NADIA IORIATTI E MARCELLO FARINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Febbraio, 2015 @ 10:38 am

Detto altrimenti: un libro di Nadia, la sua presentazione di Marcello   (post 1944)

Post 1944, anno 1944 – Il 3 febbraio di quell’anno sono nato io (scialla raga, scialla: lo so … lo so … direte ecchissene …?) Sbarco alleato in Normandia. Galeazzo Ciano fucilato.

IMG_2922Leggendo il post precedente (n. 1943, almeno fino a quando il suo allestimento non sarà terminato), vi chiederete perché io sia “saltato” dal post n. 1942 al post n.1944, sospendendo temporaneamente la pubblicazione del n. 1943. Bè raga, le ragioni sono molte. Innanzi tutto non vedevo l’ora di scrivere il post del mio anno. Mappoi (mappoi, sic) c’è una ragione ben più profonda, ovvero la coincidenza di due eventi umani e letterari, quali sono il libro scritto da Nadia Ioriatti “IO TINTA DI ARIA” (Ed. Curcu e Genovese) e la sua presentazione da parte di Don Marcello Farina. Due autentici capolavori! Quale migliore occasione per “onorare” il 1944 se non con le due opere di Nadia e di Marcello!?

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IMG_2904Premessa: lo scrivere è terapeutico per Nadia Ioriatti, costretta su una sedia a rotelle dalla sclerosi multipla. Ciò detto possiamo iniziare. Siamo a Trento, Via Dordi, nella sede dell’Associazione Culturale Antonio Rosmini presieduta dalla Prof. Sig.a Lia de Finis, che ringraziamo per l’ospitalità, il suo saluto ed il suo commento alla manifestazione. Nadia, editorialista su QT – Questo Trentino, ha raccolto in un suo (primo) libro 30 racconti autobiografici a formare di fatto un romanzo. Nadia, pluricoinvolta nei “nostri” gruppi:  in questo blog ma soprattutto nel Blog di Lettura di Mirna Moretti (www.trentoblog.it/mirnamoretti); nel Gruppo di Lettura LibrIncotri sempre gestito da Mirna … Gruppo al quale è stata introdotta da Katia Knycz, … Gruppo ove …

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… ove l’opera è stata commentata da Maria Teresa Perasso (foto a fianco); Nadia, ora anche collega Accademica del gruppo Accademia delle Muse presieduto da Cristina Endrizzi (… ed io fui settimo fra cotanto senno …)

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Molti di noi erano ovviamente presenti in sala.

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IMG_2929Il libro. Trovate già una sua recensione nel citato blog di Mirna. Dice … ma allora che stai scrivendo? Scrivo innanzi tutto per dar un riscontro tempestivo (anche se largamente incompleto) dell’evento. Scrivo per preannunciarvi la trascrizione dell’analisi e della presentazione del libro fatte da Marcello Farina, le quali hanno un doppio valore e significato: in sé e per sé, quanto ad analisi letteraria, umana e filosofica; ma soprattutto in quanto strumento di emersione dei significati più intimi che la Scrittrice ha voluto e saputo trasfondere nella sua opera.

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la Presidente Cristina Endrizzi (sciarpa bianca), dietro di lei il fotoscrittore Enrico Fuochi (barbafornito)

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Che altro dirvi se non di acquistare e leggere questo piccolo scrigno di trenta preziose gemme di umanità, in attesa di leggere - a seguito della mia prossima, gravosa ma piacevolissima trascrizione di quella preziosa analisi – quanto di esse ha detto Marcello Farina?

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AI CONFINI DEL JOBS ACT

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Febbraio, 2015 @ 9:33 am

Detto altrimenti:    lavoratori? 50 sfumature di … ombra   (Post 1943)

Post 1943, anno 1943: Stalingrado. Città italiane bombardate.

Società venduta ad altro proprietario; società chiusa, altra aperta, stesso proprietario; licenziati e poi, alcuni, riassunti a condizioni inferiori; straordinari non pagati ti do’ ferie in più che poi tanto cadono in prescrizione …

Voglio essere breve anzi brevissimo. Mi sta bene rivedere l’intera disciplina della legislazione sul lavoro, ma i criteri devono essere uniformi: la tutela crescente va bene, ma anche la “punizione” deve essere crescente, ovvero non mi sta bene il licenziamento in ogni caso per un ritardo di 5 minuti punibile come  una aggressione al capo reparto.

