SHEHERAZADE…PER LA GIORNATA DELLA DONNA
pubblicato da: Mirna - 8 Marzo, 2016 @ 10:19 am
Perchè Sheherazade oggi 8 marzo per parlare di donne importanti?
… dalla suggestione intensa vissuta  ieri alla Facoltà di Lettere dopo aver ascoltato  Lisa Marchi presentarci Le Mille e una notte .
Ci ha letto alcuni racconti accompagnata da Stefania Neonato al pianoforte.
Che donna moderna, coraggiosa, intelligente, fattiva questa Sheherazade. Altro che odalisca!
Soltanto in una edizione araba dell’opera la giovane che si consegna liberamente al re persiano Sahrigar per cercare di salvare le fanciulle uccise dopo ogni notte trascorsa nel talamo regale, viene descritta come donna che legge e comprende.Â
Donna che ha il grande potere dell’affabulazione, del racconto che avvince e che in modo subliminale insegna. Ha una mente colorata direbbe Citati, come Ulisse, il grande primo narratore.
E ha un disegno nella sua mente di giovane donna. Quello non solo di salvare la sua vita ma di cambiare il tiranno e la sua visione del mondo.
Il re Sahrigar, furioso per il tradimento della moglie, esige ogni notte nel suo letto una fanciulla che poi  fa uccidere all’alba. Per vendicarsi.
Sheherazade insiste con il padre di poter offrirsi e quando il re incuriosito accetta, lei  gli chiede anche di poter avere con sè l’amata sorella, sorella che nascosta sotto il loro letto dovrebbe ascoltare le storie che Sheherazade ogni sera è
abituata a narrarle.
Astuzia, lungimiranza, comprensione totale dell’altro: rispetto di facciata per l’autorità dispotica nell’escamotage di raccontare alla sorella per far capire invece al re attraverso questi suoi racconti fatti anche di violenza, crudeltà e tirannia che può nascere una nuova realtà , un mondo più giusto.
Sheherazade: paladina delle altre donne che per “mille e una notte” dormiranno sonni tranquilli .
Sheherazade che con la potenza della parola riesce a incantare, a far riflettere e forse a far cambiare una realtà .
Avvincente e interessante dunque la conversazione di ieri dal titolo Storie che migrano e si contaminano. Suoni e racconti da “Le Mille e una Notte”.
Lisa ha aggiunto che in questi tempi di chiusura verso i mondi “altri” che cosa c’è di più adatto che riaprire “i cancelli” verso l’Oriente parlando proprio di un grande libro pubblicato per la prima volta in Francia nel 1704 e che da allora ha incantato i suoi lettori?
Tutti sanno che sono storie orali antichissime raccolte con attenzione da vari scrittori arabi.
Lisa e Stefania hanno lavorato insieme con passione per trovare un filo che unisse le diverse culture che informano le storie de Le Mille e una Notte e il loro rapporto con l’arte occidentale. In una presunta idea di “purezza” che crea estraneità e sospetto verso tutto ciò che è “altro”, l’insegnamento di queste storie, dalla loro comparsa in Europa e dagli influssi che hanno avuto sulle arti occidentali fra cui la musica, è che tutto ciò che è umano è “contaminato”, tutto è prestito, ispirazione o modello per qualcos’altro.
Grazie alla professoressa Giovanna Covi ideatrice di  questo ciclo di incontri sulla “Cittadinanza condivisa“
che proseguirà al Dipartimento di Lettere e Filosofia fino al mese di maggio con altri temi della nostra attualità .
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SALVIAMO…UNA TORTA DI RISO
pubblicato da: Mirna - 6 Marzo, 2016 @ 5:45 pmVincenzo Pedrielli, il mio amico di infanzia carpigiana, ha compiuto gli anni e sua moglie Marisa gli ha  preparato  il suo dolce preferito: la torta di riso.  Soltanto per il suo compleanno. Me la descrive e mi sembra golosissima. Mi manda quindi la ricetta. Eccola.
