3 FEBBRAIO 1998, STRAGE DEL CERMIS
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2012 @ 7:36 amDetto altrimenti: Â Noi Schettino, voi Ashby. Â Cermis , Concordia e … qualcos’altro. Due tragedie e … una farsa
Oggi è il 2 febbraio. Ma il Cermis voglio ricordarlo un giorno prima, come se fosse possibile tornare indietro, di un giorno da quel terribile giorno. Tornare indietro noi e il pilota di quell’aereo. Per non fare quello che è stato fatto, perché non accada ciò che purtroppo invece è accaduto. Ricordiamo cosa dice la Veladiano (cfr. post del 20 gennaio scorso): oggi non viviamo la nostra vita. Siamo portati a vivere la vita del “canone obbligatorioâ€: queste scarpe, questi jeans, queste bevande alcoliche, questa auto, questi occhiali, questi comportamenti … altrimenti sei “fuoriâ€, sei uno “sfigatoâ€. “Chi non passa sotto i cavi della funivia con l’aereo  è uno sfigatoâ€. Chissà come si dice in inglese … “Chi non rasenta gli scogli con una nave da crociera è uno sfigatoâ€. Non vivi per te. Cerchi di essere come credi che gli altri vogliono che tu sia: “strafigo”. E poi, que serà serà …
Francesco Schettino sarà condannato. Ma se fosse stato americano, al comando di una nave da guerra USA?
Le giustificazioni poi … quelle del difensore del pilota USA, che quasi scherniva le vittime e i loro parenti, che impapocchiava i ragionamenti … mi sembrano l’attuale rimpallo di responsabilità della strage della Concordia: parla, sparla, accusa, confondi le acque. Qualcosa resterà . Giustificazioni e motivazioni inaudite, un arrampicarsi sui vetri. Riflettiamo, pensiamoci … già , il pensiero … una volta si tramandava oralmente e il tempo e lo spazio di quel pensiero erano quelli fisici, della natura. qui/lì; ieri/oggi; in estate/in inverno; si/no. Poi, con l’avvento della scrittura, il pensiero ha assunto altri tempi ed altri spazi: quelli della politica. La società ; lo Stato; le alleanze internazionali; il programma quinquennale; noi politici; voi cittadini; si/no/forse! Infine oggi è subentrato il pensiero della TV: l’hanno detto alla TV. Se dicono questo alla TV possibile che non sia vero? Questo è lo spazio. Questo è il tempo. Il tempo e lo spazio per passare sotto i cavi della funivia … erano quei cavi ad essere troppo bassi … era quello scoglio a non essere segnalato sulla carta nautica … Questi sono i fatti. Questo è, anzi, deve essere, il “tuo†pensiero. Ed allora parlate, parlate gente, straparlate alla TV, sui giornali … la gente alla fine avrà dei dubbi e voi ve la caverete con meno … con molto meno …
Da un vecchio film con Alberto Sordi: vostra moglie doveva partire: Ma come al solito ha fatto tardi, ha perso l’aereo. Torna a casa e vi sorprende a letto con la vostra amante. Inizia a farvi una scenata di quelle … Voi negate, negate sempre! E poi alla fine potrete sempre dirle: “Vedi cara, se tu non avessi fatto tardi come al solito e avessi preso l’aereo, tutto questo non sarebbe successo. Ma comunque non ti preoccupare: io so perdonare!” Â
Da una farsa di oggi: se i cittadini vi dicono che proprio voi dovete dare l’esempio, che i vostri emolumenti troppo elevati, che sono i più alti in Europa … voi negate, negate  sempre! E poi … perdonateli …
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3 Â febbraio 1998 – CERMIS
Sospese nel vuoto
arroganti contraddizioni
ubriacano menti ribelli
salde al buon senso
ed alla ragione.
Inutile verita’
sui metri da terra
inutile rotta
del libro di bordo.
Verrà anche il tempo della giustizia.
Fredde le mani protendono
a stringere un corpo
per dare calore
agli ultimi istanti.
Pavide
altre
nascondono
la scatola nera dei dati
turpi alla vista.
Leggiamo violata
la legge
scritta col sangue
su fogli di neve
Urliamo
in faccia all’abisso profondo
schiacciati
fra i piccoli atti
del nostro dovere
e l’osceno dispregio assordante
alla vita.
Vis legibus inimica …
Riccardo Lucatti
P.S.: al verso “su fogli di neve†potete sostituire il verso “su scogli di mare†e al verso “vis legibus inimica†potete sostituire il verso “ubris legibus inimicaâ€. Infatti ieri era la violenza fra i monti ad essere nemica della legge e del buon senso. Oggi è la tracotanza, e non solo sul mare …
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Fortepiano e pianoforte
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Febbraio, 2012 @ 8:23 amDetto altrimenti: non è un gioco di parole, ma solo osservazioni di una persona (molto) dilettante (vedi mio post del 26 gennaio scorso)
I primi pianoforti erano dei fortepiani. La storia del fortepiano la trovate in internet. Inoltre io non sono né un musicista né un tecnico di tali strumenti. Sono solo un amante della bella musica e della musica bella. Quindi … dovrete accontentarvi!
Recentemente, ho assistito a due concerti su fortepiano (a Trento e a Riva del Garda) e ad una lezione conferenza sul fortepiano, tutto ad opera della pianista trentina e collezionista di fortepiani Stefania Neonato, assistita da Marco Barletta, restauratore e pianista anch’egli. A Trento, nell’ambito dei Concerti della Domenica organizzati dal Comune (con la partecipazione della violinista Francesca Vicari). A Riva del Garda conferenza e concerto rientravano nell’ambito delle iniziative della locale “Associazione Amici della Musica†presieduta da Ruggero Polito.
