TG3 DEL 13 DICEMBRE 2012, ORE 19,00, cioè 45 minuti fa

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2012 @ 7:55 pm

Detto altrimenti: facciamo una sintesi (con un post “tempestivo”)


PPE, partito Popolare Europeo. Monti, inaspettatamente e inusualmente, si presenta alla riunione e spiega che si dimetterà perché il PDL gli ha tolto la fiducia. Monti è acclamato da tutti. Lui e la sua politica. L’agenzia di rating Moodi’s non declassa l’Italia, anzi, commenta che è sulla buona strada. L’asta dei BOT a 3 anni va bene, a tassi minori dei precedenti.

Io non ho approvato quelle che a mio sommesso avviso sono “carenze” nella azione di Monti (ad esempio, la mancata riscalettatura delle aliquote delle fasce alte di reddito, come fatto in Francia; la mancata patrimoniale diversa dall’IMU che è stata una patrimoniale diffusa sui ceti medio bassi; il mancato esame sulla idoneità o meno dell’attuale modello di crescita) così come non ho approvato  scelte – ovviamente sempre a mio sommesso avviso – sbagliate (ad esempio, il TAV; gli F35; un governo composto di sole persone “ricche”), ma lo devo ringraziare: questa sera, dopo tanti anni, mi sono sentito un “Italiano rispettato in Europa”.  E mi si è riaccesa la speranza in un futuro migliore. Pertanto  dico:

GRAZIE, PRESIDENTE MONTI!

La Banca d’Italia rende pubblico un suo studio: la ricchezza privata è multipla del debito pubblico (bene!). Solo che il 50% della ricchezza privata è posseduto dal 10% della popolazione. Gli Italiani, privatamente, sono indebitati meno di tutti gli altri paesi occidentali (bene!) E allora, fino a quando non avremo deciso di riflettere se continuare a puntare su questo modello di sviluppo, per il momento non ci resta che gestire al meglio il modello di sviluppo attuale, e cioè aumentare i consumi e quindi la produzione, cioè spostare ricchezza da quel 10% (se non altro perché più di tanto non può consumare) al 90% della popolazione, che potrà ricominciare a lavorare, ad accendere il mutuo casa, a cambiare l’automobile, a sposarsi, a far figli, a costituirsi una pensione.

Come spostare questa ricchezza? Provate a rispondere voi lettori, alla domanda.

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STATISTICA DEL BLOG

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2012 @ 1:54 pm

Detto altrimenti: quanto leggete il mio blog, amici?

Amici del blog, grazie! Il mio blog ha pubblicato il primo post il 6 dicembre 2011. Nel mese di novembre 2012 (cioè dopo i primi 12 mesi di vita, praticamente è un blog neonato!) sono stati registrati 22.548 contatti mensili, con una media di 751,60 visualizzazioni al giorno. Vi ringrazio perché un libro, una poesia, un blog non esiste quando si scrive, ma quando viene letto. E pertanto è la Vostra attenzione che dà un senso importante al mio impegno.
Attendo quindi, sempre più numerosi, anche i vostri commenti scritti!
Buon periodo pre natalizio a tutti!
Riccardo Lucatti

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CE N’E’ PER TUTTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2012 @ 10:11 am

Detto altrimenti: di bene e di male

(foto Corsera – Rupert Hartley)

In Italia, un partito che viene definito “moderato” (ma le parole, non erano pietre?) vuole strappare la barba agli islamici e prendere a calci nel fondo schiena gli immigrati. In Inghilterra il Signor Jatenderoapl Bhullar, venticinquenne sich, entra a far parte della Guardia a Buckingham Palace.

 

 

 

“Me ne frego!” scrivevano sui muri certi gruppi politici del passato. “I care” (“mi prendo cura di”) scriveva sul muro Don Lorenzo Milani. Oggi è ricomparso il “me ne frego”, in versione aggiornata.

