POST 1068 – ADRIANO OLIVETTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Ottobre, 2013 @ 4:32 pm

Detto altrimenti: l’attualità e l’umanità di Adriano Olivetti (nella mia lunga vita di manager e amministratore di Spa mi sono sempre ispirato alla sua figura)

Primavera 1969. Ero Sergente Allievo Ufficiale di Complemento della Brigata Alpina Tridentina in una casermetta nascosta fra le montagne del torinese: non vi dico quale e dove per … non svelare un segreto militare! Un giorno andai a sciare a Bardonecchia con un’amica (torinese) della mia (allora) fidanzata Maria Teresa (in allora genovese ex torinese, oggi moglie da 43 anni), Giovanna Melone, che si presentò all’appuntamento con un suo amico, un ragazzo, Edoardo Olivetti, un nipote di Adriano.

Nelle due ultime sere, RAI 1 ha trasmesso “vita ed opere” di Adriano Olivetti. Adriano, poi sposo a Paola Levi, sorella di Natalia Levi in Ginsburg (“Lessico familiare”): casa Levi, a Torino era frequentata da molti uomini di cultura, scvienza ed intellettuali antifascisti (fra questi cito “tali” Segre e Pajetta). Adriano, Grande (Great)  Personaggio, Grande Uomo. La sua visione era di lungo respiro: pensava alle generazioni del futuro. In azienda si preoccupava della più importante risorsa, cioè dell’Uomo, della Persona. Il suo obiettivo aziendale non era la massimizzazione del (proprio) profitto, ma il progresso tecnologico della produzione e la crescita “umana” degli Altri. Anche fuori dell’azienda si preoccupava dell’Uomo, della Persona. Fu ostacolato dalla cattiva politica, dalla cattiva finanza, dalla cattiva imprenditoria. Non si arrese e realizzò il primo computer degno di questo nome. Fu spiato dagli USA. Dopo la sua morte, il settore elettronico della Olivetti fu acquistato dalla GE.

Ing. Adriano Olivetti

Per certi versi mi ha richiamato alla mente Giorgio La Pira. Per alcuni aspetti, nonostante le molte differenze soprattutto sul piano umano, mio ricorda il suo contemporaneo Enzo Ferrari. Ed anche Enrico Mattei. E poi … mi richiama alla mente anche un’altra Persona, che in questa sede voglio interpretare per i suoi contenuti laici: Papa Francesco, promotore della ricerca del Bene Comune, comune a tutti e non del profitto per alcuni. Che poi questi “alcuni” … di fronte ad un mondo in sfacelo, non troverebbero dove e come spendere il “loro oro”. Novelli Re Mida, si impossessano di tutto ciò che vogliono … tutto ciò che vogliono diventa oro, ma l’oro non è commestibile … e poi … se l’umanità si sfalda … chi lo estrae il loro oro dalle loro miniere?

Tornando con i piedi per terra: da uomo d’azienda mi permetto di evidenziare i due modi di fare azienda: il modo Adriano Olivetti (che ho assunto come mio, in una intera vita di lavoro  di gestione di Spa, quindi di risorse umane) teso a massimizzare la motivazione dei lavoratori, a rispettarne le esigenze familiari e le legittime aspirazioni di crescita. Il modo opposto al suo, purtroppo oggi assai diffuso, secondo il quale il lavoratore è uno strumento che va semplicemente sfruttato al massimo: il che NON fa crescere l’azienda. Ma allora … perchè? Vien da chiedersi … Perché? Perché chi opera in tal (secondo) modo non ha l’intelligenza di capire che sta facendo del male a tutti e del bene a nessuno. Leggete il mio post 997 del 3 ottobre scorso: “Nel lavoro, l’eccedenza” (si, “eccedenza”, non eccellenza, che pure non guasta!) di Don Marcello Farina.

Adriano Olivetti: un esempio imprenditoriale ma soprattutto umano da assumere come modello per uscire dalla crisi nella quale ci stiamo dibattendo. Attuale? Certo! E non nel senso che oggi noi si sia come lui, ma nel senso che oggi più che mai si dovrebbe essere come lui.

P.S:. alle volte … ho appena acquistato l’ultimo libro di Enrico Deaglio, “La felicità in America” Serie Bianca Feltrinelli. A pagina 23: “Le vacanze istruttive di Camillo Olivetti” … quando si dice il caso! Che vi si racconta? Dell’anno 1893, dell’intraprendenza, dell’intelligenza e delle capacità del bisnonno Camillo. Del giovane ingegnere Camillo che accompagna negli States il suo professore di fisica, “tale” Galileo Ferraris, e che viene assunto all’Università di Stanford! Leggete, ragazzi, leggete!

