ACCADEMIA DELLE MUSE – Trento

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2015 @ 7:54 am

Detto altrimenti: cultura fra amici   (post 1871)

 Post 1871, anno 1871: L’Italia promulga la Legge delle guarentigie per regolare i rapporti con la Chiesa, ma Pio IX rifiuta di riconoscerla. Nino Bixio invoca la dichiarazione della sovranità italiana sulla baia di Assab, acquistata l’anno prima. Quintino Sella continua con la sua spending review. Un cuoco di Napoleone III inventa la margarina. Si apre il traforo del Frejus.

A.A.A.A.: Accademia della Muse, A.A.A.A., Amici che si ritrovano in un circolo culturale privato per fare cultura in amicizia (v. le puntate precedenti cliccando “Accademia delle Muse”), in casa della Presidente Cristina.

 Prima parte della serata

IMG_2683Concerto di musica classica: Carlo Fierens alla chitarra (classica) esegue magistralmente numerosi brani di compositori centro e sud americani. Carlo è Ligure. Vive (spesso) a Trento quando non è richiamato altrove dalla sua attività. Di lui, 28 anni, laureando in filosofia, potete leggere nei miei post del 1 aprile e 22 novembre 2013. La novità è che sta per trascorrere un periodo di quattro anni negli USA per un master di specializzazione (ulteriore!), reclamato da ben tre Università: New York, Texas ed altra che non ricordo. Carlo, ci mancherai, comunque, complimenti vivissimi per la tua carriera da parte di tutti noi. Fra i numerosi bis da noi reclamati, Carlo ha magistralmente eseguito Villa-Lobos, Studio n. 11; Carlos Guastavino, Un sueno en la floresta; F. Terrega, Jot e Recuerdos de la Alhambra; Villa-Lobos, Studio n.1.

 E’ seguito l’angolo delle anteprime, ovvero …

 …  iniziative aperte a soci e non soci

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C & C : Carlo e Cristina (Presidente)

Monika (monika.giacomozzi@alice.it – tel. 3383960697) ci segnala la possibilità di acquistare il biglietto per l’ Expo di Milano a prezzo scontato del 20% (€27,00 – per gli over 65, €20,00) per data prefissata, con la possibilità di prenotare il viaggio con pullman organizzato da Trento. In alternativa, il biglietto open acquistato signolarmente costa €32,00.

Elisabetta segnala che il 15 gennaio si fa festa al Santuario di S. Romedio, durante la quale sarà servita la famosa “trippa”, come da consuetudine.

Maria Teresa (in assenza di Mirna) segnala la prossima riunione del Gruppo di Lettura di Mirna “Librincontri”, il 19 gennaio ad ore 17,00 presso il Cafè de la Paix, nel vicolo che unisce Piazza della Mostra e Via Suffragio (Passaggio Osele), durante la quale si terrà un Evento speciale: la presentazione da parte dell’Autrice Nadia Ioratti del suo libro “Io tinta di aria”. Opera pregevole a giudizio di Maria Teresa che l’ha già letta.

Alfonso Masi: il 24 o il 25 p.v. (seguirà precisazione), presso il citato Cafè del la Paix, monologo di commemorazione della Shoah.

Riccardo: il 1 febbraio, presso Maso Agritur Tratta di Pressano, ad ore 12,30, Festa del Tesseramento FIAB – Federazione Amici della Bicicletta. Costo del pranzo: €25,00 per i soci;  €30,00 per i non soci. Prenotazioni al pranzo entro il 27 gennaio presso Monika o Riccardo. Iscrizioni alla Fiab anche all’Agritur. Amici, già alcuni di noi sono pedalatori iscritti alla Fiab e gli altri … dai, cosa spettate? “Noi” siamo già 160 ma vogliamo “crescere”! Le nostre sono pedalate turistico culturali morbide, condite di amicizia, aperte ed accessibili a tutte, a tutti, a tutte le età! Vi aspettiamo numerosi al pranzo! (P.S.: quota di iscrizione annuale alla Fiab comprendente assicurazione e rivista, €23,00 – familiari €12,00). Comunque, per saperne di più su di noi, cliccate Fiab sul mio blog!

Intervallo enogastronomico

Infatti le nostre riunioni non sono nè un “primadicena” né un “dopocena”, ma un “durantecena”! Quindi, rifocillati anche nello “spirito” delle bollicine trentine, ecco che siamo passati alla …

 Seconda parte della serata

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Enrico Fuochi e Alfonso Masi

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Enrico Fuochi ci presenta il suo libro FotoFiabe, terzo dopo FotoGrafie, FotoStorie). Nel primo della “Triologia dei … fuochi” egli ha raccolto le proprie foto preferite dei primi trent’anni di attività hobbistica ma di livello professionale di “coglitore di immagini che raccontano”. Nel secondo, le storie di ordinaria immigrazione in Trentino. Nel terzo, partendo da 20 foto, sono state scritte e raccolte 20 favole (o fiabe). Quindici scritte da lui stesso e le altre cinque da Cristina, Mirna, Anita, Maria Teresa e me stesso. Se cliccate nel mio blog “Fotofiabe” oppure “Enrico Fuochi”, nel mio post del 9 ottobre 2014 troverete il resoconto della presentazione del libro alla Biblioteca di Trento da parte nientepopodimeno che di Don Marcello Farina! Detto ciò, Enrico specifica come è nata l’opera:

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“Date venti foto, scriva l’alunno (aspirante scrittore, n,.d.r.) una fiaba/favola che prenda lo spunto dall’immagine”.

