IO, TINTA DI ARIA di Nadia Ioriatti
pubblicato da: Mirna - 11 Dicembre, 2014 @ 3:44 pm
Il titolo della raccolta di questi  trenta brevi racconti di Nadia Ioriatti è l’anagramma del suo nome. Ma certamente non solo.
Perchè l‘aria è ciò che respiriamo, è ciò che ci fa esistere.
E le parole incidono. Anche il nome Nadia in russo significa Speranza. Ciò che questa signora dal viso bellissimo ci regala con i suoi scritti sono i suoi ricordi dall’infanzia ad oggi. Ritratti intensi del padre, importantissimo per la sua vita, figure familiari, un contesto corale del quartiere trentino dei suoi primi anni.
E le vicissitudini della vita: il matrimonio, i figli,  la malattia, il lavoro per Questo Trentino e finalmente il suggerimento di un amico  di raccogliere i suoi scritti in questo volumetto.
Maria Teresa ne è rimasta entusiasta e ce lo ha presentato lunedì scorso:il contenuto è veramemente bello e il registro linguistico è chiaro e scorrevole, ci spiega. Ci legge alcuni brani in cui emergono personaggi particolari come il famiglio Carletto che veniva coccolato, da anziano e malato, dagli uccellini liberati dalla voliera.
Presto lo leggerò anch’io. Ma lo consiglio subito a tutti voi. “Io, tinta di aria” ed. Curcu &
Genovese
Per ora ho soltanto conosciuto l’autrice di questi frammenti di storia preziosa.
Ho trascorso con gli amici del gruppo lettura  un bellissimo pomeriggio al Cafè de la Paix , raccolti intorno a Nadia dagli orecchini di perla.
Trovo sia un momento magico quando le persone cominciano ad aprirsi come un fiore, quando
lentamente gli sguardi dapprima fuggitivi si illuminano di intesa. Quando si cerca di entrare o di far entrare l’altrui anima. Quando si intuiscono consonanze e ricchezza di sentimenti.
Per questo ci ritroveremo ancora con Nadia Ioriatti per parlare più a fondo di queste sue memorie, delle sue riflessioni, dei suoi pensieri. Lo faremo lunedì 19 gennaio 2015 sempre al Cafè de la Paix.
Ma ve lo ricorderò a suo tempo..
PENSIERI DI INIZIO INVERNO
pubblicato da: Mirna - 7 Dicembre, 2014 @ 1:38 pmDicembre. Mattina. Mi affaccio alla finestra… sul mondo: Â un rettangolo di cielo, un condominio grigio-azzurro. Ogni giorno, lo
dico sempre, è una piccola vita.
E i pensieri iniziano a volteggiare. Il coinquilino solitario  sistema la coperta della notte fuori dalla finestra: ricordi di quando sua moglie si prendeva cura di lui? E’ troppo solo? Ormai ha voltato le foto della sua compagna verso l’interno. Ma la sua solitudine è triste o accettabile? Lo osservo, mi sembra che la mia attenzione sia un abbraccio, non un attacco.
In realtà siamo tutti soli, ma come l’albero che cresce nel bosco: accanto ci sono i nostri simili.
E siamo già a Dicembre, il mese del Natale che qui a Trento è vissuto in modo colorato, gioiosamente assordante.
Bancarelle ovunque, giostre, canzoni, profumi di vin brulè e caldarroste, presepi intagliati in legno tenero.
Bene.
Siamo noi a decidere ciò che ci piace e che ci riporta ad antichi inverni o forse a un’illusione immaginifica di Natali patinati, letterari, sognati.
Il bello del “crescere”, come diceva la Yourcenar nelle sue memorie, è capire quanto soffrimmo invano perchè ora, a una certa età – di saggezza forse? – si riesce a collocare nel giusto posto ogni pensiero, ogni moto dell’anima, ogni accadimento. Un certo tipo di sofferenza è stata quasi inutile. Ma saperlo!!!
Un’importante tappa del percorso è quella di capire che siamo dove siamo e che la Natura, la Vita ci offrono sempre momenti belli. La sfida è riconoscerli, ampliarli, incorniciarli, assorbirli dentro la nostra pelle e i nostri pensieri.
