, se preferite, in due sensi: 1) l’Editore, l’amico Ing. Andrea Bianchi, sin da 2264 post fa mi ha lasciato completamente libero; 2) il blog è aperto ai “postaltrui” (tuttaunaparola) ovvero ai vostri stessi articoli, per quando me li avete inviati e ancora me li invierete. Cosa che mi auguro di vivo cuore. Ed allora la conclusione alla quale sono pervenuto è l’invito che vi rinnovo a leggere queste pagine e a scriverne voi stessi: me lo promettete? E allora dai “Promessi Post” ritorno ai Promessi Sposi: infatti … ho iniziato con il Manzoni e con il Manzoni termino:

Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c’è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. La quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta” 

Il vostro free-blogger Riccardo

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INCONTRI: MARTINA DEI CAS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2016 @ 6:17 am

Colloco temporaneamente in prima pagina questo post del 26 gennaio 2016 in quanto Martina sarà l’intervistatrice dello scrittore Guido Marangoni all’Evento Restart del 30 novembre 2019

Detto altrimenti: quanta esperienza di vita già  maturata in soli 24 anni!  (post 2264)

Prefazione scritta … dopo il post: dopo avere pubblicato il post, scopro per caso che Martina nel 2010 è stata insignita dal presidente Napolitano dell’onorificienza “Alfiere del Lavoro” insieme ad altri 29 giovani che compongono l’annuale trentina di premiati per meriti scolastici. E ti pareva che io ci avevo visto male nel volerla intervistare …

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                    Al caffè

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Un pomeriggio letterario al Gruppo di Lettura Librincontri di Mirna Moretti al Caffè Letterario Galilei in Trento. Ospite d’onore una giovane autrice: Martina. Ci racconta dei suoi libri. In accordo con Mirna, la aggancio per diventare io stesso esploratore delle sue esperienze e della sua vita. Ed eccomi a voi. (Mirna Moretti’s post: http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/?p=13432 )

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Martina, quel tuo cognome

Mio papà , valtellinese, è chef. Lavorava sul Garda. Ha conosciuto la mamma che è di Ala. Ed eccomi nata a Rovereto e “ivi residente” ad Ala (gioco di parole copiato dal libro “La donna della Domenica” di Fruttero e Lucentini, n.d.r).

Martina, 24 anni … parlami dei tuoi studi

Liceo Economico “quasi ragionieristico” unica scuola a Rovereto nella quale si insegnavano tre lingue estere (inglese, tedesco, spagnolo) oltre a geografia, diritto, economia, etc.. Nel luglio scorso mi sono laureata in giurisprudenza, cinque anni di corso, con una tesi sul diritto penale comparato Italia-Sud America in materia di femminicidio.

L'intervista

              L’intervista

Mica male per una ragazza! Complimenti! E, dimmi, come sei arrivata alla Cooperazione Internazionale?

La “colpa” è del Comune di Rovereto e della Provincia Autonoma di Trento, con il loro Progetto Giovani Solidali di concerto con il Centro alla Formazione alla Solidarietà . Successivamente è subentrata anche la Comunità  di Valle, con il suo Presidente Stefano Bisoffi. Sono stati selezionati venti giovani per la partecipazione ad un corso di settanta ore sulla cooperazione internazionale, per poi essere inviati all’estero a vedere come operano le nostre piccole organizzazioni del settore. E imparare.

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Devo intuire che hai superato il corso. E  dimmi, come mai hai scelto di andare in Nicaragua? (Notizia già  in mio possesso dalla precedente riunione organizzata da Mirna Moretti, blog cit.. n.d.r.)

E’ semplice: perchè parlavo lo spagnolo, ma soprattutto perchè sarei stata ospite dell’ Associazione Italia-Nicaragua che si occupa dell’istruzione di quelle popolazioni, e per me l’istruzione è la migliore carta vincente per migliorare durevolmente un Paese. Paese dai due volti: quello turistico – che a me non interessava – e l’altro, quello della gente che vuole far crescere i propri figli in un mondo e in un modo migliore.

Quando e quanto sei stata in Nicaragua?

La prima volta nel marzo 2011, un mese. La seconda volta un altro mese nell’agosto 2013.

thCA876SNADimmi un po’ dei tuoi libri.

A parte qualche racconto ed un peccatuccio di gioventù – avevo 15 anni quando scrissi “Una stravagante mattinata all’ Opera” (di Parigi, n.d.r.) un giallo leggero per giovani lettori – il mio primo libro impegnato è “Cacao Amaro” che è stato adottato come libro di narrativa in molte scuole medie e superiori.

