TUCIDIDE – LA GUERRA DEL PELOPONNESO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2014 @ 1:35 pm

Detto altrimenti: chi non ha studiato la storia dell’antica Grecia non si spaventi. Tucidide è solo uno storico dell’epoca, racconta quello che è successo … fate conto di leggere un libro di avventura, solo che le “Storie” di Tucidide sono vere, mica storie … (post 1480)

Lettura e commento dei classici presso la biblioteca Comunale di Trento, sotto la guida dell’amica Prof Maria Lia Guardini

 L’altro giorno ho incontrato una ragazza velista in Fraglia (Vela Riva, Riva del Garda). Frequenta il liceo classico. Le ho parlato di Erodoto. “No, noi traduciamo Tucidide”.

Qualche post fa ho scritto di Erodoto (4 marzo e 3 aprile, cfr. ivi). Tucidide è diverso, nulla lascia al muzos, alla favola, all’invenzione. Egli scrive per chi vorrà leggere la verità, non il mito (omerico o altro). Egli usa il verbo “eurisco”, trovo, scavo, scopro (da cui il perfetto – il nostro passato prossimo - che tutti conosciamo: eureka! “Ho trovato”).

Tucidide non perde occasione per ridimensionare Omero e i suoi poemi, arrivando a contestargli la composizione numerica dell’esercito che portò guerra a Troia.

Nel proemio ci racconta le origini della Grecia, dei suoi abitanti originari, quasi tutti  nomadi, pirati, briganti. Quasi tutti perché in Atene essi furono stanziali e questo fece sì che la città crescesse e prosperasse. Tucidide ci racconta come le sue Storie siano frutto di faticose ricerche, che esse torneranno a vantaggio di chi voglia sapere ciò che è successo e desidera capire cosa succederà ancora (quell’ “Historia magistra vitae” di Cicerone). Se Erodoto era stato il primo a ricercare le cause dei fatti storici, Tucidide è il primo a distinguere fra cause vere e ragioni solo formali, cioè pretestuose,  degli accadimenti (rectius, delle guerre).

Ma più che il proemio (libro 1), è interessante il libro 2, quello del “primo anno di guerra del Peloponneso (431-430), di una guerra voluta e scatenata da quel “democratico” di Pericle. Pericle, che si reca ai funerali di Stato delle vittime della guerra e fa una apologia della Repubblica Ateniese e della Guerra Democratica che egli ha voluto.

Alle prime righe mi è venuta in mente l’orazione di Marcantonio ai funerali di Cesare secondo Shakespeare: “Friends, Romans, countrymen, lend me your ears …”. Mappoi (mappoi) qui è tutta un’altra storia … 

Pericle imbonitore, Pericle, quello della guerra giusta, (quasi santa), quella che “dulce et decorum est pro patria mori (Orazio, Odi, III, 2, 13); quella che “armiamoci e partite”; quella che “Tutt’Italia al fianco vi sta” etc.. Al contrario di Erodoto che scriveva: “Nulla vi è di più negativo della guerra. In pace i figli seppelliscono i padri. in guerra i padri seppelliscono i figli”.

 Pericle ai genitori orfani dei propri figli: se siete ancora giovani, fatene altri (che poi lui li manda a moriammazzati, n.d.r.)” . Pericle alle donne: “Grande onore è per voi che non si parli di voi, voi che siete inferiori per natura, di voi che siete tali ma che non dovete mostralo di essere tali. Che si parli di voi il meno possibile, in bene o in male”. E bravo Pericle!

Pericle, e i cittadini Eroi (ma chi ha detto “Beato quel paese che non ha bisogno di eroi, ma che vive della sua gente comune” n.d.r.?)

Perle periclee 

Chi è morto in guerra è morto per il nostro bene comune.

Non ci elogiamo al di là di quello che siamo, non saremmo credibili. Tuttavia Atene è l’unica città superiore alla fama che la circonda.

La nostra costituzione è (formalmente, n.d.r.) perfetta. Lo stesso dicasi per la nostra vita civile, culturale, il nostro esercito, i nostri commerci, la nostra ricchezza, la nostra democrazia.

Evviva la nostra democrazia (anche se è una archè, cioè una società nella quale comanda uno solo; anche se è democratica all’interno ma imperialista all’esterno, n.d.r.)

Gli altri ci attaccano essendo coalizzati con i loro alleati. Noi (anche, ma Pericle questo non lo dice, n.d.r.) aggrediamo chi difende i propri beni ed alla fine è onorato di essere sconfitto da noi (sic!).

Noi siamo democratici (ma l’Acropoli è stata costruita con i denari derubati alla lega di Delo, n.d.r.).

Per farla breve, Pericle Padre Zappata: predica bene ma razzola male. Nel complesso, da leggere (in italiano, non in greco, sarebbe chiedere troppo!).

