VITA DA …BLOGGER
pubblicato da: Mirna - 1 Gennaio, 2013 @ 9:05 amPRIMO GIORNO DELÂ 2013.
Auguri carissimi per i tanti giorni a venire che spero siano densi di voglia di vivere, di salute, serenità , forza e soprattutto desiderio di scoprire con meraviglia i segreti della Vita in generale, di noi stessi, del nostro essere insieme.
 Condividere con i nostri cari, con gli amici, con il mondo che ci sta intorno il percorso che ancora ci spetta. E prendere a larghe mani il conforto, la ricchezza , la gioia che i COMPAGNI-LIBRI ci regalano.
Sono una blogger che scrive dei libri che legge e che ama.Â
Da tre anni la mia identità si è completata con questo mio “lavoro” in rete.
Web-log: diario in rete la cui caratteristica è la condivisione dei propri pensieri, delle proprie esperienze, “Bridging the gap”, creare dei ponti, nel contesto urbano che possono supplire talvolta la difficoltà nel creare o gestire rapporti interpersonali.
E’ l’immediatezza del proprio pensiero che si vuole condividere che fa della rete una potente capacità aggregativa.
Sia blog tematici, vedi quelli politici come quello di Beppe Grillo ecc, a quelli informativi, letterari, artistici come i nostri di Trento-Blog ai diari personali soprattutto di giovani, come la mia visitatrice Veronica Cerquettini (che  forse interrverrà al prossimo incontro Angolo-Papiro di lunedì 14 gennaio, ore 17)
La partecipazione dei “cliccanti” e di coloro che scrivono commenti o  risposte o dibattiti  crea una veloce comunicazione che va pari passo con tutte le altre attuali  forme di comunicazione .
Ma i blogger sono perlopiù giovani?
Quando iniziai a scrivere il mio (v. archivio Memorie di una lettrice notturna) desideravo coinvolgere persone della mia età e cioè neo pensionate o affini, ma con grande soddisfazione anche i giovani si sono inseriti nel blog.
Insomma sono contenta che la mia passione per la lettura sia condivisa da tante persone.
Mi piace che i commentatori scrivano dei libri che leggono e che i consigli si dilatino e allarghino.
Questo post è in fondo un bilancio anche personale dell’anno trascorso. Come ho già detto ripercorrendolo con la memoria e attraverso le paginette del diario personale voglio sfumare i momenti di stress, le delusioni, i giorni-no e illuminare i momenti belli che guarda caso sono sempre legati all’amore, alla bellezza della natura, all’amicizia e alla LETTURA, anzi alla cultura in generale: letteratura, arte, musica.
Leggo spesso  anche i bei post degli amici blogger di Trento-blog, dal mio caro amico Riccardo che mi aiuta a districarmi nel mondo della politica, della società , dell’attualità , ai ragazzi vivaci che scrivono di tecnologia, arti figurativi, a Stefania d’Elia, spiritosa e intelligente mamma…ma che ha scritto che non ama  i classici!
Per cui mi domando e lei stessa si domanderà : ma siamo noi “grandi” che riteniamo imprescindibili dal nostro crescere il pensiero di chi ci ha preceduto? Poi ripenso alla giovane Chiara Turozzi che scrive in “Femminile esorbitante” della grandezza della donne scrittrici del passato…e ripenso a me giovane che mi immergevo Ne L’idiota, in Guerra e Pace, in Stendhal e ne riaffioravo più ricca.
Ecco una domanda per il nuovo anno…
Peccato che ieri non ti abbia incrociato, cara Camilla,  per pochi minuti credo. Ma i tuoi consigli sono sempre  preziosi. Ci vedremo presto, sono certa e parleremo di noi, della vita, degli autori nuovi e vecchi, dei personaggi che possono diventare nostri amici. Mi fido ciecamente : Limonov non lo leggerò.
Mi sto concentrando con passione su Mariapia Veladiano e altri piccoli libri ricevuti in regalo per Natale.
Benvenuta Cristina che si ritrova nella passione delle nostre scrittrici preferite.Â
AUGURI A TUTTI DUNQUE PER UN 2013Â : Â CHE LA FORZA E LA RICCHEZZA DELLA LETTURA SIANO Â SEMPRE CON NOI
LA FIGLIA DEL SOLE di Nadia Fusini
pubblicato da: Mirna - 29 Dicembre, 2012 @ 9:51 am
Perchè amo tanto Katherine Mansfield? Ed appena vedo in libreria un’ennesima biografia della sua vita devo leggerla  immediatamente, sebbene ne conosca già i particolari?
Perchè la sua vita breve e ardente è di una forza straordinaria.
Ed i suoi racconti sono bellissimi.
Nadia Fusini è una saggista, romanziera e profonda conoscitrice delle mie autrici preferite del ventesimo secolo. Ed anche in questo suo ultimo scritto inventandosi  un interessante escamotage ci racconta la vita e e la passione di questa giovane donna in gara con il tempo, di questa “figlia del sole” che muore di “fame di vita“.
A raccontarcela sono due fratelli che assomigliano al giovane Holden e alla sua saggia e intuitiva sorellina. Qui si chiamano Francis, malato come Katherine, e Zoe inquieta e viaggiatrice dall’occhio penetrante verso la vita e gli uomini.
Sappiamo che Katherine, che voleva farsi chiamare soltanto KM, lascia la Nuova Zelanda e un padre avaro di soldi e di amore per venire in Europa. Londra, Parigi,  Svizzera, sud della Francia, Italia.
Francis è “innamorato” di KM: gli  batte il cuore quando legge il suo diario o le sue lettere e come lei si sente un migrante e un esiliato dal mondo.