Il giorno dopo, all’interno del ciclo dei concerti “Le (quattro, n.d.r.) domeniche in Musica†tenuti con la partecipazione dell’orchestra “Camerata Musicale della città di Arco†diretta dal Maestro Giorgio Ulivieri, ho assistito ad un concerto che comprendeva brani di canto con accompagnamento di pianoforte: ho quindi potuto provare sul campo – certamente in misura parziale, ma sicuramente “a caldo†– la differenza fra i due strumenti.
Il fortepiano era il pianoforte del ‘700 ed anche di un po’ dopo, diciamo quanto meno a sino a Beethoven compreso, cioè all’inizio del romanticismo. Il fortepiano, dalla sua nascita agli inizi del ‘700 sino a quando, a metà ‘800 è stato “soppiantato†dal pianoforte, ha avuto una forte evoluzione tecnica. Esso è tutto in legno. Le sue corde metalliche sono parallele, in linea con le nervature lignee della tavola armonica. Non ha pedali, bensì ginocchiere. I suoi tasti hanno una corsa assai più breve di quelli del pianoforte e richiedono una pressione anch’essa minore, tuttavia molto più modulabile. La sua meccanica infatti valorizza moltissimo la qualità della percussione del tasto da parte del musicista. Esso è stato concepito e realizzato per le “sale dell’epoca†cioè per salotti e per le piccole sale adatte alla
musica dell’epoca. Il suono di una sua nota scende rapidamente d’intensità , per protrarsi poi a livelli sonori minori. Ciò costituisce una “musica parlata†al cui interno distinguete le “parole†e soprattutto le “consonanti†all’interno delle “paroleâ€. In altri termini, le sue note non si sovrappongono e voi distinguete ed apprezzate la struttura dello spartito e l’enorme varietà di sfumature che ciascun musicista può e sa trarne.
Il pianoforte inizia ad affermarsi a metà dell’800. Esso contiene una cassa in ghisa che regge la tensione di corde lunghissime che applicano alla struttura una forza di trazione sino a 20.000 kg! Esso è stato realizzato per le esigenze USA di grandissime sale. Al di sotto, è stata applicata una “campana†per esaltare i toni alti. Le corde son incrociate e non sono in linea con le nervature della tavola armonica. Ancora oggi il modello e la tecnica sono quelle originali. Il
suono è molto standardizzato, forte e prolungato, tal che si può avere sovrapposizione delle note.
Quale preferire? Direi che il meglio si ha eseguendo ogni brano con lo strumento per il quale esso è stato scritto.
Molto illuminante è stata la conferenza che Stefania Neonato ha tenuto nella mattinata del 28 gennaio 2012 nella sala del Conservatorio in Riva del Garda (Direttore Franco Ballardini) , per gli studenti del Conservatorio e per tutti gli appassionati.
Stefania ha iniziato facendo salire tutti noi sul palcoscenico, invitando gli allievi a suonare il fortepiano, al quale i ragazzi si avvicinavano quasi con timore. Invitati ad eseguire alcuni passaggi musicali, venivano indirizzati da Stefania alla loro migliore esecuzione. “Ecco, il polso, così .. la prima nota un po’ più marcata, la seconda meno …†e così via. Una giovane mamma!
E poi, le stesse note ripetute sul fortepiano e sul pianoforte, di seguito, facilitava la percezione delle differenze. Quindi, la storia della nascita e della successiva produzione artigianale ed industriale dei forte piani, in Italia, Germania, Inghilterra ed Austria, ed il rapporto fra i musicisti dell’epoca e il “nuovo†strumento.
l tutto, integrato dall’intervento di Marco Barletta, restauratore e pianista, il quale ha parzialmente smontato lo strumento per farci vedere come si accorda, per mostrarci il meccanismo, i martelletti, lo “scappamento†(che libera la corda dal martelletto, immediatamente dopo la percussione).
Nel pomeriggio, stessa sala, concerto di Stefania, appaluditissimo, su musiche di Mozart, Beethoven, Haydn. Scusate se è poco!
Ultima nota di colore. Svitate le gambe, racchiuso lo strumento in una morbida custodia protettiva, il tutto pesa cento chili ed è stato trasportato al pian terreno, per ripide scale, da tre persone. Vi sfido a fare altrettanto con un pianoforte!
BIBLIOTECA DI TRENTO – GRUPPI DI LETTURA “MARIA LIA GUARDINIâ€
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2012 @ 2:55 pmDetto altrimenti: This is Trento too …
Sarà che “once upon a time†… “illo tempore†… una volta ….ho frequentato il Liceo Classico … ma quando ho sentito di questa iniziativa, dovevo conoscerla. Il nome poi, Guardini, lo conoscevo dai miei due figli, Edoardo e Valentina, ambedue ex Liceo Prati, che pure non erano stati suoi allievi. La “terribile†Guardini … così severa (… di tal fatta “averghene anchoi, disente”  … dopo tutto il Blog si chiama “Trento†blog …).
Terribile … ne ho avuti io, di professori “terribili†al Liceo D’Oria di Genova, che se – ad esempio – guardavi un attimo fuori dalla finestra un ramo fiorito della primavera in arrivo, era un “due†sul registro! Questi erano â€terribili†ma negativi. Avevo poi quelli severi, bravissimi e soprattutto “giustiâ€. Terribili? Ma che dico? Piuttosto rigorosi, amati e ricordati con affetto. Anche dopo mezzo secolo. E credo che la Guardini appartenga a questa categoria. Innanzi tutto perché, ascoltandola, impari, ti arricchisci e molto, ad ogni età . Ed allora, di che lamentarsi?