La torta di riso:
200 gr di riso bollito in 1 litro di latte con scorza di limone.Quando raffreddato si aggiungono 150g di zucchero e 50gr
d’uvetta (messa prima a bagno in acqua calda e successivamente con sassolino o liquore equivalente).Si aggiungono poi 100gr di mandorle sbucciate e tritate, alcuni amaretti e 5 rossi d’uovo.Mescola il tutto poi aggiungi i 5 chiari montati a neve. Ungi il tegame e metti pan grattato e inforna a 180° per 40 minuti.
Ebbene che cosa è successo che mi ha fatto rovinare la mia torta da salvare?
Io ho capito 2 chili di riso…
…e mi sono detta, beh loro sono in tanti:  figli,  e  nipoti,  per la mia famigliola di tre gatti (Mimilla sempre  compresa )  basterà la metà .
Quindi metto  a bollire in un mezzo litro di latte un chilo di riso... che naturalmente si attacca quasi subito, io mescolo, mescolo come il  muratore fa con la calce…mi si rompe  anche il cucchiaio di legno. Aggiungo latte e acqua, ma non demordo. Faticosissimo. Il  cucchiaio successivo rimane in piedi nel mezzo.
Continuo dimezzando tutti gli altri ingrredienti. La assaggio ma in effetti mi sembra poco dolce, aggiungo un po’ di zucchero e zenzero e
cannella. Ma la consistenza è preoccupante.
Mi dico che evidentemente deve essere così.
Insomma alla fine il “pastone” sembra pronto. E’ tantissimo. Dove lo metto? Devo spostarlo di recipiente in recipiente sempre più grandi.
Sono tentata di telefonare al Pedrielli per capire dove sto sbagliando, ma poi continuo. Inforno la “cosa” per 40 minuti.
Alla fine emerge una  simil-torta  molto carina d’aspetto ma naturalmente dalla consistenza di un cemento gommoso.
Meno male che Stefania tornata stanchissima e con le idee un po’ confuse  la  assaggia e dice ” ” E’ poco dolce, ma non è cattiva!”
Non sa che dovremo in qualche modo smaltirla.
O salvarla …ma come? Aiuto!
Ma come ho fatto a leggere e pensare a due chili di riso?
Beh, ormai la cena e qualche futuro pasto ci sono!
QUALCOSA DI BUONO di Michelle Wildgen, Vallardi ed.
pubblicato da: Mirna - 3 Marzo, 2016 @ 8:21 am
“Alla studentessa Bec serve un lavoretto per l’estate. Quando risponde all’annuncio di una coppia che cerca un aiuto per la moglie, affetta da sclerosi laterale amiotrofica, in realtà non sa ancora nulla né di cosa fare di sé stessa né di cosa comporti quella malattia. Kate è una trentacinquenne raffinata, con una bella casa e un bel marito, quando la sua vita perfetta è stata sconvolta dalla SLA. Bec invece è una ragazza confusa, ha una relazione senza futuro con un professore sposato e nessuna esperienza di assistenza ai malati. Eppure viene assunta per assistere Kate e, malgrado un esordio non esattamente brillante, piano piano riesce ad adeguarsi alla sua routine e a conquistarne la fiducia. Mentre il matrimonio di Kate con Evan, apparentemente perfetto, in realtà sta andando a rotoli, le due donne cominciano a fare affidamento l’una sull’altra e a costruire quello che diventa un legame non convenzionale, a volte conflittuale ma sempre ferocemente onesto.”
Ho letto con vero interesse questo romanzo da cui è già stato tratto un film di successo. La sinossi del testo è ovviamente riduttiva allo schema della trama. Ciò che invece è rilevante e coinvolgente sono gli stati d’animo della protagonista narrante.  Bec è giovanissima e si “butta” in questa sua esperienza lavorativa con incoscienza mista a curiosità . Ed ‘ proprio questo suo modo di fare che riuscirà ad essere di grandissimo aiuto alla malata, la bella e determinata Kate.
