5 GENNAIO 1971 – 21 SETTEMBRE 2002 – 5 GENNAIO 2014

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Gennaio, 2014 @ 2:53 pm

Detto altrimenti: date familiari                    (post 1262)

 

Il 5 gennaio 1971 Maria Teresa ed io ci siamo sposati, a Genova.

Nel 2002, si è sposata nostra figlia Valentina (con Daniele), nella chiesetta della foto, in cima a Via Grazioli, a Trento.

Oggi, 5 gennaio 2014,  Maria Teresa ed io siamo andati a Messa, nella chiesetta della foto …

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BOLZANO RICCA … QUASI TUTTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Gennaio, 2014 @ 2:38 pm

Detto altrimenti: bisogna “vedere” ciò che si guarda … (post 1261)

Bolzano, 3 gennaio 2014, tardo pomeriggio. Gente a passeggio nei portici di una delle più ricche città d’Italia. Piove e nevica. Molti turisti abbandonando le piste da sci sono scesi in città tanto piove e nevica. Sono giunto da Trento per incontrare alcuni di loro, amici monzesi, amici da una vita. Passeggiamo. Ad un certo momento, con la scusa di mostrare loro un’immagine della mia nipotina, riesco a scattare – non visto – una foto ad un braccio. E’ quello di un Uomo, un barbone, accovacciato nell’androne di un portoncino, fra la gente che passeggia e le vetrine dorate. Nessuno si ferma. La gente evita anche di guardarlo o, se lo guarda, non lo “vede”. Io lo guardo, lo vedo. Ma non basta. Avrei dovuto fare di più. Non ho avuto il coraggio di avvicinarmi a lui, di fare qualcosa per lui.  Mi chiedo: se si fosse trattato di un bel cane lupo ferito, magari con una zampa visibilmente spezzata, abbandonato sul marciapiede … quanta gente si sarebbe fermata? Quanti avrebbero chiamato la Polizia Locale o l’Ente Protezione Animali …? Tanti, sicuramente.
Natale? E’ Passato, da poco ma è passato … senza lasciare tracce nella neve che cade… cade … cade …

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FOTO POST O QUADRO POST?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Gennaio, 2014 @ 2:22 pm

Detto altrimenti: voi… che ne dite?               (post 1260)


Un foto o un quadro? Le montagne sono le Maddalene che “chiudono” da Nord la Val di Non. Dietro di loro, la Val d’Ultimo. La vista è da Cavareno. Le casette riposano calde, sotto quattro coperte: i tetti, i boschi, le montagne innevate, il cielo …

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TRENTINO BICILAND: NUOVA SEGGIOVIA ZAMBANA – FAI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Gennaio, 2014 @ 7:22 am

Detto altrimenti: lettera aperta al Presidente della Provincia Autonoma di Trento  (post 1259  -  9/2014)

Egregio Presidente Rossi,

Nell’attesa delle ciclabili attorno ai laghi, noi ciclisti dobbiamo arrangiarci …

La ringrazio per avere programmato il collegamento fra il sistema ciclabile della valle dell’Adige a quello della Valsugana. Constatata questa sua sensibilità, mi permetto di sottoporLe un ulteriore progetto: il ripristino della seggiovia Zambana-Fai. Quest’opera infatti, ove correttamente reclamizzata e segnalata, avrebbe una doppia valenza: sciistico – invernale e ciclistico – estiva, in quanto attraverso una nuova, breve bretella ciclopedonale, collegherebbe il sistema delle ciclabili della Valle dell’Adige all’Altopiano di Andalo-Molveno. Inoltre, da Andalo le biciclette (già oggi – per chi lo desidera -portate in quota dalla funivia) potrebbero planare sino a Molveno- Ponte Arche. Da qui, o risalire il Passo del Ballino e quindi ricongiungersi al già ricco sistema di piste ciclabili della Busa del Garda Trentino, oppure –  chi non ami le salite – potrebbe dirigersi verso Sarche anche grazie alla già realizzata splendida e ancora poco conosciuta ciclabile del Maso Limarò (che taglia fuori le gallerie), per andare a ricongiungersi con le ciclabili della Busa.
Non Le sfuggirà come in tal modo per questa via si aggirerebbe l’ostacolo ciclistico Trento-Bus de Vela-Cadine; Trento diverrebbe il crocevia di due formidabili direttrici ciclabili: la Nord-Sud dell’Adige e la Est-Ovest della Valsugana/Molveno–Sarca–Riva del Garda e il Trentino si arricchirebbe ulteriormente, anche in vista del tracciato in corso di approntamento dal Passo Palade a Mostizzolo (collegamento Val di Non-Val di Sole); del completamento di altre piste ciclopedonali fra le quali quella della Val di Non; di quella che scende dal Lago di Tenno a Riva del Garda e la Riva del Garda-Limone.