Fascismo, anti-fascismo, anti-sfascismo. Dicesi anti-sfascismo quel movimento che si pone come obiettivo
1. il pieno rispetto non solo formale della Costituzione e delle altre leggi
2. la trasformazione della politica in Politica
3. il perseguimento del bene comune
4. una riscalettatura delle priorità del Paese
5. la promozione del Progetto Europa
6. un esame sul modello di sviluppo da adottare
7. ridare un futuro ai giovani, anzi, a tutti
8. la lotta
• alla immoralita’
• alla amoralita’
• alla corruzione/concussione
• al super cumulo di incarichi
• al conflitto di interessi
• all’evasione e alla elusione fiscale
• agli scandali
• agli sprechi
9. Varie ed eventuali (spazio disponibile per i lettori)

Quanto sopra, al fine di evitare lo “sfascio” del Paese. Da qui il termine anti-sfascismo.

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TRENTO STORIA, SOPRATTUTTO PER I GIOVANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2012 @ 7:34 am

Detto altrimenti: i fatti del passato nel libro di Luigi Sardi e Sandro Schmid “30 Luglio 1970 – Storia della Ignis e del neofascismo trentino”, presentato ieri, 43° anniversario della strage di Piazza Fontana. Pubblicazione sponsorizzata dai tre sindacati nazionali e dalle ACLI. Libro dedicato all’ex sindacalista Giuseppe Maffei, commemorato oggi alle ore 17,00 al Palazzo della Regione, a Trento.

(Neofascismo, anti-fascismo … si, ma anche anti-sfascimso, cioè contro l’amoralità degli scandali che rischiano di “sfasciare” il nostro Bel Paese!)

Troppo spesso da parte di molti di noi si accenna ad un fatto storico o letterario, una parola, una citazione, come se stessimo offrendo al nostro interlocutore un estratto, un concentrato della nostra profonda scienza, conoscenza e coscenza, mentre invece conosciamo solo quel riferimento, quella citazione. E l’interlocutore, il più delle volte, non è da meno di noi stessi, accetta di essere coinvolto così, in modo superficiale, anche perché non saprebbe lui stesso come approfondire.

Un film USA, abbastanza recente. Non ne ricordo il titolo. Una giovane politica deve affrontare un party frequentato da membri del congresso americano. Teme di non sapere come intervenire nelle varie discussioni nelle quali probabilmente sarà coinvolta, fra un aperitivo e l’altro. Un suo amico l’aiuta. Le insegna cinque risposte standard, tutte generiche. Ecco, le dice, quando non sai cosa rispondere, guarda me: ti farò segno con la mano destra uno, due, tre … e tu risponderai con la risposta corrispondente. In caso di estrema difficoltà, c’è sempre un’ancora di salvezza. Rispondi;: “Certo che se si tiene conto dell’emendamento 427 … la cosa assume un profilo del tutto diverso”. Solo sappi che questo emendamento none esiste. E così accade. Di fronte ad una domanda particolarmente insidiosa, la giovane dà la “risposta magica”. Tutti la accettano per buona. Lei si sgancia dal gruppetto di interlocutori. Dopo qualche minuto il regista inquadra altri gruppetti di congressisti: una frase che si coglie nei vari discorsi è “Certo che se si tiene conto dell’emendamento 427 …”, che tutti danno a vedere di conoscere alla perfezione.

(Questo articolo potrebbe già finire qui. Avrebbe già un suo significato, non vi pare?)

Ieri i due Autori Sardi-Schmid hanno presentato il loro ultimo libro, che è soprattutto un libro di storia, cioè una raccolta di testimonianze, documenti, fatti separati dalla loro lettura. Io conoscevo appena la materia e non mi è certo bastata la loro pur chiara presentazione per impadronirmene.

(Io ho conosciuto il “tentativo De Lorenzo” , qui in Trentino, in qualità di figlio di un Maresciallo CC, che a suo tempo, dopo l’8 settembre, aveva detto  “Nein!” ai Tedeschi e si fece due anni di campo di concentramento in Germania)

Ed allora che fare? Fare finta di conoscerla, citare qua e là una sorta di emendamento 427 e parlarne, oppure rimandare il tutto a dopo che io stesso avrò letto il loro libro? Bè, amici, in questo caso, “tertium datur”: infatti ho pensato cioè di dare comunque un segnale tempestivo del libro (Tipografia Editrice Temi, 2012) e di rimandare il suo approfondimento a dopo che io stesso lo avrò letto. In tal modo anche chi non fosse stato a conoscenza della pubblicazione soprattutto i giovani! potrà procurarsela ed intervenire al dibattito anche su questo blog, essendo a sua volta documentato.

