IL MONDO LIBERO di David Bezmozgis

pubblicato da: Mirna - 13 Marzo, 2012 @ 4:39 pm

Siamo nel 1978 e la famiglia Krasnansky è riuscita ad oltrepassare la cortina di ferro lasciando Riga  per cercare un mondo libero in America. Sono  ebrei lettoni da tempo intiepiditi verso la religione, anzi il capofamiglia Samuil che ha cavalcato con passione il comunismo, guarda con sarcasmo i figli e le nuore che cerano di riagganciarsi alle tradizioni.

Per perfezionare i visti d’espatrio sostano a Roma dove varie associazioni come la HIAS e la Joint si prendono cura dei tanti rifugiati russi.

Il lettore non può far altro che addentrarsi con i protagonisti nei meandri appiccicosi della burocrazia e condividere le ansie, l’angoscia, il timore per il futuro, quel futuro in un mondo libero così spesso sognato. Se qualcuno pensa agli USA altri guardano a Israele, la loro vera Terra promessa, ma presto dovranno decidere, per l’imposizione di un impiegato, in dieci minuti seduti sui gradini di una scala , la loro destinazione. Sarà più facile, è stato loro detto, emigrare in Canada.

E’ così che decidi il futuro della tua famiglia, in dieci minuti su una rampa di scale?” chiese Samuil al suo primogentito Karl.

Rimarranno cinque mesi in quella sorta di purgatorio tra Roma , Ladispoli e Ostia cercando nel frattempo il senso della loro vita.

Se l’anziana Emma vuole riavvicinarsi all’ebraismo e ai suoi riti come desidera anche  la nuora Rosa, il vecchio Samuil sente sulla sua pelle lo sradicamento, l’inutilità, l’umiliazione. Contempla il suicidio.

Il suo secondogenito Alec , incosciente, “leggero”, pensa alle donne senza curarsi troppo della moglie Polina che per lui e per la fuga verso un “mondo libero” ha lasciato il primo marito e la  famiglia d’origine.

Polina è inquieta , è alla ricerca della propria identità che sembra essere sepolta in una ridda di avvenimenti più o meno dolorosi.

Contrariamente agli altri Alec e Polina abitano a Trastevere e vivono da testimoni l’avvicendarsi dei Papi che dalla morte di Paolo Sesto arriva all’elezione del papa polacco.

Ma è a Ladispoli che la comunità  di ebrei sovietici prolifica, qui si cerca di afferrare ogni opportunità per  vivere meglio cercando di dimenticare il gelido regime brezneviano e guardare a un mondo libero dove si potrebbe finalmente trovare se stessi.

Lo scandire del racconto è lento e pacato come un orologio e ci dà una sensazione tangibile  di cosa può essere l’alienazione e un’incerta attesa. Il senso di perdita delle radici, della loro shtetl – piccola città  –  va di pari passo alla condizione di perenne transitorietà.

Presentando questo libro all’Angolo-Papiro mi sono resa conto che esso è intriso di pathos,  non un pathos declamato, bensì uno sussurrato e forse per questo più forte e incisivo.

David Bezmozgis  è considerato uno dei venti migliori scrittori americani under 40. Il suo romanzo d’esordio “Natasha” ha vinto il Commonwealth Writers Prize 2010.

Guanda editore

 

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TRA UN LIBRO E L’ALTRO

pubblicato da: Mirna - 10 Marzo, 2012 @ 5:21 pm

Tra un libro e l’altro si deve trovare il tempo per andare al MART di Rovereto.

Siamo così fortunati ad avere uno spazio museale così bello e all’avanguardia . Tutti ce lo invidiano.

E da poche settimane, fino al 3 giugno, il MART ospita due mostre interessantissime: Postmodernismo – Stile e  sovversione 1970-1990 e ALICE IN WONDERLAND.

E’ di quest’ultima mostra che desidero scrivere nel mio post perchè adoro il mondo di Alice, l’epoca vittoriana e  la genesi del famosissimo libro di Lewis Carroll alias Charles L.Dodgson.

I suoi racconti Alice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio pubblicati nel 1865 hanno affascinato generazioni di lettori ed ispirato moltissimi artisti dai Surrealisti come Dalì e Max Ernst ai contemporanei.

