UN INCONTRO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2014 @ 5:11 pm

Detto altrimenti: aprirsi alla conversazione, all’Altro. (post 1288 – 38/2014)

Riva del Garda. Altogarda Trentino. Il Lago. Una domenica mattina di sole. Con Maria Teresa accompagno mia suocera, 93 anni, a respirare un poco i colori della spiaggia dei Sabbioni. Panchina al sole, una con due posti liberi. bene. Le “mie donne” si siedono. L’altra persona, una giovane donna, legge un libro. Buon segno. Mi ha visto arrivare con moglie e nonna, a braccetto della prima, a sostegno della seconda, quindi non corro il rischio di essere frainteso. Le parlo: “Mi scusi … che libro legge? Ecco, mi permetta … se le piace la lettura (“Sì, molto!”) le do un biglietto di Trentoblog, sa, lei può trovare il blog di Mirna Moretti …, troverà moltissime indicazioni su tanti libri .. e poi Mirna gestisce un gruppo di lettura …”
“Grazie, volentieri … il mio libro? E’ di un autore svedese … mi piace molto … un blog di lettura? Grazie”. “Ma allora, venga anche lei …” “Sì, ma  io abito ad Arco … non mi sarebbe così semplice … comunque grazie, visiterò il blog …”

Poi la conversazione prosegue, su altri libri, autori e temi. Ne riporto uno solo: il confronto della mentalità tedesca e quella italiana. Alla fine mi chiede: “Lei cosa pensa del fenomeno immigrazione”. Rispondo: “Occorre studiarne le cause … nel mio blog lei troverà frequenti riferimento ad un libro di un professore canadese sulla storia dell’imperialismo coloniale (si veda mio post 12.04.2102)… occorre partire da lì.  La mia risposta è esauriente?”
“Si, grazie”.
Ci salutiamo.
Spero che la giovane donna intervenga con i suoi commenti scritti. Sarà la benvenuta.

P.S .: mia moglie è  informata!

Comments Closed

BANCHE …? NO!! BAN … DE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2014 @ 9:40 am

Detto altrimenti: una mia vecchia “passione”, oggi vera passione! (post 1287- 37/2014)

Cinque anni in Comit (12 filiali, Direzione Centrale), poi dirigente in holding private e pubbliche, fra le quali per cinque anni, a capo della Finanza Italia della STET – Società Finanziaria Telefonica per Azioni, Torino, all’epoca (seconda metà degli anni ’70), la prima finanziaria italiana. Una Finanziaria mista, cioè società di partecipazioni (cioè azionista di società operative) e società operativa in alcuni settori di gruppo: finanza, pianificazione e controllo.

Già in Comit (prima metà degli anni’70) avevo assistito a momenti eccezionali: lo sblocco degli accordi di Bretton Woods per cui il dollaro USA non fu più ancorato alll’oro (35 dollari USA ad oncia), il che determinò la liberalizzazione dei cambi; una stretta creditizia e valutaria eccezionale. Pensate … la valuta estera andava obbligatoriamente ceduta all’UIC, Ufficio Italiano Cambi; ogni importatore a fronte di un valore di importazioni di 100, doveva versare 50 a Bankitalia su di un conto infruttifero bloccato per sei mesi! Questa non la sapevate, eh …?

Quando passai alla STET andò un po’ meglio (ma non certo per il mio passaggio!), nel senso che sulla valuta si fece qualche passo vanti ed alcuni (fra i quali ad esempio una grossa fabbrica di automobili a Torino) furono autorizzati a mantenere “Conti autorizzat Iin valuta estera ”.  Ma la stretta creditizia per alcuni anni persistette. Quando credevate di pagare il denaro al 18% (e la STET era il cliente più ambito da tutto il sistema bancario) facendo i calcoli di matematica finanziaria vi accorgevate che il 18% era il tasso nominale annuo, ma il costo effettivo annuo era del 25-30 % e anche oltre! Roba da usura!

 Ebbene, mai come in quel periodo le banche ebbero utili così rilevanti.  No buono.

