LE CRONACHE DI… BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 10 Agosto, 2012 @ 7:03 pm

 

 

LE CRONACHE DI…BORZONASCA  4

 

Non riesco a comunicare  con le e-mails cosi’ vi do’ mie notizie attraverso il blog.

Sento che a Trento sta forse rinfrescando, qui non ancora, anzi mi sembra invece che l’estate sia matura matura.

Tutto ha un odore piu’ intenso e saturo, le serate sono ancora calde e si aspettano le stelle cadenti.

La mia gatta non si riposa, ora, quasi le 21,30 , sta camminando sopra I tetti vicini ed oggi…mi ha portato in dono un…serpentello!

Me ne sono accorta per caso, era sotto il suo tiragraffi, pensavo fosse una cordicella…ma si muoveva!

Che fare?

Stefania e’ a Chiavari…

provo con scopa e paletta, ma quello si va a nascondere proprio nella cameretta di Stefania!!! Sotto il letto, In un angolo!

 

Saro’ impallidita, non so.

Telefono a Grazia sperando che suo figlio o suo fratello vengano ad aiutarmi. Non sono reperibii.

 

L’unica salvezza e’ il vicino, Giancarlo, detto Bunny perche’ da ragazzo aveva I denti davanti sporgenti. E’ una persona gentile, mi ha gia’ salvato dai terribili calabroni detti “Ruggeri” (perche’ ruggiscono?) che si erano infilati nel muro della terrazza.

Scavalca il suo muretto ed arriva con uno speciale strumento e dopo un po’ libera questo esserino verde, lungo e magro dalla testolina colorata. E’ un orbettino o una biscia d’acqua.

 

Per rilassarmi vado a passeggiare al Taglio, raccolgo un po’ d’origano, saluto l’unica persona che incontro: il figlio della macellaia che se ne va lemme lemme con un canestrello al braccio come Cappuccetto Rosso.

 

Mi fermero’ ancora 15 giorni a Borzonasca, forse andro’ ancora al mare come ho fatto alcuni giorni fa con le amiche trentine venute a trovarmi. Voglio ancora immergermi nell’estate ligure  – quella montaliana del “meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto” –  lasciar volare I pensieri, leggere tranquillamente , sentirmi un po’ sospesa come queste ultime farfalle che danno l’impressione di non sapere dove posarsi.

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LA VITA MATRIMONIALE DI MISS BUNCLE di D.E.Stevenson

pubblicato da: Mirna - 8 Agosto, 2012 @ 7:13 pm

 

 

 

Contro questo caldo puo’servire anche tuffarsi in un romanzo fresco e ilare come questo di  Dorothy Emily Stevenson.

Che cosa c’e’ infatti di piu’ fresco e rilassante di un villaggio inglese con I suoi piccoli e grandi eventi  puntualmente scanditi da tintinnanti tazze di te’?

 

Ritroviamo Barbara Buncle che nel precedente romanzo aveva scritto e pubblicato , cambiando soltanto I nomi, degli abitanti del suo villaggio da dove poi se ne dovra’ andare, anzi fuggire! (v. archivio “Il libro di Miss Buncle”)

Ma nel frattempo si e’ sposata con il suo editore, l’equilibrato e innamorato Mr. Abbott.

Dopo una lunga ricerca della casa dei loro sogni viene trovata Archway House,  ma qui, nel villaggio di Wandlebury, nascono  subito  malintesi, sorprese, fraintendimenti.

 

Barbara non vuole piu’ scrivere – non ha immaginazione dice – quindi non vuole ripetere  la precedente esperienza, ma I casi della vita e I nuovi vicini la intrigano molto.

 

Non e’ colpa sua se da subito viene a conoscenza di un testamento a favore di Jessy, la ragazza di cui si innamorera’ il nipote di suo marito. Testamento che impedisce alla futura erede di sposarsi.

Come Emma della Austen anche Barbara  vuole guidare il destino dei due giovani in modo da condurli a coronare Il loro sogno d’amore e possibilmente  ereditare anche villa e patrimonio.

Non sempre si riesce pero’ nei propri intenti …

 

Nel frattempo conosciamo gli altri personaggi , come la famiglia degli artisti o la pettegola moglie del curato, tutti descritti elegantemente e con ironia dalla Stevenson che spesso si sofferma con intelligenza e grande capacita’ di osservazione sui moti dell’animo umano.