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Maria Teresa, Cristina, Giovanna, Enrico, Alfonso

Già, perché per Enrico la fotografia è arte in quanto susciti in ognuno una emozione diversa, originaria. Quindi fotografia come “poesia”, ovvero creazione (di emozioni), come bene ci spiega lo stesso FotoAutore. Vengono quindi lette due fiabe, una di Enrico e quella di Maria Teresa, rispettivamente da Alfonso Masi e Giovanna Laudadio (per chi fosse interessato: il libro è reperibile – fra l’altro – presso la libreria Il Papiro di Via Grazioli o presso l’Autore stesso). Oltre alla Trilogia, Enrico ha scritto “A bordo della Città di Milano” la nave appoggio della spedizione del dirigibile Italia del Comandante Nobile, nave sulla quale era medico di bordo il suocero della nostra Presidente Cristina (v. post 20 febbraio 2012).

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Prossime riunioni dei soci

Lunedì 2 febbraio 2015: Recital di Alfonso Masi “Questo amore” – Seguono Maria Teresa, Mirna, Giovanna, Rosetta, Gianfranco, Alfonso, Giovanni e Riccardo con: “E’ Carnevale: un po’ di teatro”.

Lunedì 2 marzo 2015: Barbara Bertoldi e il suo violoncello – Verena Depaoli in “La donna e le ragazze madri dell’800”.

Lunedì 13 aprile 2015: Flora Vedovelli e la sua arpa + flauto traverso in concerto – Umberto Sancarlo, “L’arte nelle monete della zecca italiana”. Marisa De Carli, La vecchia Trento: il Torrione e le case Zelgher.

Lunedì 4 maggio 2015: Donatella Taiuti e Cristina Endrizzi in “Omaggio a Domenico Modugno” – Gruppo di lettura discute su “Suite francese” di Irene Nemirovski, coordina Mirna Moretti.

Lunedì 1 giugno 2015: Concerto degli allievi del conservatorio Bonporti, Sezione di Riva del Garda – Riccardo proietta le diapositive di una gita FIAB.

Venerdì 24 luglio 2014: Festa di mezz’estate nel giardino di Cristina Endrizzi.

 (Nient’altro, scusateci … sappiamo che è poco … ma che volete, si fa quel che si può …)

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OPEN POST? ECCO UN ALTRO “POST ALTRUI” (FIRMATO FULVIO MAIELLO)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2015 @ 5:23 pm

Detto altrimenti: terrorismo a Parigi? Tot capita, tot sententiae … senza nulla togliere a ciascuna “sententia”, ovviamente! (post 1870)

Post 1870, anno 1870: Il ministro Quintino Sella fa la prima spending review. Il XX Settembre il Generale Cadorna entra a Roma  attraverso la breccia di Porta Pia. Pio IX si  auto imprigiona in Castel Sant’Angelo e definisce Vittorio Emanuele II “capo di briganti”.

 

Inizia il “post altrui” (le foto le ho aggiunte io)

Il fanatismo religioso. Voglio sperare che il recente attacco terroristico islamico di Parigi faccia aprire gli occhi alla grande maggioranza degli italiani, sempre pronti ad appassionarsi alle ricostruzioni giornalistiche di parte ma refrattari nell’uso della propria intelligenza per una valutazione realistica degli avvenimenti.

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Io, blogger Riccardo, penso che la reazione e la sua adeguatezza debbano essere dello Stato, delle leggi, non dell’offeso. 

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Non posso condividere le reazioni organizzate che vogliono schierati tutti in difesa dei vignettisti della rivista satirica francese che ha scatenato la reazione abnorme dei terroristi. Vogliamo porci almeno la domanda se può essere consentito che qualcuno scagli delle ingiurie offensive contro il sentire religioso, sia pure fanatico, di oltre un miliardo di islamici senza che ci sia una reazione? Possiamo discutere per anni se la reazione sia proporzionata all’offesa ma la risposta non possiamo darcela noi, dobbiamo aspettarla dagli offesi che non è detto la pensino allo stesso nostro modo…

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A tutti quelli che si dichiarano esperti di islamismo chiedo di ragionare su ciò che è indispensabile fare per evitare ulteriori crisi.

th3SVK2HVSSecondo il mio modesto avviso ci troviamo ad una svolta epocale nella storia dell’umanità: la contrapposizione tra una parte più ricca e tecnicamente progredita e l’altra più povera e arretrata. Visto che non è concepibile l’esistenza nel terzo millennio della schiavitù dobbiamo porci la domanda se il nostro sistema di vita occidentale sia giusto e accettabile da tutti. Credo che la globalizzazione e non sia altro che la riproposizione in chiave moderna del vecchio episodio biblico della adorazione degli ebrei per il vitello d’oro. Anche allora Mosè ordinò ai suoi seguaci di passare a fil di spada quelli che avevano tradito come oggi i fanatici islamici fanno contro quelli che, secondo loro, sono i traditori odierni. Non ho ricette da proporre ma credo che non sia inutile l’apertura di un dibattito sul tema.