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POST 1067 – ELEZIONI TRENTINE, INTERCETTAZIONI USA, CRISI ECONOMICA ITALIANA, POLITICA ITALIANA, MATTEO RENZI, STRARIPAMENTO DELLA POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Ottobre, 2013 @ 7:45 am

Detto altrimenti: “multa paucis”, molte notizie con poche parole

Immagini d’altri tempi …

1) Elezioni trentine. Sono molto deluso e preoccupato: ha votato solo il 63% degli aventi diritto. Il che mina alla base la nostra Autonomia che dovrebbe essere volontà e capacità di partecipare al governo della cosa pubblica. Ma se le cose stanno così, sarà facile per i detrattori affermare che la nostra è una “Autonomia bancomat”. Pericoloso, molto pericoloso. Dovremmo tutti girare per le strade con il certificato elettorale appeso al collo e chi non ha votato, non abbia diritto di parlare, di criticare, di approvare, di proporre alcunchè.

2) Intercettazioni USA. Sono molto deluso e preoccupato. Infatti io sono un europeista convinto sia per una ragione “interna europea” (Stati Uniti d’Europa), sia per una “ragione esterna”, cioè per la la necessità di arrivare ad un accordo fra USA e USE, United States of Europe, nel senso della definizione (e del rispetto) dei diritti morali, civili, finanziari e fiscali sia a fini interni (Coalizione USA-USE), sia a fini esterni (resto del mondo).

3) Fine della crisi italiana? Sono molto deluso e preoccupato. Infatti, ammesso che essa ci sia, mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori tre sottolineature:

 a. in ogni caso sarebbe una ripresa “all’interno dello stesso modello di sviluppo”, e poiché non mi risulta che sia stato fatto un esame di tale modello rispetto a tutti gli altri diversi possibili e probabilmente migliori modelli, sono perplesso circa la potenzialità strutturale di questa ripresa;

b. Faccio un esempio numerico: se a causa della crisi siamo caduti dal livello 1.000 al livello 200 ed ora la ripresina ci fa risalire dal livello 200 al livello 220, ci stiamo dimenticando la sofferenza di chi si trova nell’area 999-231. In altre parole: in assenza dell’assunzione di un diverso modello di sviluppo (che preveda ad esempio, la sospensione di tutti i grandi progetti per destinare tali risorse al finanziamento di una economia diffusa immediatamente operante a favore dei disoccupati; una campagna contro la corruzione e l’evasione fiscale; l’abolizione delle caste), la ripresina annunciata mi pare quella che in borsa è solo un “rimbalzo tecnico”. Mi spiego: se le onde del mare dopo avere colpito la spiaggia generano una risacca, ciò non significa che abbiano invertito il loro senso di marcia …

c. … nel frattempo l’Italia è fuori dal G8, fuori di fatto,  anche se non ancora formalmente!

4) Politica italiana. Sono molto deluso e preoccupato. Siamo alle solite: il teatrino della politica, concentrato su due primi attori, uno televisivo ed uno della rete. Nel frattempo, molto meno si parla dell’ILVA, del Sulcis, di Alitalia, di Telecom, dell’evasione fiscale, della corruzione (una per tutti: ASL Napoli, quid novi?) e molto meno di chi sta lavorando (Letta).

5) Renzi, idee nuove. Non sono deluso né preoccupato, ma solo incerto. Io non appartengo al suo partito politico, ma condivido quasi tutto ciò che dice. In Cuperlo riscontro un maggiore equilibrio. Apprezzo il lavoro di Letta. Tre uomini validi. Andrò a votare alle loro primarie.

6) 1.200.000 persone in Italia “campano, vivono” solo di politica. La più grande industria del paese, dieci volte il gruppo Fiat (da “Il fatto quotidiano”). Una esagerazione in sè ed ancor più se relazionata agli standard europei. Che dire? Forza …  Italia? No! Bensì FORZA EUROPA!

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POST 1066 – FINANZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Ottobre, 2013 @ 3:57 pm

Detto altrimenti: si fa presto a dire finanza …

1. Finanza: Guardia di Finanza
2. Finanza: finanza aziendale (io ho lavorato in questa)
3. Finanza: finanza speculativa ovvero mala finanza

La prima la conoscete. La seconda, all’interno di una SpA o di Gruppi di SpA, si occupa legittimamente della ottimizzazione dei flussi di denaro in entrata ed in uscita, del reperimento del denaro necessario e dell’investimento delle eventuali eccedenze di denaro.

La terza … eccola! La banca J.P. Morgan Chase & Co. (prima banca statunitense per asset) e le controllate Bear Stearns e Washington Mutual, tra il 2005 e il 2007 avevano rifilato a Fannie Mae e Freddie Mac, due gruppi di finanziamento e ipoteche, titoli garantiti da mutui ipotecari (poi definiti subprime) per complessivi $33,8 miliardi tacendo sulla loro scarsa qualità. La rapida perdita di valore di questi titoli fece scoppiare più tardi la crisi finanziaria del 2008, chiamata appunto dei “mutui subprime”. I due gruppi furono poi salvati dal collasso con aiuti statali per ben $187,5 miliardi. J.P. Morgan ha raggiunto un accordo con la FHFA, organo dal Tesoro statunitense, secondo il quale pagherà un risarcimento $5,1 miliardi.