Chi è Alice? E’ una bambina coraggiosa che vuole conoscere, sapere, andare “oltre lo specchio” per comprendere.

 E il suo wonderland magico, onirico è un mondo che appartiene a tutti noi  fin dalla nostra infanzia.

Sappiamo che l’ispiratrice  è la piccola  Alice Pleasance Liddell secondogenita del Decano del Christ Church di Oxford.

Lewis Carroll frequentava l’ambiente colto di Oxford, sia i Lidell che i pittori preraffaeliti come Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais e William Holman Hunt.

Di questi pittori si possono ammirare alcuni dipinti prestati dalla Tate di Liverpool  oltre alle prime edizioni di Alice, oggettistica a tema e  tante fotografie  che ritraggono perlopiù bambine e gruppi familiari  scattate  da Carroll. 

L’anno scorso lessi “Sono stata alice“  di Melanie Benjamin del quale vi ho  spesso parlato con entusiasmo. Cercatelo nell’archivio perchè racconta anche del rapporto particolare di Carroll con Alice Liddell e le sue sorelle. Anzi vi ricopio già il post tra i commenti a destra.

Per tornare alla mostra dirò che il punto di partenza del percorso espositivo è la prima edizione a stampa di Alice oltre a una riproduzione del manoscritto originale con i disegni autografi di Lewis Carrol donato alla dodicenne Alice Liddell come regalo di Natale 1864.

Godibilissime le tante illustrazioni originali che già delineano i personaggi che tutti quanti conosciamo e che sono ormai facenti parte di un  mondo fantastico, ma  non così avulso dalla realtà e dai nostri quesiti filosofici.

Il cappellaio matto, il coniglio, la regina : tutti questi che parlano del Tempo come di una dimensione particolare. La Regina della carte poi  lo plasma  a suo piacimento: infila alcune notti insieme per modifcare l’andar delle ore.

E il bruco che chiede “Ma tu chi sei?”

Anche la psicoanalisi trova in questo racconto agganci infiniti. Anzi uno psichiatra analizzando la  particolare dissociazione tra la percezione convenzionale e quella immaginaria conia il termine “psichedelico”.

Ci vuole tempo per visitare con cura una mostra: ciò che ci viene offerto al Mart è prezioso, c’è persino un film di René Magritte del 1957 !

Gli artisti hanno continuato a trarre ispirazione dalle avventure di Alice nel paese delle meraviglie: “il viaggio dall’infanzia all’età adulta, i rapporti tra linguaggio , significato e nonsense, le relazione tra la dimensione dell’osservatore e l’ambiente che lo circonda, tra le diverse prospettive e la tensione fra percezione e relatà” sono tematiche che sempre solleciteranno ad approfondire il nostro immaginario.

* * *

Consiglio alcune ore anche alla mostra  sul Postmodernismo…dopo essersi riposati un po’ – si sa che andar per musei stanca parecchio -perchè ne vale la pena. Posso dire che ho apprezzato maggiormente quadri, collages,  busti in argento, mobili dipinti, abiti, oggetti vari perchè ho letto “L’arte contemporanea spiegata a tuo marito ” di Mauro Covachic

 

I libri aiutano sempre!

 

 

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ALDA MERINI, ridevamo come pazze di Luisella Véroli

pubblicato da: Mirna - 8 Marzo, 2012 @ 6:24 am

          “Alla festa della Donna sono scivolata su una buccia di mimosa:

          anche i fiori pretendono le loro vittime”

 

Versi di Alda Merini letti all’alba di diversi 8 marzo alla sua amica biografa Luisella Véroli, “l’archeologa dell’immaginario”.

Di Alda Merini ho sempre scritto il ventun marzo (v.archivio) perchè è la data della sua nascita:

 “Sono nata il ventuno a primavera./ Ma non sapevo che nascere folle, / aprire le zolle/ potesse scatenar tempesta.”

Per me questa donna borderline rappresenta l’essenza pura della femminilità ancestrale e magica e proprio per questo dotata di un terzo occhio per capire il mondo.