Questa era l’anteprima. Ora iniziamo sul serio.
A seguito del successo della giornata mondiale della poesia, durante la quale ci fu l’incontro con la Professoressa Maria Lia Guardini sulla poesia lirica greca, si ebbe l’idea di attivare gruppi di lettura sulle opere dell’antichità classica. Perché ce lo dice la stessa Guardini.
“Le opere classiche fanno riflettere su molti aspetti. In primo luogo sulla funzione della cultura. I tiranni ateniesi Ipparco e suo figlio Pisistrato, ad esempio, ritenevano fosse necessario diffondere la cultura per poter governare su cittadini migliori (non sui migliori cittadini!) e in questo senso ad essi spetta il merito di avere “cosparso†gli Ateniesi, fin nelle classi più basse, della migliore cultura possibile: Omero, le tragedie, la poesia liricaâ€. (averghene anchoi, disente … di questi “tiranniâ€! N.d.r.)
Come vedete eravamo ben lontani dal successivo panem et circenses che invece oggi, “grazie†alla TV, sembra aver ripreso campo oggi. Panem et circenses, date al popolo quel tanto da sfamarsi ed i giochi del Circo. sarà perfettamente governabile. Ed oggi il nostro “Circo†è in buona parte la nostra TV. Altro dirti non vo’ …
Ma torniamo a noi. A noi, dunque (ma si può dire “a noi†senza essere fraintesi? Voglio sperarlo!). Il gruppo di lettura ha letto e discusso l’Odissea, l’unica, quella di Omero, due tragedie di Euripide (Medea ed Elena) ed ora sta leggendo l’Iliade (sempre di Omero). Le tragedie … oggi si dice così di qualcosa che finisce male … mentre in realtà sono nate come “la rappresentazione di un MITO cioè di un racconto-riflessione sui processi e sui meccanismi costitutivi della società â€. Da dove veniamo … insomma. Ben più quindi di un tipo di auto Alfa Romeo, la “Mitoâ€, appunto!
Su Iliade e Odissea, che dire? Che rappresentano la forma scritta della precedente forma orale, l’evoluzione del pensiero orale, legato alla natura, ai suoi spazi ai suoi tempi, verso il pensiero scritto, al suo “spazio politico, spazio della collettività â€, al suo “tempo†anch’esso “della politicaâ€.
“Se dai una testata contro il Crozzon di Brenta, ti rendi conto del tuo spazio fisico, ovvero, di quale sia lo spazio della tua singola persona, cioè tuo. Anche se più semplicemente scivoli e sbatti la testa per terraâ€. Tuttavia, da ex alpinista del Brenta, ringrazio la Guardini per la citazione del Crozzon, il cui spigolo rappresenta una salita di 1.000 metri di dislivello di quarto grado. Sarebbe terzo, ma viene “promosso†quarto per la lunghezza.
Tanto per capirsi, Clìstene, politico ateniese, nel 508 a. C., pose le basi per il passaggio alla democrazia e, per restare in tema, allo spazio della persona sostituì lo spazio della collettività : non si era più “Tizio figlio di Caioâ€, ma “Tizio della demoâ€. cioè di questa o quella regione, città , stato.
E qui una mia aggiunta personale: dal pensiero scritto siamo ormai passati al “pensiero TV†e a quello “Internetâ€. Il pensiero TV è sicuramente negativo. Se non altro perché – a differenza del pensiero internet – è unidirezionale.
E qui mi riallaccio a quanto evidenziato dalla professoressa ormai Preside in quel di Rovereto e splendida scrittrice (si legga il suo romanzo “La vita accantoâ€, cfr. il mio post del 20 gennaio scorso) Signora Mariapia Veladiano. Oggi viviamo tendendo a modelli, canoni che altri hanno costruito e ci impongono. Cioè in realtà , non viviamo, l’unica, l’irrinunciabile, l’irripetibile “nostra†vita! Chi ne è fuori – dal canone obbligatorio, intendo – è sfigato. Altezza, magrezza. colore dei capelli, marca degli occhiali, dei blue jeans, modo di allacciare (o meglio, di tenere slacciate) le scarpe, marca delle scarpe, tipo di telefonino etc.. O sei dentro o sei fuori. Il tragico, afferma Mariapia, è che la peggiore discriminazione si fonda sull’aspetto fisico, il che nulla lascia a considerazioni sulla qualità intrinseca della persona. In questo gli Eroi di Omero sono un po’ simili ai nostri “Eroi secondo il canone di oggiâ€: non sono descritti per il loro essere interiore, ma per gli aspetti esteriori, per di più sempre esaltati al massimo, al pari dell’ira funesta del Pelide Achille.
Che altro dire? Dicono che i “post†devono essere brevi, ma come si fa, dico io? Semmai non leggeteli, but I cannot help myself writing them in such a way … non posso fare a meno di scriverli così.
P.S.. sarebbe bellissimo un “incontro-pensiero†Maria Lia/Mariapia
DORIAN
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2012 @ 7:22 amDORIAN, IL MIO GATTO
Detto altrimenti: questa volta non so proprio come dirlo “altrimenti” …
Ciao, Dorian. Sei nato il giorno del mio onomastico, il 3 aprile (del 2001). All’inizio stavi a Bologna, eri uno studente in trasferta anche tu. Ma poi il padrone di casa di Edoardo ha protestato … ed eccoti diventato Trentino!