Luigi Sardi, nato a Como nel 1939, è stato giornalista e inviato speciale del quotidiano “Alto Adige” dal marzo del 1959 all’agosto del 1998. Ha scritto con i giornalisti Gian Pacher e Mario Ferrandi “Gli anni delle bombe” edito dalla Seta di Bolzano; con altri autori “Sloi, incubo nella città” e “Sessualità, aborto e maternità nel Trentino”. Con Gigi Faggiani “Fassalaurina una valle di cemento”, con il giornalista della Rai Maurizio Struffi “Fermate quel giudice” e per Edizioni UCT “Sloi fabbrica dei veleni”. Per la casa editrice “Curcu & Genovese” di Trento ha pubblicato nel 2001 “Delitti e misteri del Trentino”, nel 2002 “I due Cermis”, nel 2004 “Battisti, Degasperi, Mussolini – Tre giornalisti all’alba del Novecento” e nel 2005 “1915 Monti Scarpazi – Il Trentino nella Grande Guerra”. Con Elio Fox ha pubblicato “Uil Trentino e l’Italia 1861-2011” (Tipografia Editrice Temi). E’ membro attivo del Circolo Culturale Accademia delle Muse, Trento, ove interviene per la “sua” Musa, Clio, la Musa della Storia.

Sandro Schmid, Nato a Trento nel 1942. Laurea in filosofia. Sindacalista Cgil, leader
della Flm  trentina durante gli anni caldi degli anni Sessanta e Settanta. E’ stato responsabile nazionale a Roma con Bruno Trentin nella Flm (politiche industriali) e nella Cgil (mercato del lavoro); nella Segreteria Nazionale della Fulc con Sergio Cofferati. Tornato a Trento nel 1993 a capo della Cgil del Trentino è stato eletto deputato dell’Ulivo nel 1996-2001. Giornalista-pubblicista ha collaborato con l’Alto Adige, L’Adige, il Trentino, Tca. E’ stato presidente dell’Ass.ne culturale Uomo Città Territorio. Ha pubblicato:  I Ragazzi Senza ed. Ediesse 1985; Ai Cancelli della Fabbrica (con F. Sandri) ed. UCT 2007; 1968 Trentino ed. UCT 2008; 1969 Autunno Caldo Trentino ed. UCT 2009; Renato Sinigaglia – un antifascista marchigiano-trentino, ed. Temi 2011. Attualmente è presidente dell’Anpi del Trentino (Ass. Naz. Partigiani d’Italia).

 

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EDIZIONE STRAORDINARIA: ILVA, LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI TRANNE LE ECCEZIONI DI LEGGE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2012 @ 8:57 am

Detto altrimenti: per l’ILVA, e facciamola questa eccezione!

Ne abbiamo fatte tante di eccezioni … no al finanziamento ai partiti? E noi ci siamo inventati il rimborso delle spese elettorali non sostenute. Riunifichiamo tutte le gestioni in capo all’INPS? E noi ci siamo inventati le “gestioni separate”. Abbiamo detto che la legge è uguale per tutti? E noi ci siamo inventati i diritti acquisiti, quelli almeno non si toccano, la legge è uguale per tutti gli altri, quelli dei doveri acquisiti.

12.12.12: Il Brenta visto dalla Paganella. Da sinistra: Cima Tosa, Campanil Basso, Sentinella,  Campanil Alto, Sfulmini, Torre del Brenta e, all’estrema destra, Cima Brenta

Ora il GIP di Taranto non dissequestra i prodotti ILVA realizzati in contravvenzione dl sequestro degli impianti perché il decreto salva Ilva non può avere efficacia retroattiva. Ok, tutto esatto, il medico sta applicando le migliori regole della scienza medica ma … ma il malato sta morendo: 1400 operai a casa.

Anzi, mi è venuta un’idea: lo Stato espropri lo stabilimento ai proprietari e glie lo paghi. Come? Con  titoli del debito pubblico, “Serie Speciale Ilva Irredimibile 2%”. Quanto pagare? Il prezzo di mercato dedotto il risarcimento dei danni procurati a persone e cose (comprese le conseguenze dei provvedimenti giudiziari) e quanto sarà necessario per mettere a regime gli impianti e risanare l’ambiente.

