LA SPOSA DELLA NEVE e GLI ANGELI NON SI POSSONO DISEGNARE di Maria Annita Baffa

pubblicato da: Mirna - 14 Febbraio, 2016 @ 5:40 pm

Maria Annita-BAFFA- premiata- a- StresaAbbiamo già incontrato questa bella autrice nel nostro gruppo di lettura alcune settimane fa. Maria Grazia ci aveva introdotto con passione il suo romanzo. (v.archivio).

Non avevo ancora letto i suoi libri, ma ero rimasta intrigata dall’ambientazione  in cui si svolge gran parte del racconto: la comunità arberesche della provincia di Cosenza.

La scrittura mi ha subito coinvolto per la sua forza, quasi fosse intinta nel sangue o meglio ancora nella linfa  vitale.Eventi di dicembre 2015 002

La sposa della neve è la giovane madre dell’io narrante, Sofia, che sta facendo il viaggio dal Nord al Sud per il funerale della sorella. E si sa che ogni viaggio è sempre una metafora di ricerca  all’interno di noi per capire, ricordare, risalire ai nodi risolti e irrisolti della nostra esistenza e per mettere in luce il rapporto fra noi e la società che ci circonda. E’ un momento topico, epifanico, un punto su cui fermarsi ed appigliarci. Pensando a sua sorella Ceuza, morta troppo presto, Sofia tesse una trama di considerazioni sulla condizione delle donne che non hanno saputo ribellarsi, ma sopratutto ci regala un affresco di una comunità tenacemente rimasta legata alle tradizioni e alla propria cultura.

Efficace scrivere le  parole, i modi di dire, alcune  poesie in arbaresche: ogni parola è un chiodo che ferma per sempre un modo di pensare. Quante sagge  parole Sofia riceve dall’amato padre Gigino che sa raccontarle sempre della sua sposa bambina, coraggiosa fanciulla dai capelli rossi, sposata in un giorno di neve.

La storia di Sofia- Maria Annita si snoda  in entrambi questi racconti.

Eventi di dicembre 2015 001Ne Gli angeli non si possono disegnare: sempre viaggi Nord e Sud in un cercare tenace il posto giusto. Periodi belli in Germania, altri978-88-7223-240-8[1] nei periodi a “casa”  a S.Sofia d’Epiro  con il figlio Lisandri, altri momenti a Trento dove forse ha trovato il suo nido definitivo nonostante incomprensioni e servizi che non funzionano come dovrebbero. Si entra così nel mondo della scuola, che conosco anch’io e del quale concordo per molti aspetti con Sofia. Una burocrazia arida, farraginosa che non dà spazio alle particolari esigenze degli alunni speciali. Non sempre, ma spesso.

Ma Sofia è una donna combattente, una ex-comunista, è la figlia de La sposa della neve che cavalcava con facilità per i campi della Calabria.

E’ una donna che sa quello che vuole per il bene soprattutto del figlio e naturalmente per il suo. E’ una donna giusta che vorrebbe un mondo, un ambiente giusto. Non si ritrae mai dvanti agli ostacoli e continua ad…andare…perchè nel “viaggio” si possono incontrare  persone che ti fanno sorridere ed allargare il cuore di speranza.

In Lisandri  il compito di sugellare collegamenti fra il mondo reale  e la fantasia sorta  proprio  dal suo essere speciale  e da quel mondo arcaico quasi fiabesco che la madre gli racconta e nel quale  lo rende compartecipe.

 

Ne consiglio la lettura, potrete trovare questi racconti alla Libreria Il Papiro di via Grazioli

 

 

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FASCHING PASSATO REMOTO

pubblicato da: Mirna - 9 Febbraio, 2016 @ 5:37 pm

(Da “Vestivamo in minigonna” di M.M)

Dopo l’anno trascorso a Londra finalmente ci sentimmo legittimate a indossare la minigonna e non solo.fasching 006

fasching 003Soprattutto furono i pensieri  che ci cambiarono aspetto, i nostri  desideri  concentrici e la scoperta di mille possibilità. Più sicure di noi: avevamo superato il Lower Cambridge examination, ci eravamo imbattute nella rivoluzione studentesca parigina proprio nel maggio 1968, eravamo state invitate  per un mese ad Haro nella Rioja.