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Paul Cézanne

Paul Cézanne

L’Europa è alla frutta. Noi occidentali siamo al capolinea. Non abbiamo alcuna speranza per il futuro ma, quello che é peggio, non siamo neanche in grado di capire il presente. Ci entusiasmiamo per la grande manifestazione di Parigi ma rifiutiamo di vedere la grande ipocrisia che c’è dietro i baci scambiati dai dirigenti europei i quali, appena tornati nei propri paesi, hanno ripreso sicuramente le pratiche di sempre che prevedono il benessere solo per i più forti: la Grecia, l’Italia e gli altri che hanno il fiato grosso si arrangino. Questa Europa così come è congegnata è il migliore regalo per gli estremisti islamici. Si sono accorti che siamo deboli e non ci sono più gli impalatori nei Carpazi a est o il Cid campeador a ovest che avevano un tempo arginato la loro invasione. Ora possono dilagare in Europa e come potremo difenderci?

Finisce il post altrui.

 La discussione è aperta.

A bientot. Votre Charlie

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UN PO’…ST DI RELAX DOPO TANTA TENSIONE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2015 @ 4:40 pm

Detto altrimenti: non ci sta male, dopo i problemi del terrorismo  (post 1869)

Post 1869, anno 1869: v. nota al post precedente: mi ero sbagliato di un  anno!

Sant'Ambrogio

Sant’Ambrogio

Vostra Eccellenza, che mi sta in cagnesco

per que’ pochi scherzucci di dozzina,

e mi gabella per anti–tedesco

perché metto le birbe alla berlina,

o senta il caso avvenuto di fresco,

a me che, girellando ‘sta mattina,

capito  … all’Agenzia delle Entrate

in quella nuova, là, fuori di mano.

 

Ecco potrei rivolgermi in tal guisa al Direttore di quell’Agenzia (scusandomi con il Giusti!). E poi, perché mai io “anti-tedesco”? Eh già, perché l’ufficio de quo che in parte contesto si trova in un territorio erede dell’amministrazione Austriaca … Ma veniamo al caso avvenuto di fresco, ‘sta mattina.

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WP_20150112_011Dopo anni (!) mi sono accorto che stavo “regolarmente” pagando il canone TV sulla seconda casa (che scopro invece non essere dovuto). Primo e secondo abbonamento intestati al mio nome, quindi una duplicazione da loro facilmente rilevabile. Evvabbè … Sull’avviso di pagamento degli abbonamenti (prima e seconda casa) è scritto: “Agenzia delle Entrate- Torino” e un numero di telefono. Telefono, ma le risposte automatiche non conducono alla soluzione del mio problema. Quindi mi dico: io vado All’Agenzia delle Entrate qui in città, mica devo andare fino a Torino …  Vado, parcheggio, entro. All’addetto alla reception spiego il problema. Sorride … (“Che mona che è mai stato costui” … avrà pensato e a ragione!). “Qui non abbiamo alcuno sportello per questo problema. Vada dal responsabile di sala, dietro quell’angolo”. Ringrazio, vado. Sportello 18, scritto a pennarello su un foglio A4 attaccato sulle destra con lo scotch, storto.

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WP_20150112_002Un contribuente mi dice: “Guardi che ci sono prima io”. Ok, aspetterò il mio turno. Tocca a quel contribuente. Entra. I due parlano, parlano, parlano … l’impiegato è interrotto da molte telefonate e da molti colleghi che entrano a chiedergli spiegazioni varie. Io vedo tutto, la porta infatti è aperta. Sosto davanti alla porta, in piedi, in bellavista, nella speranza che “lui” si accorga di me. Soprattutto dopo la prima mezz’ora, (sic!) cerco di far passare il tempo, mi guardo intorno. A fianco dell’entrata, anch’essi in bellavista, faldoni di pratiche, in self service (!?). Mi avvicino incredulo: leggo facilmente i nomi dei contribuenti, alla faccia della privacy e della sicurezza dei documenti! Infatti a fianco un bidone giallo per la raccolta “della sola carta”. Penso: e se qualcuno volesse fare uno scherzo (scherzo da nulla!) e buttare alcune pratiche nel bidone? Chi mai lo potrebbe impedire? Nessuno!

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Quei faldoni poi sono tenuti insieme ognuno da un elastico. Nello stipite della porta di quell’ufficio capo, un chiodo. “Cosè quel ch’ i’odo?” direbbe il padre Dante (Alighieri). E’ presto detto: si tratta del chiodo sul quale vengono agganciati i suddetti elastici da parte dei dipendenti che prelevano un faldone dopo averlo liberato dall’elastico. Inoltre dallo stesso chiodo vengono prelevati elastici da parte di dipendenti che vengono a depositare un faldone privo di elastico. Tutto automatico, anzi, automatizzato! Passano altri 15 minuti. Il contribuente di prima si gira, mi vede, si impietosisce, mi fa cenno di entrare, interrompe la propria consultazione. Ringrazio. Espongo brevemente il caso: “No, non siamo noi … è l’Agenzia delle Entrate di Torino … ma non rispondono nemmeno … nemmeno alle lettere che scrivo io … sa cosa deve fare? Vada alla sede RAI”. Ringrazio i due, saluto, esco, salgo in auto e vado a casa. Totale quasi due ore, dalle 10,30 alle 12,30, da “casello” a “casello”.

Telefono alla RAI: “Riceviamo solo la mattina, 9-12”. Ok, andrò domattina. Altra mattinata “impiegata” (stavo per scrivere “persa”).

Osservo: se sbaglio o tardo io nel pagare anche pochi euro, mi arriva la multa. Se sono loro ad incassare un duplicato per anni, nulla. Evvabbuò … take it easy … mi dico: te la sei cercata … e poi, chi non ha testa ha gambe e … portafoglio! Domattina andrò alla RAI e metterò la “zonta” (aggiunta) a questo post.