Non voglio immaginare poi il successo che avrebbe la Nuova Funivia Trento-Trento 2000!

La ringrazio per l’attenzione e auguro Buon Anno e Buon TRENTINO BICILAND a Lei e a tutti noi, ciclisti ed operatori economici.

 Riccardo Lucatti

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OPEN BLOG

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Gennaio, 2014 @ 9:18 am

Detto altrimenti: quasi un “Forum Blog”. Lettrici e lettori del blog, volete pubblicate voi stessi un Vostro post? (post 1258)

Amiche, amici … scrivete al mio indirizzo riccardo@trentoblog.it ed io pubblicherò il Vostro intervento come un post, a nome Vostro o con lo pseudonimo che vorrete indicarmi. E non vi preoccupate di forma, punteggiatura etc.. Curerò io stesso l’editing.

I numeri del mio blog sino ad oggi, dall’inizio del 6 dicembre 2011, cioè in 758 giorni:

1258 post pubblicati (compreso questo)
post organizzati in 43 categorie e selezionati attraverso 4562 parole chiave
1618 i commenti scritti ricevuti

Medie giornaliere:

166 i lettori
1089 le pagine lette
1189 i richiami da altri post/siti

Coraggio, amici, Vi aspetto! Potrete far conocere il Vostro pensiero!

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FIAT CHRYSLER

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Gennaio, 2014 @ 8:49 am

Detto altrimenti: tre domande sull’OM – Operazione Marchionne (post 1257 – 7/2014)

Premesso che la crescita di una SpA può prendere le mosse:

1. dal miglioramento del prodotto esistente (marketing operativo);
2. dall’ampliamento della gamma dei prodotti (marketing strategico);
3. dal far nascere nel consumatore un’esigenza che non altrimenti avrebbe avuto (marketing diabolico);
4. da R&S, Ricerca e Sviluppo;
5. dall’aggressione al mercato altrui;
6. dalla crisi altrui;
7. da M&A. Mergers and Aquisitions, acquistando altre SpA …

… mi domando:

1. Marchionne è intervenuto anche sui numeri da 1 a 6 di cui sopra?

2. A quanto ammontano i debiti della Chrysler?

3. Se era un affare, perché gli USA ce l’hanno venduta?

4. Della Chrysler, non bastava acquistarne il 51%?

5. Esistono acquisti in borsa di azioni FIAT “prima” dell’annuncio dell’operazine Chrysler?

6. Chi sono gli acquirenti delle azioni di cui al precedente n. 5?

7. Chissà se Marchionne accetterebbe di passare ad Alitalia …

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I NODI CENTRALI DELLA CRISI … no, non dell’Italia, ma della Umanità

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Gennaio, 2014 @ 8:07 am

Detto altrimenti: proviamo e mettere a fuoco alcuni nodi fondamentali  (post 1256 – 6/2014).

No, questo proprio non dobbiamo farlo …

Riassunto della puntata: cerchiamo di sfrondare i problemi fondamentali dalle questioni minori, anche se importanti, e concentriamoci su quelle maggiori.