Le banche oggi. Si dice: ti danno l’ombrello quando c’è il sole e te lo tolgono quando piove … Ma cerchiamo di fare una analisi un poco più professionale. Avevamo il sistema delle banche specializzate: ogni banca faceva il suo specifico mestiere. Chi raccoglieva e prestava a breve termine, chi a medio lungo etc.. Poi “improvvisamente”  si è detto: passiamo alla banca universale, che fa tutto! (improvvisamente e inspiegabilmente, ecco i primi due guai!) E poi anche alla Banca SpA affidata a chi non aveva mai gestito una SpA (terzo guaio!). E qui si sono cominciate a confondere le acque: ad esempio, raccolta a breve termine (dai risparmatori) ed investimenti a medio lungo termine (soprattutto in titoli di stato): no buono! Il tutto organizzato dagli italiani ..

Paradiso: il luogo nel quale il poliziotto è inglese; il cuoco francese; l’ingegnere svizzero; l’amante italiano; tutto organizzato dai tedeschi. Inferno: il luogo nel quale il poliziotto è tedesco; il cuoco inglese; l’ingegnere francese; l’amante svizzero; tutto organizzato dagli italiani.

Ancora: la banca ha iniziato a fare sempre di meno la banca e sempre di più la finanziaria. Già, ma cosa vuol dire “fare banca”? Semplice: Raccogliere il risparmio e prestarlo a chi ne ha bisogno. Efare Finanza”? Una Finanziaria non bancaria può fare solo una delle due cose: raccogliere denaro oppure (oppure!) prestare/investire su famiglie/imprese.  La banca invece si è messa a “fare finanza  scorretta”  contravvenendo a quel vincolo e cioè paradossalmente facendo concorrenza sleale alle Finanziarie: la banca si è messa a raccogliere a breve termine e a erogare a medio lungo termine (primo errore); a raccogliere a breve termine e a investire in operazioni finanziarie (secondo errore); a premiare con cifre da capogiro (milioni di euro all’anno) il proprio top management (terzo errore).

Come se non bastasse, a corollario di ciò, le banche hanno commesso altri peccatucci da dozzina: sostituirsi con erogazioni esentasse ai propri top manager nel pagamento delle tasse dagli stessi dovute; finanziare indebitamente i gestori delle slot machine; strapagare acquisizioni di altre banche estere e italiane; rendere necessario il proprio salvataggio da parte di altre banche più solide. Da Milano a Siena, da Siena a Palermo …, ce ne è per tutti, Nord, Centro, Sud: evviva l’unità d’Italia! Tanto noi banche siamo “Too bank to fail”, troppo banche per essere lasciate fallire ….

Alla fine poi le banche si sono trovate costrette ad accettare i finanziamenti/salvataggio dell’UE (con denari degli Stati e quindi di noi cittadini) che loro pagavano al tasso dell’1%. Cosa hanno fatto? Hanno investito quei denari in titoli di Stato al 4%. Evviva! E alle famiglie e imprese? Nulla.

Dice … ma le imprese oggi non sono più sicure come una volta … Si, caro, ma “una volta” il direttore della filiale si recava personalmente nella fabbrichetta, guardava gli impianti, il magazzino, l’organizzazione, etc., si rendeva conto e decideva. Aveva il potere di decidere e la responsabilità della decisione.

Oggi le banche hanno separato potere responsabilità. Il direttore della filiale ha la responsabilità del risultato della propria filiale. La Direzione centrale ha il potere di decidere se e come erogare il credito. Grazie (si fa per dire) ai computer, ai moduli, alle tabelle, alle crocettature, alle caselle si/no. Un po’ come fare un esame di maturità solo rispondendo a questionari. Ed invece l’economia bisogna guardarla negli occhi. I maturandi e gli imprenditori bisogna guardarli negli occhi.

Una banca a Riva del Garda. Un fido di Lit. 5.000.000 (Lire cinque milioni) alla badante di mia suocera (residente, con regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato) con la firma di garanzia mia e di mia moglie. “Sa, ci vorrà qualche giorno … la competenza è di Trento”. Che dire? Se tanto mi dà tanto … è con queste banche e con questi banchieri che vorremmo finanziare la ripresa? Ma via … siamo seri …!

