LE GIOIE DELLA VILLEGGIATURA DI…MIMILLA
pubblicato da: Mirna - 3 Agosto, 2015 @ 12:40 pm
Sì, lo ammetto, mi piace trascorrere alcuni mesi in questo paese nonostante il viaggio di cinque ore rinchiusa in gabbietta. Anch’io ho voglia di aria aperta, di odori, di vedere qualcosa che non sia il solito appartamento di città .
Riconosco sempre sia le stanze che il giardinetto di Borzonasca  e soprattutto riconosco il vicino che mi piace tanto. E’ tranquillo ed ha l’orto molto più curato del nostro: terra vangata dove rotolarmi, piante di lamponi in cui nascondermi, prato profumato di maggiorana, timo e rosmarino. E poi lui mi chiama “Miciaâ€.
Invece la mia adorata Tata mi ha trovato questo nome un po’ altisonante e
devo dire che un po’ mi imbarazza quando mi chiama a squarciagola  “Mimilla! Amore! Vieni a mangiare la pappa! Vieni a fare la nanna!â€
Vabbè lei mi vuole molto bene – amore reciproco s’intende – ma mi tratta un po’ da bebè.
Ed io la accontento rispondendo quasi sempre ai suoi richiami.
Lei d’altronde mi vizia: scatolette prelibate, bistecchine di pollo, salmone affumicato e poi non dimenticherò mai la sua pazienza amorevole quando mi ha risollevato dalla grande depressione della mia prima infanzia.
Così faccio buon viso a cattivo gioco. Quando passeggio a sera sui tetti del vicino e guardo la luna piena corro al suo richiamo –sono certa che vuole compagnia mentre guarda la TV – mentre io me ne starei a caccia di gechi o cavallette. E di notte gli odori sono incantevoli…
Per fortuna durante il giorno ho molta libertà , mi lascia persino aperta la porta finestra mentre lei se ne esce con la sua amica, ed allora…libertà …ricncorro grilli e lucertole, mi affilo le unghie sui tronchi o semplicemente me ne sto al sole ad osservare le farfalle e gli uccellini.
E a proposito di lucertole…se c’è lei –  la mia amata Tata – non posso giocare perché si mette a strillareâ€Â Mimilla, NO. La lucertola no†E si arma di scopa e paletta per spostare quello strano  animaletto . Però tempo fa ho conosciuto una certa Lucrezia -Lucertola furba. (Questo l’ho capito ascoltando i discorsi della Tata . non  fa che parlare di me e di libri, qualche volta anche di Stefy). Ebbene questa lucertola si è finta morta, per ben due volte… io non mi diverto se non si muove. Che gusto c’è? E lei, la mia amata Tata, a esaltare quel coso per la sua intelligenza!
Portiamo pazienza, pensate che mi ha strappato da sotto il naso un fiore che
conteneva una farfallona grassa che succhiava il nettare ed era rimasto incastrata! Che goduria vederla dimenare il sederino, volevo giocare un po’, ma lei..â€NO, Mi milla, salviamola†Così butta il fiore in un angolo e quella – la farfalla- se ne vola  via alla svelta per poi ritornare più tardi a farsi beffe di me.
E stamattina? Voleva andare al mare in automobile (so che lei non guida volentieri)…ebbene un melodramma. Mi guardava con angoscia e avrebbe voluto che entrassi in casa…con una mattinata splendida di azzurro e di  verde fremente? Mi baciava come fosse l’ultima volta e poi telefona a Grazia e le dice “Se non tornassi fa da madre  a Mimilla!!!”
L’ho guardata un po’ sconcertata (lei poi ha detto che avevo uno sguardo disperato!) Ma perchè non diventa un po più ZEN come me ? Almeno Stefania ci prova.
Però, però, mi piace essere coccolata, accarezzata, pulita, baciata; mi piace parlare con Lei, la mia Tata, quasi mamma (la mia mi ha abbandonata alla nascita! Sigh) . Comunichiamo anche telepaticamente, talvolta io entro nei suoi sogni e lei entra nei miei.
E’ un amore assoluto. Altro che “La donna di Gillesâ€
Le divertenti avventure di AGATHA RAISIN di M.C.Beaton
pubblicato da: Mirna - 31 Luglio, 2015 @ 4:33 pmw
LE AVVENTURE DI AGATHA RAISIN di M.C.Beaton, ed.Astoria
Che fortuna che Grazia abbia tutta la serie di questa investigatrice dilettante , donna di mezza età con le le caratteristiche delle persone normali, pregi e difetti.