Avevamo 24 anni e un avvenire  goloso e  tutto nostro perchè ce lo stavamo scegliendo e “pagando” noi.  Ci sentivamo figlie dei fiori.

Nell’ottobre del 1968 ci riunimmo tutte tre  a casa mia a Carpi per decidere e deliberare. Qualche gita in bicicletta nella campagna soffusa di nebbia, escursioni  sulle colline per mangiare tigelle, le serate a ballare e poi decisione….che fare?

Se abbiamo imparato l’inglese perchè non tentare con il tedesco? E poi si vedrà…

Il 6  dicembre eravamo sul treno per Munchen.

Ma vi racconterò  dei nostri primi mesi…unici, deliranti, indimenticabili.

Posso soltanto anticipare che il tedesco non è stato imparato un  gran fasching 004chè…troppe distrazioni…e poi c’è stato   il periodo del FASCHING!

Una festa dietro l’altra.

Abitavamo alla Shattenmann Heim, un pensionato per studentesse e lavoratrici, nello Schwabing il quartiere più alla moda di Monaco. Dopo il lavoro frequentavamo  un delizioso Wein Stuben e altri  localini artistici dove si incontravano ragazzi di tutte le nazionalità. Il nostro gruppo sempre “in uscita” era formato da noi tre fasching 007Italienerinnen Giuliana, Guerrina ed io, più una francese che ci insegnava a far “travailler les yeux” per conquistare les garcons,   più Verlyn la californiana, Eika la cecoslovacca, Frankie l’irlandese…

Feste in maschera ovunque con le varie  “conquiste” . Con Bernhard di Hannover sorridevo soltanto, lui parlava l’hoch Deutsch e io non capivo, io gli parlavo in inglese e lui non capiva però ci siamo divertiti moltissimo a interpretare Robin Hood lui e la zingarella io . Poi una sera non so come si sono fasching 009ritrovata vestita da principessa della Czarda e con la pipa in bocca  accanto ad un Tarzan sconosciuto. Serate a tema in cui bisognava inventare, inventare chi eravamo insomma eravamo  come impazzite nel cercare per tutto il pensionato vecchie camicette e scampoli di seta per diventare altre da noi…

Una sera Verlyn, vestita da squaw, sparì innamorata persa di un non meglio identificato tedesco, Giuliana in verde diceva di sentirsi un misto tra la ripudiata Soraya e Cleopatra. Guerrina non aveva trovato di meglio che mettersi un mio vestito estivo. A me piaceva sempre fare la zingara.

fasching 005Ma se non riuscivamo più a raccattare scampoli e nastri la nostra febbre del travestimento non si esauriva: piccoli avanzi di seta diventano cuori, quadri e picche e… si iniziavano i pigiama parties. Cotonature, ciglia finte, rossetti luccicanti e

ovviamente birra e vino a volontà.

E risate. Perchè quelli erano i giorni spensierati  della vita piena e della nostra consapevolezza di viverli e gustarli. Sapevamo che sarebbero finiti ma sapevamo anche che li avremmo sempre avuti dentro di noi come un deposito bancario.

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LIBRINCONTRI DI FEBBRAIO AL CAFFE’ GALILEO

pubblicato da: Mirna - 6 Febbraio, 2016 @ 5:38 pm

Nonostante la pioggia abbiamo voglia di incontrarci nell’accogliente Caffè Galileo. I nostri soliti tavolini avvicinati e noi che arriviamo alla Febbreio 16 002spicciolata con grandi sorrisi. Che uggioso  sarebbe stato il pomeriggio a casa, commenta Santo ed io concordo. Che cosa di meglio che   riunire il nostro Gruppo Lettura e parlare di libri? Oggi c’è anche il giovane Marco che ci  consiglia vivamente Ulisse da Baghdad di E.E. Schmitt, la storia o meglio l’odissea di un giovane iracheno in fuga dalla dittatura di Hussein