Complimenti per un’opera (quasi) prima di una giovanissima! Ma come ti finanzi?

Be’ in vari modi. Ad esempio ho vinto un premio della Fondazione Nicola Liotti di Monterosso Calabro; ho ricevuto un contributo dai Cavalieri del Lavoro di Rovereto. Con questi denari ho spedito in Nicaragua i libri per una piccola biblioteca e un libro per una biblioteca per gli studenti dal 1° al 5° anno della suola si tecnica agraria e veterinaria. Indi altri libri per le mamme e i loro bimbi, giochi interattivi per il doposcuola “Finca de los ninos” (per bimbi abusati o maltrattati); sei lavagne; il telone per riparare i bimbi che vanno a scuola ammassati dentro il cassone di un camion, altrimenti scoperto.

E dopo “Cacao amaro”?

Il mio secondo libro “Il quaderno del destino”  quello che tu stesso hai acquistato pochi giorni fa.

Lo leggerò volentieri, è il primo della mia lista di attesa. Nicaragua, le autorità  locali ti hanno accolto bene?

Si, certo, addirittura il Ministero dell’Istruzione mi ha voluto in certi organismi per valutare gare di canto in inglese ed altro!

Prossimi impegni?

L’ Associazione Spagnolli Bazzoni di Rovereto mi ha chiesto di scrivere un libro sulla vita e le opere di Giuseppe De Cillia, un missionario roveretano. Poi a fine marzo sarò a Bruxelles per uno stage di tre mesi presso l’Euregio. Non è escluso che appena possibile io cerchi di realizzare un documentario dal mio Quaderno. Infine,  che ne dici se trovassi un lavoro?

Tu non troverai un lavoro: sarà  il lavoro a trovare te, Martina! Ma dimmi, i tuoi genitori cosa dicono?

Quello che dicono tutti i genitori: studia, stai attenta, non ti esporre a rischi, ti vogliamo tanto bene!

Be’ Martina, per una ragazza di ventiquattro anni mi pare che possa bastare! Complimenti e auguri per la tua Vita! Che altro dire se non che sei un bellissimo esempio per gli altri giovani? Grazie di avere accettato questa intervista.

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P.S.: Più che di “libri” con questa intervista ho inteso parlare – anzi, testimoniare – una scelta di vita, una disponibilità  ed una sensibilità  forte, ancor più ammirevole se si considera la giovane età  dell’ “esploratrice del mondo” Martina e la sua attenzione agli Altri. E comunque anche il successo letterario non è certo da trascurare, non vi pare? Insomma, una Martina a quattro facce: testimone, cooperatrice, giornalista, scrittrice. Chi volesse saperne di più può consultare la pagina Facebook Il quaderno del destino.

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PAROLE PARLATE, SCRITTE O LETTE ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2016 @ 7:53 am

Detto altrimenti: la forza della parola o dello scritto?                           (post 2263)

Le parole sono pietre, firmato Don Lorenzo Milani. E allora parliamone un po’ … di queste pietre!

"Un bel tacer non fu mai scritto"

“Un bel tacer non fu mai scritto”

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Parole parlate. La teatralità dei gesti, degli atteggiamenti, dei concetti, delle parole. Sicuramente produce un certo effetto, soprattutto nelle persone più superficiali. Soprattutto se accompagnata da opzioni lessicali e metaforiche, da un atteggiamento supponente, dall’allargare le braccia in modo sconsolato (tipo ma tanto a voi che ve lo dico a fa’?), dal rivoltare gli occhi al cielo, etc.. Nella mia vita di lavoro (40 anni da manager) i migliori interlocutori che io abbia mai avuto sono stati alcuni personaggi orientali: durante le trattative volti assolutamente impassibili, non esprimevano né assenso né disaccordo, ma solo contenuti. E io mi trovavo perfettamente a mio agio.

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Le parole scritte. A mio avviso sono più sincere rispetto alle loro sorelle parlate. Infatti sono prive di quel manto travisante di una teatralità spesso potenzialmente ingannevole. E poi, in quanto scritte, sono quelle che sono: non si possono cambiare con altre, magari diverse, gridate subito dopo. Verba volant, scripta manent …

Le parole lette. Forse sono le migliori della terna. Nel senso che in medio stat virtus, (1) un giusto compromesso fra la razionalità dello scritto e il sentimento del parlato, più o meno onesto che possa essere.

