CRONACHE ESTIVE

pubblicato da: Mirna - 8 Luglio, 2013 @ 8:47 pm

CRONACHE ESTIVE

 

Non so per voi, ma per me l’estate è sempre “un mondo a parte” dalla mia solita vita di pensionata cittadina, dedita alla lettura, al blog, alle Pr dentro e fuori casa, alle capatine nei negozi, al cinema e a tutte le piacevolezze di vivere in una città come Trento.

Da metà giugno alla fine d’agosto rientro nel mondo dell’entroterra ligure dove “boschi e riviere” si incontrano in modo ravvicinato e dove la vita di un fresco paese di mille anime ti modifica le abitudini e un po’ anche i pensieri.

Mi sento “resettata”: le sinapsi rinfrescate, le ansie sdrammatizzate, sto ritrovando la lentezza di un tempo quotidiano che sembra maggiore. Il televisore non funziona ancora, la posta elettronica neppure, riesco almeno a scrivere su una chiavetta e poi spedire qualche post al nostro Blog grazie al Pc di Stefania e Grazia . Se gli amici mi leggono possono comunicare attraverso il Blog.

Ma i LIBRI non mancano mai. Anzi me ne arrivano alcuni da recensire come “All’ombra dei fiori di Jacaranda” di Rosalba Perrotta. Mi sembra avvincente, ho iniziato alcune pagine e non vedo l’ora di continuare. C’è una bambina che vive in una bellissima villa in  Sicilia presso l’allegra e libera zia Colomba…credo mi piacerà e presto scriverò il post.

Dove leggo? Dipende dal sole, dal caldo, dalle ore. Già descrissi l’anno scorso il mio giardino a fasce, molto piccole,: la prima è una terrazza pavimentata che si apre dalla cucina. Ci sono tavolino, ombrellone, sedie , il gelsomino e le surfinie. La seconda ha un grande albero di cachi, il casotto degli attrezzi, glicine, rose, ma è scomodo da fermarcisi, il terreno pende verso la staccionata azzurra. Questa piace molto a Mimilla che vi trova lucertole e affini…La terza, quella più in alto è il mio angolino per la lettura intensa ah…  mi sono accorta che le campane non ripetono più due volte l’ora! Opera del sindaco o del parroco o dei borzonaschini?.

 

La mia pasticceria Macera è sempre più attiva. I suoi mitici biscotti, le “ruette” vanno a ruba, ogni domenica turisti vi si fermano ed escono con enormi vassoi di leccornie. Anche il gelato è buonissimo e quest’anno ci sono anche i nuovi gusti al pinolo e alla caramella Mou. Quasi tutte le mattine Grazia ed io vi beviamo il caffè e parliamo delle nostre letture.

Mi chiedo: ma che cosa farò – oltre a leggere e parlare con Grazia – per due mesi a Borzonasca? Qualche volta scendo al mare, faccio un giretto per Chiavari. Poi ci sono le passeggiate nei dintorni, e poi?

Stefania è partita per Spoleto per un ennesimo concerto, dopodichè dovrà tornare ancora un po’ a Stoccarda. Ed io e Mimilla?

Assaporiamo il tempo come fosse un gelato dal sapore  rinnovato. Ogni estate mi sento diversa, scopro particolari importanti su cui la mia attenzione si sofferma: il colore delle nespole, le arance selvatiche che danno un po’ di succo, i fiori secchi della camelia che non riesco mai a vedere sbocciare, poc’anzi, dopo un temporale, ho notato due lumachine, mamma e figlioletta risalire il muro.

Non sono neppure le 18, è tornato il sole dopo la tempesta ed odo veramente “augelli far festa”.

Il tempo sembra raddoppiare.

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LA PRINCIPESSA DI GHIACCIO di Camlla Laeckberg

pubblicato da: Mirna - 4 Luglio, 2013 @ 10:29 am

LA PRINCIPESSA DI GHIACCIO di Camilla Lackberg

 

Estate. Tempo di letture particolari: leggere, impegnative, a tema. So che Daria che sta navigando lungo le coste della Puglia legge Conrad! Che meraviglia!

Io nel mio giardinetto montaliano  (di cui vi parlero’ nel prossimo post)( e peccato che da questa postazione Pc non possa inviarvi le foto del “rovente muro d’orto”, del glicine in fiore, delle nespole che stanno maturando, ecc) leggo beata nell’aria satura di profumi di gelsomino e alloro.

“La principessa di ghiaccio” e’ un romanzo giallo sapientemente intrecciato con una storia d’amore e con le vite a tutto tondo di molti personaggi secondari e non.