Da bambina (una bambina corrucciata, introversa, timidissima – chi l’avrebbe mai detto? -) ero convinta che la donna fosse quella che capiva tutto, mentre l’uomo era colui che aiutava fisicamente la famiglia e  la società con la sua forza muscolare. Forse pensavo alla presistoria quando l’uomo andava a caccia  mentre la donna nella grotta osservava e meditava. Iniziando gli studi mi accorsi che la Donna non era giudicata speculatrice, ma terragna, legata alla carnalità, alla maternità , alla terra.

 Che sorpresa apprendere che quasi ovunque la Donna era considerata inferiore! Non potevo darmi pace.

Io amo gli uomini per la loro stabilità, per quella gentilezza protettiva che nutrono verso le loro Donne, per quel non essere tortuosi come spesso invece siamo noi.  Ho amato mio marito, mia roccia, mio compagno, carne della mia carne come si suol dire…

 e come ci raccontano  interviste, brani di diario, poesie di Alda Merini per la quale la sessualità era parte fondamentale della vita. Amori importanti come Manganelli e Quasimodo, due mariti, quattro figlie tra un ricovero in manicomio e l’altro. Sensualità vissuta con spontaneità e sincerità. Ma non per questo la Merini è la Donna soltanto  della Terra.

 Il suo sguardo è “malandrino” e indagatore, la sua sensibilità acuita per via forse degli elettrochoc subiti?

“e te ne vai non senza / il tuo stupore/ di non capire come mai / un demente/ sì somigli ad un sapiente

Follia come fuga? Come lo è stato per tante donne che comprendevano troppo?

Luisella Vèroli che ha avuto il privilegio di essere stata eletta da Alda Merini  sua biografa e che fa parte dell‘Associazione culturale per comunicare saperi ed esperienze di donne – Le Melusine (editrice di questo libretto)  scrive di se stessa nelle prime pagine 

Mi chiamo Luisella Véroli ed ero una professoressa qualunque prima di frequentare Alda Merini…”

Ci presenta pagine stupende di parole e pensieri della “sirena dei Navigli”, ci racconta della povertà di Alda Merini , del suo vivere intrecciata alla Poesia, della sua ironia e delle sue risate sulle défaillances dell’umanità.

Prezioso.

Fragile opulenta donna, matrice del paradiso

sei un granello di colpa

anche agli occhi di Dio

malgrado le tue sante guerre

per l’emancipazione.

Alda Merini e Luisella Vèroli ci raccomandano:

Donna non dimenticare quello che sei

Non sei sola, siamo in tre:

madre, figlia e l’amica ironia.

 

 

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TRENTO DA…LEGGERE

pubblicato da: Mirna - 6 Marzo, 2012 @ 5:52 pm

Fuori diluvia, ma il “Libri & Caffè” è  caldo, illuminato, colorato dai libri che abbracciano i tavolini, gli avventori, il Libraio con i capelli  quasi alla Lucio Battisti e Vladimiro che ci servirà i caffè e i cappuccini.

Entrano insieme o da soli  i cari amici Lettori con gli ombrelli gocciolanti e lo sguardo sorridente e pronto a parlare di libri.

 Questi ci aspettano sul tavolo … messi in posa da Riccardo. 

Arrivano anche Paolo Azzetti,  Raffaella e  Stefania, psicologa, che rimane subito intrigata dal breve riassunto di “Ritratto di un uomo morto” di Sarah Hall

 Enza ci  parla di Goliarda  Sapienza e “L’arte della gioia” che sembra tutti abbiano in casa. Complessivamente le è piaciuto.

Raffaella presenta “Un inverno con Baudelaire” di Harold Cobert . Baudelaire è un cagnolino che salverà un uomo abbandonato dalla moglie –  e che ha perso anche  il lavoro – una situazione purtroppo non più rara ai giorni nostri -Romanzo delicato ed avvincente. Una storia tragica, ma raccontata con leggerezza. Ci legge la  poesia del poeta francese “I buoni cani”  e poi  lascia la parola a Maria Teresa e a “Zita” di Enrico Deaglio.

Riccardo e Paolo riprendono ad elogiare “I poeti morti non scrivono gialli” di Bjorn Larsson . Dovrò leggerlo.