cover_9788876418952_1262_240[1]“Saad è un ragazzo onesto e beneducato… 
Ma Saad ha un problema, è iracheno, e ciò che in altri paesi è un percorso di vita normale, in Iraq è semplicemente impensabile. ..
Come tanti altri, Saad decide quindi di andare a cercare miglior fortuna in Europa: Londra è la sua meta. Senza soldi, senza passaporto, inizia una rocambolesca odissea attraverso il Medio Oriente, il Mar Mediterraneo e l’intero continente europeo.
…È una favola, un’altra delle belle favole a cui Eric-Emmanuel Schmitt ci ha ormai abituato, piena di humour e di malinconia, di momenti dolci e di momenti decisamente aspri, ed è anche il pretesto per affrontare un problema scomodo, quello degli immigrati clandestini…”
Dello stesso autore dovremmo leggere  La giostra del piacere”dove una lettera d’amore e  vari pappagalli che entrano ed escono da appartamenti vicini in una bella piazza di Bruxelles fanno da trait- d’union fra storie d’amore di tutti i tipi.
Maria Grazia sta leggendo l’epistolario fra la poetessa Antonia Pozzi e Tullio Gadenz, (1933-1938)

Daria:

Limonov – Carrère Emmanuel – Libro – Adelphi - 

Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: “è stato teppista in Ucraina, idolo dell’underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell’immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio” si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato “che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale”.

cop[1]Emma Non sei più mio padre di Eva Cantarella,

Santo l’ultimo romanzo di Dacia Maraini La bambina e il Febbreio 16 006sognatore.

Parliamo con entusiasmo di ciò che ci piace e ridiamo e poi festeggiamo Riccardo perchè è il suo compleanno. Erika ci offre  strudel e candelina accesa e noi siamo allegri e contenti di ritrovarci e fissiamo già il prossimo appuntamento per lunedì 22 febbraio.

Marco ha apprezzato questo gruppo di lettura perchè eterogeneo: maschi e femmine, giovani e meno giovani, non un solo libro su cui dibattere, ma tanti titoli e suggestioni.

Breve storia del futuro”  “Alcesti” tutto ciò emerge insieme ai recital che Alfonso Masi proporrà per gli  anniversari  di  Shakespeare e di  Cesare Battisti.

12642678_10207678139543440_6988452206699483756_n[1]Insomma tanta “carne al fuoco”.

Questi incontri, ripeto, mi sembrano un happening anni ’70 perchè il filo conduttore spesso  si perde mentre il  tutto diventa molto festoso!

Ma sempre  molto letterario!

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LILA di Marilynne Robinson , ed.Einaudi

pubblicato da: Mirna - 3 Febbraio, 2016 @ 7:58 am

LIla[1]Le strade che ti fanno giungere ai libri che amerai per sempre…arrivano anche viaggiando in treno. Come ringraziare Stefano, mio compagno di viaggio del mese scorso? Leggeva  questo libro con …sentimento.

Poche parole sue e la spinta a cercarlo. Straordinario per me: un romanzo che penetra e arricchisce, un romanzo scritto benissimo. Parole che scivolano nella lettura e parole che ti bloccano per pensare e riflettere.

Marilynne Robinson, premio Pulitzer nel 2005 con Gilead scrive  altissime pagine di narrazione e ricerca marilynne-robinson_2461001b-300x187[1]spirituale-filosofica.

Lila è la bimba rifiutata e  non amata, rapita da Doll che le vuole dare amore e l’abbraccia nel suo scialle portandole per le strade degli Stati Uniti della Grande Depressione.  Insieme conducono una vita povera e nomade in cerca di lavoretti per sfamarsi, aggregandosi a un gruppo di rudi braccianti. Doll, una donna forte che gira armata di un affilato coltello, è il suo punto di riferimento, la sua maestra di vita, l’unica persona che la ama e che cerca di darle tutto ciò che le servirà.

Lila si fida solo di lei .

Lila non parla molto, ma pensa tantissimo e i suoi pensieri sono spesse domande sul perchè dell’esistenza .

L’eccezionale bravura di questa autrice ci fa entrare nei ricordi di Lila  in flashback che si rincorrono  incastrati nella stanza del reverendo che è diventato suo marito  o nella stanza- caldaia del bordello di St.Louis o durante l’autostop che l’avrebbe portata a Gilead.

La vera storia sembrano le vicissitudini di una vita estrema ed emarginata, quasi un racconto alla “Furore” di Steinbeck;  in realtà ci accorgiamo che il punto centrale è l’incontro di due anime che sembrano  conoscersi e capirsi da sempre. Necessarie l’una all’altra.