E’ quindi una lettura gradevolissima, scevra dagli orrori di spiegazioni troppo specifche, da anatomopatologi.

Una bella donna viene assassinata nella vasca da bagno dove rimane per una settimana imprigionata nel ghiaccio, date le temperature di una casa con la caldaia rotta. Perche’ siamo in Svezia, in inverno.  E’ bellissima nel suo “sarcofago” di ghiaccio e qualcuno che la ama, la va a trovare e accarezzare nella sua morte algida.

Ci sono tanti segreti del passato da scoprire che vengono lentamente  srotolati e che coinvolgono mote persone del piccolo villaggio di pescatori di Fjalbacka.

Alex era bellissima, misteriosa, amata. Chi puo’ averla uccisa?

E’ cio’ che si domanda la sua amica d’infanzia, Erica, la protagonista vera della storia. E’ lei che vuole conoscere a fondo il perche’ la loro amicizia  era finita improvvisamente,  anni prima. Ora a 35 anni Erica desidera capire e scrivere,-perche’ e’ una scrittrice- cosa e’ successo alla sua  bellissima amica bionda.

Preparatevi perche’ qui sono tutti  biondi con gli occhi azzurri!

Tranne Patrick il poliziotto onesto, simpatico, da sempre innamorato di Erica che haocapelli e occhi castani.

La storia d’amore che finalmente si accende tra Erica e Patrick e’ molto carina ed avvincente Entrambi dipo delusioni amorose stanno giungendo al loro “porto” affettivo erotico.

Ed entrambi cercano la verita’ sulla morte di Alex.

Tutto questo in una Svezia invernale che pero’ non e’ cupa come in altri romanzi gialli scandinavi, qui l’inverno da’ una sorta di pace luminosa e di pausa nei conflitti interiori, uno sprone alla ricerca del proprio se’ e di cio’ che si vuole.

Intorno un microcosmo di altre personaggi delineati a tutto tondo, per cui piccole storie di vita sono incuneate nel “plot”.

Gradevolissima lettura, del 2010, edizioni Mondadori.

Ne ho un altro sul comodino della stessa autrice…ma altri libri sono pronti per la lettura …e poi aspetto quelli di Grazia!

 

Leggete intanto nei commenti a lato cio’ che Cinzia consiglia, ricordate l’evento di Pergine di cui ci parla Giuliana Savelli.

E scrivetemi sul blog, Alice mail qui funziona poco e niente.

Abbracci da Borzonasca.

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CRONACHE DI…BORZONASCA

pubblicato da: Mirna - 29 Giugno, 2013 @ 2:13 pm

Alfine siam giunte nella frescura del paesello tra i due fiumi. Mimilla e’ rivitalizzata all’istante: lo sguardo verde che gia’ cercava uccellini e farfalle, il dorso fremente dai nuovi e vecchi odori, e finalmete si e’ rimessa a mangiare con golosita’.

E noi logorate dalla bolla africana vissuta nell-appartamento di Trento abbiamo respirato a pieni polmoni l’aria buona satura di verde.

Mi aspettano  i due mesi estivi, quello spazio temporale che si ripete da quasi quarant’anni e che io sento come se avessi due vite e due tipi di abitudini.

Certamente il filo conduttore rimane la lettura, qui goduta sotto il nespolo o il pruno, o sulla terrazza di fronte alle surfinie.

Gia’ Grazia ed io  abbiamo parlato degli ultimi libri e presto procederemo agli scambi e alle impressioni.

Stamattina ho fatto la passeggiata al Taglio, il sentierino che taglia la collinetta che circonda Borzonasca. Solo un gatto e due farfalle arancioni e silenzio e fiori di tutti i colori. Mi sembra che i pensieri si risistemino dopo un periodo di fatica e routine.

L’impressione che ogni anno ricevo da questo luogo e’ quello di una giostra sulla quale io posso lentamente risalire e riprendere la mia vita dell’estate precedente senza percepire nessun cambiamento. Ma v raccontero’, ora devo andare con Stefania a Zoagli per un suo concerto…

Scrivete delle vostre letture e confrontiamoci.

“La distesa estate” e’ stagione propizia…

A presto…

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PIETRE E ONDE di Alessandra Cenni

pubblicato da: Mirna - 24 Giugno, 2013 @ 1:02 pm

Mi piace molto questa autrice. Di lei ho letto, e lo troverete sul Blog, “Cercando Emily Dickinson” e “In riva alla vita” la biografia della poetessa Antonia Pozzi.