 

Edizioni Astoria.

Un delizioso libretto rosso arrivatomi via posta da Camilla.

 

Piacevolissma lettura che mi ha accompagnato per alcuni pomeriggi sotto l’ombra  di palma e nespolo. E che mi ha fatto ridere e sorridere.

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L’UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI di Jean Giono

pubblicato da: Mirna - 1 Agosto, 2012 @ 10:13 am

 

 

Sulla via per Borzone stamattina, una domenica ancora calda ma velata, ho raccolto le nocciole che stanno cadendo dai boschetti che fiancheggiano il sentiero verso l’Abbazia. E’ gia’ la seconda volta in due giorni che faccio questa strada,  l’altro giorno ero con Grazia, grande camminatrice  di piu’ lunghi e impervi percorsi.

In mezzo a noccioli, faggi e altre latifoglie  noi due lettrici non potevamo non parlare del libretto “L’uomo che piantava gli alberi”, la storia di un pastore tranquillo e solitario raccontataci da Jean Giono.

Questo scrittore ama la natura e quando , circa quaranta anni fa,  passeggiando in una zona poco battuta della Alpi che penetra in Provenza e da cui si notano I contrafforti del Monte Ventoux (percorso anche dal Petrarca) vide da lontano cio’ che scambio’ per un tronco d’albero solitario – ma In realta’ era un pastore – ed ascolto’ poi la sua storia, rimase incantato ed affascinato da cio’ che il gentile e riservato personaggio gli rivelo’.

Non pote’ dunque, da scrittore, non raccontarla anche a noi unendo alle sue strabilianti rivelazioni disegni naïf in bianco e nero.

Il pastore si chiamava  Elzeard Bouffier “aveva posseduto una fattoria. Aveva vissuto la sua vita.

” Era rimasto solo, ma nella sua solitudine trovava piacere a vivere lentamente con le pecore e il cane.”

Aveva notato pero’ che quel paese sarebbe morto per mancanza d’alberi. Comincio’ quindi a raccogliere ghiande, a selezionarle, a piantarle  tanto da riuscire in una decina d’anni, il tempo in cui Giono rimase lontano, a creare un querceto. Ma anche I faggi erano stati piantati, giorno dopo giorno, anno dopo anno. In silenzio, con cura ed amore.

“Troverai piu’ nei boschi che nei libri” diceva uno dei santi Padri della chiesa, mentre un antico poeta cinese cantava “Ogni giorno quell’albero mi da’ pensieri di gioia”

E non era da raccontare una storia cosi’ affascinante? Ricordare una straordinaria persona che mentre trovava il suo equilibrio interiore  nel rapporto con la natura, ci regalava bellezza e armonia?

La sua impresa non e’ stata facile, la sua forza nel combattere lo sconforto, come quando dopo aver piantato 10.000 aceri nessuno si salvo’, fu stoica.

Ma lo sbalordimento di una guardia forestale alla vista di “una foresta che nasce da sola” ci fa capire che opera titanica venne affrontata da un uomo di poche parole.

Era talmente abituato a vivere da solo, tra alberi e animali, che faceva fatica a riprendere a parlare con gli occasionali interlocutori.

Jean Giono vide per l’ultima volta Elzear Bouffier nel giugno del 1945. Aveva ottantasette anni. Mori’ serenamente due anni dopo.

Che sia esistito un uomo capace di far nascere tanti e tanti alberi mi da’ gioia e sicurezza.  “Perche’ l’albero rappresenta, fin dai tempi piu’ antichi, il simbolo e l’espressione della vita, dell’equilibrio e della saggezza.”

 

E qui in Liguria ci sono tantissimi alberi. E’ la regione piu’ verde, contrariamente a cio’ che si pensa di essa,cioe’ soprattutto mare e costa. Qui l’entroterra  e’ rigoglioso e vario.

Cosi’ dissertavamo Grazia ed io lungo la strada  leggermente in salita che porta all’Abbazia di Borzone. Luogo mistico, di quiete, sprofondato in verdi di mille riflessi luminosi. Lassu’ ogni volta ci si sente in pace…arrivati.

 

E cosi’ e’ stato anche stamattina – seppur campane gentili annunciavano la messa – seduta sul muretto di fronte ai cipressi secolari e con ai piedi viola fiori di malva (come la mia gonna!)  mi sentivo parte di quel Tutto che spesso lasciamo in disparte.