KM cerca con furore e passione la pienezza della vita: dall’amore alla scrittura, dal godimento pieno dei sensi alle epifanie del suo pensiero. Dall’abbandono panico alla bellezza della natura alla ricerca della Parola perfetta per comunicare il suo sentire. E per uno scrittore la Parola è invocazione. “Lo scrittore si aspetta che la lingua gli apra un’altra dimensione, differente”
La scrittura dunque per questa ragazza dal caschetto bruno e dagli occhi brillanti è  un ulteriore assaporare la vita, un appropriarsi completo della bellezza e del dono di vivere.
Eppure la sa vita è infelice: il suo amante, poi marito , John  Middleton Murray non la comprende, la lascia spesso sola, suo padre non la ama come lei vorrebbe, la sua salute si incrina. Molto presto la tubercolosi  diventerà la sua nemica da combattere strenuamente.
Nasce  nel 1888 in Nuova Zelanda, ventenne si trasferisce a Londra dove inizia a vivere una vita libera e avventurosa e a scrivere racconti percorsi da una luminosa e aggraziata energia tanto da suscitare un po’ di invidia in Virginia Woolf.![Katherinemansfield[1]](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2012/12/Katherinemansfield1-186x300.jpg)
Dopo la diagnosi della sua malattia si trasferisce per un breve periodo a  Villa Pauline, in riviera,  e qui la sua scrittura è ispirata da momenti di intensa beatitudine, quasi da un’ebbrezza mistica. La sua percezione di ciò che la circonda – il mare, il sole, i fiori – ingigantisce e la fa andare oltre…verrà dai critici  paragonata ai sufi e alla loro capacità visionaria.
Il suo racconto Bliss, beatitudine, è il suo credo fatto scrittura: l’esistenza potrebbe essere gioia, felicità , beatitudine proprio nell’abbandono simpatetico nella natura. C’è felicità in the blazing moment quando l’ardore della sensazione  restituisce la realtà come una conoscenza trascendentale e cosmicamente completa.
KM Cerca l’istante fuori dal tempo,sospeso, immanente, cerca un passaggio attraverso il quale uscire dal tempo.
“Ritorna” nel luogo natale, nell’isola che la fa sentire sempre “agli antipodi”. Un suo viaggio nell’entroterra fatto da ragazzina diventa il serbatoio delle emozioni più profonde, dei ricordi pregni di poesia, sogno, magia.
E scrive, scrive in tutti i luoghi dove si sposta sperando di guarire.
Cerca di vincere la malattia persuadendosi che pensare ed esistere non stanno per forza su piani diversi…la realtà può diventare l’ideale, il sogno la realtà . Sa che ormai sta per morire, ma non vuole farlo in una corsia d’ospedale o in un albergo. Decide di assaporare dolorosamente un altro aspetto della vita – in fondo, dice, la morte è un momento intensissimo di via- ed entra nella comunità di Gurdjieff, un controverso guaritore russo, che ha fondato l’Isituto per lo Sviluppo Armonico dell’Uomo. E qui tra danze, meditazioni, lavoro duro, incontri, KM decide dove e come morire e scrive nelle sue ultime pagine di diario ” Al Sole va chi morendo pensa al Sole”.
Persona straordinaria la mia Katherine Mansfield, la sua vita un romanzo eccezionale.
“La figlia del sole” di Nadia Fusini, edizioni Mondadori
GRANDI SPERANZE di Charles Dickens
pubblicato da: Mirna - 23 Dicembre, 2012 @ 6:11 pm
Auguri a tutti i lettori del mio blog.
Un albero di Natale fatto di libri ( immagine suggerita da Raffaella)… che si può volere di più nel pigro pomeriggio natalizio dopo il solito lauto pranzo familiare?
Un’oretta di tranquillità per assaporare il nostro benessere e sfogliare un libro nuovo ricevuto in dono  o un classico amato che sembra proprio adatto al momento.
Per Natale mi torna  alla mente sempre Charles Dickens con  i suoi racconti di una Londra vitttoriana così intrecciata allo spirito natalizio .
Canto di Natale è sicuramente il più riletto, ma domani se dovessi scegliere un romanzo toglierei dallo scaffale  Grandi speranze.
E non solo perchè la storia ha  inizio dalla vigilia di Natale, ma anche perchè ho voglia, ho bisogno  di un un po’ di grandi speranze anch’io.
Sollecitiamo la nostra immaginazione a spingersi un po’ oltre il  tran-tran quotidiano e a progettare, desiderare e sperare in un cambiamento positivo un po’ più… grande..
Anche se  conosciamo già le disillusioni perchè non ritentare?
Invece Pip il protagonista, che all’inizio della storia ha sette anni, conoscerà sia  l’esaltazione di poter diventare un ricco gentiluomo e poi le delusioni. Ma il cammino fatto lo fa crescere.![277081_177339632344570_292757846_n[1]](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2012/12/277081_177339632344570_292757846_n1.jpg)
Romanzo di formazione dunque questo best seller di Dickens dove avventure, affetti, Â personaggi bizzarri e indimenticabili come Miss Havisham, il criminale Magwitch, la bella e fredda Estella sono descritti con vibrante humour e passione.
La voce narrante è quella di Pip e le sue riflessioni indagano i vari aspetti del rapporto tra rispettabilità e moralità , per quanto non manchino gli elementi melodrammatici come la vicenda di Miss Havisham “congelata” nel suo abito da sposa dal giorno del matrimonio mancato. E non manca il mistero magistralmente sfruttato da Dickens sin dalla prima scena del galeotto fuggiasco che chiede al ragazzino cibo e una lima fino alla rivelazione dell’identità del benefattore.
