UN CASO DI SCOMPARSA di Dror A. Mishani, ed.Guanda

pubblicato da: Mirna - 21 Dicembre, 2013 @ 5:26 pm

Un bel thriller, particolare, perchè diversamente dalle solite ambientazioni statunitensi o scandinave si svolge in Israele, a Holon tranquilla cittadina vicina a  Tel Aviv.

Particolare perchè la storia si dipana attraverso due punti di vista: quello del protagonista, l’ispettore Avraham Avraham e un deuteragonista, Zeev, insegnante con aspirazioni di scrittore.

Il caso sembra semplice: viene denunciata la scomparsa di un ragazzino di sedici anni, Ofer, scomparsa che dapprima viene minimizzata dall’ispettore convinto si possa trattare di un allontanemento volontario per futili motivi di ribellione adolescenziale.

Ma già l’indomani al ritorno della madre ancora senza notizie del figlio, Avraham capisce che è una cosa seria, così  insieme con l’inizio dell’indagine vera e propria  scatta un suo sempre latente senso di colpa e di inadeguatezza.

E qua entra in scena l’altro protagonista che conosce bene Ofer perchè gli ha impartito lezioni  private d’inglese. Zeev ha una sua teoria e comincia a scrivere proprio sulla scomparsa del ragazzo il “suo romanzo”, ma non solo…

Davanti agli occhi di Avraham persiste ormai sempre la figura silenziosa e  dolente della madre si Ofer Sharabi che sembra volergli dire qualcosa con lo sguardo, ma nonostante questo rimane impenetrabile e non riesce a rivelare in pieno il carattere del figlio.

Com’era Ofer? Un ragazzino diligente a scuola, attivo in famiglia, si prendeva cura della sorellina handicappata, ma con poche amicizie, riservato.

Ma Zeev dice di conoscerlo bene, è convinto che in famiglia non venisse ascoltato, che lui si sentisse invisibile in casa e per questo se n’è voluto andare.

Avraham e Zeev: due punti di vista che si incrociano, ma che non riescono a trovare un punto in comune. C’è qualcosa di inquietante in tutta la storia e Dror A. Mishani (classe 1975) ce la racconta con una scrittura nitida e “di rara eccellenza per un debutto”.

Thriller sì, ma soprattutto indagine psicologica dei vari personaggi per arrivare infine, dopo cambiamenti di ipotesi, sospetti, a nuovi scenari inaspettati. “Un impeccabile meccanismo poliziesco”

Consigliato agli amanti del genere se non altro proprio perchè, come dice anche l’ispettore , non esistono libri gialli ambientati in Israele.

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ALICE ADAMS di BoothTarkington, ed.elliot

pubblicato da: Mirna - 16 Dicembre, 2013 @ 8:40 am

Che sorpresa trovare in biblioteca questo bel romanzo pubblicato da poco. Eppure è un libro apparso negli Usa nel 1921 dove è   famosissimo anche perchè ne  venne tratto un film  interpretato nientemeno che da Katherine Hepburn.

E’ quindi la storia di una ragazza di quel tempo, ma che potrebbe essere una ragazza di oggi in bilico tra la precarietà economica e sociale e tra  gli stessi sogni e desideri  di tutte le giovani ventenni.

E lo specchio è l’amico migliore delle ragazze. Nelle prime pagine vediamo Alice guardarsi a lungo davanti alla toeletta dallo specchio a tre ante. Può vedersi di fronte, di profilo e provare i vari atteggiamenti, i vari sorrisi. Cercare di capire come la vedono gli altri. Consolidare la propria autostima, il proprio ruolo nel mondo.

 ( Che felicità quando mia mamma mi regalò il tavolino da toeletta con i volants di crétonne!!! Potevo pettinarmi in camera mia e specchiarmi, se proprio non a tre dimensioni almeno in pace, provando pettinature e quell’assurda camicia da notte che vedete in foto…era azzurra a pois blu…e mi piaceva tanto!)

Siamo vicini alla grande crisi economica che farà traballare gli Stati Uniti, ma le persone sono agguerrite nella loro scalata sociale. Chi più e chi meno. Non è datato questo probelema, pensavo leggendo il libro. E’ tremendamente attuale: l’ambizione di primeggiare, di farsi riconoscere tra i “vincenti” (come vengono chiamati oggi i ricchi e i potenti) è palpabile fra noi. Lo spirito di competizione in ogni cosa intrapresa è quasi ossessiva e sfibrante.