Nasce fra le due donne una sorta di complicità che supera la malattia devastante ma che  giunge a tessere  una profonda empatia reciproca.
E per Bec questa esperienza sarà determinante per capire che cosa vuole dalla vita.
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TEMPI GLACIALI DI FRED VARGAS, ed.Einaudi
pubblicato da: Mirna - 29 Febbraio, 2016 @ 5:51 pm
E’ sempre difficile lasciare il commissario Adamsberg dopo un’altra delle  sue rocambolesche e originali  indagini. Troppo intrigante il suo modo di lavorare immerso com’è tra le nuvole. Vagando tra un ambiente e l’altro, tra un’immagine metaforica e l’altra riesce ad arrivare a districare misteri secondo altri irrisolvibili e non collegati fra loro.
Che cosa c’entra una spedizione finita tragicamente in Islanda? E un’associazione storica che adora Robespierre e riproduce fedelmente  le sedute del periodo del Terrore?
Due morti, apparentemente suicidi,  innescano una ricerca capillare a Parigi e dintorni e addirittura sulla pericolosa isola islandese dove una nebbia antropomorfa aiuterà Adamsberg a capire un tremendo segreto.
Abilissima Fred Vargas a tenere alta la suspence e a far ritenere quasi probabili certe esagerazioni avvincenti e divertenti.
Non vorrei mai chiudere l’ultima pagina di un suo libro tanto mi piacciono i suoi personaggi ad iniziare ovviamente dal commissario “spalatore di nuvole” Â dotato di un sesto senso, al suo vice Danglard dalla memoria ferrea, alla massiccia Violette….
E poi in questo racconto c’è anche Ciro, un cinghiale che capisce molte cose. Lo si vede sulla copertina.
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Al Caffè Galileo per il gruppo lettura
pubblicato da: Mirna - 24 Febbraio, 2016 @ 3:35 pm
Come non parlare di Umberto Eco e di Harper Lee?
Subito il gruppo del nostro consolidato LibrIncontri ha iniziato ricordando saggi, articoli, romanzi di  questi due amatissimi  autori. La peculiarità del nostro gruppo è soprattutto quella di non essere rigida o pedissequa: lasciamo  ampio respiro a ciò che ci sollecita appena  nominato  un libro. E quindi si è parlato dei notevoli film tratti da Il buio oltre la siepe e da Il nome della rosa. Noi donne particolarmente intrigate dai protagonisti maschili interpretati  uno da Gregory Peck e l’altro da Sean Connery. Ma non crediate che il nostro gruppo sia formato soltanto da donne…lunedì è arrivato anche Filippo, oltre a Santo e a Giovanni. E mancavano Riccardo e Alfonso!
Gruppo effervescente dunque!  Coerentemente ciarliero e vivace, eterogeneo sia per genere che per per età . C’erano anche le giovani Maria Grazia e Stefania e i nostri consigli e impressioni si dipanavano in un crescendo allegro tra una tazza di cioccolata o di caffè e i biscottini offertici  da Erika e Bradi.
Questo post deve però elencare i titoli emersi e gli inviti per curiosare, assaporare, leggere, provare.
“La vita sessuale dei nostri antenati” di Bianca Pitzorno, una saga familiare piena di vicende sentimentali, ma non solo. Molte citazioni letterarie e una interessante e gradevole lettura. Ce lo consiglia Maria Teresa.
- …Adesso che abbiamo quasi quarant’anni, che abbiamo vissuto la liberazione sessuale e le sfrenatezze del Sessantotto, che abbiamo
messo la testa a partito, non ci dovrebbe risultare così difficile accettare che anche i nostri antenati, e specie le antenate, abbiano avuto le loro storie di letto, e non sempre esemplari. Lo so che per chiunque è difficile pensare che i propri genitori hanno avuto una vita sessuale, e che se così non fosse noi non saremmo qui… - Carla ha letto  “Il potere del cervello quantico” di Italo Pentimalli. Lettura che le risulta utile per il libro che sta scrivendo. Si parla di ciò che noi siamo, cioè il frutto di condizionamenti .