Un bel romanzo da rileggere con piacere. “Una prosa segreta che dà il senso di una mente che parla a se stessa …una musica della memoria che tanto ha influenzato Proust”
E voi, che libro rileggereste in questi giorni di festa?
AUGURI, AUGURI, AUGURI
IL PESO di Liz Moore ovvero la pesantezza della vita
pubblicato da: Mirna - 21 Dicembre, 2012 @ 7:44 amGuardo dalla finestra il cielo nero e la strada bianca: ripenso ai versi che recitavamo da bambini a scuola
Le ciel est noir, la terre est blanche…e sento quel desiderio invernale di ripiegamento in se stessi, in un angolo buono della casa, sulla confortevole poltrona che ci può abbracciare. Momenti isolati questi dovuti al freddo dicembrino, a sensazioni e sospensioni  di  attesa di dolcezze.
Ma per Arthyur Opp il ripiegamento nel suo angolo-rifugio –  la sua casa - dura da più di dieci anni. Dieci lunghi anni in cui ha imparato a vivere nelle stanze a pianterreno della sua casa grande. Non può salire ai piani superiori perchè insieme alla sua somma solitudine è cresciuto  il suo peso corporeo che ormai  non gli permette di fare sforzi fisici.
Arthur era un docente universitario , una persona colta, sensibile, buona e troppo vulnerabile. Non è riuscito a gestire le delusioni e disillusioni della sua vita e della realtà in generale, compresa la tragedia dell’11 settembre. Si è ritirato per sentirsi protetto nella sua casa a leggere, guardare la Tv e mangiare, mangiare, mangiare.
Ha perso il contatto con il mondo per diventare, come pensa lui, un “nobile eremita”. Già  ,nella sua adoloscenza triste senza padre, si sentiva destinato alla solitudine, “certissimo che un giorno mi avrebbe trovato, così quando è accaduto non mi sono stupito e l’ho persino salutata con gioia”.
La pesantezza della vita va di pari passo con l’aumento della sua mole che lo costringe a spazi e azioni limitati, ma che lo avvolge come una coperta imbottita.
Comunica soltanto per corrispondenza con Charlene Turner una sua giovane ex  allieva. Da subito verso la ragazza Arthur aveva sentito un legame forte. “Anche tu?” Le aveva chiesto con lo sguardo avendo intuito che forse Charlene all’epoca era più sola di lui.
Due solitudini che si incontrano, si riconosco, si amano. Ma si sa com’è il destino e le parole che non si  dicono allontanano.
Di quell’affettuosa amicizia durata un semestre rimane soltano una sparuta corrispondenza.
Nel romanzo di Liz Moore si alternano due voci, quella di Arthur Opp e quella del giovane Kel Keller figlio di Charlene. Seguiamo perciò il dipanarsi dei mesi cruciali della storia quando una lettera  inaspettata di Charlene prospettando una sua visita  mette in ansia Arthur che decide finalmente di chiamare una donna delle pulizie per cominciare a risistemare la sua vita…e che delizioso personaggio entra in casa Opp, Yolanda fresca, giovanissima, attiva e incinta…
Intanto  Kel Keller soffre per la madre malata e alcolizzata, soffre per la sua situazione di non conoscere il  padre, per le decisioni scolastiche che deve prendere, soffre perchè si sente inadeguato nei confronti dei compagni del liceo prestigioso che frequenta e perchè sente su di se troppa responsabilità .
Ma c’è questo legame con Arthur Opp: sa che la madre vuole che lo rintracci e gli parli per avere consigli sull’università da scegliere. Entriamo nel mondo degli adolescenti e nella loro fatica di crescere, di affrontare la disperazione, di capire quale è la cosa giusta da fare…
Una storia intensa, che si legge d’un fiato e che ti fa affezionare soprattutto al gigantesco Arthur Opp che forse infine  riuscirà a scrollarsi di dosso quella pesantezza che l’ha reso prigioniero di se stesso.
Liz Moore è una scrittrice e una musicista. Il suo primo romanzo, The words of every song, è apparso nel 2007.
Il suo ultimo album si intitola Backyards. Insegna alla Holy Family University di Philadelphia, dove vive.
LA COLLINA DEL VENTO di Carmine Abate
pubblicato da: Mirna - 16 Dicembre, 2012 @ 1:53 pm
E’ su una collina rossa di fiori di sulla che Carmine Abate ci porta in questo suo ultimo romanzo, vincitore del Premio Campiello. Una collina umanizzata,  il Rossarco, dove l’anima misteriosa dell’antica Krimisa palpita ancora e si mostra con reticenza soltanto ai suoi proprietari, gli Arcuri.
La protagonista principale è proprio questa  collina amata con passione dalla
famiglia Arcuri che vive lavorando la sua terra pietrosa. Se curata sorride e vive, se trascurata si imbruttisce e diventa preda del vento feroce. Collina che diventa per tre generazioni un luogo magico e catalizzatore di vite ed emozioni.
L’io narrante ascolta il lungo racconto del padre ormai vecchio e solo che vuole pareggiare i conti con il passato, con i segreti e i ricordi. Emergono personaggi delineati a tutto tondo, dai bisnonni forti che hanno acquistato gran parte del Rossarco, ai nonni legati da una grande passione, al padre Michelangelo che non riesce a staccarsi dalla sua terra calabrese.