 Ciao, raga! E dai … fatevela pure una risatina alle mie spalle, me la merito!

Riprendo il 13 gennaio mattina. sono stato alla RAI della mia città, ufficio abbonamenti: nessun tempo di attesa; l’addetta allo sportello Sig.na Monica attenta, gentile, collaborativa, efficiente ed efficace. Manderò una raccomandata per la “disdetta”  dell’abbonamento della TV nella seconda casa, chiedendo il rimborso di quanto pagato in più, tenuto conto dei limiti della prescrizione.

Morale: sulla lettera riportante l’intestazione della Agenzia delle Entrate di Torino, lettera con la quale ci viene inviato l’avviso di pagamento, non andrebbe scritto “Rivolgetevi a questo n, telefonico …” perchè tanto non è sempre prevista una risposta al vostro problema. Inoltre, l’intestazione “torinese” della lettera è fuorviante perchè vi induce a rivolgervi alla sede di tale Agenzia della vostra città. Solo alla fine capite che se su quella lettera ci fosse stato scritto di rivolgersi all’Ufficio Abbonamenti RAI della vostra città, tutto sarebbe stato più semplice, efficiente ed efficace.

Un sincero “Grazie” alla Signorina Monica della RAI Trento! 

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SINTESI E CONCLUSIONI POST ATTENTATI DI PARIGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2015 @ 9:10 am

Detto altrimenti: provo a trarre sintetiche conclusioni  post-attentati  parigini  (post 1868)

Post 1868, anno 1868: tassa sul macinato, rivolte, repressione. L’Italia inizia a comperare terreni sul Mar Rosso.

Dal punto di vista dei criminali internazionali. A dire che “non è Islam” sono gli stessi Islamici. E allora? Allora sorge la domanda: cos’altro è? A mio avviso siamo di fronte alla strumentalizzazione di masse di ignoranti con la (falsa) motivazione “religiosa” per conquistare a vantaggio dei capi potere, territori, denaro, petrolio, miniere, diritto allo stupro, alla schiavizzazione delle donne, etc.”. A mio avviso si tratta di multinazionali del crimine che “catturano” clienti non per comperare Coca Cola, sigarette o mobili Ikea, ma per compiere atti di guerra per i fini sopra elencati.

Dal punto di vista europeo. Dobbiamo ridare una prospettiva all’Europa e agli Europei. Il mondo occidentale è sempre vissuto in un  “muoversi verso”. Oggi è fermo. Rimettiamolo in moto: verso gli Stati Uniti d’Europa.

Dal punto di vista del pianeta terra. Accordo fra USA e USE – EUE (United States of Europe – Etas Unie d’Europe) per indurre il resto del mondo ad isolare queste metodologie.

Dal punto di vista dei principi da adottare. Sostituire al “dio denaro-potere” il “Dio Bene Comune” ove per Bene Comune si intende il bene alla cui realizzazione tutti contribuiscono sin dall’inizio e di cui tutti, alla fine, godono.

Altrimenti? Altrimenti sarà guerra mondiale perenne.

  A bientot! Votre Charlie

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LE DIVERSE REAZIONI AL TERRORISMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2015 @ 7:09 am

Post 1867, anno 1867: si apre il canale di Suez, anche all’imminente colonialismo via nave. L’armatore genovese Rubattino si fa prefinanziare dallo Stato i fondi per allestire cinque navi capaci di trasportare, ognuna, 200 cavalli (“Ahi genovesi, uomini diversi/d’ogne costume pien e di magagna/perché non siete voi del mondo spersi?”)

Detto altrimenti: al terrorismo reazioni diverse in tempi e luoghi diversi    (post 1867)

I crimini degli assassini “parigini” (parigini = assassini che hanno agito a Parigi) mi richiamano alla mente altri crimini di tempi e luoghi diversi, i quali hanno generato nelle nazioni occidentali reazioni diverse. Provate voi stessi, gentili lettrici e assidui lettori delle mie sudate carte (elettroniche) a ricordare e valutare il diverso grado di reazione popolare e dei governi di fronte ai seguenti crimini:

  • Stragi italiane di Bologna (1980), Brescia (1974) e Milano (1969) – Centinaia di vittime.
  • Strage africana (una per tutte) degli UTU contro i Tutzi (1994) – Un milione di vittime.
  • Twin tower (2001) – Oltre duemila vittime.
  • Nigeria (2015) – Migliaia di vittime
  • Parigi (2015) – Diciassette vittime.

Quale è stata a vostro avviso la reazione delle popolazioni e dei governi in assoluto più giusta, corretta, civile, responsabile, democratica, necessaria, doverosa, partecipata, condivisa, intelligente, sincera … etc. etc.? E poi …

… ottima l’iniziativa del Presidente Holland che ha invitato i capi di stato e dei governi del mondo a partecipare alla marcia del secolo. Detto ciò …

… chi assumerà l’iniziativa di convocare i capi di stato e dei governi europei per la scrivere “con due matite” la costituzione degli Stati Uniti d’Europa?

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E, per favore, non lo chiamate terrorismo “islamico”! Non è l’Islam che agisce, ma alcune multinazionali del crimine che si nascondono dietro l’Islam per attrarre ed ubriacare adepti.