La casa editrice Astoria sta pubblicando con successo romanzi di scrittrici inglesi . Questi libretti rossi sono diventati sinonimo di intrattenimento gradevole. Scrittura buona, storie intriganti.
Alla fine ci saranno 25 romanzi su Agatha, ma per ora sto leggendo in ordine le sue prime avventure e devo confessare che mi piacciono tutte per quel certo non so che di leggero e di consolatorio. Come avrei fatto a superare i caldissimi pomeriggi di luglio senza tuffarmi nella campagna  inglese, precisamente a Carsely nei Cotswolds? Paesaggi  riportati dai dipinti di Constable e Gainsborough e che fanno parte del mio immaginario o meglio del mio universo parallelo, quello dove avrei voluto vivere – in England. –  Ma il bello è che Agatha stessa vede il villaggio dove si è rintanata dopo una precoce pensione ancora come il desiderio di esso e non come il raggiungimento del suo sogno.
Agatha  paradigma della self made woman , della donna libera che ha ancora voglia di vivere e di amare.
E poi ci sono le storie “gialle†da risolvere. Quanti omicidi  avvengono nei villaggi inglesiâ€dove  vivevano anche  Miss Marple, Poirot, Barnaby ,Jack Frost ,sembra  proprio che la quiete campagnola solleciti intrighi ed assassini.
Così ci ritroviamo con un “Veterinario crudeleâ€, con una “Giardiniera inavasata†con una “Strega…†Un mago…, Una fonte…insomma leggere queste storie è fare un viaggio tra le debolezze e le meschinità di taluni e la bontà e luminosità di altri. Come non pensare alla signora Bloxy la saggia e generosa moglie del pastore ?
In questo genere letterario oltre che alla trama mistery ci piace ritrovare gli stessi personaggi, gli stessi ambienti.
Berci una birra e un gin tonic al pub Leone Rosso o andare in Canonica con le Dame di Carsely, qualche volta fare un salto a Londra per incontrare il giovane ambizioso ed ambiguo Roy, ex dipendente di Agatha.
E che dire di  Bill Wong  il dolce poliziotto euroasiatico che ammira Agatha nonostante il suo carattere difficile?
E poi ci sono i suoi due gatti…ogni cottage inglese deve averne  almeno uno.
Ed infine il suo amore tormentato e altalenante  per il bel  vicino di casa James Lacey. Anch’egli ultracinquantenne ed ovviamente con il suo modus vivendi.
Amano investigare insieme, hanno ceduto alla passione, si piacciono, ma bisticciano e  spesso si ritirano nella loro sfera privata, soprattutto lui…
Perché leggerli?
Perchè divertono, ci fanno sentire in compagnia di personaggi simili a noi, perché c’è sempre quella suspence investigativa, e perché in estate abbiamo voglia di viaggiare senza muoverci!
Sarebbe raccomandabili leggerli in sequenza come la preziosa Grazia mi sta facendo fare:
Iniziate con “La quiche letale 
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LE CRONACHE DI BORZONASCA DOPO IL GRAN CALDO
pubblicato da: Mirna - 28 Luglio, 2015 @ 10:05 am
LE CRONACHE DII BORZONASCA… DOPO
Si respira un po’ di più stamattina: l’aria è frizzantina e il cielo sembra promettere meno afa. Anche ieri sera sulla terrazza ci siamo godute un crepuscolo chiaro di luna crescente, addirittura con lo scialle sulle spalle.
Mi ritrovo un po’ più di energia sia per la temperatura accettabile sia anche per il riappropriarmi della casa  per il momento di nuovo vuota: Stefania è  in volo per gli States, il nostro giovane amico trentino venutoci a trovare in…bicicletta è già ripartito.
Che cosa  c’è di più congeniale per una blogger se non quello di scrivere appena
alzata con i pensieri ancora nebulosi ma vagamente e forse più acutamente ricettivi, pronti a delinearsi  per ripercorrere i giorni passati e per riflettere sul presente?