In breve: una banca induce a contrarre mutui ipotecari persone che essa sa benissimo non potranno far fronte alle rate. Poi, il pacchetto dei mutui viene venduto di banca in banca a prezzo sempre maggiorato: tutte le banche ci guadagnano. L’ultima banca, per non restare con il cerino acceso in mano, “cartolarizza” il pacchetto dei mutui, cioè lo suddivide in quote di credito che vende ai risparmiatori privati, guadagnandoci anch’essa. Alla fine il debitore non paga, il privato risparmiatore fa ipotecare la casa ma non riesce a venderla. In definitiva, il debitore perde la casa e il risparmiatore i suoi risparmi, però … tutte le banche nel frattempo ci hanno guadagnato!

Ma la mala finanza non riguarda solo i mutui subprime. Riguarda anche e soprattutto le truffe che le banche d’affari (soprattutto londinesi … ah … la perfida Albione!) organizzano a danno di società ed enti pubblici anche italiani e del relativo sistema fiscale. Leggete il libro “Criminal bank” di Francesco Pratesi, Edizioni Laboratorio Gutenberg, Roma 2012, 200 pagine, €9,00 (assai ben spesi!). L’autore “ha conosciuto il mondo della finanza lavorando prima per una multinazionale, poi nelle banche d’investimento a Londra e a Milano …”. Vi si descrivono meccanismi finanziari non sempre semplici da capirsi da parte dei non addetti al lavori. Tuttavia il libro va letto, se non altro per la sua comprensione attraverso i processi mentali attraverso mi quali passa la coscienza del protagonista. dai, leggetelo e poi ne discutiamo insieme!

P.S.: uno dei “meccanismi” di facile comprensione: la società “A” ha filiali nel paese X (ad elevata tassazione) e nel paese Y (a bassa tassazione). La sua banca ha filiali nei due paesi e vende titoli che producono perdite per 100 alla filiale della società situata nel paese X e titoli che producono utili per 100 alla filiale della società situata del paese Y. La società si deduce le perdite nel paese ad alta tassazione, produce utili nel paese a bassa tassazione e divide l’ “utile fiscale” con la banca. Questa l’avete sicuramente capita. Ma c’è di peggio, di molto peggio!

Mentre state decidendo se leggere questo libro, rileggetevi il mio post n. 1054 …

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POST 1065 – VIAGGIO A BOLOGNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Ottobre, 2013 @ 9:48 am

Detto altrimenti: non basta guardare. Occorre vedere ciò che si guarda …

Ci sono stato tante volte, a Bologna. Città baricentrica, da sempre molto utilizzata per convegni, conferenze e raduni aziendali. Poi mio figlio Edoardo. Ha voluto studiare e laurearsi a Bologna. Ragione di più per andarci. Per trovargli casa, poi per aiutarlo a cambiarla più volte; per conoscere la sua compagna Sara; per la laurea; per fargli visita con “pranzo in collina”, e ora in occasione del “rifacimento” dei tendini di un ginocchio di un ex centroattacco, oggi “mister” della sua squadra.

Ogni volta, poco tempo per la città. Questa volta no. Mi sono concesso un pomeriggio. Dalle zone semi periferiche (Via Emilia Levante), ai Viali della circonvallazione, al centro. Mi sono concesso lo spazio mentale per “vedere” ciò che normalmente si “guarda” soltanto. Soprattutto le case e la gente. Le case. Traccia della vecchia campagna, case singole abbracciate dal loro piccolo giardino … “piccolo, tanto intorno è tutta campagna”. E invece oggi intorno ci sono anche palazzoni che quasi si stupiscono delle loro minute, anziane vicine di casa, di casa … è proprio il caso di dirlo!

La gente. Diversa nel senso “non tutta uguale”. Risalta infatti la presenza giovanile. Quanti sono gli studenti? Li vedi in periferia, in prossimità delle loro abitazioni perse in affitto; li vedi nel centro storico, in prossimità … (idem c.s.); li vedi per le vie eleganti del centro, in prossimità di abitazioni che non possono certo permettersi di prendere in affitto. E questa mescolanza di “generi” che ringiovanisce la città, amplifica la gamma dell’offerta commerciale: negozi extra lusso e negozi alla portata degli studenti. All’interno, fra le due categorie, una terza categoria, quella dei negozi per la maggior parte dei residenti. Tre livelli di offerta, fianco a fianco.

Frutta e verdura “da esposizione”, letteralmente!

Gente, sì, Gente. Lo ripeto perché la lettera maiuscola che ho usato non volevo fosse fraintesa nel senso “L’ha usata perché era l’inizio di una frase …” No, l’ho usata per esprimere l’apprezzamento verso i Bolognesi, per quel poco che mi è dato conoscere. E’ vero, la massa degli studenti sono una ricchezza per la città, ma essi sono accettati, anzi, accolti con molta umanità. Non solo per i soldi che portano. Non pochi infatti, sono gli studenti che a Bologna, mentre studiano, ci si fidanzano e che poi vi trovano lavoro. Ed ecco che la città si arricchisce di questi apporti di diversificazione anche dopo la loro laurea.