                                                                                                                    A bientot! Votre Charlie

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PARIGI BRUCIA – IV PUNTATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2015 @ 5:25 pm

Post 1866, anno 1866: Pio IX, l’8 dicembre DEL 1864, nella enciclica “Quanta cura”, nell’appendice “Sillabo” condannava la libertà di coscienza, la tolleranza religiosa, la laicità della scuola, il progresso scientifico, la libertà di pensiero, stampa e ricerca, le dottrine liberali e riafferma il primato temporale della Chiesa. Nel’ 1867 finisce il potere temporale della Chiesa.

Detto altrimenti: the days after – Parigi (o l’Europa) … brucia?    (post 1866)

I danni e benefici collaterali (ma non tanto) delIa strage criminale di Parigi, entrambi di natura politica:

  • I danni: una parte minoritaria della popolazione europea grida. “Basta immigrazione, basta tolleranza, basta integrazione!”.
  • I benefici: una parte maggioritaria della popolazione europea afferma: “Occorre un’Europa più unita”.
... e allora, mettiamole le strisce!

… e allora, mettiamole le strisce!

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Un’Europa più unita, anzi gli Stati Uniti d’Europa che riaffermino e difendano i valori della propria cultura, ove per cultura si intende “insieme delle conoscenze”, fra le quali la conoscenza della propria storia la quale comprende anche la storia dei propri errori e – per converso – la storia delle proprie conquiste di civiltà, fra le quali la volontà e la capacità di coltivare l’integrazione come una risorsa e non come una negatività.

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Per arrivare a questo Grande Risultato occorre conoscere la storia e “ragionare” sui suoi insegnamenti. Certo che se le masse sono “ignoranti” (utilizzo il termine in senso lessicalmente tecnico: “ignorante” è semplicemente “colui che ignora”) … dicevo, ignoranti della storia, be’, allora è molto facile che costoro ragionino “con la pancia” piuttosto che con il cervello, e gridino all’ “extra omnes”, ovvero al “fuori tutti” e rafforzino la componente anti europeista.

Orbene, nel condannare senza se e senza ma gli assassini della Nigeria/Isis e di Parigi, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori due sottolineature:

  • Nigeria/Isis – Si tratta di una nuova forma di multinazionale. La motivazione religiosa a mio sommesso avviso è solo una scusa, un pretesto per nascondere il vero obiettivo: la conquista del potere e del denaro (pozzi di petrolio, miniere, banche);
  • Parigi – Dobbiamo esaminare anche (anche) una concausa (concausa, a fianco di altre cause) interna, e cioè la “predisposizione dell’ambiente” a che vi si commettano crimini del genere. Bene ha colto questo aspetto il blogger che ho ospitato nel post n. 1864, il cui concetto io stesso ho ripreso in coda al mio successivo post 1865.

In testa a questo mio post, là dove scrivo poche righe circa l’anno che porta lo stesso numero del post (1867), fra i tanti eventi storici di quegli anni, ho scelto di ricordare il pensiero di un Papa il quale, giudicato oggi, esprime sicuramente un pericoloso integralismo religioso. Orbene, così come noi – oggi – condanniamo fermamente quel “nostro” integralismo di allora, altrettanto dobbiamo condannare i due integralismi odierni: quello a noi esterno, pseudo islamico e quello a noi interno, nazionalista – anti islamico – anti Stati Uniti d’Europa.

Benissimo la folla europea e mondiale dei “Siamo tutti Charlie”, ma la stessa folla, fisica e televisiva, deve mobilitarsi anche per i morti africani: 2000 nigeriani trucidati, 130 bambini uccisi, 300 ragazze rapite, etc..

Benissimo la folla europea e mondiale dei ”Siamo tutti Charlie”, ma la stessa folla, fisica e televisiva, deve mobilitarsi anche per la creazione degli Stati Uniti d’Europa.

L’UNION FAIT LA FRANCE? BIEN SURE,  MAIS L’UNION FAIT EUROPE AUSSI!

Je suis Charlie

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JE SUIS CHARLIE (PARIGI BRUCIA, 3a PUNTATA)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2015 @ 7:55 am

Post 1865, anno 1865: terza guerra di indipendenza. La Prussia sconfigge l’Austria, che si accorda con la Francia di cederle il Veneto che poi la Francia passa all’Italia prima di un plebiscito burla. Oggi sto scrivendo da Riva del Garda: Garibaldi fu fermato qui vicino, a Bezzecca (“Obbedisco!”).

“Je suis Charlie”. Firmato (molto, molto più semplicemente anche) dal vostro blogger.

Detto altrimenti:

  1. “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perchè tu possa esprimerla”. Firmato Voltaire.
  2. “Io non sono Charlie. Io sono Ahmed Merabet, il poliziotto ucciso. Charlie Hebdo metteva in ridicolo la mia fede e la mia cultura e io sono morto per difendere il suo diritto di farlo”. Firmato Dyab Abou Jahjah, scrittore di origine libanese.

 

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La grande  differenza fra un delinquente vigliacco ed un musulmano di 42 anni, padre di due figli, che stava facendo il proprio dovere.

 

 

 

 

 

 

 

 

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TRE ORE A SCIARE IN PAGANELLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2015 @ 6:57 pm

Post 1864, anno 1864: Lo Stato (Piemonte allargato) vende i beni demaniali e della Chiesa del sud ai nobili locali e con questi denari finanzia il trasferimento delle industrie dal sud al nord. Le banche meridionali sono “autorizzate” a comperare con il loro oro le banconote della banche del nord. Uaoooo!