Ma questa volta  Alessandra Cenni ci porta in Liguria con Nietzsche. E nei luoghi che io presto raggiungerò per l’estate. Il mio mare estivo, che dista 15/ 20 chilometri da Borzonasca, è fatto di onde e pietre. Siamo nel Golfo del Tigullio dove le mie amiche liguri  Grazia e Renata passeggiano spesso ricalcando le orme del filosofo tedesco. E mi raccontano delle bellezze di Camogli, di San Rocco, Punta Chiappa, del Monte di Portofino, di Ruta.

Leggere dunque dei luoghi conosciuti è un piacere. Renata poi dalla sua casa vede la chiesa della copertina del libro.

Nietzsche negli ultimi anni della sua vita soggiorna proprio a Ruta di Camogli.  Nel romanzo vi sono lettere e frammenti del filosofo e moltissime citazioni letterarie, prima fra tutte  il “Gordon  Pym” di Edgar Allan Poe.

Poi due personaggi inventati Jacopo e Caterina i due giovani “romantici” che conoscono Nietzsche durante le passeggiate a picco sul mare  e che si lasciano incantare dal suo pensiero.

La storia inizia nel 1855 attingendo ad alcuni fatti realmente accaduti come il naufragio del “Croesus” e il sacrificio delle sorelle Avegno e  il rifugio dei marinai camogliesi a Tristan da Cunha.

Da Camogli il ligure “borgo perfetto”dove le case colorate sembrano fiori in attesa si arriverà alla lontana isola dell’Antartide, questo da parte di Jacopo perchè si sa l’uomo poteva partire oltre l’orizzonte , mentre Caterina riuscirà a farlo solo mentalmente cercando di seguire ciò che Zarathustra aveva intuito e dettato.

I discendenti dei due principali protagonisti si ritroveranno in una Camogli moderna, ma sempre con il desiderio dell’altrove, della ricerca della libertà. Libertà che non può prescindere dalla solitudine.

R0manzo un po’ onirico, filosofico, poetico che  sollecita a meditare e  a “tuffarsi” in mille sensazioni. La ricerca del sud del mondo come frontiera dell’anima, come abisso del sè e dove l'”eterno ritorno” intuito da Nietzsche si materializza nella storia  che si ripete e nelle isole Aurora che si spostano da un punto all’altro.

L’esplorazione  del mare, dell’oceano è l’ eterno simbolo della conoscenza di noi stessi, in quell’ansia di scoperte che Odisseo ci ha trasmesso, in quella tristezza della libertà e della solitudine che ci fa perdere e ritrovare per sempre.

Per chi ama viaggiare ed esplorare dentro e fuori di sè, “Pietre e onde” è un libro prezioso.

La Biblioteca del Tempo ediz.

 

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I LIBRI DA PORTARE CON SE’ NELL’….ESTATE

pubblicato da: Mirna - 20 Giugno, 2013 @ 6:35 am

Per colpa della bolla africana, temo la prima di tante altre, non siamo riusciti ad incontrarci in fioreria. Già ognuno di noi aveva preaparato un brano su fiori e giardini  da leggere tra le ortensie, le rose  e  i gelsomini  profumati di  Nicola e Marta Detassis…così abbiamo rimandato a settembre perchè si sa ormai inizia la diaspora vacanziera, chi al mare, chi ai monti, chi a Borzonasca come me e Mimilla (che spero si riprenderà con l’aria fresca del paesello).

Eppure ci tenevo così tanto ad unire fiori e libri. “Non ci  devono mai mancare fiori e libri” diceva Confucio. Certamente i libri non ci mancheranno e durante l’ultimo incontro al Controvento ci siamo scambiati titoli su titoli, impressioni, consigli.

E poi questo blog continuerà a scrivere degli ultimi romanzi o saggi letti da me e da voi.

Prepariamo una lista?  Paola suggerisce un divertente romanzo di Richard PowellVacanze matte” che parla delle disavventure di un’ingenua famiglia che riesce però sempre a caavarsela

I Kwimper, una famiglia di sfaticati che vive di sussidi
per la disoccupazione, composta da padre, tre figli e una baby-sitter, durante
un viaggio in auto prendono per sbaglio una strada in costruzione e si
ritrovano, senza benzina, nel cuore del nulla americano. Una terra di nessuno
che non figura nemmeno sulle carte geografiche, e che dunque può essere
colonizzata, reclamandone la proprietà. La situazione ideale per cominciare da
capo, come veri pionieri, e costruirsi un nuovo mondo: peccato che la terra
promessa vada difesa dalle pretese di due funzionari del governo fin troppo zelanti, e di una banda di gangster da strapazzo… Pubblicato nel 1959, salutato da un clamoroso successo di pubblico, “Vacanze matte” mantiene intatta la sua carica comica e dirompente. La guerra che i Kwimper, balordi di irresistibile testardaggine, ingaggiano con le autorità e il crimine organizzato, la loro disarmante ingenuità rischiano di diventare il simbolo vincente di una resistenza al conformismo dominante che mai come oggi appare necessaria.”