Pagine interessanti di storia vera come le ricerche archeologiche del roveretano Paolo Orsi sempre più convinto che Krimisa si nasconda sotto ulivi e ginestre. Ripercorriamo le tragedie del fascismo e della guerra in un andiriviene narrativo abile e chiaro. Leggiamo di storie d’amore e di amicizia, ma soprattutto ci sentiamo avvolti dall’abbraccio del vento vigoroso o  dolce profumato di “ginestra e sambuco in fiore, di origano e liquirizia, di cisto, menta e malva selvatica, che la brezza marina faceva roteare sulla cima della collina come un’aureola invisibile“. Chi ha sentito questo profumo non può dimenticarlo tanto che  vorrebbe rimanervi sempre immerso come in un grembo materno, confida il padre all’io narrante.
Carmine Abate ci porta dunque tra sensazioni forti, tra i valori fondamentali della nostra società : la terra, la famiglia, il lavoro, l’attaccamento al luogo d’origine che, come Itaca, richiama con il suo canto di sirena chi vi è nato .
Libro dedicato al padre, come promesso e ciò sempre ci riscalda il cuore.
Come le ultime righe “Ero felice sì. Perchè nel fulgore di quella mattinata finalmente limpida mio padre era ancora vivo e mi aspettava sulla nostra collina per un ultimo abbraccio, il più importante della mia vita.”Â
E che emozione ieri sera nella Sala degli Affreschi del Museo Diocesano ascoltare lo stesso autore recitare alcune pagine del suo libro. Emozionante ripercorrere l’afflato romanzesco della sua storia che è uno struggente canto d’amore per le proprie radici e gli affetti familiari. “Impegno e affabulazione”: questo è per Carmine Abate il mestiere dello scrivere.
Ci spiega  che la sua è un’arte imparata dai contadini calabresi i cui racconti pieni di “polpa e di ritmo” lo hanno da sempre catturato. Ma gran merito in questa sua capacità di ammaliare raccontando lo deve alla mamma Marisa. Si percepisce l’amore per questo suo libro, accarezzato e citato quasi a memoria in cui dolce e ruvida poesia si mescola con la realtà storica e quotidiana. 
 Serata magica accompagnata dalla chitarra battente di Cataldo Perri, bravissimo cantautore calabrese che si è ispirato alle pagine de “La collina del vento” per comporre le stupende canzoni eseguite.
(Incise insieme ad altre in CD)
TRENTO DA LEGGERE … a casa o al Libri & Caffè
pubblicato da: Mirna - 14 Dicembre, 2012 @ 12:27 pmOggi c’è Chiara Turozzi arrivata in anticipo e che parla con mia figlia Stefania. Tazzè di caffè e cioccolata fra loro, ma soprattutto parole, affinità , condivisione del piacere della lettura e della musica.
E’ freddo, freddissimo, ma potenza dei libri, di chi li legge e di chi li scrive e pubblica come Chiara…ci riscaldiamo all’istante. Siamo in tante, anzi in tanti perchè con noi c’è sempre Riccardo Lucatti,  il nostro impareggiabile scrittore di un blog ormai famoso e trascinante.
Ho già presentato Femminile esorbitante di Chiara, (consiglio di leggerlo)  ma noi le chiediamo ugualmente i motivi della sua scelta, perchè ha voluto scrivere di mille anni del pensiero femminile. Secondo lei nell’editoria mancava qualcosa e lei desiderava e  desidera vedere pubblicati i libri da lei sempre amati. Da ciò è nato il progetto della casa editrice L’Iguana ideato con l’amica Stephania Petriella.
Sfogliamo il suo libro e l’altro fresco di stampa de L’Iguana “Salnitro” di Gloria Zanardo. Io ho già letto le sue pagine intense e leggere, esilaranti e commoventi, racconti di momenti topici di una vita o ricordi incapsulati in una sfera di sogno irrisolto.
Il tempo trascorre in questi brevi spaccati di vite che ci danno talvolta sensazioni di straniamento o epifaniche rilvelazioni di aver vissuto una vita che forse non era la nostra. (“Vivre sa vie”)![31yWnf+dsCL._SL500_AA300_[1]](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2012/12/31yWnf+dsCL._SL500_AA300_1.jpg)
Salnitro che lascia il segno sui vecchi muri, come il tempo lascia il segno sulle cose, un segno che però si riannoda al passato e al presente in una rete di reale vissuto e desiderio di Altro. Indimenticabile il ricordo degli zii Valentini (“L’universo sostenibile di zia Valentina”)  impigliati nella loro avarizia particolare o l’allestimento di un presepe da parte di madre e figlia (“Un presepio come per incanto”)  che in quell’occasione si immergono  in profondità psicologiche e esistenziali.
Libro che si legge con grande piacere questo di Gloria Zanardo i cui brevi racconti e riflessioni vanno ben oltre le tre o quattro pagine di ogni racconto  perchè si impigliano nel nostro pensiero, nel nostro vissuto e ci rallegrano, ci commuovono , ci confortano , ci fanno sostare un po’ in questa frenetica corsa – …verso dove?… – forse  in noi stessi?