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DEI DELITTI E DELLE PENE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2014 @ 12:49 pm

Detto altrimenti: dal Medio Evo ad oggi … (post 1479)

Medio Evo. Un ricco (e pertanto nobile …) ha evaso le tasse. Viene condannato ad una pena pecuniaria e all’arresto. Paga il dovuto e manda un suo servo ad espiare la pena dell’arresto. Un povero non riesce a pagare il dovuto né ha servi da mandare al suo posto … (sostituzione che peraltro non sarebbe stata accettata).

Oggi. Io sono stato derubato da un ricco che ha evaso le tasse. Lui, il ladro. Io, il derubato. Infatti lo Stato ha aumentato quelle che pago io. Io, di conseguenza, ho dovuto ridurre i miei consumi per far fronte a quanto in più ho dovuto pagare allo Stato.

L’evasore condannato, se non fosse vecchio (e non fosse ricco) sarebbe andato in carcere. Poichè è vecchio (e ricco), va agli arresti domiciliari. Anzi, no, ai servizi sociali. Una volta alla settimana (!?).

No comment.

(Ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale)

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INTERVISTA AD UNA … BARCA A VELA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2014 @ 11:46 am

Detto altrimenti: anche le barche a vela hanno un’ … anima!  (post 1478)

Anteprima

Nel post precedente ho parlato di regate e di una barca a vela. Evidentemente “lei” si è sentita chiamata in causa e mi ha telefonato, rendendosi disponibile ad una breve intervista.

Inizia 

Babbo 2 al "Nastro Azzurro"

Babbo 2 al “Nastro Azzurro”

Come è cominciata la tua relazione con Giorgio?

Era il 1999, su invito del Babbo (Luigi Armellini, armatore, n.d.r.) e di Romano Santuliana, Giorgio è stato invitato a “a far peso” su di me per una regata della Fraglia Cup. Giorgio aveva 45 anni ed era la prima regata della sua vita.

Dove eravate ormeggiati?

Ma come, non ti ricordi? Proprioi in Fraglia Vela Riva, accanto al tuo FUN Whisper… Giorgio era sul pontile e tu gli hai detto: “Da quando ho cominciato, con il mio FUN, non ho mai smesso”. Giorgio mi confidò che aveva pensato fosse la solita frase di circostanza … ma poi … poi si è reso conto che tu avevi ragione, e da vendere! Infatti da allora Giorgio ha sempre partecipato a tutti i campionati Fraglia CUP, saltando solo due regate (regate singole, non campionati!). Meriterebbe il premio fedeltà, non trovi?

Certo! Ma quando sei diventata “di Giorgio”, anzi, scusa, quando fu che Giorgio è diventato tuo?

Nel 1995 Giorgio aveva acquistato da Beppo Malfer tutte le quote del “Cristina”, quindi io avevo perso la speranza che potesse diventare mio, ed invece …

Invece cosa?

.. invece nel 2004 il Babbo, che aveva appena perso l’adorata moglie, cercava un “erede” a cui affidare me, la sua ultima amata barca … e a tal fine offrì a Giorgio l’acquisto di tutte le mie quote purchè promettesse di continuare a portarmi in regata. E così fu.

Mi dici qualcosa del tuo palmares?

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Luigi Armellini a sinistra, al centro Fabrizio Trentini e a destra Giorgio, Campione Sociale 2004

Certo, volentieri. Nel 2004  io vinsi quel campionato nella mia categoria (era la “C”) e divenni Campione Sociale (il tuo Whisper … lo vinse nel 1994 o ricordo male?). Indi partecipai con Gianni Lucchi e Thomas Calzà (appena entrati a far parte del gruppo) alla Regata di fine anno per il Campione Sociale. Come penso ricorderai, la regata veniva disputata tra i primi 3 vincitori delle varie categorie a-b-c- ecc. + almeno un equipaggio dei giovani atleti della Fraglia Vela Riva. L’amico Romano non volle esserci perché riteneva impossibile fare risultato e poi ormai faceva troppo freddo, aveva 3 bypass ed un pacemaker. Ebbene, su 2 prove arrivammo 4° e 1°. Nella seconda prova c’era un vento con raffiche da 35-40 nodi e, nell’ultima bolina, ci scoppiò persino il fiocco. Fu un “bene” perché portammo meglio la barca sino al traguardo. Alla fine arrivammo 1° davanti ad Adrenalina vincendo, per l’ultima volta che si è tenuta questa regata, il trofeo Perpetuo (sarà da qualche parte in Fraglia con l’ultima etichetta che riporta il nome BABBO 2). Da allora oltre alla Fraglia Cup ne ho regatate tante altre: CentoMiglia, Gorla, Trans Benaco, Campionati invernali e … spero di poter continuare ancora per un bel pò … sulle orme del Babbo …

Uei, raga … ne hai fatte di regate! Complimenti … per finire, vorrei farti una domanda tecnica. La tua velatura mi sembra un po’ sotto tono rispetto al tuo dislocamento (kg. 2100, n.d.r.) … che ne diresti di un albero un po’ più lungo, come mi pare avesse ipotizzato lo stesso Giorgio?