Hai superato indenne un volo dal terzo piano qui a Trento (eri veramente “minimo”, piccolissimo, pesavi “una piuma”! E poi uno, un po’ più grandicello,
dal primo piano, a Riva del Garda, dove andiamo tutti i week end per assistere la nonna. Già , perchè, nel giardino di sotto, c’erano i coniglietti di Sandra. Non che tu li volessi mangiare, ci mancherebbe altro! Volevi solo giocare. Ed una mattina – eravamo ancora in pigiama – Sandra suona alla porta e ci chiede, con un sorriso, se il gattino che aveva in braccio era nostro!
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E le serenate che hai fatto alle due gattine dei vicini, nelle due città, dove le mettiamo?
In casa sapevi come muoverti e cosa volevi. Sapevi chiedere, ma sempre con molta dignità . Le crocchette? Bastava sedersi fermo, muto, davanti alla ciotola. Che gli umani capissero, diamine! Lo stesso dicasi per l’acqua, le coccole, per uscire sui balconi. Per rientrare no: ti alzavi sulle zampette posteriori e spingevi il vetro. Il più delle volte riusciva.
Dormire nella apposita cuccia? Ma nianca a parlarle, per usare un po’ di dialetto! Di letto .. ecco, sì, sul letto, sui nostri piedi, a mo’ di calorifero! Anzi, mattina e sera, appena svegliato e poco prima di “andare a letto” venivi ad accocolarti sul mio petto, e con la manina … pardon … con la zampina spostavi il libro che stavo leggendo o la tazzina del caffè che sorseggiavo … non ¨è così che si fanno le coccole, diamine! Ma quando lo capirà , Riccardo?!
E quando hai catturato un uccellino, poi liberato da Maria Teresa (ma è il mio mestiere, il mio lavoro! Cosa hai da protestaree?) che poi Maria Teresa mi aveva telefonato in ufficio, agitata, per chiedermi cosa fare? Chiama la Lipu, le avevo detto! Ma si può?
E di giorno avevi i tuoi posti garantiti: una sedia accanto alla mia, sia al computer che a pranzo. La poltrona accanto alla mia, alla TV. E mi seguivi, passo passo, da una stanza all’altra. Avevo un bel dirti che non eri un cagnolino … anche quando giocavi con i tegolini (fagiolini, n.d.r.) , che poi talvolta me li riportavi perchè io te li rilanciassi lontano!
In macchina, poi, a parte il tragitto casa-macchina nella gabbietta, il sedile posteriore era tutto tuo, salvo quando ti affacciavi sul davanti, appoggiandoti sul bracciolo, per vedere se … avevo sbagliato strada!
Sai, io non aveva mai avuto una bestiolina in casa, cane, gatto, niente … ah, dimenticavo, tranne le
tartarughine d’acqua di Valentina, ma quelle erano altra cosa.
Dorian, tu mi hai insegnato tanto, cioè quanto tu, un dolcissimo gattino poi diventato un bel gattone, mi hai saputo dare, chiedendo in cambio solo qualche crocchetta e molte coccole.
Il prossimo 3 aprile avresti compiuto 11 anni. Si, da ieri sera, improvvisamente … improvvisamente come eri arrivato … improvvisamente devo scrivere che avresti compiuto gli anni. Ciao, Dorian, grazie per i dieci anni della tua vita che mi hai regalato.
PENSIERI(NI) IN LIBERTA’ – 1
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2012 @ 8:01 am
Detto altrimenti: si tratta di un mia amica che non nomino per rispetto della privacy … fa il maestra … l’altra sera mi mostrava con orgoglio i lavori dei suoi scolaretti. Un lavoro mi ha colpito particolarmente. Eccolo:
“Bambini, ieri vi avevo dettato alcuni pensierini. Come compito avete dovuto scrivere, su ognuno di esso, un vostro breve commento. Oggi ho ritrascritto tutto, riportando di seguito le osservazioni che ho giudicato migliori in quanto veramente originali, nel senso che evidenziano aspetti dei quali non si era mai sentito parlare. Bravi !”
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1 – I poteri dello stato sono tre: giurisdizionale, legislativo, esecutivo. Cosa occorre fare per ricoprire queste funzioni?
Per diventare magistrati occorre studiare, laurearsi, vincere concorsi, fare tirocinio etc.. Per fare le leggi e per governare il mio papà dice che negli ultimi anni è bastato essere amici del capo di un partito. (Pierino)
2– C’è stato chi ha detto: “Anche i giudici, se sbagliano, devono pagare, al pari degli avvocati, dei medici, degli ingegneri etc..†Vi sembra giusto?
Signora Maestra, ma se sbaglia chi governa e chi fa le leggi, loro non devono pagare? (Carmelina)
3 – Si parla della riduzione dello “stipendio†dei parlamentari. Voi cosa ne dite?
Si parla anche di rimborsare solo le loro spese documentate. Ma non si parla però della somma dei benefici aggiuntivi che da soli valgono un altro stipendio. La mia mamma dice che occorre rivedere tutto. (Francesco)
4 – Se tutti pagano le tasse, le tasse ripagano tutti. Lo dice la televisione. E voi cosa pensate?
Non capisco perché gli emolumenti dei parlamentari siano esentasse. (Giovannino)
5 – I parlamentari affermano che il loro stipendio se lo possono modificare solo loro.
Allora dirò al mio papà che fa l’operaio di modificarsi il suo e di aumentarselo un po’ così mi può comperare la bicicletta nuova, che io sono cresciuta e quella che ho è diventata troppo piccola che sbatto le ginocchia sul manubrio e mi faccio male. (Cecilia, sorella di Luigi)
6 – La legge è uguale per tutti.