Eppure raggiungere lo status quo dei ricchi borghesi sembra diventare lo scopo della vita della signora Adams e le umiliazioni che prova nel non essere accettata nel gran mondo le trasmette alla figlia.

Alice è una ventiduenne che vive in questa modesta, ma più che decorosa  famiglia. Il padre è  impiegato presso la ditta più  importante della piccola città, la madre  è frustrata ed ambiziosa e  riversa sul marito le sue delusioni, le sue aspettative, le sue rivalse. Tormenta il marito affinchè si affranchi dall’impiego subalterno e apra una piccola fabbrica tutta sua.

Soprattutto dopo il ballo al quale Alice ha partecipato, “strappando” un invito a una vecchia compagna di scuola, figlia del datore di lavoro di suo padre. Per il ballo Alice indossa  un vecchio vestito d’organza bianco , “più adatto ad altre stagioni” bisbigliano le ragazze snob, e ha raccolto  lei stessa le viole fresche in un parco lontano  per adornarsene. Cionostante la “buona” società borghese piena di pregiudizi non la accoglie, non la riconosce. Soltanto Arthur Russel, bello e benestante,  appena arrivato in città, le dà una speranza, “una via d’uscita dalla agitazione claustrofobica in cui la sua famiglia sembra sprofondare.”

Fortunatamente Alice è in fondo buona, solare, vuole bene al padre tormentato continuamente dalla moglie, ascolta seppur di malavoglia  i consigli della madre per conquistare Arthur Russel. Tanto che accetta di invitarlo a cena. Serata  da quasi  tregenda. Lettura godibilissima.

Tutto deve apparire al meglio, si lava, si scrosta, si nascondono vecchie sedie, si veste il povero papà fra l’altro ancora ammalato, con l’abito migliore che è però molto pesante. E siamo in piena estate e il caldo umido fa appassire in anticipo le poche roselline che la signora Adams ha potuto comperare, i cavolini di Bruxelles – che lei riteneva all’ultima moda – diffondono un odore fastidioso, le tartine si sono afflosciate …

Eccezionale Booth Tarkington che con questo romanzo vince il secondo  Pulitzer.

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IL VENTO DELLA STORIA di Carla Festi e Nicolao Merker

pubblicato da: Mirna - 15 Dicembre, 2013 @ 11:55 am

Ospito  con piacere il post che Riccardo  ha scritto su questo  interessante volume. Visitate il suo blog.

 

“IL VENTO DELLA STORIA. UNA FAMIGLIA MITTELEUROPEA A VILLA
CLEMENTI” A CURA DI CARLA FESTI E NICOLAO MERKER

Intervista “a distanza” a Carla Festi, curatrice dell’opera


Professoressa Festi, quale è stata la motivazione del suo lavoro?


Il progetto editoriale si propone di ricostruire in un volume corredato
da fotografie, materiali d’archivio e documenti originali in
possesso dei discendenti, la storia della famiglia Jülg, che
risiedette fino alla morte degli ultimi esponenti a Tavernaro
nell’avita “Villa Clementi”. Il volume intende ripercorrere le
biografie delle figure principali, i loro legami col territorio
trentino, i rapporti con altre famiglie trentine residenti nei
dintorni, per focalizzare poi in particolare la figura dello
scrittore Bernhard Jülg (1888-1975) di cui si presenteranno
brevemente l’opera letteraria ed alcune sue novelle in traduzione
italiana.


Qual è l’origine della famiglia Jülg?

La famiglia Jülg ha radici parzialmente trentino-venete e in misura
maggiore austriaco-tedesche, che risalgono entrambe al 1700 ed oltre.
Questo connubio la rende interessante, simbolica, in un certo senso,
di altre famiglie asburgiche che vissero nel
Welschtirol
tra Ottocento e Novecento, quando il Trentino era una provincia della
monarchia austroungarica. Colpiscono di questa famiglia
l’attaccamento al Trentino, i rapporti con la storia italiana e in
particolare col Risorgimento, esemplarmente testimoniati dai percorsi
di vita di alcuni dei suoi esponenti. Per questo ricostruirne la
storia e riproporla ai lettori di oggi significa capire qualcosa di
più dell’identità trentina che, come spesso per le regioni di
frontiera, non è mai stata un’entità statica ma si è venuta
definendo nel corso dei secoli nell’incontro e nello scontro tra il
mondo tedesco e quello italiano.