 

Salani editore, 2011

Ma non dimentichiamo i boschi del Trentino e per sapere di luoghi visitati  e mirabilmente descritti durante questa lunga estate calda- ma non solo – visitate il blog di Riccardo

www.trentoblog.it/riccardolucatti

 

 

 

 

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ROSA CANDIDA di Audur Ava Olafsdottir

pubblicato da: Mirna - 28 Luglio, 2012 @ 7:26 am

 

ROSA CANDIDA

 

Un’autrice islandese, Audur Ava Olafsdottir, ci regala il suo primo romanzo che, grazie al passaparola, ha vinto il Gran Prix des lectrices de Elle ed altri premi.

Edito in Italia da Einaudi gia’ ci cattura con l’immagine di copertina: un neonato avvolto in cotone rosa acceso disteso su una stoffa verde mare.

E questo titolo: Rosa Candida.

Fiori, rose, candore.

Un delicato romanzo di formazione che ci narra un momento importantissimo della vita del ventiduenne Lobbi che non sa ancora che cosa vuole.

Intanto lasciare la casa d’origine per crescere, “fiorire”, capire chi e’, elaborare il lutto per la madre morta in un incidente stradale ed accettare quel miracolo che e’ la nascita di una figlia concepita  in un momento occasionale in una serra.

Nelle prime pagine entriamo nella cucina islandese del padre e seguiamo la descrizione minuziosa della preparazione dei pasti, merluzzi fritti, zuppa al cacao; I personaggi si annunciano lievemente e si delineano come in un disegno che si sta formando. Il padre elettricista, il fratello gemello autistico, Anna, la ragazza da cui ha avuto Flora Sol.

Lobbi deve intraprendere un viaggio per giungere al famoso antico roseto da risistemare. Segue la strada dei pellegrini e con se’ porta le rare rose dagli otto petali che vuole trapiantare nel giardino del monastero.

Si prende cura di esse come della sua anima che lentamente va aprendosi  come un fiore.

Dall’Islanda monocromatica ad una ridda di colori di paesaggi e sentimenti.

Dal ricordo della mamma che riusciva magicamente a far fiorire un giardino nonostante il clima nordico alla piccola Flora Sol che lo raggiungera’al monastero con Anna.

Con un linguaggio chiaro, semplice, essenziale, con quel po’ di magia che talvolta percepiamo della vita, questa storia sembra riempire  le aspettative del lettore, “ci porta in un luogo sicuro dove esitono ancora innocenza e felicita’”

 

Finalmente Lobbi sapra’ quello che vuole e la tremenda indecisione espressa al ristorante lungo la strada in risposta a “Desidera qualcosa di particolare?”

“Ecco la domanda peggiore che qualcuno possa farmi, la domanda che mi tocca nel profondo: ancora non so bene quello che voglio; ancora devo provare, e capire, talmente tante cose…” otterra’ risposta.

 

Di pari passo con la fioritura del roseto, con l’arrivo di Flora Sol che si apre alla vita ( come un fiore a sole!) giunge anche per Lobbi la consapevolezza di cio’ che e’ e di cio’ che desidera.

 

Libro che si legge con il sorriso e con una naturale predisposizione- finalmente ! – alla letizia.

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LE CRONACHE DI…BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 26 Luglio, 2012 @ 10:21 am

 

 

THE BELLS

 

Le campane , qui al paese, iniziano a suonare alle 6.00, suonano per due volte l’ora (per informare I piu’ distratti) e una sola volta la mezz’ora, ma questa introdotta da due rintocchi  iniziali e distanti.

E poi…verso le 7.OO inizia uno scampanio forte che durera’… due minuti?

Tutti si svegliano…

 

A mezzogiorno, oltre ai 12 rintocchi per due volte, un’altro scampanio felice ed allegro che ora sembra andar di pari passo con il sole estivo, e la “Gloria del disteso mezzogiorno”di Montale – e questo mi rallegra perche’ la casa e’ inondata di luce ed io preparo il pranzo e il giardino e’ splendente: ma di nuovo alle 17,20 altri rintocchi, questi gravi e duraturi…non finiscono mai…forse per richiamare ai Vespri o a una messa pomeridiana.