Lila arriva dunque a Gilead quando è rimasta sola, sente in lei l’urgente necessità di fidarsi di  qualcuno e di affidarvisi, ma nello stesso tempo in lei è prepotente la sua vissuta esperienza all’aperto, in una sorta di panica esistenza regolata dal ritmo delle stagioni. Ci sono descrizioni indimenticabili di colori, profumi, campi, luce “C’era quasi un senso di abuso nell’odore della terra e della rugiada, delle foglie“. In lei dunque una grande battaglia psicologica.

L’anziano reverendo calvinista di Gilead sembra quasi aspettarla per ritrovare un senso più alto della sua vita, per soffrire meno, per capire di più.

Perchè Lila ha una saggezza ancestrale, biblica e soprattutto la spinta vitale e disincantata  verso la Verità. Deve sapere, capire le parole-Verbo, cercare il perchè della sofferenza dei bambini. La sofferenza da lei provata . Ama pensare. E finalmente al sicuro nella casa ascolta il tempo che ticchetta attraverso l’orologio, si siede sulla sedia a dondolo ” …e poi cominciò a pensare. Dondolandosi per sentire il rumore, pensava”

E il pastore John Ames, venerato dalla comunità come un santo, trova immediatamente in lei un’anima gemella.

Ma si può essere felici? La felicità ti spaventa talvolta. “Erano pensieri familiari e irremovibili, come una casa a cui sapevi di appartenere anche se non sopportavi di metterci piede, e una volta lì veniva il dubbio che non saresti più andato via. Lui disse : -Tu e io:- e si strinse nelle spalle”

Lila è risultato vincitore del National Book Critics Circle Award 2015

 

 

 

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Leggere thriller: “Le conseguenze dell’odio” e “La ragazza del treno”

pubblicato da: Mirna - 31 Gennaio, 2016 @ 5:50 pm
Le conseguenze dell'odio

Le conseguenze dell’odio

Le conseguenze dell’odio di Elizabeth George, Longanesi.

Si svolge a Londra e  nella campagna del Dorset  con i personaggi ormai amici, l’aristocratico ispettore Lynley e la rozza , inelegante, ma acutissima Barbara Havers.

Una famiglia particolare tra cui campeggia la MADRE, motore del bene e del male. Un suicidio del più giovane dei suoi due figli e tanti segreti, intrecci che mettono a dura prova il comportamento del sergente Havers tenuta d’occhio dalla Sovrintendente….

Devo ammettere però che questo suo ultimo romanzo mi ha un po’ deluso: meno mordente, trama che alla fine si rivela  un po’ scontata. Mi piacerebbe sapere dalle ammiratrici della George cosa ne pensano

 

Molto molto più coinvolgente e trascinante l’ormai celeberrimo La ragazza del treno di Paula Hawkins , consigliatoci da Raffaella. Una cop[1] (2)storia che non ti lascia sospendere la lettura.

Rachel alcoolista, abbandonata dal marito, senza lavoro parte ogni giorno in treno  dal sobborgo dove abita con un’amica per Londra fingendo di andare in ufficio. In effetti non è così, va  a Londra a perder tempo e  a bere in qualche bar. Ma ogni mattina passa davanti alla sua ex casa dove ora vivono il suo ex marito con l’attuale moglie Anna e la loro bambina.

Non vuole guardarla,  fissa allora sempre gli occhi sulla casetta accanto; e  qui vede una coppia bella e giovane e innamorata. Fanno sempre colazione sulla terrazza, sembrano felici e lei li idealizza chiamandoli  dentro di sè con nomi inventati.

In realtà questa giovane moglie si chiama Megan e  ha un  tremendo passato  alle spalle  e un presente di infelicità.  Lo sappiamo perchè a turno le tre protagoniste diventano l’io narrante.

Se Rachel è sempre più risucchiata nel baratro dell’alcool e spesso si trova da qualche parte senza sensi e non si ricorda più ciò che ha  combinato, Anna è stravolta da una sorta di stalking che Rachel riserva alla sua nuova famigliola. E Megan, che si rode dentro per un terribile segreto, va da uno psicanalista e per un po’ se ne innamora. Ma prima ….