Mentre passeggio lungo l’Adige e vedo le giostre brillare e sento da lontano musichette un po’ kitsch penso che la vita continua
a girare come una giostra appunto, si può salire talvolta per un giro vorticoso o si può osservare da lontano apprezzandone la luce, la musica, i colori.
Ma ciò che mi rende felice –  sì felice –  è un odore di foglie umide, un rumore di passi tranquilli, il colore del fiume che riflette monti e  alberi  e la consapevolezza della vita che può essere placida come lo scorrere dell’acqua  e che siamo noi a decidere se vogliamo esser lieti o meno.
La fantasia, l'”essere dentro il momento” ci aiutano: ho la mia piccola macchina fotografica che mi
fa catturare attimi intensi - forse li creo io – o forse esistono intorno e tocca a noi scoprirli?
Mi sento illanguidire dalla gioia  alla vista del tappeto di foglie che mi ricordano i quadri di Gainsborough e Constable, prendo i miei guantini rossi e mi fotografo.
Devo essere dentro il momento!!!
Felicità di  una piccola passeggiata di inizio inverno.
LibrIncontri al Cafè de la Paix
pubblicato da: Mirna - 3 Dicembre, 2014 @ 6:20 pm
Chi pensa che i gruppi di lettura siano frequentati soprattutto da donne si sbaglia. Devo dire che le quote azzurre nei nostri incontri nel caldo Cafè de la Paix sono rilevanti, come potete notare nella foto. Di conseguenza anche il contenuto dei libri vira spesso verso la politica e l’attualità . Prendendo spunto  dalle recenti  elezioni in Moldavia, Ferruccio e Riccardo ci parlano dei conflitti passati e attuali, ricordando la Bessarabia che Goma ci racconta nel suo splendido romanzo “Nel sonno non siamo profughi”. Ce ne aveva già parlato Riccardo nel mio blog. Cercate nel mio archivio tutta la sua recensione. Qui trascrivo solo una parte:
“Paul è profugo in Romania per sfuggire ai sovietici. Universitario, entra in conflitto con le autorità comuniste rumene e viene incarcerato. Deluso da Ceausescu che non si sgancia dal Cremlino, promuove il movimento Charta 77. Viene arrestato e poi esiliato a Parigi. Autore autobiografico e “carcerarioâ€.
Alfonso Masi ci legge alcune sentenze militari  emesse durante gli anni della prima guerra mondiale da “Plotone d’esecuzione di Forcella e Monticone. ed. Laterza“Maledetta la guerra, maledetto chi la pensò», «Non voglio morire per la patria», «Caro padre la guerra è ingiusta», «Molla, molla…»: la rivolta dei soldati della Grande Guerra documentata per la prima volta attraverso le sentenze delle condanne a morte.Non si può capire la tragica realtà dell’Italia del ’15-’18 ignorando le manifestazioni di disfattismo in trincea e l’attività repressiva dei tribunali militari.
Si rimane ai  tempi della guerra, ma della seconda con lo splendido romanzo Storia di una ladra di libri di Markus Zusak, ed.Feltrinelli, consigliatoci da Santo. Il narratore è la morte, ma una morte che vigila e indirizza la vita di tutti  verso  l’amore per gli altri e per i libri.
Anna Maria ha terminato di leggere di Andrea Nicolussi “Diritto di memoria“
“Diritto di memoria – Canto per mio padre e mia madre emigrantiâ€, ultimo sforzo letterario di Andrea Nicolussi Golo, conosciuto nel panorama delle minoranze linguistiche storiche del Trentino come prezioso e instancabile collaboratore dell’Istituto Culturale Cimbro di Luserna/Lusérn.
Pausa caffè e cioccolata e incrociarsi di titoli e impressioni: “Col vento nei capelli” di Salwa Salem:  la vita di una donna palestinese.  “La cerimonia del massaggio“di Alan Bennet.
Consigli su consigli e – perchè no – per gli amanti dei thriller  anche l’ultimo romanzo di Patricia Cornwell “Polvere” dove si incontrano la celebre anatomopatologa Kay Scarpetta e suo marito Benton, profiler criminale. L’atmosfera è cupa, invernale e si è alle prese con il solito serial killer, ma la Cornwell è abilissima nel mantenere la suspence e regalarci riflessioni personali che, per chi vive a stretto contatto con la morte e il crimine, sono evocatrici di demoni. Naturalmente l’enigma si risolve e la storia si conclude con il ritorno alla famiglia-rifugio e a un’ottima cena cucinata dalla stessa dottoressa di origini italiana.