- Ci consiglia anche Hitler è tornato di Timur  Vermes un romanzo  fanta-politico: la  possibilità che il dittatore nazista ritorni in Germania ai giorni nostri e voglia “rimettere” le cose a posto secondo la sua ideologia.
- Molto più leggero ma intrigante “I sensi di viaggio” di Marco Aime che Maria Grazia ha letto con piacere. Che cos’è il viaggio per noi umani ?  non solo la metafora della vita, ma un abbraccio sinestetico e ricco di poesia nel concederci al caldo del deserto o alle brezze marine..
- “Le riflessioni sulla luna” di Huxley ci dice Santo
- E Giovanni “I segreti del vaticano”di Corrado AugiasÂ
-  Emma “La fame” di Martin Caparros dove viene denunciata la responsabilità dell’occidente. Emma ci consiglia  la visione dell magnifico film di Rosi “Fuocoammare” vincitore dell’Orso d’oro di Berlino
- Enza consiglia  un  romanzo che si svolge in Irlanda “La donna che collezionava farfalle” di Bernie McGill un insieme di diari, lettere e …thriller. Sicuramente mi piacerÃ
- Stefania ci informa dell’evento organizzato dall’Associazione Asia Trento
Grazie alla presenza e guida di Videha, maestro Sufi, potremo fare un’esperienza di meditazione dinamica molto particolare.Sufi è una via mistica, è l’essenza che è al cuore di ogni spirito religioso. E’ l’antica saggezza del cuore e la via dell’amore nata da tale saggezza. Negli incontri di meditazione utilizzeremo diversi metodi quali il ritmo, la musica, la danza, la voce, il suono e la poesia per entrare in uno stato di vacuità . La danza roteante rappresenta e simboleggia l‘unità dell’uomo con il cosmo, un movimento nel quale
dissolviamo noi stessi in un mondo che non può essere compreso con la mente ma può essere sentito con il cuore. In questi incontri esploreremo anche la bellezza della musica e della poesia sufi. Sarà l‘occasione per una profonda immersione nella nostra dimensione interiore, un’ esplorazione dell’amore e della saggezza che tutti abbiamo nel nostro essere.Per informazioni e iscrizioni email a:
asiatrentonews@gmail.comhttps://www.facebook.com/events/781629931942740/- Tutto questo in un tiepido pomeriggio di febbraio fra amici che amano leggere, discutere, conoscere,  condividere e… fare fotografie come a me  e ad  Anna Maria
I grandi autori se ne vanno : Harper Lee , Umberto Eco
pubblicato da: Mirna - 20 Febbraio, 2016 @ 7:18 am
Se ne sono andati per sempre due grandi autori che hanno arricchito la  cultura del secolo appena passato.![220px-Umberto_Eco_04[1]](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2016/02/220px-Umberto_Eco_041-150x150.jpg)
Non solo negli Stati  Uniti  e  in Italia, ma in tutto il mondo.
Giornata di lutto dunque  per i lettori che si sono appassionati a romanzi del calibro “Il buio oltre la siepe“e “Il nome della rosa”
Parlo di Harper Lee nata nel  1926 in Alabama e morta ieri in una casa di riposo. Dopo il successo del suo primo romanzo, dal quale era stato tratto un altrettanto magnifico film con Gregory Peck, la scrittrice non aveva più voluto pubblicare, ma nel 2014 in una cassetta di sicurezza venne trovato il sequel del racconto che venne subito dato alle stampe “Va’metti una sentinella”.
Non l’ho ancora letto, ma ho letto e riletto Il buio oltre la siepe vincitore del premio Pulitzer nel 1961.