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DEFICIT, AVANZO FINANZIARIO, DEBITO PUBBLICO, SPREAD, LA RANA NEL POZZO, LA QUESTIONE MORALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2012 @ 8:09 am

Detto altrimenti: per i non addetti ai lavori … e anche per qualche addetto, visto che da interviste TV abbiamo appreso che alcuni parlamentari confondono il deficit con il debito!

Premessa

Piero Calameadrei

Piero Calamandrei, insigne costituzionalista, per indicare come è necessario che ogni cittadino sia consapevole di ciò che accade nella vita pubblica, da buon toscanaccio qual era raccontava la seguente storiella: Una nave sta naufragando. Il capitano avverte i passeggeri. Uno, in particolare, gli risponde. “O che m’importa se la nave affonda:  un è mica mia!”

 Deficit e avanzo finanziario

Lo Stato non è una Società per Azioni, tecnicamente non redige un bilancio (quanto ha guadagnato o perso, la sutuazione del patrimonio attivo, cioè immobili, società, etc. –  e passivo, cioè debiti) ma un rendiconto finanziario: quante sono state le entrare e quante le uscite e qualè il livello del mio “patrimonio passivo” cioè dell’indebitamento. Se le entrate hanno superano le uscite, si ha un avanzo finanziario che può essere destinato alla riduzione del debito, al miglioramento dei servizi, ad investimenti. In caso contrario si incrementa ulteriormente l’indebitamento, si è costretti a ridurre i servizi, non si possono fare investimenti.

Debito pubblico

2.000 miliardi di euro. La mia calcolatrice dice che noi Italiani abbiamo un debito di 33.333 euro a testa, il che, moltiplicato per i 60 milioni che siamo, fa 2.000 miliardi di euro. Il conto torna. Il debito è stato contratto in tranche successive. Man mano che una tranche scade, o la rimborsiamo con fondi nostri (ma non abbiamo l’avanzo finanziario necessario) o la rinnoviamo ad un tasso inferiore, uguale o superiore. Nel frattempo paghiamo gli interessi su tutto il debito esistente.

Aggiudicato al 3,75%!

Come si rinnovano le tranche del debito? Attraverso le aste organizzate dal nostro Tesoro: Offro titoli di debito pubblico per 100 miliardi di euro al 3% scadenza a tre anni. Chi li compera? Io, ma voglio il 4%. Io li compero al 3,75% …. Nessuno offre di meno? Aggiudicato al signore al 3,75%.

Ma chi sono questi acquirenti? Per il 50% sono soggetti esteri: banche, fondi di investimento etc. Tuttavia sarebbe bene che oggi qualcuno lo dicesse con chiarezza a noi cittadini, mi dicesse cioè chi è il creditore dei miei 33.333 euro di debito, non vi pare?

Questa operazione la fanno tutti gli Stati europei. Lo Stato più credibile (Germania) riesce a piazzare i suoi titoli di debito al tasso più basso, che viene quindi preso come riferimento per tutti gli altri. Cioè, se la Germania piazza i suoi titoli al,’1% e noi i nostri al 4%, si dice che lo spread è di 300 “punti base”. Oggi noi siamo a 350, la Francia a 70!

Ora, qualcuno ieri ha affermato che lo spread è un trucco, non significa nulla, che è un gioco politico della Germania. Bene. Costui mi dovrebbe spiegare come si fa a prescindere dalla necessità di rinnovare i debiti in scadenza mantenendo i tassi di rendimento (rendimento per chi compera i nostri debiti) entro livelli che consentano al nostro Tesoro di pagare gli interessi dovuti. Simulator et dissimulator omnium rerum … tornerebbe a dire Cicerone …