Inoltre ci si deve preoccupare anche delle zone grigie ovvero della “elusione” delle norme sul lavoro, così come non basta combattere l’evasione fiscale  ma anche la sua elusione.

 

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ITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Febbraio, 2015 @ 6:26 pm

RESPONSABILITA’ CIVILE DEI GIUDICI ED ALTRI RACCONTI

Detto altrimenti? Io? No, raga, sia chiaro una volta per tutte: non sono io che sono detto altrimenti, che ho un soprannome, ma è ciò che dico che è detto in modo diverso, non convenzionale … (post 1942)

Post 1942, anno 1942 – Guerra.

E’ legge. Se i magistrati commettono certi errori, lo Stato paga i danni e può rivalersi su di essi fino alla metà di una annualità del loro stipendio. Evvabbè …

Se un manager pubblico sbaglia, paga il 100% del danno procurato. Egli per legge deve essere assicurato ma … ma la Corte dei Conti può contestare addebiti sino a 10 anni dalla cessazione del mandato manageriale e le Compagnie di Assicurazione assicurano solo un periodo di cinque anni.- Evvabbè …

Se un esponente del governo sbaglia (ad esempio a precalcolare i futuri esodati), quella legge viene comunque valutata solo sotto il profilo della Costituzionalità. Poichè è giudicata costituzionale, l’errore materiale che ha provocato danni a molti cittadini non viene sanzionato. Evvabbè …

Se i parlamentari provocano un danno (interruzione del pubblico servizio parlamentare attuata con uscita dall’aula, assenteismo, ostruzionismo), non vi è sanzione alcuna. Evvabbè …

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GRECIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Febbraio, 2015 @ 3:42 pm

Detto altrimenti: eis, mia, en: mashile, femminile e neutro, ovvero uno, una, una cosa         (post 1941)

Post 1941, anno 1941 – Guerra!

Italia – Grecia, mia faccia, mia razza! Una (stessa) faccia, una (stessa) razza

  • th385WYLFPIn Grecia alcuni hanno rubato denaro pubblico, evaso le tasse, truccato il bilancio pubblico e si sono arricchiti. Molti oggi stanno pagando le colpe altrui.
  • In Italia, alcuni (molti) hanno rubato denaro pubblico, evaso le tasse, truccato i bilanci privati e si sono arricchiti. Molti oggi stanno pagando le colpe altrui.

 

 

  • th5Z6HV0GWIn Grecia: rescheduling del debito nel senso di spostamento in avanti delle rate, negata dalla UE.
  • In Italia: proviamo ad emettere … chessò … 200 miliardi di titoli di debito pubblico “irredimibili” ovvero sui quali lo Stato pagherebbe solo interessi mentre l’investitore potrebbe liquidare il suo investimento vendendo i propri titoli in borsa, titoli irredimibili che dovrebbero avere un rendimento un po’ superiore al rendimento dei titoli redimibili. Essi dovrebbero essere offerti agli investitori in volontaria sostituzione dei titoli redimibili. Si libererebbe plafond del debito e risorse per welfare e investimenti.Why not?

Fine (per oggi)

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LIBIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Febbraio, 2015 @ 9:55 pm

Detto altrimenti: Libia … che fare ora?    (post 1940)

Post 1940, anno 1940 – Fra quattro anni nasco io. Nel frattempo, il 10 giugno, Maramaldo (Mussolini) uccide un uomo morto e dichiara guerra alla Francia (e alla perfida Albione).

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.… ma poi la Francia si è vendicata: ha attaccato con i suoi Mirage la Libia di Gheddafi per cercare di pre-accattivarsi il futuro governo e sostituire le proprie imprese a quelle italiane, ed ora che nel dopo Gheddafi è scoppiato il caos, i primi ad andarci di mezzo siamo comunque noi.