Non si può raccontare tutto, vi pare?

Però ad un certo punto Megan sparisce…Rachel contatta il marito di questa perchè vuole informarlo che l’aveva vista baciare un altro sulla terrazza mentre, come sempre, con il treno passava davanti alla sua casa e alla sua vita.

Ciò che è non è, ciò che appare può essere frainteso: finale mozzafiato per un vero thriller.

Stanno già girando il film!

 

 

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Laboratorio Sociale alle Albere : uno spazio per creare e per sorridere

pubblicato da: Mirna - 29 Gennaio, 2016 @ 7:42 am

MART gennaio 16 001Proprio il 27 gennaio , una bella mattinata  piena di sole, nel nuovo quartiere di Renzo Piano Le Albere, di MART gennaio 16 006fronte al Muse, è stato inaugurato un ampio spazio chiaro e allegro : il nuovo Laboratorio  Sociale dove i ragazzi guidati da esperti creano bellissimi oggetti di vario genere.

Per chi ama come me fare  passeggiate lungo l’Adige e  attraversare il nuovo tranquillo e pulito quartiere, consiglio una visita a questo laboratorio-negozio.

I ragazzi e le ragazze felici vi mostreranno come lavorano al telaio, come tagliano o cuciono stoffe, nastri, similpelle;  i loro prodotti sono sorprendenti ed eleganti.

Una varietà di oggetti per la casa, da asciugamani, grembiulini, vestiti per bambini, a borsette, bomboniere e tanto tanto altro.

MART gennaio 16 003Vedere la gioia nel volto dei ragazzi è stato un  momento emozionante di questa inaugurazione  oltre alla percezione dell’affetto laborioso della presidente Maria Rosaria Boninsegna e dei volontari sempre pronti ad aiutare, consigliare e soprattutto MART gennaio 16 007condividere anche molte risate.

L’innata gioia di questi ragazzi è contagiosa.

Provare per credere.

Le Albere, via della Costituzione 21

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Diario e lettere di Etty Hillesum

pubblicato da: Mirna - 27 Gennaio, 2016 @ 8:45 am

51wKEtdaJqL._AA160_[1]Da leggere, rileggere  il grande pensiero di Etty, ebrea di Amsterdam, amante della vita e dell’umanità, morta in un campo di concentramento

Il gran cuore del’umanità. Il suo potente cervello e il suo gran cuore. Tutti i pensieri, per quanto contradditori, nascono da quell’unico grande cervello: il cervello dell’umanità, di tutta l’umanità. Lo sento, come un unico, grande insieme e forse è di lì che mi viene di tanto in tanto quel profondo sentimento di armonia e di pace, malgrado le numerose contraddizioni. Bisogna conoscere tutti i pensieri e sentirci passar dentro tutte le emozioni, per sapere che cosa sia stato ideato in quell’immenso cranio e che cosa sia passato per quel gran cuore”

Oggi, giornata della memoria, apro questo libretto sempre a portata di mano e lo apro a caso. Già soltanto questa sua riflessione mi fa cantare il cuore di gioia e di speranza.
E poco prima di essere internata   scrive”

“Il sentimento che ho della vita è così intenso e grande, sereno e riconoscente che non voglio neppur provare a esprimerlo in una parola sola. Probabilmente la definizione migliore sarebbe “riposare in se stessi” …e questo “me stessa”, la parte più profonda e ricca di me in cui riposo, io la chiamo “Dio”

Giovane maestra di vita alta.

Oggi da leggere per trarne forza e speranza.

Diario   1941-1943 di Etty Hillesum, Adelphi

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Ultime letture. “Cuore Depravato” “Il club delle lettere segrete”

pubblicato da: Mirna - 25 Gennaio, 2016 @ 3:50 pm

Due tra gli ultimi libri letti non potevano essere più diversi.

cop[1]L’ultimo romanzo di Patricia Cornwell “Cuore depravato” è un noir che più noir non si può, mentre l’altro – e già dalla copertina gialla si intuisce – è un libro che regala felicità. Parlo de “Il club delle lettere segrete” di Angeles Donate. Feltrinelli