Comments Closed

STATI UNITI D’EUROPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2014 @ 8:33 am

Detto altrimenti: quando la vogliamo capire che gli Stati Uniti d’Europa sono l’unica soluzione? (post 1287)

Cina, bolla finanziaria cinese … sta emergendo nientepopodimenoche la bolla della finanza parallela che sembra sfuggire al controllo del governo cinese!  … E noi, cosa aspettiamo? Che ci arrivi addosso anche questa bolla, dopo quella USA?

Semestre Europeo Italiano? E allora proponiamo un salto di qualità, proponiamo il modello degli Stati Uniti d’Europa, unica entità geopolitica  qualitativamente e quantitativamente idonea a raddrizzare il destino degli Stati Europei, unica entità idonea a definire con gli USA i criteri per il riequilibrio mondiale su nuove basi (basi soprattutto morali, questa volta!).

Italia, Paese di creativi, di innovatori, di scopritori, di geni. Ed allora, coraggio, un colpo di genio! Che ci vuole? Bocceranno la nostra proposta? Ma il seme sarà gettato! La probabilità che la pianta non cresca non ci esime dall’obbligo di seminarla! Noi intanto proponiamo. Saranno poi gli altri a dovere eventualmente dimostrare il contrario!

Sfatiamo la leggenda di non sapere organizzare:  proponiamo la “organizzazione della progettazione” degli Stati Uniti d’Europa.

Comments Closed

PIEMONTE: CHI TOCCA … PERICOLO DI MORTE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2014 @ 7:49 am

Detto altrimenti: una vecchia canzonaccia del primo ventennio (post 1285)

E la corrente elettrica è una corrente forte
chi tocca Mussolini pericolo di morte

Elezioni regionali piemontesi invalidate dal TAR. Lega illegale? Dopo tre anni e mezzo (!?). A parte il ritardo, ecco la canzonaccia che mi è venuto in mente ascoltando la voce di un esponente politico: “Occhio a toccare un leghista”! E poi: “Tutti in piazza! E’ una persecuzione giudiziaria! Non passeranno!” Parole, anzi, urlacci già sentiti, espressioni di menti malate di una malattia individuata solo da vent’anni, la berlusconite.

La malattia, si sa, è uno stato patologico che si conclude con una delle tre situazioni: guarigione, invalidità, morte.  Vogliamo curarla, questa malattia, o aspettiamo l’invalidità o la morte?

Non possiamo scendere in piazza dopo ogni sentenza; non possiamo rifiutare il concetto della “verità accertata nei tribunali” (civili e amministrativi); non possiamo ritornare al “farsi la giustizia da soli”.

Piuttosto, si può discutere della responsabilità dei giudici, in termini di carriera rallentata o bloccata a seguito di alcune, molte, troppe sentenze cassate; e in termini economici, a valere su di un fondo di garanzia pubblico o su di una loro assicurazione obbligatoria. Assicurazione obbligatoria? Si, perchè no? Se io assumo l’incarico di amministratore di una SpA pubblica, mi si impone la stipula, con costi a mio carico, di una assicurazione adeguata. Infatti, se io genero un danno ben superiore alla mia capacità economica, come farebbe l’Ente Pubblico a risarcirsi? Ed allora, non usiamo due pesi e due misure: se lo Stato sbaglia, se – ad esempio – risulterà che la sentenza del TAR Piemonte sarà cassata dal Consiglio di Stato, chi e come risarcirà i danni nel frattempo dalla stessa derivati?