Maria Grazia e Daria e Francesca parlano e ascoltano. Così è un gruppo di lettura che tanto successo ha ormai ovunque. Molti  libri parlano appunto di questo tipo di incontri ed ognuno di essi ha una modalità particolare.

v. archivio e la  Società letteraria di Guernsey di Mary Ann Shaffer

L’importante è invitare  l’un l’altro a conoscere autori vecchi e nuovi che ci  possano arricchire  e  aiutare a “dilatare il nostro tempo“, o meglio a far  scorrere  il nostro pensiero in “parallelo con un testo“. Insomma a  illuminare la nostra mente.

Altri titoli che volteggiano: “Le meraviglie del possibile” di Fruttero e Lucentini e  “Il mondo libero” di David Bezmozgis, mio prossimo post.

E voi, miei cari visitatori , che libro state leggendo?

Un’ora è breve, questa si amplia e ci cattura. Il filo del piacere di leggere ci unisce ancor più saldamente

La nostra piccola Società letteraria vi aspetta all’Angolo-Papiro lunedì 19 marzo.

 

 

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RITRATTO DI UN UOMO MORTO di Sarah Hall

pubblicato da: Mirna - 5 Marzo, 2012 @ 7:13 am

Mi fa piacere scrivere dei libri che leggo. Mentre procedo nella lettura “parlo” con interlocutori non presenti, prima di tutti con mia figlia, poi con mio marito o gli amici che potrebbero apprezzare il libro. Fortunatamente c’è questo Blog e gli incontri all’Angolo-Papiro per condividere le emozioni e le sensazioni provate.

Scrive Sarah Hall mettendo queste parole in bocca a Peter

Il testo è un portale, uno strumento per far viaggiare la mente. In sè e per sè non si lascia interpretare, ma offre l’opportunità di pensare in parallelo, come un uomo che pedali in bicicletta mentre viaggia a bordo di una nave. Peter crede che fosse questo l’intento di Joyce. Non gli dispiace se fino all’ultima riga dell’Ulisse non capirà il racconto, perchè è certo che la sua mente verrà illuminata in altri modi.”

E questo romanzo, come tanti altri,  smuove i pensieri, la propria visione del mondo, le nostre passioni. Occorre fare attenzione, essere lettori attivi,anzi attivissimi perchè le voci dei personaggi vengono alternate e scandite in diversi tempi.

Fra tutte la voce del grande pittore di nature morte  –  soprattutto di bottiglie -  che tutti riconosceremo all’istante. E’ Giorgio che ormai nell’ultimo periodo della vita scrive un diario e parla dell’amore della sua Arte, della Natura, dei colori , della ricerca dell’Essenza. E della sua solitudine

Ma se è una libera scelta, la solitudine è il più gioioso dei vincoli. Nella grazia di queste camere silenziose  posso assaporare meglio il gusto di ogni singola giornata. Abbraccio davvero la vita…”

Anche Peter è un pittore, un paessaggista inglese che durante la sua giovinezza è in contatto epistolare con Morandi. Ecco nel romanzo le vite di quattro personaggi principali si alternano a più riprese e in diversi momenti topici della loro vita.

Capitoli che riportano lo stesso titolo ci raccontano le angosce di Susan che ha perso il fratello gemello e che per disperazione ricerca nel sesso un po’ di sollievo. “La crisi allo specchio” ci descrive il rapporto speciale tra gemelli fin dalla più tenera infanzia quando pensavano all’unisono, ma venivano spinti a ritrovare la propria identità.

Il pazzo sulla collina” parla di Peter, della sua vita di artista trasgressivo e geniale. L’incidente nella gola della montagna è l’occasione per tornare alla sua vita passata, ai suoi rimpianti , alle sua felicità.

La divina visione di Annette Tambroni” è la storia di una fanciulla  diventata cieca, che  fece in tempo a seguire alcune lezioni di Giorgio e che alla morte di questi rimane la custode della sua tomba. Annette ha paura del diavolo, dell’inquietudine dei sensi,del buio che sente intorno. Talvolta sembra di vedere quadri del Goya, tenebrosi, oscuri. 

Tradotto dai diari delle bottiglie” è il manoscritto del pittore italiano che insieme a una bottiglia blu concluderà  e legherà con una mostra  sui grandi maestri del ventesimo secolo  i frammenti della vita dei  quattro personaggi principali.  Come i vetrini colorati di un caleidoscopio tutto si legherà ed armonizzerà regalando bagliori di speranza.