Lo cercherò, insieme  a L’età del desiderio  di Jennie Fields (consigliato da Camilla) dove si parla della scrittrice Edith Wharton. Mi piacerà. Anzi, me lo vado subito a comprare! E poi “La storia di una bottega” di Amy Levy che Miki trova delizioso. Edizioni Jo March.

L’ultimo romanzo di Elizabeth Strout.

“Vieni via con me, “Zero,Zero,Zero” di Roberto Saviano che  Laura e Riccardo stanno  leggendo. E qui nasce una discussione sul ruolo dello scrittore che forse sta diventando “vittima funzionale ” di un potere occulto e “assoluto”!

Emma ci mostra un libretto prezioso trovato al mercatino dei gaudenti per 1 euro, Essendo capace di intendere e di volere di Salvatore De Matteis, Sellerio.

E poi Danilo cha adora la saggistica  ci parla della Convergenza inevitabile e ci spiega  la teoria dei vasi comunicanti da applicare al mondo economico tra paesi emergenti e paesi in crisi. Anzi spero proprio che durante l’estate anche lui dia consigli su libri un po’ diversi dai gusti di noi signore . Lui e Riccardo si mettono a parlare fitto fitto di politica, disavanzi, stagnazione e poi…chissà perchè si mettono a cantare una canzone bellissima e un po osé   di Frabrizio de André.  La cantano persino bene e la riunione finisce  in allegria  e con un arrivederci a settembre…

 

Ma si continuerà a leggere perchè una vita senza libri è una vita vuota.

 

 

 

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L’ESTATE IN CUI TUTTO CAMBIO’ di Penelope Lively

pubblicato da: Mirna - 15 Giugno, 2013 @ 7:52 am

Libro rinfrescante e nello stesso tempo intenso. Si può dire di una lettura come se fosse qualcosa da bere o da mangiare? Per me sì. Mi ha fatto compagnia in un giorno di malessere da raffreddamento e mi ha fatto anche da medicina perchè dopo stavo meglio.  Libro bello, delizioso, che ti porta nel solito Tempo nostro e del cosmo.

Qui si racconta l’estate degli undici anni di Maria una riflessiva e solitaria bambina che con i suoi genitori tranquilli e  riservati va a trascorrere un mese nel Dorset, accanto al mare, in una villa vittoriana. Maria è figlia unica ed è sensibilissima, riesce a “parlare” con cose ed animali , lo fa con gli alberi, con una pompa di benzina e parlerà soprattutto con il gatto che trova nella casa in affitto, gatto che rappresenta il suo inconscio perchè questi la incita, la sgrida, la fa diventare consapevole dei suoi timori e delle sue speranze.

La sua immaginazione e fantasia sono  forse quelle che tutti noi avevamo quando eravamo nel tempo un po’ magico del’infanzia e che ormai abbiamo scordato.  Ma sono certa che tutti i bambini , pur protetti da genitori amorevoli, si sentono in un loro mondo particolare  e segreto in cui  grandi intuizioni, importanti domande filosofiche si mescolano con la curiosità pratica  delle scoperte dell’ambiente e che poi , le prime, poi si dissolveranno  come nebbia lasciando forse quel certo no so che di irrisolto e irraggiungibile..

Quante scoperte su quella spiaggia del Dorset insieme al nuovo amico Martin più riflressivo, meno sognatore, ma attendibile. Li accomuna la passione per le rocce e per  le ammoniti incastrate dentro.

Ed allora, pensa Maria, anche tutto ciò che è stato vissuto nella casa vittoriana un po’ misteriosa rimane come le ammoniti. Lei sa che un tempo nel giardino doveva esserci stata un’altalena, ne sente spesso il cigolio, ed infatti con Martin la trova arrugginita e semisepolta. Le ridaranno nuova vita e lei vi potrà salire e “volare” come faceva sicuramente Harriet una sua coetanea che nel 1865 aveva ricamato un imparaticcio con la casa e l’altalena e le ammoniti. Stesse predilezioni.