Comments Closed

SALVE, PIEMONTE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2014 @ 2:40 pm

Detto altrimenti: schsuma nen, ne’ … monsù (post 1284 – 34/2014)

Conversazione “rubata” da parte di un blogger indiscreto in un bar di Torino:

“Piemonte” di G. Carducci

“Schersuma nen, né … monsù …  non scherziamo, vero, signore … che mi dice? Che le ultime elezioni regionali piemontesi sono state annullate dal TAR per avvenuti brogli? Ma parla pa’ … ma non me lo dica … as pol nen … non se ne può più! Cosa? Che mi dice? Che questo scandalo non è nemmeno il peggiore? E quale sarebbe il peggiore? Ah … dice lei … che il TAR ci abbia messo tre anni e mezzo per arrivare a sentenza … che quei giudici si dovrebbero chiamare ri-TAR-da-TAR-i? Lassuma perde che l’è mei parei, monsù … anduma a travajè che l’è tard … e speruma mac cha la vaga bin … lasciamo perdere che è meglio così, signore, andiamo a lavorare che di è fatto tardi … e speriamo solo che la vada bene … Ciarea nè …  monsù … buongiorno, nè … signore …”

Comments Closed

QUAL E’ L’OPERA D’ARTE “PIU’ ECCELSA”?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2014 @ 2:04 pm

Detto altrimenti: a vostro giudizio, s’intende … (post 1283 – 33/2014)

In USA. Un esperimento. Il miglior violinista del mondo. Un giovane. Un genio della musica. lo hanno vestito alla bell’e meglio e lo hanno messo a suonare in una stazione della metropolitana. Davanti a lui una cassettina. In due ore, qualche decina di dollari di offerte. A fermarsi, estasiati dalla perfezione della sua musica, soprattutto i bambini che strattonavano i genitori, cercando di trattenersi ad ascoltare. Gli altri …via di corsa … di fretta.

A Trento. Via Grazioli verso Piazza Venezia. Scendo a piedi lungo la “destra orografica”. Dalla “sinistra orografica” della strada sento provenire  il suono di una fisarmonica che esegue un pezzo di Astor Piazzolla: sincopato, inconfondibile. Mi fermo, torno indietro fino all’attraversamento pedonale, raggiungo il suonatore: “Piazzolla?” “Si”. Lascio la mia offerta. Sulla via del ritorno a casa, chiedo il permesso e scatto una foto. Non sarà il migliore fisarmonicista del mondo, ma ama Piazzolla. E lo sa suonare.

La Musica, direte voi, la musica è per Riccardo l’Arte più eccelsa, e quindi che ora ci dica quale brano elegge sul podio del primo arrivato. E invece no amici. Io mi intendo poco di musica e quasi niente di scultura, ma a mio avviso l’opera d’arte Number One al mondo è la Pietà di Michelangelo. Ai posti successivi colloco Van Gogh, Dante Alighieri (La Divina Commedia) e Alessandro Manzoni (I promessi Sposi).

Motivazioni:

Michelangelo. Primo arrivato: “L’artista è mosso da una ispirazione pluridimensionale che non lascia spazio ad alcun errore o ripensamento. Lo spazio esiste nella sua mente e le sua mani lo sanno trasferire nel marmo con la morbidezza della carezza di una mamma al suo bimbo. Egli va oltre ogni umana immaginazione.”

Van Gogh. Secondo arrivato: “Una mente anche un po’ malata, di una malattia che ha però indebolito i freni inibitori del razionale e che quindi – fortunatamente – non ha avuto la forza di frenare l’estro, la fantasia, l’amore per la creazione di emozioni, di luci e colori che vanno al di là dei colori dello spettro solare e dell’umano intendere la pittura, fino a quel giorno”. Vincent Van Gogh, il seminatore di una pittura evangelica. Per quattro anni predicò con i colori come un profeta:  “Vincent Van Gogh, Lettere”, Einaudi I Millenni, pp. XLV, 768 pagine, €85,00).

Dante Alighieri. Terzo arrivato: “Tutto a memoria, un mondo a memoria, una Commedia di fantascienza, morale, storica, umana, anche divina; con molti, tanti passaggi poetici di una delicatezza insuperabile; dura dove vuole essere dura, a sperimentare una lingua nuova per una visione da un diverso punto di vista, assolutamente libera e non convenzionale (copiata poi nel film “L’attimo fuggente”).

Alessandro Manzoni. Quarto arrivato (pari merito): “I Promessi Sposi: storia, morale, fantasia, suspence, natura, sarcasmo, ironia e soprattutto una intramontabile attualità“.

Fuori concorso: Premio speciale della giuria “per la migliore passione”, al fisarmonicista della foto e ad Astor Piazzolla.