Il prossimo incontro è fissato per martedì 9 dicembre alle ore 17.00.
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IL SOGNO RAPITO di Edith Bruck, ed. Garzanti
pubblicato da: Mirna - 1 Dicembre, 2014 @ 2:55 pm
Sara nel dormiveglia di un mattino sente il marito sussurrare “Diventerò padre”. La sua è una coppia che , deciso dal marito, doveva bastare a se stessa e soprattutto compiacere con amore e disponibilità l’egocentrismo di lui.
Non hanno avuto figli ed ora a cinquant’anni Sara si sente persa. Tradita e umiliata. La sua cronica sensazione di perseguitata riaffora. Dentro di sè la grande memoria della madre scampata ai campi di concentramento, una massa oscura che la rende da sempre fragile, mite e malinconica.
Lavora con lo zio in una galleria d’arte, visita quotidianamente la madre alla quale è legata da un sentimento forte di complicità e desiderio di metacognizione della storia. E’ infatti la madre che le insegna, nonostante tutto, l’amore e la solidarietà . “E’ con lei che ho imparato il meglio dal peggio”.
Perchè ora ne ha veramente necessità . Sara scopre che la giovane amante del marito è palestinese. E’ forse una beffa del destino questa rivalità mentre ancora ebrei e palestinesi si contendono i territori in Israele? Non sente più la rivale in amore, ma la nemica sionista. Essere la doppia nemica della giovane Layla rende più forte la sua identità , costringendola al ruolo di rappresentante del suo popolo.
Sara vuole conoscerla e ci riuscirà . E nel suo intimo la volontà di riappacificare  questo conflitto individuale diventa quasi un simbolo augurale  per una pace fra i due popoli.
Un altro piccolo gioiello di questa scrittrice.
Nel 1959 esce il suo primo libro Chi ti ama così, un’autobiografia che ha per tappe l’infanzia in riva al Tibisco e la Germania dei Lager. Nel 1962 pubblica il volume di racconti Andremo in città , da cui il marito Nelo Risi trae l’omonimo film.
È autrice di poesia e di romanzi come Le sacre nozze (1969), Nuda proprietà (1993), Lettera da Francoforte (2004) e ancora Privato (2010), La donna dal cappotto verde (2012) e Il sogno rapito (2014). Nelle sue opere il più delle volte ha reso testimonianza dell’evento nero del XX secolo. Nella lunga carriera ha ricevuto diversi premi letterari ed è stata tradotta in più lingue. Tra gli altri, è traduttrice di Attila József e Miklós Radnóti.
Vagolando in novembre in Veneto
pubblicato da: Mirna - 26 Novembre, 2014 @ 12:07 pmQuasi un’assonanza. Ma certamente una consonanza con il mio sentire: desiderio di zigzagare per un’azzurrina Padova di
viali, piazze, portici e portichetti. E dentro un’impalpabile nebbiolina presto dissoltasi sotto il sole novembrino.
Tra un libro e l’altro e  dopo un po’ di giornate piacevolmente abitudinarie sento il bisogno della “piccola avventura”, del “viaggio” inteso come vedere, assaporare, fare cose diverse, a me congeniali. E con le care amiche si decide all’improvviso che Padova è ciò  che ci vuole per distrarci, incuriosirci ed appagarci.
Desidero ammirare la mostra di Vittorio CORCOS (1859-1933) a Palazzo Zabarella. Mi piace
estasiarmi nelle figure femminili di fine Ottocento, secolo che per la nostra generazione ha ancora qualcosa di familiare – la nostra  nonna ci  avrà  sicuramente mostrato  un guanto lungo, uno scialletto di trine o una lampada ad olio  - e che invece per le nuovissime generazioni ha il sapore di un tempo lontanissimo ed estraneo.
I sogni della Belle époque: ritratti su commmissione eseguiti con somma tecnica e con un brivido introspettivo negli sguardi. Famosa la ragazza seduta spavaldamente a gambe accavallate sulla panchina e con il pugno sotto il mento. E’ questa donna che mi ha attirato, con la sua spavalderia, modernità ,forza e nello stesso tempo eleganza.