Ed io? Io care lettrici e cari lettori, sono molto più allenato a scrivere che a parlare, per cui quando devo parlare – se posso – mi preparo a (scrivere e quindi a) leggere.

E voi? Quali parole preferite utilizzare?

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(1) proverbi latini travisati in latinorum. L’ultima che ho sentito da un latinista “fai da te”: in mediaset virus. Evvabbè … ce po’ sta’ … ce po’ sta’ …

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I DIALOGHI DI … PLUTONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Gennaio, 2016 @ 2:21 pm

Detto altrimenti:     IL DIAVOLO IN CON …GRESSO ... (post 2262)

(alle lettrici ed ai lettori più assidui non saranno sfuggiti i precedenti “Dialoghi”)

Atto (o misfatto) Unico (nel suo genere)

 La scena si svolge all’interno del bar dell’Interbrennero, a Trento Nord. Tizio e Caio sono intenti a sorseggiare un caffè).

th0J7B9NCPCaio: Chissà perchè il nostro autore ci ha messo questo strano sottotitolo “Il diavolo in congresso” …

Tizio: Sai, lui risiede a Trento da 30 anni ma è originario di Genova ed è rimasto legato a quel suo autore/attore comico, Gilberto Govi, il quale aveva girato il film “Il diavolo in convento” …

Tizio: Ho capito. ma … cos’è oggi tutto questo traffico di gente qui all’Interporto?

Caio: Ma come, non lo sai? C’è appena stato un congresso straordinario di un partito politico della coalizione di governo.

Tizio: Ma dai … lo sai che io non mi interesso di politica …

Caio: E fai male: la politica è governare ed essere governati, è partecipazione. Se tu te ne allontani è come se tu rifiutassi di gestire te stesso. Ma tanto lo so che questi discorsi con te sono inutili … Tuttavia ti invito a leggere il post precedente a questo nostro, il post numero 2261, che poi sarebbe stato, un po’ ridotto entro i 5 minuti concessigli,  l’intervento del nostro blogger, uno di loro al congresso … era programmato fra i primi … che poi gli interventi non ci sono stati e  lui se lo è pubblicato sul blog, almeno questo …

Tizio: Ecco bravo, me l’hai detto, lo farò … ma … ma cosa sta succedendo? Vedo tutti attaccati ai telefonini, un ‘andirivieni frettoloso …

Caio: Forse possiamo chiedere a quel signore lì … quello che è appena uscito dall’aula … ma sì, dai … è quello stesso signore che spesso si unisce a noi per bere un caffè in Piazza Duomo …Ehi, quel signore!

Si avvicina Plutone, sotto le false spoglie di Sempronio

Sempronio:  Ohilà signori … chi si rivede! Anche voi al congresso?

Tizio: No, eravamo qui di passaggio … ma cosa sta succedendo? Lei era fra i congressisti?

Sempronio: No, ma mi ci ero infilato più che altro per curiosità. Sapete, non era un congresso di delegati muniti di tanto di pass … bensì di tutti gli iscritti e nessuno chiedeva la tessera, all’ingresso.

Caio: Ma cosa è successo, che vedo tanti volti scuri, arrabbiati …

Plutone: Eh … ce ne sono di diversi tipi. Se volete vi dico …

Tizio: Si, grazie, siamo curiosi.

Plutone: Ecco, sapete .. siccome dal mio accento hanno capito che non sono del posto – a dire la verità vengo da molto, molto lontano, quasi dall’altro mondo  ah … ah …  (fra sè e sè: questa però me la potevo risparmiare!) si sono aperti in alcune ammissioni e in qualche sfogo. Quasi una confessione … (fra sè e sè: confessarsi proprio con me …poi! Questa è proprio bella! )

La segretaria uscente

                    La segretaria uscente

Sì, quel primo gruppo laggiù al centro del salone …  è quello della segretaria uscente: sapete, dicono di avere lavorato tanto, dimezzato il debito del partito, raddoppiato il numero degli iscritti ma tant’è … hanno dovuto farsi da parte … Si lamentano che, sin dal primo momento, chi aveva perso il congresso precedente aveva creato un partito nel partito, prima nei conventicoli, poi apertamente con un altro nome che non ho ben inteso: “Lavori in Corso”, “Cantiere Aperto” …  non ho inteso bene. Dicono che questi loro antagonisti interni vogliono usare il Trentino come laboratorio per una politica nazionale ma non si curano della politica trentina e del rispetto dei luoghi istituzionali delle decisioni politiche locali.