Ed infine alle 20.00 c’e’  il tripudio delle campane felici che a lungo segue il motivetto di un inno mariano. Noi siamo a ridosso del campanile e quando le “happy bells” della sera iniziano la mia gatta si precipita dal giardinetto, lungo la scaletta di pietra e si va a rintanare in casa.

Poi , finalmente, tutto riprende con il puntuale scorrere del tempo alle 21, (18 colpi!) siamo ancora sulla terrazza goderci il cielo rosato e le rondini. A mezzanotte, 24 rintocchi e tutti, anche le campane di Borzonasca vanno a dormire lasciandoci tranquilli e senza nozione del tempo per le sei ore notturne!

Ma di questo dobbiamo ringraziare una signora  “di fuori”che tempo fa protesto’ con don Angelo per far smettere,almeno durante la notte, lo scampanio.

 

Qui a Borzonasca ci sono tre chiese, la principale e due chiesette dislocate ai limiti del paese. Quella di San Rocco che viene messa in funzione raramente e la Chiesuola che si trova in fondo al Villetto … la bellissima stradina curatissima e colorata di ortensie, ibischi , lavanda e fiori della passione. Questa si snoda accanto uno dei due fiumi che fa gorgheggiare l’acqua sulle pietre e sui ciottoli, ma  c’e’ anche il Beo, un piccolo canale dove un tempo, ma forse ancora, certe signore lavavano I panni e dove I bambini giocavano .

In fondo vi abita Grazia.

Il Villetto e’ una passeggiata deliziosa, sembra di essere in un paese da operetta, tutto e’ lindo e brillante.

 

L’altra passeggiata che si puo’ fare e quella del Taglio.

Taglio?

Forse perche’ il sentiero taglia le pendici della collina. Stradina amena piena di bossi, noccioli, piselli odorosi, balze e frutti selvatici, Punti freschi con ruscelletti e felci, punti ariosi con origano pronto a fiorire.  Mi piace moltissimo , mi sembra di essere in uno di quei villaggi inglesi di cui parlano le mie scrittrici preferite quando lungo una solitaria e pensosa passeggiata puoi incontrare il parroco, qualche signora sola o  un altro dei mille abitanti del paese. Ci si saluta cordialmente oppure ci si sofferma a parlare del tempo.

 

Ma ora in diretta…iniziano le campane del mezzodi’…e’ una splendida giornata questa di piena estate, il sole e’ forte, abbacinante e il suo fulgore con I rintocchi vibranti danno una specie di obnubilamento…

Desiderio di raccoglimento e silenzio…

 

Vi ricopio subito I  versi di Saba che si sposano alle mie sensazioni:

 

“Silenzio! Hanno chiuso le verdi persiane delle case./ Non vogliono essere invase./ Troppo le fiamme della tua Gloria, o sole./[…] Sembrano estinti gli uomini, tanto e’ ora pace / e silenzio.”

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NEMICO, AMICO, AMANTE… di Alice Munro

pubblicato da: Mirna - 21 Luglio, 2012 @ 7:23 pm

 

Einaudi

 

Libri che vanno, libri che vengono, come queste lunghe ore estive che regalano tempo lento per riflettere, ricordare, leggere e rileggere.

 

I racconti di Alice Munro regalatimi da Gary sono molto molto belli. Sicuramente la Munro e’ una delle piu’ importanti scrittrici canadesi contemporanee.

Non mi ero mai avvicinata ai suoi racconti essendo il romanzo la mia forma prediletta di narrazione, ma queste piccole storie sono perfette, scritte a tutto  tondo; un mondo completo e ricco di sentimenti, verita’ e allusioni profondi.

 

Sia che si tratti del primo racconto che da’ il titolo alla raccolta dove la protagonista e’ alla ricerca del compagno e ci riesce grazie agli inganni di due ragazzine e a una partita di mobili dimenticati in garage, sia che si tratti di Elfrida in “Mobili di famiglia”.  Qui il personaggio principale ci viene raccontato lungo un bel tratto della sua vita  da una giovane cugina. Viene descritta una donna allegra, forte, particolare e sempre un po’ misteriosa che attrae o che irrita e che rimescola antichi sentimenti nascosti.

‘Scattava un pericolo, ogni volta che ritornavo a giocare in casa. Era il pericolo di guardare alla mia vita attraverso occhi che non fossero I miei.”