Dalla padrona di casa si farà mostrare una foto di Harriet e Maria spesso si sente immedesimare in lei, talvolta con gioia altre volte  con timori. Era forse morta troppo presto? Potrebbe essere lei Harriet, stessi luoghi, stessi tramonti, stesso leccio,  perchè il Tempo ha un suo Tempo mentre noi umani ne abbiamo un altro.  E come gli orologi nella casa della padrona di casa battono le ore in modo discorde così il Tempo nostro si unisce e si dissocia a sensazioni lontane , già vissute o da vivere.

La storia è tutta qua: un’estate di una bambina troppo sola che si trasforma, cresce, matura e l’apice di questo momento è quando giocherà a casa sua – in via eccezionale – con Martin, le sue sorelle e i suoi cugini a nascondino. E sotto la poltrona della soffitta dove si era nascosta e dove ancora lei  si percepisce  Harriet,  Maria si sente lei stessa,  la sua identità  consolidata e ne esce trionfante e urlante tanto che il sobrio padre  alla vista di quella Maria trasformata assume un’aria attonita…”ma poi il gioco ebbe il sopravvento e insieme agli altri corse nell’atrio gridando”

Da leggere. Da leggere. Ediz. Guanda

 

Penelope Lively, classe 1933, vive in Inghilterra. Tanti bei romanzi vincitori di premi come questo che ha vinto il Whitbread Award.

 

E chissà qual è  la nostra estate  che ci ha cambiato che ci ha fatto sentire più grandi?

 

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HOTEL DU LAC di Anita Brookner, ediz. Neri Pozza

pubblicato da: Mirna - 10 Giugno, 2013 @ 7:35 am

Il primo sole caldo, i pensieri che iniziano a desiderare leggerezza, bellezza, piacere. Sempre sulle rive dei laghi la stagione estiva viene vissuta con più intensità proprio perchè il clima particolare, dolce  e non troppo eccitante, la  vegetazione folta di verde e fiori, il desiderio di lentezza ed osservazione di  chi ci sta intorno,  e la tentazione di fermarsi “ dentro di noi”,  ci dona quella sorte di languore che sembra andar di pari passo con lo sbocciare dei gelsomini, delle rose e del rumore placido dell’acqua. Quanti romanzi ottocenteschi si svolgono sulle rive di un lago e quanti scrittori famosi si rilassavano intorno a qualche laghetto austriaco o svizzero o italiano. Nel bellissimo romanzo di Anita BrooknerHotel du Lac”, vincitore del Booker Prize nel 1984, siamo sulle sponde del lago di Ginevra.

Atmosfera rarefatta, sobrio lusso, occasione per la protagonista di ritrovare se stessa e un vecchio amore, di osservare con attenzione  un’umanità piena di debolezze e gentilezze, soprattutto di sviscerare e combattere la propria solitudine. Da leggere sicuramente durante l’estate.( Nel mio blog della stessa autrice ho parlato di “Guardatemi” (v.archivio).

 

Ma…ben altra storia  la giornata trascorsa da noi quattro amiche, soprannominate “allodole” all”Hotel du lac”, e si indovina di quale lago parliamo,  dove Laura è di casa. E dove noi donne ci sentiamo avvolte da elementi a noi congeniali, verde e acqua.

Dea Natura.

Desiderio di libertà, del primo sole che ci accarezza, di riassaporare il gusto estivo della vita, lo scintillare dell’acqua, la morbidezza dei petalli, i  cinguettii …sperimentare nuovamente il piacere della bellezza e della natura.

E dell’amicizia che si consolida nelle piccole e grandi avventure, seppur giornaliere,  quando si è propensi al sorriso e al gioco.

Sappiamo che essere circondati dalla bellezza – e questo hotel ne è circondato a profusione: fiori pofumati, rose inglesi dai mille colori, salici che accarezzano il ruscello che va verso il lago, cigni, paperette, palme, pini , sentieri e sentierini – ci fa sentire più belli sia dentro che fuori… Un microcosmo da scoprire con curiosità e quel leggero brivido di  consapevolezza che non si sarà delusi. Le piscine perfette e silenziose sono turchesi e fresche, l’erba è morbida per i nostri piedi nudi, le  parole “tra noi leggere”rimbalzano tra un tuffo o una foto a noi che vogliamo fermare l’attimo .

Il caffè e il pranzetto all’aperto, nell’atmosfera protetta e ovattata ci tengono lontano i crucci che seppur  tentano di aprire un varco nella nostra fortezza  vengono ricacciati lontano, fuori dalle “mura” vegetali di questa piccola reggia.