E della famiglia Clementi, cosa mi dice?

Seguite il resto dell’intervista sul blog di Riccardo. www.trento.it/riccardolucatti

“II
vento della Storia – Ritratti di famiglia a Villa Clementi”, a
cura di Carla festi e Nicolao Marker, Ed. Stampalith Snc, Via S. Pio
X, 59 – I 38122 Trento TN –
info.stampalith@stampalith.it
–
www.stampalith.it

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VACANZE ROMANE

pubblicato da: Mirna - 11 Dicembre, 2013 @ 5:58 pm

Roma: nel periodo prenatalizio e con altre mille sfumature diverse. E se la luce è meno duratura, le mattinate sono comunque luminose  e i gabbiani volano e stridono sulle cupole e sui tetti della casa di Nicoletta che mi ospita nel cuore di Roma, nel rione Campo Marzio.

E la città ti regala emozioni e meraviglie, dai suoi caffè del mattino, allo shopping nelle sue vie eleganti e rumorose dove l’oro e il rosso ti stremano di delizie e desideri leggeri.

Ma sono i lunghi pomeriggi rosati, quelli che preludono ai dolci tramonti che ti avvolgono nel desiderio di stare sempre lì, a Roma, nonostante il traffico, la vicinanza ravvicinata dei politici corrotti, la confusione. Vorresti vivere lì perchè lì ci si sente vivi e vibranti.

E con facilità puoi andare  a vedere Modigliani, Cleopatra, Cezanne, gli Impressionisti, Palazzo Colonna e conoscere pittori, musicisti, Conti, Ambasciatori e rivedere le carissime Amiche.

Questa è Roma, una città-collante che non lascia spazio alla  malinconia o al freddo dell’anima. Luogo dove tutti sembrano  riconoscersi come è successo tra me, Nicoletta e il bravo  pittore Francesco Siclari che espone le sue opere nel Chiostro del Bramante. Cercatelo su Internet, ne vale la pena. I suoi quadri sono suggestivi e immaginifici “Tra Realismo e Incanto“.

…e naturalmente  dopo il concerto di Stefania Neonato  e del Gonfalone Ensemble  quando,ormai alle 23, ci siamo ritrovati all’Osteria del PavoneAperto tutti li santi giorni” per mangiare zuppe, carciofi e bere un buon bicchiere di vino rosso…

Chiedo alla giovane proprietaria – come chiedo un po’ a tutti i romani – se è felice di abitare nella capitale e se è normale mangiare anche a mezzanotte.

E’ entusiasta, vivace, “la vita” dice “è qui, è ora” . Sorridiamo, parliamo, beviamo. E’ questo clima mai troppo  freddo, ma pieno di calore e colore a farci sentire meglio?

Certo, io sono qui in vacanza, ammiro le bellezze , i problemi che ci sono mi toccano poco. Il giovane taxista che mi accompagnerà a Stazione Termini è arrabbiato con la sua città, con i politici che già il giovedì hanno le valigie pronte per tornare a casa o che posseggono i palazzi più belli della città. Vorrebbe più strutture ospedaliere, più attenzione alle classi emarginate. Ma non è solo a Roma che esistono questi problemi, tutta l’Italia e il mondo occidentale sono preda di ingiustizie profonde.

Credo che sia per questo subliminale senso di impotenza che spesso mi lascio andare alla leggerezza come antidoto alla pesantezza. Per questo voglio sentirmi felice in una città che comincio a conoscere sempre un po’ di più, a macchia di leopardo… mi mancano ancora tanti spazi romani da scoprire.

E l’ultima mattinata con Miki e Nicoletta, guida eccezionale della sua città amata, visitiamo Palazzo Colonna dove- scopriamo - girarono proprio le ultime scene di Vacanze Romane il famoso film con Audrey Hepburn e Gregory Peck.