Uno dei miei libri preferiti, conservato gelosamente  e sempre presente nella mia mente di lettrice accanita. Perchè vi sono  raccontate la doti  umane che più apprezzo: l’onestà , il desiderio di verità e di giustizia, l’attenzione agli altri, insomma la serena bontà .
Siamo nel profondo sud del Stati Uniti, nell’Alabama degli anni Trenta, razzista, chiuso  e diffidente. L’avvocato Atticus Finch, vedovo, padre
di due bambini accetta di difendere un uomo di colore accusato ingiustamente  di aver stupratro una ragazza bianca. Proverà la sua innocenza, ciononostante l’accusato verrà giustiziato. Un finale amaro, terribile, disumano che ci fa ricordare quanta cattiveria e timore dell’altro “diverso” albergasse nella mente degli  uomini.
Il tema del diverso è sottolineato  anche nel personaggio di Boo, il giovanotto minorato mentale  segregato dai genitori nel seminterrato.
E’ un romanzo da rileggere spesso.Il titolo originale è “To kill a Mockingbird” (Uccidere un passerotto)
E poi il mistero e la suggestione di un romanzo costruito come una cattedrale “Il nome della rosa” di Umberto Eco che ci ha lasciati la scorsa notte.![cop[1] (3)](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2016/02/cop1-3-150x150.jpg)
Ma Eco non era soltanto  romanziere. Di sè lo scrittore diceva di essere un filosofo che scriveva romanzi.
Immergersi nelle pagine de Il nome della rosa,  che si può definire giallo, storico, filosofico è entrare insieme al frate Guglielmo da Baskerville  in un mondo lontano e misterioso che ti cattura per sempre.
E’ ormai un classico, qualcosa che fa parte per sempre di chi l’ha letto .
Apprezziamo anche “Il pendolo di Foucault” “Il cimitero di Praga” e tanti altri romanzi e saggi.
Ho seguito il suo libretto per preparare la tesi di laurea.
Due grandi maestri che rimarranno  come capisaldi della nostra formazione.
LA SPOSA DELLA NEVE e GLI ANGELI NON SI POSSONO DISEGNARE di Maria Annita Baffa
pubblicato da: Mirna - 14 Febbraio, 2016 @ 5:40 pm
Abbiamo già incontrato questa bella autrice nel nostro gruppo di lettura alcune settimane fa. Maria Grazia ci aveva introdotto con passione il suo romanzo. (v.archivio).
Non avevo ancora letto i suoi libri, ma ero rimasta intrigata dall’ambientazione  in cui si svolge gran parte del racconto: la comunità arberesche della provincia di Cosenza.
La scrittura mi ha subito coinvolto per la sua forza, quasi fosse intinta nel sangue o meglio ancora nella linfa  vitale.
La sposa della neve è la giovane madre dell’io narrante, Sofia, che sta facendo il viaggio dal Nord al Sud per il funerale della sorella. E si sa che ogni viaggio è sempre una metafora di ricerca  all’interno di noi per capire, ricordare, risalire ai nodi risolti e irrisolti della nostra esistenza e per mettere in luce il rapporto fra noi e la società che ci circonda. E’ un momento topico, epifanico, un punto su cui fermarsi ed appigliarci. Pensando a sua sorella Ceuza, morta troppo presto, Sofia tesse una trama di considerazioni sulla condizione delle donne che non hanno saputo ribellarsi, ma sopratutto ci regala un affresco di una comunità tenacemente rimasta legata alle tradizioni e alla propria cultura.
Efficace scrivere le  parole, i modi di dire, alcune  poesie in arbaresche: ogni parola è un chiodo che ferma per sempre un modo di pensare. Quante sagge  parole Sofia riceve dall’amato padre Gigino che sa raccontarle sempre della sua sposa bambina, coraggiosa fanciulla dai capelli rossi, sposata in un giorno di neve.
La storia di Sofia- Maria Annita si snoda  in entrambi questi racconti.