Un’altra fetta di estate è stata caratterizzata dal caldo feroce che ci lasciava storditi e abbacinati di luce, sole, sensazioni sfilacciate. In un certo senso ci scusava della mancanza di operosità . Tutta la nostra energia rivolta alla sopravvivenza e alla difesa dal caldo…al mattino presto potevo fare una breve passeggiata, poi un rapido caffè al bar per poi risalire con Grazia sulla terrazza ancora in ombra. E poi rifugio in cucina ancora fresca e ore ore distesa a leggere sul mio letto blu. Anche Mimilla lasciava la scaletta cocente e si rifugiava in fondo ai miei piedi o sul pianoforte..
Dopo le 17.00 mi affacciavo alla terrazza ancora bollente per via del montaliano “rovente muro d’orto†ma  dovevo aspettare ancora un’oretta per riprendere qualche attività , le chiacchiere con il vicino, la cura delle surfinie, lavoretti vari. Ma l’attività  meno faticosa e la più gradevole rimane sempre la
lettura. Sto leggendo tutti i romanzetti di Agatha Raisin, leggeri, accattivanti, deliziosi. Sfoglio la biografia della poetessa polacca premio nobel Wislawa Szymborska e pregusto altri romanzi ben impilati sul cassettone.
Racchiuderò questo mese di luglio languido, sereno nel mio personale album della vita senza dimenticare le passeggiate che siamo riuscite a fare, le tre brevi mattinate al mare dentro l’acqua, la pizza con Grazia, il pesce da Luchin con Stefania, le conversazioni, le
telefonate con gli  amici alle prese anch’essi con il loro Luglio.
Ed ora un leggero cambiamento, già si percepisce nelle giornate più corte, nella luce fragrante del mezzogiorno e i nuovi pensieri si accompagneranno ad altri piccoli e grandi accadimenti.
Un po’ di solitudine produttiva non fa che accompagnare il fluire della nostra vita che può essere placida se possiamo o lo desideriamo.
VIVIANE ELISABETH FAUVILLE di Julia Deck, ed. Adelphi
pubblicato da: Mirna - 25 Luglio, 2015 @ 4:15 pm
Un bel racconto noir, opera prima di una giovane francese. L’ha scoperto Grazia nella sua libreria di Camogli e me lo ha prestato assieme a tanti altri libri.
Ancora letteratura femminile che a me piace perchè sempre il narrare femminile è profondo, complesso, acceso di mille sfumature.
Molto moderno e interessante il modo di scrivere di Julia Deck che inizia il racconto  dal tempo presente in cui il narratore si rivolge alla protagonista “fermata†in una scena memorabile: nella stanza vuota , sopra una sedia a dondolo mentre culla una neonata. Sappiamo da subito del malessere di Viviane Elisabeth scissa , come i due nomi che porta, in due dimensioni della realtà .
Ha quarantadue anni, un lavoro prestigioso, si è appena separata dopo  la nascita della sua bambina ed ora deve far fronte a una situazione complicata. Ha bisogno di pensare e nello stesso tempo di agire.
E’ appena stato ucciso il suo psicoanalista e lei cerca di far riaffiorare alla memoria che vaga tra passato e presente la sua ultima seduta con lui. Che cosa si erano detti?  Sempre le solite cose e cioè che lei doveva capire a fondo l’ origine del suo malessere e di quei  terribili improvvisi mancamenti?
Ovviamente anche lei sarà interrogata dalla polizia, ma le risposte che dà appaiono confuse all’ispettore  – che assomiglia a Yul Brinner –  e a lei stessa.
“Ci troviamo con questa bambina in braccio e ci chiediamo da dove sia spuntata†inizia il sesto capitolo, in una sorta di io collettivo o di doppia personalità per poi giungere  ad un io narrante determinato che vuole andare a fondo da sola all’omicidio del terapeuta. Riesce a conoscere le persone legate all’assassinato e si presenta talvolta come Elisabeth, altre come Viviane.
Si vuole sapere che cosa è veramente successo, perché Viviane Elisabeth sta così male. Si vuole conoscere il rapporto con il marito, con la madre che ogni tanto ritorna nelle sue frasi e nei suoi pensieri. (Beh, la madre c’entra sempre nei casi di turbamenti psicologici!!!)
La lettura mi cattura, lo leggo in un pomeriggio. Adoro i “gialliâ€, la psicoanalisi, la “follia†come unica ancora di salvezza.