La Gente. Sarà il mio 50% di sangue toscano, ma io ci provo. Cioè, ci provo a provocare e a verificare il loro senso dello humor:

1) In farmacia. Davanti a me un cliente si lamenta di certi dolori. La farmacista lo ascolta, ne discutono insieme ben al di là della necessità di verificare l’idoneità della medicina acquistata. E’ il mio turno: guardo in faccia la farmacista e serio serio le dico: “Sa … anch’io ho un bel problema …” Mi fermo, aspetto un cenno di disponibilità al colloquio, che arriva subito con un aggrottare di sopracciglia che conferiscono alla mia interlocutrice un’aria decisamente interrogativa. Proseguo, serissimo: “ …sa, da settant’anni io sto continuamente invecchiando …”. Due secondi e appare il sorriso: “Ma sa che li porta proprio bene …”

2) Sul bus. Io e mia moglie siamo in piedi di fronte a due posti che un cartello invita a riservare ad anziani e a donne in stato interessante o con bambini piccini. Dopo poco una bella ragazza (sui 27 anni) che occupava uno di quei due posti, mi guarda e dice con una voce che mostra la sua piena disponibilità: “Forse voi volete sedervi …” ed allude al cartello. Io sorrido: “Signorina, no grazie … sa … le prime volte mi offendevo quasi, ci restavo male … ma ora mi ci sono abituato: sa … la prima volta … ero solo e stavo ammirando una bella giovane signora come lei … seduta come lei. La guardo, lei contraccambia lo sguardo e sorride a sua volta. Mi sono detto: hai fatto colpo, tò … che figo che sei ancora, Riccardo! E invece, subito dopo, la giovane e bella signora si alza e mi cede il posto!”. Ecco, la ragazza si mette a ridere … nel frattempo sono arrivato alla mia fermata. La saluto e scendo.

Una visita inaspettata, all’Archiginnasio (V. in internet) , la sede di una antica università. Il cortile interno aperto al pubblico, con il suo doppio colonnato e le centinaia di stemmi (araldici) degli studenti che vi si sono laureati. Ne individuo uno, della famiglia Spinola di Genova come me.

Soddisfatto, cerco la fermata del bus per tornare a casa di mio figlio. La individuo. Decido il senso di marcia. Maria Teresa insiste per l’altro senso. Aveva ragione lei …

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ST 1064 – GRILLO A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Ottobre, 2013 @ 6:56 am

Detto altrimenti: su qualche aspetto del tuo intervento, Beppe …

 1) La germanocrazia. Dice … noi saremmo asserviti alla Germania, che detta le regole. Io la vedo diversamente e mi chiedo: come ha fatto la Germania, uscita dalla guerra distrutta dai bombardamenti degli Alleati e dal pagamento dei danni di guerra ad essere la prima potenza economica europea? E poi, ok, non sarà tutt’oro quel che riluce, ognuno fa i propri interessi, ma se l’azione della Germania tende ad avvicinarci all’Europa, alla costituzione degli Stati Uniti d’Europa, io sono di quella partita. E la Germania ci vuole più europei, meno burocrati, meno evasori fiscali, meno corruttori, più capaci di indignarci, di reagire agli scandali. In una parola: più seri, più maturi e non bulletti di periferia da “panem et circenses, ai quali si può raccontare qualsiasi favola, basta saper maneggiare TV o la rete. Capito mi avete, Beppe e Silvio?

3)La politica del rigore. Concettualmente la Merkel ha ragione. Tuttavia sbaglia nel pensare che – in parallelo – noi Italiani si facciano, con la stessa velocità ed incisività,  le riforme necessarie a completare una manovra complessa ed articolata. Ed ecco allora che la politica del rigore non basta, anzi, diventa un fatto negativo. Ma non devi prendertela con la Merkel, Beppe, ma con noi stessi, anzi, anche con te, che con il tuo intervento di “indisponibile al colloquio”, unito agli effetti deleteri del Porcellum, hai contribuito ad ingessare la situazione.

2) Il debito pubblico. Dice … “Non va rimborsato, non vanno pagati interessi! Ribelliamoci!” Belandi (“accipicchia” dal dialetto genovese) … belandi Grillo, e te pa’ninte? (E ti sembra cosa da niente?). Sarebbe una rivoluzione che isolerebbe l’Italia dal contesto politico ed economico internazionale… E ti pare questo il momento di “isolarci”? Noi che al nostro interno abbiamo dimostrato tutto tranne che la capacità di far quadrare economia, finanza, agricoltura, industria, turismo, convivenza sociale, etc.? Chiuderci in noi stessi? Ma lo sai che un mio amico albanese, oggi primo violoncello della Orchestra del Teatro di Praga, mi raccontava che in Albania, anni addietro, a suo padre ingegnere era proibito di ricevere e leggere le riviste tecniche estere? E’ questo isolamento che vuoi? Ma via …siamo seri … Beppe! No, dico io. Possiamo intervenire con un rescheduling del debito sulle sue scadenze, accompagnato da emissioni “sostitutive “(swaps) di obbligazioni irredimibili … quello si, il tutto però accompagnato da una politica seria, la quale è possibile solo con una nuova legge elettorale: e tu vuoi mantenere il Porcellum!!” Ma allora … il re è nudo!