Un post più corto di così …

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MUSICA A RIVA DEL GARDA: IL TRIO NOVALIS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Febbraio, 2015 @ 7:53 am

Detto altrimenti: l’Associazione Amici della Musica organizza …                (post 1939)

Post 1939, anno 1939 – Patti d’acciaio, discorsi di fuoco,  invadiamo l’Albania, minacciamo la Grecia …

Il compianto Presidente Ruggero Politico

Il compianto Presidente Ruggero Politico

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Un giorno un amico mi chiese di fargli il tesoriere … il tesoriere della “sua” Associazione, quella degli “Amici della Musica” in Riva del Garda. Accettai. Se “cliccate” Ruggero Polito trovate tutto in molti post del passato. Un anno fa, improvvisamente, Ruggero è mancato. Gli è subentrato il Prof. Franco Ballardini che ne ha raccolto l’importante eredità. L’Associazione procede anche nella memoria di chi l’ha presieduta per cinquant’anni. Ieri sera nella sala dell’Auditorium del Conservatorio Bonporti, sede di Riva del Garda, si è esibito il Trio Novalis: pianoforte, violino, violoncello.

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Il pianoforte, suonato dal Professore Carlo Levi Minzi, insegnante ordinario al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Il violino, un Angelo Radrizzani del 1940, fatto vibrare da Markus Berthold partecipe al Quartetto Amadeus. Il violoncello, fatto “danzare e suonare” con il corpo, la mente e le mani di Frieder Berthold, partecipe al Quartetto Amadeus.

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thF1AG0YFHIl programma eseguito: Clara Wieck in Schumann (1819-1896) di nove anni più giovane del più famoso marito, che le premorì quarant’anni prima. Trio in sol minore op. 17, scritto nel 1846. Quindi il marito Robert Schumann (1810-1856): due Lieder, Es Fliegen zwei Schwalben, op.79 n. 21 – Il volo delle due rondini; Wenn ich ein Voeglein waer op. 43 n.1 – Se io fossi un uccellino. iNDI, Trio in sol minore n. 3 op. 110 (1851). Programma romantico, accattivante, magistralmente eseguito, “caldo” direi, una musica che “riscalda” la sala non troppo riscaldata da caloriferi accesi per l’occasione. Breve ed incisiva la presentazione da parte del Presidente Ballardini. Entusiastici gli applausi che hanno “reclamato” un bis.

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Cristina Endrizzi al pianoforte della Fraglia Vela Riva

Cristina Endrizzi al (vecchio) pianoforte della Fraglia Vela Riva

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Fra i presenti. una squadra di giovani calciatori tedeschi, guidati da Alexander Grams … quelli che, appena finita la partita contro un’altra squadra tedesca (sotto la pioggia) si sono cambiati in tutta fretta per non perdere un secondo appuntamento, il concerto, appunto (visto che la partita a pallone era stata persa). Ma, come avviene, vi chiederete, che giovani calciatori tedeschi in trasferta a Riva del Garda, vengano ad un concerto, a questo concerto?La storia merita di essere raccontata: S’era in estate, un pomeriggio in Fraglia Vela Riva, per un concerto “regalato” al Club dalla pianista Professoressa Cristina Endrizzi Garbini.

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Un  vecchio pianoforte, la “sala concerto”, una parte a livello sfalsato rispetto a quella del bar della sala del Club. Noi, sotto, i calciatori sopra, con i loro boccali di birra. Mi avvicino, li invito a “scendere” in sala per assistere al concerto. Accettano volentieri. Dopo mesi ricevo una mail da Alexander: stanno tornando a Riva del Garda, ci vogliono incontrare e salutare. Da qui l’invito al secondo concerto, alla fine del quale mi regalano il loro gagliardetto.

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Alexsander Grams

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Vielen danke, Alexander! Ich werde im nächsten Sommer aussehen!

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Prossimo appuntamento dell’Associazione Amici della Musica – Riva del Garda: Sabato 28 febbraio, ore 17,30, stessa sala: Ensemble Emilio Rizzi, 12 violoncelli ed un soprano, direttore Italo Rizzi.

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LA MEGLIO SCIATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2015 @ 8:02 am

Detto altrimenti: le ore del mattino hanno l’oro in bocca … ovvero una sciata al giorno leva il medico di torno   (post 1938)

Post 1938, anno 1938 – Hitler “si prende” l’Austria e come prima cosa si va a “vendicare” dei suoi ex professori che lo avevano giudicato mediocre e di tutti coloro che lo avevano disprezzato.

07,15. Trento-Fai della Paganella, 35 km – Gli sci, durante l’intero inverno, abitano nella mia auto così tutto è più semplice. Borsa degli scarponi alla mano esco di casa presto: in tal modo non mi perdo la trasmissione di Radio 3 “Prima Pagina”.