Grazia ed io lo consigliamo caldamente!
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STRANE CREATURE di Tracy Chevalier
pubblicato da: Mirna - 18 Luglio, 2015 @ 6:55 am
STRANE CREATURE di Tracy Chevalier, ed. Neri Pozza
Un’estate torrida? Andate nel Dorsetshire, precisamente a Lyme Regis e passeggiate sulla spiaggia piena di rocce e di temperature più che fresche. Come?
Leggendo l’ultimo romanzo di Tracy Chevalier, l’autrice de “La ragazza con l’orecchino di perlaâ€.
Anche in questo bel racconto siamo in un’epoca diversa dalla nostra e conosciamo personaggi particolari realmente esistiti.
Siamo nella prima metà dell’Ottocento ed entriamo nel mondo di una creatura speciale, a remarquable creature, Mary Anning che si stacca da ogni catalogazione sociale. Figlia di un ebanista pieno di debiti cresce nell’insicurezza economica.   E’ sopravvissuta ancora poppante ad un fulmine che invece  colpì a morte le due ragazze accanto a lei diventando (forse per questo evento?) una bambina vivacissima  e attenta. <Si appassiona alla raccolta di fossili  che pullulano sulle costa di Lyme Regis. Anzi la sua vita sarà dedicata alla ricerca dei fantastici “ciottoliâ€, come li chiamava lei, fino alla scoperta del cranio del primo ittiosauro vissuto migliaia di anni fa. Creatura libera, strana come le creature imprigionate nella roccia che lei scopre e fa “rivivere†, darà con le sue scoperte una svolta importante negli studi sull’evoluzione della specie.
Mary conosce un’altra donna, un po’ strana come lei perché  dissociata anch’essa  dal modus vivendi delle donne dell’epoca. Elizabeth Philpot giunta con sue due sorelle nel piccolo paese marittimo ama la ricerca dei fossili di pesce. Non le interessa il matrimonio come unica possibilità di realizzazione della donna, si sente orgogliosa del suo status di donna sola, libera e istruita.
Tra lei e Mary è nasce dunque un’amicizia complice e profonda che le porterà a vivere ugualmente con soddisfazione la loro vita di ricerca e conoscenza scientifiche non assoggettandosi alle ottuse convenzioni dell’epoca.
Un racconto avvincente che piacerà soprattutto a chi ama letture interessanti e meticolose.
Si scopre lentamente insieme a Mary e ad Elizabeth nientemeno che l’ittiosauro e il plesiosauro dal lungo collo e ti viene voglia di vedere il loro scheletro pietrificato nel Museo londinese di Scienze naturali. E scoprire ancor di più di queste donne pioniere che hanno dedicato la loro vita a cercare sulle coste spazzate dal vento del Dorsetshire il mistero delle origini del nostro mondo.
Grazie RINA di questo be l regalo. Ha rinfrescato questi giorni torridi facendomi “viaggiare†nel tempo e nello spazio .
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DA BORZONASCA …al Caucaso passando per Turghenev
pubblicato da: Mirna - 14 Luglio, 2015 @ 3:54 pm
CRONACHE DI BORZONASCA Â 2015
Il caldo perdura, ci sfibra, ci fa sobbollire pensieri, sensazioni, nuovi accadimenti  che saranno poi da riordinare  nell’album dei ricordi di una nuova estate.
Borzonasca è la parentesi  che mi fa staccare dalla routine trentina e  si riallaccia  alla storia delle mie estati precedenti,  per la maggior parte ormai legate a questo paesino dai due fiumi e a questa mia particolare casa piena di scale e scalette.
Se il casotto della prima fascia è terminato rimarrebbero ancora tanti lavoretti da fare. Bruciare l’erba, togliere le erbacce, potare le rose, ma io mi limito ad innaffiare le surfinie, la lavanda che sta crescendo bene e a godere il fresco rosato della sera mentre Mimilla gironzola un po’ sul tetto del vicino. (Ho il sospetto che vada a spiarlo dal lucernario!)
Cerchiamo di passeggiare Grazia ed io, domenica siamo andate a Borzone, una salita di tre chilometri just in time  per le campane che suonavano per la messa. Al ritorno sotto il sole del cocente mezzogiorno eravamo un po’ provate, ma almeno sono riuscita a prendere tre ortensie da quegli enormi cespugli abbandonati.