Sentirsi leggeri a Roma, vivere l’istante come ci raccomanda la giovane ristoratrice? Perchè no?

Trento-Roma 4 ore e mezzo di treno dove si incontrano talvolta gentili capotreni, come Carlo che ha promesso di mandarmi una sua poesia.

Tre giorni a Roma per spingere avanti il freddo inverno del Nord. Per ricaricarmi di pensieri altri, di sorrisi giovani, di empatia,  di calore, di arte.

In attesa del mio caro e amato Natale trentino dove tutto si rimescola, ricordi, vibrazioni, passato rivestito di futuro. Entusiasmo ricercato, voglia di vivere?

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Il piacere della conversazione

pubblicato da: Mirna - 10 Dicembre, 2013 @ 9:21 am

Sicuramente per me una buona conversazione non può fare a meno dell’arte, della letteratura, della musica come appigli per le nostre disquisizioni e riflessioni. Per questo amo i cosiddetti gruppi-lettura perchè partiamo con  altri alti  pensieri oltre i nostri. E non siamo distratti dai pettegolezzi, dalle frivolezze, dal tempo metereologico che rientreranno poi in altri contesti di incontro .

Ed anche ieri pomeriggio al Controvento tra noi sei  amici lettori si è  parlato tanto, di libri, ovviamente,  ma anche di donne, di poesia, di incontri .

Di grandi donne famose o meno. Daria ci presenta

Tina” di Pino Cacucci: (Feltrinelli) è la biografia di Tina Modotti  diventata un’attivista del movimento socialista negli Usa, modella, fotografa.

Tina si chiamava Assunta Adelaide Luigia Modotti. Era
nata a Udine nel 1896, da un’umile famiglia. Il padre era un muratore di idee
socialiste, lei dovette ben presto lasciare la scuola e lavorare per aiutare la
famiglia, poi emigrò negli Stati Uniti dove stavano crescendo i grandi movimenti
sindacali. La vita culturale e artistica in fermento a San Francisco, Los
Angeles, Hollywood e a Città del Messico le dischiusero la via prima del teatro
e del cinema, poi della fotografia. Donna appassionata, si dedicò alla causa
rivoluzionaria in Messico, lavorò per Soccorso rosso, combatté con le Brigate
internazionali in Spagna. Morì in circostanze poco chiare a Città del Messico
nel 1942.”

Io mi aggancio alla recente lezione su Louisa May Alcott che ho tenuto alla scuola media di Vigolo Vattaro. Non la semplice scrittrice di Piccole Donne, ma un’antesignana del femminismo, sostenitrice del suffragio universale,prima donna ad iscriversi alla lista dei votanti a Concord (Massachuset). Abolizionista convinta, insieme al padre diede vita a scuole moderne dove insegnare anche ai ragazzi di colore. Donna libera che cercava l’indipendenza e la realizzazione di sè.

Parlando di grandi donne non famose Emma ci racconta episodi interessanti sulle donne della sua famiglia e su incontri particolari fatti nei suoi viaggi. Ha conosciuto la figlia di Ezra Pound che l’ha convinta a leggere scritti del padre spesso ingiustamente vittima di ostracismo. Ma Emma, che ama il cimitero veneziano di San Michele (anche noi vogliamo andarci!) ha conosciuto una dolcissima signora di nome Maria Vatova Vedovato. Una poetessa che, tra una tomba e l’altra,  le dona “Elegie istriane“. Ci legge alcune sue poesie dolcissime dedicate alla madre.

Allora Alfonso Masi ci legge “Viaggi” una poesia di Prevert. Presto Alfonso  terrà un Recital su questo amato poeta francese.

Parlando di poesia Paola ricorda le regole ferree per comporre versi,  dettate da un  suo criptico insegnante del Liceo.  Poi  sfoglia uno dei due libri portati con sè “Lezioni americane” di Italo Calvino dove, con il suo solito originale acume, scopre un capitoletto che sembra predire il nuovo corso delle cose;  scrive Calvino:la sincronicità, velocità, intuito, ispirazione di Ermes si sincronizzano con la tecnica e la concentrazione del fattivo Efesto. Sembra la “nuova Bibbia” della tecnologia, la via maestra dell’attuale modo di concepire e fruire cultura e apprendimento?