07,40. Posteggio l’auto nel piazzale delle seggiovie (che “aprono” alle 08,30!), subito dopo Fai. Attorno a me il … deserto! Sono padrone dello spazio, di uno spazio silenzioso, di quello stesso spazio che solo mezz’ora dopo sarà conteso dalla madding crowd dei miei colleghi sciatori.

Eccomi immortalato!

Eccomi immortalato!

07,50. Entro nel bar “Tre 3”. Gli avventori sono vestiti di tute nere (o è un blu scuro scuro?). Sono gli addetti agli impianti. Due persone no, hanno tute diverse: una coppia, marito e moglie, i due fotografi che da anni, alla stazione a monte della prima seggiovia, lavorano immortalando “al volo” noi sciatori. Ormai sono amici. Scambiamo quattro chiacchere. Indi, comodamente seduto, è il momento della cerimonia dell’allacciamento degli scarponi, allacciamento senza lacci, visto che da anni ormai sono stati sostituiti da sistemi di leve: così quando arrivi in cima alla montagna sei già pronto.

08,00. Cappuccino e briosc. Una copia de l’Adige a mia disposizione: ne scorro  velocemente i titoli, non mi va di monopolizzarla.

08,10. Escono le tute nere, entrano le tute verdi. Sono i maestri di sci.

Il Brenta dalla Malga Zambana, ovvero miei guanti in attesa che io mi beva il solito caffè)

Il Brenta dalla Malga Zambana, ovvero i miei guanti in attesa che io beva il solito caffè

08,20. Escono le tute verdi, entrano gli “strazzapiste”, gli “straccia piste” ovvero gli sciatori “bonorivi” (mattinieri), i buongustai della neve, ovvero quelli esigenti che vogliono godersi le prime discese sulle piste ancora immacolate, ben battute la sera precedente dai gatti delle nevi. Mentre questi miei “colleghi” bevono un caffè, io sci ai piedi sono già, davanti ai tornelli d’accesso alla seggiovia. Primo! Vuoi metter la soddisfazione? Spesso sono affiancato da tute e facce conosciute: “Ciao, com’ela?” (Come va?). “Dai che nem (la seggiovia si è messa in moto e noi ci avviciniamo ai sedili)… fin tan che ne trovem a siar la va ben…”

08,30. La seggiovia “ci accetta”: si parte!

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Qualche ora dopo, dalla Selletta verso il Brenta

Qualche ora dopo, dalla Selletta verso il Brenta

08,45. Due seggiovie a fila e siamo alla “Selletta”. Il terzo impianto, quello che porta a Cima Paganella, è ancora fermo per cui si sciano verso destra – vista dolomiti di Brenta – i 220 metri di dislivello che ci conducono alla base della seggiovia “grande” quella che raccoglie i “salitori” della funivia che parte da Andalo e porta tutti a Cima Paganella. La pista è in ombra, immacolata, velocissima: una volata … ma … arrivato d’un fiato alla partenza della seggiovia … acc … mi accorgo che ben tre seggiolini sono stati già occupati da sciatori saliti da Andalo! Ormai questo fatto l’ho sperimentato più volte … tuttavia preferisco salire da Fai – alcuni km in meno in auto – tanto poi … poi mi rifaccio, io, ho il mio trucco segreto io …

Qualche ora dopo, verso il Lago di garda

Qualche ora dopo, verso il Lago di Garda

08,55. Infatti, arrivato a Cima Paganella, la “Montagna tuta bela” (il dialetto trentino non conosce le doppie) dopo uno sguardo verso il Lago di Garda e a quella meraviglia rappresentata dalle Dolomiti di Brenta, constato che – come prevedevo – i miei pochi “predecessori” si buttano nel versante di Fai, già illuminato dal sole. Eh, no, cari miei, io scendo sul versante di Andalo lungo la pista “Olimpionica 1”, quella che grosso modo costeggia la seggiovia che abbiamo appena utilizzato, per poi proseguire lungo la pista (quasi) “nera” (“Olimpionica 2”) fino alla stazione intermedia della funivia che sale da Andalo.