3) I pensionati.20 milioni di privilegiati, la zavorra che rallenta la  navigazione verso il sole dell’avvenire”. Eh no, Beppe … non ci siamo. Io ho 70 anni, ho lavorato una vita, ho una pensione assolutamente non elevata che però mi consente di vivere decorosamente, sia pure tenendo i conti delle spese e non cambiando un’auto che ha 230.000 km., e tu mi indichi come la concausa dei mali del paese? Eh no, caro mio … è facile per te parlare … dalla tua posizione di milionario in euro con villa milionaria a S. Ilario, la collina genovese dei privilegiati, affacciata sul mare di Genova Nervi, con un’altra villa sul mare in Toscana … No, non accetto questa tua predica da padre Zappata. Dice … ma io me li sono guadagnati questi denari! Ok, dico io … ma noi pensionati (non mi riferisco certo alle scandalose pensioni d’oro), noi pensionati “normali” – dicevo – non ce la siamo guadagnata la nostra vecchiaia? Ma che caspita dici, Beppe!?

Don Lorenzo Guetti

4) La nostra Autonomia. E te ne vieni qui in Trentino a farci la predica, a noi “privilegiati dalla nostra Autonomia”? Ma lo sai come è nata, storicamente? Hai studiato vita ed opere di Don Lorenzo Guetti, di Alcide Degasperi? Lo sai che Autonomia significa desiderio, voglia, volontà, impegno, capacità di partecipare alla gestione della cosa pubblica? Va, leggi, studia, rifletti: poi ne riparliamo.

5) il vincolo di mandato.  200-300.000 euro di penale ai parlamentari 5Stelle che cambiamo partito? Quale differenza cui sarebbe  fra chi paga i parlamentari per aderire al proprio partito e chi li multa per non far loro abbandonare il proprio partito?

6) Rivoluzione. Beppe, la tua è sicuramente una rivoluzione. Ma io non mi fido delle rivoluzioni, di qualsiasi tipo esse siano. Preferisco le “evoluzioni”, a cominciare dalla modifica della legge elettorale, che invece tu e Silvio invece volete mantenere com’è oggi. Che stiate per fare una nuova diversa Grosse Koalizion? Pensa un po’ che colpo di teatro! Nuova Forza Italia e M5S alleati! Come chiamarla? telo dico io: Forza Stellare, che ne dici? Io, comunque, con questo mio post, ti ho “bruciato” l’idea! Non potrai più dire che era una idea tua, originale … (attento: il logo Forza Stellare l’ho brevettato io, proprio ieri, per Italia, S. Marino e Vaticano).

7) Beppe, si dice “in cauda venenum” e invece no. Io nella cauda ci metto  cose buone: alcune idee tue sono assolutamente condivisibili, quale quella, ad esempio, quella della elencazione di un nuovo ordine di priorità (un esempio: più burro e meno cannoni, cioè più interventi seri nell’economia diffusa e meno cacciabombardieri F35). Ma allora, perché non sei entrato in un governo di coalizione, o perché non hai dato l’appoggio esterno ad un governo di centro sinistra, in contropartita della realizzazione dei alcuni tuoi obiettivi seri? Perché hai consentito che il Governo Letta sia in balia dei continui aut aut isterici della Silvio SpA? No, tu vuoi il 100%. Ed allora se le cose stanno così, te lo devo dire: il 100% dei consensi e/o il 100% del potere mi fa paura. Si, paura perché sarebbe una dittatura.

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POST 1063 – F 35

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Ottobre, 2013 @ 12:48 pm

Detto altrimenti: “35” … un numero da giocare su tutte le ruote del lotto!

35 i capi si Stato spiati dagli USA. 35, la componente numerica della sigla che contraddistingue i cacciabombardieri F 35 che – purtroppo – stiamo acquistando dagli USA.

Pare che (anche) noi Italiani si sia stati spiati soprattutto per la questione della basi USA nel nostro Paese (Verona, Sicilia) e per l’ F35 affair (“Li comperano? Non li comperano? Noi venditori della USA SpA dobbiamo saperlo … infatti li abbiamo già inseriti nell’ ”ordinato” e vorremmo passarli presto nel “fatturato”: infatti il nostro premio di produzione – MBO, Management By Objectives – scatta con l’emissione della fattura, e che diamine!”).

Qualcuno afferma: sono cose che si sapevano: il grave è che se ne parli … nel senso che se appena appena sono venute allo scoperto, è ovvio che i capi di Stati spiati debbano stare al gioco e faciano gli indignados. Ci mancherebbe altro!