Tornare alla lira? Uscire dall’Euro? Chiudersi in se stessi? Sarebbe la fine. Riporto qui una favoletta indiana.  Una rana è nata ed ha sempre vissuto nel fondo di un pozzo, il cui diametro è di circa due metri. Un giorno la nostra ranocchia riceve la visita di un’altra rana proveniente da un grande lago. La visitatrice, arrivata in fondo al pozzo, si presenta e dichiara la propria origine e provenienza. La nostra le chiede quanto sia grande il suo lago, forse così? E traccia sull’acqua un cerchietto di 20 cm. di diametro. No, più grande, dice l’altra. La prima rana traccia allora un secondo cerchio, di 40 cm. di diametro. Forse così? No, più grande! Ed ecco la nostra ranocchia tracciare un terzo cerchio, questa volta proprio adiacente alle pareti del pozzo, sicura di avere indovinato la dimensione del lago. Così? Chiede. No. Molto più grande, risponde la nuova arrivata. La prima rana si offende, si arrabbia. Mi prendi in giro? Volta le spalle alla compagna e non le rivolge più la parola (Tiziano Terzani, “Un altro giro di giostra”, Longanesi 2006, pag. 158). Ma l’altra rana, quella del lago, risponde:  Eh no, caro il mio ranocchio, sai cosa ti dico? Resta pure nel tuo pozzo. Io voglio tornare nel mio grande lago, a vivere e confrontarmi con tutte le altre rane che vivono in quel grande spazio ricco di diversità, di dialogo, di confronto, di crescita e di libertà.

 La Questione Morale

Uno scandalo al giorno leva la credibilità di torno. Al momento di “andare in macchina” si apprende dai media che CL è indagata per reati fiscali-finanziari. Ne deduco una conseguenza ovvia. Ovvia, vorrete scusarmi, ma ormai ciò che possiamo dirci è solo e completamente ovvio, quindi o stiamo zitti o, se parliamo, diciamo necessariamente cose ovvie: lo scandalo, gli scandali non sono una eccezione, ma la regola. L’Italia è un paese ricco e capace che rischia la distruzione a causa degli scandali. La Questione da affrontare non è quella Meridionale o Settentrionale, ma quella Morale. E alla svelta!

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DUE IDEE PER IL DEBITO PUBBLICO E PER LA BENZINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2012 @ 7:03 am

Detto altrimenti: multa paucis, proviamo a dire cose molto importanti con poche parole

Debito pubblico

Nel 1935, in piena crisi economica dovuta al tracollo di borsa del 1929 (provocato, anche in quel caso, dalle speculazioni di banche e Finanziarie), l’Italia prese un provvedimento eccezionale che ebbe un grande successo: l’emissione di un prestito irredimibile (cioè senza obbligo di rimborso), che pagava ai possessori una rendita perpetua del 5%. La partecipazione fu imponente e l’emissione ebbe un grande successo: molti erano interessati ad avere una rendita fissa e sicura, anche rinunciando al rimborso diretto del capitale da parte del debitore originario (capitale che però si poteva agevolmente ricuperare in borsa, vendendo le proprie obbligazioni). Si tratterebbe di una ristrutturazione del debito che non comporterebbe alcuno svantaggio per i creditori, ma offrirebbe loro una ulteriore possibilità di scelta. Tecnicamente si chiama swap, scambio di un (capitale + rendita) con una rendita. Why not?

Benzina

Sciopero dei benzinai. Loro hanno un margine fisso su ogni litro venduto. Il prezzo sale, la crisi sale, i consumi scendono. Il loro guadagno scende. Il contratto non viene rinnovato. Loro scioperano. E noi? Proviamo a non comperare più benzina presso i distributori delle due principali marche (che non nomino a bella posta). Le due grandi marche vedrebbero ridursi drasticamente le vendite e abbasserebbero il prezzo, seguite in ciò da tutte le altre. Quanto meno avremmo smosso le acque. Why not?

Fine

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S. NATALE 2012 – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2012 @ 7:00 am

Detto altrimenti: ieri ho addobbato l’albero, ho fatto il Presepe, ma la mia mente era altrove … che questo sia un Natale contro tutte le guerre e le violenze d’ogni tipo: Siria, Palestina, Africa, …

Amici, mai come quest’anno sento il Natale per quello che è, per quello che deve essere e cioè un “Natale per gli Altri”. Ed allora ho ripescato una mia vecchia poesia che avevo scritto un altro Natale al ritorno dalla Bosnia subito dopo la “loro” guerra … tutta in minuscolo, senza punteggiatura … capirete … il protagonista non ne ha avuto il tempo … vorrete scusarlo …

Fiumi di Bosnia, come la guerra … senza argini

la testa schiacciata
la bocca ricolma
di sangue e sudore
nessuno richiude la mia ferita
di luce
del giorno che fugge
nemici colpiscon da terra
amici dal cielo
vicino al mio viso
un’ape
senza ricordi
che altri le possan rubare
sugge il suo fiore
respiro il sapore
di guerra
è freddo
il cuscino di terra
mi copre soltanto
la voglia del tempo
diversa
un’ape d’acciaio
precipita al suolo
un miele che incendia
svanisce il frastuono
…
no … non cambiate canale
…
è Natale
…
perdono
chi ha regalato
gioielli di piombo e di fuoco
ad un corpo
ormai di nessuno
ed esco di scena
in fretta
in silenzio
da solo

 

rl

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S. NATALE 2012 – 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2012 @ 6:36 am

Detto altrimenti: ieri ho addobbato l’albero, ho fatto il Presepe, ma la mia mente era altrove …

 

E gli Altri?