Così nel tardo pomeriggio sul balcone di fronte al lago brindiamo con spumante e un certo non so chè di appagamento perchè sentiamo ancora il sole sulla pelle e spontaneamente  ci unisce la condivisione di una giornata perfetta.

In un bellissimo hotel sul lago. Noi quattro.

* * *

N.B.

Mercoledì 13 giugno, ore 17,30 ultimo incontro della stagione al bistrot- libreria Controvento.

Per parlare delle letture per l’estate

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COME UN FUCILE CARICO di Lyndall Gordon

pubblicato da: Mirna - 7 Giugno, 2013 @ 8:01 am

Sono una lettrice recidiva, non solo perchè leggo pomeriggi interi dimentica di altri impegni  ma anche perchè se un argomento mi piace vorrei sapere tutto tutto. Così sto facendo con la vita e l’opera di Emily Dikinson. Mi sembra ormai una parente tanto conosco ogni  minimo dettaglio della sua vita. Almeno quelli che si possono evincere dalle sue 1789 poesie, dalle sue lettere, diari, testimonianze di chi ha vissuto accanto a lei.

Già nel blog avevo parlato di “Cercando Emily” di Alessandra Cenni, molto bello che poneva l’accento sul rapporto Emily- madre.

Ma in questo voluminoso “Come un fucile carico” di Lyndall Gordon con prefazione di Nadia Fusini credo che si siano analizzate ogni ipotesi più o meno attendibili della vita di questa misterrriosa donna, poetessa grande, per me grandissima.

Beh, la poesia di Emily ormai riconosciuta da tutti come qualcosa che non accompagna le sensazioni sentimentali  personali o le speculazioni universali legate al pensiero dei grandi poeti…è qualcosa che dovrebbe essere chiamata forse in un altro modo…il navigare consapevole nell’eternità? Ogni parola un prisma dalle mille sfaccettature sfolgoranti. Le sue poesie occupano uno spazio intermedio tra esperienza e immaginazione, ma che immaginazione preziosa! La vera sfida in noi che le leggiamo non è trovare la poetessa Emily nei suoi versi, ma trovare noi stessi. Perchè siamo stimolati a completarla con i nostri pensieri e le nostre emozioni. I suoi trattini non sono casuali; sono un invito che porta il lettore a margine delle parole…In quanto donna “non modificata dalla presenza di un compagno” (non è interessante questa considerazione?) estranea anche al suo tempo e alla società – si è rinchiusa in una stanza per decenni – parla per coloro che non fanno parte del gruppo dominante…i trattini di Emily aprono un altro spazio…uno spazio senza linguaggio.

In questa accuratissima biografia ripercorriamo tutta la sua vita, dalla sua giovinezza alle sue passioni violente per le amiche, per la cognata Sue, per alcuni uomini, del suo sentirsi sempre vicina ad esplodere in sentimenti diversi da ciò che ci si aspettava nell’Ottocento puritano del New England dalle donne, sebbene già “Jane Eyre”, le sorelle Bronte, Elizabeth Barrett Browing, George Eliot avessero scavato il loro sentiero al di fuori della società.

Il mistero più grande è sempre la ricerca del motivo della sua autoreclusione nella casa paterna e del suo vestirsi di bianco. Lei stessa dice che chiudendosi nella sua camera si sentiva libera, ma  Lyndall Gordon dopo ricerche accuratissime è convintissima che Emily soffrisse di epilessia come altri due membri della famiglia Dikinson.

Ciò spiegherebbe molte cose, non solo la sua potenza  poetica, lei toccata dal grand mal, il male della caduta ma anche il perchè della reclusione. Come Dostoevskji e il suo principe Myskin, Emily viveva i momenti di spasmo “di schegge che sbandano scavando vie maestre da sole“. Ma quando arriva lo spasmo la coscienza non si estingue del tutto…il corpo perde la carne e diventa un’anima immortale. Un segno del favore divino, ecco perchè lei non lo cambierebbe per ciò che chiamiamo normalità. “In questo stato l’anima sembra abbandonare il corpo a una morte-in vita che chiama “languore” o “l’ora del piombo”; languore e visioni, spasmi e arte coesistono in forme che il cervello non può capire. Le parole di Emily Dickinson possono essere messe in relazione con lo straordinario documento sull’epilessia contenuto nell’Idiota di Dostoevkji. Entrambi  la definiscono uno strappo all’interno di ciò che Emily chiama Esistenza e Dostoevskji “un’esistenza più alta”, visione e razionalità supreme.  “Il momento precedente l’attacco si sente il cervello andare in fiamme e con un balzo tutte le forze vitali entrano in tensione. La sensazione di vita e  di consapevolezza si decuplica. Il principe Myskin si dice “Cosa importa se è una malattia se il risultato è una completezza mai sperimentata prima, una sensazione di equilibrio, di riconciliazione, di estasi” La sua “stupefazione” è ciò che Emily chiama “languore

Ecco dunqua la trascendenza della mia poetessa.