Eh, si, ci starebbe proprio bene, basta che poi non mi modifichino il rating (coefficiente di correzione per poter far competere fra di loro barche differenti, n.d.r.).

No, io intendevo … a superficie velica costante, un albero più lungo aumenterebbe l’allungamento delle vele, cioè il rapporto fra il quadrato dell’albero e la superficie della vela: miglioreresti le andature di bolina …

Se ne può parlare … lo dirò a Giorgio. Ora però ti devo lasciare. devo andare a rifarmi la … carena.

Finisce

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REGATA IMPROVVISA (in Fraglia Vela Riva, Altogarda Trentino)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Aprile, 2014 @ 8:42 am

Detto altrimenti:   (post 1477)

O senta il caso avvenuto di fresco,

a me che, pedalando una mattina,

capito nella marina, un po’ lontano,

in quella nuova, là, fuori di mano …

Pedalavo paludato, cioè vestito da biciclista di tutto punto, casco, occhialoni compresi, sulla banchina del Porto di S. Nicolò a Riva del Garda. Incrocio un amico, Gianni Lucchi, che – ovviamente – in altre faccende affaccendato, non mi riconosce anche a causa del citato paludamento. Lo fermo: Io conosco questo signore, gli dico. Dopo un attimo di sorpresa: Forse, si … mi riconosce … Can dell’ostrega, mi dice, che fas? E in barca … non ti vedo più (da un anno, n.d.r.) a far regate … dai, domani … ce n’è una … siamo solo in due … vieni a darci una mano… sulla barca di Giorgio, la “Babbo 2”. Ok dico, lasciami sentire a casa … ma poi … Giorgio (l’amico Giorgio Vairani, n.d.r.). … sarà d’accordo? Nema problema, nessun problema, risponde. Ok, deciso, andrò a regatare.

Giorgio. Gianni ed io, tot. 201 anni (ma Giorgio ne ha solo 60)

Giorgio. Gianni ed io, tot. 201 anni (ma Giorgio ne ha solo 60)

La mattina dopo incontro l’armatore Giorgio. Non sapeva nulla del mio ingaggio, ma è contento. Solo che architettiamo uno scherzo ai danni di Gianni. Infatti, quando lo incontriamo, Giorgio, serio serio, in mia presenza, dice: Gianni, scusa sai, ma prima di invitare gente sulla mia barca … non ti pare che dovresti sentire cosa ne penso io? Gianni replica: Ma poi vedo che tu lo hai preso a bordo. Si, risponde Giorgio, ma a questo punto cos’altro avrei potuto fare … mi hai messo di fronte al fatto compiuto … che avresti voluto, che fossi scortese verso Riccardo, ma via … A questo punto ci mettiamo a ridere, Giorgio ed io e quindi, subito a ruota, Gianni!

Ma che volete, se non si scherza a 200 anni (in tre) quando si deve scherzare?

2° prova_16

… ma quanto mi fanno lavorare!

La barca. Un Kelt 760 da crociera, barca pesante, non certo da regata … assai bene armata, curata con precisione in ogni dettaglio (non per nulla Giorgio è ingegnere!). A bordo siamo solo in tre, un po’ pochi per quanto richiederebbero tutte le manovre in regata, ma ci arrangiamo. Io – confesso – con un po’ di fatica sia per la mia abitudine di stare (comodamente) al timone senza dovermi far carico degli sforzi muscolari per tesare un grosso genoa (genoa = vela di prua), sia per l’  “effetto novità barca”. Infatti ogni barca ha le sue “misure” alle quali ti abitui, nel muoverti, solo dopo un certo tempo. Cambiare barca infatti, soprattutto se passi da una barca da regata ad una da crociera (o viceversa) fa la stessa differenza che guidare velocemente un’auto su strade ben conosciute o su strade sconosciute …

Eurpean Championship Fun 2007 - Fraglia Vela Riva

Qui, sul mio FUN, io sono “comodamente” seduto al timone!

Armiamo la barca con un genoa grande, di  19,05 mq. La randa è del tipo steccato, di 12,42 mq. Di poppa issiamo lo spinnaker (40,77 mq). Prima della partenza, ricevo in regalo da Giorgio un bel berrettino di lana con il logo della barca. All’inizio poco vento, montato poi sino a 7 metri al secondo, alias 15 nodi, alias 27 kmh. Vento medio, direi. La nostra velocità – misurata da ben due strumenti, un solcometro ed un GPS satellitare – (Ing. Giorgio imperat!) varia dai 4,5 ai 6,2 nodi (da 8 a 10 kmh).