E’ solo per caso che vivi
in questa tua piccola
ingiusta
riserva di gioia
che invano
a te stesso
vorresti celare.

E gli Altri
innalzano voci
a incidere il marmo
di un mondo
che ha chiuso le porte
per non farli entrare.

E gli Altri
percorrono tristi
usuali rotte di morte
e dolore
insieme a speranze
lacerate da scogli
che strappan dal cuore
brandelli di fede
e futuro.

E gli Altri
(son tanti)
seguono muti la traccia
di chi li precede
e guardano avanti …
… ben oltre quel liquido muro.

Il tuo sguardo li vede
e subito tendi la mano
a chi ti è vicino
e un poco lo aiuti
nel suo lungo
assetato
cammino …

… e gli Altri? A quale destino?

 

rl

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CASTIGAT RIDENDO MORES (fra chi indovina la traduzione sarà sorteggiato un vocabolarietto tascabile latino-italiano). Ma nel frattempo, che dire? Che fare?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2012 @ 1:12 pm

Detto altrimenti: non ci resta che la comunicazione, la communis actio, l’azione comune. Che poi tutto inizia dalla reciproca informazione … io provo a raccontarvi ciò che sento. Voi commentate, rispondete: dalla reciproca informazione nascerà la comunicazione, l’azione comune  …

… l’azione comune per il bene comune. Comunicazione intesa come scambio di idee, di pareri, io parlo tu ascolti; tu parli io ascolto. Ragioniamo. Usiamo le parole con estrema precisione (le parole sono pietre, firmato Don Milani). Usiamo il tono giusto. Senza enfasi. Senza supponenza. Senza alzare la voce. Con ragionevolezza, con scientificità. “Oggi piove” dice uno. E l’altro” No, oggi è martedì, ho ragione io!” Ecco un esempio da non imitare.

Io parlo, nessuno ascolta. Corsera odierno, prima pagina. Parlamento della Regione Lombardia. Uno parla. Molte sedie vuote. Le sedie occupate telefonano, giocano con il computer, leggono. Nessuna sedia ascolta.

La Res Publica, la Cosa Pubblica, la Nostra Cosa (non Cosa Nostra, per carità, non confondiamo il diavolo con l’acqua santa!), anzi, diciamo meglio, la Casa Pubblica, la Nostra Casa Pubblica si basa, fra l’altro, sulla separazionee dei poteri. Ma se le leggi fa il Governo, cosa fa il Parlamento? Ah, dimenticavo, il Parlamento fa le leggi che stabiliscono il proprio stipendio. Separazione dei poteri nel senso che voi due, voi, si, voi due, avete capito benissimo, gli altri due poteri dello Stato, siate separati, nel senso … lontani da noi, che noi lo stipendio ce lo fissiamo da soli!

Ecco, il Parlamento, i rappresentanti del popolo … nominati dai capi partito! Ecco dove va a finire il “senza vincolo di mandato”, nel senso che i Parlamentari non sono vincolato dal mandato dell’elettore. Non da quello … intendiamoci, da quello no, no …

Una vecchia canzone: “Le sedie vuote, io vedo intorno a me, ma non importa, stipendio ognuno avrà …”

Il Parlamento, dove uno  “parla” e  dove pochi ascoltano. E allora, cosa si parla a fare? Sembra di poter dire: l’importante è esserci quando si deve votare. Soprattutto se sono parlamentare e anche  organo di governo: devo corerre a votare la fiducia a me stesso! E’ successo! E come votare? Il come me lo dice chi mi ha “assunto”: il capo partito, cioè chi mi dà e mi fa dare lo stipendio, la buonuscita, la pensione, i benefit per me e per i miei familiari, hai visto mai che si debbano curare i denti … Bene, allora cambiamogli nome al Parlamento: chiamiamolo Pagamento, il Pagamento Italiano.