Ma non solo: ritratti di Lina Cavalieri, Maria José, Carducci, Mascagni all’apice della sua gloria, e tanti altri. Certo pittore d’élite, Vittorio Corcos,  ma attento all’impressionismo, ai preraffaelliti le cui caratteristiche peculiarti  ammiriamo in Â
deliziose marine e paesaggi.
Una città deve essere percorsa, gustata, strade e angoli, piazze, statue e ponti. Camminiamo per Prato della Valle, entriamo nella superba Basilica di Sant’Antonio, sul sagrato c’è il Gattamelata di Donatello. Intorno i piccioni aspettano briciole e volano in un ritmico  batter d’ali.
Un panino fragrante gustato  in un locale  lindo e trendy:  io e Daria lo accompagnano con un bicchiere di Cabernet dei colli Euganei.
Ma ci aspetta il Caffè Pedrocchi con il suo simpatico cameriere Max  (avvocato disilluso) che ci tratta con particolare cortesia. Caffè alla menta per me e Sandra. Un caffè verde, insomma. Già le decorazioni natalizie, atmosfera soft, e la consapevolezza del tempo e dei personaggi che vi hanno sostato, da Stendhal (addirittura lo scrittore lo
cita ne La Certosa di Parma, a Ippolito Nievo, George Sand, De Musset e i primi Carbonari. Inaugurato nel 1831 rimase aperto giorno e notte fino al 1916. Un famoso detto recita “Padova, città dei tre senza: del santo senza nome, del prato senza erba e del caffè senza porte.”
Ma certamente non manca la cordialità e quel certo non so che di veneziano, di azzurino, di acquatico, insomma qualcosa di morbido e piacevole che ti spinge ad affidarti, persino a un suo leone di pietra.
DUBBI DEL LETTORE
pubblicato da: Mirna - 23 Novembre, 2014 @ 9:05 amSI, LEGGO TANTO E QUANDO SUL MIO TAVOLINO VEDO BEI LIBRI “APPETIBILI” SONO
CONTENTA.
E la Biblioteca di Trento, splendida fornitrice di lettura, mi è amica. Ora per esempio mi ritrovo con nove suoi romanzi da leggere. Come resistere all’ultimo romanzo di Elena Ferrante che negli Stati Uniti si ritrova in tutte le vetrine dei librai? O ad  Updike e altri?
E quando ho incontrato “Nulla, solo la notte” di John Williams l’autore del bellissimo Stoner, non ho resistito.
E’ ben diverso da Stoner questo suo primo romanzo scritto quando Williams aveva solo vent’anni…e i dubbi se continuare a leggerlo mi sono venuti cammin facendo,- mi sembrava un po’ esagerato (ma si sa che questa è una caratteristica della prima giovinezza)…  poi la curiosità di capire come lo scrittore è maturato mi ha tenuto avvinta :  un altro giovane Holden preda della delusione e della disperazione. E, in sostanza, un incipit al suo futuro capolavoro. Sappiano che questo breve romanzo è stato scritto forsennatamente nelle ore vuote che caratterizzarono l’esperienza militare di Williams in India e in Birmania nel secondo conflitto mondiale. Nei suoi eccessi questo racconto fa già presagire l’osservatore sensibile, e scettico, ma lucido della condizione umana. “Il momento più bello della vita è il tempo perduto” riflette il giovanissimo protagonista “il tempo dell’estate, quando le foglie degli alberi si intrecciano nella luce del sole. Pensava sempre alla sua infanzia come a una lunga estate ininterrotta, in cui una pigra felicità gli intorpidiva e gli deliziava il cervello e le membra.” La figura della madre amatissima in questo romanzo è il nocciolo cruciale della sua sregolata disperazione.
Mary Lester e l’assassino pieno di errori di Jean Failler che da il 1993 ha dato vita alla fortunata serie che vede protagonista la giovane investigatrice Mary Lester ispiratrice anche di una fiction televisiva di grande successo. EdizioniRobin che pubblica una serie di gialli con il titolo de I luoghi dei delitti.
Qui siamo ancora una volta in Bretagna Pont-Aven e la breve indagine viene eseguita da alcuni personaggi ben affiatati fra loro.