 

Detto altrimenti: aspettando una buona nevicata …. (post 1864)

7 gennaio 2014

7 gennaio 2014

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… che pare possa arrivare dal 15 gennaio in poi! Già, perché – come si dice in Trentino – talvolta accade che “o massa o miga”, ovvero, o troppo o niente. Troppa no, ma tantissima neve l’anno scorso. Quasi niente  – fino ad oggi – quest’anno.

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Gennaio 2015: ma ora arriva, arriva la neve!

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Vi allego due foto: una del gennaio 2014 ed una di oggi. Giudicate voi.

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Ed allora, dopo poche ore di sci alquanto problematico per la scarsezza e la qualità della neve (ieri c’è stato sui monti un vento foen (1) fortissimo che contribuito alla creazione dell’ l’inversione termica (2) ed ha portato sulle piste foglie e rami vari, che però gli addetti alle piste hanno poi rimosso), dritto a casa, che dalla Cima Paganella fra sci e auto raggiungo in un’ora esatta.

A casa mi sono messo al computer a riflettere sul post precedente. Mi dispiace che non sia stato io a scriverlo, tanto lo condivido! Ed allora mi sono concesso un intervento consolatorio, quello di aggiungere allo scritto alcune foto con le relative didascalie.

L’articolo che ho ospitato affronta la questione dal punto di vista del suo “recipiente” ovvero dalla parte di chi la “riceve” quell’azione, ovvero dalla parte di chi potrebbe porsi nella diversa condizione di “non recipiente” (“recipiente”, dal latino “recipere”, ricevere, accogliere). Il che non “assolve” certo chi quella azione ha commesso. In altre parole: se un gioielliere non munisce il suo negozio di serrature molto robuste e subisce un furto con scasso, ciò non assolve certo il ladro dalla condanna per furto con scasso. Mi spiego meglio perchè non voglio essere frainteso: le “serrature molto robuste” che noi Europei dobbiamo istallare non sono quelle che vorrebbe apporre Salvini ai “cancelli dell’immigrazione”, ma quelle rappresentate dalla adozione di democrazia vera, di equa distribuzione della ricchezza e della “quantità di futuro” per ogni persona, tal che ogni persona che  “viene ad abitare l’Europa” sia impegnata a costruire il futuro proprio e altrui all’interno di un “orizzonte raggiungibile” (v. foto nel post precedente) piuttosto che a distruggere tali prospettive, operando su una spiaggia dalla quale non si riesce nemmeno a scorgere la linea dell’orizzonte.

Je suis Charlie

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  1. Foen: vento che proviene dal nord della Alpi, le scala, si raffredda, cede umidità (acqua e neve) e le discende – qui da noi quindi verso sud – riscaldandosi e riscaldando l’ambiente, in questo caso, montano.
  2. Inversione termica: fa più caldo in montagna che in fondo valle: infatti l’irraggiamento solare in certe condizioni (ad esempio in presenza di foen in quota) produce un riscaldamento maggiore in montagna che non in fondo valle, per cui si creano “nubi al contrario”, cioè in basso, cioè nebbie in pianura.

 

 

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EDIZIONE STRAORDINARIA: PARIGI BRUCIA? (SECONDA PUNTATA)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Gennaio, 2015 @ 5:51 pm

Detto altrimenti: Parigi brucia? No, l’Europa brucia … affrettiamoci a spegnere questo incendio! Amici, come sapete, questo è un open blog e coma tale è aperto a contributi altrui. Quello che segue è tratto da un altro blog: Narcolessico.   Il post è molto lungo  al che mi permetto un suggerimento: leggete le parti in grassetto. Vi indurranno alla lettura del testo intero! (post 1863: le foto le ho scelte ed inserite io)

(data la gravità dell’attentato non mi soffermo sull’anno 1863, nel quale si videro 100.000 soldati del’esercito piemontese contro i “briganti” del sud e passo direttamente all’argomento de quo)

Inizia qui il post altrui

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Non è uno scontro tra civiltà, è vero. Gli attentatori sono nati e cresciuti nell’Europa del Diritto e della Rivoluzione Francese. E allora, se di civiltà si tratta, è una civiltà che inciampa in se stessa.

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Così come trovo pietosi i giornali che ieri titolavano “Questo è l’Islam” o “Strage islamica”, trovo altrettanto vaporose, anche se meno indegne, le spiegazioni panassolutorie che – da sinistra – dissolvono tutto nella grande vicenda del conflitto fra Nord e Sud del mondo, fra chi detiene e chi no, fra chi si permette il lusso dei diritti e quelli che ne pagano il prezzo all’altro capo del mondo senza poterli a loro volta maturare. Questa volta lo schema non regge. “Loro”, questa volta, siamo noi. E per davvero. È tutta “roba nostra”, interna, dalla A alla Z. Facciamocene carico e basta.thJT5MQYBEE per farcene carico tocca chiedersi come mai una proposta del genere riesca a fare breccia, o addirittura a maturare in relativa autonomia, nella testa di persone che in vita loro hanno visto più Mc Donald che minareti, più chiappe che burqa, più XBOX che edizioni del Corano. Cosa la rende appetibile? Una loro follia? Troppo semplice, troppo comodo, troppo “farmaceutico”. Sociopatici e psicopatici, ovviamente, non mancheranno ma le reclute europee dell’Isis cominciano a essere un tantino troppe per pensare di affidarsi a salvifiche secchiate di Torazina.