Il segretario non entrante

              Il segretario non entrato

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Poi c’è quel secondo gruppo sulla sinistra: sono quelli che fanno capo ad un politico storico, il padre fondatore del movimento … proprio quelli che al congresso precedente avrebbero voluto vincere ma che avevano perso per una manciata di voti: non si sarebbero mai rassegnati a quella sconfitta e che oggi, visto che i numeri sarebbero stati ancora loro sfavorevoli, hanno assistito al ritiro del loro candidato. Solo che facendo così hanno stravolto il Congresso.

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Cosa? Chi sono quelli di quell’altro gruppetto? Mi sono avvicinato anche a quelli … sono gli “intellettuali” del gruppo dell’ex segretaria … oddio intellettuali forse è un po’ troppo, diciamo piuttosto gente che cerca di usare il cervello: ecco. Si lamentano della libertà loro negata, cioè del fatto che il ritiro di quella candidatura abbia stravolto il Congresso, impedito il confronto delle idee di tutti e che – soprattutto – abbia impedito loro di parlare, di fare il proprio intervento, in poche parole, abbia impedito loro di esercitare la “democrazia”. Mi hanno detto che si sono sentiti “derubati di democrazia e di libertà”. E con loro i 2600 iscritti al partito.

Tizio: Accidenti se ne ha raccolto di confidenze lei … diavolo d’un uomo!

 (Sempronio: fra sé e sé: diavolo d’un uomo io? Che abbiano scoperto la mia vera identità?)

 Tizio: Sì, lei è proprio un ottimo conoscitore dell’animo umano …

 (Sempronio: fra sé e sé: per fortuna ha detto dell’animo e non delle anime … forse me la cavo anche questa volta, forse non mi scoprono …)

Tizio: (continuando) … Ma .. cosa vedo?! Oggi 23 gennaio lei ha in mano la copia dei giornali di domani 24! Ma che diavoleria è mai questa!?

(Sempronio rimugina fra sé e sé: e ci risiamo co’  ‘sto “diavolume”!)

Sempronio: No amici, questo è un mio segreto che non posso svelarvi. posso solo dirvi che pare che i rispettivi direttori si siano un po’ decisi a dire pane al pane e vino al vino …

Caio: Che intende dire?

Sempronio: Che hanno scritto che quel leader utilizza ottime opzioni lessicali e metaforiche ma manca di autocritica; che è circondato da una sorta di corte dei miracoli (mancati, n.d.r.), di specialisti in sconfitte elettorali; che se Caligola aveva fatto senatore il suo cavallo, lui avrebbe fatto altrettanto con un suo seguace altrimenti non del tutto qualificato (né come cavallo né come senatore, n.d.r.).

Caio: ma insomma, chi hanno eletto segretario?

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                Il segretario entrato

Sempronio: Una terza persona, un assessore molto noto: quasi 800 voti su quasi 800 votanti e  su 2600 iscritti e su 1.100 intervenuti al congresso. Mica male … Sono riuscito a recuperare una foto dell’eletto.

Caio: 1.100 – 800 fa 300. E questi altri 300 voti a chi sono andati?

Sempronio: Non ci sono stati altri voti. Gli “altri” non hanno votato.

Tizio: senta, noi abbiamo pranzato … e lei?

Sempronio: non ancora …

Tizio: Provi qui, fanno un ottimo pollo alla diavola.

Sempronio: Veramente sono stufo di questa ricetta, sa … mi è capitato di vedermela offrire troppo spesso. Piuttosto un caffè …

Tizio: Come vuole lei: cameriere, per favore tre caffè! Mi avrà sentito?

Sempronio: vado io al banco a sollecitarli.

Sempronio si avvicina al banco di fronte alla macchine del caffè. In quel momento la macchina pare guastarsi e sputa fuori una grande nuvola di vapore acqueo compresso che lo nasconde alla vista dei due amici.

Caio: guarda, che sta succedendo? Si è rotta la macchina del caffè … guarda quella nuvola di vapore acqueo … non si vede più nulla … ma dov’è quel signore? E’ sparito all’improvviso, come le altre volte, dietro una cortina di vapore … vallo a capire quel diavolo d’un uomo!