Ne Gli angeli non si possono disegnare: sempre viaggi Nord e Sud in un cercare tenace il posto giusto. Periodi belli in Germania, altri
nei periodi a “casa”  a S.Sofia d’Epiro  con il figlio Lisandri, altri momenti a Trento dove forse ha trovato il suo nido definitivo nonostante incomprensioni e servizi che non funzionano come dovrebbero. Si entra così nel mondo della scuola, che conosco anch’io e del quale concordo per molti aspetti con Sofia. Una burocrazia arida, farraginosa che non dà spazio alle particolari esigenze degli alunni speciali. Non sempre, ma spesso.
Ma Sofia è una donna combattente, una ex-comunista, è la figlia de La sposa della neve che cavalcava con facilità per i campi della Calabria.
E’ una donna che sa quello che vuole per il bene soprattutto del figlio e naturalmente per il suo. E’ una donna giusta che vorrebbe un mondo, un ambiente giusto. Non si ritrae mai dvanti agli ostacoli e continua ad…andare…perchè nel “viaggio” si possono incontrare  persone che ti fanno sorridere ed allargare il cuore di speranza.
In Lisandri  il compito di sugellare collegamenti fra il mondo reale  e la fantasia sorta  proprio  dal suo essere speciale  e da quel mondo arcaico quasi fiabesco che la madre gli racconta e nel quale  lo rende compartecipe.
Ne consiglio la lettura, potrete trovare questi racconti alla Libreria Il Papiro di via Grazioli
FASCHING PASSATO REMOTO
pubblicato da: Mirna - 9 Febbraio, 2016 @ 5:37 pm(Da “Vestivamo in minigonna” di M.M)
Dopo l’anno trascorso a Londra finalmente ci sentimmo legittimate a indossare la minigonna e non solo.
Soprattutto furono i pensieri  che ci cambiarono aspetto, i nostri  desideri  concentrici e la scoperta di mille possibilità . Più sicure di noi: avevamo superato il Lower Cambridge examination, ci eravamo imbattute nella rivoluzione studentesca parigina proprio nel maggio 1968, eravamo state invitate  per un mese ad Haro nella Rioja.
Avevamo 24 anni e un avvenire  goloso e  tutto nostro perchè ce lo stavamo scegliendo e “pagando” noi.  Ci sentivamo figlie dei fiori.
Nell’ottobre del 1968 ci riunimmo tutte tre  a casa mia a Carpi per decidere e deliberare. Qualche gita in bicicletta nella campagna soffusa di nebbia, escursioni  sulle colline per mangiare tigelle, le serate a ballare e poi decisione….che fare?
Se abbiamo imparato l’inglese perchè non tentare con il tedesco? E poi si vedrà …
Il 6 Â dicembre eravamo sul treno per Munchen.
Ma vi racconterò  dei nostri primi mesi…unici, deliranti, indimenticabili.
Posso soltanto anticipare che il tedesco non è stato imparato un  gran
chè…troppe distrazioni…e poi c’è stato  il periodo del FASCHING!
Una festa dietro l’altra.
Abitavamo alla Shattenmann Heim, un pensionato per studentesse e lavoratrici, nello Schwabing il quartiere più alla moda di Monaco. Dopo il lavoro frequentavamo  un delizioso Wein Stuben e altri  localini artistici dove si incontravano ragazzi di tutte le nazionalità . Il nostro gruppo sempre “in uscita” era formato da noi tre
Italienerinnen Giuliana, Guerrina ed io, più una francese che ci insegnava a far “travailler les yeux” per conquistare les garcons,  più Verlyn la californiana, Eika la cecoslovacca, Frankie l’irlandese…
Feste in maschera ovunque con le varie  “conquiste” . Con Bernhard di Hannover sorridevo soltanto, lui parlava l’hoch Deutsch e io non capivo, io gli parlavo in inglese e lui non capiva però ci siamo divertiti moltissimo a interpretare Robin Hood lui e la zingarella io . Poi una sera non so come si sono
ritrovata vestita da principessa della Czarda e con la pipa in bocca  accanto ad un Tarzan sconosciuto. Serate a tema in cui bisognava inventare, inventare chi eravamo insomma eravamo  come impazzite nel cercare per tutto il pensionato vecchie camicette e scampoli di seta per diventare altre da noi…
Una sera Verlyn, vestita da squaw, sparì innamorata persa di un non meglio identificato tedesco, Giuliana in verde diceva di sentirsi un misto tra la ripudiata Soraya e Cleopatra. Guerrina non aveva trovato di meglio che mettersi un mio vestito estivo. A me piaceva sempre fare la zingara.