E … la Grande Musica? Be’ quella si premia da sola, e accompagna tutte le altre forme d’arte. Ne parliamo in un prossimo post!

Comments Closed

IL DR. BERLUSCONI SI CANDIDA (DAI DOMICILIARI? DAI SERVIZI SOCIALI?)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2014 @ 9:59 am

Detto altrimenti: Italia mia … di dolore ostello, non Donna di provincia ma bordello … (Post 1282 – 32/2014)

 Il Dottore si candida. Eh già … ha ragione … è condannato ma. E’ condannato ma? Si, avete capito bene: c’è quel “ma”. Qui da noi in Italia troppo spesso c’è quel “ma”. Qui da noi la legge è uguale per tutti ma. Ma ci sono le eccezioni. Quelle che ad esempio esonerano alcune categorie di persone (i “castigiani”, cioè gli appartenenti ad una casta) dal blocco degli scatti di stipendio stabilito per tutti gli impiegati pubblici ma. Ma non per i magistrati, gli avvocati dello Stato etc..

Spending review per tutti ma. Ma non per il Ministero della Difesa che nel dicembre 2012 si è visto assegnare per legge 20 miliardi di euro all’anno per dieci anni (oltre i fondi per le missioni estere e per gli inteventi di Protezione Civile). Gli intoccabili. Così si comperano gli areoplanini nuovi.

E allora, di che ci lamentiamo? Ma torniamo al nostro Dottore. Si candida ma. Ma non era vietato per legge? Si, vabbè ma … sapete …. vietato … occorre ben distinguere …. d’altra parte … la politica … sbaglierebbe chi pensasse … se la mettete su questo tono … c’è ben altro … non potete sapere …

D’altra parte

 • in Francia e GB è permesso tutto ciò che non vietato.
• In Germania è permesso ciò che è permesso ed è vietato ciò che è vietato. Al resto ci stanno pensando.
• in Russia è vietato anche ciò che è permesso.
• in Italia è permesso anche ciò che è vietato!

E poi … si fa presto a dire “vietato”. Solo appena appena vietato; vietato; o severamente vietato? Che vi credevate, di cavarvela così a buon mercato?

E poi la verità … quella mia, quella tua, quella vera? No, da noi ne vige una quarta, la “verità accertata nei tribunali”, che almeno teoricamente si riconosce poter essere diversa dalle altre tre. Solo così può funzionare una Res-Publica-Demo-Cratica. Ma. Ma il Dottore dice di no, quella valida è solo la mia “perchè mi hanno votato 8 milioni di … (stavo per scrivere “baionette” … scusate!) di elettori”. Allora anche Hitler aveva ragione, anche la sua verità era una Verità, visto che i milioni di votanti erano molti di più!

Josif Brodskij, premio Nobel per la letteratura (cfr, internet), scrive “Diffidate dei grandi numeri, delle unanimità, dei bilanci troppo bene assestati, degli eserciti organizzati al massimo … perché se non altro statisticamente nei grandi numeri più facilmente alligna e si nasconde il male”. Lo scrive nell’introduzione del suo libro “ll canto del Pendolo” (Adelphi).

Ieri sera Paolo Mieli: “Prima di agire: leggete, leggete … la storia ci insegna a ragionare …”

Logica. Analisi logica. del pensiero, dell’espressione. Evviva il latino ed il greco e chi lo insegna! In quelle sintassi infatti non troverete mai discorsi del tipo. “Ho ragione io perchè mi hanno votato in molti! Oppure: “No, sono le quattro, non le cinque. Il tuo orologio funziona male. Infatti sono le quattro perché … fuori piove”.

Gian Antonio Stella (Corsera) ci segnala alcuni scandali logici (veramente incredibili!) nei giudizi della commissione valutatrice per la promozione ad insegnante universitario:
!) “Tizio ha ottime pubblicazioni, ha tenuto ottime conferenze, è stimato in campo internazionale, ha ottime referenze di ogni tipo e pertanto lo si giudica NON maturo culturalmente per assumere la cattedra” (sic!!).
2) Caio non ha …. (etc. etc.) non…. non …. pertanto lo si giudica maturo culturalmente per assumere la cattedra” … (sic!!).