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La seconda risalita lungo la olimpionica 1

Qualche ora prima: la mia seconda risalita lungo la “Olimpionica 1”

La pista è in ombra, ma la visibilità è più che buona, la qualità della neve è ottima, la pendenza quella giusta ed inoltre soprattutto “continua”, per cui prendi un ritmo e lo mantieni per una lunghezza di quasi 3,7 km ed un dislivello di quasi 800 metri. Continua e soprattutto “deserta”, ragazzi, come il piazzale della sosta delle auto di cui vi parlavo prima! Sono solo! Mi sento miliardario, padrone di una pista privata, tutta per me … libero da ogni preoccupazione di valutare le traiettoria di altri sciatori: è un po’ come quando in solitaria, con il mio piccolo Fun, ho veleggiato dalla Sardegna fino alla Toscana, due volte anche di notte! Una sensazione meravigliosa, irripetibile, sia in barca a vela sia sugli sci.

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Se non è vero amore questo ...

Se non è vero amore questo …

10,30. Intermezzo di un caffè dall’amico Mirco alla Malga Zambana. Pian pianel arrivano gli altri sciatori. Le piste si mantengono ancora in buono stato, il grado di affollamento più che accettabile.

11,30. Ho ho già sciato tre ore. Le piste sono abbastanza affollate. Scio fino al punto di partenza della mattina. Mi tolgo gli sci, in dieci metri sono all’auto.

12.15. Sono a casa, a Trento.

La meglio sciata.

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ROMA RISE, TRENTO RISE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Febbraio, 2015 @ 3:45 pm

Detto altrimenti: ma ora … riderà bene chi riderà ultimo … (post 1037)

Post 1937, anno 1937 – Mussolini in Germania acclamato più di Hitler

Roma. Si scoprono decine e decine di immobili di proprietà del Comune concessi in affitto da anni ed anni a cifre irrisorie (10 euro mensili, euro più euro meno!). Fra i tanti casi un box auto in zona Teatro Marcello a 10 euro, quando il mercato esige fino a  1000 euro!

Trento. La stampa locale riporta che la Guardia di Finanza indaga su di una Associazione fra due Enti culturali e di ricerca sovvenzionati dal pubblico la quale avrebbe commissionato una consulenza di ricerca del costo di 7,5 milioni di euro ad una società di consulenza con un mandato molto generico, per indagini che poi ha fatto – a costo zero – la Provincia.

Mi aspetto che la Corte dei Conti indaghi e scopra chi ha fatto le leggi o i regolamenti o le regole che hanno consentito quanto sopra a danno della collettività; chi ha agito in osservanza di tale leggi; chi eventualmente ha agito violando leggi diverse; chi non ha controllato; chi ne ha tratto beneficio.

E’ chiedere troppo?

P.S.: Quod non vetat lex, hoc vetat fieri pudor” (Seneca). Quello che non vietano le leggi, lo vieta il pudore.

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AUTONOMIA … DI PENSIERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Febbraio, 2015 @ 5:37 am

Detto altrimenti: del pensiero politico, sociale, etc.    (post 1936)

Post 1936, anno 1936 – In Etiopia, Italiani ultimi colonialisti, ma primi ad utilizzare l’aviazione per bombardare i locali, militari e civili, per di più con bombe incendiarie e chimiche. Italiani brava gente? Quando mai? E poi via, tutti in Spagna, ad aiutare Franco. Tutti? No, per fortuna vi fu anche chi andò in Spagna a combattere la dittatura,  … quelli si Italiani brava gente!

L’uomo politico, la sua spiritualità? Quando “condivide la situazione altrui” disse tale Bartolomeo Sorge, 30 anni fa, in un convegno sui Colli Euganei. No, aveva prima detto tale Lorenzo Milani, quando “si prende cura di”. Lorenzo Milani, che al “me ne frego fascista” contrappose il “I care”, io mi prendo cura di” : ecco il significato odierno di “cura” de “la cura”. Quello la cui adozione io mi permetto di caldeggiare e condividere. No, dice oggi un altro, quando pratica la solidarietà.

Io scelgo “I care”. “Prendersi cura di” ma … a quale fine? Il mio amico Marcello Farina dice “per realizzare il Bene Comune”, ovvero, prosegue, “che poi è il Bene alla cui realizzazione tutti contribuiscono, sin dall’inizio, con il proprio contributo personale”. Bene Comune che era stato il motore dell’Autonomia del Pensiero e dell’Azione di un altro Lorenzo, tale Lorenzo Guetti (Vigo Lomaso, Giudicarie esteriori, TN), fondatore della Cooperazione Trentina modello Raiffaisen ed iniziatore dell’Autonomia Trentina.