Lo stile di Sarah Hall “tecnicamente ambizioso” come scrive Il Guardian è efficace e ci  cattura con metafore e similitudini suggestive e originali.

Edizioni gran via

 

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IL LIBRO DI MISS BUNCLE di Dorothy Emily Stevenson

pubblicato da: Mirna - 2 Marzo, 2012 @ 4:52 pm

Che lettura deliziosa questo romanzo che si svolge in un villaggio inglese! Lo scenario da me preferito fin da  Elizabeth Bennet, Jane Eyre attraverso Miss Marple e le zitelle della Pym,  fino a tutte le storie più o meno leggere che si svolgono in England.

Siamo negli anni Trenta e la signorina Barbara Buncle si accorge che la crisi economica le ha bloccato l’arrivo dei dividendi che le permettono una vita semplice ma decorosa. Che fare? Allevare galline come le suggerisce la fedele cameriera Dorcas?

Pensa invece di scrivere un libro, ma non ha immaginazione per cui si concentra  sugli abitanti del suo villaggio, Rivargenton. E ne ha da raccontare. La sua capacità di osservazione è profonda così riesce a percepire vizi e virtù di chi la circonda. Come faceva Jane Austen che ci ha lasciato come in una fotografia la vita quotidiana , i pensieri, gli usi e i costumi dei suoi contemporanei. Entriamo  in questo villaggio inizialmente con il profumo dei panini dorati di Mrs Orafum che aleggia già di buon mattino  nelle varie abitazioni svelandoci subito  le abitudini dei vari abitanti.  Dall’arrogante Mrs. Agnelli di Featherstone che si sente di dirigere e controllare la vita di Rivargerton alla serena, pragmatica e simpatica Sarah Pedony moglie dell’onesto medico condotto.

Non poteva mancare un reverendo,  appena arrivata al villaggio, di bell’aspetto e con una buona rendita che diventa subito preda di Vivian Verdimanicy, donna bella, senza scrupoli che vuole sposarsi per soldi.

Già i nomi propri sia dei reali personaggi che quelli del romanzo (nel romanzo)  di Miss Buncle sono divertentissimi,  e talvolta amagrammi dei veri, altri indicatori di caratteristiche della personalità di ognuno.

L’incontro con il solido e gentile editore Mr. Abbott sarà determinante per Miss Buncle perchè, grazie a lui,  il suo libro verrà pubblicato con lo pseudonimo di John Smith ed avrà un gran successo.

Ma gli abitanti del villaggio scoprono che si parla di loro e molti si vogliono vendicare. Assemblee, malintesi, piccoli colpi di scena faranno sì che Miss Buncle inizi un secondo libro dove lei stessa, che già appariva nel primo romanzo come Elizabeth Wade, avrà un ruolo importante perchè descriverà in tempo reale ciò che avviene. A Miss Buncle piace  la sua nuova identità romanzata tanto che lentamente si trasforma in essa. Rinnova il guardaroba (grazie al guadagno della vendita del libro- che va a ruba -), si acconcia meglio i capelli, diventa più sicura e affascinante. Mr. Abbott ne rimane intrigato.

La Rivargentum, diventata nel libro Campoferrum, è dunque dove Miss Buncle/Wade si sente felice. Dove le cose si aggiustano e i meschini smascherati. Dove si diventa ciò che si vorrebbe essere.

 Ed è così che la scrittura ci regala consolazioni e ci  fa sentire  speciali. Letteraturizzare la nostra vita, i nostri ricordi è un cospargere di stelle il nostro essere e,  come per Miss Buncle, può diventare una spinta a migliorarci.

Rileggendo i miei diari dei sedici anni ritrovo descrizioni di festicciole danzanti colorate, allegre, mentre i miei ricordi ogni tanto me le riportano come pomeriggi invernali un po’ freddi e noiosi. Ma intrecciando la realtà con l’immaginazione si ottiene un risultato più completo e interessante. Ciò che siamo ed eravamo con ciò che desideravamo o desideriamo essere. Per noi, per gli altri.

Edizioni Astoria

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TRENTO DA…LEGGERE

pubblicato da: Mirna - 28 Febbraio, 2012 @ 12:12 pm

L’Angolo-Papiro si sta ampliando ed arricchendo.