Altra interpretazione: a fare emergere il tutto è chi NON ha interesse a che USA ed Europa si accordino su troppi temi, perché potrebbero arrivare ad accordarsi anche sulla lotta (vera) ai paradisi fiscali. Figurarsi …. ci mancherebbe altro! E allora, facciamoli litigare un po’ fra di loro e portiamo alla luce del sole cose che stavano comunque (reciprocamente) succedendo ma di cui era meglio non parlare. Quaeta non movere, dicevano i nostri antichi padri latini. E invece ora le res quaeta, le cose quete, sono state mosse, e come!

Fra l’altro, questo “ribollir di tini” potrebbe anche rallentare l’estensione del sistema UE dei controlli su tutte le banche europee (“Hai visto mai che poi l’UE voglia estenderlo anche alle nostre banche, a ri-ci mancherebbe altro!”).

E poi, in USA gira una voce (dal sen fuggita). “Che è ‘sta storia che l’UE potrebbe costituire la ERA – European Rating Agency, per valutare e sanzionare le corbellerie della nostre Agenzie di rating? Che poi, a volere dirla tutta, corbellerie non sono, perché prima di dare il voto a Tizio e a Caio, loro sanno bene se comperarne o venderne le azioni ed i relativi titoli del debito pubblico …”.
La mia conclusione: GLI STATI UNITI D’EUROPA, aber shnell, auch! E presto, anche!

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POST 1062 – LIGURIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Ottobre, 2013 @ 6:54 pm

Detto altrimenti: mi è venuta nostalgia della mia “acqua d’origine”

…con queste barche sarebbe “un pochino” vietato allontanarsi così tanto dalla costa, ma tant’è …

Mi rivedo al tramonto, a bordo di una barca olimpica monoposto, una di quelle lunghe, con gli scalmi esterni, il sedile scorrevole … ben oltre i limiti consentiti dalla legge a barche del genere (non ditelo a nessuno, per favore, che non si sappia!).

Sono solo. Il mare respira, non sono onde i suoi movimenti, ma un alzarsi e abbassarsi dolcemente, come di un caldo lenzuolo orizzontale che lentamente sia spinto ora in alto ora in basso. E’ il tramonto: mi fermo e vedo ciò che molti solo guardano senza vedere …

 

 

 

 

 

 

Tramonto sul Mar Ligure

(Foto Valentina L.D.)

Non sai
dove l’onda di sale sia nata
se veglia
oppur se riposa
né quale sia l’ultima meta dell’ala incantata
che avanza e ritrae il suo velo
la liquida seta di sposa
ad un cielo
che colma lo spazio d’amore.
E senza rumore
la mente s’immerge nell’acqua
nuotando pian piano
per non farle male
e con la sua rete
cattura al ricordo le nuove emozioni.
Poi
tu alzi i remi
e come in un rito
depositi in mano al tramonto dei suoni
l’essenza feconda
di piccole gocce di smalto
prezioso vagito
che hai ripescato
dal fiordo abissale
profondo infinito.
E vento di luce
d’azzurro cobalto
sospinge la barca alla sponda
sorgente dal Mare
che ormai al Cielo s’è unito.

Buon tramonto ligure a tutti!

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POST 1061 –MEDIA(O)CRAZIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Ottobre, 2013 @ 6:09 pm

Detto altrimenti: potere, governo dei media TV e Rete

La media(o)crazia, da media, mezzi di comunicazione …però, a pensarci bene, anche da “mediocre” … il governare mediocremente da parte di chi mediocre non sarebbe, ma è costretto a tal agire dai condizionamenti di una legge elettorale definita dal suo stesso ideatore “porcata”.

Non permettiamo che il nostro cervello ci abbandoni

Ma non volevo parlare di mediocrità, ma di media, che poi si legge midia, cioè dei mezzi di informazione (raramente purtroppo, anche mezzi di vera comunicazione, di communis actio, di dialogo, di azione comune!), cioè di mezzi di locomozione, cioè dei “treni” i cui vagoni dovrebbero trasportare sino a noi merci particolari, e cioè informazioni “vere” e significative. Ma così purtroppo spesso non accade. Quindi, perlerò non della mediocrità di singole persone, ma della mediocrità dell’informazione. I vari passaggi sono: non informazione; disinformazione; informazione. Finalmente! Direte voi, amiche lettrici e amici lettori, siamo arrivati all’informazione! Già … ma io mi permetto di sottoporre al Vostra attenzione alcuni recenti e purtroppo attuali degenerazioni della informazione:

Informazione leggera, o light: quella che non attribuisce a ciascun messaggio il giusto “peso specifico relativo”, cioè non mette ciascun episodio narrato nella giusta rilevanza soprattutto nella corretta connessione rispetto a gli altri, per cui anche fatti molto importanti vengono diluiti. Un esempio? Uno scandalo a caso, quello recente della ASL di Napoli: invece di essere considerato parte di un sistema di scandali e quindi fatto gravissimo, viene diluito fra i tanti altri scandali, e quindi non fa più scandalo, bensì prassi …

Informazione parziale: quella che ci informa sui costi di acquisto dei cacciabombardieri F35 (12 miliardi) e non anche sui costi del loro uso e manutenzione (altri 24 miliardi, secondo calcoli USA).