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th918LFO6BE allora eccoti Salvini. Toglie la mano dal sedere di una leghista compiacente (chiappe), appoggia il doppio cheesburger (Mc Donald) vicino al suo joypad (XBOX), mette in pausa “Milan – Napoli” e si prepara a rispondere. Perché lui una risposta ce l’ha. Oh sì che ce l’ha. La colpa, per Salvini e Salvinisti, ricadrebbe su di un’Europa, trattata rigorosamente alla stregua di un “essere” mitologico dalle oscure e lascive volontà, che non avrebbe più le palle di difendere la propria identità e le proprie radici (cristiane, e che altro se no?), un’Europa – in ogni caso – che non affermerebbe più nulla di suo e sarebbe ormai diventata un inerte ricettacolo di flussi migratori incontrollati, attraverso i quali – come un virus – si diffonderebbe il germe dell’estremismo. Wow! Fate attenzione, gente. Il periodo di incubazione pare piuttosto breve: vi addormentate come devoti mariani e vi svegliate Salafiti. E avete fatto così in fretta che l’arabo, ancora, non l’avete imparato, quindi brancolate nel salotto di casa posseduti da una lingua che blaterate senza conoscere e schiacciate forsennatamente il telecomando della TV cercando di far esplodere Enzo Miccio.

No, ovviamente non è nemmeno questo. Perché ok inciampare, ma non così. Il corto circuito è più ampio.

L'orizzonte? Invisibile!

L’orizzonte? Invisibile!

La Cultura del Diritto entra in crisi quando viene meno l’orizzonte pratico su cui esercitarla. Stabilire il carattere “incomprimibile” dei diritti della persona significa, cioè, assicurarle gli strumenti minimi per realizzarsi, strumenti che tendono però a diventare inutili nella misura in cui l’orizzonte fattivo di questa realizzazione si sposta gradualmente in avanti, fin quasi a sbiadire o – in alcuni casi – a rendersi indisponibile, invisibile, irraggiungibile. E allora i diritti della Persona e la storia gloriosa della loro conquista, restano fra le mani come frasi sospese, a cui manca un complemento, una chiosa.

E qui, forse, scatta il corto circuito più significativo.

Si, perché il tratto più caratteristico della cultura occidentale è, da sempre, il moto a luogo, l’inesausto rilancio di un lasso – fisico e/o immateriale – da riempire di attesa, desiderio, speranza, volontà, progetto. Se questo lasso viene meno, se dal lasso si passa cioè al suo collasso, se non si riesce più a concepire il progetto o a dare credito allo spazio in cui questo dovrebbe svilupparsi e realizzarsi, ecco che sorge un problema. È un problema strutturale, inconscio, addirittura “tecnico”, che riguarda in eguale misura la cultura liberale e quella d’ispirazione e memoria socialista – entrambe vocate al moto a luogo, entrambe tese alla realizzazione della Persona, poco importa – in questa sede – che tale realizzazione si specifichi nell’individuo o nella collettività.

... e allora, mettiamole le strisce!

… ed allora, mettiamole le strisce!

Qualcuno una volta ha detto che il senso non conosce il proprio “fuori”. L’insensatezza, l’assenza di senso, non esiste, non si dà. A un senso che non sta più in piedi, semplicemente, se ne sostituisce un altro, che funzioni meglio. E in questa nostra Europa, che non dispiega più alcun progetto e non sa più come chiudere la sua frase, quella proposta omicida, terroristica e assassina non manca affatto di senso, non è minimamente folle. Finiamola con i riferimenti alla cecità, al buio, all’insondabile, all’arcano, all’ommioddiochecazzo. Quella proposta è lucida, perfetta: o ce ne rendiamo conto oppure dovremo rassegnarci a vederla, veramente, dilagare. Tanto per cominciare funziona meglio, molto meglio di qualunque Cultura del Diritto. Perché anziché offrire la prospettiva di un’altra e diversa realizzazione, esposta a frequenti fallimenti, sostituisce il senso della realizzazione con il senso del martirio, il moto a luogo con la fine, il rilancio con il crollo, dando a tutti questi termini accezioni e qualifiche positive. In questo, per altro, è aiutata dal fatto che molte di queste nuove “reclute” sono già “sacrificate” (crisi, disoccupazione, indigenza, ignoranza, degrado, quello che vi pare) e mancavano solo di qualcosa che riconoscesse al loro sacrificio, o a un altro sacrificio (il martirio), un valore ineguagliabile, tale da trasformarli da reietti (o poco più) in eroi (o poco meno).

E funziona meglio anche perché offre loro la possibilità di percepire un radicamento che l’Occidente, evidentemente, preclude loro. È un radicamento paradossale, che li connette idealmente e di fatto a una causa illocata, priva cioè di luogo, sgrammaticata, buttata nel mondo come un tiro cieco di dadi su un tavolo unto e che, tuttavia, è più autentica – sulla loro pelle – delle comunità europee in cui sono nati, in cui sono cresciuti, in cui si trovano e di cui, con ogni probabilità, sentono di non fare più parte.

In tutto questo, mi pare ovvio, l’immigrazione conta zero e forse pure meno.