Ecco spiegato perchè non poteva allontarsi da casa per timori degli attacchi della malattia (che non si nominava a quei tempi) e del perchè si vestiva di bianco, l’igiene era importantissima.

Pur soffrendo, sia Myskin che Emily, potevano dire a se stessi “Sì, per un momento come questo, quello prima dell’attacco, potrei dare la vita intera”

Che libro questo della Gordon!

Per le amanti della Dickinson  e dei misteriosi meandri della psiche , da non perdere.

Edizioni Fazi

 

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TENTATIVI DI BOTANICA DEGLI AFFETTI di Beatrice Masini

pubblicato da: Mirna - 1 Giugno, 2013 @ 4:41 pm

Un bel libro dall’accattivante copertina bianca a rametti  fioriti che ci consiglia Camilla a sua volta consigliata nientemeno che da Mariapia Veladiano.

E che io ho letto in due giorni perchè quando si inizia ad entrare nella fluida e chiara scrittura di Beatrice Masini – e soprattutto nel suo parco di Brusuglio fra piante, fiori e misteri  – non puoi uscirne che alla fine.

Un libro che puoi però centellinare nelle giornate di piacevole ozio perchè ogni riga non deve essere persa, ma seguita con attenzione come fa Bianca con le piante e i fiori che deve dipingere.

Bianca  è il nome  – sul quale sembra si possa  colorare tutto -  della protagonista, una sorta di  Jane Eyre che si ritrova nella campagna lombarda invece che in quella inglese.  E’ alle dipendenze di un eccentrico poeta  che di diletta pure di agricoltura sperimentale. Intorno a lui una corte di familiari, discepoli, amici e servette speciali.

Bianca è indipendente economicamente, ma soprattutto lo è  di pensiero. Accetta il lavoro per sentirsi più libera e perchè ama dipingere  E’ un’abile acquarelllista. Adora osservare i fiori e le piante di questo lembo di terra, Brusuglio, di manzoniana memoria, folta di verde e colori e laghetti.

I suoi dipinti minuziosi, sembrano non solo aderire alla realtà ma  arricchirsi di  qualcosa che non tutti riescono a percepire, quel fremito  sottile  di élan vitale. Lei stessa scoprendo e aprendo nuovi spiragli della natura si apre e non si sentirà più come una “polena incompleta ancora prigioniera del legno”.

Siamo nella prima metà dell’800. E ci immergiamo nell’atmosfera di Milano, delle sue dame, dei primi sussulti rivoluzionari.  Della Scala, degli abiti dell’epoca e del nascosto, del peccato, dietro il décor  dell’alta borghesia.

I personaggi sono tanti: da donna Clara, mamma del poeta, salottiera, ex-bella donna ora corazzata nel suo “carapace” di taffetà nero sempre pronta a dominare nuora e nipotini. L’istitutore inglese Innes, affidabile, e Tommaso ammiratore del poeta, e la servetta Pia che all’occhio acuto dell’acqurellista Bianca,che osserva anche e soprattutto le persone intorno a lei, non possono sfuggire certe somiglianze con qualcuno. Addirittura con una dama velata di nero che si aggira nei pressi del parco.

Un po’ feuilleton, un po’ storico, un po’ romanzo di formazione,  certamente un romanzo  interessante e godibilissimo.

Beatrice Masini ha fatto un’accurata ricerca all’archivio storico del brefotrofio di Milano dove i bambini venivano abbandonati con soltanto un piccolissimo oggetto personale di riconoscimento, un agnus, nel caso che la sorte regalasse un po’ di benessere a chi li aveva abbandonati permettendo così di poterseli  riprendere. Purtroppo sono rimasti tante piccole cose, cuscinetti, nastrini, in mezzo ai documenti ingialliti e polverosi. Per molti bambini abbandonati davanti alla ruota non c’è stato riscatto affettivo purtroppo e dei loro destini se ne sono perse le tracce.

 

Beatrice Masini è nata a Milano, dove vive e lavora. È traduttrice e si occupa di libri per bambini.