Informazione “interrupta”: quella di cui si parla poco e poi non più (lussuoso yacht acquistato con i soldi di un partito politico dal figlio del suo leader).

Informazione fuorviante (cosiddetto falso scopo): quella di notizie vere, ma che distraggono dal problema principale (IVA-IMU … non si parla d’altro, mentre poco di sì dice, ad esempio, dei flussi di denaro pubblico dai cittadini agli Stati, da qui all’UE, da qui alle banche che popi non fanno credito ai cittadini, e il cerchio è chiuso … chiuso …ohibò … si fa per dire).

Informazione condizionata: quella condizionata dai vincoli del Porcellum.

Informazione sensoriale: quella che ci fornisce la percezione sensoriale di uno o più fatti, ma non ci dà la visione d’insieme del problema (cioè quella che ci fornisce l’analisi degli interventi settoriali del governo ma non la visione della validità dell’attuale modello di sviluppo).

La chiudo qui. Il fatto è che l’informazione (IT – Information Technology: cosa fa il politico Tizio? Fa questa cosa) dovrebbe trasformarsi in comunicazione (ITC-Information Comunication Technology), cioè in dialogo fra il politico e il popolo (“Perchè fai questa cosa?”) o quanto meno, in primissima battuta, in dialogo fra il politico ed il giornalista, al quale deve essere consentito di formulare la famosa “seconda domanda”, dopo che dal politico ha ricevuto la prima risposta, in genere abbastanza generica e di “disimpegno”. La seconda domanda, quindi, e poi anche la terza e così via. E la stessa cosa dovrebbe fare ciascuno di noi: porre prima a noi stessi e quindi subito dopo al politico la prima, la seconda, la terza domanda e così via … approfondire, ricercare la visione d’insieme, il cui prodest, cui bono …  cioè chiedersi: alla fin fine … a chi giova?

Da una mia trasferta bolognese, 24 ottobre 2013

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POST 1060 – ALITALIA, ITALIA, MODELLO DI SVILUPPO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Ottobre, 2013 @ 8:40 am

Detto altrimenti: facciamo alcuni collegamenti

Un mio vecchio capo (1), presidente di una finanziaria di io ero direttore, mi diceva: “L’importante è saper fare i collegamenti … chi li fa vince”. Ed io mi sforzo di non dimenticare la sua lezione.

Italia, bellissima … purchè non … crolli!

1. L’Italia è un paese ricchissimo di bellezze naturali, arte, storia, cultura, ottima cucina (che non guasta).
2. L’Italia è un paese turistico, forse il primo al mondo per la potenziale offerta turistica.
3. Italia: offerta solo potenziale, perché non organizzata dall’Enit.
4. La compagnia aerea del paese è sull’orlo del fallimento.

Collegando i quattro punti fra di loro, mi chiedo: non è forse il caso di rivedere il nostro modello di viluppo nella direzione della difesa del territorio; del rilancio degli investimenti nei settori nei quali potremmo/potremo e quindi dovremmo/dovremo eccellere; della trasformazione dell’Enit da ente che pensa ai propri dipendenti in ente che promuove il turismo dell’intero paese; del coordinamento di Alitalia con i progetti di sviluppo turistico, inserendone l’offerta nei vari pacchetti venduti alla clientela estera?

(1) Senatore Bruno Kessler, Presidente di ISA SpA, Istituto Atesino di Sviluppo, Trento

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1059 – “LA PAZIENZA E’ AMARA, MA I SUOI FRUTTI SONO DOLCI” (… almeno, così speriamo tutti noi!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Ottobre, 2013 @ 7:31 am

Detto altrimenti: va bene la pazienza, ma … quo usque tandem, politica, abuteris patientia nostra?

(Scritto ieri sera, 22 ottobre 2013. Pubblicato questa mattina, 23 ottobre 2013)

Inizia

Quo usque tandem Catlina (pater conscriptus, ovvero “senatore” anch’egli!) abuteris patientia nostra?

Fino a quando, politica abuserai della nostra pazienza? Non riesco a rispondermi. Sono un po’ stanco di rimuginare questi temi (ma non mi arrenderò, state tranquilli). Vado fuori all’aperto … a fare due passi. Davanti casa (romanesco) … davanti a casa mia c’è un fiume, la Fersena (dialettale) … il Fersina, fiume perché ha sempre acqua. Un po’ di aria fresca mi farà bene. Verso monte, attraversato da un ponte di ferro, corsia centrale per le auto, due passaggi pedonali ai lati, molto utilizzati dagli studenti del vicino Liceo. Fra questo ponte ed il successivo, a valle, circa 600 metri. Il giro completo 1250 metri. Giro più volte. In senso orario ed antiorario. Respiro l’aria che scende, a cavallo delle piccole onde del fiume, dalla Valle dei Mocheni, unica valle tedesca del Trentino.