Morale: ci stiamo bevendo il cervello, se non ce lo siamo già tracannato tutto!

Stavo per chiudere scrivendo “Forza Italia che ce la puoi fare!” Poi mi sono reso conto che – mio malgrado – sarei stato frainteso. Ed allora scrivo “CORAGGIO ITALIA CHE CE LA PUOI FARE!  SOLO … NON TI BERE IL CERVELLO!”

Comments Closed

LE PAROLE SONO PIETRE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2014 @ 3:09 pm

Detto altrimenti: stiamo attenti a pronunciarle e a scriverle … firmato Don Lorenzo Milani in “Lettera ad una professoressa” (post 1281 – 31/2014)

Io lo ripeto spesso. Un mio amico mi dice: “Anche le tue, quelle che scrivi nei tuoi post”.
Replico: esistono pietre che distruggono e pietre che servono a costruire. Io spero che le mie siano della seconda categoria.
Ah, dimenticavo: esiste una terza categoria, quella delle parole usurpate. Un esempio? Una persona che sui definisca “moderato” e che gridi in faccia ai suoi competitori politici: “Andate via voi, siete tutti comunisti!”. In questo caso la parola “moderato” appartiene alle parole “usurpate”.

P-S.: Più corto di così, un post, come lo volete?

2 Comments »

L’ABITUDINE CI ESPONE A RISCHI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2014 @ 3:00 pm

Detto altrimenti: non ci abituiamo, non “caliamo la guardia” … (post 1280 – 30/2014)

Anni ’50 – Campagna senese. Visita ai nonni e ad altri parenti, contadini mezzadri. Si avvicinavano senza paura alle grandi corna bianche dei buoi maremmani. Noi ragazzi “di città” ne avevamo una grande paura. Non ci eravamo abituati. Ne stavamo lontani. Noi non correvamo alcun rischio. Loro si, ogni tanto – abituati com’erano – una qualche cornata la rimediavano …

Anni 2000 – Italia. Scandali. Rischiamo di abituarci agli scandali. E invece non ci dobbiamo abituare … già, perché in tal caso c’è il rischio che qualche cornata la si rimedi anche noi … E allora, dai … non ci facciamo l’abitudine, protestiamo, indigniamoci … cribbio!

P.S.: Che ne direste di una “manifestazione generale contro gli scandali” urbana, civile, silenziosa, non violenta come fu la marcia a Torino di quei 40.000 colletti bianchi Fiat il 14 ottobre 1980? Solo che oggi dovremmo essere almeno … chessò … venti  milioni di colletti bianchi … a marciare. E niente “forconi”, per carità!

Comments Closed

JOB ACT o WORK ACT?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2014 @ 2:38 pm

Detto altrimenti: nuovi posti di lavoro nei vecchi settori o – meglio – nuovi settori che possano offrire ulteriore lavoro?  (post 1279- 29/2014))

Finalmente! Finalmente si comincia a riflettere sull’attuale modello di sviluppo, e cioè se sia sufficiente cercare di incrementare i posti di lavoro nei settori di attività attuali o se non sia il caso di esaminare diversi settori, all’interno di un diverso modello di sviluppo.

La possibilità (Costituzionale) di provocare crisi di governo “al buio”, e cioè senza disporre di una maggioranza alternativa, è stata una delle cause dell’estrema variabilità 8e brevità9 dei governi della nostra Res Publica. Ragion per cui i governanti sono stati (ulteriormente) incentivati a pensare alle successive imminenti elezioni (politici) e non alle generazioni future (da veri statisti). E quindi non si sono posti il problema dell’evoluzione nel medio-lungo periodo del modello di sviluppo entro il quale “governavano”.

L’attuale crisi almeno questo ce l’ha di buono: induce a riflettere. Tutti. Anche loro. I politici (hoffen Wir … speriamo!

P.S.. Renzi … pe forza che i ministri del settore gli danno contro: sta facendo quello che avrebbero fare loro …

Comments Closed