Ma allora perché i ricchi evasori possono “concordare†quanto devono al fisco e pagare molto meno del dovuto e il mio papà , se sbaglia di pochi euro la sua dichiarazione, deve pagare la multa? (Luigi, fratello di Cecilia)
7 – Bisogna fare a lotta all’evasione fiscale.
Nella quinta B accanto alla mia classe c’è un bambino che suo papà aveva una fabbrica che ora dice che non è più sua ma di un padrone che sta all’estero ma che poi lui dice che chi comanda è sempre suo papà perché poi alla fine lui ha fiducia (o una fiduciaria? Non ho capito) che poi fa quello che lui gli dice di fare, ma che così paga meno tasse e nessuno gli può dire niente e possono cambiare la macchina tutti gli anni.(Emanuele ma tutti mi chimano Lele ma ora la mamma dice che Lele non va più bene perchè questo nome ce l’ha anche uno che non è una brava persona)
8 – Ascoltando la pianista Stefania Neonato eseguire magistralmente al fortepiano brani di Beethoven, Haydn e Mozart, avete constatato come il cuore ed cervello umano riescano ad amare, assimilare, interpretare e governare all’istante le migliaia e migliaia di informazioni dello spartito, e quanto la pianista sia stata applaudita. Cosa vi suggerisce questa constatazione?
Proprio perchè il cervello umano è così dotato, non si capisce come mai chi ha governato il Paese negli ultimi anni non sia stato capace di prevedere un fatto tanto ovvio: l’evolversi del debito pubblico sino al punto da far quasi fallire il Paese. E noi … non potevamo mandarli a studiare un po’ di musica, quei signori? (Wolfgang)Â
INCONTRI – 8) ALFONSO MASI – “TU PASSERAI PER IL CAMINOâ€
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2012 @ 7:12 amSiamo nella sede di Zambana (Nuova) della Biblioteca Intercomunale di Lavis-Zambana, accolti dalla bibliotecaria e dal saluto del Sindaco di Zambana Michele Moser. Alfonso Masi, è uno dei “nossiâ€, fa parte dell’Accademia delle Muse. E’ uomo di grande sensibilità , un “attore civile†bel senso che vive e fa vivere in noi il senso della civis, della città e soprattutto della “civiltà â€. Nei sotterranei di Piazza Italia, fra le rovine romane, ha fatto rivivere Dante, Virgilio e Omero, solo per citare alcuni suoi recital. Questa sera ci aiuta a non dimenticare. Come per Luigi Sardi, è molto facile intervistarlo, ricco com’è della “storia di séâ€.
Alfonso, da quanto è che ti dedichi a questa splendida attività di “testimone raccontatore�
E’ un hobby ho iniziato quando avevo 13 anni nelle filodrammatiche a Bologna. Arrivando a Trento dopo una breve pausa ho ripreso con il Teatro Ragazzi ed anche con poesie d’autore per ragazzi, anche per le medie. Con “Che cos’è la poesia†ho replicato 50 volte. Indi ho iniziato con i recital per adulti. Il primo è nato grazie ad una frattura. S’era nel 1977, l’anno dopo ricorreva il centenario della nascita di Ungaretti ed io non avrei trovato il tempo di preparare un recital. “Provvidenzialmente†mi fratturai una spalla e stetti a casa ingessato “libero†di leggere a tempo pieno e di scrivere. Nacque il mio primo recital. Dopo ne sono venuti tanti altri, oggi sono ben 53!
Attività molto intensa, non c’è che dire. Io ho recentemente assistito presso la Biblioteca di Lavis a quello sui 150 anni dell’Unità d’Italia, bellissimo.
Grazie, quello l’ho ripetuto una decina di volte sia nelle scuole superiori sia per un pubblico adulto.
Come ti inserisci nel circuito delle rappresentazioni?
Attraverso le Biblioteche e le scuole, cui mando le mie proposte.
Pensi di documentare ciò che fai? Mi parrebbe un materiale più che degno di essere pubblicato.
Lascerò traccia solo di quello sull’Unità d’Italia perché fra 50 anni lo facciano i miei due nipotini, a Bolzano, dove ho recitato la “prima assolutaâ€, loro abitano lì, l’ho già annunziato, perché lo recitino loro, fra 50 anni
A Bolzano … dove?
Presso la Biblioteca civica.
C’era anche pubblico di lingua tedesca?
No, certe iniziative culturali sono (purtroppo, n.d.r.) “separateâ€
Il titolo del recital di questa sera?
E’ preso da un libro, a partire dal quale ho ideato il canovaccio. Si tratta di un sopravvissuto che tutte le notti rivive ciò che gli è successo nel lager e lo racconta. Il testo è tratto dal libro di Primo Levi “Se questo è un uomoâ€, dalla testimonianza di tre donne e dai verbali del processo di Norimberga.
Ho sentito che parlavi di quella foto… di quel bambino ebreo con le mani alzate
Si, la foto è stata scattata il giorno della mia nascita, il 13 luglio 1043. Pensa, poi lo hanno lasciato perché avevano un visto per gli Stati Uniti Quel bambino ha poi fatto il medico in America. In un mio recital lo rappresento e “lui†dice “vorrei che un milione e mezzo di bambini fosse tutto qui con meâ€.
Racconti anche altre tragedie del genere?
Me lo hanno chiesto questa mattina gli studenti dell’istituto di S Michele all’Adige, se scrivo qualcosa sulle foibe. Ci sto pensando… sono un po’ stanco … tuttavia se se avrò una decina di richieste lo scriverò.