La Cornwell ci porta in compagnia dell’anatomopatologa Kay Scarpetta a Cambridge, Massachusets e ci fa vivere una giornata allucinante, cupa, paurosa. Per poterlo apprezzare occorre naturalmente conoscere le precedenti storie e tutti i personaggi: Lucy, la nipote geniale e trasgressiva, Benton suo marito, profiler dell’FBI, Marino poliziotto burbero e buono e soprattutto l’eterna nemica Carrie, che come un diabolico alter ego sia di Lucy che di Kay riappare per portare in evidenza il male del mondo. L’abilità della Cornwell è riuscire a tenere legato il lettore al dipanarsi di eventi di un solo giorno, un giorno pieno di pioggia, nero di temporale, colmo di rumori assordanti e ripetitivi di elicotteri di controllo. Atmosfera claustrofobica in cui ci si sente braccati e soverchiati, ma dalla quale si riesce ad emergere per il puntuale senso di giustizia che alfine trionfa. Ma soltanto provvisoriamente.

Kay viene chiamata per analizzare il cadavere di una ragazza, ma si trova invischiata nella rete di Carrie che già aveva tentato di ucciderla nel racconto precedente. In un alternarsi di azioni e riflessioni sembra di percepire quanto delle protagoniste più importanti della storia assomiglino fisicamente alla bella autrice. Come in un gioco di specchi il bene, il male, le ipotesi, i fatti, le donne protagoniste si incontrano e  si alternano in un crescendo  che tiene col fiato sospeso. Non per niente la Cornwell è anche sostenitrice della ricerca psichiatrica del McLean Hospital’s National Council per cui ha un’acuta sensibilità per i ritratti psicologici .

Di tutto altro genere il romanzo della giovane spagnola Angeles Donate. “Il club delle lettere segrete” Qui solo il bene trionfa. Qui c’è la9788807031670[1] coralità e la generosità di un paese, Porvenir, che vuole aiutare la postina Sara a non perdere il posto di lavoro. Succede che nessuno più scriva lettere cartacee per cui si vuole chiudere l’ufficio postale. Da un’idea  di Rosa , cara amica ottantenne di Sara nasce una catena di missive che porterà a un ritorno gradito e dimenticato della corrispondenza. Scrivere su un foglio di carta sembra portare a più ampie riflessioni, più che usando mezzi tecnologici; si può riandare con la mente al passato, rintracciare vecchie amicizie, risolvere nodi cruciali della propria esistenza. Da una lettera a una persona del passato se ne  intrecceranno altre a persone scelte  a caso o forse no, tanto da scoprire in ognuno dei mittenti e destinatari risvolti della loro  vita. Una famosa poetessa   e una giovane epigona  si incontreranno, una cuoca maldestra, una donna delle pulizie peruviane, un giovane infelice e tanto altro si conosceranno meglio.

Si arriverà persino a fondare un club di lettura.

Leggere e scrivere, ritornare a un piacere di condivisione.

Un romanzo pieno di gioia e solarità, per tutti quelli che credono che un piccolo gesto possa cambiare il mondo”

 

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MARTINA DEI CAS al LibrIncontri con “Il quaderno del destino”

pubblicato da: Mirna - 20 Gennaio, 2016 @ 9:26 am

Riprendiamo  finalmente con il nostro gruppo-lettura al Caffè Galileo teatro in questi ultimi giorni della Utopia al Galileo 022kermesse promossa dalla casa editrice Il Margine sull’ Utopia.

Desiderio di stare insieme e parlare delle nostre letture, ma oggi Anna Maria ci aveva promesso di presentarci una Martina Dei Cas 2016 007giovane scrittrice e il suo ultimo libro  “Il quaderno del destino”.Prospettiva editrice

Leggere  significa non solo leggere romanzi, ma anche persone e accadimenti e quando Martina Dei Cas entra accantoniamo per un attimo i titoli delle nostre ultime letture (ne parlerò in un altro post) per dedicare la nostra attenzione a questa ventiquattrenne gioiosa dagli occhi brillanti.

Non si può non essere attirati dal suo sorriso, dalla sua facilità di eloquio, dal suo entusiasmo. Ascoltiamo dunque della sua esperienza come volontaria in Nicaragua dalla quale nel 2011  ( a soli vent’anni?) nasce un racconto “Cacao Amaro” premiato in un concorso.  Ma non è l’unico concorso in cui eccelle Martina che da sempre  è impegnata nella scrittura .  E’ stata persino insignita dal Presidente della Repubblica del titolo di Alfiere del Lavoro ed è Giovane Martina Dei Cas 2016 010Ambasciatore CIRSI dell’Interculturalità.