1. Problema Antropologico: ognuno deve sentirsi “padrone”, “cittadino”, “membro della propria comunità” cioè non più “suddito”, “utente”, “privato”. Questo vale per l’Italia e per l’Europa (e quindi per il Mondo).
2. Problema Morale: lo trovate ampiamente trattato in molti post precedenti.
3. Problema Europeo: gli Stati Uniti d’Europa sono la dimensione minima che consentirà un accordo con gli USA per la definizione dei principi morali, fiscali, finanziari, civili etc. sulla cui base si potrà imporre al “resto del Mondo (Vecchio)  la via per un Mondo Nuovo.
4. Problema delle Priorità: un esempio vale per tutti, ovvero, ritenete prioritario l’acquisto dei cacciabombardieri F 35 o il finanziamento dello start up di decine di migliaia cooperative giovanili (e non) per il rilancio turistico di altrettanti siti storico-turistici-artistici-naturalistici?
5. Problema del Riordino e Rivalutazione (vera!) dei Valori Fondanti della Democrazia. Se inizio a scriverne non la finisco più …
6. Problema dell’Evasione Fiscale: vale 150 miliardi di euro l’anno! Risolverebbe il problema della finanza pubblica italiana. Questo problema si risolve soprattutto se si costituiscono gli Stati Uniti d’Europa.
7. Problema delle Riforme Istituzionali Italiane. Se inizio a scriverne non la finisco più …
8. Problema della Giustizia Sociale. Se inizio a scriverne non la finisco più …
9. Problema dell’Eliminazione di Caste e Privilegi. Se inizio a scriverne non la finisco più …
10. Problema della riconoscibilità degli appartenenti alle Forze dell’Ordine (un numero di riconoscimento sui caschi e sui giubbotti?): Genova, 11 poliziotti del G8 – Diaz di 13 anni fa, sono stati arrestati (ai domiciliari). Mi dispiace solo che un mio (ex) amico, ex collega universitario all’Università di Giurisprudenza di Genova, giudice genovese, li abbia a suo tempo assolti. E non voglio fare nomi.

Amiche lettrici e lettori del blog, lo so che esistono altri problemi …  che l’ordine di priorità può essere diverso. Lo so, e allora … coraggio: fatevi sotto e formulate la Vostra proposta. La pubblicherò anche per intero come “post” e non solo come “commento”.

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L’INCIDENTE SCIISTICO DI SCHUMACHER

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2014 @ 8:33 pm

 Detto altrimenti: riflessioni di uno sciatore (post 1255 – 5/2014)

Una pista facile, larga, ben battuta, visibilità e qualità della neve ottima, nessun particolare affollamento. Quasi i pianori del nostro Grostè a Madonna di Campiglio in una bella giornata di sole. Uno sciatore di livello medio alto decide di attraversare una sorta di piccolo “spartitraffico” fra due corsie della stessa pista, in neve fresca. Solo pochi metri. Il fondo nevoso non è abbastanza spesso da ricoprire sufficientemente tutti i sassi (preferisco chiamarli “sassi” più che “rocce”) ma semplicemente da “nasconderli” alla vista. Infatti, l’ultima nevicata li ha solo “nascosti” con uno strato di 10 cm., insufficiente a sopportare il  peso dello sciatore. Gli sci si “piantano” su di un sasso. La forza d’inerzia proietta in avanti lo sciatore. Gli attacchi di sicurezza si aprono. L’uomo cade in avanti e sbatte  la testa contro un altro sasso. Affiorante o meno, non ha fatto differenza.

Un fuoripista vero fra rocce vere:  dopo la salita in funivia, la discesa dal Sass Pordoi nella Val di Mezdì

Inizialmente si è parlato di “urto contro le rocce durante un fuori pista”. Io ho subito pensato a qualcosa come la discesa dal Sass Pordoi, dal Colle del Teodulo a Cervinia, dai canaloni del Sises al Sestriere, dal Colletto Verde a Monginevro o dal muro di Serre Chevalier Le Monetier vicino a Briancon (Alta Savoia). Tutte discese che ho ripetuto più volte. Niente di tutto questo. Schumi: un banale incidente che avrebbe potuto accadere anche su una pista battuta, facile e poco innevata (quante volte abbiamo sciato – in pista – fra sassi affioranti qua e là …)

E allora, che dire? Fatalità, a mio avviso. Tristissima fatalità. Dice … ma andava veloce … taluno scrive “a 50 kmh”. Ma come ha fatto a stabilire questo valore? Schumi non aveva certo la “scatola nera” nella tasca della giacca a vento. E poi, una caduta simile è pericolosa anche a 10 kmh, e anche da fermo, oserei dire. Se da fermo scivolate e battete direttamente la testa per terra su di un sasso aguzzo … credo che gli esiti possano essere molto simili a quelli dell’incidente occorso a Schumi. No, non credo che la causa dell’incidente sia stata la velocità eccessiva.