Oggi il gruppo lettura si è arricchito di una nuova accanite Lettrice, Anna Maria, che ci parla della sua  “relazione” con i libri. Quelli di piccole dimensioni da avere sempre in borsetta per leggere nelle sale d’attesa, in treno ecc. , quelli di scienze naturali, botanica, geologia, i racconti biografici delle donne viaggiatrici come Annemarie Schwarzenbach, donna dalla vita tormentata, legata a  Erika Mann(v. nel mio archivio “Lei così amata” di Melania G.Mazzucco)
Sta leggendo Il colosso di Marussi di Henry Miller e Memorie di una maitresse americana di Nell Kimball ” di cui mi invia un piccolo brano:
“Se guardo indietro alla mia vita (ed è l’unico modo in cui posso guardarla,
oramai), non ci trovo niente di tanto diverso da come la maggior parte della
gente vorrebbe la sua. Cominciai a quindici anni, in una buona casa di Saint
Louis, senza nessun’idea; come tutte le puttane molto giovani, il mio solo scopo
era sfamarmi e avere qualche bel vestito da mettermi, e son finita tenutaria di
bordelli e donna d’affari, ho assunto e comandato ragazze, ho diretto case di
lusso. E mi sono sempre domandata come mai le cose mi siano andate così.
Comunque, posso dire questo: come non ho mai provato nessun rimorso, così non ho
avuto mai nessun rimpiantoâ€.
Anna Maria scrive anche:
“Mi ha fatto molto piacere conoscervi, complimenti per il tuo gruppo e la sintonia che hai saputo creare.
Ho dato un’occhiata al blog, poi ripasso.
Che bella sorpresa trovare la
giovane musicista. 🙂
Per Stefania – “Lo specchio vuoto” di Janwillem Van De
Wetering
Mariarosa è entusiasta del nuovo romanzo di David Grossman “Caduto fuori dal tempo” dove si parla della morte di un figlio e de “Il problema Spinoza” di Irvin D. Yalom. Da leggere assolutamente, ci dice.
Rina è rimasta affascinata dalla vita della ballerina senza braccia che recentemente ha danzato qui a Trento. “Che cosa ti manca per essere felice” di Simona Aztori è sicuramente una spinta a superare le difficoltà della vita.
Si parla di Terzani “Un altro giro di giostra” amato da Riccardo, di “Ho paura torero“ di Pedro Lemebel che si trova sul comodino di Chiara Turozzi. Romanzo magnifico, assicura.
Cristina sull’onda di un emozione provata la sera prima ascoltando il concerto dei diversamente abili ci porta un suo vecchio libro di poesie d’amore. L’emozione chiama emozioni. Ci legge alcuni bellissimi versi. Me lo presta ed io a casa lo sfoglio con cura e gioia:  dai lirici greci, ai menestrelli medievali, dal Petrarca al Leopardi, fino a una mia poesia preferita di Quasimodo
“Antico inverno”
“Desiderio delle tue mani chiare/ nella penombra della fiamma:/ sapevano di rovere e di rose/ di morte. Antico inverno.
 Cercavano il miglio gli uccelli/ ed erano subito di neve;/così le parole:/ un po’ di sole, una raggera d’angelo, /e poi la nebbia; e gli alberi,/
e noi fatti d’aria al mattino.”
FEMMINILE ESORBITANTE di Chiara Turozzi
pubblicato da: Mirna - 13 Dicembre, 2012 @ 1:56 pmLunedì scorso all’Angolo-Papiro  ( di cui scriverò domani con altri consigli di lettura)  ha partecipato Chiara Turozzi giovane scrittrice, giornalista e editrice de L’Iguana. Progetto che ha avviato con Stephania Petriella e  che  vuole contemplare la voce letteraria femminile.
Il nome L’ Iguana è preso dal racconto di Annamaria Ortese (racconto da leggere assolutamente) perchè ci farà anche “ripassare”  la condizione femminile da sempre relegata in ruoli secondari –  che si vede e non si vede –  figura  metaformica che ascolta tutto e tutti, che guarda e capisce anche il non detto.
Per me amante  di tanta letteratura femminile percorrere il libro di Chiara Turozzi  è
un piacere puro. Non è propriamente un saggio come ci dice l’autrice, ma un prendere atto della nostra storia di donne che vogliono essere presenti e libere e vogliono dirlo.
Quando la donna ha provato a scrivere le sue Parole per sentirsi legittimata nel suo modo di essere e  per farsi finalmente ascoltare?
Forse da sempre, sin dall’inizio della Storia. Sono certa infatti che la donna sia stata l’Ambasciatrice dell’Umanità , spesso silenziosa, ma sempre attentissima.
Chiara parte dall’anno Mille :
dalla giovane Trotula “medichessa”salernitana che scrive in latino medievale consigli sul parto, sull’igiene femminile, sui cosmetici, passando per le Mistiche e le Preziose e giungendo alle femministe come Mary Wollstonecraft di Vindication e Betty Friedan di La mistica della femminilità  che lei stessa  ha recentemente tradotto per la nuova edizione.
Dice Chiara Turozzi “che la scrittura femminile è pensiero
e pratica insieme”, è una voce che troppo spesso
inascoltata emerge in una “dismisura esorbitante che nasce
tra l’esperienza individuale e una verità che non ha alcuna
pretesa di universalità .”
Mi piace la sollecitazione a scrivere, molte di noi lo hanno sempre
fatto sui diari personali, nelle lettere, in versi. Chi era l’eroina
letteraria della nostra adolescenza? Jo March. Forte,
anticonformista, ma soprattutto scrittrice.
Scrivere per dilatare la nostra vita, renderla più consapevole e degna
di scoperte. Perchè le parole scritte riempiono buchi del
linguaggio, incorniciano pensieri inespressi o idee ancora in stato di nebulosa, la parola scritta è il nostro specchio e il nostro veicolo per esserci.
La scrittura anche per sgomitolare i nostri sentimenti, come consigliava Gramsci ai suoi bambini, la scrittura per salvarsi da momenti di infelicità . Ricordo Quaderno proibito di Alba de Cespedes nelle cui pagine lentamente si scioglieva la delusione di un matrimonio arido e triste.