Ma la gita per me eccezionale è stata quella al CAUCASO!
 Sì, proprio questo nome per un monte di 1200 mt dalla cui cima si ammirano il Monviso e altri monti e la baia di Portofino. Bellissima escursione tra boschi magici di luci ed ombre e sentierini assolati di margherite e fiori azzurri. Tre ragazze con lo zaino (Grazia, Maria Rosa ed io) felici della camminata e delle risate che giunte al rifugio mangiano polenta e tagliere di salumi. E’ il colmo!
 Una trentina che scala un monte e va al rifugio in Liguria!
E così lentamente il caldissimo luglio è giunto alla metà : la mia terrazza è sempre una “terrazza Martiniâ€, viene Grazia, sale Alketa, si parla da lì con il vicino. Con Francesco, durante i lavori, nella pausa dell’aperitivo si parlava di libri.
 Io lo chiamavo “L’ussaro sul tetto†e da questo nacque l’indagine sulle sue letture. Il mio ancor giovane muratore, gran lavoratore, legge i russi!  Sta leggendo “Il maestro e Margherita†che gli piace tantissimo, ha letto quasi tutto Dostojevsky,  da†I fratelli Karamazov†a “Delitto e castigo”, adora Turghienev soprattutto “Memorie di un cacciatoreâ€. Insomma è un lettore con L maiuscola.
Decido di regalargli l’enciclopedia dei personaggi famosi del Novecento che lui apprezzerà sicuramente.
Facciamo una foto con il primo volume che mi è capitato tra le mani: Trostky! Ca va sans dire.
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LA DONNA DI GILLES
pubblicato da: Mirna - 10 Luglio, 2015 @ 11:10 am
LA DONNA DI GILLES di Madaleine Bourdouxe, ed. Adelphi
Ho letto d’un fiato questo racconto apparso nel 1937 dibattendomi tra rabbia e ammirazione per Elisa , la moglie di Gilles che vive esclusivamente dell’amore che prova per il suo uomo. Anzi la sua ragion d’essere è lui e il suo amore. Lei esiste per lui, persino i suoi tre figli sono più che altro la prosecuzione vivente del suo amore. Per lei non esiste amor proprio,  tutta la sua vita dipende da lui.
Eppure a lui, quando lei scoprirà il suo tradimento, dirà tutt’altra cosa che i suoi veri sentimenti. E’ come se la sua vita esteriore fosse dissociata da quella interiore. Vuol provare , pur soffrendo , a riportare in seno alla sua famiglia o meglio alla sua vita di coppia il marito fedifrago il quale invece (non capendo nulla)  le racconta tutta la sua passione proprio per la sorella Victorine.
Masochista Elisa?
Certamente per raggiungere il suo scopo si finge un’altra, ma non la si può definire calcolatrice perché tutto il suo essere è istinto femminile ancestrale. Mi sembra un’icona della donna che da sola non riesce a vivere. Deve farlo avvinghiata  come l’edera al suo uomo.
La sua immagine finale con i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle e sul seno gonfio dell’ultima maternità ne fanno quasi un’eroina medioevale, una donna da raffigurare in un arazzo ferma nel tempo e fermamente intrecciata ai tanti modi di immolarsi per un uomo. E generalmente gli arazzi sono proprio tessuti da donne!
E’ una sua scelta dunque immolarsi perchè per lei non esiste altra
strada per vivere. Lei è esclusivamente la donna di Gilles.
Nella postfazione di Faith Evans questo racconto scarno di personaggi ( – Gilles, bello, alto e biondo, Elisa pesante di amore e sua sorella Victorine, dai riccioli seducenti  e  labbra rosse ) viene paragonato a una tragedia di Racine, un po’ atemporale, sebbene siamo  nell’industriale Belgio, esattamente nella Liegi dalle ciminiere degli altiforni.
Simone de Beauvoir lodò questo racconto, lei stessa aveva scritto di un ménage a trois (pensando al suo Sartre e a  una giovanissima allieva) e si incontrò spesso con Madeleine Bourdouxhe che nonostante il successo di questo libro scritto appena trentenne non divenne famosa. Ora però si ristamperanno altri suoi scritti.
Perché leggere questo  libro?