… la pressione dell’aria sulle racchette e quindi sui polsi …

La velocità sugli sci? Per sentirla “sulle racchette” devi andare oltre i 70kmh, quando l’aria le spinge indietro con una forza crescente in via esponenziale rispetto all’incremento della vostra velocità. Non per niente adottiamo racchette in carbonio, leggere e sottilissime, meno resistenti all’aria e più reagenti alla spinta in avanti del polso. Volete imparare a valutare la velocità della vostra sciata? Fatevi portare in motocicletta e stando seduti  sul sellino posteriore del passeggero, sporgete all’esterno una mano che impugni una  racchetta da sci. Imparerete a valutare la velocità dalla pressione che la racchetta tasmette al vostro polso.

Fuori pista. In genere lo praticano veri sportivi, dopo una salita a piedi (che però, talvolta è sostituita da una salita con  impianto a fune o, per pochi ricconii, da un elicottero, il che cambia la classificazione dell’impresa) ed allora è un vero fuori pista. In questi casi usualmente si scia su percorsi molto lontani dalle piste battute, con il connesso pericolo di valanghe; più prudentemente lo si pratica lungo gli stessi percorsi ma sulla neve crostosa in primavera. Infatti, una cosa è il fuoripista in neve fresca e abbondante, altra in neve crostosa, primaverile, cioè “autobattuta”, molto più sicura e ancor più divertente se  ricoperta da un leggero strato di fresca.

Poi esiste il “fuori pista” a fianco delle piste battute. Anche questo può essere pericoloso. Ad esempio, qui da noi in Paganella, negli ultimi anni abbiamo avuto due morti a dieci metri dalla pista battuta, per slavine provocate dagli stessi sciatori.  Paganella? Sono di questi giorni tracce di fuoripista in neve fresca subito sotto l’arrivo della seggiovia Cima Paganella, lato Andalo. Tracce che si sviluppano fra sassi ancora affioranti. Come vedete, è anche fortuna …

E Schumi? A mio avviso  5% imprudenza, 95% sfortuna e fatalità. Che dire? Forza Schumi! Dai che ce la fai!

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LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2014 @ 7:51 am

Detto altrimenti: libera Chiesa … purchè non sia “libera” (cioè priva) di Sacerdoti … (post 1254 – 4/2014)

Natale. C’è chi va in Chiesa e chi no. Io si. E si è più attenti del solito. A forza di “stare attento”, mi è venuta da fare un’osservazione banale. L’età dei Sacerdoti celebranti. Per la maggior parte molto, molto avanzata. E i loro sostituti … dove sono? Crisi delle vocazioni, sento dire. Ok, ma occorre porre rimedio:  una Chiesa senza Sacerdoti non è immaginabile.

Al Muse, il nuovissimo Museo di Storia Naturale di Trento. In coda per entrare.
“Prego, si accomodi … sa … io non ho fretta … sono pensionato …”
“Ma … mi pare do conoscerla … Riccardo … ma sei tu?”
“Si … ma … tu …. non mi dire … Marco?” – “Yes, I am” mi risponde sorridendo …