Emma e Riccardo, ancora a proposito di poesia,  nominano Iosif Brodskij, assolutamente da leggere per me:

Dolore e ragione apparve a New York nel 1995, poche settimane prima della scomparsa dell’autore – e così offrendosi inevitabilmente come opera testamentaria. Di fatto, leggendo i tre grandi saggi su Frost, Hardy e Rilke che fanno da perno al libro, risulta difficile immaginare un grado ulteriore di comprensione: sono prove stupefacenti di come si possa leggere e illuminare un testo passo per passo, sillaba per sillaba, quasi aderendo alla tensione muscolare della mano del poeta che scrive.
Accostando i saggi qui presentati a quelli su W.H. Auden, Marina Cvetaeva e Konstantinos Kavafis pubblicati in precedenza, vedremo delinearsi un paesaggio della poesia moderna nuovo e idiosincratico, ben più convincente di quelli offerti dalle varie scuole accademiche. Ma parlare di questi autori, per Brodskij, ha sempre significato parlare di tutto e del tutto, poiché per lui la poesia era «l’unica assicurazione disponibile contro la volgarità del cuore umano». Per questo non volle mai pubblicare un volume di saggi strettamente letterari e preferì vagare nel tempo, che è il vero medium del pensiero, unendo l’accidentalità autobiografica e l’evocazione delle ombre, che qui convergono nella memorabile Lettera a Orazio.

E di tanto altro abbiamo parlato con piacere, vivacità,entusiasmo, complicità… i presenti potrebbero aggiungere ciò che ho tralasciato. L’importante è che nei miei lettori venga sollecitata la curiosità di leggere, leggere, leggere.

Con l’incontro di ieri chiudiamo l’anno, ci si rivedrà in gennaio, giorno da destinarsi.

Riccardo ci legge una sua poesia natalizia  dedicata a grandi e piccini ispirata al quadro di Monet Corvo sulla neve.

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Al Controvento

pubblicato da: Mirna - 8 Dicembre, 2013 @ 4:53 pm

Domani pomeriggio alle 17.00 ultimo incontro del Gruppo di lettura prima di Natale.

Di che abbiamo parlato la volta scorsa ? Andrea  Bianchi ci ha letto un resoconto dell’Associazione Italiana Editori.

Le case editrici  stanno crescendo del 3% all’anno. Nel 2012 erano 5.074 e di queste attualmente  1.326  pubblicano almeno 10 titoli all’anno.

E i lettori crescono?  I lettori forti leggono più o meno 7 libri all’anno.

Noi allora siamo fortissimi!

Si disquisiva che ci sono più scrittori che lettori in Italia! Molti pubblicano autonomamente il proprio manoscritto.

E i compratori? Gli acquisti vengono fatti per il 73% nelle librerie, 11% on line e il 16% nei Supermercati.

Naturalmente molti libri vengono presi in prestito dalle Biblioteche che in molte città, come a Trento, funzionano bene.

I libri raccontati dal nostro gruppo sono  molti. Da quello di Andrea Vitali “Un bel sogno d’amore” letto da Paola a

Scende la notte tropicana” di Manuel Puig consigliatoci da Anna Maria

 La notte scende sulla giornata della vita. La metafora
che il titolo svela e nasconde è abbastanza scoperta, perché Puig, col suo
“raccontare di sbieco” (così lo definisce Angelo Morino nella nota critica a
questo romanzo) riferisce delle giornate di due anziane signore al tramonto.
Lucy e Nidia, due sorelle, tra Buenos Aires, dove hanno trascorso gran parte
dell’esistenza, e la più colorata e variopinta, tropicale, Rio de Janeiro, dove
hanno sperato di concluderla, con ritorni, e con puntate in Europa a trovare i
figli. E attraverso il dialogo vivo, usando lettere, ritagli di giornali,
comunicazioni diverse, Puig in realtà racconta le storie che si riflettono nello
specchio delle giornate attive di contemplazione di due donne.”

Riccardo ci parla di Enrico DeaglioLa felicità in America

Enrico Deaglio:

Si è laureato a Torino in Medicina e Chirurgia nel giugno 1971, e iniziò a lavorare come medico presso l’ospedale Mauriziano Umberto I.