 The end

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DEMOCRAZIA, PARTECIPAZIONE, LIBERTA’, AUTONOMIA, POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2016 @ 2:00 pm

Detto altrimenti: cinque concetti validi per ogni partito politico e per ogni cittadino                             (post 2261)

 Anteprima

In questo tempo di turbolenze economiche, sociali e politiche globalizzate ad ogni livello, in ogni dove e di ogni possibile intensità, ho voluto provare a soffermarmi su alcune riflessioni di tipo politico non partitico, ovvero tali che possano interessare i polloi (dal greco: i molti), la polis (il luogo dei molti) la politica (la partecipazione di molti alla vita pubblica: infatti “politica” è un concetto al plurale!) – Il tutto da un angolo visuale trentino, se non altro perché io scrivo in “Trento”blog, non vi pare? E poi, 2260 post fa io iniziai la mia “carriera” di blogger con il post “Il Trentino che vorrei”, e allora …

 … e allora adesso  possiamo cominciare

 1 - La Democrazia, dal greco popolo-forza ha assunto nel tempo significati diversi:

  • Inizialmente il democrate era “chi aveva il potere sul popolo”, ovvero il tiranno;
  • poi, le classi più ricche, escluse dal governo, utilizzarono il termine per contestare la forza della classe popolare che stava al governo;
  • Oggi democrazia indica “governo della maggioranza del popolo”. In realtà però indica la maggioranza di coloro che vanno a votare e se a votare vanno in pochi, allora la democrazia è il governo di una minoranza sulla maggioranza, cioè è una non-democrazia.

Orbene, se vogliamo la vera democrazia, occorre che i cittadini si riavvicinino  alla politica e al voto, perché se la partecipazione diminuisce, la democrazia tende a regredire al suo primo significato di tirannide sostanziale se non anche formale.

2 – La partecipazione si ottiene incontrando, ascoltando, informando e rispettando i cittadini, facendo cioè politica di unione e non di divisione;  politica di comunicazione cioè di azione comune innanzi tuto con chi ti sta vicino. Il che significa che la politica

  • si faccia carico di una faticosa azione personale per creare moltissime occasioni di incontri;
  • si ponga al loro servizio e non al loro comando, nel rispetto delle idee liberamente espresse in piena autonomia da ognuno. Libertà e autonomia, dunque

 3 - La libertà (delle idee). Sono libere le idee espresse da ognuno senza condizionamenti esterni di sorta, fermo restando che libertà non significa però “fare ciò che si vuole” ma poter scegliere fra le diverse opzioni che la morale, il vivere civile, il buon senso e le leggi consentono.

In questa sede parlo solo della libertà delle idee, perchè se passassi alla “libertà personale” dovrei iniziare quanto meno dalla critica alla “libertà” della cosiddetta Repubblica Ateniese, nella quale a fronte di un uomo libero vi erano quattro schiavi; o dalla lettera dell’ apostolo Paolo agli Efesini (6, 5-9)” Schiavi, ubbidite ai vostri padroni con timore, tremore e semplicità di cuore come se ubbidiste a Cristo … e voi padroni, trattateli bene perchè davanti a Dio sarete tutti uguali”; oppure dal Bonaparte che reintrodusse la schiavitù nelle colonie; o dal  Presidente USA Jefferson che mentre vietava l’importazione di (ulteriori) schiavi, se ne avvaleva nella sua fattoria modello a Monticello (Monticello – Charlottesville, Virginia USA … non Monticello Brianza!) …

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 th78IZKP3U4 - L’Autonomia delle idee. Sono autonome le idee maturate all’interno di ogni persona. Tuttavia dobbiamo distinguere due tipi di Autonomia 1) Autonomia concessa: quella che Maria Teresa concesse al Granducato di Toscana quando lo diede al marito Duca di Lorena al quale aveva sottratto il Ducato d’origine; 2) Autonomia Trentina ovvero Autonomia ideata, richiesta e conquistata: e i Trentini devono dire grazie innanzi tutto a Don Lorenzo Guetti, primo a concepirla con la creazione della cooperazione stile Raiffaisen e primo a reclamarla di fronte a quella stessa Austria. Ingredienti di questa prima Autonomia furono: la libera scelta (ecco la libertà del pensiero) di molti soggetti interessati (ecco il pluralismo); la collaborazione reciproca (ecco la cooperazione); l’impegno di gestirsi autonomamente (ecco l’autonomia); l’impegno personale e solidale (ecco la corresponsabilizzazione); l’impegno iniziale e non solo successivo (ecco la continuità dell’impegno); l’obiettivo della realizzazione di un bene (ecco l’obiettivo), bene definito Bene Comune proprio per essere una costruzione realizzata sin dall’inizio con il contributo dialettico di tutti (ciò che lo distingue da una piazza o da una strada che sono  solo beni pubblici o collettivi).

 th6HSPHJ3E5 –La Politica. Anche oggi il Trentino sull’esempio e con il metodo dei primi Cooperanti, deve costruire un Nuovo Bene Comune: cioè una Nuova Politica per Nuova Autonomia, valori che devono essere entrambi sempre di più “Speciali” in quanto frutto del libero e autonomo pensiero di ogni cittadino, realizzati attraverso il confronto e il rispetto dell’apporto di ognuno. Nessuna omologazione quindi, nessun mono-pensiero, nessun “ipse dixit”, ma una pluralità di intelligenze attivate da una politica intelligente.