Un personaggio indimenticabile quello di Elfrida anche per la descrizione fisica del so sorriso ampio pieno di denti irregolari, dei suoi colori, del suo modo di vestire.

 

Quasi tutte donne le protagoniste, donne particolari,forti, deboli, ma sempre alla ricerca della consapevolezza di se’.

Come fa Lorna in “Post and beam”, una  giovane casalinga frustrata, infelice che riesce in un certo pomeriggio a cercare un luogo – la stanza del suo giovane ammiratore, in quel momento assente – in cui sedersi al centro del quadrato di linoleum  “restare seduta per ore non tanto per osservare la stanza di lui, ma per sprofonfarci dentro. Per rimanere in quello spazio dove nessuno la conosceva ne’ pretendeva niente da lei. Rimanere li’ un tempo lunghissimo, facendosi intanto sempre piu’ aguzza e piu’ sottile, leggera come un ago.”.

Spesso la completezza della storia ci rimanda all’inizio perche nella sua eccezionalita’ di narratrice la Munro scrive mai in modo banale o piatto  per cui talvolta la consequenzialita’ viene lasciata da scoprire cammin facendo al lettore .

 

Libri che vanno e che vengono.

Ho cercato per Renata La rosa candida, consigliatoci caldamente da Camilla. Credo proprio che glielo leggero’ prima!

E poi  ho “La vita matrimoniale di Miss Buncle” arrivato per posta da Trento, e sempre da Camilla.

E I libretti grossi e piccoli di Grazia: tra questi “Sufficit” di Nino Vetri, “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono, e I romanzi di Elena Ferrante tra cu.i “I giorni dell’abbandono”, “L’amore molesto”.

 

Ed altri occhieggiano un po’ ovunque, da Barbara,la mia prima ospite Americana, polacca d’origine mi sono arrivate le ultime poesie del premio Nobel Wislawa Szymborska “Here”.

 

Come consigliava Confucio anch’io  ho in casa libri e fiori!

 

Ed infine, proprio ieri, e’ arrivato da Milano, da un carissimo amico avvocato, ultraottantenne un libro che parla di lui, un’autobiografia per I suoi figli e le persone care, un libro raro d’altri tempi in cui ci si consola un po’ pensando che persone rette e giuste esistono.

Di “Amore per la  Patria, la Famiglia, l’Avvocatura” di P.D. ne parlero’

A proposito, sembra che anche il Presidente Naplitano ne abbia una copia sulla sua scrivania!

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LIBERTA’ di Jonathan Franzen

pubblicato da: Mirna - 16 Luglio, 2012 @ 7:18 pm

 

Einaudi

 

Difficile raccontare un romanzo cosi’ corposo, inoltre , come avrete notato, non svelo mai la trama se non per cenni  proprio con lo scopo di sollecitare la curiosita’ e spingere  leggere. Scrivo soltanto dei libti che leggo fino in fondo e che mi sono piaciuti  dall’8 al 10.

Forse a Liberta’ di Franzen darei un 8 e mezzo: in alcuni punti mi sarei arenata quando I racconti espliciti delle pulsioni sessuali di Joey il figlio aolescente della protagonista Patty diventano troppo  espliciti o quando viene spiegato cio’ che la politica americana fa e non fa per l’ambiente.

 

Credo di capire perche’il papa’ di Miki l’abbia piantato a meta’.

 

Ma Io sono stata catturata dalla vita di questi personaggi alla ricerca  di se’, della Liberta’ come valore personale e universale e soprattutto dalla loro formazione come esseri pensanti.

 

Stiamo parlando di quasi un’intera vita dei protagonisti principali, di Patty  che non si sentiva apprezzata dai genitori e che sente di commettere sempre errori,  del suo matrimonio con Walter e della sua passione per  l’amico comune , della sua battaglia contro la depressione appena I figli si sono staccati da lei.

Della sua competitivita; ma non solo…

Ci viene descritta una societa’ basata sulla competizione per l’affermazione di se’, come d’altronde percepiamo anche noi figli dell’epoca del consumismo e della prepotenza.

Persino Walter, l’ambientalista onesto, quello a cui I soldi non interessano scopre quanto soffre se l’amico Richard risulta “vincente” in tutto e quanto sia ambiguo Il concetto di Liberta’ che noi abbiamo.