A metà degli anni settanta ha iniziato l’attività giornalistica a Roma, presso il quotidiano “Lotta Continua“, di cui è stato direttore dal 1977 al 1982. Successivamente ha lavorato in numerose testate (tra cui “La Stampa“, “il Manifesto“, “Epoca“, “Panorama“, “l’Unità“) ed è stato direttore del quotidiano “Reporter” tra l’85 e l’86, ed in seguito collaboratore del quotidiano “La Stampa” di Torino.

Alla fine degli anni ottanta comincia a lavorare come giornalista televisivo per Mixer: segue in particolare le vicende della mafia in Sicilia e viene inviato per programmi di inchiesta in vari Paesi. Negli anni novanta conduce vari programmi d’inchiesta giornalistica di attualità su Raitre, tra cui: Milano, Italia (gennaio-giugno ’94), Ragazzi del ’99 (1999), Così va il mondo, Vento del Nord e L’Elmo di Scipio.

Dal 1997 al 2008 ha diretto il settimanale “Diario“.È fratello di Mario Deaglio, ex direttore de “Il Sole 24 Ore“.Attualmente vive a Torino.”

Alfonso Masi continua la sua ricerca-studfo sulla figura di Gesù. Ci ricorda l’importanza del testo di Raymond Brown.

Il 18 dicembre, alle ore 17.00,  in Biblioteca, Alfonso terrà un Recital “Gloria in cielo e pace in terra” .

A domani pomeriggio, cari amici lettori.

 

 

 

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IL WEEKEND di Peter Cameron, Adelphi

pubblicato da: Mirna - 4 Dicembre, 2013 @ 9:56 am

Un breve romanzo che si svolge in due giorni, ma che l’abilità narrativa di Peter Cameron  – di cui  ho già parlato  (v. archivio) –  fa sì che vi  venga distesa e srotolata tutta la vita dei personaggi, le loro ansie, i rancori, i pensieri repressi.

Lyle è il principale protagonista, è un critico d’arte di New York e vuole portare dai suoi cari amici John e Marian  che vivono in campagna una nuova conoscenza: Robert  un giovane promettente pittore.

Non è un semplice week end : questo è particolare, è l’anniversario della morte di Tony, fratello di John e amatissimo compagno di Lyle. Lyle è omosessuale.

Perchè Lyle sapendo dello speciale rapporto che c’era fra tutti i componenti del gruppo si arrischia a portare un elemento nuovo, quasi destabilizzante? Per riuscire a superare finalmente l’elaborazione del lutto?

Tony era sempre stato per lui il supporto, l’amico, l’amante,  colui che lo spingeva a vivere con più forza,  ruolo ereditato ora dall’amica  Marian, la quale si sente defraudata dal suo potere di aiutare e coccolare Lyle.

Ed ‘è proprio per questo nuovo cambiamento – l’arrivo di un estraneo fra loro – che tutto sembra rimescolarsi, il week end si dilata e rispecchia tutte le fragilità di ognuno, le illusioni, le speranze, le delusioni.

John si distacca, sempre più occupato dalla coltivazione del suo orto.

Marian uscita da una depressione post partum è un po’  più serena della sua vita in  campagna, è però  preoccupata per il suo piccolo  bambino che lei reputa troppo  poco vivace.

Lyle crede di tornare nuovamente a sperare sia per il suo lavoro, sia per la sua vita privata grazie a Robert, l’unico che sembra ancora puro  e pien0 di sogni e progetti .

Lyle lo spia mente dorme: ” Presente e tranquillo, non digrignava i denti, non muoveva braccia o gambe, non sbuffava e non russava: era un sonno straordinariamente semplice e pacifico. Lyle immaginò che se avesse potuto srotolarlo come una mummia non avrebbe trovato niente di brutto o di marcio, nè di rotto o di superfluo, ma soltanto pulizia e perfezione fino all’osso.”

Peter Cameron ha la capacità di far accadere le cose nel momento giusto del filo della storia per cui tutto è strattamente concatenato e le sue scene hanno un piacevole gusto teatrale.

Noto  che negli Stati Uniti Il weekend era stato pubblicato nel 1994… In Italia nel 2013,  è forse la prima volta per via del tema dell’omosessualità?