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Regolando lo spinnaker ...

Su Babbo 2 : regolando lo spinnaker …

Due regate in successione, la seconda accorciata per il calare del vento, due vittorie, nel senso, primi nella nostra categoria e terzi pari merito col secondo in classifica generale! Possiamo ben essere contenti. Grazie Giorgio, per avermi imbarcato. Grazie Gianni, per avere svolto le parti più faticose di tutte le manovre. Che dire … mi è quasi tornata la voglia di regatare. Per la prossima regata sociale, cercherò tre colleghi “funnisti” e in quattro (tale è l’equipaggio del FUN) rimetterò il mio Whisper ITA 526 sulla linea di partenza!

Buon Vento a tutti!

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P.S.: la barca”Babbo 2″ inizialmente era di Luigi Armellini detto il Babbo per quanti velisti ha fatto crescere nella sua vita … La sua barca si chiamava  “Babbo”. Ora, quindi,  si chiama “Babbo 2”.

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CONCERTO AD ARCO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Aprile, 2014 @ 7:07 am

Detto altrimenti: una consuetudine musicale pasquale arcense … (post 1476)

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Peter Braschkat

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41 anni fa. Il giovane Peter Braschkat, oggi Professore Direttore dell’ Orchestra della Pasqua Musicale Arcense, fondava ed inaugurava la serie dei Concerti Pasquali. Ieri sera, nella Chiesa Collegiata di Arco, ne ha inaugurato la serie 2014 la Camerata Musicale della Città di Arco, diretta da sempre dal Maestro Direttore Giorgio Ulivieri.

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14 marzo 2012. (4)

Ruggero Polito

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Presenta il Presidente della Camerata, Michele Liboni, il quale, nel ricordare la storia dell’evento, ha voluto commemorare il violinista della Camerata appena scomparso: Ruggero Polito, dedicando il concerto al carissimo amico fra la commozione dei tanti presenti che ne hanno salutato il ricordo con un lungo, affettuosissimo applauso.

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Il tenore Giulio Matrototaro ed il Maestro Giorgio Ulivieri

Il tenore Giulio Matrototaro ed il Maestro Giorgio Ulivieri

Per l’occasione musicale l’orchestra era stata rafforzata con timpani e strumenti a fiato: flauto, oboe, fagotti, tromba, corni, onde essere in grado di eseguire l’impegnativo programma in versione per orchestra:

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 “Le ultime sette frasi di Cristo sulla croce” di Franz Joseph Haydn

Nel 1785 Haydn fu richiesto dal Canonico di Cadice di comporre un brano sulle sette parole di Cristo sulla croce. In quella cattedrale, infatti, dopo il preludio, il Vescovo più volte saliva sul pulpito, pronunciava via via le sette frasi, ne scendeva e pregava all’altare. Gli intervalli erano riempiti dalla musica di Haydn.

 0 – Una introduzione

Sette sonate (ogni sonata intervallata dalle letture di Stefano Miori, l’Assessore alla cultura del Comune di Arco, che ha letto passi dei Vangeli:

 1 – Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno – Pater, dimitte illis, non enim sciunt quid faciunt

2 – Amen dico a te: oggi sarai con me in Paradiso – Amen dico tibi:hodie meco eris in Paradiso

 3 – Donna ecco tuo figlio e Tu, ecco tua madre – Mulier ecce filius tuus et tu, ecce mater tua

 4 – Mio Dio, Mio Dio! – Deus meus, Deus meus!

5 – Ho sete – Sitio

6 РTutto ̬ compiuto! РConsumatum est!

7 – Nelle tue mani, o Signore, rimetto il mio spirito – In manus tuas Domine commendo spiritum meum 

Terremoto finale

DSCN1696I movimenti delle sonate … maestoso, adagio, largo, grave, lento, cantabile … interrotti da improvvisi crescendi, a rappresentare gli attimi del dolore. Emozione vivissima in tutti, in particolare nei parenti ed amici di Ruggero, per il significato di morte e Resurrezione del loro … del nostro caro.  “Ruggero è sempre qui, con noi, nel nostro cuore”, ha detto Michele Liboni. E’ vero, è proprio così, e tutti noi fissando quella sedia vuota sulla quale era appoggiato un violino, abbiamo intensamente voluto continuare a vedere il nostro carissimo amico Ruggero.