Divertente, facile, questo è un piccolo libro che si può tenere in tasca o in borsetta come compagno
durante attese noiose. E ciò ha fugato il dubbio se continuare a leggerlo o no.
Einaudi sta ristampando la quadrilogia di Coniglio di John Updike, ho iniziat0 “Sei ricco, Coniglio”. Scrittura strepitosa. Personaggio che incarna l’americano-medio di mezza età . Fine anni Settanta: l’inflazione galoppante e la crisi energetica non scalfiscono per il momento la quete felicità e il benessere raggiunto da questo antieroe. Continuare a leggerlo ? Sebbene in alcuni punti assai realistici io provi un po’ di fastidio?
Vedremo.
Ne potremo discutere domani, lunedì 24 al Cafè de la Paix, ore 17.00, durante il nostro LibrIncontri
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MRS.POE di Lynn Cullen, ed.Neri Pozza
pubblicato da: Mirna - 17 Novembre, 2014 @ 5:02 pm
Chi ama Edgar Allan Poe,  i suoi romanzi  noir, le sue poesie deve leggere questo biografia romanzata che racconta alcuni anni della vita di Edgar, di sua moglie Virginia e della sua amante, la poetessa Frances S. Osgood.
Dal 1845 al 1847 in una New York che si sta trasformando urbanisticamente per iniziare a diventare la città che oggi conosciamo.
Siamo a Manhattan dove si lavora per creare Central Park e dove le abitazioni dei protagonisti sono situate tra Washington Square e Union Square. E dove i primi palloni aerostatici provano ad alzarsi in cielo, i dagherrotipi prendono il posto dei ritratti, Morse presenta la sua invenzione. E l’arte mesmerica intriga i salotti  di intellettuali che fanno da sfondo ai nostri personaggi.
Virginia Poe è la giovane moglie del grande scrittore che ricordiamo è anche sua cugina, sposata quando lei aveva appena 13 anni.
Nel 1845 ne ha ventitré, ma si comporta sempre da bambina possessiva e tiranna. E’  accuduita dalla madre, zia di Edgar,  che scopriremo ha in sè una vena di follia che provocherà incidenti strani.
Ormai Edgar è famoso in città soprattutto  per la sua poesia “Il corvo” e per le sue critiche dure verso gli altri poeti, Longfellow in testa.
E’ affascinante, tenebroso, con dentro di sè  ancora i segni della sua tavagliata e dolorosa infanzia e la sofferenza di un matrimonio ormai consunto. E soprattutto con il grande senso di colpa proprio  verso la giovane moglie, ammalata di tisi,  con cui  non riesce più a corrisponedere quel sentimento avventato, irrazionale, infantile dei loro primi anni d’amore.
Frances Osgood incontra Edgar Allan Poe nell’inverno del 1845 a casa  di Anne C. Linch, animatrice del più celebre salotto letterario del tempo dove partecipano famosi artisti e scienziati da Emerson, Walter Whitman, la scrittrice L.M.Alcott e Margaret Fuller così innamorata dei pellerossa da indossare spesso ornamenti di piume, ossa, pelle scamosciata.
Frances è stata abbandonata dal marito, il pittore libertino Samuel Osgood, ed ora è ospite con le due figliolette, presso i coniugi Bartlett, librai ed editori.![Frances-300x300[1]](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2014/11/Frances-300x3001-150x150.jpg)
L’incontro fra Edgar e Frances è un colpo di fulmine. Edgar è al culmine del suo successo proprio dopo la pubblicazione sul Mirror della sua poesia che tutti a New York recitano a memoria. Di lei lo stesso Poe scriverà  “¨ esile fino alla fragilità , aggraziata tanto in movimento che in quiete; l’incarnato ¨ di solito pallido; i capelli nerissimi e lucenti; occhi di un grigio limpido e luminoso, grandi e con una peculiare espressività …”
Si innamorano, un amore clandestino eppure sulla bocca di tutti. Una relazione di pochi anni, fatto di seducenti sotterfugi e incontri pieni di grazia e magia, oscure pulsioni e avvenimenti tragici.
E la giovane signora Poe? Malata, gelosa di Frances, avvinghiata psicologicamente al marito, quasi un oscuro alter ego di Edgar che sembra prigioniero delle angosce di entrambi.