Un autore da leggere con grande piacere per la sua fine introspezione psicologica, per il suo stile pulito e accattivante:

Quella sera dorata

Un giorno questo dolore ti sarà utile, 

Coral Glynn

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Voglia di …eterna Primavera

pubblicato da: Mirna - 30 Novembre, 2013 @ 9:05 am

Eh, sì, la prima impressione entrando  nel delizioso negozio Interno 11 di via Mantova dove si è presentata  la nuova collezione di bigiotteria e accessori per la casa, ideata e realizzata dalla fotografa Francesca Gregori, è stata quella di Primavera.

Di freschezza, di  candore, di consapevolezza che il buio inverno non può spegnere in noi quel sopito, ma sempre pulsante  brivido di vita in movimento .

Mi piace vedere il bianco e i colori chiari ritagliati in materiali naturali sotto forma  di fiori- orecchini, spirali-collane, tovagliette.

Francesca Gregori fotografa con animo sensibile e attento la bellezza che la Natura ci offre traducendola per noi,  attraverso il suo occhio di artista anticonvenzionale e delicatamente femminile, in un nuovo e suggestivo approccio.

E questa volta  ha ideato e realizzato   la sua  Primavera-Eco Collection, una linea ecologica di bigiotteria e accessori per la tavola ispirata ai fiori, fiori che si possono indossare come se essi facessero parte del nostro corpo e noi potessimo sentirci alberi  e prati.

Essere belle in modo naturale, sentirsi parte della natura, questo sembra essere il messaggio di questa artista che ci regala sempre nei suoi lavori, vuoi fotografie o oggetti speciali , armonia e ricerca di quel certo non so che  per poterci sentire allineati e parte integrante del mondo circostante.

Fiori adornati da piccole pietre preziose che ci riportano a giardini e spazi aperti  dove una “coccinella” può posarsi su una margherita, dove una spirale diventa collana e ci incanta con  il  suo gioco di vortice ed equilibrio.

.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=xX9RdC8o3FA

 

 

Una bella idea per i regali d’inverno.

 

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COME ESSERE UNA BRAVA MOGLIE di Emma Chapman, ed. Feltrinelli

pubblicato da: Mirna - 28 Novembre, 2013 @ 7:47 am

 Non è un manuale per diventare la perfetta padrona di casa o la brava ancella sostenitrice di un marito, ( guide che erano ancora  in giro ancora anni ’60)  ma è un thriller psicologico che si legge tutto d’un fiato.

Siamo in una località  non specificata della Scandinavia, luogo  che sembra amplificare l’inquietudine e lo straniamento che Marta sta provando da alcuni mesi, da quando suo figlio è andato a vivere per conto suo.

Suo marito Hector dice che passa troppo tempo con le mani in mano,  che soffre della sindrome del nido vuoto, che ha troppa immaginazione.

Fortunatamente c’è  proprio Hector che da sempre  si prende cura di lei, le fa ingoiare  le pillole di cui ha bisogno, le  dice che cosa fare o non fare, insomma la aiuta ad essere una brava moglie. Ma già la suocera  glielo aveva ordinato il giorno delle nozze  quando le aveva regalato proprio  il manuale per diventarlo.

E lei ha sempre seguito queste indicazioni:

La casa deve essere sempre pulita , è il territorio di tua responsabilità;

prima del suo rientro dai una ritoccata al trucco e metti un nastro tra i capelli;

lascia che sia tuo marito a occuparsi della corrispondenza e delle finanze…E così via

(Mi ricordo che sulle riviste femminili della mia giovinezza davano anche altri consigli per piacere tanto tanto agli uomini,  come quello di parlare di calcio… !!! – e quindi di diventarne esperta – . Che rabbia!!!)

Il racconto è avvincente: già dalle prime pagine si intuisce una sovrapposizione temporale fra il presente e un passato che si comincia a delineare attraverso visioni e allucinazioni. Forse perchè Marta non prende più le pillole, ma le nasconde?

Vede –  o immagina? –  spesso una ragazzina con tuta e  scarpe da ballo, talvolta  con un pigiama e   che sembra volerle dire qualcosa … lentamente sente anche affiorare del rancore per Hector e per  l’oppressione protettiva che le rivolge.