 

Liberi da chi? Dai genitori? Dalle convenzioni? Dalla strada che ci viene indicata da una societa’ dove essere “cool” e’ sinonimo di riuscita nella vita?

 

Cool che significherebbe freddo e fresco – e ne abbiamo dissertato con Gary e sorella – ha qui un significato di persona trasgressiva, non banale, non mediocre, per il metro comune e quindi,  “vincente”, furba, che ne so….fighetto , furbetto…(Raffaella che ne dici?) E’ che questo vocabolo sembra ormai entrato nel nostro lessico letterario.

 

Richard  e Joey’  sono cool. Gli altri combattono un po’ alla rinfusa , come facciamo tutti noi per amarci ed essere amati e per dare un senso alla nostra vita.

 

Romanzo spesso come un arazzo dove il matrimonio di Patty e Walter fa da collante alle vicissitudini degli altri protagonisti ‘ un matrimonio esemplare da un certo punto di vista durante il quale Walter per anni  ha abbandonato I propri sogni per appagare quelli di Patty e dove Patty dovra’ cambiare “mille” vite per capire cio’ che vuole veramente.

 

E forse la liberta’ e’ proprio l’accettazione di cio’ che siamo, di cio’ che vogliamo noi – e non gli altri – di abbandonare quel terreno di conflitto predisposto da una societa’ che sta precipitando verso la propria distruzione ambientale senza rendersene conto.

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A MOSCA, A MOSCA di Serena Vitali

pubblicato da: Mirna - 13 Luglio, 2012 @ 3:26 pm

A MOSCA, A MOSCA  DI SERENA VITALI   Oscar Mondadori

 

 

La lettura di un libro sempre ti abbraccia in nuove sensazioni, in scoperte, in rimandi personali.

Che gioia trovare quelli a te congeniali che colmano curiosita’ e interessi e parlano di importanti esperienze vissute.

 

Siamo nel 1967 quando Serena Vitali ed altre tre ragazze vincono una borsa di studio e arrivano a Mosca. Il grande amore per la letteratura russa e per l’anima russa  non nascondono pero’ la tragedia che tanti sovietici vivono.

 

Il KGB non perdona ed occorre  stare molto attenti per non incorrere in arresti . Ciononostante la Vitali, slavista di fama inernazionale, tornera’ spessissimo in quella terra che la affascina.

 

Cio’ che racconta resta vivido nella mente del lettore, sia quando parla del gelo dell’inverno, del cibo  o dell’imponente biblioteca Leninka dove ai tempi del comunismo era difficile consultare cio’ che si desiderava. Un vecchio professore ne parlava come di un luogo dove “I libri si sepellivano vivi”

 

Personaggi straordinari escono dai ricordi di Serena Vitali: da Shklovskij a Solzhenitzyn, ma soprattutto la gente comune .

 

Ci viene pesentato un personaggio affascinante, un ingegnere che dopo piu’ di un licenziamento “ hanno calcolato che c’e’ un delatore ogni sei cittadini sovietici” dice, ora ha un impiego gogoliano, esperto e ispettore di ghiaie. Ma ogni sera, quando puo’, va a trovare le vecchine ex borghesi e non, che vivono in stanze di case coabitazioni, le kommunalka per portare loro un po’ di cibo e soprattutto un po’ di compagnia. E’ un capitoletto bellissimo.

 

I suoi ricordi, I suoi resoconti precisi si dipanano in un quarantennio fino d arrivare alla Mosca dei giorni nostri,

Mosca che anch’io sono riuscita a visitare nel 2005. Un mio  grande sogno, quello di andare in Russia, naturalmente mi vedevo sulla Transiberiana un po’ alla Anna Karenina.

Invece la Mosca che mi e’ apparsa assomigliava quasi piu’ a Las Vegas, ma ciononostante per me  e’ sempre affascinante come San Pietroburgo.

Troppi romanzi russi letti per non amare  quelle citta’.

 

“Un romanzo inconsueto che ci dona l’immagine  viva del mondo sovietico, negli aspetti piu’ paradossali e tragicomici della vta di ogni gorno come in quelli piu’ drammatici dell’ideologia, della cultura, della censura, fino ai giorni nostri, alla generazione dei nuovi ricchi e dei milioni di poveri senza voce.”