Lunedì 20 febbraio eravamo in nove compreso Andrea,  l’Editore di Trento Blog.

Un’abbondante ora a parlare di libri e di esperienze legate alla Lettura e naturalmente alla Vita. 

 Dal blog di una  giovane mamma come  Stefania che ha titolato i suoi racconti veri con un’immagine presa da Il piccolo Principe,  cioè La scatola con la pecora, al racconto affascinante di Francesca  che,  dalla Bolivia e dalla Colombia dove si occupa con l’associazione Yaku dei probemi legati all’acqua e alla sopravvivenza, è ritornata tempo fa  sui sentieri montuosi  del nostro Trentino in compagnia di uno sciamano. Per comprendere meglio i messaggi della Natura, per  non lasciarci soffocare da cortine illusionistiche di consumismo e  indifferenza.

Maria Bona affascinata ha voluto subito questo libro di cui ho parlato tempo fa. Cercatelo nell’archivio digitando il titolo o Francesca Caprini.

“La Visione dell’Acqua. Un viaggio dalla cosmogonia andina all’Italia dei beni comuni” edito dalla casa editrice Nova Delphi Libri e curato da Yaku. E’ un lavoro di ricerca collettivo con l’introduzione e una poesia inedita che Eduardo Galeano, uno dei più grandi poeti e scrittori contemporanei, ci ha voluto regalare. 
 
Tra un caffè e un cappuccino le idee  e  i pensieri correvano veloci. Dalla mia presentazione di alcuni libri  ai commenti di Maria Grazia e Daria sulle  ultime letture.
Nuovi progetti intanto arrivavano alla mente vulcanica di Andrea Bianchi  e le nostre voci si alzavano e correvano con allegria ed entusiasmo.
Ve ne parleremo.
Il Libraio, psicologo e naturalmente  grande Lettore, talvolta  partecipava  rispondendo  alle nostre domande sui libri più venduti o  sul perchè in Italia non era stato pubblicato nulla della  Némirovsky  fino al 2004 nonostante la sua fama in Francia.
 
I libri sui tavolini venivano sfogliati, accarezzati come si dovrebbe fare sempre…in essi ci sono  la vita e l’immaginazione di altri che ci viene regalata per arricchirci, consolarci, divertirci.
 
Parlando della protagonista de L’inconfondibile tristezza della torta al limone ho citato un’altra bambina di un bellissimo romanzo, la piccola  Scout de Il buio oltre la siepe.

  Ebbene :  Francesca lo sta leggendo in questi giorni e lo adora! Non c’è niente di più gratificante che condividere  le stesse emozioni!

   Questo ed altro ci regala un Angolo-Papiro in un ridente caffè pieno di libri!

Vi aspettiamo lunedì 5 marzo, ore 17,30.

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L’INCONFONDIBILE TRISTEZZA DELLA TORTA AL LIMONE

pubblicato da: Mirna - 25 Febbraio, 2012 @ 8:19 am

Romanzo da maratoneta della lettura. Uno di queli libri che se iniziati bisogna finirli al più presto perchè ti catturano, incuriosiscono e scorrono veloci, riga dopo riga, senza annoiarti. Se poi aggiungiamo la bravura di Aimee Bender puoi star certa che una domenica grigia passa in un batter d’occhio.

Già dal titolo sappiamo che si parla di cibo, ma di cibo come tramite per leggere i sentimenti di chi li ha preparati. Può ricordare la magia di Chocolat, ma senz’altro questo è più amaro proprio come la fetta di una torta al limone  che Rose, bambina di nove anni, assaggia un pomeriggio. Gliel’ha preparata la sua bella  mamma,  mutevole, inquieta, fragile piena di tristezza ed è proprio tutti questi sentimenti che Rose percepisce con le sue papille gustative.

Una qualità  strana che la fa molto soffrire tanto che qualche anno dopo vorrebbe farsi togliere la bocca.

Ma non è l’unica della famiglia ad avere qualità speciali: suo fratello Joseph, il prediletto della madre, ne ha una veramente estrema.

La narrazione si svolge in prima persona e la Rose di nove anni mi ricorda un po’ la protagonista de Il Buio oltre la siepe, una bambina attenta e saggia.