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LA FAVOLA DELLA REPUBBLICA ATENIESE DI PERICLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2014 @ 5:59 pm

Detto altrimenti: una favola, appunto, un mito … (post 1475)

Un mito. La storia (“s” minuscola) insegnata nelle scuole ne ha bisogno. La Storia (”S” maiuscola) vera, no. Però, tutti noi ne abbiamo bisogno … di miti, di eroi, di simboli. Taluno si sceglie “miti – eroi – simboli veri, altri se li scelgono fasulli.

La grande massa della gente? L’arricchimento comunque; il calcio, tipo “la mia è una fede!

Altri, la politica (con la “p” minuscola), come quel politico – di cui al quotidiano l’Adige, lettere al Direttore, 11 aprile 2014 pag. 55) – per il quale fare politica non conviene se viene meno “l’interesse economico e il prestigio della funzione”. Traduco: lui fa politica solo per ottenere denaro e prestigio, non per servire la polis, la città/provincia/stato! Che mito! (Trattasi di clamoroso autogoal, n.d.r.)

Altri, la Politica (con la “P” maiuscola).

Alcuni … la Morale e il Bene Comune.

Io? La Storia, con la “S” maiuscola. E la Storia mi insegna che la repubblica ateniese di Pericle era una favola. Bella, bellissima a parole. Ma in pratica … in pratica una potenza coloniale, 250.000 sudditi; 30.000 solo i cittadini con diritto di voto; solo 5.000 partecipavano alle assemblee; solo 10 parlavano; solo uno, Pericle, decideva. Egli avrebbe dovuto render conto (dei conti) a fine mandato annuale. Detto, fatto: basta farsi rieleggere per 30 anni di fila e rimandare il rendiconti di anno in anno. E noi che ci lamentiamo dei nostri due ventenni!

Chiacchere, le mie? No raga … ci fu un tale, uno restato anonimo, conosciuto appunto come l’ “Anonimo Ateniese”, molto probabilmente un esule (altrimenti lo avrebbero suicidato!) che “si permise” di affermare e scrivere (abbiamo i testi originali!) che la repubblica ateniese non era “cosa buona” ma che tuttavia durava in quanto … e giù a spiegare i misfatti che consentivano quel suo perdurare “nonostante e a prescindere”. Fra le tante, la motivazione che più mi ha colpito è la seguente: “Il popolo ateniese preferisce essere un popolo libero, cioè essere il popolo delle libertà sotto un cattivo governo permissivo, piuttosto che essere ben regolato con giusto rigore da un buon governo”. Il popolo delle libertà … non ci siamo inventati nulla, 2500 anni dopo!

DOMANDA: PERCHE’ A SCUOLA NON CI AVEVANO MAI PARLATO DELL’ANONIMO ATENIESE?

 

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E MI E TI E TONI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2014 @ 8:30 am

 

Detto altrimenti: no, raga, non voglio intonare una canzoncina goliardica trentina … no davvero! (post 1474)

“E io e tu e i toni” e i toni di voce che vengono usati nei discorsi e nei dibattiti politici. Accattivanti, supponenti, ultimativi, ammiccanti, arroganti, ironici, affascinanti, ammalianti, retorici, etc…- spesso tali da far sì che l’ascoltatore prescinda dai contenuti. Mi devo spiegare meglio? Eccomi a voi!

Proviamo a fare questo esperimento: immaginiamo che la stessa affermazione sia fatta da un politico importante/ammaliante alla trasmissione Ballarò e da un Amministratore Delegato di una SpA ad una Assemblea dei suoi Azionisti privati. Vi esemplifico i due casi:

La dichiarazione fatta dai due soggetti è la stessa: “Il TAV – Treno ad Alta Velocità Torino-Lione serve perché da lì passa il 25% delle merci”.

Lupi

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1) La dichiarazione è fatta dal Ministro dei Trasporti alla trasmissisone televisiva Ballarò. Il tono è deciso, sicuro, come quello di chi sa il fatto suo. L’affermazione è accompagnata da un leggero sorrisetto, come quello di chi – compatendo la vostra ingenuità ed ignoranza – pare vi voglia dire: “Ma che, non lo sapevate? Dai … prima di contestarmi, informatevi”. Risultato: nessuno la contesta (nella foto a lato: alcuni … Lupi!)

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2)      La dichiarazione è fatta dall’Amministratore Delegato della società privata potenziale concessionaria della stessa opera ai sui Azionisti riuniti in Assemblea. Risultato: un Azionista prende la parola e ….