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Josif Brodskij, sepolto a Venezia

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Chiudo con una citazione: Josif Brodskij, premio Nobel per la poesia, nel suo libro “Il canto del Pendolo” mette in guardia i giovani: “Diffidate del mono pensiero, delle folle osannanti e delle unanimità dei consensi se non altro perché all’interno dei grandi numeri più facilmente può nascondersi il male”.

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E voi, care lettrici e cari lettori, cosa  pensate … che le mie siano utopie? D’accordo, ma le utopie sono traguardi semplicemente  “non ancora” raggiunti!

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DALL’OLANDA CON AMORE … PER LA BICI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2016 @ 2:25 pm

Detto altrimenti: fin dove? Fino in Australia!                            (post 2260)

thANEOV7GVUei raga, mica scherza quello li! Leggetelo un po’ su artic-cycler.com! Ha già pedalato per 26.000 km dall’Olanda fino in Malesia, destinazione Australia, anzi, il centro dell’Australia visto che lui è originario di una zona vicino alla famosa Uluru, alias Ayers Rock! Da notare: usa una biciclettona “da trasporto” carica di quattro grosse sacche: infatti quando non trova alloggio in una casa dorme in una tendina microscopica. Ha superato passi fino a m 4500, deserti, paesi sconosciuti … In una singola tappa è riuscito a percorre oltre 200 km! Io l’ho già citato nel mio blog: infatti tempo fa l’incontrai per caso al bicigrill di Nomi (TN), praticamente all’inizio del suo viaggio! Mi auguro e gli auguro che alla fine della sua impresa egli la renda pubblica in qualche altro modo: un libro, un documentario, una trasmissione televisiva, serie di conferenze, etc.. Ne varrebbe la pena, che ne dite?

Good bike a tutte e a tutti!

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RICCHI E POVERI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2016 @ 7:53 am

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Detto altrimenti : ricchi e poveri? E’ ora di cambiare musica!             (post 2259)

 

 

 

 

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No … non questi!

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E ora cosa mi diranno? Che sono un cattocomunista, un rivoluzionario? Be’ … rivoluzionario mi starebbe anche bene, in un certo senso però, ovvero senza kalashnikov e bombe varie, intendiamoci! D’altra parte un bel precedente ce lo avrei, di Uno nato 2016 anni fa …

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thM4MYUDEUNo. Non sto farneticando. Non mi sto né paragonando a quell’Uno (ci mancherebbe altro!), né riferendomi al famoso gruppo musicale di cui sopra, bensì al fatto che ieri molta stampa fra la quale due giornali “opposti” (Avvenire e Il Manifesto) ha riportato lo studio che l’Oxfam ha elaborato in previsione della riunione di Davos, studio che  informa del fatto che 62 (sessantadue) persone possiedono al mondo la ricchezza pari a quella di 3.500.000.000 (tre miliardi e mezzo) di persone. La Repubblica poi studia il fenomeno nella sua tendenza, che va sempre nella stessa direzione: un sempre minor numero di persone sempre più super ricche ed un sempre crescente numero di persone sempre più super-povere.

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Non credo che sia necessario scomodare menti matematiche di questo livello: basta meno, molto meno …

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Ora, se ci ricordiamo qualche nozione di matematica e ci poniamo di fronte al concetto di “limite”, possiamo provare a calcolare quale sarà il limite dell’equilibrio sociale del nostro pianeta per R1 tendente a [+ infinito] e R2 tendente a [zero], ove per R1 si intende la ricchezza dei paperoni e per R2 la ricchezza di quell’agglomerato di 3,5 miliardi di persone. A questo punto mi auguro che fra le mie lettrici ed i miei lettoti vi sia un esperto di matematica, perchè, che volete mai, io ho studiato al liceo classico e sono laureato in giurisprudenza e più di tanto da me non si può pretendere, diamine!

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