Pur avendo una risoluzione inattesa che può “spiazzare” il lettore,  il racconto è avvincente. Attraverso il cibo Rose ci porta a conoscenza dei suoi legami familiari, amicali e sociali. Ci rivela la sua solitudine ma anche la sua forza  perchè, come le dice un suo boy friend  lei “non si aspetta niente da nessuno

Mi piacciono soprattutto della scrittura  della Bender le similitudini che  fanno da poetica cornice al contenuto pieno di sfumature di sapori ed emozioni.

Se suo padre viene paragonato a una liscia roccia, Rose viene paragonata dalla madre  – che si  definisce fluttuante come un’isoletta della Hawai- dapprima ad una foresta pluviale, poi ad un pezzetto di vetro riportato a riva dall’oceano.

E suo fratello maggiore, Joseph dal quale  Rose desidera tanto i  “momenti fiore” cioè  quelli in  cui lui le rivolge la parola?

Un deserto, sentenzia sua madre, che basta a se stesso.

Edizioni minimum fax

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TRENTO DA…LEGGERE

pubblicato da: Mirna - 22 Febbraio, 2012 @ 5:47 pm

E soprattutto in Biblioteca. E nella nostra città questo è un luogo veramente bello. Si entra nel grande edificio di via Roma e si viene accolti dalla luce e dai colori dei libri. E’ vero che se si è circondati dalla Bellezza ci si sente migliori?

Certamente per me è così. Entro e mi dirigo al tavolo dei nuovi arrivi. Se sono fortunata posso trovare i recenti acquisti e percepire dalle pagine croccanti  di essere la prima  a portarmi a casa il libro da poco edito. Così mi successe per il premio Pulitzer Elizabeth Strout e il suo Olive Kitteridge.

Altrimenti posso aspettare, consultare il catalogo e chiedere di prenotarlo se è già in prestito. Ho chiesto alla gentile signora Ivana se esiste nella sala Manzoni, a pianterreno, qualcuno che può consigliare i Lettori “smarriti”. Lei stessa può suggerire, ma c’è un supporto importante per guidare gli utenti, non solo il succitato catalogo con le novità, ma una rivista trimestrale, BIB, che descrive gli ultimi acquisti della Biblioteca.

Ma come si fanno gli acquisti, chiedo sia a lei che alla cara amica Giovanna che lavora al terzo piano? C’è una gara d’appalto fra varie librerie, poi presso la vincitrice si acquistano circa  200 libri a settimana  tra narrativa e manualistica da distribuiire tra le varie sedi.

Nella sede centrale arrivano  circa 70 novità ogni settimana,  scelti ovviamente  con cura e attenzione.E’ naturalmente la narrativa a far la parte del leone tenuto conto ovviamente dell’utenza che frequenta la Biblioteca. Ma quanti frequentatori si possono quantificare qui in città?

 Circa 2000 presenze al giorno !

Che possibilità magnifica per le persone poter aggirarsi tra libri vecchi e nuovi, manuali, DVD, CD, sedersi sulle poltroncine blu a sfogliare un testo, andare nella saletta dei quotidiani e riviste, bersi un caffè al bar…salire ai piani superiori dove studenti consultano, studiano, scrivono  e dove spesso ci sono incontri di lettura o eventi importanti come presentazioni di libri e di autori.

E’ il sancta sanctorum del Lettore dove ci sente avvolti, consolati, deliziati.  Ci sono stati periodi della mia vita durante i quali entrare in Biblioteca è stato  il sollievo e il conforto sicuro come un abbraccio di un amico. Periodi in cui la lettura era la forza che mi sorreggeva, l’evasione per antonomasia; ricordo che riuscivo a leggere  dai due ai quattro libri per settimana. Un angolo che mi ha sempre attirato è quello della Letteratura austriaca: ho avuto il mio periodo Schnitzler e lì vi ho trovato tutta la sua opera, da Amoretto,  Doppio sogno  al  meraviglioso Diario e Lettere.

Chiedo ad Ivana quanti prestiti vengono fatti al giorno: dagli 800 ai 900 ! Penso che la città di Trento possa vantare sicuramente un numero più alto di lettori della media nazionale.

Se ci  si volta sulla sinistra e si prosegue si trova anche la sezione della Narrativa per ragazzi. Allegra, invitante.