Siamo tutte autorizzate alla scrittura, dunque. Ne abbiamo di cose da dire, raccontare, denunciare,condividere.
Scrivere di sé, di politica, delle ingiustizie verso le donne o… scrivere romanzi? L’importante è trovare parole nuove, le nostre parole.
Chiara pensa che questo sia un libro dedicate amche  alle giovani che si affacciano sul mondo meraviglioso della Lettura. Sono d’accordo con lei. Dalle donne che si confrontano  con Dio, a quelle che si ripiegano verso la propria coscienza, alle ribelli, alle anticonformiste ( ma di quale conformismo? E poi chi l’ha inventato il conformismo? ) , dalle eroine infelici e scontente come Sylvia Plath a una nuova comprensione fantastica come suggerisce Doris Lessing. Insomma un tuffo necessario e godibilissimo nella nostra Voce e nella nostra dismisura.. .
Cominciamo però a capirci noi…!
gli altri,… il “secondo sesso” , – capovolgendo la Simone de Beauvoir –  forse ,… finalmente, si avvicineranno al nostro sentire  in modo più attento!!!
In “Femminile esorbitante” appaiono le nostre più amate scrittrici con i loro pensieri e i loro atteggiamenti quotidiani. E la propensione alla scrittura.
Sappiamo tutti dove scriveva Jane Austen: spesso ad un angolo del tavolo del soggiorno o della cucina, Virginia Woolf nella sua stanza tutta per sé, molte donne scrivono di notte, nei momenti di pausa
quando diventa urgente e pressante far uscire dalla mente e dal cuore pensieri, emozioni …parole.
E voi dove scrivete? Io so che il mio taccuino verde , non d’oro come quello della Lessing, mi segue da una stanza all’altra. Anche se ora il Blog un po’ lo sostituisce…
Scrivere come imperativo categorico per arginare e incanalare la ricchezza
dei nostri pensieri.
Ma prima e sempre …leggere!
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TRA UN LIBRO E L’ALTRO alla ricerca di piaceri artistici
pubblicato da: Mirna - 8 Dicembre, 2012 @ 1:22 pmDa ragazza pensavo che se non avessi raggiunto i miei sogni sarei stata sempre consolata dall’Arte:  dalla Letteratura, Poesia,  Pittura, Musica e Bellezza della natura.
Lettura e scrittura sono i miei amici giornalieri, gli altri da cercare e centellinare con gusto.
Un inizio inverno denso di emozioni estetiche. Una giornata  nella serena e tranquilla   Vicenza,  per visitare la mostra “Da Raffaello a Picasso”, Palazzo Thiene e il Teatro Olimpico che mi ha lasciato preda della sindrome di Stendhal.
E poi tre giorni a Milano.
Sono partita per il capoluogo lombardo lunedì scorso. Freddo intenso, ma luminosità straordinaria. Mi godo la passeggiata con la cara amica nel centro della città dove il bianco del duomo si stordisce nell’azzurro. Sono felice. E che cosa leggo il giorno dopo sul Corriere della sera?
“Il cielo sopra Milano nella Giornata Perfetta” di Gian Arturo Ferrari
“Il sole di dicembre, basso su un orizzonte di lunghi raggi, non è neppure parente di quello estivo, non schiaccia a terra le cose sotto il peso del suo splendore. Al contrario le alza, le fa lievitare, le fa tendere alla chiarità . Obliquo com’è, non asserisce evidenze, preferisce i lati nascosti, illumina da prospettive inaspettate. Quando, dopo una notte di vento, sorge in un cielo tersissimo lo rende radioso, una mescolanza di chiari pastelli che emanano luce, come una tela di Turner…Anche a Milano, anche nell’altrimenti cisposo orizzonte milanese, all’alba si disegnano, sereni, i profili delle montagne. ….Una giornata perfetta, come è stata quella di ieri a Milano, è un dono senza uguali e senza prezzo, l’irruzione improvvisa, nella trama a testa china della vita quotidiana, del cielo manzoniano, quel cielo di Lombardia così bello quando è bello, così splendido, così in pace. …
Al termine della giornata di Austerlitz, ferito e sdraiato quasi esanime sull’altura di Pratzen, il principe Andrej riapre gli occhi e vede sopra di sé, come fosse la prima volta, il cielo. La grandezza di Guerra e pace è tutta qui, nel momento in cui il principe Andrej guarda a quel cielo così alto e grigio, attraversato da nuvole in corsa e si rende conto che non esistono solo i Russi e i Francesi, lo zar e Napoleone il fumo dei cannoni e le cariche di cavalleria, ma che c’è una realtà più alta e più lontana!”
E poi a Palazzo Reale ripercorro la vita e le passioni di Pablo Picasso, ammiro dipinti dei suoi vari periodi, fotografie, sculture. E un’altra gioia estetica mi viene regalata a Palazzo Marino:  Amore e Psiche stanti di Canova e Psiché et Amour di Francois Gérard.Un’esposizione straordinaria dal museo del Louvre. Bellezza che mi emoziona. Mi fa felice.![49339-1[1]](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2012/12/49339-11-300x192.jpg)
E le mie letture proseguono con “Femminile esorbitante” di Chiara Turozzi che ci racconta le vicende delle donne esemplari che “hanno inventato un ordine nuovo per formulare l’esperienza di una, di molte, di tutte.” Giovane, acuta, simpaticissima giovane donna che ha fondato anche una casa editrice e che parteciperà al nostro Angolo-Paprio lunedì 10 dicembre al Libri & Caffè.