“Caro Amministratore Delegato, il 25% di quanto? E poi, caro lei, lo sa

  • che il 100% di cui lei non ci ha detto nulla da 20 anni è in continuo calo?
  • Che l’attuale linea ferroviaria è utilizzata  solo al 25% della sua capacità?
  • Che ad eventuali esigenze di un improbabile aumento delle quantità delle merci, si dovrebbe far fronte  con un TAC, Trento ad Alta Capacità e non con un TAV, Treno ad Alta Velocità?
  • Che i treni merci non possono viaggiare oltre i 90 kmh pena la distruzione della massicciata?
  • Che sugli stessi binari è folle ipotizzate di far viaggiare treni passeggeri a 150 Kmh e treni merci a 90 kmh?
  • Che alle merci non interessa arrivare “prima” bensì solo arrivare “in orario”?
  • Che forse sarebbe stato meglio che lei ci avesse sottoposto anche eventuali investimenti alternativi, di sicuro maggiormente prioritari e redditizi?

Pertanto, prima di farci perdere tempo, si informi e ci faccia proposte serie. La paghiamo per questo. Almeno, fino a quando decideremo di continuare a pagarla …”

Ecco cosa avrebbe detto un Azionista privato allo sprovveduto Amministratore Delegato della propria SpA.

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NON VOGLIO FAR POLITICA, MA PERÒ …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2014 @ 6:07 am

Detto altrimenti: “ma però” non si dice e non si scrive, lo so, lo so,  scialla raga, calma ragazzi …  ma però … ‘sta mattina accendo la radio e sento che … (post 1473)

thCA1GZPXS1 – un politico molto in vista  (S. B.) parrebbe orientato ai servizi sociali e non ai domiciliari;

2 Рun altro (C. M.) ̬ rinviato a giudizio per associazione a delinquere (insieme alla moglie);

3 -  un altro (M. D., condannato) è latitante;

4 – ad un altro (R. F., già inquisito) hanno sequestrato preventivamente beni per 40 milioni di euro.

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thCAW82OK6Ora, che devo pensare? Ve lo dico subito: penso che gli iceberg emergono solo con una loro piccola parte. Il resto, la parte maggiore, è sommersa, non appare alla vista  …

Uscendo dalla metafora, così come si calcola l’ammontare dell’evasione fiscale, calcoliamo a quanto ammonti il totale della corruzione. Ed inoltre, calcoliamo non solo quanto viene rubato, ma anche quanto NON viene prodotto da chi è “in altre faccende affaccendato” (cioè da chi è impegnato a rubare anzichè a governare!).

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Ahi serva Italia, di dolore ostello, 
nave sanza nocchiere in gran tempesta, 
non donna di province, ma bordello!

Chi lo ha scritto?

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SUD TIROLO -TRENTINO – VAL D’ADIGE – PAGANELLA – ALTOGARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2014 @ 3:14 pm

Detto altrimenti: “Paganela … o montagna tuta bela … (post 1472)

(Ovvero: per sviluppare il turismo trentino, fare sistema a livello regionale e interregionale)

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Il Lago di Loppio dalla ciclabile Riva-Rovereto

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A Trento. Giovane pensionato. Giovane nonno. “Maturo” settantenne. E allora ne approfitto. Questa è una stagione nella quale alle riunioni culturali e musicali si aggiunge un increscioso trilemma, l’aut-aut kirkegardiano dell’angoscia della scelta: vado in bicicletta, in barca a vela o a sciare?

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Ma dove sono timoniere e passeggero?

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L’altro giorno, dopo solo 200 km di allenamento, ho provato a pedalarmi la Riva del Garda- Trento (56 km), salendo da Bolognano. L’è nada … allo scollinamento di Passo S. Giovanni solo 100 pulsazioni al minuto. Ci possono stare. Il giorno dopo m’è toccato portare in barca a vela un amico … evvabbè.

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Eccomi dov’ero ‘sta mattina … e sullo sfondo il Lago di Garda

Oggi, un amico mi ha trascinato in Paganella, dove ho sciato tutto l’inverno. E allora, parliamone un po’ di ‘sta Paganella! In auto, 40 minuti da Trento. Le piste da sci a metà aprile? Quelle accessibili, cioè le medio alte da Andalo, ottime dalle 09,30 alle 13,00, ottime ripeto, e ve lo dice un vecchio sciatore!  Per i turisti di fuori, sarebbe bene dotare i percorsi di accesso a Fai-Andalo-Molveno (autostradali e stradali) di appositi cartelli turistici indicanti la via di accesso del tunnel di Mezzolombardo.

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La neve della Paganella in aprile … conoscendo un po’ la zona, l’esposizione di ogni pista, l’ora del giorno, il vento … riuscite a concedervi meravigliose sciate. Le piste assai poco frequentate, il fondo molto ben levigato, la luce ottima, la temperatura dell’aria gradevole … dalle 09,00 alle 13,00 … provate, le migliori sciate della stagione!

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L’aitante addetto agli impianti e il “giovane pensionato” Claudio C.