Martina Dei Cas 2016 008Martina ci dà l’impressione con le sue immediatezza e spontaneità di stare bene ovunque: il mondo è la sua casa, sia quando esplora con i Nicaraguensi le piantagioni di cacao  o visita Managua sia quando si sposta dalla sua Ala dove risiede in varie altre città, sia quando si trova con noi, maturo gruppo di lettori e scrittori. Non esiste iato generazionale tra noi perchè Martina è caffeina pura, desiderio di entrare subito in contatto con gli altri, voglia di regalare la sua ricchezza interiore.

Che eccezionali ventiquatttro anni!

Compriamo Il quaderno del destino sicuri che la storia dei bambini del Diablo che vivono in una periferia  sofferente in un Nicaragua popolato di bande senza scrupoli ed in mezzo a una natura mozzafiato ci affascinerà. E’ una storia emozionante di un’amicizia importante tra 12572975_460946447429317_2284097234426045585_n[1]Joaquin e Thalia e donna Brenda, importante protagonista che li protegge. Lo compriamo anche perchè sappiamo che parte del ricavato aiuterà in qualche modo parte di una popolazione sfortunata.

Ne riparleremo. Intanto le domande si susseguono e Martina è generosa nel condividere i suoi pensieri, i suoi progetti  e la sua  trascinante voglia di vivere, di fare, di donare.

Grazie Martina! Ti aspettiamo ancora.

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I VELENI DELLE DOLCE LINNEA di Arto Paasilinna , ed.Iperborea

pubblicato da: Mirna - 17 Gennaio, 2016 @ 8:09 am

20150305153059_117_cover_web[1]Un altro bel racconto del prolifico scrittore finlandese Arto Paasilinna, nato a Kittila nel 1942. Ex guardaboschi, ex giornalista, ex poeta è diventato un autore di culto in patria e all’estero per il suo travolgente sense of humour e la capacità straordinaria di raccontare ridendo anche le storie più drammatiche.

Anche in questo racconto ci troviamo in un ambiente ameno, la campagna finlandese, in compagnia di un’ottantenne dolce e forte, vedova di un colonnello che vede turbata la sua vita dal giovane  nipote acquisito Kauko e i suoi due degni compagni delinquenti. Ogni mese i tre furfanti dalla città vanno ad estorcerle la sua pensione facendo razzie nei dintorni, torturanto gatti e picchiando vecchietti. Sempre alticci non hanno nessun senso morale, ma solo il desiderio di bere birra, mangiare e appropriarsi infine di tutto ciò che Linnea possiede.

Dopo un’ennesima giornata di devastazione, estorsione con la forza  di un testamento a favore del nipote, Linnea – che ha assorbito dal marito colonnello strategie militari – decide di ribellarsi. Fugge ad Helsinki e chiede asilo al suo vecchio amico medico, un ex-amante.

La trama prosegue dunque con i due antagonismi: vecchiaia debole che sente di essere vista come ormai inutile e una generazione senza puntelli. Ci viene descritta con umorismo tragico una società spaventata e infelice dove ognuno deve far la sua parte per autodifendersi.

Ricordiamo “Arsenico e vecchi merletti” o “La signora Omicidi” in cui chi ha molto vissuto ha molto imparato per cui riesce ad avere la meglio nonostante la debolezza fisica.

Suo malgrado la dolce Linnea riuscirà a sbaragliare i tre delinquenti in una obbligata autodifesa ad oltranza. La preparazione di veleni per uso personale in caso di future torture sarà invece utile – in modo surreale e divertente –  per bloccare definitivamente la minaccia.

Sicuramente qui Paasilinna è dalla parte dei vecchi mentre ci descrive un mondo sempre più difficile sia per gli anziani che per i giovani che non sembrano aver acquisito il senso della vita.

Domani luned’ 18 gennaio, alle ore 17.00,  si potrà parlare delle nostre letture e altro  al Bar Galileo effervescente sempre di nuove proposte

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