Le mani nelle tasche del giubbotto nero della Slam. La destra incontra il Nokia. Perché no? Una foto. Troppo comoda questa nuova piccola macchina fotografica che è anche un telefono ed un PC. Ferro e fiori, non “ferro e fuoco” … Un’era dei fiori … la speranza che sostituisca l’attuale era del ferro e di ferro che sta dilaniando il Paese. Legge di stabilità, ex Legge finanziaria, ex manovra, ex stangata. Cambiano i nomi, non la sostanza. Rifletto: questa maggioranza non è tale. E’ troppo autovincolata, “grazie” al Porcellum … un’auto a doppi comandi: uno accelera, l’altro frena.

E la politica? Mi pare impegnatissima a fare il bene comune … comune a tutti, ma tutti chi? Tutti i politici. Le grandi intese, unica soluzione possibile, al momento, ma non può, non deve durare: occorre andare al voto con una nuova legge elettorale. Vedo impegnati i partiti in tutto tranne che su questo obiettivo.

Devo ringraziare la caduta del muro di Berlino. La caduta del comunismo, benchè qualcuno oggi insista ad accusare i suoi avversari politici di essere “comunisti” (!?). Infatti noi italiani, espertissimi in “politica gattopardesca” avremmo convinto l’Europa e gli USA che il pericolo rosso avrebbe dovuto essere fermato, anche a costo di fare ordine … in qualche modo … in qualunque modo …

Giovanni De Lorenzo

No, per fortuna oggi nessuno ci crederebbe più, a questa “minaccia”, né l’Europa né gli USA … e poi anche loro, oggi, hanno i loro problemi interni. Gli USA quasi al default, iniziano a multare le loro banche truffatrici; la Francia che scivola sulla buccia di banana di una espulsione analoga alla nostra kazaka (ma almeno loro scendono in piazza, per questo fatto … noi no … no … non noi …). Ma io, a cosa penso? Anni ‘60, Genova. La mia famiglia: babbo (toscano), Maresciallo Maggiore alla Legione Carabinieri, Castello Makenzie, Ufficio Matricola. Due figli all’Università (ingegneria e Giurisprudenza). Uno al ginnasio. Mamma insegnante alla Scuola Media Statale Andrea Doria. Improvvisamente lo Stato (il Signor Generale dei CC, NH  Giovanni De Lorenzo) divide la famiglia: babbo trasferito a Cles (TN). In Trentino Alto Adige, forse perché tanti anni prima aveva già lavorato in questa Regione: carabiniere a Palù dei Mocheni, Brigadiere a Bolzano (dove aveva conosciuto mamma) e a Vermiglio (Val di Sole). Ma non fu un caso isolato. Infatti tutti i “marescialloni” dei CC che operavano centralmente nelle Legioni erano stati trasferiti sul territorio. Per strutturarlo. In preparazione di cosa? Fate voi … Ma la “cosa” per fortuna non andò a buon fine. Dopo due anni babbo si concedò e rientrò in famiglia. Quanto meglio sarebbe stato lasciarlo lavorare a Genova … e come lui tanti altri, e non dividere tante famiglie …

Ecco, dopo tanta pazienza (amara) ora abbiamo diritto ai suoi frutti (dolci): una nuova legge elettorale, e vinca chi è più votato, sperando che sia il migliore.

Finisce

Ecco a cosa stavo pensando mentre “solo e pensoso i più deserti … “marciapiedi, andavo” misurando a passi tardi e lenti, e gli occhi “portavo” per fuggire intenti, ove vestigia uman l’arena stampi”.

P.s.: Corsera, 13 ottobre 2013 – Il Corriere del Trentino – Regione Attualità, pag.8 – La laureanda/neolaureata bolzanina Laiza Francato, nella sua tesi di laurea critica l’originalità del romanzo (storico, n.d.r.)  “Eva Dorme” della scrittrice romana Francesca Melandri, nel  quale le vicende del romanzo sono ambietate nella storia dell’Alto Adige “di mia mamma (fra l’altro già insegnante dell’On.le Berloffa), di mia zia (ragioniera in Provincia presso l’amministrazione Magnago) e di mio babbo”.  Io non condivido la sua critica. Il libro della Melandri è una ripresa di fatti che io stesso, direttamente e tramite il racconto dei miei genitori e parenti, ho vissuto. Che poi anche altri abbiano trattato prima di lei la  materia … be’ mi sta bene: non ho mai ritenuto che dovesse esistere un solo unico libro di storia, un solo unico romanzo rievocativo, una sola unica testimonianza ….  di nessun fatto. Quindi rinnovo il mio “Brava!” alla Signora Melandri.

E per finire, in cauda venenum: l’iniziativa della Francato mi pare una forzata ricerca di originalità, un cercare di essere illuminata da luce riflessa … un contributo il suo di cui proprio non si avvertiva  necessità, bisogno, utilità. Un buon voto di laurea, comunque, le va dato, se non altro per l’esercizio “muscolare” che ha fatto (oh, così almeno mi sono sfogato …)

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