E con Cristina, cosa “tramavi�
Stiamo pensando di scrivere un recital su Mozart. Poi, il giorno di S. Valentino, presso la Niblioteca di Trento terrò un recital molto diverso da quello di oggi, ovviamente: “Caro amore ti scrivo – Viaggio negli epistolari amorosiâ€. E per la festa della donna, a Caldonazzo, “Come ammazzare il marito e perchè e come ammazzare la moglie senza tanti perchéâ€.
Grazie, Alfonso.
Quindi il recital. Un piccolo Comune, una grande iniziativa. La sala, piccola come il Comune, era piena. Piena come l’attenzione di noi tutti, anche quella di alcuni ragazzi, giovani uomini del domani perché non dimentichino ciò che è successo ieri, perché nel passaggio generazionale non si perda il “mai più!â€, dovunque e sempre.
La Giornata della Memoria
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Gennaio, 2012 @ 2:22 pmDetto altrimenti: ricordiamo, perchè tutto ciò non si ripeta.
La tragedia degli Ebrei sotto il nazismo non deve essere dimenticata. Bene quindi alla ripubblicazione del libro “Exodusâ€.
Mi permetto di unire a questo drammatico ricordo anche tutti gli altri popoli perseguitati e martoriati sia pure con modalità diverse. Per citarne solo alcuni: i Moldavi, ad opera del nazismo e del comunismo; gli stessi Palestinesi; gli Armeni; gli indios della Patagonia.
Al riguardo, suggerisco alcuni libri, rispettivamente nell’ordine: “Nel sonno non siamo profughi†di Paul Goma; “Con il vento nei capelli, di Salwa Salem; “La masseria delle allodole†di Antonia Aslran (e la sua continuazione, della stessa Autrice, “La strada per Smirneâ€); “Cacciatori di indios†di Francisco Coloane.
P.S.: Questa sera siamo presso la biblioteca del Comune di Zambana Nuova (TN) ad ascoltare il monologo di Alfonso Masi “Tu passerai per il camino”. Segue mio post fra un giorno o due.
INCONTRI – 7) MARCO BARLETTA: I “FORTEPIANO” IN TRENTINO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2012 @ 4:38 pmDetto altrimenti: un’esperienza particolare. Ieri, a Riva del Garda ho visto accordare un fortepiano. Forse in Trentino si potrebbero valorizzare maggiormente questi strumenti, alcuni dei quali già presenti sul territorio, come parte importante della nostra Storia, molto vicina a quella austriaca, anche musicalmente …
Trentino e Liguria … già … il mio post precedente era dedicato a Fabrizio De Andrè … e con questo riequilibro la partita. Domani non pubblico, riposo. Comunque, queste due Terre hanno molto in comune. Soprattutto sono entrambe Terre di Confine: un confine d’acqua ed uno di terra, ma sempre confini sono. Ma c’è ben altro … state un po’ a sentire …
Infatti, domenica scorsa , Stefania Neonato, musicista Trentina figlia di un Ligure e di una Meranese, insieme alla violista Francesca Vicari  ha inaugurato a Trento i Concerti della Domenica, suonando un fortepiano. Stefania sabato prossimo eseguirà un secondo diverso concerto a Riva del Garda (ore 17,00, Conservatorio di Riva), sempre su fortepiano. Stefania e suo marito Marco (rivierasco di Chiavari) ne hanno una collezione di fortepiani! Marco è restauratore e accordatore.
Marco, galeotto fu il … fortepiano!? E’ ben così che hai conosciuto Stefania?
No, si trattò di un concerto d’organo, ma è andata bene lo stesso!
Mi pare di capire che anche tu come Stefania sei figlio d’arte ….
No, i miei facevano tutt’altro. Solo un nonno organista. Alla musica sono arrivato per mio interesse diretto a cinque anni d’età …
Ti senti più restauratore di pianoforti storici e accordatore o pianista?
Senza dubbio più restauratore. Ormai suono solo per diletto.
Qual è la differenza fra un fortepiano ed un pianoforte?
Il fortepiano sta a metà fra il cembalo ed il pianoforte moderno. Del primo conserva la struttura interamente lignea. Del secondo i meccanismi a martelletti che permettono le gradazioni sonore.
Esiste musica per l’uno e musica per l’altro strumento?
Gran parte della musica che abitualmente ascoltiamo eseguita su pianoforte moderno è stata scritta per fortepiano. Questo vale, ad esempio, per Mozart, Beethoven, Schubert, Schumann, Chopin.
Come ti è venuta la passione per questo strumento?
Studiando pianoforte, ho percepito l’intima connessione fra musica d’epoca e strumento sul quale è stata composta ed in inizialmente eseguita, della stessa epoca.
Se non erro tu e tua moglie siete collezionisti …
Si, è stato un passo molto naturale: l’evoluzione del fortepiano nell’800 è paragonabile a quella dell’auto nel ‘900, per cui ne esistono modelli con caratteristiche diverse. A noi piace seguirne l’evoluzione.
Come nascono i fortepiano?
Grazie all’intuizione di un Italiano, Bartolomeo Cristofori, il quale nel 1700 applicò per primo un meccanismo a martelli ad un clavicembalo. Il nome originario dello strumento era “gravicembalo col piano e col forte”.
Come è fatto il fortepiano?
Il concetto essenziale è comune a tutti gli strumenti a corda: una tavola armonica che funge da membrana amplificatrice, le corde, un ponticello che mette in contatto le corde con la tavola armonica e un meccanismo di percussione con martelletti in legno rivestiti di pelle.