In questi giorni, dopo tanti anni, inaspettatamente, ho incontrato un mio vecchio amico d’infanzia. Un abbraccio. Dopo i primi saluti, superato lo smarrimento della sorpresa, ci aggiorniamo sulle nostre vite “parallele per il tempo della vita” ma “divergenti quanto ai contenuti della vita”. Io gli parlo del mio lavoro – antico e recente –  e della mia famiglia. Lui, vestito in borghese, della sua famiglia, cioè quella delle sei parrocchie affidate alle sue cure di parroco: paeselli quanto si vuole, ma sempre sei sono! Infatti è parroco in una regione del centro Italia. D’istinto, lo abbraccio una seconda volta. Non nascondo che sono un po’ commosso e sicuramente sorpreso: lui prete? Lui che era un buontempone, sempre allegro e pronto allo scherzo, vivacissimo e un po’ burlone?
“Ma perché, dice, i preti devono essere tristi? Non hai sentito Papa Francesco? Letizia, letizia ci vuole!”
Siamo ovviamente in confidenza, nonostante la lunga separazione. Gli chiedo se anche lui è in pensione.
“Pensione … mi dice … tu così giovane, mio coetaneo – perchè noi due … giovani siamo, no? – Tu ci sei già in pensione … noi preti dobbiamo andare ben oltre … sai, nel nostro settore pare che le domande di lavoro siano ben poche …”
Mi viene spontaneo chiedergli cosa pensa che succederà quando sacerdoti della sua/nostra età ed anche più anziani, andranno in pensione.
“Già, la crisi delle vocazioni” … mi risponde, un po’ vagamente.

Io mi permetto di fare un parallelo assolutamente inappropriato, me ne rendo conto per primo io stesso, un parallelo con il “sistema” del mondo militare: fino a ieri la maggior parte dei giovani cercava di evitare la leva obbligatoria. Oggi c’è la fila per diventare militare di carriera. Il servizio militare è diventato un mestiere appetibile. Non che il sacerdozio possa subire la stessa evoluzione, che possa diventare un mestiere, ci mancherebbe altro! Ma forse la creazione di precondizioni diverse da quelle attuali … i tempi cambiano, e poi … un ritorno agli insegnamenti ed agli esempi dell’origine … soggiungo: “San Pietro era sposato, o mi sbaglio”?

Marco: “La Chiesa ci sta sicuramente pensando, soprattutto ora con Papa Francesco”.
Ed io: “Vuoi dire … al matrimonio dei preti e alle donne sacerdote?”
Marco: “Uei .. raga (come dicono i suoi giovani parrocchiani – precisa -) scialla, calma, non esageriamo … le donne sacerdote … sì, a me andrebbe bene, ma rebus sic stantibus mi parrebbe pretendere troppo! Io credo piuttosto al matrimonio dei preti. Perché no? Solo che sarebbe una soluzione di medio periodo e invece occorrono soluzioni di brevissimo periodo. Infatti oggi i diaconi non bastano più … ti faccio un esempio banale: pensa un po’ che io passo buona parte del mio tempo a gestire la manutenzione degli edifici parrocchiali. Non ti dico poi quando si devono effettuare lavori straordinari. Tu, Riccardo, che mi hai appena detto di essere stato – da ultimo – a capo anche di società che hanno operato in lavori edili, ne sai qualcosa: noi parroci – di campagna o di città – siamo ormai quasi dei capi cantiere, dei responsabili di progetto, della sicurezza dei lavoratori, della gestione delle gare che facciamo per cercare di risparmiare …”

Io: “Ma come se ne può uscire? E’ tutto tempo sottratto alla cura delle anime, o mi sbaglio? Già che siete poi così tanti – aggiungo ironicamente – che non mi parrebbe proprio il caso di trasformarvi in geometri e ingegneri …”

Marco: “Una soluzione potrebbe essere quella che la Curia accentrasse queste funzioni in capo ad un ristretto gruppetto di specialisti centrali … sarebbe un po’ come avere un 30% di sacerdoti in più per la cura delle anime”.

Abbiamo continuato a parlare, a lungo. Gli ho mostrato le foto della mia piccola nipotina Sara.
“Che bel nome, dice … e che bella bambina: sei un nonno fortunato!”
“Dai, Marco – o devo chiamarti Padre … o Don …? – Oggi sei a pranzo con noi, così la potrai conoscere …”
“Va bene così, figliolo, va bene così: “Marco” va benissimo: con un nome simile sono in buona compagnia, non ti pare? Aspetta che avverto il mio gruppo che non sarò  con loro al mercatino e al Pedavena … si chiama così quella vostra famosa birreria? Sai … la buona birra … ne sono ghiotto, come una volta … un liquido peccatuccio di gola … e poi, ricordi come scherzavamo all’oratorio? I Re Magi? Oro, incenso e …  birra! D’altra parte in Duomo e alla chiesa del Concilio ci siamo già stati, sono state le nostre prime mete …”

Quando si dice che visitare i musei arricchisce la nostra vita …

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ANCORA MONTEPASCHI SIENA MPS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2014 @ 10:45 am

Detto altrimenti: cercherò di essere compreso anche dai non addetti ai lavori (post 1253 – 3/2014)

1) il MPS ha effettuato operazioni “particolari”  che gli hanno causato perdite rilevanti.