Ogni giorno uno scandalo. Uno scandalo al giorno toglie il benessere di torno. Il benessere di tutti, il futuro di tutti.  Ma come è possibile? Qualche cosa nel sistema Italia non funziona. Le leggi son, ma chi pon mano ad esse? (fra chi indovina l’autore di questo endecasillabo verrà sorteggiata una copia in edizione economica della Divina Commedia). Esiste l’evasione fiscale. Esiste l’’elusione fiscale. Esiste la violazione della legge. Facciamo esistere anche l’elusione della legge. Un nuovo reato, non soggetto a prescrizione.

 Discesa in campo: l’Europa non ha il diritto di commentare?

Maccome? Se il nostro Paese interrompe una sua politica europeista ed europea, se va male e se crea un forte danno a tutta l’Europa,  l’Europa deve stare zitta? Non possiamo pretendere di essere autoreferenziali ed allo stesso tempo dichiararci europeisti. Aut – aut, o l’una o l’altra. Tertium non datur.

Europa? Taluno afferma: “Gli Italiani non vogliono che l’Europa decida per loro”. Io non mi sento rappresentato da chi si esprime così. Infatti io voglio che l’Italia continui a contribuire alla formazione di regole europee che poi io stesso voglio che siano rispettate da tutti,  anche da me,  in quanto io, come Cittadino Europeo, ho contribuito – insieme ai miei colleghi Cittadini d’Europa – a stabilirle.

 Inserto speciale: Litizzetto Affair

L.uciana Litizzetto. Nella sostanza dice le stesse cose di Report …

La Litizzetto, che scandalo! Ha detto una parolaccia in prima serata! Ha detto che il comportamento di certa politica avrebbe turbato noi tutti sino all’inverosimile, sino ad un punto di non sopportabilità, avendo “rotto” le nostre difese intese come “capacità di ricevere, senza subire danni, ulteriori oltraggi”. Solo che ha utilizzato un’espressione popolare, volgare, la quale fa riferimento ad una certa parte anatomica maschile. Che scandalo! Insorgiamo, Associazioni delle Famiglie, insorgiamo! Giusto.

Tuttavia quale maggiore scandalo è quello di chi “scandalizza i giovani” con esempi di amoralità e rubando loro il futuro? Lo scandalo di chi sta riducendo la nostra Italia a livello di un Paese a noi vicino anche culturalmente, che non nomino per rispetto delle sue sofferenze attuali? Quanto di più dobbiamo insorgere per questo scandalo!

 Ecco, io ho sempre insistito sulla necessità di rivedere l’ordine delle priorità. Un esempio: a mio sommesso avviso le necessità degli esodati, dei disoccupati e dei giovani precari vengono ben prima del TAV e dei 90 cacciabombardieri F 35 da 100 milioni di euro cadauno. Ed allora, anche quanto agli scandali, scandalizziamoci con ordine, secondo un ordine, secondo l’ordine di importanza, secondo una priorità riscritta alla luce del peso specifico di ciascuno. Quello della Litizzetto, lo metterei in coda all’elenco.

Infatti, all’umidità pensiamo dopo. Cosa significa questa espressione? Ecco qua, ve la racconto subito: c’era un  tale che aveva la casa allagata da tre metri d’acqua e fango. Arrivano i pompieri e lui indica loro una macchia di umidità sul soffitto: ecco vedete, bisogna rimediare a quella infiltrazione lassù che mi arriva da parte dell’appartamento del mio vicino di casa del piano di sopra. “All’umidità pensiamo dopo”, gli risponde il Capo Pompiere. Ed inizia a liberare la casa dai tre metri di acqua e fango.

Il popolo dei presenti alle dichiarazioni della Litizzetto le ha reso una standig ovation: Vox populi, vox dei. Anche nostro Signore ha scacciato i mercanti dal tempio. E noi, scacciamo i mercanti delle nostre vite dal Tempio da loro profanato, quello della Politica con la P maiuscola, quello della Politica che si preoccupa del bene comune. Non certo quella che si preoccupa solo “del proprio interesse personale mentre la casa brucia” per dirla con il cardinale Bagnasco.

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