Ecco il primo nemico da sconfiggere: l'antipolitica

Ecco il primo nemico da sconfiggere: l’antipolitica

Da questo punto di vista l’Italia corre un rischio fin ora sottovalutato, e in realtà assolutamente peculiare. L’astensione e la fluidità evidenziata dagli italiani nelle urne, dove i pesi si spostano con la velocità di esseri alati, tradisce la fragilità del credito di volta in volta concesso al politico di turno (Berlusconi, Grillo, Salvini). Alla diffusione del malaffare si accompagna una diffidenza sempre più aspecifica nei confronti della politica e questa diffidenza, proprio perché aspecifica, rappresenta un terreno molto fertile nel quale una proposta di radicale e adolescenziale purezza, come quella terroristica, può attecchire.

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Anche perché, vale la pena di ricordarcelo, il nostro baluardo al momento è Angelino Alfano, considerazione che dovrebbe suggerirvi una certa indulgenza nei confronti di chi – avendoci pensato – sentisse l’impulso di agguantarsi a piene mani i gioielli di famiglia.

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thCMZ0L632Certamente, come diceva il premier norvegese dopo Utoya e come ha ribadito oggi anche Gino Strada, “occorre reagire con più apertura e più diritti”. La Cultura del Diritto è per definizione espansiva, altrimenti perde il tratto esplorativo che la rende una straordinaria ricerca sull’uomo e si trasforma in qualcosa di più asfittico e tremulo, velocemente archiviabile. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno, insomma, è una torsione liberticida del tipo di quella che si è avuta negli Stati Uniti, dopo l’11 settembre, con il Patriot Act. Dobbiamo però sincerarci che questa “apertura” non venga solo ampliata ma anche percorsa e riempita di contenuti. Apertura, insomma, “de che”? Per pensare, soprattutto, cosa? Secondo quali logiche e con quali obiettivi? E dobbiamo preoccuparci, inoltre, che questi diritti non vengano solo ribaditi ma anche fruiti, esercitati, favoriti, tradotti nei progetti delle persone e riflessi nei loro risultati.

Diciamola in maniera più brutale: nel mercato delle idee, la Cultura del Diritto non può accontentarsi di essere “giusta” (qualunque cosa questo significhi): deve tornare a essere conveniente.

Perché ora come ora corriamo il grosso rischio di sembrare dei cretini che fanno la spesa, la lasciano in macchina, si chiudono in casa e muoiono di fame senza capire perché.

La parte malata, al momento, siamo noi. I terroristi no: purtroppo quelli stanno da Dio. Purtroppo.

 Finisce qui il post altrui

Ed io … che altro potrei aggiungere? Assai molto più semplicemente mi permetto di aggiungere: che la politica torni ad essere POLITICA; che si facciano gli Stati Uniti d’Europa; che vi siano minori disuguaglianze sociali; che vi sia un futuro per tutti.

Je suis Charlie

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7 Comments »

RENZI SI, RENZI NO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Gennaio, 2015 @ 3:17 pm

Detto altrimenti: non prescindiamo dall’ “eredità” che ha ricevuto in dote … (post 1862)

Post 1862, anno 1862: fine della schiavitù made in USA. Guerra di secessione americana. si scopre il petrolio. in USA Nasce  il Ku Klux Kan

 

Fra le tante foto  presenti in internet, non è facile sceglierne una "neutra" ...

Fra le tante foto presenti in internet, non è facile sceglierne una “neutra” …

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A chi dice “Renzi no” chiedo: quale alternativa proponi? Il Premier Renzi a mio avviso si sta muovendo verso l’adozione di una politica che ponga alla sua base una “visione d’insieme” e non la somma di tante “percezioni sensoriali”. Il che è già molto. Infatti, il “muoversi verso”, il “tendere a “ è già molto! Il che tuttavia non impedisce di cercare di pre-definire quello che potrebbe/dovrebbe essere l’obiettivo finale, ovvero un possibile modello di “politica della visione d’insieme”. Traduco con un esempio:

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  • l’esposizione dei dati finanziari dello Stato in modo direttamente comprensibile da tutti gli “Azionisti”, ovvero da tutti noi Cittadini;
  • l’individuazione di un diverso modello di sviluppo Italia;
  • la riscrittura dell’ordine di tutte le priorità;
  • l’emissione di titoli di debito pubblico irredimibili;
  • l’elenco completo delle caste da azzerare e dei privilegi da cancellare;
  • il ripristino del principio che la legge è veramente uguale per tutti;
  • la proposta italiana per gli Stati Uniti d’Europa;
  • la proposta italiana per una diversa più semplice e funzionale “Italia delle leggi e delle Istituzioni”;
  • la non rottamazione della risorsa “esperienza altrui”.

Utopia la mia? Sicuramente si, come realtà non ancora realizzata! Verità assolute le mie? Quando mai!? E’ solo un semplice tentativo che forse (ripeto: forse) può avere un certo valore quanto al metodo che propone. Per il resto … videant consules ne quid detrimenti res publica capiat … ovvero “ci pensi chi di dovere a che l’Italia non sia (ulteriormente, n.d.r.) danneggiata”.

 P.S.: cosa penso del 3% del reddito quale limite alla condanna per evasione fiscale? Se vi si aggiunge “fino ad un massimo di € … chessò? 1.000? 5.000? 10.000? … mi  sta bene: infatti serve per non perseguire come evasione fiscale i piccoli errori di calcolo. Ma se non si pone questo limite, non mi sta bene, perché vuol dire che i ricchi possono evadere molto, i poveri poco e quindi che la legge non è per nulla uguale per tutti.

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