Autonomia come cosa? Come capacità e volontà di autogoverno. Alla base vi sta un Pensiero, una considerazione antropologica di “appartenenza” reciproca al territorio. Eppure anche questo concetto è stato superato, almeno da me, grazie ad un amico antropologo e sociologo, Italo Gosetti. Già, dice … solo uno stupido non cambia mai idea. Ed io almeno questa volta mi sono salvato e l’idea l’ho cambiata! Infatti l’ “appartenenza” appartiene (scusate il gioco di parole) soprattutto ai Sud Tirolesi (heimat). Noi qui, (1) Trentini, ci distinguiamo per un’altra caratteristica: il “Carattere”, il “carattere montanaro” che ben emerge dal confronto fra il nostro mondo di montagna e quello della confinante pianura, confronto che i Sud Tirolesi non possono certo fare, stretti da ogni lato “solo” da montagne.

Ma qui viene il “bello”. Carattere di ciascun Trentino, di tutti, non di una sola persona. E qui viene il “brutto”. Infatti se per pigrizia mentale o per fascinazione i Trentini si lasciassero affascinare dal pur ottimo carattere di una sola persona, perderebbero lo stimolo a vivere e a mantenere il loro Personale Carattere, ovvero l’Autonomia di tutto: di pensiero, d’azione, di autogoverno.

P.S.: Josif Brodskij, premio Nobel per la letteratura, nel suo “Il canto del pendolo” (Ed. Adelphi) afferma: “Guai ai pensieri uniformi, ai bilanci ben assestati, agli eserciti numerosi, alle maggioranze assolute … se non altro perchè nei grandi numeri più facilmente si alligna il male” (cito virgolettato ma a memoria).

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(1) io sono Trentino solo d’adozione (da 25 anni), essendo nato a Genova. Ma la mia città natale è terra di leva di mare e di leva di montagna ed io qui in Trentino ne ho scalate di cime in Brenta e sulle Pale di S. Martino …

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DOPO PERUGIA, LA SICILIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2015 @ 1:46 pm

Detto altrimenti: basta, non se ne può più …   (post 1935)

Post 1935, anno 1935 – “Faccetta nera, bell’abissina, aspetta e spera che già l’ora si avvicina …”

Il 17 gennaio scorso scrivevo di una scandalosissima super pensione ad un avvocato dipendente del comune di Perugia (cfr. ivi).

th3DMVMTNVOggi scrivo della Trinacria alias Sicilia. Il Signor Dottor Paolo Modica de Mohac, Avvocato Consigliere Parlamentare Cavaliere di Grazia del S.M. Ordine Costaniano, Ramo di Napoli, Discendente da Antica Famiglia Aristocratica, Dirigente della Regione Sicilia, va in pensione ad anni 54 (cinquantaquattro) con €12.000 netti al mese, chiedendo che l’accredito gli sia fatto in Tunisia così “non paga tasse” (avrete notato che “per rispetto” quante  lettere maiuscole ho utilizzato!)

Quo usque tandem … abuteris patientia nostra? Fino a quando abuserai, o Regione Sicilia, o Comune di Perugia, etc. della nostra pazienza?

Ma già … non sono novità … Sentite questa. Quando ero a capo della finanza Italia della Stet-Società Finanziaria Telefonica p. A, Torino (all’epoca la più grande finanziaria italiana), il Vice Direttore Generale di una grandissima banca ebbe a confidarmi che quando i loro big andavano in pensione, le tasse sulla loro (miliardaria in lire) buonuscita venivano pagate all’erario “a debito del conto economico della banca”. Quale banca? Eh, no, raga, non ve lo dico anche se il reato di evasione fiscale è caduto in prescrizione …

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Lo scandalo al sole del 1959 è meno grave dello scandalo al sole della Sicilia del 2015!

Lo scandalo al sole del Maine-USA del 1959 è assai meno grave dello scandalo al sole della Sicilia-Italy  del 2015!

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Insomma: Don Ciotti ebbe recentemente a dire che lo preoccupano sì quelli che agiscono male  palesemente contro al legge, ma ancora di più teme i danni di chi agisce male dentro la legge o ai suoi confini. E bravo Don Ciotti …

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Quod non vetat lex, hoc vetat fieri pudor” (Seneca). Quello che non vietano le leggi, lo vieta il pudore.

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