In questa scorpacciata di piaceri non poteva mancare la Musica. Oggi pomeriggio, all’Università della Terza età ,  ho seguito una interessantissima  conferenza sull’arte visiva che incontra la musica e viceversa. Giovanna Nicoletti, Antonio Carlini , Eleonora Wegher al pianoforte. Dalle nuvole di Constable alla luce di Turner per immergerci in Schumann, Debussy, e l’espressionismo di Munch e Ligeti…
E a proposito di musica, vi segnalo anche un nuovo CD di mia figlia Stefania Neonato con il flautista genovese Fabio De Rosa e musiche del Biedermeier e primo romanticismo. I due artisti hanno scelto le “Variazioni sul Lied Trockne Blumen” di Franz Schubert come “pezzo forte” di questa incisione, non solo per la profondità e per il virtuosismo della scrittura musicale ma anche per la prima registrazione mondiale di una delle Variazioni, rimasta inedita per l’eccessiva difficoltà della parte flautistica. Attorno all’abisso esistenziale schubertiano – che ci sorprende sempre per l’accostamento fra malinconia e sorriso, fra violenza emotiva e struggente pastello – ruotano brani di Beethoven, Hummel e Weber, un piacevole “alleggerimento” verso un’atmosfera più salottiera e rilassata.
Questo CD, intitolato Sonatas and Variations for flute and piano e edito dalla casa discografica genovese Dynamic riproduce in copertina un meraviglioso dipinto proprio di William Turner, “Interior at Petworth” (1830 ca.), raffigurante due figure accostate, una bianca e una nera, di fronte ad una finestra. L’iconografia romantica dell’anelito all’OLTRE, della contemplazione intuitiva della realtà e dello sdoppiamento dell’IO, si rivela potentemente in questo quadro che viene riprodotto con “variazioni” cromatiche per questa copertina proprio per analogia al contenuto musicale. Altra particolarità , l’uso di un pianoforte Erard originale del 1853, in un accoppiamento inusuale ma sonoramente efficace con il flauto moderno di Fabio de Rosa. Il CD è descritto sul sito di Dynamic http://www.dynamic.it/e_scheda.php?pid=889 con un piccolo esempio musicale ed è disponibile all’acquisto sullo stesso sito, sui principali online stores (Amazon ecc.) e fisicamente dal negozio di musica di Trento Del Marco. Chissà , magari ci si potrebbe regalare un po’ di arte anche per questo Natale 2012!
SOPHY LA GRANDE di Georgette Heyer
pubblicato da: Mirna - 6 Dicembre, 2012 @ 9:07 am
Delizioso romanzo ambientato nell’Inghilterra di inzio Ottocento, in pieno periodo Regency. Per chi ama entrare nel mondo salottiero londinese  è un particolare piacere leggere di aristocratici turbati da problemi mille miglia lontani dalla quotidianità del popolo. Ma che lettura di evasione! Per le amanti di Jane Austen è un gradevole rituffarsi in una visione del mondo basata sul buon senso, sull’arguzia, sull’ottimismo.
Sophy , una ventenne ricca e colta, viene affidata alla zia paterna, a Ombersley Park . Subito il suo carattere forte e deciso darà una svolta importante alla vita dei parenti. Come ad  Emma della Austen a Sophy piace modificare in meglio le vite degli altri.
La giovane cugina Cecilia promessa sposa a Lord Charlboury, uomo di solido buon senso - uno che può essere capace di trovare una portantina in casa di pioggia anche se non sa scrivere poesie – si invaghisce di un poeta bello e sognante che pensa e soltanto a giambi e a metrica  e declama in continuazione versi su versi. Come interviene Sophy? Da psicologa esperta consiglia di lasciare Cecilia vivere e stancarsi della sua passioncella per  poi farla rinsavire mostrandole la affidabilità e il vero amore del nostro Lord Charlbury. Devo ammettere che ho riso molto sia con il poeta vagante di qua e di là , sia con gli altri personaggi delineati con mano felice da Georgette Heyer.
E il co-protagonista Charles? Simile in molte sfumature al signor Darcy di Orgoglio e pregiudizio sembra all’inizio il principio antitetico della gaiezza, sagacia  e  sensibilità di Sophy. Ma è nello scontro fra questi due personaggi che la storia si dipanerà in maniera mirabile per giungere asd una conclusione divertente nella quale tutti i personaggi avranno trovato un migliore accomodamento esistenziale.![261689[1]](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2012/11/2616891-194x300.jpg)
Sophy non solo “grande ” di statura, è alta 1,75, ma ègrande di animo, antesignana della libertà femminile, anticonformista, diretta, certamente non leziosa. Sophy che non ama chi non è predisposto alla speranza è una donna che piacerà a tutte le lettrici.
Devo ringraziare Camilla che mi suggerisce e mi presta sempre questi stupendi libretti rossi editi da Astoria
L’autrice:
Georgette Heyer (1902-1974) cominciò
giovanissima a raccontare storie ispirate alla Primula rossa della baronessa
Orczy per intrattenere il fratello malato. Spinta dal padre, Georgette mise
questi racconti in forma scritta e nel 1921, a soli diciannove anni, pubblicò il
suo primo romanzo, La falena nera. A partire da lì e fino al 1973 Georgette
Heyer scrisse senza interruzione un best-seller dopo l’altro. Il suo costante
successo nell’arco di cinquant’anni la conferma come un fenomeno letterario
unico nella letteratura inglese del XX secolo, più volte assimilata a Jane
Austen o a Charles Dickens per la precisione maniacale nella ricostruzione di
ambienti, atmosfere e gergo del XIX secolo inglese, e ammirata da scrittori del
calibro di A.S. Byatt e Margaret Drabble, Anthony Burgess e India Knight.