Qual è il significato musicale di questi strumenti, oggi?
Può sembrare un paradosso, ma è un modo per attualizzare la musica dell’epoca, per riavvicinarci alle sonorità originali ed alla prassi esecutiva d’un tempo. E’ un po’ come rivedere i colori originali di un vecchio quadro, dopo il restauro.
Come si ricollega la cultura italiana del fortepiano alla cultura musicale austriaca?
L’Austria è stata la terra dove il fortepiano ha avuto il suo maggiore sviluppo, grazie agli Autori citati che hanno composto soprattutto a Vienna. L’influenza fra le due nazioni è stata fortissima e reciproca. Ad esempio, a S. Michele all’Adige, nel Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, è conservato un bellissimo esemplare di fine ‘700 di fattura austriaca sul quale mia moglie ha inciso un CD e tenuto numerosi concerti.
Tu e Stefania, avete avuto esperienze “estere�
Si, come studio e come concerti. L’ultimo è dell’estate scorsa, a Graz (Austria), dove abbiamo portato un nostro fortepiano Pleyel del periodo di Chopin. Se per un violinista portarsi appresso il proprio strumento è normale, per un pianista è un privilegio.
Tu e Stefania, avrete anche esperienze estere? L’attività concertistica di Stefania è più all’estero che in Italia.
Tu hai un laboratorio?
Si, a Chiavari. Lo puoi vedere sul mio sito www.barlettapianiforti.it
Ma Stefania è Trentina! Cosa ne diresti se il Trentino catturasse anche te?
Mancherebbe il mare … ma posso farci un pensierino, visto che ieri ero a veleggiare sul Garda!
Grazie, Marco. Auguro a tutti noi che la vostra attività possa essere maggiormente valorizzata localmente. Infatti ciò che voi rappresentate – e non mi riferisco solo alla musica bensì anche alla Storia della cultura del nostro territorio – è un patrimonio da non perdere ma anzi da valorizzare come risorsa di cultura, civiltà e – perché no – anche economica. Sai, temo che certe volte noi non ci si renda conto della fortuna che abbiamo di avere una storia così ricca … mentre vi sono altre nazioni, internazionalmente molto più “importanti†di noi, che la cosa più vecchia che hanno sono le pantofole della nonna.
Trentino e Liguria sicuramente quindi, ma anche Trentino e Austria!
Fabrizio De Andrè: Creuza de ma’ ( e caruggio)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2012 @ 7:24 amDetto altrimenti: stavo canticchiando questa canzone-poesia del mio conterraneo. Un amico mi ha detto:” Mi piace molto, sai, questa canzone, ma non capisco il dialetto ligure, tu che sei genovese … “.
E’ un dialetto “di sti anni”, di tanti anni fa, non semplice da capire nemmeno per me, che per di più sono “Trentino” da 25 anni. Comunque ecco qui testo e traduzione. Prima però sappiate che la creuxa è la stradicciola che porta vesro il mare fra due muri di cinta delle “ville”, cioè di poderi quasi urbani gestiti dal “villan” o “bacan”. Il caruggio invece è la stradicciola fra le case, nel centro storico, il quale, all’epoca, era semplicemente il centro. Ho provato a mia volta a descriverlo. Lo troverete in coda al capolavoro di Fabrizio. Vedrò se qualcuno mi insegna ad inserire l’audio della canzone …
Â
Creuza de ma’
Umbre de muri muri de mainè
dunde ne vegni duve l’è ch’anè.
De ‘n scitu duve a lun-a a se mustra nua
e a neutte a n’a puntou u cutellu a
ghua.
E a munta l’ase u gh’è restou Diu
u diau l’è in ce e se ghe faetu u niu.
Ne sciurtimu da u ma’ pe sciugà e ossa da u Dria
a funtan-a di cumbi nta ca’ de
pria.
E in ta ca’ de pria chi ghe saia
‘in ta ca’ du Dria che u nu l’è
mainà .
Gente de Luganu facce da mandilla’
quei che de luassu preferiscian l’a.
Figge de famiglia udù de bun
che ti peu ammiale sensa
u gundun.
E a ste panse veue cose ghe daia’
Cose da beive cose da mangià .
Frittua de pigneu, giancu de Portufin
cervelle de bae ntu u meiximu vin.
Lasagne da fiddià ai quattro tucchi
paciughi in agrouduse de levre
de cuppi.
E’ n sca barca du vin ghe navughiemu
‘n sci scheuggi
emigranti du rie cu’ i cioi
‘nti euggi.
Finchè u matin crescià da pueilu recheugge
praticament fre du ganeuffeni e de figgie.
Baccan da corda marsa d’aegua e de
sa
che a ne liga a ne porta nte ‘na creuxa de ma’.
Creuza di mare
Ombre di facce, facce di marinai
da dove venite dov’è che andate.
Da un posto dove la luna si mostra
nuda
e la notte ci ha puntato il coltello alla
gola.
E a montare l’asino ci è rimasto Dio
il diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido.
Usciamo dal mare per asciugare
le ossa dall’Andrea
alla fontana dei colombi e nella casa di pietra.
E nella casa di pietra chi ci sara’
nella casa dell’Andrea che non è
marinaio.
Gente di Lugano facce da tagliaborse
quelli che della spigola preferiscono l’ala.
Ragazze di famiglia odore di buono
che le puoi guardare senza
il preservativo.
E a queste pance vuote cosa gli dara’
cose da bere cose da mangiare.
Frittura di pesciolini, bianco di Portofino
cervella di agnello nello stesso vino.