Scrive Lynn Cullen che ha fatto ricecerche approfondite su questo amore a suo tempo negato da molti biografi –  e che invece ha testimonianze in lettere, poesie e scritti – che suo malgrado questo libro diventa quasi un “racconto dell’orrore” :
“avrei dovuto  immaginare che un romanzo imperniato sulla figura di Poe non poteva che rivelarsi straziante…più mi addentravo nella ricerca, più mi rendevo conto che Poe non si limitò a scrivere storie paurose: le visse in prima persona.”
Cafè de la Paix – seconda parte –
pubblicato da: Mirna - 14 Novembre, 2014 @ 6:02 pm
![ba74[1]](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2014/11/ba741-146x150.jpg)
Il PC fa le bizze, ma devo completare i consigli di lettura emersi nel gradevole pomeriggio di lunedì. Daria ci parla con fervore del libro di Terzani “Un altro giro di giostra”. Intriso di spirituaLlità , saggezza, visione ampia del mondo e del nostro esistere. Un confronto fra Occidente e Oriente soprattutto per ciò che riguarda la medicina alternativa, un aiuto nei momenti difficili. Terzani affronta con coraggio, curiosità , spirito vitale la sua grave malattia intraprendendo un intenso viaggio dell’anima.
Si riparla della grande Elizabeth Strout e dei suoi romanzi, di Kate Atkinson “Vita dopo vita” e nell’angolo-poesia emergono i versi di Gibran e poi quelli di Lucia in una tenera poesia dedicata ai figli.
Abbiamo anche cercato Il Corvo di Poe, dato che ho parlato di Mrs.Poe. Ne parlerò a breve. Biografia della moglie del poeta “maledetto”. Mi accorgo che mentrelo illustro a grandi linee due giovani studentesse intente dapprima al lavoro su fotocopie e manuali si fermano e ascoltano. Pensiamo di disturbare ma – ci dicono sorridendo – sono interessate perchè stanno preparando un esame di letteratura americana! Potenza dei gruppi di lettura!
Si avvicina un altro avventore con un calice di vino in mano, incuriosito dalla nostra attività ” Ho sempre sentito parlare di questi gruppi e son contento di vederne finalmente uno all’opera”
Sinergia, allegria, voglia di leggere e condividere. E non è finita, all’esterno si avvicina Gabrio per consigliarci un giallo delizioso “La morte di mia zia” di C.H.B.Kitchin ,edizioni Polillo. Un po’all’Agatha Christie.
Si parla poi di Baudelaire,di altri libri e di quest’angolo pittoresco che sembra veramente un angolo parisién.
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CAFE’ DE LA PAIX per librIncontri
pubblicato da: Mirna - 14 Novembre, 2014 @ 8:56 am
Metti un uggioso pomeriggio di novembre quando la pioggia cade ininterrotta e le foglie sono pesanti e cadono formando tappeti gialli, rossi, arancioni. Cosa ci conforta maggiormente? Certamente la home, il nostro divano, un libro…ma altrettanto bello è uscire e respirare l’aria ancora
tiepida di questo strano autunno e raggiungere un angolo colorato del Cafè de la Paix dove pian piano arrivano amiche ed amici per parlare soprattutto di libri.
Riletture estive esordisce Giovanni: che piacere ritornare nel mondo di Salgari, a suo tempo ingiustamente meno famoso di Jules Verne. Salgari sempre indigente scriveva, scriveva senza mai uscire dalla sua Torino, ma documentandosi con libri, manuali e atlanti regalandoci personaggi e luoghi indimenticabili.
Si ama leggere di viaggi in estate, sembra.
Maria Grazia ci propone “In viaggio  con Erodoto“: di R. Kapuscinski ” …racconta retroscena inediti della sua biografia, ripercorrendo le proprie vicende dall’infanzia povera a quando, appena laureato, venne inviato prima in India e poi in Cina, senza conoscere nulla di quei paesi. Narra dei viaggi in Africa, Egitto, Iran, poi di nuovo in Africa, rievocando sotto una luce nuova e con mano leggera contesti storici e avvenimenti privati. Ci rivela le difficoltà incontrate di fronte alla vastità della materia da dominare, interpretare e giudicare. Punto di riferimento, livre de chevet, testo da leggere e rileggere è sempre stato Erodoto che, al pari di Shakespeare, ha compreso il microcosmo delle passioni umane e il macrocosmo delle vicende storiche. ..”