Relegata a lungo con un condiscendente disprezzo nel settore rosa, Georgette
Heyer si rivela ad anni di distanza un’autrice intelligente, capace di costruire
trame suggestive, personaggi credibili e incantevoli, e di assicurare ai propri
lettori quella “letteratura d’evasione che offre la possibilità di fuggire dalle
tensioni della propria vita soddisfacendo un desiderio universale, che risale
all’infanzia, di essere qualcun
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ANGOLO-PAPIRO per parlare di libri
pubblicato da: Mirna - 2 Dicembre, 2012 @ 3:45 pmLa luce colorata di un angolo nel caffè libreria di via Galilei è un rifugio caldo in questi primi pomeriggi freddi e scuri. Lunedì scorso noi lettori  ci siamo ritrovati come sempre  per raccontarci ciò che abbiamo letto recentemente, i nostri pensieri a riguardo, ma anche per scambiarci parte della nostra vita.
L’esperienza di lettori è senz’altro unificante, il piacere che si prova a tuffarsi in pagine scritte corrisponde  ai nostri bisogni esistenziali. C’è in atto la ricerca per avere risposte ai nostri interrogativi più nascosti, c’è il desiderio di essere confortati o per evadere o per sentirsi sollecitati a modificare punti di vista stagnanti.
Lettura come scoperta, come spinta vitale a interagire, Lettura come avventura infinita.
Mi ha colpito la scelta di Silvia di rileggere un Jack London poco conosciuto, quello di “Il vagabondo delle stelle” , titolo originale “The Jacket”. Un professore universitario, un sovversivo, autore di un omicidio è relegato a San quintino in celle simili a luoghi di torture, dove è costretto a indossare una terribile giacca di cuoio che limita i movimenti e la respirazione. Ciò riesce a provocargli visioni e a trasformarlo in una sorta di sciamano libero che riesce ad andare oltre la sua fisicità . Scritto nel 1913 il romanzo è una denucia sia  delle disumane condizioni carcerarie della California sia dell’assurdità della pena di morte. Nell’assoluta serenità che il protagonista riesce a raggiungere prima di essere giustiziato e nella curiosità di vivere la sua vita ultraterrena  si percepiscono le  influenze della volontà di potenza di Nietzche.
Ricordo Martin Eden, il libro preferito da mio padre ( grande lettore )  che mi raccontava spesso dell’attimo in cui il protagonista affondava nel mare. – In quel momento egli riuscì finalmente a capire “tutto”. –
Interessanti le letture di Riccardo che riprende in mano ogni sera i pensieri di don Marcello Farina, “A rinascere si impara” , (v. mio post a lato)  una guida filosofica e spirituale. Riccardo ci parla anche di Don Gallo ” Di sana e robusta costituzione” e del romanzo di Tabucchi La testa perduta di Damasceno Monteiro.
Ognuno di noi racconta delle proprie letture; Stefania nota il calore e l’amicizia sempre più intima del gruppo che varia , come un caleidoscopio colorato, a seconda delle presenze. Ci si ripromette di leggere “Il tempo è un dio breve” di Marapia Veladiano. A questo proposito  Betti ci annuncia che la scrittrice presenterà questo suo nuovo romanzo giovedì 6 dicembre , ore 20,30, a Maso Martis, via dell’Albera 52, Martignano.
Betti e Andrea sono un punto di riferimento nella nostra città per sfogliare e discutere di  libri, leggere giornal e gustare insieme caffè o aperitivi.
Ieri mattina Camilla ed io davanti a cappuccino e brioche parlavamo di libri, naturalmente!
Accanto a noi c’è  un giovane immerso nella lettura di un voluminoso romanzo. Sembra non distrarsi dalle nostre chiacchiere…. Allora lo intervistiamo…è più forte di noi.. vogliamo sapere che libro legge… E’ Il libro del potere di S.J.Parris, gli chiediamo anche come si chiama:Mattia, quanti anni ha: 25, e di che cosa parla il libro. Piacevolissimi scambi di gusti letterari. Mattia ama l’avventura, la storia, un po’ la suspence. Gli consigliamo di leggere – non l’ha ancora fatto- Il nome della rosa di Eco, e i classici di Dumas .
Questo ed altro ai tavolini del Libri & Caffè.
La settimana scorsa ho conosciuto Chiara Turozzi, giovane e simpaticissima scrittrice, traduttrice della nuova edizione de La  mistica della Femminilità di Betty Friedan e fondatrice dlla casa editrice L’Iguana. Mi ha portato il suo “Femminile esorbitante” e “Salnitro”di Gloria Zanardo e… ma questo ce lo racconterà personalmente giovedì 10 dicembre al solito Angolo-Papiro!
Vi aspettiamo.
Chiara Turozzi![cop[1]](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2012/12/cop1.jpg)
all’Università di Verona con una tesi che riconduce la posizione del
cyberfemminismo alla metafisica platonica e all’economia binaria. Vincitrice del
premio Maria Grazia Zerman per gli studi sulle donne, ha scritto di filosofia e
critica letteraria per DWF, Leggere Donna e Leggendaria.
occupa di cronaca della provincia per il quotidiano L’Arena e di attualità per
il mensile Marie Claire. Collabora con la comunità di Diotima e con la redazione
del periodico on-line del gruppo.



















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![cop[1]](http://www.trentoblog.it/mirnamoretti/wp-content/uploads/2012/12/cop11.jpg)