Ma se non riuscivamo più a raccattare scampoli e nastri la nostra febbre del travestimento non si esauriva: piccoli avanzi di seta diventano cuori, quadri e picche e… si iniziavano i pigiama parties. Cotonature, ciglia finte, rossetti luccicanti e
ovviamente birra e vino a volontà .
E risate. Perchè quelli erano i giorni spensierati  della vita piena e della nostra consapevolezza di viverli e gustarli. Sapevamo che sarebbero finiti ma sapevamo anche che li avremmo sempre avuti dentro di noi come un deposito bancario.
.
LIBRINCONTRI DI FEBBRAIO AL CAFFE’ GALILEO
pubblicato da: Mirna - 6 Febbraio, 2016 @ 5:38 pmNonostante la pioggia abbiamo voglia di incontrarci nell’accogliente Caffè Galileo. I nostri soliti tavolini avvicinati e noi che arriviamo alla
spicciolata con grandi sorrisi. Che uggioso  sarebbe stato il pomeriggio a casa, commenta Santo ed io concordo. Che cosa di meglio che  riunire il nostro Gruppo Lettura e parlare di libri? Oggi c’è anche il giovane Marco che ci  consiglia vivamente Ulisse da Baghdad di E.E. Schmitt, la storia o meglio l’odissea di un giovane iracheno in fuga dalla dittatura di Hussein
“Saad è un ragazzo onesto e beneducato… Ma Saad ha un problema, è iracheno, e ciò che in altri paesi è un percorso di vita normale, in Iraq è semplicemente impensabile. ..
Come tanti altri, Saad decide quindi di andare a cercare miglior fortuna in Europa: Londra è la sua meta. Senza soldi, senza passaporto, inizia una rocambolesca odissea attraverso il Medio Oriente, il Mar Mediterraneo e l’intero continente europeo.
…È una favola, un’altra delle belle favole a cui Eric-Emmanuel Schmitt ci ha ormai abituato, piena di humour e di malinconia, di momenti dolci e di momenti decisamente aspri, ed è anche il pretesto per affrontare un problema scomodo, quello degli immigrati clandestini…”
Daria:
Limonov – Carrère Emmanuel – Libro – Adelphi -Â
| Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: “è stato teppista in Ucraina, idolo dell’underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell’immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio” si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato “che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale”. |
Emma Non sei più mio padre di Eva Cantarella,
Santo l’ultimo romanzo di Dacia Maraini La bambina e il
sognatore.
Parliamo con entusiasmo di ciò che ci piace e ridiamo e poi festeggiamo Riccardo perchè è il suo compleanno. Erika ci offre  strudel e candelina accesa e noi siamo allegri e contenti di ritrovarci e fissiamo già il prossimo appuntamento per lunedì 22 febbraio.
Marco ha apprezzato questo gruppo di lettura perchè eterogeneo: maschi e femmine, giovani e meno giovani, non un solo libro su cui dibattere, ma tanti titoli e suggestioni.
“Breve storia del futuro”  “Alcesti” tutto ciò emerge insieme ai recital che Alfonso Masi proporrà per gli  anniversari  di  Shakespeare e di  Cesare Battisti.