Lasagne da tagliare ai quattro sughi
pasticci in agrodolce di lepre
delle tegole (gatto).
E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi
negli occhi.
Finchè il mattino crescerà da poterlo raccogliere
praticamente fratello dei garofani e delle ragazze.
Padrone della corda marcia d’acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una creuxa di mare.
CaruggioÂ
La storia / è passata di qui. / Ha lasciato il suo umore / nelle pietre levigate / nelle ombre / requenti /negli stretti ritagli di cielo /nelle case addossate. / Ascolta la voce (di quello che vedi. /Sofferma il pensiero /su chi riempie di sé / la piccola via. / Persone diverse /che un antico crogiuolo / difende /dal moderno artiglio rapace, / confusa umanità / padrona di un mondo / che tu / passante distratto / puoi solo violare / oppure / cercar di capire / in silenzio / ed amare.
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1) Liberalizzazioni – 2) Privatizzazioni – 3) Varie ed eventuali
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2012 @ 6:32 amDetto altrimenti: non facciamo eccezioni e cominciamo “dall’altoâ€. E poi: saranno sufficienti nuovi “metodi” a garantirci la ripresa del Paese o non è forse meglio intervenire anche sulla sostanza?
Innanzi tutto grazie, Presidente Napolitano, grazie Presidente Monti. Grazie a voi infatti avvertiamo che il veliero Italia non è più nave senza nocchiero in gran tempesta … ed ha finalmente, di nuovo, dopo tanto tempo, un timoniere alla barra (anzi due, mi stavo sbagliando, mi scusi Presidente Napolitano) e viaggia “a fil di ruotaâ€, cioè con il vento delle riforme necessarie in poppa piena: per un clipper (foto a fianco) era l’andatura più veloce in assoluto, fino a 30 nodi (!) , cioè quanto un moderno traghetto aliscafo, ma anche la più pericolosa in caso di errore, anche minimo, del timoniere.Â
1) Liberalizzazioni
Avrei apprezzato moltissimo che fosse stato reso noto a tutti noi l’elenco completo di tutte le liberalizzazioni possibili (come si fa con la lista della spesa) con l’indicazione dei criteri adottati per stabilire la priorità ed il peso specifico di ognuna quanto agli aspetti economici e di catalizzazione dello sviluppo. Sapete … tanto per capire come stanno le cose … mica per altro … e poi come si inquadra il tutto rispetto ad un’altra lista, quella degli interventi contro le grandi evasioni ed elusioni fiscali e le super retribuzioni. Tutto sarebbe stato assai più digeribile.
Se è vero poi come è vero che la rete non deve essere di proprietà della “operating companyâ€, cioè del fornitore del servizio o dei beni, una delle prime su cui intervenire sarebbe stata la rete dei distributori di carburante “liberandone/liberalizzandone†la proprietà , o, in subordine liberando i gestori dall’obbligo di acquistare il carburante di “quella†marca. Si sarebbe creata concorrenza e forse si sarebbero sconfitti anche eventuali cartelli, il prezzo del carburante avrebbe potuto diminuire e tale discesa avrebbe trascinato con sé tante altre discese ….
Edicolanti: possono fare sconti sui quotidiani? Ma a monte, gli edicolanti acquisteranno solo i quotidiani disponibili a fare a loro volta uno sconto?
Taxi: al momento li avrei messi in coda all’elenco delle liberalizzazioni, tanto ne avevo ben altre da fare prima, senza andarmi a cercare con il lanternino una protesta che, come quella dei camionisti,  ha una visibilità in termini di effetti (negativi) ben oltre il peso della rappresentanza degli interessi coinvolti.
Sciopero dei camionisti. Scioperare è legittimo. Abusare dello sciopero, no. Occorre ripristinare la legalità . Tuttavia ciò che mi colpisce maggiormente è che si scioperi sempre a difesa di interessi di singole categorie e non a difesa del bene comune, della morale comune violata. Dobbiamo crescere tutti, quanto a sensibilità civica. Altro che il “panem et circenses” degli ultini 17 anni!
2) Privatizzazioni
… delle Spa pubblche, statali e locali, miste pubblico-private … a quando? (Si veda il mio post del 14 gennaio 2012).
3) Varie ed eventuali
 A) Politiche per i giovani. Quanto allo sviluppo, ben vengano le SpA facili per i giovani, ma se poi le banche non fanno loro credito? E poi, lanciamo un programma con contenuti di sostanza e non solo di metodo. Tanto per fare un esempio si veda quanto da me ipotizzato nel post del 18 dicembre per il Trentino (che invito i lettori a rileggere): valorrizzare i nostri punti di forza “diffusi”: la forza lavoro giovanile, il turismo culturale, i siti archeologici, le bellezze naturali. Ad iniziare, ad esempio, da una cooperativa giovanile che organizzi e gestisca la piena valorizzazione (piena! Oggi non è certo così, ci sarebbe ancora molto da fare) delle attrattive turistiche del Delta del Po, tanto per dirne una … con un finanziamento pubblico per la fase d’avvio dell’iniziativa, o quanto meno con la garanzia pubblica su fidi bancari.Â
B) Rafforziamo l’Europa. Da ultimo, in cauda venenum … Vogliamo far crescere l’Europa? Che tutti i singoli Stati diminuiscano di molto (molto!) le retribuzioni dei loro parlamentari e aumentino di molto (molto!) quelle dei parlamenari europei. Dopo, probabilmente, sarà più facile trasformare molte funzioni statali in funzioni europee e trasferirle ivi  … non credete?







