Perché è scritto benissimo e il personaggio non ha sbavature- Elisa è così dall’inizio alla fine – non sarebbe potuta essere diversa…  e perché se ne può discutere  come stiamo facendo Grazia ed io davanti alle nostre tisane.
Amore assoluto, dice lei
Masochista e quasi idolatra (certo avere una o uno  così accanto  sarebbe molto impegnativo!)
Dissentiamo anche leggermente sul finale…ma ne parleremo…
FILOSOFEGGIARE A…BORZONASCA
pubblicato da: Mirna - 7 Luglio, 2015 @ 3:00 pm
E il momento più adatto ed epifanico per filosofeggiare” è durante…â€la gloria del disteso mezzogiornoâ€.
Le campane suonano le dodici, la famigliola urlante del piano di sotto s’acquieta, i vicini sono con “le gambe sotto a toa (tavola)†ed io rimango sola a tu per tu con un sole allo zenith, il profumo intenso dei gelsomini che mi circondano, uno sguardo complice a  una surfinia bianca di fronte a me e una  vitale sensazione di benessere.
(I vicini sono tanti, a volte mi sembra di essere in  una versione rurale del film di Hitchcok “La finestra sul cortile”)
La mia terrazza è appena fuori dalla cucina, alle spalle c’è un muro montaliano
di pietre antiche, sopra i due giardinetti con la lavanda piantata dal mio vicino Giancarlo  accanto allo steccato azzurro, il casotto aggiustato da Francesco sotto il caco,ancora più in alto gli amareni, il nespolo, la palma ecc.
Mi sorprende possedere alberi, mi piace. Mi dà una sensazione di immanentismo.
Obnubilata dal sole cocente seppur sotto l’ombrellone a righe bianche e gialle penso a questi momenti di felicità  preziosi che si immagazzinano in me come un conto nella banca dell’esistenza,  e mi dico  che sono fortunata non tanto nel possedere questa mia unica casa o il cespuglio di rosmarino, ma per essere in grado di abbandonarmi e “naufragare†in questo“mare†di sensazioni  .
Certamente l’estate vera aiuta il mio bien etre fisico e psichico , poi pensavo che questa casa semplice, (certamente non quattro stelle!)  ma particolare – (terzo piano, quarto mansardato) terrazza, terrazzino,giardinetti pensili ha la sua ragion d’essere – per me – proprio in questa stagione.
Mentre fuori il solleone brucia l’ibisco e la scaletta di pietra, io salgo e scendo
tra cucina,camere e salottini  consapevole  che fuori c’è ancora spazio verde per  una lucciola serotina, alcuni  aironi nel cielo alto e certi uccelletti dorati che fanno clic clac.
Ricordo che mentre  mio marito si era buttato nell’ impresa di ristrutturazione di questa  sua vecchia casa del carrugio, io un po’ in ansia circa l’esito , facevo ricorrenti  sogni di  stanze e stanzette che salivano verso l’alto e che finivano sempre all’aperto in una sorta di fuga e contatto con il cielo.
L’estate calda mi regala questi ricordi, questa voglia di vivere appieno le giornate lunghe. di osservare e di dilatare il tempo a mio piacimento. Sensazione di libertà , di ricca solitudine o meglio di interazione con se stessi.
VITA DOPO VITA di Kate Atkinson
pubblicato da: Mirna - 4 Luglio, 2015 @ 11:10 am
Chi di noi vorrebbe rivivere la propria vita finchè non venga come si deve? In questo intenso romanzo possiamo immaginare come potrebbe essere la vita di ognuno di noi se…l’ostetrica riesce a salvarci al  momento della nascita,che uomo sposiamo o se non ci sposiamo, se qualcuno ci salva dall’annegamento…se…se…Il tempo, ci racconta la talentuosa Kate Atkinson vincitrice di premi su premi, non è circolare, ma è un palinsesto dove talvolta sono già iscritti i ricordi del futuro. La protagonista principale è Ursula che sarebbe potuta morire alla nascita ed altre volte, soprattutto durante i bombardamenti di Londra, e qui ci sono pagine magnifiche sulla Battaglia d’Inghilterra che noi tendiamo a scordare perchè Hitler non riuscì a sbarcare sull’isola, ma i bombardamenti furono terrificanti.