C’è un ribaltamento dell’equilibrio che aumenta sia quando Marta è occupata nelle sue faccende, sia quando dà la cena per conoscere la fidanzata del figlio.

Decide di farsi bionda, continua a buttare vie le pillole,  vuole capire chi è veramente, anche soffrendo.

Ma non posso aggiungere altro, soltanto che anche in questo romanzo  c’è la donna-oggetto che subisce violenza da parte degli uomini.

Emma Chapman è  molto giovane,  è nata a Manchester, ha studiato letteratura alla Edinburgh Unuiversity e seguito un master in Creative Writing al Royal Halloway della University of London.  Ha viaggiato in Scandinavia ed ora vive a Perth in Australia.

How to be a good wife è il suo primo romanzo.

 

 

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RITORNO A VENEZIA …per mostre e magia

pubblicato da: Mirna - 26 Novembre, 2013 @ 8:12 am

 

Venezia è una città  che  sembra impressa nel  nostro Dna e che spesso ti richiama come una sirena incantatrice. Anche a novembre. O forse proprio perchè novembre circonda di luce soffusa e perlacea la laguna, le gondole, i campielli, io amo ritornarvi  in questo mese. E che cosa meglio dell’occasione di un incontro fra tre amiche già abituate a ritrovarsi tra cupole, acqua e canali?

Vogliamo visitare la  Peggy Guggenheim Collection che presenta anche

LE AVANGUARDIE NELLA PARIGI FIN DE SIÈCLE: SIGNAC,
BONNARD, REDON E I LORO CONTEMPORANEI

La mostra raccoglie una ricca selezione di circa 100 dipinti e opere su carta
e si focalizza sulle maggiori avanguardie francesi di fine ‘800, soffermandosi
in particolar modo su Neo-Impressionisti, Nabis e Simbolisti, e sui maggiori
esponenti di tali movimenti, tra cui Paul Signac, Maximilien Luce, Pierre
Bonnard, Maurice Denis, Felix Vallotton e Odilon Redon.

Non ci lasciamo intimorire da un po’ d’acqua alta che si insinua tra campielli e calli, ma   compriamo da un pakistano le sovrascarpe alte, colorate e ci divertiamo a raggiungere questa bellissima casa-museo sul canal grande.

E ci immergiamo nella “bellezza” raccolta da questa straordinaria donna, ricchissima ereditiera,  nata nel 1898 a New York che inizia a viaggiare per tutto il mondo ed entra in contatto con diversi artisti dell’avanguardia europea.  Si sposa tre volte, fra cui una volta con Max Ernst. Dopo il divorzio da quest’ultimo Peggy torna a Venezia dove compra una casa sul Canal Grande, Palazzo Venier e qui  vi sposta definitivamente  la sua importante collezione. E’ per questo che possiamo aggirarci tra Picasso, Magritte, Pollock  e godere delle ulteriori mostre che vengono organizzate in questa splendida casa. Da leggere sicuramente la sua autobiografia “Peggy Guggenheim: una vita per l’arte”. Rizzoli

Venezia è tutto,  è una città che asseconda  i nostri desideri, i nostri sogni reconditi,  è una, nessuna, centomila con un’anima mutevole a seconda della luce, del ritmo dello sciabordio dei remi delle gondole, del flusso umano che va e che viene in ogni direzione. E’ il silenzio dei campielli che talvolta incroci deserti e immaginifici, è una sposa che corre per timore dell’acqua che lentamente si insinua tra le calli.

Ed è la città del travestimento per antonomasia.

Del mascherarsi per essere altri da sè.

Nel crepuscolo incappiamo, così senza cercarla, nella Ca’ Macana di Dorsoduro 3172, il  negozio che ha fornito le maschere a Stanley Kubrick per il famoso film  “Eyes Wide Shut” tratto dal racconto “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler .

Da rileggere sicuramente.

Magia e sensazione di sospensione tra maschere d’oro, piumate, colorate. La gentilissima commessa sembra anch’essa una figurina da sogno, sorridente, eterea. Non entra nessuno mentre noi ci aggiriamo quasi “perdendoci” tra i volti di Arlecchino, dame veneziane, gatti neri. Volti possibili o inventati.

Ore intense che danno sapore al tran tran quotidiano. Tranquillità ancestrale nel sapere  che Venezia c’è.

 

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