In inverno la Paganella è molto frequentata: si scia bene da fine novembre a metà aprile. In estate … in estate mi dicono che nei giorni festivi la funivia registra anche 1.500 passaggi. Io credo che si possa fare di più. Nel senso che la Montagna Paganella deve essere venduta ai turisti “di fuori” con come un “prodotto di Andalo-Fai-Molveno”, ma come un “Prodotto Trentino inserito nell’Offerta Turistica Regionale”.  Mi spiego.

1)    Funivia “Paganella 2001”? No, cambiatele nome in “Paganella 2125”, con riferimento all’altitudine che raggiungono gli impianti della Cima Paganella.

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 thCAV9AX332)    Il Trentino deve valorizzare la propria risorsa “dislivelli” non solo in inverno ma anche in estate. Con le biciclette. Il CAI Centrale nel 2012 ha pubblicato un ricco volumetto della serie i Quaderni del CAI, dal titolo “Quaderno di ciclo escursionismo” (reperibile in internet), per la regolamentazione e lo sviluppo dell’attività di ciclo escursionismo in montagna. E allora, perchè no? Infatti aumenta costantemente il numero dei praticanti della bicicletta e di pari passo si innalza la loro età media. Ed allora … avete presente le decine e decine di migliaia di ciclisti che percorrono ogni anno la ciclabile Dobbiaco-Lienz? E le altrettante decine di migliaia che ogni anno scendono da passo Resia e attraversano le nostre ciclabili di fondo valle? Ed allora … cosa? Cosa? Ve lo dico io! Immaginiamo che sia realizzata la mia idea-progetto (che ancora non vi ho esposto): il manifestino di propaganda sarebbe più o meno il seguente (in rosso le opere viarie e ciclabili da realizzare):

 Inizia:

 Ciclo escursionisti, cicloturisti! Venite a pedalare in Regione e a conoscere la nostra Regione Biciland anche dall’alto! Iniziate con il farvi portare a Passo Resia. Da lì in 90 km di ciclabili planate su Merano. Altri 30 km di ciclabili e siete a Trento.

Da Trento vi aspetta la ciclabile Trento- Caldonazzo – Valsugana fino a Bassano del Grappa. Oppure …

Oltre il km 2,6

Nel canyon del Maso Limarò

… da Trento potete proseguire lungo le ciclabili della Valle dell’Adige sino a Borghetto-Domegliara-Verona (Trento-Vrona, 100 km), oppure, avvalendovi della nuova seggiovia Trento Zambana Vecchia – Fai, salire sull’altopiano di Fai. Indi pedalate per 5 km ed arrivate ad Andalo, da dove una funivia ed una seggiovia porteranno voi e le vostre biciclette sino ai 2230 metri della Cima Paganella. Da questa cima inizia una ciclabile montana che vi conduce in discesa ai laghi di S. Massenza e Toblino e quindi al sistema delle ciclabili dell’Alto Garda. Potrete risalire la ciclabile del canyon del Maso Limarò; sostare sul lago di Cavedine; attraversare il Ponte Romano di Ceniga; raggiungere le sponde del Garda (Riva del Garda, Arco, Torbole); percorrere le ferrate montane; pedalare sulla vecchia strada del Ponale; etc. etc..

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Dopo la bici, un bel bagno nel Lago di Garda!

Dopo la bici, un bel bagno nel Lago di Garda!

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Indi una nuova ciclabile sospesa sul lago vi condurrà da Torbole a Malcesine, dove una funivia vi porterà ai 1800 metri della stazione di arrivo sul Monte Baldo, da cui iniziano diverse “planate”: su Rovereto, sul lago di Garda o sulle cittadine di Garda e quindi di Peschiera, Sirmione e Desenzano Da Peschiera poi inizia una pista ciclabile di pianura che vi condurrà sino a Mantova. Cosa? Tutto in un sol giorno? No, quando mai! In una o due settimane, che vi organizziamo noi, ARC- Agenzia Regionale per il Ciclo Turismo e Ciclo Escursionismo!”

 Finisce

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Un sogno, il mio? Scommetto che il numero dei passaggi giornalieri estivi sulla “Funivia Paganella 2125” si moltiplicherebbero! Un’utopia, la mia? Forse … ma si vive anche di utopie. Guai a non coltivare utopie nella vita:  sai che monotonia sarebbe senza!

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Aprile, 2014 @ 5:54 am

Detto altrimenti: circolo culturale privato trentino (post 1471)

IMG_1858.

Ieri sera: innanzi tutto ricordo di Ruggero Polito. Anche perché la serata sarebbe iniziata con un concerto di fagotto (Letizia Grassi) e chitarra classica, quest’ultima di Carlo Fierens, che già aveva suonato in duetto con Ruggero al pianoforte. Fra i presenti – sentitamente commossi – è stata fatta circolare la foto dell’occasione.
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7 APR 2014 (2).