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LE CRONACHE DI…BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 10 Luglio, 2012 @ 7:56 pm

 

I DUE CANADESI

 

Gary e sua sorella Wendy, miei ospiti per tre giorni hanno continuato a movimentare il paese gia’intrigato da Barbara e Camille che avevano seguito al bar le partite degli Europei tifando, of course, per l’Italia.

 

“Questi sono canadesi” ha sentito sussurrare Gary che sa l’italiano da alcuni dei pensionati che stazionano sempre sulla panchina circolare sotto un albero in piazzetta.

 

Ma Borzonasca e’ un paese abituato ai personaggi insoliti ed anche famosi, perche’ no? Non dimenticahiao che Devoto, il linguista del famoso dizionario Devoto-Oli e’ nato e sepolto qui…

 

Gary e’ stato felicissimo di questo soggiorno: dopo la siesta lo sorprendevo sul terrazzino della camera degli ospiti ad osservare il giardinetto a fascie, il campanile, il cielo pieno di rondini perche’ diceva  voleva assaporare appieno le sensazioni.

 

Prima di partire Stefania li ha portati da Gaggero, un luogo magico pieno di piante e fiori dove ci si puo’ perdere…sono arrivati a casa con surfinie bianche e viola, lavanda e un enorme ibisco arancione.

 

Gary si e’ offerto di sistemare le piantine ed ha zappato ed estirpato erbacce sotto il sole cocente. Ma, ha detto, lo faceva volentieri in ricordo dell”madre” che aveva  un giardino a Toronto.

 

Un animo particolarmente sensibile e attento.

Ma anche buongustaio: da Bruno detto Elvis  -per via del ciuffo che aveva un tempo – una delle due trattorie del paese – ha assaggiato tutti I primi tipici e non, dagli gnocchi al gorgonzola, ai  pansotti col sugo di noce, ai testaieu, sorta di piadina con il pesto ecc.ecc.

 

E si e’ parlato di libri naturalmente,  di autori canadesi come  Carol Shield, poi di Banville, di McEwan, ma anche di Ammaniti e tanti altri .

 

L’ultima sera ci ha sorpresi sulla terrazza vestita di surfinie, con le candele antizanzara accese a parlare dei fantasmi scozzesi di cui Gary e Wendy avevavo sentito raccontare duante la loro recente visita ai cugini di Edimburgo.

La misteriosa Dama Verde…

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LE CRONACHE DI…BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 8 Luglio, 2012 @ 6:58 pm

Le cronache di…Borzonasca

 

Caldo feroce in queste due ultime settimane persino qui in questo paesello ligure di mille abitanti-compresi il farmacista e il parroco-

Caldo nonostante il verde e I due fiumi scintillanti che lo circondano come due anelli.

E se al mattino si possono fare due passi e fermarsi nella pasticceria per un caffe’ con Grazia ,il pomeriggio e’ doverosamente dedicato alla siesta, possibilmente con un buon libro accanto.

 

Si’, qui il tempo scorre sonnolento , ma sul tardo pomeriggio ecco che le persiane si aprono, e tutti noi andiamo in terrazza o sul giardinetto della seconda “fascia” sotto la palma o il nespolo.

 

Mi e’ piaciuto “vedere” la mia casa e il paese attraverso lo sguardo entusiasta dei nostri due ospiti americani  :Barbara docente universitaria che insegna sociologia a Buffalo e suo figlio Camille che ha colto l’occasione per farsi dare altre lezioni di pianoforte da Stefania.

 

Tutto cosi’ mediterraneo, la luce, I colori, I profumi del gelsomino e del glicine, il sole a picco…esclamavano.

Abbiamo raccolto insieme le nespole mature e Barbara ci ha fatto due torte (pie, ) buonissime

 

Stamani, ultima mattinata degli ospiti, siamo andati a vedere il giardino di Grazia pieno di rose, ortensie e fiori bianchi. Una delizia,

 

Ed ora siamo in luglio, nel pieno dell’estate, nella stagione che per me e’ sempre separata dal tempo che trascorro a Trento. I pensieri e le sensazioni sembrano diversi come recepiti attraverso un altro paio di occhiali

 

Tempo per pensare , per leggere, per sognare ancora un po’.

 

Verso sera le rondini garriscono felici e spesso uno stormo di aironi vola compatto

 

E a sera, accanto al letto ancora libri.

 

Sarebbe bello sapere quail libri si trovano nei vostri angoli estivi…

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