E poi “Mani” di Leigh Fermor : ” Quasi sempre a piedi, e per anni (come il suo grande amico, Bruce Chatwin), Leigh Fermor ha percorso la parte estrema del Peloponneso, descrivendone i paesaggi fascinosi, quasi lunari, facendone rivivere, con vena felice di narratore, storie, leggende e personaggi, insegnandoci a viaggiare simultaneamente nel tempo e nello spazio, e trasmettendoci un germe benefico: quello del nomadismo.”
Enza appena tornata dall’Iran si è immersa in quel mondo e ci propone due romanzi interessanti “Leggendo Lolita a Teheran” (interessante leggere di come si svolgono altri gruppi di lettura) e “La cucina color Zafferano” di Yasmin Crowter “un romanzo dolceamaro, una drammatica e appassionante storia familiare, una vicenda a cavallo tra Occidente e Oriente”.
Fine prima parte
Fine prima parte
AGATHA RAISIN E LA TURISTA TERRIBILE, di M.C.Beaton,
pubblicato da: Mirna - 8 Novembre, 2014 @ 5:37 pm
Un intermezzo per rilassarsi e divertirsi? Si va sul sicuro leggendo uno dei libretti rossi editi da Astoria e in particolare quelli di MC. Beaton, scrittrice inglese nota per aver scritto più di cento romanzi storici. Ma per noi lettori italiani –  direi però  lettrici –  è nota soprattutto per i  suoi romanzi gialli che vedono protagonista e detective improvvisato Agatha Raisin, una cinquantenne risoluta, pasticciona e simpatica.
Agatha da quando si è trasferita da Londra nei Cotswolds si è innamorata del vicino James e tutte le sue avventure di investigatrice dilettante vanno di pari passo con il rapporto sentimentale con quest’ultimo.
La serie di Agatha Raisin si compone al momento di 23 libri e se non si leggono in modo cronologico non si capisce molto a che punto è la storia con James, ma l’intreccio poliziesco è chiaro.
In questo racconto Agatha non è in Inghilterra ma a Cipro . Sta rincorrendo James deluso di aver scoperto il giorno del loro matrimonio che Agatha risultava ancora sposata.
E’ un tardo settembre e l’ambientazione è piena di colori del mare, di profumi e caffè turco.
Mentre cerca il suo James Agatha fa la conoscenza con un bizzarro gruppo di inglesi: due coppie accompagnati ciascuna da un anziano amico. Diversi tra loro: un gruppetto snob e l’altro invece piuttosto volgare. Non si capisce quindi come possono trascorrere giornate di sole e cene tutti insieme.
Soprattutto è Rose, procace, sguaiata e piena di sex appeal che sembra fare da collante fra i sei personaggi. Agatha e il ritrovato James, si uniscono a loro dopo l’assassinio di Rose durante una festa. Naturalmente vogliono scoprire l’assassino.
Intanto arriva l’amico  Charlie a mettere zizzania nel fragile riappacificamento fra Agatha e James.
Marion Chesney Beaton ci racconta con cadenza giornaliera gli accadimenti facendoci partecipare in modo leggero a questa avventura cipriota.
Ma ciò che ci intriga e diverte  è il realistico atteggiamento di Agatha verso se stessa e il suo “sentirsi malinconicamente consapevole” di essere nella  mezza età . Sempre alle prese con specchio, dieta, trucco per
sentirsi accettata e piacere. Dice la sua autrice:
“ Come Agatha, non credo alle donne che invecchiano con grazia. E per quanto mi riguarda, certamente non accade così. La mattina, per mettermi a posto la faccia, ho bisogno di una lente d’ingrandimento perché da un lato ci vedo molto meno di una volta ma dall’altro rughe e zampe di gallina le vedo benissimo. Rimane un interrogativo: o la mia vista non è pessima come pare o le rughe sono peggio di quanto mi piaccia ammettere».
Appuntamento al Cafè de la Paix per il nostro LibIncontri lunedì 10 novembre alla ore 17.00.
Vi aspetto.
Io porterò un libro-biografia sulla moglie e sull’amante di Edgar Allan Poe. E voi?
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