Quindi, un benvenuto al ritorno di due amici, Tino ed Elena Sangiorgi, “responsabili” dell’iniziativa, splendidamente riuscita, del recente concerto pianistico di Cristina nella splendida Sala della Musica  della SOSAT (v. relativo recente post).
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7 APR 2014 (3)E poi il concerto, su musiche autografe di Gasperini (‘700), personalmente recuperate dai due musicisti negli archivi delle Biblioteca Comunale di Trento. Giovani, musicisti maturi. Affermatissimo Carlo Fierens alla chitarra classica, senza nulla togliere alla spontaneità di Letizia Grassi, che ha eseguito le melodie settecentesche con una naturalezza inimitabile. Brani brevi, su spartiti da loro stessi corretti (l’autore non era un gran chitarrista), illustrati ai presenti nella loro genesi melodica e strumentale. L’esecuzione ha quindi avuto anche un valore storico.
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7 APR 2014 (6).

E’ seguita l’esposizione della Trento minore da parte di Marisa De Carli Postal su alcune antiche chiese cittadine e sulla “storia” del torrente Fersina, “la Fersena” in dialetto, con la successiva lettura della poesia “Il canto di Trento a la Fersena” del sottoscritto (testo qui in appendice). Che dire? Sempre interessanti ed arricchenti gli studi e le ricerche di Marisa: grazie, Marisa!
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7 APR 2014 (7).

Intermezzo enogastronomico e quindi Luigi Sardi, egregiamente accompagnato nell’esposizione da Giovanna Laudadio, ci ha letto brani del suo ultimo libro “I giorni della Portèla e di San Martino”. Bombardamento di Trento, tragedia dell’8 settembre …
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7 APR 2014 (12).

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Ottima come sempre l’organizzazione logistica, grazie all’ “ospite ospitale”, la nostra Presidente Cristina Endrizzi, alla quale va il nostro “grazie!”. Prossima riunione (riservata ai soci): 5 maggio 2014

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Appendice: la mia poesiola

“Il Canto di Trento a la Fersena”

Sei vivo.

Mi parli col suono di luce

dei tuoi mille occhi di rivo

splendenti nel verde.

Dapprima

mi sembri annoiato

nel lento rigiro

che sempre conduce

al tuo limitato infinito

eletta dimora

di anatre urbane

ed aironi

in morbide anse di steli

ov’acqua

fra ‘l fiore che odora

con tenue sospiro si perde.

Ma ecco

improvviso

uno slancio

al pari del cervo brunito

che hai visto saltar le tue rive

braccato dal cane

ed hai ristorato

offrendoti invito alla sete

ed alle corse un po’ schive

del giovane re incoronato.

Ancora …

hai negli occhi il ricordo

di una prudente marmotta

thCAM1J3QJdel falco

che lento

si libra nel cielo in agguato …

di un movimento …

di vita che lotta …

di tenero nido violato.

Tu nasci ove aria rinfresca.

Poi …

scendi la cima

scoscesa di valle tedesca

qual liquido velo nuziale

che adorni la Sposa Atesina

e rechi in pianura

la figlia del suolo innevato

i fulgidi pesci d’opale

il tenue lenzuolo

che dona ristoro all’arsura

di ninnula cuna

il manto di brezza

che stendi alla luna

ed olezza.

E dolce assopisci il bambino

cantandogli la ninna nanna

che i monti ti hanno affidato.

Tu sei Poesia

il capolavoro scolpito

del grande Pittore Trentino

che ascolto

rapito all’oblìo

WP_20140424_001insieme alle fronde

degli ippocastani

che sopra le spalle

ti fan capolino ondeggiando

e curioso

protendono il volto

sull’armonioso spartito

del tuo gorgoglio.

Ma ora prosegui il tuo viaggio

e mentre ricevi altre sponde

le mie vecchie mura imperiali

riflesse

ti rendono omaggio

più belle pe’ i grandi regali

che porti di piccole onde.

Prossime iniziative (in rosso quelle riservate ai soci)

Lunedì 5 maggio 2014 – Accademia. A) Lezione concerto: “La voce umana questa sconosciuta” – B) Davide Pivetti, Direttore de l’Adige di Riva del Garda, presenta il suo libro “Emersioni”.

Venerdì 11 aprile ad ore 17,30, Palazzo Trentini, Sala Aurora, secondo piano, Luigi Sardi presenta il suo ulteriore lavoro “Via Rasella, Sud Tirolo e Kappler”.

Martedì 15 aprile ad ore 18,00, Sala del Conservatorio in Riva del Garda, recital pianistico di Edoardo Bruni.

Lunedì 9 giugno 2014 – Accademia. Cristina in Recital pianistico. Riccardo Lucatti ed i suoi post.

Martedì 24 luglio 2014 – Accademia. Festa di mezz’Estate.

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