Insomma tanta “carne al fuoco”.
Questi incontri, ripeto, mi sembrano un happening anni ’70 perchè il filo conduttore spesso  si perde mentre il  tutto diventa molto festoso!
Ma sempre  molto letterario!
LILA di Marilynne Robinson , ed.Einaudi
pubblicato da: Mirna - 3 Febbraio, 2016 @ 7:58 am
Le strade che ti fanno giungere ai libri che amerai per sempre…arrivano anche viaggiando in treno. Come ringraziare Stefano, mio compagno di viaggio del mese scorso? Leggeva  questo libro con …sentimento.
Poche parole sue e la spinta a cercarlo. Straordinario per me: un romanzo che penetra e arricchisce, un romanzo scritto benissimo. Parole che scivolano nella lettura e parole che ti bloccano per pensare e riflettere.
Marilynne Robinson, premio Pulitzer nel 2005 con Gilead scrive  altissime pagine di narrazione e ricerca
spirituale-filosofica.
Lila è la bimba rifiutata e  non amata, rapita da Doll che le vuole dare amore e l’abbraccia nel suo scialle portandole per le strade degli Stati Uniti della Grande Depressione.  Insieme conducono una vita povera e nomade in cerca di lavoretti per sfamarsi, aggregandosi a un gruppo di rudi braccianti. Doll, una donna forte che gira armata di un affilato coltello, è il suo punto di riferimento, la sua maestra di vita, l’unica persona che la ama e che cerca di darle tutto ciò che le servirà .
Lila si fida solo di lei .
Lila non parla molto, ma pensa tantissimo e i suoi pensieri sono spesse domande sul perchè dell’esistenza .
L’eccezionale bravura di questa autrice ci fa entrare nei ricordi di Lila  in flashback che si rincorrono  incastrati nella stanza del reverendo che è diventato suo marito  o nella stanza- caldaia del bordello di St.Louis o durante l’autostop che l’avrebbe portata a Gilead.
La vera storia sembrano le vicissitudini di una vita estrema ed emarginata, quasi un racconto alla “Furore” di Steinbeck;  in realtà ci accorgiamo che il punto centrale è l’incontro di due anime che sembrano  conoscersi e capirsi da sempre. Necessarie l’una all’altra.
Lila arriva dunque a Gilead quando è rimasta sola, sente in lei l’urgente necessità di fidarsi di  qualcuno e di affidarvisi, ma nello stesso tempo in lei è prepotente la sua vissuta esperienza all’aperto, in una sorta di panica esistenza regolata dal ritmo delle stagioni. Ci sono descrizioni indimenticabili di colori, profumi, campi, luce “C’era quasi un senso di abuso nell’odore della terra e della rugiada, delle foglie“. In lei dunque una grande battaglia psicologica.
L’anziano reverendo calvinista di Gilead sembra quasi aspettarla per ritrovare un senso più alto della sua vita, per soffrire meno, per capire di più.
Perchè Lila ha una saggezza ancestrale, biblica e soprattutto la spinta vitale e disincantata  verso la Verità . Deve sapere, capire le parole-Verbo, cercare il perchè della sofferenza dei bambini. La sofferenza da lei provata . Ama pensare. E finalmente al sicuro nella casa ascolta il tempo che ticchetta attraverso l’orologio, si siede sulla sedia a dondolo ” …e poi cominciò a pensare. Dondolandosi per sentire il rumore, pensava”
E il pastore John Ames, venerato dalla comunità come un santo, trova immediatamente in lei un’anima gemella.
Ma si può essere felici? La felicità ti spaventa talvolta. “Erano pensieri familiari e irremovibili, come una casa a cui sapevi di appartenere anche se non sopportavi di metterci piede, e una volta lì veniva il dubbio che non saresti più andato via. Lui disse : -Tu e io:- e si strinse nelle spalle”
Lila è risultato vincitore del National Book Critics Circle Award 2015
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