2) Too bank too fail … “troppo banca” per poter essere lasciata fallire.

3) Interviene il Tesoro e presta al MPS 3 miliardi, che devono essere restituiti entro il 2014, altrimenti da prestito diventano capitale sociale e il Tesoro assume il controllo della banca (e l’attuale azionista di maggioranza relativa, la Fondazione Montepaschi, lo perde).

4) Profumo, che a suo tempo si è dimostrato sensibile alle esigenze del sistema politico (quando intervenne in Kazakistan dove, per evitare una grossa multa all’ENI, acquistò, strapagandola 2,5 miliardi di dollari USA una banchetta kazaka che dopo un anno rivendette con una perdita di 2,7 miliardi di dollari USA!) viene “trasferito” da Ammnistratore Delegato Unicredit a Presidente MPS, con una buonuscita di 40 milioni di euro (però lordi, lordi …  e allora … chevvoletechesiano?)

5) Profumo deve far ricapitalizzare la banca. Propone quindi all’Assemblea degli Azionisti un aumento di capitale. Egli sa bene che deve avanzare questa proposta, ma sa anche che la Fondazione non ha i denari per sottoscrivere tale aumento. Quindi, probabilmente sa anche chi, in assenza della sottoscrizione da parte della Fondazione, si farà avanti per sottoscrivere (versare) quel capitale, con il che il controllo della banca non sarà più della Fondazione e non sarà mai del Tesoro.

6) A questo punto, sapendo come sarebbero andate le cose, Profumo avrebbe potuto/dovuto dimettersi. E invece va avanti e propone l’aumento del capitale perché “se si tarda, aumentano gli interessi da pagare al Tesoro; si rischia di subire sui marcati dei capitali la concorrenza delle altre banche che a loro volta devono aumentare il proprio capitale; si rischia di diventare banca pubblica”. Tutto vero ma.

7) L’Assemblea degli Azionisti boccia la proposta di Profumo perché non vuole perdere il controllo della banca.

8) A mio avviso, Profumo NON si dimetterà, perché in quanto dimissionario, potrebbe rischiare di perdere una seconda buonuscita milionaria (dopo quella pagatagli da Unicredit).

9)  Ma la ragione per la quale ho scritto questo secondo POST MPS è la seguente: chi sono gli Azionisti (diversi dal Tesoro e dalla Fondazione MPS) che avrebbero potuto/dovuto sottoscrivere e versare l’aumento di capitale non optato (non sottoscritto e quindi non versato) dalla Fondazione MPS?

Fra Firenze e Siena: “Però che come su la cerchia tonda/Monteriggion di torri si corona/così la proda che ‘l pozzo circonda/torregiavan di mezza la persona/gli orribili giganti” (Dante, Inf. XXXI)

Profumo sicuramente lo sa, perché non credo che abbia proposto un aumento di capitale “al buio”, cioè senza sapere chi lo avrebbe sottoscritto, anche perchè parte lui stesso è già esperto di situazioni simili, quando da AD Unicredit non si oppose alla scalata  in Unicredit di un nuovo azionista, “salito” fino al notevolissimo livello (azionario) del 7%, “scalata” che pare sia avvenuta all’insaputa del Presidente della banca. Nuovo azionista che poi risultò essere tale Signor Geddafi o Gheddafi, non ricordo bene, vorrete scusare. Profumo, errare humanum est, perseverare diabolicum, non vi pare? Ma se fossi io a sbagliarmi? io? Be’ … se fossi io mi corrigerete!

Grazie se qualcuna delle mie lettrici (lettrici, non elettrici) o qualcuno dei miei lettori (lettori, non elettori) me lo sa dire …  chi sarebbero questi misteriosi potenziali azionisti del (per ora ancora) nostro MPS.

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