Ediz.Bompiani

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CINQUANTA SFUMATURE… DI LETTORI

pubblicato da: Mirna - 29 Maggio, 2013 @ 8:08 am

…ed anche più. Ci incontriamo al Controvento e cominciamo a parlare, parlare dei nostri libri e del perchè abbiamo scelto proprio quelli.

Middlesex”esordisce Ferruccio che  per la prima volta si unisce a noi mercoledì scorso

Mi sono stufato di saggi , ho voglia di narrativa.  Lo avete letto? Che vi viene in mente? ” A me viene in mente la contea dove abitavo quando ero alla pari in Inghilterra…invece no…si tratta proprio di sex

Romanzo vincitore del Pulitzer per la narrativa nel 2003 è stato scritto da Jeffrey Eugeneides.

“Sono nato due volte: bambina, la prima, un giorno di gennaio del 1960, in una Detroit straordinariamente priva di smog, e maschio adolescente, la seconda, nell’agosto del 1974, al pronto soccorso di Petoskey, nel Michigan.”

“E’ stata una lettura molto interessante  sottolinea Ferruccio.

Danilo invece continua tenace con la saggistica, anzi ci parla de “Il matematico impertinente” : è un saggio divulgativo scritto dal matematico Piergiorgio Odifreddi. Nel libro vengono toccate importanti tematiche di attualità come l’accettazione dell’evoluzionismo, l’11 settembre, la Chiesa cattolica. Il libro si occupa anche di divulgazione scientifica.

Quasi sempre notiamo che gli uomini amano più la saggistica, la politica, l’economia . Danilo vorrebbe chiedere molte cose a Riccardo che proprio stamani (leggete sul suo blog www.trentoblog.it/riccardolucatti ) è intervenuto alla trasmissione Prima Pagina di  Rai Tre a proposito di una sua  idea-proposta che sarà portata  in  discussione al Festival dell’Economia.

Dal mio caro amico di Rovereto, Gianfranco, mi giungono altri consigli di lettura sulla politica, sulla Costituzione in generale.  (vedi il commento a lato.)

Devo dire che lo scorso incontro al Controvento è stato più maschile che femminile. Vi ha partecipato anche Andrea Bianchi che ci ha parlato degli e-book e della loro presa sia sui giovani lettori che in generale. Che ne pensate voi?.

C’era anche Maria Letizia Grosselli la bravissima cantante trentina  che  sta rileggendo Le affinità elettive, e  I dolori del giovane Werther. D’altra parte un soprano impegnato in vari ruoli romantici non può esimersi da tali letture. Ci ha illustrato anche il prossimo progetto autunnaVissi d’artele : la fondazione di Un giardino delle arti  che darà spazio ad eventi, incontri , progetti che spazieranno dalla musicva al bel canto, dalla pittura alla letteratura, dal teatro  alla poesia… se ne riparlerà presto.

Musica, brani operistici, canzoni hanno fatto spesso “colonna sonora” della nostra vita”, ma noi lettori dalle mille sfumature non possiamo che  riconoscerci e immedersimarci  nei “nostri”  libri. I classici, quelli appena editi, quelli che ci prendono perchè siamo in un luogo che ci risvegliano una impellente curiosità e piacere di scoprire. Enza ad Asolo ha comperato, e ce lo mostra con passione, una biografia sulla viaggiatrice inglese Freya Stark che ha trascorso buona parte  della sua vita nel dolce paesaggio veneto.

“Freya Madeleine Stark (Parigi, 31 gennaio 1893 – Asolo, 9 maggio 1993) è stata  un’esploratrice e saggista britannica.

È famosa per le sue esplorazioni in Medio Oriente, le sue opere letterarie e il suo lavoro di cartografia. Non solo fu una delle prime donne occidentali a viaggiare nel Deserto Arabico, ma esplorò anche aree in cui pochi europei, e soprattutto donne sole, erano stati. Fu nominata Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico .”

Si sfogliano libri, si comprano come Cabaret mistico di  Alejandro Jodorosky, oppure , come ha fatto Danilo un libro per far capire a sua figlia ventiseienne che le regole dei genitori sono importanti!!!

Danilo…non ricordo il titolo! E tua figlia lo leggerà poi?

Visto l’avvicinarsi del periodo estivo e si spera dell’incontro caldo tra libri e fiori  nel giardino della fioreria Detassis civedremo  anche domani mercoledì 29 maggio  dalle  17.00, 17.30 sempre al bar-libreria  al  CONTROVENTO.

Prendete nota e lasciatevi sommergere dalla dolcezza di un tuffo nella lettura come fa Maria Grazia  che sembra quasi dimentica di noi.

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