Ursula è quella “fuori posto” secondo sua madre Sylvie che trova nella maternità l’unico destino per la donna.  Infatti pensa “E che altro potrebbe essere?“
Non per Ursula che percepisce e  prevede la complessità del destino per ognuno di noi, la possibilità  di scivolare da una vita all’altra anche se solo immaginata. Una persona immersa in un mondo di ombre e di sogni, ma anche di luce e di mille possibilità , testimone consapevole dell’immanenza prerogativa di tutti noi, se volessimo.
Leggiamo del destino della sua famiglia che si articola soprattutto nel Fox Corner la gradevole casa di campagna inglese e non possiamo far altro che confrontare anche la nostra vita come è stata, come è  e come poteva essere.
Certo anch’io mi son salvata alla nascita perchè mio padre è corso in bicicletta a chiamare il medico, oppure quando mi son tuffata in piscina pensando di risalire a galla…invece non lo stavo facendo…e Alfredo  mi ha salvata! Oppure se non fossi naufragata.. (.e potevo anche morire) …non sarei tornata sulla nave di mio marito…se…se…
Lettura fantastica che accompagnerà la vostra lunga estate calda.
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GENOVA PER NOI… con un po’ di Espressionismo
pubblicato da: Mirna - 2 Luglio, 2015 @ 3:06 pm
Per me e per Grazia.
Scendiamo a Brignole e ci tuffiamo in suoni e colori caldi, meno acidi di quelli
che vedremo poi alla Mostra. Colori pastello del palazzo  San Giorgio, chiaro-scuro delle pietre di San Lorenzo e dei Portici, il verde mare della fontana di piazza de Ferrari. Un’atmosfera che sa di Oriente, come punto di partenza per un lontano altrove un po’ onirico.  Caldo venticello che ci porta l’odore e i fremiti marini. A Genova si sale o si scende sempre, talvolta anche impercettibilmente. E ciò dà una sensazione di delizioso ondeggiamento.
Compriamo un anello di vetro blu, mangiamo sushi a volontà in un vivace
ristorante cinese-giapponese vicino al porto che si scorge dal nostro tavolo-accanto alla finestra. (Siamo così felici: pregustiamo il piacere intellettuale che avremo tra gli Espressionisti , intravvediamo porto e mare  e gustiamo con somma delizia spaghetti di soia, ravioli al vapore, sushi  di salmone e tanto tanto altro!!!).
Beviamo un caffè a un tavolino lungo una stradina del centro piena di negozi e
negozietti e  sulla quale campeggia in bianco  il volto  di Fabrizio de Andrè.
E poi naturalmente la nostra mostra a Palazzo Ducale.
ESPRESSIONISMO TEDESCO- 1905-1913
Da Kirchner a Nolde passando per Heckel, Schmidt-Rottluff, Pechstein…
Colori forti e acidi: giallo, rosso, verde accecanti. Linee taglienti e spigolose per esprimere tutto ciò che questi giovani artisti tedeschi provavano nel primo decennio del Novecento. La loro filosofia è di gettare un ponte tra l’accademismo perbenista e un nuovo modo di intendere la pittura. Fondano
infatti Die Brucke e si ispirano a Van Gogh, Munch guardando anche a Cranach. Lavorano quasi in parallelo con i Futuristi e i Fauves,  ma  soprattutto vogliono esprimere il disagio esistenziale dell’epoca a ridosso della prima guerra mondiale.
Un’espressione interna  di emozioni soggettive, un’accesa sensualità , un desiderio di gridare e portare in superficie “l’urlo di coloreâ€.
Scriveva un critico dell’epoca “L’espressionismo riapre all’uomo la bocca, dopo che gli impressionisti ne avevano riempito gli occhiâ€
Quadri intensi dall’impatto visivo cromatico  fisico. Ne rimaniamo abbacinati, quasi scoprendo in essi in nuce una loro fatale autocombustione.
Kirchner è il fondatore del gruppo: ci regala personaggi indimenticabili come la giovanissima modella Marcella dall’abitino a righe o come la donna nuda davanti ad uno specchio.
Il Nazismo parlerà di loro come gli artefici di una pittura degenerata e farà bruciare molti loro lavori.
Grazia ed io siamo “golose†di mostre di pittura (…e non solo visto la notevole quantità di sushi consumato!) perciò torniamo appagate sul nostro treno per Chiavari ammirando  in un  netto contrasto il celeste cinerino del mare del Golfo del Tigullio.
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