 Trovo Veronica S. …un incontro incredibile: è la figlia di un mio vecchio  amico di gioventù,  di  Merano.

Ci sediamo a un tavolino che serve ai ragazzi ed io   faccio  tante domande anche a lei. Mi spiega che ci sono 25.000 volumi disponibili al prestito e alla consultazione e mi mostra il notiziario   “A tutto bib” che riporta i  libri-novità.  I più piccoli chiedono spesso ancora le storie della “Pimpa”, i più grandicelli sono abbastanza  fedeli al topo Geronimo Stilton o al genere Fantasy. Ma è giusto invitarli, aggiunge Veronica,  ad aggirarsi fra gli scaffali, a prendere in mano i libri, ad abituarsi ad un contatto fisico con essi,  e a sollecitare, aggiungo io, un futuro assiduo Lettore! 

 

 

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TRA UN LIBRO E L’ALTRO

pubblicato da: Mirna - 21 Febbraio, 2012 @ 3:34 pm

Martedì grasso. Giornata di febbraio luminosa ma ventosa, come quella che accompagnava la protagonista di Chocolat mentre stava giungendo in quel cupo paesino francese. 

Una giornata-pausa, per ripensare ad ieri, al bellissimo incontro all’Angolo-Papiro dove si è parlato ovviamento di libri. Abbiamo conosciuto Stefania, giovane mamma che scrive un delizioso blog sulla sua famiglia.

Valentina, ti consiglio di visitarlo: http://lascatolaconlapecora.blogspoy.com

Ma di ieri vi parlerò molto presto.

Oggi, prima che finisca il giorno, voglio dare l’ultima pennellata al Carnevale con i miei auguri di attimi di sospensione, di appagamento della propria vita. Un augurio ad asssaporare meglio il gusto della giornata.  “Abbraccio davvero la vita” ho letto nel nuovo libro iniziato da poco e  che riprenderò in mano non appena “il pomeriggio farà il giro”.

Anche di questo scriverò.

Ma ora fatemi parlare dei travestimenti di giovedì grasso, a casa dell’ospitale Cristina che come sempre organizza serate speciali. Il famoso Carnevale delle Penelopi. Serata di gioia e di allegria durante la quale i sorrisi splendevano tra musica, torte e nostri shows. Cristina, un meraviglioso don Basilio ha cantato arie da Il barbiere di Siviglia, Giovanna e Mary hanno ballato  il Can can perlopiù sedute sul divano…e infine Maria Teresa ed io, le solite Twin sisters, siamo state  impegnate ad interpretare Balocchi e profumi e Un bacio a mezzanotte del quale non ci si deve fidar soprattutto se c’è la luna in ciel…

Canzoni che canticchio da sempre perchè mia nonna e mia mamma erano “canterine”. Conosco  canzoni, come L’Olandesina – che ama Morris il suo bel  balenier -  di cui nessuno ha sentito parlare. O no?

La nostra interpretazione di Balocchi e profumi ha divertito tutte fino alle lacrime . Le conoscete le parole, supppongo, altrimenti cercatele su Internet. Insomma Maria Teresa è la mamma vanesia che compra soltano profumi e cipria marca  Coty e che porge nella sua alcova le labbra tumide al peccato. Io, esile e infelice bimba, vorrebbe invece qualche  balocco.

Composta nel periodo interbellico questa canzone, come tante altre – ricordate Vipera? Sul braccio di colei cha  ha distrutto tutti i sogni miei ? - era una denuncia contro il consumismo e i comportamenti peccaminosi.

Il nostro finale è stata però una canzone del 1952 composta da Gorni Kramer per Wanda Osiris “Un bacio a mezzzanotte”.

Siamo molto fiere del nostro “talento” e già pensiamo a che cosa metteremo in scena il prossimo anno. Naturalmente Cristina - e i suoi meraviglioso costumi-  permettendo.

Il sole è sceso dietro i monti. Il pomeriggio ha fatto il giro ed io mi rimetterò sul divano con il nuovo libro aperto.

Ma spero che qualcuno di voi oggi si lasci trasportare da musica, travestimenti, allegria o colorati ricordi.

BUON MARTEDI’ GRASSO

 

 

 

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